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Platano di Maria Luigia - Clamer Informa

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1965 il concorso per la ricostruzione del Teatro Reinach,denominato dal 1938 Teatro Paganini, e nel 1975 ilconcorso <strong>di</strong> idee per la sistemazione a verde attrezzato<strong>di</strong> Piazzale della Pace: in entrambi i casi, nonostante laproclamazione dei progettisti vincitori, le soluzioni nontrovarono realizzazione.Anche il progetto dell’architetto Giancarlo De Carlo(1980), che prevedeva la costruzione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>volumetrie sull’area, non ebbe seguito per le pressanticritiche espresse dalla comunità civica e da buona partedella cultura architettonica italiana.Nè miglior sorte ebbe il primo progetto dell’architettoLa sentenza relativa alla sopravvivenza o la scomparsa degliultimi esemplari <strong>di</strong> platano sopravvissuti è il tema <strong>di</strong> unaparticolarissima pagina della Gazzetta <strong>di</strong> Parma (25 ottobre1948), titolata “Abbiamo intervistato il <strong>Platano</strong> <strong>di</strong> <strong>Maria</strong> <strong>Luigia</strong>”.Mario Botta (1986) che prevedeva, oltre alla sistemazionecomplessiva dell’area a verde attrezzato, la costruzione<strong>di</strong> un grande cilindro quale sede <strong>di</strong> au<strong>di</strong>torium:fu forse quest’ultimo elemento il motivo per il quale ilprogetto non si concretizzò.La prima proposta progettuale <strong>di</strong> Botta, successivamenteapprofon<strong>di</strong>ta e mo<strong>di</strong>ficata, proponeva all’internodelle parti a verde il recupero concettuale dell’anticoimpianto della soppressa chiesa <strong>di</strong> San Pietro Martire,attraverso la realizzazione <strong>di</strong> una vasca-fontana che neriprendeva le preesistenti strutture perimetrali.Riproponeva inoltre una sequenza <strong>di</strong> alberature, postegeometricamente a filari paralleli, che ripristinaval’immagine della ottocentesca area dei platani.Fatta esclusione per quest’ultima occasione progettuale,le richieste della committenza, costituitadal Comune <strong>di</strong> Parma, e le risposte dei progettistiriguardarono solo marginalmente la necessità <strong>di</strong> conservarela memoria dei vecchi platani e non prestaronoparticolare attenzione alla conservazione degli12 13

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