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GN ago-set 09 - Punto di Stella

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POSTE ITALIANE S.P.A. SPEDIZIONE IN A.P. L. 662/96 ART. 2, COMMA 20/B AUT. DC/275/2001 FOGGIA PERIODICO INDIPENDENTE FONDATO NEL 1975 ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> EURO 1,00GMMETALGLOBOsrlTECNOLOGIAE DESI<strong>GN</strong> DELL’INFISSO71018 VICO DEL GARGANO (FG)Zona artigianale localitàMannarelleTel./fax 0884 99.39.33Il Gargano NUOVO ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 1Redazione e amministrazione 71018 Vico del Gargano (Fg) Via Del Risorgimento, 36 – Abbonamento annuale euro 12,00 Estero e sostenitore euro 15,50 Benemerito euro 25,80 Versamento c.c.p. 14547715 intestato a: E<strong>di</strong>trice Associazione “Il Gargano Nuovo”Il Gargano nuovouna finestra che rimane aperta grazie alla fedeltà dei suoi lettoriABBONATI O RINNOVA L’ABBONAMENTORODIbargelateriapasticceria<strong>di</strong> Caputo Giuseppe & C.S.a.s.Buffet per matrimoni con servizio a domicilio - Torte matrimoniali- Torte per compleanni, cresime, comunioni, battesimi, lauree - Pasticceriasalata (rustici, panbrioches, panini mignon farciti, pizzette rustiche)- Decorazioni <strong>di</strong> frutta scolpita per buffet - Gelato artigianale,granite - Lavorazione <strong>di</strong> zucchero tirato, colato, soffiato71012 RODI GARGANICO (FG) Corso Madonna della Libera, 48Tel./fax 0884 96.55.66 E-mail francescocaputo@wooow.itDIRETTORE RESPONSABILE Francesco MastropaoloV MVILLA A MAREAlbergo Residence<strong>di</strong> Colafrancesco Albano & CRODI GARGANICO (FG)Tel. 0884 96.61.49Fax 0884 96.65.50www.hotelvillamare.itinfo@albergovillamare.itCENTRO REVISIONIMotorizzazione civileF I A T TOZZIMCTCRevisione veicoliOFFICINA AUTORIZZATAOfficina autorizzataConcessione n. 48 del 07/04/2000VENDITA E ASSISTENZA PNEUMATICI71018 VICO DEL GARGANO (FG) Via Turati, 32 Tel. 0884 99.15.<strong>09</strong>UNA BICOCCA GARGANICAFRANCESCO A.P. SAGGESEUn Sud sempre più Sud, unNord sempre più Nord,un’Italia sempre meno Italia.Questo è quello che ho pensatodopo aver letto il recente rapportoSVIMEZ (Associazione perlo sviluppo dell’Industria nelMezzogiorno) sull’economia delMezzogiorno.«Solo nel 2008 in 122 milasi sono spostati al Centro Nord.Le partenze soprattutto da Campania,Puglia e Sicilia», titolavacorriere.it. Circa 700mila personehanno abbandonato il Mezzogiornotra il 1997 ed il 2008.Per i pugliesi una bella medagliad’argento, secon<strong>di</strong> in classificasolo dopo la Campania e seguitidalla Sicilia.Ancora una volta una overdose<strong>di</strong> dati che continuano a segnareil <strong>di</strong>vario tra il Nord e Sud delPaese, dove a brillare come alsolito c’è il Sud con la sua occupazionea crescita zero. Se si hala pazienza <strong>di</strong> scorrere i titoli e irapporti dei <strong>di</strong>versi istituti <strong>di</strong> ricercadegli anni trascorsi si potrànotare che nulla <strong>di</strong> nuovo splendesotto il sole, anzi.Non voglio stare qui a fare unlungo e noioso elenco <strong>di</strong> cifre e <strong>di</strong>statistiche, non voglio nemmenochiedermi più il perché <strong>di</strong> quellache definiscono la grande emorragia,questo inesorabile fiume <strong>di</strong>energie che si perde nei meandridel Pianeta, a cui tutti contribuiscono,chi più e chi meno. Nonvoglio più polemizzare controquesto o quel Governo, nazionale,regionale, provinciale e localeche sia. Tutto tempo rubato altempo.Voglio solamente credere nellaforza della gente comune. Nellaforza <strong>di</strong> chi fa il proprio dovere,<strong>di</strong> chi non si stanca <strong>di</strong> cercare ilposto <strong>di</strong> lavoro, <strong>di</strong> chi nonostantetutto si mette in fila per votare enon se ne va a fare scampagnate.Voglio credere nella forza genuinadell’agricoltore che non sistanca <strong>di</strong> seminare, del professionistache non fa il parcellista,<strong>di</strong> chi crede che le cose possonocambiare, <strong>di</strong> chi vuole rimanere e<strong>di</strong> chi se ne va. La vera speranzasono i singoli in<strong>di</strong>vidui.E, mentre scrivo, ecco spuntareun’altra soluzione: la Cassadel Mezzogiorno. Tanto per farememoria fu promossa da AlcideDe Gasperi cinque anni dopola fine della II Guerra Mon<strong>di</strong>ale,elargendo alle regioni meri<strong>di</strong>onalifino al 1992 un totale<strong>di</strong> 279.763 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire, paria circa 140 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. Laspesa me<strong>di</strong>a annuale è stata <strong>di</strong> 3,2miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> euro. E ancora mentrescrivo un’altra notizia arrivadall’Istat: rispetto al 2007, nel2008 l`incidenza <strong>di</strong> povertà assolutaè rimasta sostanzialmentestabile a livello nazionale, ma èaumentata significativamente nelMezzogiorno, passando dal 5,8al 7,9%. Insomma sempre noi.Gli ultimi della lista in Italia e inEuropa.Sempre noi, colpevoli <strong>di</strong> non sobene che cosa, forse <strong>di</strong> non aversaputo delegare? O <strong>di</strong> delegare ebasta? Vittime della storia? Vittimedel nostro piagnisteo quoti<strong>di</strong>ano?A Napoli <strong>di</strong>cono Chiagnie fotti. Sarà vero?A volte ho come l’impressioneche tutti vogliano una fetta dellabella torta al cioccolato <strong>di</strong> cuiogni tanto qualche sapientissimochef ci fa sentire l’odore e magarice la serve pure; tutti voglionoun pezzo (la Sicilia insegna),ma finita la torta è finita la festa.I gran<strong>di</strong> cuochi se ne vanno. Nearriveranno altri e si ricominceràcon altre torte, altri sapori, altrefette, sempre al migliore offerente,e ahimè! ce ne sono.A salvarmi ancora una volta daquesta <strong>di</strong>scesa inevitabile verso ilvuoto c’è lo splendore <strong>di</strong> questaTerra, il suo mare, le sue zagare, ifiori d’ulivo, la gente semplice, latra<strong>di</strong>zione, e questi versi <strong>di</strong> AngeloMaria Ripellino, tratti da “Losplen<strong>di</strong>do violino verde” che, tratanti in vacanza sul Gargano, cosìscriveva: «Guardando la pelle <strong>di</strong>pachiderma del mare/ aspettavarinchiuso in una bicocca garganica/che un burchiello corsarovenisse per liberare il suo vitreocorpo, che trema a ogni vento, aogni frana».LAZZARO SANTORO • VIESTE NELL’ERA GLOBALE / 7L’inaugurazione della struttura <strong>di</strong> approdo turistico proietta verso prospettive nuove l’approccio relazionale con il Me<strong>di</strong>terraneoLa risorsa mare per attrarre, l’entroterra e i suoi tesori per trattenere: una sfida dei flussi che riguarderà la sfera delle macro areeIl porto <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> e il gioco <strong>di</strong> spondaL’isola <strong>di</strong> Pel<strong>ago</strong>sa è a 31miglia, più vicina <strong>di</strong> Foggiao San Severo. L’arcipel<strong>ago</strong>delle Tremiti a sole 18miglia. Lastovo a 60 migliae la magnifica Dubrovnik anon più <strong>di</strong> 90 miglia. Questoè l’orizzonte, <strong>di</strong>ventatoall’improvviso più nitido,che si staglia dal faro delnuovo Porto Marina <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>Garganico.L’inaugurazione <strong>di</strong> questomoderno approdo, reso piùaccattivante dalla quoti<strong>di</strong>anasuggestione dei suoi tipicitramonti mozzafiato, è la cosapiù rilevante, più importantee più innovativa successa inquesta strana stagione turisticapugliese, ricca <strong>di</strong> luci maanche <strong>di</strong> non poche ombre.Nonostante gli echi e le attenzionidelle autorità <strong>di</strong> <strong>set</strong>torenon siano stati all’altezzadell’evento, che ha visto prot<strong>ago</strong>nistal’intera comunitàdella citta<strong>di</strong>na garganica.la deregulation della legge regionale 3/98 e i non luoghivillaggi turistici sulla spiaggia rappresentanolo spettacolo della ViesteIglobalizzata. Poche le strutture agrituristiche,nessun esempio <strong>di</strong> Albergo<strong>di</strong>ffuso.Il villaggio turistico sulla spiaggiaè un “non luogo”. Marc Augé in «Disneylande altri non luoghi” definisce“non luogo il contrario del luogo, unospazio in cui colui che lo attraversa nonpuò leggere nulla né della sua identità(del suo rapporto con se stesso), nédei suoi rapporti con gli altri o, più ingenerale, dei rapporti tra gli uni e glialtri, né a fortiori, della loro storia comune».Luoghi stravolti dalla cementificazionee simili a tanti altri villaggi turisticiche si trovano in qualsiasi parteUn fatto importante che,con la firma del protocollod’intesa tra il Comune <strong>di</strong>Ro<strong>di</strong> Garganico e l’AssociazioneItalia/Croazia, bracciooperativo del Consolato dellaRepubblica <strong>di</strong> Croazia, riportail Gargano in prima lineanell’offerta turistica pugliese.Dove da anni l’azione incisivae professionale del Salentoè arrivata ad identificarsi,nell’immaginario collettivo,con la destinazione Puglia.Dici Puglia e si pensa al Salento.Un tempo accadeva colGargano. Quando si pensavaPuglia, il primo riferimentospontaneo era al promontoriodella Montagna Sacra.Un aspetto colto con concretezzadal Console Onorariodella Repubblica <strong>di</strong>Croazia, Rosa Alò, che nelsalutare con entusiasmo ericonoscenza la scelta delleistituzioni e delle autoritàportuali locali, ha sollecitato:del mondo, con l’immancabile ariacon<strong>di</strong>zionata e piscina al posto delledune, costruiti sull’immaginazione deituristi in modo da permettere loro <strong>di</strong>trovare quello che si aspettavano, veri epropri ghetti «accuratamente preservatida ogni prossimità indesiderata», dovela finzione si confonde con la realtà,quest’ultima spettacolarizzata dove ituristi sono gli attori.La cancellazione <strong>di</strong> paesaggi, tra<strong>di</strong>zionilocali, umanità, valori se<strong>di</strong>mentatinel corso dei secoli, l’immancabilesbarra all’ingresso dei villaggi, veroposto <strong>di</strong> dogana, frontiera sociale, aricordarci che i muri, nonostante Berlino,resistono ovunque, l’enogastronomiaumiliata a favore <strong>di</strong> menù identicie globalizzati, le caratteristiche dei villaggisulla spiaggia. “Spettacolo” <strong>di</strong> unmondo globalizzato, i villaggi turisticiminano l’identità <strong>di</strong> una comunità, sonoespressione della globalizzazione.A Vieste la storia e le conoscenze,non specificano la <strong>di</strong>mensione locale;l’offerta d’accoglienza non è legata alterritorio. La competitività <strong>di</strong> Viestenon ha ra<strong>di</strong>ce in una sua connotazioneterritoriale.Nella globalizzata Vieste, la deregulationè vista come una meravigliosaopportunità <strong>di</strong> sviluppo. La legge regionale20 gennaio 1998 n. 3 ha rappresentatouna deregulation e ha contribuitoa una speculazione e<strong>di</strong>lizia.I vincenti, legittimati dal voto dellamaggioranza, fanno le regole.Le delibere comunali n. 42 del«Manteniamo la rotta, i ritmie i tempi acquisiti. Voglio tornarepresto a Ro<strong>di</strong>, per dareil via ai collegamenti <strong>di</strong> lineatra il Gargano e i porti dellaCroazia».Risvolto apprezzabile, infatti,è il voluto approcciorelazionale con il Me<strong>di</strong>terraneo.Una risorsa che dovremmotutti imparare ad usare evalorizzare meglio. Senzapaura delle contaminazioni,da sempre plancton vitale perle civiltà e le comunità che visi affacciano. E frequentarlocon più assiduità, in un esercizio<strong>di</strong> consultazione quoti<strong>di</strong>ana,come fonte preziosa dacurare con amore, orgoglio eun pizzico <strong>di</strong> gelosia.Un grande croato, PedragMatvejevic, moderno oracolodel Mare nostrum, lo hacantato nel suo “BreviarioMe<strong>di</strong>terraneo”, un’opera tradottain 32 lingue <strong>di</strong>verse, regalandocile suggestioni <strong>di</strong> un03.04.1998 e n. 46 del 21.04.1998 hannorecepito la legge regionale 20 gennaio1998 n. 3. Nell’arco <strong>di</strong> pochi annidalla delibera, il Comune ha rilasciato48 provve<strong>di</strong>menti concessori e d’autorizzazionepaesaggistica per altrettanticomplessi turistici per la costruzione <strong>di</strong>1200 unità ricettive. Con l’eccezione <strong>di</strong>pochissimi casi, le 48 strutture ricettivecostruite con questa legge regionalenon <strong>di</strong>stano dal mare più <strong>di</strong> 300 metri.Prot<strong>ago</strong>nista è stata l’Amministrazionedel sindaco Diana Spina. Nellavia locale alla globalizzazione, i beneficisono concentrati mentre i costisono <strong>di</strong>ffusi. La collettività non partecipaalla spartizione dei benefici, cherimangono pertanto privati, ma è condannataa sopportare i costi collettivi.romanzo geo-poetico, dove ipersonaggi sono sostituitidai luoghi. Leggo in questaottica la decisione <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong>Garganico <strong>di</strong> interagire con laCroazia, uno dei gioielli delMe<strong>di</strong>terraneo. Che in quellache oggi è definita logica <strong>di</strong>sistema, crea le premesse perridare luce e <strong>di</strong>gnità alle sueperle più pregiate: le isoleTremiti.Un altro scrittore, partenopeoe me<strong>di</strong>terraneo verace,Erri De Luca, ci ricorda chec’è stato un tempo in cui: “Lenavi avevano svuotato il Sud”.Un tempo in cui: “La nave eraun ad<strong>di</strong>o”. Oggi, per fortuna,non è più così. Le navi, piùche partire, arrivano. Quelleda crociera, quando lo fanno,scaricano a terra l’equivalente<strong>di</strong> un intero paese. Quelleche traghettano, trasportanomerci o consentono escursionimarine, impossibili dafarsi altrimenti, sono la nuovafrontiera del turismo <strong>di</strong>mare e dell’economia indottarelativa.Il mare, e il Me<strong>di</strong>terraneoin particolare, come <strong>di</strong>ce ilsociologo Franco Cassano,non separa più ma collega.Diventa ponte, autostradad’acqua e tessuto a trama larga<strong>di</strong> rotte <strong>di</strong> comunicazione escambi commerciali. In questocontesto i porti turisticisono vere e proprie aziende,non solo punti <strong>di</strong> attrazionecostiera. Concorrenza, competitivitàe attrattiva tra i porti,che nascono come funghi,si giocano sulla piattaformainnovativa dei servizi portuali.Che oggi è impensabilenon prevedere funzionali auna strategia del “trattenere”,che a sua volta può solo farfulcro sul caleidoscopio <strong>di</strong> tesoridell’entroterra, vero valoreaggiunto complementareall’offerta turistica costiera ebalneare. E che va perseguitanell’ambito più articolato deiSistemi Turistici Locali.Ecco, allora, la formula.La risorsa mare per attrarre,l’entroterra e i suoi tesori pertrattenere. Entrambi necessarie concorrenti a un’efficaceazione <strong>di</strong> fidelizzazione perla Puglia, per la Croazia e ingenerale per il Me<strong>di</strong>terraneo.Perché la partita dei flussi riguarderàsempre più la sferadelle macro aree, e sempremeno quella dei territori,avendo da un pezzo superatoquella dei campanili. Pertanto,la combinazione Gargano-Tremiti-Croazia costituisceun mix adriatico dall’appealunico e suggestivo. Una rete<strong>di</strong> offerte dalle <strong>di</strong>mensioniadeguate, per affrontare la sfidadella “pesca dei flussi turistici”nel grande mare delladestinazione Me<strong>di</strong>terraneo.Tutto questo deve passare,però, da una riqualificazionedella destinazione Gargano.E’ tempo che non ci si accontentipiù <strong>di</strong> un turismo <strong>di</strong>campeggi, ma si punti a servizialberghieri più performanti,più variegati e ovviamentepiù red<strong>di</strong>tizi. E’ tempoche non ci si culli più troppo,e soprattutto non ci si illudapiù tanto, sui ritorni <strong>di</strong> un turismoreligioso da “toccata efuga”, ma si pensi <strong>di</strong> integrarlocon dosi massicce <strong>di</strong> turismoculturale e turismo da<strong>di</strong>porto. E’ tempo, infine, <strong>di</strong>non illudersi più sugli arrivisenza presenze <strong>di</strong> un turismo<strong>di</strong> prossimità, che negli anniha preso il sopravvento sullecode <strong>di</strong> roulotte tedesche, deifari gialli francesi e dei camperdel lombardo-veneto. Ma<strong>di</strong> rimboccarsi le maniche,per favorire nuovi flussi nazionalie soprattutto internazionali.Anna Maria Mori, in Istria,l’amore perduto, ci raccontache girovagando per la Croaziae per la Slovenia è facileimbattersi su pennoni <strong>di</strong> PalazziComunali che espongonoil tricolore italiano accantoalle ban<strong>di</strong>ere <strong>di</strong> quei Paesi.A testimonianza <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>ceitalica intimamente presentee persistente. In un tempo <strong>di</strong>forte attenzione ai simboli edall’evidenza dei segni, sarebbebello cominciare a vederequalche ban<strong>di</strong>era croata perle strade <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> e degli altricomuni garganici. In segno <strong>di</strong>amicizia, <strong>di</strong> saluto e <strong>di</strong> ritrovatafamiliarità.Così come potrebbe rivelarsiinteressante fare inmodo che le rotte <strong>di</strong> questorinnovato <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> comunee reciproca accoglienza, venisseroin<strong>di</strong>cate e segnate neltempo dai due fari dei porti<strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> e <strong>di</strong> Dubrovnik. Unasorta <strong>di</strong> messaggio, lanciatoai viaggiatori, in un simbolicogioco <strong>di</strong> sponda. Magariaffidando ad artisti locali l’interpretazionepiù autentica epiù spontanea <strong>di</strong> un comunesentire, che rinnovi perennementel’entusiasmo o<strong>di</strong>erno,sancito dalle firme <strong>di</strong> questoprimo protocollo d’intesa.Antonio V. GelorminiNuova sala ricevimentiNuova sala congressiS.S. 89 71010 PESCHICI (FG) 0884 96.34.15 www.hoteldamato.itBAIA DI MANACCORAvillaggio turistico 71010 Peschici (Fg) Località Manaccora Tel 0884 91.10.17HOTEL SOLE HS71010 San Menaio Gargano (FG)Via Lungomare, 2 Tel. 0884 96.86 21 Fax 0884 96.86.24www.hoteldamato.it


ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 2Il Gargano NUOVOUno stu<strong>di</strong>o scientifico sui dati dell’e<strong>di</strong>zione 2007 <strong>di</strong>mostra che la manifestazione è un patrimonio da tutelare e valorizzare perché è un veicolo economico oltre che culturale per la zonaIl Carpino Folk Festival comincia… a dare i numeriIl Carpino Folk Festival comincia a dare inumeri… e lo fa con uno stu<strong>di</strong>o scientifico –presentato in conferenza stampa alla RegionePuglia il 30 giugno – ma talmente scientificoda enuclearne perfino una sequenza <strong>di</strong>equazioni. Le riportiamo subito per comprenderneappieno la portata: IE = ed + ei +ei1 = (NV x PM x SMV + SP) x ME. Dove:‹IE› sta per “Impatto Economico”, ‹ed› per“effetto <strong>di</strong>retto”, ‹ei› per “effetto in<strong>di</strong>retto”,‹ei1› per “effetto indotto”, ‹NV› per “NumeroVisitatori”, ‹PM› per “Permanenza Me<strong>di</strong>a”,‹SMV› per “Spesa Me<strong>di</strong>a per Visitatore”,‹SP› per “Spesa sostenuta dai Produttoridegli eventi”, ‹ME› per “Moltiplicatori Economici”.Accidenti! Doppio “accidenti”…Triplo “accidenti”!Non sod<strong>di</strong>sfatti <strong>di</strong> questo primo risultato– che ci piace ripetere per esteso in modo sene evidenzi per intero valenza e interesse:“Impatto economico = effetto <strong>di</strong>retto + effettoin<strong>di</strong>retto + effetto indotto = (numero <strong>di</strong>visitatori x permanenza me<strong>di</strong>a x spesa me<strong>di</strong>aper visitatore + spesa sostenuta dai produttoridegli eventi) x moltiplicatori economici”– gli organizzatori lo hanno esibito, prima alConsiglio comunale della loro città lo scorso7 luglio, quin<strong>di</strong>, come si scriveva, alla conferenza<strong>di</strong> presentazione del CFF 20<strong>09</strong> in salastampa Giunta Regionale e <strong>di</strong>stribuito, incontemporanea, ai mezzi d’informazione.Prima <strong>di</strong> chiederci i motivi dell’approfon<strong>di</strong>tostu<strong>di</strong>o, <strong>di</strong>amo un’occhiata al “modusoperan<strong>di</strong>” dei ricercatori che si sono mossinon perdendone <strong>di</strong> vista l’obiettivo: valutaregli effetti economici del festival, consideratoche ormai è <strong>di</strong>ventato una formidabileleva per il bilancio dell’economia locale conl’offerta <strong>di</strong> occasioni <strong>di</strong> intrattenimento e il“trasferimento” alle generazioni future <strong>di</strong> unpatrimonio da tutelare e valorizzare, nonchécon la “produzione” <strong>di</strong> beni materiali eimmateriali (qualità del tempo e della vita,emancipazione e senso civico) che contribuisconoad arricchire «la vita della nostrasfilacciata comunità», come recita un passodel documento.Ebbene, i punti nodali della ricerca – riferitaall’e<strong>di</strong>zione 2008 – si possono riassumerenei seguenti parametri: ven<strong>di</strong>te, produzione,valore aggiunto, red<strong>di</strong>ti, occupazione, gettitifiscali, in grado <strong>di</strong> valutare l’impatto economicodel Folk Festival attraverso tre componentidenominate «effetto <strong>di</strong>retto, effettoin<strong>di</strong>retto, effetto indotto». Detto in soldoni:1. determinazione delle spese organizzative,2. valutazione delle spese dei visitatori ossiaquanto ciascun “turista” spende me<strong>di</strong>amenteal giorno frequentando la manifestazione, 3.applicazione <strong>di</strong> alcuni “moltiplicatori” atti amisurare «il grado <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenza economicadei vari <strong>set</strong>tori in cui ricadono le speseiniziali».Il primo dato è stato facilmente acquisitospulciando fra i bilanci sottoposti dall’AssociazioneCulturale “Carpino Folk Festival”agli enti finanziatori per ren<strong>di</strong>contare e mantenerel’accre<strong>di</strong>tamento all’Albo Regionalepugliese dello Spettacolo. Il secondo è fruttoLa quattor<strong>di</strong>cesima e<strong>di</strong>zione del Carpino folk festival si è conclusacon il concerto <strong>di</strong> Teresa De Sio. La cantante napoletana,che era stata costretta lo scorso anno a interrompere il suo spettacoloa causa del maltempo, si è rifatta quest’anno facendo ballareattraverso le sue note un pubblico giunto in questo piccolo paesedel Gargano da tutta la Puglia e non solo.Dopo il concerto mi concede una breve intervista, ci incontriamoin una casa proprio <strong>di</strong>etro il palco, è lì, seduta sul balconcino;ascolta i cantori <strong>di</strong> Carpino quando ci presentiamo, come sottofondomusicale una tarantella.Grande concerto stasera, sempre tante emozioni a Carpino...«Carpino fa parte del mio Dna musicale perché la musica <strong>di</strong>Carpino insieme con le pizzica salentina è stata una grande scoperta.Ho imparato ad amarla, visto che già mi occupavo <strong>di</strong> musicadella mia terra che è Napoli, poi l’idea <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care il concertoa Antonio Maccarone che è scomparso da poco...».Come è avvenuto il primo contatto con questo piccolo paesinodel Gargano?«Parecchi anni fa ho iniziato con Musicanova con il gruppo <strong>di</strong>Eugenio Bennato e, attraverso il lavoro con loro, che già suonavanoqueste tarantelle, ho scoperto, ho conosciuto questa musica;poi dopo molti anni sono venuta <strong>di</strong> persona a Carpino e ho conosciutoi Cantori <strong>di</strong> Carpino. C’è stata una intensa collaborazioneper il documentario musicale “Craj” insieme a Giovanni LindoFerretti, Uccio Aloisi e come non ricordare il grande Matteo Salvatore.E’ stata una gran<strong>di</strong>ssima avventura, una cosa straor<strong>di</strong>nariache si è tramutata in un fi lm, per me è stata una immersionemolto forte, molto importante, molto lunga, nella musica <strong>di</strong> questaparte dell’Italia».Cosa ha dato lei a Carpino e cosa Carpino ha dato a lei?«Non so se ho dato qualcosa a Carpino... Io, certamente, ho ricevutomolto, perché la scoperta della musica popolare, e dunqueanche della musica <strong>di</strong> Carpino, è stato il motore che mi ha fattoscegliere <strong>di</strong> intraprendere seriamente la strada della musica; inanni in cui pensavo che in Italia si potesse fare o solo musicaleggera tipo “sanremese” oppure imitazione <strong>di</strong> musica d’oltreoceano,americana... La scoperta della musica popolare, che a menon interessava, è stata la chiave <strong>di</strong> volta che mi ha fatto capireche si può fare una musica nostra, che ci appartiene e che ha ache fare con le nostre ra<strong>di</strong>ci, anche se io non sono un’interpretepura. Loro, i Cantori, lo sono. Io però faccio quello che secondome è lecito fare con la musica popolare, prendo l’insegnamento,prendo il suono, la forza della musica popolare e cerco <strong>di</strong> mixarlacon la mia creatività, perché sono un’autrice, la mixo con il miosuono, con il rock... oggi posso <strong>di</strong>re che la mia musica è folkrock».E come <strong>di</strong>rebbe lei, buona musica a tutti!Marilina Totaro<strong>di</strong> un capolavoro <strong>di</strong> alchimia keynesiana: assuntii dati sul numero degli spettatori, si èricorso alla quantità <strong>di</strong>… rifiuti soli<strong>di</strong> urbaniprodotti attinta dal database dell’Assessoratoall’Ecologia regionale! Risultato: visitatoriesterni all’area <strong>di</strong> riferimento 41mila 635 piùvisitatori “territoriali” uguale 82mila presenzecomplessive (un picco <strong>di</strong> 25mila spettatorinella sola serata <strong>di</strong> Vinicio Capossela).Numeri da capogiro, se si tiene conto <strong>di</strong>alcuni elementi altrettanto fondamentali: sitratta <strong>di</strong> un evento <strong>di</strong> breve durata (una <strong>set</strong>timana),su un tema inconsueto rispetto aiclassici eventi culturali temporanei, orientatoa un pubblico <strong>di</strong> nicchia e autoselezionato,frequentato da una forte percentuale <strong>di</strong> visitatoriche in buon parte ogni anno ritornano(rafforzando la base dei partecipanti cheteresa de siopertanto cresce costantemente in virtù dellafidelizzazione), ospitato in una città <strong>di</strong> piccole<strong>di</strong>mensioni dotata <strong>di</strong> un celebre patrimonioculturale e non percorsa da flussi turisticitra<strong>di</strong>zionali.E numeri ancor più da capogiro quando,stimata la spesa me<strong>di</strong>a per visitatore e calcolatala spesa complessiva dei visitatori,si arriva a quantificare il tutto su un totale<strong>di</strong>… DUE MILIONI e 234mila 710,73 euro,comprese le spese sostenute dall’organizzazione(152mila 948 euro). «Un valore straor<strong>di</strong>narioper un festival <strong>di</strong> musica popolarela quale non molto tempo fa era consideratareliquia culturale <strong>di</strong> cattivo gusto», si leggenella relazione.Come smentirlo e quali riflessioni trarre.La prima si affaccia subito alla mente: ilCarpino Folk Festival è una risorsa economica<strong>di</strong> considerevole <strong>di</strong>mensione che va <strong>di</strong>fesae tutelata. Seguono le altre: le “necessariesovvenzioni” non costituiscono assolutamenteinterventi <strong>di</strong> “spesa a fondo perduto”oppure un lusso o uno spreco ingiustificabile;l’aumento della visibilità del territoriosviluppato dal CFF si traduce in attrattivitàe genera l’aumento della domanda <strong>di</strong> beni eservizi; la manifestazione è da considerarea tutti gli effetti, per le istituzioni pubblichema anche per il mondo impren<strong>di</strong>toriale locale,un investimento a favore del territorio trai più remunerativi.Molto probabilmente, per non scrivere“quasi con certezza”, l’ultima constatazioneè quella che ha fornito agli organizzatoril’input a ricorrere alla magnetica forza dellamatematica: pubblico e privato, insieme oin<strong>di</strong>pendentemente l’uno dall’altro, non hannoancora compreso la valenza culturale, lospessore umano e, su tutto, la portata economica<strong>di</strong> una manifestazione arrivata alla sua14.ma e<strong>di</strong>zione praticamente ricorrendo allesue sole forze.Rafforziamo il concetto ponendo la lented’ingran<strong>di</strong>mento su un ultimo dato “matematico”che emerge forte e spontaneo daglistessi conti: tenuto presente che il totale dellesovvenzioni per l’e<strong>di</strong>zione 2008 è stato paria un ri<strong>di</strong>colissimo 117mila 736,53 euro, vuol<strong>di</strong>re che ogni euro investito concorre a generare19 euro <strong>di</strong> giro d’affari per il sistema impren<strong>di</strong>torialelocale! Per tacere <strong>di</strong> altri effettipermanenti che lasciano una traccia positivae indelebile nella memoria dei visitatorispettatori,generando comportamenti virtuosidelle comunità locali le quali si sentonospinte a confrontarsi, misurarsi e migliorarsi,facendo leva su logiche <strong>di</strong> appartenenza.E scusate se è poco!Piero GianniniAl largo delle nostre coste sono segnalati depositi <strong>di</strong> armi chimiche residuate dagli ultimi conflitti belliciIL SILENZIO DEL MAREAlla fine della II Guerra Mon<strong>di</strong>alela parte più a sud delMar Adriatico rappresentavala principale “dumping area inthe basin for chemical weapons”. La maggior parte del materialebellico scaricato in mareproveniva dai depositi <strong>di</strong> armiconvenzionali e chimiche che itedeschi prima e gli Alleati dopoavevano installato nei pressi <strong>di</strong>Foggia e Bari.A peggiorare la situazione, conla fine della II Guerra Mon<strong>di</strong>ale,sui fondali del Mare Adriaticoal largo della Puglia venivanoabbandonati gli or<strong>di</strong>gni recuperatidalle navi affondate nei portie nelle baie pugliesi, oltre bombeinesplose della Luftwaffe.Da molte interviste con ipescatori locali (pugliesi, maanche maltesi, albanesi e croati),risulta evidente l’esistenza<strong>di</strong> “dumping sites non offi ciallyreported”.La Convenzione internazionaleche <strong>di</strong>sciplinava gli armamentidurante la II Guerra Mon<strong>di</strong>aleera il Protocollo <strong>di</strong> Ginevra del1925, proibiva «l’uso in guerra<strong>di</strong> gas asfi ssianti, tossici o simili,nonché <strong>di</strong> tutti i liqui<strong>di</strong>, materialio proce<strong>di</strong>menti analoghi».Il Protocollo <strong>di</strong> Ginevra nonvietava la produzione e l’immagazzinamento<strong>di</strong> armi chimichee non escludeva l’uso dei gasasfissianti come rappresaglia adun’eventuale attacco militarecon l’uso <strong>di</strong> armi chimiche. Ciòspiega la presenza sul territoriopugliese, durante la II GuerraMon<strong>di</strong>ale, <strong>di</strong> un loro vastissimoarsenale.La Convenzione sulla loroproibizione firmata a Parigi il13 gennaio 1993 stabilisce chetutti gli Stati Membri devonoprocedere alla <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong>tutte le armi chimiche nei territorisotto la loro giuris<strong>di</strong>zione;devono, inoltre, provvedere allerimozione delle armi lasciate sulterritorio <strong>di</strong> altri Stati. Queste<strong>di</strong>sposizioni non si applicano «a<strong>di</strong>screzione dello Stato Parte,alle armi chimiche sotterrate nelsuo territorio anteriormente al 1gennaio 1977 e che rimangonosotterrate, o che sono state scaricatein mare anteriormente al1 gennaio 1985».Dalla lettura della Convenzione<strong>di</strong> Parigi, si evince che ilrecupero delle armi chimicherilasciate in mare è <strong>di</strong> assolutaresponsabilità dello Stato cheeffettua il recupero, senza <strong>di</strong>stinzionetra acque territoriali ointernazionali.La Convenzione <strong>di</strong> Parigi nonaffronta l’impatto sull’ambienteIL TELAIO DI CARPINOcoperte, copriletti, asciugamanitovaglie e corre<strong>di</strong> per sposeTESSUTI PREGIATI INLINO, LANA E COTONEwww.iltelaio<strong>di</strong>carpino.itTel. 0884 99.22.39 Fax 0884 96.71.26delle sostanze chimiche rilasciatedagli or<strong>di</strong>gni inesplosi. Gliesperti affermano tuttavia l’assolutanecessità <strong>di</strong> localizzare iluoghi dove si trovano le armichimiche, <strong>di</strong> approntare stu<strong>di</strong>ecologici per valutarne l’impattosull’ambiente e <strong>di</strong> raccogliereinformazioni sullo stato <strong>di</strong> corrosionedelle munizioni.Al largo del Gargano è statasegnalata, dagli operatoridell’Istituto Centrale per la RicercaScientifica e TecnologicaApplicata al mare, un’areacontenente armi convenzionalie chimiche alla profon<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>230 metri, su un’area estesa approssimativamente2 x 5 miglianautiche.Sempre al largo del Garganoè stata segnalata, dagli operatoridell’Istituto Centrale per la RicercaScientifica e Tecnologicaapplicata al mare, e confermatagrazie alle interviste con ipescatori, lapresenza <strong>di</strong>armi chimichecon ipritea profon<strong>di</strong>tàvariabile trai 200 e i 400metri, su unaestensione <strong>di</strong>circa 14 x 29miglia nautiche,<strong>di</strong>stante dalla costa <strong>di</strong>Vieste approssimativamente 30miglia nautiche.Un’altra area <strong>di</strong> forma circolare<strong>di</strong> fronte al Gargano, è segnatasulle carte nautiche come “unexplodedordnance dumping area”:profon<strong>di</strong>tà 50 metri, <strong>di</strong>stanza dalcentro dell’area alla costa <strong>di</strong>Vieste approssimativamente 5,5miglia nautiche, raggio dell’area1,4 miglia nautiche.Per quanto riguarda gli effettisull’ambiente marino delle sostanzechimiche contenute neiresiduati bellici, grazie al progettoA.C.A.B. (Armi chimichee affondate e Benthos) realizzatodall’I.C.R.A.M. (Istituto Centraleper la Ricerca scientifica etecnologica Applicata al Mare) eal progetto R.E.D.C.O.D. (Researchon environmental damagecaused by chemical ordnancedumped at sea), nato dalla collaborazionetra l’Istituto Centraleper la Ricerca Scientifica etecnologica Applicata al Mare,il Consorzio Nazionale Interuniversitarioper le Scienze delMare, il Dipartimento <strong>di</strong> ScienzeAmbientali dell’Università <strong>di</strong>Siena, l’Istituto <strong>di</strong> Biome<strong>di</strong>cinae <strong>di</strong> Immunologia Molecolaredel Consiglio Nazionale delleRicerche e il Centro TecnicoLogistico Interforce NBC, pubblicatonell’ottobre del 2006, lacomunità scientifica <strong>di</strong>spone <strong>di</strong>dati atten<strong>di</strong>bili che preoccupanogli stu<strong>di</strong>osi.Da un punto <strong>di</strong> vista generale,gli alti livelli <strong>di</strong> arsenico rintracciatinegli organismi marinipongono dei serissimi interrogativisulla salute umana. Gli stu<strong>di</strong>osinon escludono che le causedell’elevata presenza <strong>di</strong> arsenicoriscontrate nelle aree <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>osia dovuto esclusivamente aglior<strong>di</strong>gni inesplosi adagiati suifondali marini.Non sono state rilevate tracce<strong>di</strong> iprite negli organismi marini,e questo è dovuto probabilmenteal rapido passaggio nella circolazionesanguigna.l.s.All’Associazione <strong>di</strong> Peschici il Parco autorizza solo la ricostituzione per semeNIENTE PIANTUMAZIONE DI PINIL’incen<strong>di</strong>o del 24 luglio 2007 segnavaprofondamente gli animi <strong>di</strong> coloro chesi sentivano intimamente legati alle lussureggiantipinete della costa garganica. Nasceval’esigenza civica spontanea <strong>di</strong> farequalcosa per accelerare il processo naturale<strong>di</strong> ricrescita del bosco <strong>di</strong>strutto, ma la Legge353/2000, nata con l’intento <strong>di</strong> scar<strong>di</strong>nare ilmeccanismo criminale del mattone legatoagli incen<strong>di</strong>, vieta qualunque attività <strong>di</strong> rimboschimentoe <strong>di</strong> ingegneria naturalisticaper cinque anni dall’incen<strong>di</strong>o, con l’impiego<strong>di</strong> fon<strong>di</strong> pubblici.L’idea <strong>di</strong> un gruppo <strong>di</strong> giovani <strong>di</strong> Peschicifu quella <strong>di</strong> creare un’associazione <strong>di</strong> privatiper il reperimento <strong>di</strong> fon<strong>di</strong> derivanti dallequote associative, da destinare al rimboschimento<strong>di</strong> alcune aree pilota, in modo da nonrientrare nella restrizione della succitatanorma. All’associazione apolitica aderironocentinaia <strong>di</strong> iscritti da tutt’Italia, conun impegno a versare la piccola quota associativasolo nel caso <strong>di</strong> approvazione delprogetto <strong>di</strong> rimboschimento da parte degliEnti preposti. Il consiglio <strong>di</strong>rettivo, quin<strong>di</strong>,impiegava le quote dei soli soci fondatoriper la redazione <strong>di</strong> un progetto esecutivo,inoltrandolo al Parco del Gargano per il previstoparere preliminare all’ottenimento delparere <strong>di</strong> incidenza ambientale della Provincia<strong>di</strong> Foggia.L’Ente esperiva insieme alla rappresentanzadell’associazione, tramite i suoi tecnici,un sopralluogo nelle aree can<strong>di</strong>date alrimboschimento. Di seguito, con nota del 17giugno 2008, veniva trasmesso il parere aifini della valutazione d’incidenza ambientale:«… Considerato inoltre, che la realizzazionedegli interventi <strong>di</strong> ricostituzionetendono ad un miglioramento dell’habitatprioritario ai sensi della Direttiva 92/43/Cee – pinete me<strong>di</strong>terranee <strong>di</strong> pini mesogeniendemici – fortemente compromesso dalfuoco … Esprime parere favorevole inerenteil progetto <strong>di</strong> cui trattasi con la seguenteprescrizione: la rinnovazione artificiale siaeffettuata esclusivamente nelle aree dovenon si è affermata la rinnovazione naturalee sia effettuata esclusivamente tramite semina(e non piantumazione) <strong>di</strong> essenze <strong>di</strong> pinid’Aleppo (non latifoglie) provenienti daecotipi autoctoni (Pineta Marzini)».Un modo “gentile” per <strong>di</strong>re ‹no› alla propostache <strong>di</strong> fatto stronca ogni possibilità <strong>di</strong>prosieguo dell’iter progettuale relativo allaricostituzione forestale tramite l’attività <strong>di</strong>rimboschimento delle aree bruciate. Possiamosupporre che le ragioni <strong>di</strong> questo <strong>di</strong> parere,non riportate espressamente nella nota,siano legate alla buona capacità <strong>di</strong> autorigenerazionedel sistema boschivo riscontratoin sede <strong>di</strong> sopralluogo, che, però, come bennoto, ha bisogno <strong>di</strong> tempi lunghissimi.Rispettiamo per certi aspetti il parereespresso, ma occorre anche <strong>di</strong>re che la piantumazionerappresenta una pratica <strong>di</strong>ffusa econsolidata in tutto il mondo e riconosciutadalla stessa Regione Puglia tra le linee d’interventodei fon<strong>di</strong> strutturali e ha la capacità<strong>di</strong> accelerare notevolmente il processo<strong>di</strong> ricostituzione delle pinete, senza arrecarealcun danno significativo agli ecosistemicoinvolti, purché non vengano introdottespecie alloctone.Il limite del metodo sta più che altro nellapercentuale <strong>di</strong> successo, che <strong>di</strong>pende moltodal periodo in cui si effettua la piantumazione(il periodo più in<strong>di</strong>cato è l’autunno)e dalla piovosità durante il primo anno.Piantare un alberello <strong>di</strong> pino rappresenta unmomento <strong>di</strong> felicità, <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> intimacongiunzione con la natura offesa, un piccolorito che per certi aspetti potremmo definire“terapeutico”, che non può che rafforzareil legame con la nostra terra.L’incen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Peschici ha costituito unadura lezione e un grave monito, anche percoloro che hanno la gestione del patrimonioboschivo e degli interventi <strong>di</strong> spegnimento,che si è <strong>di</strong>mostrato fallimentare e necessita<strong>di</strong> nuove strategie <strong>di</strong> programmazione e <strong>di</strong>interventi. Ci sono tanti altri boschi che rappresentanovere e proprie trappole mortali,basti citare quello lungo la strada statale Ss.89 tra Peschici e Vieste, verso “Coppa dellaMacchia”: una “giungla” <strong>di</strong> alberi e sottoboscofittissimi, pronta ad andare in fumo inpoche ore.Occorre sfoltire i sottoboschi; realizzareuna rete antincen<strong>di</strong>o garganica (il Parco l’haprevista ma non è ancora stata realizzata);tagliare gli alberi ad alto fusto ai lati dellestrade principali perché fungano da tagliafuoco,impedendo che il “fuoco <strong>di</strong> chioma”abbia modo <strong>di</strong> scavalcarle; aggiornare concadenze annuali o biennali i piani <strong>di</strong> protezionecivile comunali; sanzionare pesantementegli allevatori che fanno pascolare leloro bestie nelle aree percorse da incen<strong>di</strong>.“Rimboschiamo Peschici” c’è, ma oranon è più sola, grazie all’associazionismogarganico. D’ora in poi le voci potranno levarsiin coro.Associazione“Rimboschiamo Peschici”


Il Gargano NUOVO ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 3PARLA GARGANICO!NON SARÀ SEMPRE SCUROCOME A MEZZANOTTEHo 19 anni e sono garganico. Molti <strong>di</strong> voi si chiederanno perché hosottolineato garganico, dal momento che può sembrare un particolarepoco interessante. E invece no, io ci tengo a precisare: sono garganico evoglio vivere appieno il Gargano. Non voglio limitarmi a goderne le bellezzed’estate, prendere il sole o rilassarmi in spiaggia. Essere garganicoè molto <strong>di</strong> più: è un’idea, un modo <strong>di</strong> pensare, <strong>di</strong> vivere. La garganicità lasi sente nel sangue, anche se ci si trova dall’altra parte del globo terrestre.Ma da sola non basta a farci crescere, a farci migliorare. Siamo moltoingrati, noi nati in questa fantastica terra, e spesso non alziamo un <strong>di</strong>toper <strong>di</strong>fenderla. Ci piace stare tra le nostre comode corazze aspettando chedall’alto ci arrivi la soluzione ai nostri problemi. E quando la voglia <strong>di</strong>fare non manca, sono mille le <strong>di</strong>fficoltà da affrontare.Alzi la mano chi non ha mai sognato. Immaginiamo tutti i nostri beipaesini con un tasso <strong>di</strong> crescita molto alto. Ma non serve a niente rifugiarsinei sogni e <strong>di</strong>menticarsi <strong>di</strong> vivere (come <strong>di</strong>ce Joanne Rowling).Alzi la mano chi non si è mai scontrato con la logica antica dei nostripiccoli paesi: ogni iniziativa è vista, criticata, analizzata e demolita. Echi non ha un carattere forte perde già in partenza. Eppure non ci mancaniente: laghi, mari, boschi. Forse non abbiamo ancora le vedute pronte.Sono <strong>di</strong> Cagnano e spesso mi parlano della “gloriosa” Capoiale. Sononato troppo tar<strong>di</strong> per vederla negli anni ottanta, questa la località balnearefulcro del turismo locale, la prima venendo dall’autostrada. Ora possosolo constatare che in questi anni una avventurosa gestione è riuscita arovinare tutto.La ricchezza ci fa male. Eppure ci sono esempi <strong>di</strong> chi pian piano conpazienza e perseveranza è cresciuto. È il caso della vicina Foce Varano.Da 17 anni passo le mie torride giornate d’estate lì e ogni anno ho trovatosempre qualcosa <strong>di</strong> nuovo: da desolato porto, “la Foce” è <strong>di</strong>venuta unagraziosa località.Forse non abbiamo pazienza? Forse siamo troppo legati al nostroorticello? Chissà qual è antidoto giusto per risollevarsi… Sicuramente lacultura e le associazioni con i loro raduni hanno <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> accettarela sfida del futuro. Sfida che però non accetta ancora la politica. L’antidotoforse c’è ed è molto semplice: dobbiamo essere ciò che gli inglesidefiniscono “openminded”, cioè liberi da preconcetti legati al Me<strong>di</strong>oevo.Ovvero uscire dalle nostre mentalità, quelle roccaforti che ci fanno tantocomodo perché non ci spingono a metterci in <strong>di</strong>scussione.A volte penso al mio futuro: chissà se resterò qui, se ce la farò a vincerequesta mentalità subdola e arcaica. Non penso <strong>di</strong> tagliare il legameche ho con la mia terra. Non si tratta <strong>di</strong> pura poesia, ma <strong>di</strong> un bagaglio<strong>di</strong> storia e tra<strong>di</strong>zione che mi porto dentro. Ho una sorella che qualchemese fa si è trasferita a Milano per stu<strong>di</strong>are e lavorare. Quando parlocon lei al telefono mi accorgo che in cuor suo soffre nello svegliarsi lamattina e non trovare il nostro sole, nel mangiare e non trovare nei cibii sapori nostri, nel non poter regolare la vita in base ai ritmi tra<strong>di</strong>zionalie alle nostre ricorrenze. Lei più volte mi ha ripetuto: «Non si vive <strong>di</strong> solipaesaggi e sapori». Come darle torto? Come non provare rabbia per unaterra che non ti sfama, o meglio che gli abitanti non fanno fruttare? Ese la rabbia <strong>di</strong>ventasse un’energia costruttiva? Come si <strong>di</strong>ce in <strong>di</strong>aletto:«Tanta n mpo’ maj ess cchiù scurrda d’ la mezzanott!».Emanuele SanzoneDOME’ NON AVERE PAURALA MAFIA PERDERA’Salve, ho 20 anni, sono <strong>di</strong> San Nicandro Garganico, stu<strong>di</strong>o giurisprudenzaall’Università <strong>di</strong> Teramo.Parla garganico! Mi è venuto in mente <strong>di</strong> parlare della storia <strong>di</strong> un mioamico, giovane sannicandrese <strong>di</strong> belle speranze la cui vita fu spazzatavia da un pacco bomba il 18 Marzo 2006. Lo ricordo Giorgio, come sefosse ieri. Era sabato, la sua classe, la stessa <strong>di</strong> mio fratello, uscì un oraprima, alle 12,15. Verso l’una Giorgio tornò a casa, accompagnato daNazario con il motorino. Davanti l’uscio dell’abitazione i due notaronola presenza <strong>di</strong> un pacco che, senza pensarci su, Giorgio afferrò e portòdentro. Dopo neanche <strong>di</strong>eci minuti, aprì quel pacco destinato al padre e…il pacco esplose <strong>di</strong>laniandolo e spargendo per tutta la casa i suoi resti <strong>di</strong>povero neo <strong>di</strong>ciottenne. Giorgio era un ragazzo tranquillo, pulito, amavaballare e <strong>di</strong>vertirsi, amava la vita… non è possibile morire così! Anche seil delitto è stato catalogato a sfondo passionale da parte dell’autore materiale,io ci vedo il chiaro stampo mafioso, ormai culturalmente ra<strong>di</strong>catonella nostra popolazione. Le cronache ci <strong>di</strong>cono <strong>di</strong> ragazzi che giranoarmati, <strong>di</strong> risse in ogni festa, <strong>di</strong> spaccio <strong>di</strong> droga, <strong>di</strong> pizzo e prostituzione.Vi chiederete perché la “gente perbene” resta nella nostra città, nonscappa, come fanno molti… La risposta me la <strong>di</strong>ede don Luigi Ciotti il30 marzo 2007 a San Nicandro: «Dome’ non avere paura, la mafia nonesisterà per sempre, bisogna parlare, <strong>di</strong>vulgare, far conoscere la realtà deltuo territorio a tutti…».Cosa serve alla città <strong>di</strong> San Nicandro Garganico? Cosa serve al Gargano?La mia risposta può apparire ovvia e scontata: serve sicurezza, piùforze dell’or<strong>di</strong>ne sul territorio… San Nicandro <strong>di</strong> notte è zona franca, perle strade gira una sola volante e neanche tutte le sere. Prima <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong>sviluppo e turismo dobbiamo occuparci <strong>di</strong> queste situazioni che rischiano<strong>di</strong> affossare qualsiasi “Piano garganico” prima ancora della nascita.Comunque San Nicandro non ha solo lati negativi. E’ un paesone immersonel verde a pochi chilometri dal mare. Vivendo in questo posto hocapito che bisogna valorizzare il suo potenziale. Mi viene in mente l’eremo<strong>di</strong> San Giuseppe, la chiesa della madonna <strong>di</strong> Monte d’Elio, la spiaggia<strong>di</strong> Torre Mileto, la dolina carsica più grande d’Europa (Pozzatina), lemasserie fortificate e, ahimè il tasto più dolente, sull’istmo del L<strong>ago</strong> <strong>di</strong>Lesina, la località “Schiapparo”. Quasi <strong>di</strong>eci chilometri <strong>di</strong> case abusivecostruite sul lembo <strong>di</strong> terra che separa il mare dal l<strong>ago</strong>. I circa tremilaabitanti sono completamente abbandonati a loro stessi; senza correnteelettrica, fogna e strade, ... Parlare dello Schiapparo mi fa vergognare.Quando racconto <strong>di</strong> questo lembo <strong>di</strong> terra ai miei amici del Nord, restanoperplessi e non riescono a credere come in l’Italia possano esserci ancorazone dove lo Stato non ha ancora messo piede. In altre zone una raritàqual è un istmo naturale è sfruttata, come a Miami. Da noi sembra, nellavisione più ottimistica, lo Sri Lnka…Vedendo queste situazioni, per noi che siamo il futuro, è pressochéimpossibile restare. Bisogna uscire da questa mentalità del favoritismo edel clientelismo ed entrare nell’ottica del <strong>di</strong>ritto. Ai citta<strong>di</strong>ni sono dovutedeterminate prestazioni pubbliche, che non sono dei favori personali,gratia dei dai politicanti <strong>di</strong> turno...E’ <strong>di</strong>fficile uscire da questa mentalità, ma qualcuno ci prova. L’attualeAmministrazione <strong>di</strong> San Nicandro ha dato a me e ad altri ragazzi lapossibilità <strong>di</strong> esprimersi con l’organizzazione <strong>di</strong> eventi artistico-sociali,come i concerti del Primo Maggio o incontri con eminenti personalitàdel calibro del già citato don Ciotti o del giornalista <strong>di</strong> Annozero SandroRuotolo. Credo che la cosa giusta sia rischiare e puntare sui giovani... mala maggior parte degli amministratori, tranne eccezioni, hanno superatola cinquantina e sono strenuamente attaccati alle loro poltrone. Il mio sogno<strong>di</strong> Gargano è <strong>di</strong>verso. Parlo in primis <strong>di</strong> musica, spettacoli e locali, <strong>di</strong>cultura, sport e ambiente… creare canali che possano permettere a questematerie <strong>di</strong> convivere e interscambiarsi portando il vivere quoti<strong>di</strong>ano delcitta<strong>di</strong>no a livelli ottimali e accrescendo la cultura generale delle nostrepopolazioni. Vedo linfa nuova, la vedo qui, guardando negli occhi voiche su base volontaristica fate parte <strong>di</strong> associazioni no profit. Guardandoviin faccia mi viene voglia <strong>di</strong> gridare: si può fare! Si, possiamo ancorasperare <strong>di</strong> vivere la nostra vita nella nostra terra. Non dobbiamo per forza<strong>di</strong> cose scappare verso un futuro lontano!Ci tengo a precisare che il Gargano non è solo Peschici e Vieste. IlGargano siamo anche noi sannicandresi, carpinesi, vicaioli, cagnanesi,ischitellani e ro<strong>di</strong>ani. Questo la politica se lo deve mettere in testa.Domenico Maria MascoloE’ morto Francesco FerranteGiornalista e storico meticolosoPenso che ognuno <strong>di</strong> noi,potendolo, sceglierebbeil proprio modo <strong>di</strong> morire.Mio fratello, Francesco,un mese fa ha chiuso la suasosta terrena come avrebbevoluto e come, realmente, gliè stato concesso.Il 30 luglio era a Cagnanodove un amico l’ha fotografato,<strong>di</strong> sorpresa, mentresorridente solleva la manoin segno <strong>di</strong> saluto. La scenache fa da sfondo a questa ultimafoto <strong>di</strong> Franco è proprioquella che lui si sarebbe augurata:sostare per l’ultimavolta nel cortile dell’ex palazzobaronale <strong>di</strong> Cagnano,palcoscenico dei suoi tantigiochi <strong>di</strong> bambino. Era lì,alla vigilia della morte, perintrattenersi con un gruppo <strong>di</strong>signore intente a confezionareorecchiette per una prossimasagra; era previsto un suoarticolo. Luogo, giorno, ora;un accordo perfetto <strong>di</strong> coincidenzequando, il giornosuccessivo, si stava recandosu, verso la montagna, peruna cena <strong>di</strong> lavoro. Un lancinantedolore, immagino, iltempo <strong>di</strong> scendere dalla macchinae la fine, come <strong>di</strong>cono,fra le braccia <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>coche per puro caso lo seguivae che, generosamente eimpotente, ha raccolto il suoultimo respiro.Da tempo andava <strong>di</strong>cendoad un intimo amico <strong>di</strong>Cagnano: «Vorrei morirequi, a Cagnano»! Se lo èmeritato, come suppongo,perché la sua è stata una fineserena, appena dolorosa, lì,lungo la strada verso i boschidove amava recarsi in ognistagione in cerca <strong>di</strong> pianteparticolari, <strong>di</strong> fiori che a primaverariempivano <strong>di</strong> coloreanche i suoi occhi che queifiori sapevano guardare conamore, con la meraviglia elo stupore <strong>di</strong> un animo eternamentegiovane. Le piante,gli animali, gli scenari dell<strong>ago</strong> e del mare erano le suepassioni, le sue creature dacusto<strong>di</strong>re e su cui scrivere.Ed ha scritto cantando i tramontigarganici, i venti, lepacate e languide giornate<strong>di</strong> sole, i profumi della terrasprigionati da un improvvisoacquazzone, il canto deitanti uccelli della laguna edelle foreste. Ed ha scritto<strong>di</strong> uomini e <strong>di</strong> cose; <strong>di</strong> cosearcheologiche, soprattutto!Quanta passione nelle suescoperte. Qui la selce lavoratae lì frammenti <strong>di</strong> vasi, restibronzei, testimonianze <strong>di</strong> unpassato che lo invaghiva. E ilFrancesco Romano Ferrante non è piùcon noi. Ci ha lasciato la mattina del31 luglio 20<strong>09</strong> presso la contrada Rivolta,in territorio <strong>di</strong> Cagnano Varano,in seguito ad un arresto car<strong>di</strong>aco. Cagnanese<strong>di</strong> origine, Francesco RomanoFerrante, dopo aver trascorso a Romagli anni dell’adolescenza, aveva fissatola sua residenza a San Severo.Nella sua mente sono rimasti indelebilii ricor<strong>di</strong> del paese che ha registratoi suoi natali. Ne sono testimonianza lesue visite ricorrenti e soprattutto i suoiscritti. Ogni volta che giungeva in paesecredo avesse in mente <strong>di</strong> effettuarequalche riscontro. Ed eccolo impegnatoa salutare persone, a fare domande, aperlustrare luoghi, a verificare le ipotesiche aveva in mente, come fa lo storico.Ma gli interessi storici <strong>di</strong> Ferrante hannocomunque spaziato, estendendosi atutto il Gargano e alla Capitanata.E’ stato socio dell’Istituto Nazionaleper la Storia del Risorgimento Italiano;membro del Consiglio Direttivo dell’Archeoclubd’Italia (sede <strong>di</strong> San Severo) edel Centro <strong>di</strong> Ricerca e <strong>di</strong> Documentazioneper la Storia della Capitanata. Haassunto, negli anni ’90, per l’area garganica,il compito <strong>di</strong> Ispettore Onorariodella Soprintendenza ai Beni Archeologici<strong>di</strong> Puglia.Ha pubblicato Manifestazioni inonore del chirurgo Nicola D’Apolito(E<strong>di</strong>zioni Centro Grafico Francescano– Foggia 2002); Il Centro Storico – LeNostre Ra<strong>di</strong>ci (Grafiche A. Iaconeta –Vieste 2003); Uomini, Luoghi, Memorie– Dal Gargano all’Alto Tavoliere(E<strong>di</strong>zioni Centro Grafico FrancescanoMORIRE A MODO PROPRIOsuo continuo documentarsiper decifrare, per tradurre isegni dei padri; i padri antichissimidel Gargano.Io, primogenita, custo<strong>di</strong>scole sue immagini. EraSTORIA DI PAESELa morte <strong>di</strong> Franco mi ha sollecitataad aprire, qualche giorno fa, le scatoleche costo<strong>di</strong>scono i documenti che luida tempo, insistentemente, mi chiedeva.Vi ho trovato, fuori contesto,lo scritto <strong>di</strong> una storia antica; ma nontanto antica; <strong>di</strong> cinquanta anni fa, cheha avuto come ribalta teatrale proprioCagnano, il mio paese. Chissà perchéè finita fra le mie carte. Credo che mel’abbia raccontata una delle vittime(saprete subito perché ho introdottoquesto termine), una alunna, Rita, <strong>di</strong>quarta elementare, quando ho insegnatoa Cagnano.Ve la racconto premettendo che, mentrenella città i sentimenti comunitarisono stemperati, fugaci e provvisori;appaiono e facilmente scompaiono; neipaesi, la vicinanza fisica e psicologicagenera o<strong>di</strong>o, intolleranza e, fortunatamente,a seconda delle persone, anchepartecipazione attiva, mutuo soccorso,collaborazione; atteggiamenti ad altissimolivello emozionale.La storia, a cui potremmo dare il titolo“<strong>di</strong>vorare l’innocente”, riguarda lefrustrazioni dell’avvovato B.T. il qualeha utilizzato una intera famiglia perfarla contenitore delle sue tante rabbie,abusando del potere che gli dava la suaposizione <strong>di</strong> “signor avvocato”, riveritoe davanti al quale ci si deve levare lacoppola, accompagnando il gesto conun abbozzo <strong>di</strong> inchino. «Riverisco, avvocato!Che galantuomo!». E il galantuomosi dà da fare...Le teorie della personalità e le <strong>di</strong>namichedei fenomeni proiettivi, campodegli psicologi e dei sociologi, giungonoa proposito. Il signor B.T. è ungran frustrato, in cerca <strong>di</strong> prede edecco, fortuna sua, gli capita per le maniun’occasione unica. Ora è il momento<strong>di</strong> liberarsi del peso! Il povero padredella famiglia presa <strong>di</strong> mira deve daredel danaro, che ha chiesto in prestito, adegli amici. Sicuro! Lo ridarà, sia puread un tasso <strong>di</strong> interesse esorbitante. Mache importa; le leggi sono del più forte.L’avvocato B. T. viene a conoscenzadel fatto e sobilla il debitore. «Chesi faccia il pignoramento, meglio nonrischiare!». Il venticello della calunnia<strong>di</strong>venta vento ed il vento bufera, comesuccede nei paesi quando si ad<strong>di</strong>ta Tizio,si ad<strong>di</strong>ta Caio e si trascorrono legiornate <strong>di</strong> noia a raccontarsi i fattacci.Ma qui non dobbiamo niente alla fantasia;i fatti sono reali. Il signor B.T. sireca, con regolare mandato, presso lacasa del debitore. Non c’è; è in campagnaa strappare alla terra il pane quoti<strong>di</strong>ano,sempre insufficiente. Buonaoccasione! Cinque bambini, i figli deldebitore, lo vedono entrare e presagisconoun dolore imminente.Sembra che il padre <strong>di</strong> B.T. abbiaavuto in passato alterchi con il padredel debitore a causa <strong>di</strong> una strisciolina<strong>di</strong> terreno che infiammò i due contendentifino allo scontro fisico. «Chepaghi il giusto per il peccatore», pensaB.T. che il giorno dopo il misfatto varegolarmente in chiesa, in prima fila,come i galantuomini. Fa la sua appariscenteofferta e resta con il sorrisostampato sulle labbra a <strong>di</strong>mostrazionedel “quanto sono buono e generoso,io”!Torniamo al misfatto. «Signora, apratutte le stanze, siamo venuti per il pignoramento;è con me l’ufficiale giu<strong>di</strong>ziario»!«Avvocato, le stanze sono duee ci stiamo in <strong>set</strong>te. Che volete? Chevedete? Il letto? Il cas<strong>set</strong>tone <strong>di</strong> miamadre? Il quadro <strong>di</strong> San Michele? Fatevoi! Questo abbiamo».I bambini tremano e si stringonol’uno all’altro come pulcini infreddoliti.«Aprite l’arma<strong>di</strong>o, ve<strong>di</strong>amo chec’è dentro. Uffciale, annota; lasciamoil letto, il resto è pignorato». Poveri,umili oggetti <strong>di</strong> famiglia, spettatoriquoti<strong>di</strong>ani <strong>di</strong> qualche gioia e <strong>di</strong> moltidolori. Gli sportelli dell’arma<strong>di</strong>o siaprono e qui Giovanna, una delle bambine,la mia alunna, <strong>set</strong>te anni, impalli<strong>di</strong>scee trema. In un’anta dell’arma<strong>di</strong>oha confezionato la ca<strong>set</strong>ta della bambola,regalo <strong>di</strong> una signora del paesedove la madre ha prestato servizio perqualche tempo. L’avvocato B.T., conun colpo secco della mano fa volarevia: la bambolina sul piccolo letto, lase<strong>di</strong>olina, il lavabo; una stanza in miniaturache Giovanna va ogni giornoa riguardare compiacendosene. L’orcoha esau<strong>di</strong>to il suo bisogno! Che sospiro<strong>di</strong> sollievo! La bimba singhiozza, i fratellil’abbracciano, la madre si mordele labbra, ma non reagisce; il più forteè lui, l’onorato B.T. Di tutta la scena,all’avvocato è piaciuta proprio questaparte: la bimba che singhiozza. Il sa<strong>di</strong>smoha raggiunto il suo acme.Vi garantisco che anche se può sembrarepatetica, questa storia <strong>di</strong> paeseè proprio vera. Giovanna, che ora dovrebbeavere cinquanta<strong>set</strong>te anni, nonso che cosa faccia e dove sia. Non sose B.T. sia vivo o morto, ma se leggeràe si ricorderà, dovrebbe <strong>di</strong>re “meaculpa”. Chi pecca contro gli innocenti,pecca contro Dio.Leggetela con attenzione, questa storiareale. E me<strong>di</strong>tate.– Foggia 2005).Insieme a V. Russi ha dato alla stampaDalla Preistoria al Tardo Antico – Vestigia<strong>di</strong> antiche culture nel territorio <strong>di</strong>Cagnano Varano ( F. Ferrante – V. Russi)- E<strong>di</strong>zioni Centro Grafico Francescano,Foggia 1999.Durante il tempo libero FrancescoFerrante ha svolto l’attività <strong>di</strong>giornalista.Ha scritto articoli su “La Gazzetta delMezzogiorno”, “Prot<strong>ago</strong>nisti”, “Il Quoti<strong>di</strong>ano<strong>di</strong> Foggia”, “Il Gargano Nuovo”,“Il Giornale <strong>di</strong> San Severo”, “LaGazzetta <strong>di</strong> San Severo”, “Il Frizzo”, “IlProvenzale” e “L’Attacco”.Riservato e rispettoso, quando vennea sapere che stavo effettuando ricerchesull’Onciario, mi contattò per comunicarmiche anche lui stava indagandosui questo catasto voluto da Carlo III <strong>di</strong>Borbone. Penso, perciò, che i risultati <strong>di</strong>altri suoi stu<strong>di</strong> siano ancora da pubblicare.È stato uno stu<strong>di</strong>oso meticoloso e cultoredella scrittura, espressa in forma ricercatae nobile come pochi sanno fare.Non ha trascurato la fotografia, con laquale ha documentato i suoi lavori <strong>di</strong>ricerca.Cagnano è addolorata per la suascomparsa e si unisce alla famiglia percon<strong>di</strong>viderne il dolore.Leonarda Cri<strong>set</strong>tiLa redazione del Gargano Nuovo siunisce al cordoglio per la scomparsa<strong>di</strong> francesco, collaboratore del giornale<strong>di</strong> vecchia data.vivacissimo, irrequieto. Itetti delle abitazioni del palazzobaronale, <strong>di</strong>sposti a <strong>di</strong>versilivelli, lo affascinavanoe vi soggiornava saltandocome un capriolo da una tegolaall’altra. «Donna Ida»!,gridavano alcune signore peravvertire mia madre del pericoloche Franco correva. Nonc’era verso; la terrazza ed itetti erano il suo campo <strong>di</strong>battaglia. Lì portava i ragazzidella sua fazione, “I Palazzari”in lizza con “I Cavutari”.Sulla terrazza, muniti <strong>di</strong> spade<strong>di</strong> legno, avvenivano gliscontri accompagnati da ungrido <strong>di</strong> guerra preceduto daun verso che rammento perfettamente:«Oh greco compagno...!».Reminiscenzascolastica <strong>di</strong> tono augurale.A Roma ebbe un gatto che,imprudente, un giorno varcòla soglia e si smarrì. Franconon si dette pace. Con l’aiuto<strong>di</strong> Italo, all’epoca già miomarito, il temerario gattinofu cercato in tutto il quartiere.Fu una storia a lieto fine.Non fu a lieto fine la partenza<strong>di</strong> mio padre, come volontarioin guerra, allorché Francoaveva appena due anni.Era il maschietto desiderato.Quando si giocava a nascon<strong>di</strong>no,<strong>di</strong> sera, al rientro <strong>di</strong>mio padre, Franco era il prot<strong>ago</strong>nista;era sempre lui che“faceva tana”. Per mio padre,maschilista, era più che giustoche il gioco andasse perquel verso.Quel padre, perduto prematuramente,mio fratello hacontinuato a cercarlo, a tentare<strong>di</strong> ricostruirne l’mmagine;per appropriarsene, perriceverne rassicurazione econforto, soprattutto dopoche la morte, in questo caso<strong>di</strong>sattenta e crudele, gli tolseil secondo figlio, Nicola, chetanto gli somigliava per intelligenzae sensibilità.«Marinetta, ricordati!Quando andrai nella tua nuovacasa e, come mi <strong>di</strong>ci, rimetteraia posto le tue cose,devi inviarmi tutto ciò che riguardanostro padre: lettere,fotografie, cartoline». Ed io:«Te lo prometto! Tranquillizzati».Ora, le memorie, continuerannoa stare con me.Non avendo trovato un sostituto,Franco doveva farseloda sé il genitore che tantoprematuramente gli è mancato.Forse lo ha incontrato unmese fa nello spazio che noncarpisce gli affetti.Desidererei che coloro iquali leggeranno questo articolode<strong>di</strong>cassero qualcheminuto a ritrovare Franco nelsuo sito internet: www.francescoromanoferrante.it.Lo


ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 4Il Gargano NUOVOn mpo’ maj ess cchiù scurrda d’la mezzanott!Il primo <strong>ago</strong>sto 20<strong>09</strong> a Cagnano Varano ha avuto luogola terza e<strong>di</strong>zione del Cagnano Living Festival, cheha portato in scena giovani “incazzati” con performancesingolari. Chitarre impazzite, voci dure, quasi mostruose.Mi hanno stupita la grinta, la durezza dell’espressione,“la rabbia”. Una teatralità che in qualche passaggiofaceva accapponare la pelle: ma cosa abbiamo fatto aquesti giovani!“Cagnano Living Festival”, <strong>di</strong> cui “Schiamazzi”, ilgruppo organizzatore, giornalisti in erba audaci e tenaci,ha dato grande prova <strong>di</strong> sé, superando i “piccoli-gran<strong>di</strong>”ostacoli economici e organizzativi.Alla rassegna 20<strong>09</strong> hanno partecipato <strong>di</strong>eci gruppimusicali provenienti in gran parte dalla regione Puglia:Carolina da Siena (Bisceglie) con Libera si fa <strong>di</strong> aria (eio cammino); i Silver Bloom (cagnanesi e ischitellani)con Immagine; i Mistery (<strong>di</strong> Ischitella) con A convincte<strong>di</strong>nnocent; gli Undersoil (Sannicandro Garganico) conThe dreamer; i The Look (Foggia) con Come cambianole cose; i Terremoto (Vico del Gargano) con Fottiti; gliHeathead (Sannicandro Garganico) con Fatality; i ThemPhilosophy (Roma) con Ultimo viene il ponte corvo; gliAlter Ego (Foggia) con Una risposta; i Black Illusion(Cagnano Varano) che hanno presentato L’essenza.Ciascun gruppo ha presentato due brani, <strong>di</strong> cui unoine<strong>di</strong>to. La giuria, <strong>di</strong> tanto in tanto interpellata dal presentatoredel Festival Emanuele Sanzone, ha <strong>di</strong>chiarato<strong>di</strong> essersi trovata in seria <strong>di</strong>fficoltà, perché i brani e leinterpretazioni erano tutti interessanti. Una decisione, inogni caso andava presa. Ed ecco i primi tre classificati:Carolina da Siena; i Silver Bloom e I Mistery al 2° postoex aequo; i Them Philosophy.È stato conferito anche un premio per il testo più interessantea L’essenza. Ai Black Illusion, perciò, la redazione<strong>di</strong> Schiamazzi ha assegnato il premio della criticain memoria <strong>di</strong> “Francesco Bocale”. Di questo poeta enarratore cagnanese recentemente scomparso, il giovaneTommaso ha letto i versi <strong>di</strong> Ho camminato per sentieriinfi niti, che ha dato il titolo all’ultima raccolta.L’essenza mi ha emozionata molto, anche per la familiaritàdel cantautore. Ho quin<strong>di</strong> deciso <strong>di</strong> contattarlo percapirne <strong>di</strong> più sul senso <strong>di</strong> quel «Dimmi se tu/ <strong>di</strong> questarabbia hai capito il perché,/ Dimmi se … ».A rispondermi è Antonio Cri<strong>set</strong>ti uno dei fondatoridel team: «I Black Illusion sono nati nel 2005. Eravamosolo in due: io e Massimo D’Antuono. Abbiamo avutocambiamenti line-up. Oggi è formato da Massimo allabatteria, Giannazzario Tenace e Tony Stefania ai bassi,Giorgio Giannetta alla chitarra, Antonio Cri<strong>set</strong>ti (chesono io), voce e chitarra. Ora siamo alla ricerca <strong>di</strong> unaddetto alla tastiera». «Il nostro genere musicale – continuaAntonio – è l’industrial, una <strong>di</strong>ramazionedel metal, meno duro, però piùmelo<strong>di</strong>co, con testi in chiave dark (daitoni romantico-decadente e pessimistico).Il più grande interprete è MarilynManson. Ci sono poi anche i Korn, iRammstein. Gli Industrial fanno unacanzone <strong>di</strong> denuncia dei problemi sociali,politici, economici e religiosi, anchese non prendono una posizione “contro”.Dicono solo ciò che non va. Ce l’hannoin particolare con l’“americanizzazione”e la “globalizzazione”».Per me questi <strong>di</strong>scorsi parlano un’altralingua. Mi sforzo comunque <strong>di</strong> capire,curiosa <strong>di</strong> conoscere cosa c’è nella testadei giovani.I Black Illusion stanno pensando allaregistrazione del loro primo album, quasisicuramente omonimo. Contano giàoltre trenta canzoni che vedono autoriAntonio Cri<strong>set</strong>ti e Giannazzario Tenace,scritte quasi tutte in inglese.Il gruppo ha partecipato alle precedentie<strong>di</strong>zioni del Cagnano Living Festival:nel 2007, con sei brani [allora nonc’erano premi]; nel 2008 conseguì ilterzo posto con il brano Different World,titolo significativo, emblematico <strong>di</strong> quel“mondo <strong>di</strong>verso” dai giovani tanto <strong>ago</strong>gnato.Leonarda Cri<strong>set</strong>tiA Cagnano la terza e<strong>di</strong>zione del Living Festival. I “terroristi del rumore” usano la musica elettronica per denunciare il <strong>di</strong>sagio della societàMetallari o Industriali... comunque incazzatiUso quasi terroristico del rumore, rifiuto totaledella tecnica musicale, uso <strong>di</strong> nastri preparati erifiuto quasi totale <strong>di</strong> qualsiasi forma melo<strong>di</strong>ca.E’ quello che avviene dal 1969, nei sobborghi<strong>di</strong> Londra, con la nascita <strong>di</strong> Coum Transmissions,un gruppo <strong>di</strong> performance-art <strong>di</strong> cui fanno partedue personaggi che rispondono ai nomi <strong>di</strong> GenesisP-Orridge (un mail artist già piuttosto famoso) eCosey Fanni Tutti (ex spogliarellista il cui nomederiva da una deformazione dell’aria operistica“Così fan tutti”). Le performance del gruppo, chesposano musica e improvvisazione gestuale, nonmancano mai <strong>di</strong> sconvolgere il pubblico e l’opinionepubblica, sfiorando e spesso andando decisamenteoltre i limiti della pornografia e della “decenza”:musica rumorosissima a volumi molto alti, dovizia<strong>di</strong> flui<strong>di</strong> e scarti organici, scene <strong>di</strong> nudo e <strong>di</strong> sessosadomaso dal vivo, crocifissioni; il tutto costituiva uninsieme talmente forte ed in<strong>di</strong>gesto da sconvolgereed infasti<strong>di</strong>re anche artisti a critici noti per le lorosimpatie per i movimenti d’avanguar<strong>di</strong>a come ChrisBurden. Gli intenti sono vistosamente provocatori, iltentativo è quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere a colpi <strong>di</strong> mannaiala con<strong>di</strong>zione apatica della gente.In generale si propone come un’elettronicaminimale, ritmata, ricca <strong>di</strong> campionamenti <strong>di</strong>sonorità industriali (es. martelli pneumatici, presseidrauliche, ogni sorta <strong>di</strong> rumore <strong>di</strong> fabbrica),arricchita da voci perversamente <strong>di</strong>storte e malate,per ricreare in musica e denunciare le più gran<strong>di</strong>aberrazioni umane - le già citate sensazioni <strong>di</strong>alienazione, la solitu<strong>di</strong>ne, le perversioni più bieche,il lavaggio del cervello creato da televisione ereligioni <strong>di</strong> massa oltre che da quello provocatodelle <strong>set</strong>te varie; insomma tutto lo sporco e le coseche i governi negano e non <strong>di</strong>cono.Culturalmente l’industrial fu fortemente influenzatada scrittori scomo<strong>di</strong> come W.Burroughs, l’autore <strong>di</strong>“Pasto nudo” e “La scimmia sulla schiena”, (con lasua tecnica del cut-up); da J.G.Ballard, autore <strong>di</strong> “Lamostra delle atrocità” e <strong>di</strong> “Crash”, e forse in tonominore anche da personaggi come il marchese DeSade e Aleister Crowley, anche se Crowley venivacitato più per far scalpore che per altro…Altri gruppi analoghi a Coum Transmissions sviluppanoil genere in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>versissime. Sono ibritannici Cabaret Voltaire (gruppo) e Clock DVA,gli americani Factrix, Boyd Rice e Monte Cazazza,gli australiani S.P.K., i tedeschi Einstürzende Neubauten,l’italiano Maurizio Bianchi, gli sloveni Laibache i canadesi Skinny Puppy.La svolta si ha a metà degli anni <strong>set</strong>tanta conChris Carter, un geniale inventore e mo<strong>di</strong>ficatore <strong>di</strong>strumenti musicali, sfoltisce il progetto originario,mantenendo in pie<strong>di</strong> solamente quello musicale:l’esperienza industriale ha finalmente inizio!Le <strong>di</strong>chiarazioni programmatiche sono chiare:l’interesse non è rivolto tanto alla musica in sé,quanto all’informazione in essa contenuta.Nell’esperienza dei Throbbing Gristle «il rumoresi fece verbo».Il genere proporrà tantissime correnti esottogeneri, ma sempre nell’orbita <strong>di</strong> una una musicache esprime la malattia e il <strong>di</strong>sagio dell’uomo neiconfronti della “sconfitta” della società industriale:il <strong>set</strong>tore secondario che, con secoli d’aberrazionie sfruttamento dell’in<strong>di</strong>viduo, ha portato il mondooperaio ad isolarsi sempre più dal concetto <strong>di</strong>vita normale; si accettano come realtà lavori cheazzerano la creatività da sempre insita nell’uomo eChris Carter e Cosey Fanni, da oltre trent’anni leader deiThrobbing Gristle. Nel 20<strong>09</strong> sono stati in tourneé in Italianel suo intelletto, si automatizza anche la vita dellostesso lavoratore, creando <strong>di</strong>sagio e la tanto “amata”alienazione - oramai un vero e proprio marchio<strong>di</strong> fabbrica, portato da ogni stressato uomo dellasocietà occidentale.Chris Carter con i Throbbing Gristle crea unaetichetta: inizialmente, il nome doveva essereFactory Records, nome a Andy Warhol, ma moltopresto viene cambiato in Industrial Records. Il nomenasce dallo slogan, “Musica industriale per genteindustriale”; l’intento è, secondo le parole dei membristessi, sempre quello <strong>di</strong> creare e propagandare unriferimento cinico alla produzione seriale <strong>di</strong> opered’arte, alla produzione della musica equiparataa quella delle automobili, alla trasformazionedell’artista in una sorta <strong>di</strong> impren<strong>di</strong>tore allacostante ricerca del successo. L’etichetta, ben prestoinizia anche a pubblicare lavori <strong>di</strong> altri gruppi“filosoficamente” vicini (ad esempio i primi lavoridei Cabaret Voltaire). Le tematiche trattate sono tuttequelle ritenute fasti<strong>di</strong>ose o taboo dalla gente comune,tra queste alcune delle più frequenti riguardavanol’accesso dell’informazione, ogni tipo <strong>di</strong> ossessioneo perversione, sessuale e non, assassini seriali,tortura, incesto. La convinzione <strong>di</strong> base è quella cheil potere politico, militare ed economico non sono piùimportanti rispetto a quello nelle mani <strong>di</strong> che gestiscele informazioni. La tecnica usata è quella delloshock: colpire duro per risvegliare le persone dallostato <strong>di</strong> torpore in cui vengono mantenute, spingerela gente ad alzarsi e scegliere da sé le proprie fonti<strong>di</strong> informazione. Dal lato “commerciale”, la tatticascelta è quella <strong>di</strong> lanciarsi contro tutte le regoledell’industria musicale, (uscita <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sco all’anno,<strong>di</strong>fesa strenua dei <strong>di</strong>ritti d’autore, etc.): quin<strong>di</strong> laIndustrial Records inonda il mercato <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi ecas<strong>set</strong>te, stimola il pubblico a pubblicare bootlegdei concerti (unico compenso richiesto: quattrocopie per i musicisti), strane scelte pubblicitarie(nelle locan<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> alcuni dei loro concerti non èpresente nemmeno il nome del gruppo), e cosìvia. Da un punto <strong>di</strong> vista musicale, combinanole tecniche <strong>di</strong> cut-up <strong>di</strong> suoni rubati e ricostruiti,rumori elettronici ricavati spesso da strumenticostruiti da Chris Carter fusi ai suoni, altrettantoconfusi, provenienti da strumenti convenzionali,usati <strong>di</strong> frequente in maniera non convenzionale.Le sonorità vanno da rumori <strong>di</strong> fondo del tuttoin<strong>di</strong>stinti a potenti strutture percussive, i testi sonourlati, filtrati, destrutturati.Nel 1981, chiunque fosse entrato in contatto coni Throbbing Gristle nei cinque anni precedenti, siè visto recapitare una cartolina il cui unico testoera: “Mission is terminated”. Dopo aver prodottoun grande numero <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi, nastri, live più omeno ufficiali, il gruppo si scioglie, ma l’enormemeccanismo ad orologeria che avrebbe ben prestointossicato la cultura occidentale si è avviato, e nonsarà più stato possibile fermarloNel corso degli anni ‘80 una nuova leva <strong>di</strong>musicisti quali i Current 93 porterà il genere versoli<strong>di</strong> folk, mentre negli anni ‘90 l’ industrial finiràper caratterizzare le derive metal <strong>di</strong> gruppi qualiMinistry, Rammstein, Godflesh, Nine Inch Nails,Marilyn Manson.Verso l’inizio degli anni novanta, l’industrial<strong>di</strong>venterà sinonimo <strong>di</strong> un genere <strong>di</strong> elettronicapiù sperimentale e oscuro rispetto al tra<strong>di</strong>zionale,influenzando <strong>di</strong>versi generi come l’hardcore techno,la techno e la drum ‘n’ bass.Tutto iniziò con i Throbbling Gristlenel 1975: l’anno <strong>di</strong> costituzionefu fissato esattamente trent’anni dopola fine della seconda guerra mon<strong>di</strong>aleper alludere all’inizio <strong>di</strong> un’altra guerracombattuta a livello ideologico esociale, una guerra contro il sistema.E da qui furono partorite varie branchedel genere, quello più propriamenteelettronico e a tratti ambientale,e quello più punk ed in alcuni casiestremizzato fino a suoni metal.In questi anni nasce un altro sottogenere:l’E.B.M. (electro bodymusic), <strong>di</strong> cui abbiamo già citato ifondatori D.A.F. e Front 242, a cuipossiamo aggiungere il duo dei pionierinew-yorkesi Suicide, (già attivisin dal 1971), autori <strong>di</strong> un’elettronicaballabile e minimale; il genere E.B.M.propone, quin<strong>di</strong>, una musica aggressivaa cavallo fra dance e rumorismivari.In Canada abbiamo due gruppistorici sulle scene tutt’ora, i perversiSkinny Puppy e una loro costola staccatasia metà anni 80, i Front Line Assembly.I primi sono autori <strong>di</strong> un industrialmorboso ricco <strong>di</strong> campionamentie urla “eroinomani”, fra il punk eL’ESSENZA[parole e musica <strong>di</strong> Antonio Cri<strong>set</strong>ti]IntroPerderai l’essenza <strong>di</strong> quei giorni qui con me.Non rimarrà niente, neanche questo, dentro te.Neanche questo testo scritto dalle lacrime.Rimanere inerme, no, non è mai facile.Rit.Dimmi se tu,<strong>di</strong> questa rabbia hai capito il perché,Dimmi se,<strong>di</strong>mmi se, ormai, riesci a sentire il dolore che è in me,<strong>di</strong>mmi se … .Dimmi quanto tempo ancora, dovrò sopportareE per quante volte dovrò immaginareDi non essere più qui e <strong>di</strong> sognareDi non aver vissuto mai, per non ricordare.Rit. …Parlerai <strong>di</strong> quelle storie, che non hai vissutoPiangerai per quelle cose che non hai mai avutoE per un futuro che tu non hai volutoAl falso delle tue realtà non ho mai creduto.Intro…Rit.EBME ALTRIDERIVATIla new wave, una musica arricchitada ritmiche allucinanti e in tempi <strong>di</strong>spari;i secon<strong>di</strong> sempre carichi <strong>di</strong> voci<strong>di</strong>storte e campionamenti, ma sicuramentepiù ballabili e marziali.Negli Stati Uniti i Ministry, nel1987 creano un <strong>di</strong>sco, “A land of rapeand honey”, che cambierà per sempreil modo <strong>di</strong> concepire la musica rockaggressiva <strong>di</strong> tutto il mondo, un precursore<strong>di</strong> tutto il calderone crossovere metal più sperimentale degli anni avenire. I Ministry nascono come grupponew wave, per poi <strong>di</strong>ventare primacon l’album “Twich” E.B.M., e poitecno-harcore-metal con l’album giàprima citato. Il look (capelli rasta lunghie cappellaccio da cow-boy nero…in anticipo <strong>di</strong> ben 10 anni sui varikorn-deftones) e le liriche dei testi alvetriolo (apocalittiche e crudamenteaccusatorie verso il perbenismo dellachiesa americana), del cantante-chitarristaAlain Jourgensen, hanno fatto<strong>di</strong> lui uno dei personaggi più importantinel genere, anche se sempre troppoingiustamente sottovalutato.Altri gruppi si sono uniti con nuovesonorità al metal industriale; iGodflesh, autori <strong>di</strong> un metal acido epsichedelico ricco <strong>di</strong> momenti <strong>di</strong> puraalienazione sonora: una vera e propriaindustria in musica… Poi i new-yorkesiWhite Zombie e Prong e i californianiNine Inch Nails, autori <strong>di</strong> unsound precursore dei vari movimenticrossover metal moderni.La musica industriale, più che ununico genere, è quin<strong>di</strong> un movimentoche si è insinuato nella società, e nonsolo musicale. In quella cinematograficacon film come Scanners, Heraserhead,Videodrome, Il Tagliaerbe,Matrix, Strange Days, Doom Generation,Tetsuo, Hardware. Ed anche inquella letteraria, basti pensare a tuttoil movimento <strong>di</strong> letteratura Cyberpunkiniziato con Philip Dick e W. Gibson.Uno dei pochi “morbi” <strong>di</strong> cui questomondo può ancora andare fiero…IERVOLINO FRANCESCO<strong>di</strong> Michele & Rocco Iervolino71018 Vico del Gargano (FG)Via della Resistenza, 35Tel. 0884 99.17.<strong>09</strong> Fax 0884 96.71.47MATERIALE EDILEARREDO BA<strong>GN</strong>OIDRAULICATERMOCAMINIPAVIMENTIRIVESTIMENTISHOWROOMZona 167 Vico del GarganoParallela via Papa GiovanniROSA TOZZICartoleria Legatoria Timbri TargheCreazioni grafiche Insegne Modulistica fiscaleAutorizzato a ricevere abbonamenti, rinnovi, pubblicità, avvisieconomici per il “Gargano nuovo”71018 Vico del Gargano (FG)Via del Risorgimento, 52 Telefax 0884 99.36.33Bottega dell’Arte<strong>di</strong> Maria ScistriDipinti Disegni Grafiche Tempere dei centri storici del GarganoLibri e riviste d’arteAutorizzato a ricevere abbonamenti, rinnovi, pubblicità,avvisi economici per il “Gargano nuovo”71018 Vico del Gargano (FG) Corso Umberto, 38


Il Gargano NUOVO ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 5FALE<strong>GN</strong>AMERIA ARTIGIANASCIOTTA VINCENZOPorte e Mobili classici e moderni su misuraRestauro Mobili antichi con personale specializzatoAbit. Via Padre Cassiano , 12 Tel. 0884 99.16.92 Cell. 338.98.76.84C.I.V. 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Mi riferiscoa stu<strong>di</strong>osi come Michele Pistillo, MicheleMagno, Raffaele Mascolo, Angelo Rossie Michele Galante. Oltre a qualche altronome che mi sfugge. Ebbene, costorohanno saputo offrire dei vali<strong>di</strong> contributibiografici <strong>di</strong> esponenti della sinistra daunae <strong>di</strong> indagine socio-politica <strong>di</strong> determinatiavvenimenti legati a questo territorio, senzamai travalicare i limiti del <strong>set</strong>tarismovelleitario, pur essendo, secondo i canonianglosassoni <strong>di</strong> adesione a una ideologia,del believing with belonging, ossia professareun credo appartenendo espressamentead esso. Cosicché, pur ascrivibili auno specifico schieramento politico, conmilitanza attiva, la loro ricerca, seppureda una angolatura <strong>di</strong> sinistra, riflette oggettivamentel’interpretazione <strong>di</strong> talunifenomeni della storia novecentesca dellaCapitanata. Né la loro l’esposizione debordain esagitate condanne e faziose confessioni,ma tout se tient: il tutto si ricollegaa una coerenza storica e filologica <strong>di</strong>fondo, con chiarezza <strong>di</strong> analisi e contenutie, soprattutto, politically correct, ossiacorrettezza politica <strong>di</strong> chi non <strong>di</strong>mentica<strong>di</strong> essere comunque un ricercatore anchese militante schierato. Tanto è vero che horiscontrato in parecchie occasioni i lorovolumi richiamati sia in articoli e saggi dastu<strong>di</strong>osi <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza culturalee ideologica sia nel corso <strong>di</strong> conferenze epubblici <strong>di</strong>battiti.Durante l’ultima campagna elettoraleper le elezioni europee, il Governatoredella Puglia, l’onorevole Nichi Vendola,che non mai abiurato la sua origine e conservazionecomunista, in una intervistaal tiggi regionale, ha riven<strong>di</strong>cato espressamentel’orgoglio del suo legame allasinistra. Atteggiamento che non ha nulla<strong>di</strong> snobistico, da ra<strong>di</strong>cal-chic, ma che sirichiama orgogliosamente a un impegnomorale e civile che è da sempre l’idea politico-sociologicadominante della culturadella sinistra italiana, dalla fine del fascismofino all’avvento della cosiddetta secondarepubblica. Quest’anno ricorre infattiil venticinquesimo anniversario dellamorte <strong>di</strong> Enrico Berlinguer, segretarionazionale del PCI, il quale, durante la sua<strong>di</strong>rigenza, ha costantemente posto l’accentosulla questione morale che dovevacontrad<strong>di</strong>stinguere in maniera prioritarial’impegno e la vita quoti<strong>di</strong>ana <strong>di</strong> un politico,<strong>di</strong> un amministratore o <strong>di</strong> un sempliceiscritto o simpatizzante comunista.Ecco perché anche la storiografia socialee politica della sinistra deve aprioristicamenteconformarsi a un tale precettoper evitare qualsiasi residuo <strong>di</strong> partigianerianell’esposizione <strong>di</strong> situazioni e avvenimenti:<strong>di</strong>re pane al pane e vino al vinocosicché, come ricordavo in precedenza,non ci siano smagliature <strong>di</strong> sorta e il prodottonon esca inficiato da intromissioniideologiche volutamente revisionistichedella realtà dei fatti.A conferma <strong>di</strong> quanto fin qui espresso, èstata pubblicata l’ultima fatica <strong>di</strong> MicheleGalante, <strong>di</strong>rigente provinciale comunista<strong>di</strong> lungo corso e deputato in una legislatura,intitolata Dalla Repubblica all’assassinio<strong>di</strong> Moro – Storia elettorale dellaCapitanata.Seguo da anni il percorso storiografico<strong>di</strong> Galante, autore <strong>di</strong> numerosi stu<strong>di</strong> suintellettuali, parlamentari, <strong>di</strong>rigenti, sindacalisti,amministratori, lotte politiche,movimenti sindacali e operai riferiti a perio<strong>di</strong><strong>di</strong>versi che nell’insieme inglobanovasti <strong>set</strong>tori della storia della Capitanatadel Novecento. Nella prefazione GiuseppeVacca, presidente della Fondazione“Gramsci” <strong>di</strong> Roma, ha definito il libro <strong>di</strong>Galante non una semplice correlazione <strong>di</strong>dati elettorali, ma una vera e propria ricercasu avvenimenti politico-amministrativiprovinciali inseriti nell’ampio contestonazionale, <strong>di</strong> cui spesso la Puglia in generalee la provincia <strong>di</strong> Foggia in particolarecostituiscono l’interfaccia dei risultati edei risvolti socio-politici italiani.Si tratta <strong>di</strong> un’opera a largo raggio chenon si sofferma, come avviene a volte inaltri suoi saggi, su situazioni circostanziateche poi si intersecano e si amalgamanocon una visione più vasta del panoramastorico analizzato; qui le vicende locali enazionali interagiscono all’unisono e moltevolte le une sono in stretta <strong>di</strong>pendenzadegli altri e viceversa. L’autore, con ben<strong>di</strong>eci capitoli, riesce a condensare, attraversoil punto <strong>di</strong> riferimento <strong>di</strong> determinateelezioni nazionali e provinciali, imotivi salienti che hanno portato a sceltepolitiche e risvolti sociali, i quali, a lorovolta, hanno avuto ripercussioni nell’ambientecivile italiano. Galante abbracciaun quarantennio intero, che va dal 1946al 1978 e che culmina con il rapimento el’uccisione <strong>di</strong> Aldo Moro; la cui morte, inun certo senso, ha significato pure la finedel concetto <strong>di</strong> governo <strong>di</strong> unità nazionale,quel punto <strong>di</strong> incontro che, attraversol’impegno <strong>di</strong> due leader, quello democristianoucciso dalle Brigate rosse e quellosopracitato comunista, si era finalmenteriusciti a trovare dopo un duro scontrofatto <strong>di</strong> lotta frontale sul piano ideologicoe politico <strong>di</strong> un insuperabile maccartismoitaliano, oltre a uno più estensivamenteoccidentale, da parte delle forze <strong>di</strong> centroe <strong>di</strong> esponenti liberali e neofascisti <strong>di</strong> destra.In ogni capitolo, parallelamente alsuccedersi dei governi e rappresentantinazionali, iniziando dalle elezioni per laCostituente e il relativo Referendum istituzionaledel 1946, fino alle elezioni politichedel 1976, Galante non solo ci dà unquadro chiaro ed esaustivo della vita italiana<strong>di</strong> quegli anni ma descrive i risvoltisociali e amministrativi della realtà dellaCapitanata oltre che regionale, con riferimentiai molteplici <strong>di</strong>rigenti locali e provinciali.Queste figure <strong>di</strong> uomini guida delpensiero e della prassi, esponenti <strong>di</strong> partitiin competizione tra <strong>di</strong> loro, hanno <strong>di</strong>rettole sorti del territorio dauno, con specificiriferimenti alle lotte e alle conquistesociali della grande massa <strong>di</strong> conta<strong>di</strong>ni eoperai che hanno sollecitato la presa <strong>di</strong> coscienza<strong>di</strong> una larga parte della società <strong>di</strong>allora, soprattutto meri<strong>di</strong>onale, da sempretesa verso la conquista dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni,prima che <strong>di</strong> lavoratori, a cominciaredall’occupazione del demanio alla finedella guerra per continuare con la successivascelta forzata dell’emigrazione oltreoceano, ma anche nell’Europa industrialee verso il Nord Italia ricco e progre<strong>di</strong>to,durante i governi dell’era degasperianafino agli ultimi anni Settanta.Dai risultati delle varie tornate elettorali,l’autore analizza l’intero periodo chene consegue con gli accor<strong>di</strong> <strong>di</strong> programmadei partiti, le coalizioni <strong>di</strong> governo elocali. Ne viene fuori uno spaccato completodella storia nazionale e provinciale.Ma, oltre agli avvenimenti e alle <strong>di</strong>sputeideologiche e politiche che ne susseguono,Galante si sofferma su personaggi <strong>di</strong>spicco del tempo, soprattutto <strong>di</strong> esponenti<strong>di</strong> maggioranza e <strong>di</strong> opposizione che, comunque,hanno seguito una linea <strong>di</strong> condottaman mano che si confrontavano conle scelte economico-politiche e tecnologicheinternazionali durante il lungo e, avolte, “<strong>di</strong>sastroso” <strong>di</strong>ssi<strong>di</strong>o dei paesi <strong>di</strong>visie contesi dalla cortina <strong>di</strong> Est e Ovest delmondo.Nel volume sono menzionate le <strong>di</strong>versemaggioranze che hanno governato l’Amministrazioneprovinciale <strong>di</strong> Capitanata,ma anche il Comune <strong>di</strong> Foggia e i centrimaggiori; e, con l’istituzione delle Regioninel 1970, anche quelle regionali pugliesi:rilevamenti statistici che, come si èricordato, si fermano alla morte dell’onorevoleMoro.Segue in Appen<strong>di</strong>ce una preziosa notabiografica degli eletti al Parlamento italianoe alla Regione Puglia, dei parlamentarie dei consiglieri regionali della Capitanata.E’ una scelta importante in quanto finoradella maggior parte <strong>di</strong> loro non si eraconosciuto nessun riferimento particolaredella loro vita e delle loro strategie all’internodei partiti e <strong>di</strong> come abbiano gestitola cosa pubblica.Chiude il testo una precisa scheda deivoti del Referendum istituzionale del ’46nella provincia foggiana. Seguono i risultatidelle tornate elettorali politiche, conrelative preferenze e percentuali dei partitiin lizza, oltre che dei can<strong>di</strong>dati e deglieletti, dal 1946 al 1976; insieme a questidati sono citati anche quelli riguardantile elezioni provinciali dal 1952 al 1976,con l’elenco dei consiglieri e presidenti <strong>di</strong>ogni consiliatura. Stesse cifre sono riportateper il Consiglio regionale della Pugliadal 1970 al 1980. A margine delle schedesi riscontrano i nomi dei sindaci del Comune<strong>di</strong> Foggia dal 1947 al 1981. Il libro ècorredato <strong>di</strong> una ricca bibliografia <strong>di</strong> testiconsultati.Il merito <strong>di</strong> Michele Galante non è soloquello <strong>di</strong> aver presentato un periodo dellastoria provinciale sconosciuto ai più, masoprattutto <strong>di</strong> aver arricchito le fonti <strong>di</strong> riferimentoper continuare nella ricerca delnostro mondo circostante. Nello scrigno <strong>di</strong>tanti archivi pubblici e privati sono ancoraracchiusi semi fecon<strong>di</strong> <strong>di</strong> storie “maggiori”e “minori” per ulteriori indagini, a cuilo stesso Galante, insieme a tanti altri, <strong>di</strong>certo non si sottrarrà.Leonardo P. Aucello[Michele Galante, Dalla Repubblicaall’assassinio <strong>di</strong> Moro – Storia elettoraledella Capitanata, Collana I libridella Fondazione “Vittorio Foa”, E<strong>di</strong>zioniSudest, Manfredonia, 20<strong>09</strong>, euro15,00]Crocetta del Montello (Tv), 29/06/20<strong>09</strong>Sette rintocchiE poi <strong>set</strong>tanta<strong>set</strong>te –Ad ore <strong>set</strong>te!Così comincia il giornoPer la gente a Crocetta.Il gallo cantaE non si rende contoDel cielo grigio!Comunque sono sveglioFin dalle prime luci!Monte Grappa, 3/7/20<strong>09</strong>Cima del Grappa.Oggi, dopo tant’anni,piango – commosso.Monte Calvo (Gargano), 7/07/20<strong>09</strong>Nuvole a rete:che pesci prenderannosulle montagne?Son pietre o funghi?...Candore levigato…Tre prataioli!Haiku, 18.7.20<strong>09</strong>Noia mortale.Il vento passa dritto –Senza fermarsi!Scene <strong>di</strong> mareLei guarda lui;lui guarda un’altra donna…L’erba più verde.Scivola d’ala,e con grazia si posa,gabbiano – zoppo!Oh tu!PoesiaVincenzo CampobassoIrene RuotoloAnni Sessanta: in una Germania lontana dalla democrazia, vicende e azioni si susseguono in nome della libertàNino Gervasio nell’Operazione RostockRecentemente nell’Au<strong>di</strong>torium <strong>di</strong> Vico del Gargano èstata presentata l’ultima fatica <strong>di</strong> Nino Gervasio daltitolo Operazione Rostock.l’autore ha iniziato la presentazione ringraziando i relatorie gli altri intervenuti tra cui il capitano Angelo MariaPisciotta, comandante della locale compagnia dei Carabinieri,il giornalista Miki de Finis e l’europarlamentareSalvatore Tatarella a cui legato da una lontanissima amiciziarisalente al periodo giovanile trascorso a Bari. Haringraziato poi gli sponsor del volume: l’AmministrazioneProvinciale, quella comunale, e il villaggio turistico“Calenella”. Ha preso la parola poi il moderatore MicheleAngelicchio, che ha sottolineato come il testo dell’autorepossa costituire un avvicinamento alla verità in un periodo,gli anni Sessanta, pieno <strong>di</strong> misteri con cui Nino Gervasioha convissuto. Miki de Finis ha sottolineato comel’autore riporti con esattezza luoghi, nomi e date <strong>di</strong> queglianni con una meticolosità perfetta.Una storia veramente interessante a cavallo degli anniSessanta. Le azioni si svolgono in una Germania lontanadalla democrazia, determinate dalla mente <strong>di</strong> “un certocolonnello” <strong>di</strong> cui l’autore non si fida ciecamente.Un percorso che inizia dal Kur<strong>di</strong>stan tra <strong>di</strong>fficoltà fisichee morti <strong>di</strong> commilitoni sul campo, ma che non impe<strong>di</strong>sceil cammino verso il raggiungimento della libertà.[Autore che mentre viveva ad Amburgo tranquillamentecon una compagna e de<strong>di</strong>to alla bella vita è chiamato improvvisamentein causa dalla ricerca <strong>di</strong> altri stimoli edemozioni]Ha continuato poi Salvatore Tatarella, che ha inquadratol’opera <strong>di</strong> Gervasio nel periodo della strategia dellatensione. Una missione <strong>di</strong> cui si occupano i servizi segretidella Germania dell’Est, a cui fanno da contorno vicendeaccadute in Italia e in Europa. Se ne occupa pure la Cia alservizio <strong>di</strong> un grande stato democratico e in cui avvengonotanti processi senza l’accertamento <strong>di</strong> una responsabilitàcerta e si è <strong>di</strong>mostrato che tante stragi attribuite alladestra, i fatti hanno <strong>di</strong>mostrato che non ne aveva nessunaresponsabilità, ma c’erano solo conflitti e interessi <strong>di</strong> paesistranieri.E’ intervenuto Angelicchio, che si è chiesto quale siastato il ruolo dell’autore: un millantatore, un patriota ocos’altro? Tutto nasce dal coinvolgimento dell’associazione<strong>di</strong> Gervasio per risolvere i problemi <strong>di</strong> due famiglieitaliane iscritte al partito comunista che scoprono che tuttociò che pre<strong>di</strong>cava il proprio partito non corrispondevaa verità. Le famiglie vengono imprigionate. Il Governoitaliano non poteva mettersi contro quello tedesco equin<strong>di</strong> si rivolsero al Colonello, capo dell’associazione<strong>di</strong> Nino che era un tenente dei Carabinieri. Segue quin<strong>di</strong>l’intervento per liberare gli italiani, ma nella vicenda siintroduce anche la Cia, per esserci nella vicenda ancheun americano, che non riesce nel suo intento. L’autoreentrato nella Repubblica tedesca come turista, – in realtàè finanziato e, in caso <strong>di</strong> necessità, potrà anche ottenerel’appoggio <strong>di</strong> un alto prelato del Vaticano, e con un pizzico<strong>di</strong> follia e <strong>di</strong> insistenza, all’insaputa <strong>di</strong> tutti, riescea portare a termine la missione. «La Storia italiana – haripreso Tatarella – sembra ripetersi. La storia <strong>di</strong> Nino hadelle analogie con quanto accade a volte in Italia. Illustriitaliani sono state vittime <strong>di</strong> regie straniere, una voltaBettino Craxi, oggi Berlusconi. Queste trame, che miranoa indebolire l’Italia, sono opera degli stranieri che nonvedono <strong>di</strong> buon occhio il prot<strong>ago</strong>nismo <strong>di</strong> Berlusconi edell’Italia in campo internazionale». de Finis ha replicato<strong>di</strong>cendo che <strong>di</strong> non con<strong>di</strong>videre molte cose ed ha poicitato un’altra persona, Enrico Mattei, che subì la stessasorte delle persone citate, tanto che alcuni ne chiedonoad<strong>di</strong>ritura la riesumazione.Ha concluso il <strong>di</strong>battito il professor Giuseppe D’avolio<strong>di</strong>cendo che nonostante la <strong>di</strong>versità ideologica con Gervasioha sempre conservato con lui una bella amicizia,perché alla base <strong>di</strong> ogni cosa ci deve essere sempre il rispettodelle altrui idee.Giuseppe LaganellaCome una fr<strong>ago</strong>la protesa sul mare,come un anatroccoloallontanatosi dalla sua mammaper conoscere il mare,sei un pezzo <strong>di</strong> mondo <strong>di</strong>verso dagli altri,governato un tempo dalla natura.Gli alberi i tuoi abitanti,creature forti ma senza <strong>di</strong>feseanneriti spesso dal fuoco dell’ ignoranza.E i monumenti <strong>di</strong> pietra guardano inermila barbara ingor<strong>di</strong>gia,l’insulto che li riduce in polvere.Ed ecco che il mondo si alza,e animato dal pensiero <strong>di</strong> amore e giustiziafesteggia intorno alla Grande Quercia.[La poesia è de<strong>di</strong>cata al Gargano e all’Abbazia <strong>di</strong>Santa Maria <strong>di</strong> Kàlena]CUSMAIAUTOCARROZZERIAVERNICIATURA A FORNO BANCO DI RISCONTRO SCOCCHE ADERENTE ACCORDO ANIA71018 VICO DEL GARGANO (FG) Zona Artigianale, 38 Tel. 0884 99.33.87Mobili s.n.c.G <strong>di</strong> Carbonella e TroccoloC71018 VICO DEL GARGANO (FG)Zona Artigianale Contrada MannarelleKRIOTECNICA<strong>di</strong> Raffaele COLO<strong>GN</strong>AFORNITURE ARREDAMENTIProgettazione e realizzazione impianti <strong>di</strong> refrigerazione-ristorazioneCONDIZIONAMENTO ARIAImpianti commerciali, industriali, residenziali71018 Vico del Gargano (FG) Zona artigianaleTelefax 0884 99.47.92/99.40.76 Cell. 338.14.66.487/330.32.75.25


ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 6Il Gargano NUOVOGargano&<strong>di</strong>ntorniDA RICORDARECESARE BRANDIDove sognano gli angeliDopo un paesello che si chiama Vico comincia aintravedersi la Foresta Umbra. Ed è come quando,in un’orchestra, si accordano gli strumentiCesareBran<strong>di</strong>Cesare Bran<strong>di</strong> (1906-1988) fu uninsigne storico dell’arte, il primoad aver colto, in tutta la sua portata,la centralità e il significato del restauro.Firma prestigiosa del “Corrieredella Sera”, pubblicò un grannumero <strong>di</strong> volumi, tra cui tanti <strong>di</strong>ari<strong>di</strong> viaggio.«Bran<strong>di</strong> viaggiatore è un ‘visionario’– scrive Elisabetta Rasy – ma <strong>di</strong>una specie del tutto particolare: mettea fuoco non la terra del viaggio,ma lo stile del viaggiatore. I luoghicambiano per dare forma a una particolaregeografia, la geografia dellaBellezza, e a un particolare paese, ilPaese della Visione».L’incipit <strong>di</strong> Pellegrino <strong>di</strong> Puglia(Laterza 1960) è una vera e propria<strong>di</strong>chiarazione d’amore <strong>di</strong> Bran<strong>di</strong> perla nostra regione: «Questo viaggionon è un viaggio, ma tanti viaggi.Eppure è un solo Viaggio, per l’amoreche io porto a una terra, che nonmi ha visto nascere, che non mi havisto fanciullo e neppure fu teatro <strong>di</strong>un primo amore». La scoperta non siarresta al primo né al secondo, né alterzo viaggio: non finirà mai, «perchéè un paese, la Puglia, come ilmattino, un mattino limpido, un mattino<strong>di</strong> sole liquido. Il mattino saràsempre lo stesso, ma non viene mai anoia. E ha sempre qualcosa <strong>di</strong> nuovo,nel suo spettacolo sempiterno».In questo viaggio tutto pugliese,Bran<strong>di</strong> tocca anche il Gargano: è accompagnato,tra Ro<strong>di</strong> e San Menaio,e poi in Foresta Umbra, da due amicimilanesi: Elio e la piccola Elisa. «FuElisa a pretendere la gita a dorso <strong>di</strong>somaro – ricorda –. A me, quelle collineimpenetrabili <strong>di</strong> verde, bastavaguardarle anche dalla riva. In quantoa spettacolo, sembravano una spondadel Bosforo. Ma Elisa aveva vogliadel sole che scende come il semolinodal fogliame fitto degli alberi,dell’odore dell’umido che esala dallaterra in ombra, come se raccontasseun segreto, e del puzzo della pelledell’asino. Fu categorica soprattuttosull’ultimo punto».In realtà, i tre non viaggiano a dorso<strong>di</strong> un asino, ma <strong>di</strong> due muli e uncavallo. Sono guidati da alcuni giovaniro<strong>di</strong>ani, reduci da una giornata<strong>di</strong> lavoro. Il piccolo guadagno insperato– in quel periodo non c’è un soloturista a Ro<strong>di</strong> – li rigenera, rendendoliallegri e <strong>di</strong>sponibili a effettuare l’insolitopercorso. Bran<strong>di</strong>, Elio ed Elisa,issati su quei basti durissimi, percorronoardue salite e pen<strong>di</strong>i vertiginosi.I rovi e i tralci della rigogliosa vegetazioneinsi<strong>di</strong>ano pericolosamentei loro visi. Non si fa in tempo a scostarli.Di dolce, suadente, vespertino,resta l’odore dell’erba, della terra inperenne gestazione. I raggi del solenon vengono giù come il semolino,ma in lunghi sottili dar<strong>di</strong>, più fini degliaghi <strong>di</strong> pino. Sul piccolo sagrato<strong>di</strong> una chie<strong>set</strong>ta <strong>di</strong> montagna, il mulo<strong>di</strong> Elio si mette a scalciare: la sua èuna ‘protesta sindacale’ per il lavorostraor<strong>di</strong>nario, proprio quando l’odoredella stalla lo sta già aspettando.«Di lassù – commenta Bran<strong>di</strong> – laveduta è altrettanto bella che dal basso,occorre <strong>di</strong>rlo: e intanto c’è un elementoinatteso, come ad essere in ungiar<strong>di</strong>no all’italiana, e cioè i gran<strong>di</strong>lecci potati a fare spalliera per salvaredai venti gli agrumi». La costasembra prendere la rincorsa, veloce,linda. Dopo Ro<strong>di</strong>, sporge il picco <strong>di</strong>Pèschici (così bello a <strong>di</strong>stanza, quantomodesto da vicino). La comitivariprende a salire e scostare rami espine, non sempre con fortuna. Bran<strong>di</strong>sente parlare <strong>di</strong> una sorgente, manon ha nessuna voglia <strong>di</strong> fermarsi.Superato il crinale, la macchia finisce.Sull’altro versante ricomincianogli ulivi e le viti.La veduta <strong>di</strong> lassù è dolce e sommessa,offre un’ampia apertura: siscorgono il l<strong>ago</strong> <strong>di</strong> Varano e il marein miniatura. Specchi d’acqua similia giocattoli, «che si possono vedere<strong>di</strong>pinti nello sfondo d’un pittoreumbro, ma non si ha mai la fortunad’incontrarli realmente fra i ramidelle querce in fondo ad un declivo<strong>di</strong> ulivi». Il sole, ormai quasi a metàpercorso, ha quella temperatura <strong>di</strong>vapori che lo rende un pezzo <strong>di</strong> pitturafiamminga. Ma ‘pittura’ è il pae<strong>set</strong>utto, «con quel tono verdognolo,pareggiato, senz’ombre forti e senzanetti scarti <strong>di</strong> tinte: dal verde si arrivaall’azzurro del l<strong>ago</strong> e <strong>di</strong> lì al mare,come portati per mano, quasi senzaaccorgersene».I tre scendono per un viottolo ‘sassosissimo’.Arrivano alla fontanada dove sono partiti: «Ormai s’era<strong>di</strong>ventati amici e ci offrivano case,camere, per la villeggiatura: a pocoprezzo, un tanto a testa, come se siaffittasse tutto un quartiere». Questagita è il prelu<strong>di</strong>o all’escursione cheBran<strong>di</strong> farà alla Foresta Umbra, «untributo necessario, da pagarsi unavolta e non pensarci più». «Quelche è sicuro, ad arrivarci, offre unpercorso stupendo – commenta –. Sicomincia da San Menaio, che è dentrouna pineta così bella, vasta, e ascivolo sul mare». Un luogo davveroincantevole, adatto per le coppie«novellamente formate». L’invito è avenirci, in questo Para<strong>di</strong>so.Attraversata la Pineta Marzini, chea una certa altezza lascia spazio a unacampagna bella e vigorosa, dopo «unpaesello che si chiama Vico» cominciaa intravedersi la Foresta Umbra.Ed è come quando, in un’orchestra,si accordano gli strumenti. All’inizioc’è un brusio <strong>di</strong> alberi giovani, magricome pali: sono i castagni e i noccioli.Prime avvisaglie che preludono auno spettacolo naturale gran<strong>di</strong>oso,fuori dal comune: tronchi <strong>di</strong> faggiolisci e <strong>di</strong>ritti come ciminiere salgonodal fondo valle e mandano fuorigran<strong>di</strong> <strong>di</strong>latate ramaglie. Si susseguonopoi «le palme spalancate degliaceri, e le frappe smerlate, capricciosedei cerri: e noccioli, e sotto tuttoquesto le felci umide simili a quelle<strong>di</strong> un acquario».Una dolce foresta silenziosa,altissima nel cielo, profonda dentrola terra, e piena <strong>di</strong> luce aperta,me<strong>di</strong>terranea, come se a quel verdefossero mescolate tante pagliuzzed’oro. Una foresta luminescente chesuggerisce a Bran<strong>di</strong> una insolita visionemicaelica: «Quando le nuvoledense scendono come ad allattarequeste cime fronzute, quando il solemordente le assapora, quando i ventiche s’incanalano nell’Adriatico lesquassano, dentro il Gargano, l’Arcangelovestito da toro, si stende sottola foresta incantata, e dorme lentamentesognando il Signore».Nel corso del Novecento illustri ospiti furono colpiti dal Gargano. Scrissero lusinghieri giu<strong>di</strong>zi anche sugli abitantiI <strong>di</strong>ari <strong>di</strong> viaggio <strong>di</strong> Bran<strong>di</strong> e Bacchelliteresa maria rauzinoRICCARDO BACCHELLIProfumo <strong>di</strong> donnaSalde donne sono le garganiche; contente dei lorouomini, contenti questi <strong>di</strong> loro: gran principio <strong>di</strong>or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> civiltàNella primavera del 1929, sullepagine della “Stampa” vedonola luce alcuni interessanti articoliche Riccardo Bacchelli scrive dalGargano, raccolti poi nel libro “Italiaper terra e per mare” (1952). Il futuroautore del “Mulino del Po” è ospitea San Marco in Lamis dell’amicoGiustiniano Serrilli che non vededai tempi dell’Università a Bologna.Partendo dalla «rusticale e civile citta<strong>di</strong>na»,va alla scoperta <strong>di</strong> quegliaspetti del Promontorio ancora oggi<strong>di</strong> forte valenza ambientale. Impressioni<strong>di</strong> viaggio che conservano «intattevibrazioni <strong>di</strong> sentimento e fortecaratura poetica».Nel reportage “Strade e paesi”,ripubblicato da Filippo Fiorentinonel volume Nel Gargano dei gran<strong>di</strong>viaggiatori (ed. Grenzi), Bacchellipercorre una bella strada cheda Jacotenente, cuore della ForestaUmbra, porta a Vieste passando perMattinata. Costruita per esigenzebelliche dagli ingegneri della RegiaMarina, i pochi automobilisti chevi transitano potrebbero sbizzarrirsiin corse spericolate, se i muli deicarbonai e i cavalli riottosi dei carrettieri,poco abituati al modernotraffico, non si parassero improvvisamentedavanti in qualche tornante.«Nel qual caso – commenta – ilsevero e chiuso volto del montanarogarganico esprimerà, con <strong>di</strong>sdegnod’ogni parola, tutte le male<strong>di</strong>zioni e imalauguri contro la polverosa e spetezzanteciviltà meccanica».La strada, ricca <strong>di</strong> mandorleti,boschi <strong>di</strong> querce e lecci, «erma, solenne,accompagnata dalla vista delmare, si inoltra fra selve, selvette eprati». Termina a Vieste, che appareadagiata «sopra il declino d’unoscoglio nel mare, bianca, moresca emarina, simile nell’indolenza a unabella creatura spossata voluttuosamentedal bagno, che si sia sdraiatasul letto dello scoglio per prendereil sole facendosi baciar i pie<strong>di</strong> dalmare». Vieste «dal nome leggieroe gentile come un primo bacio socchiuso»,è illuminata da un sole vivo,da una luce già estiva. Due gran<strong>di</strong>golfi e «due spiagge fuggenti, lunate»,si aprono a levante e ponente.Nella Marina Piccola si tirano a seccole paranze; su uno scoglio vicinosi erge il faro. Dietro, sonnecchiail Castello: i suoi cannoni non rimbombanopiù dagli spalti.Il piroscafo bi<strong>set</strong>timanale delleTremiti anima «la gentilezza deserta»delle onde primaverili. Sullescogliere del golfo volano stormi<strong>di</strong> gabbiani. Alcune massaie versanoin mare cestelli <strong>di</strong> immon<strong>di</strong>zia,e i «rauchi volatori vi s’avventano,facendo godere la più bella giostrae schermaglia e ronda <strong>di</strong> voli che sipossa desiderare».Trabucchi e torri puntellano lalitoranea tra Vieste a Peschici. Fremonoal vento fresco le lunghe braccia,le gracili impalcature e i cordamidelle gran reti a bilancia, che sisporgono sull’Adriatico pescoso dallerupi nelle vicinanze d’ogni paesedella riviera. Dappertutto vi sonogabbiani, come, dappertutto, la storiaracconta <strong>di</strong> terremoti e rovine <strong>di</strong>saraceni, <strong>di</strong> pirati dalmati, <strong>di</strong> turchibestiali in questi pae<strong>set</strong>ti, ai qualioggi il mare dà tanta pace quantagià <strong>di</strong>ede guerra nei tempi andati.La maggior dolcezza della costieraè da Pèschici a Ro<strong>di</strong>, che si guardano<strong>di</strong> lontano, can<strong>di</strong>de sulle loro duerupi alte al capo della spiaggia pienad’amenità. «Pèschici – commentaBacchelli _– era un paese poverissimo,senz’acqua, affastellato sulloscoglio. La gente viveva in parte incaverne scavate dentro la roccia tenera.Veramente a Pèschici la miseriastringeva il cuore, e vi si conoscevala mancanza <strong>di</strong> molte cose <strong>di</strong>prima necessità. Ebbene, Pèschici hanome d’essere il paese che dà le piùbelle ragazze del Gargano. E devonesser belle assai, giu<strong>di</strong>cando da quelche ho potuto scorgere passando.Ornate <strong>di</strong> collane e orecchini maiuscoli<strong>di</strong> vecchia filigrana, velate colfazzoletto o collo scialle, laboriose eriposate, salde donne sono le garganiche;contente dei loro uomini, contentiquesti <strong>di</strong> loro: gran principio <strong>di</strong>or<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> civiltà».Passato Pèschici, e proseguendoper San Menaio, Bacchelli attraversal’ultimo lembo della Pineta Marziniche riveste quel tratto <strong>di</strong> costa, prima<strong>di</strong> lasciare il posto agli aranceti <strong>di</strong>Ro<strong>di</strong> Garganico.Inoltrandosi verso l’interno, prendela strada per a Vico, «entratura allaregione dei gran<strong>di</strong> boschi interni».Da Vico si reca a Ischitella, «apricae ben murata», dove un FrancescoEmanuele Pinto, principe d’Ischitella,elevò ai primi del ’700 «un palazzo<strong>di</strong> castigata grazia mirabile».Lo scrittore approfitta poi <strong>di</strong> unlento tramonto «aureo ed argentino»per recarsi a Carpino, «bianca sulgran piano verde» e a Cagnano. Osservail Monte d’Elio incupirsi controil cielo crepuscolare, e la vasta,immota palude del l<strong>ago</strong> <strong>di</strong> Varanotrascolorare pian piano al tramonto.«Questo l<strong>ago</strong>, e l’altro <strong>di</strong> Lesina– spiega – <strong>di</strong>ffondono la malaria inquesta parte del Gargano, fertile epur bellissima. Nei prati e nei seminati,più cupi, nelle rocce e nei monti,nel color del mare e degli ulivetipalli<strong>di</strong>, c’è una gravità, una melanconia,che ben si sposa e si rivela conil tramonto».Sul Varano, che durante la primaguerra mon<strong>di</strong>ale fu un’importantebase d’idrovolanti «e che potrebbeesser porto superbo», sono stateaperte due foci «per renderlo salino,risanarlo e impe<strong>di</strong>r la malaria». Itentativi <strong>di</strong> bonifica sono una storiatroppo lunga e ardua da raccontare,ma quando era palude d’acqua dolce,il Varano era pescoso, e i suoi gustosicapitoni erano «celebratissimi».Ora anche i capitoni lo stanno abbandonando...Stile& moda<strong>di</strong> Anna Maria MaggianoALTA MODAUOMO DONNA BAMBINICERIMONIACorso Umberto I, 110/112VICO DEL GARGANO (FG)0884 99.14.08 – 338 32.62.2<strong>09</strong>PREMIATA SARTORIAALTA MODA<strong>di</strong> Benito BergantinoUOMO DONNABAMBINI CERIMONIAVico del Gargano (FG) Via Sbrasile, 24RADIO CENTROda Ro<strong>di</strong> Garganicoper il Gargano ed... oltre0884 96.50.69E-mail rcentro@tiscalinet.it


Il Gargano NUOVO ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 7È istinto <strong>di</strong> natura / l’amor del patriolido / l’aria, i tronchi, il terren,/ le mura, i sassi / ... questi mistanno / e a caratteri eterni / tuttiimpressi nel cor ...(Metastasio, Temistocle, atto II,scena VIII)Parlare <strong>di</strong> Matteo Siena, per gliabitanti del Gargano, è comeriferirsi ad una colonna dorica chesfida la fuga del tempo.Originario <strong>di</strong> San GiovanniRotondo, autore <strong>di</strong> numerosi testisulla storia <strong>di</strong> Vieste, sua cittàd’adozione, socio e già Presidentedella locale sezione della Società <strong>di</strong>Storia Patria per la Puglia, più voltepremiato per la sua attività poetica<strong>di</strong>alettale, ci affida ora un lavoro <strong>di</strong>straor<strong>di</strong>nario interesse che, nato nellontano 1986 da curiosità <strong>di</strong> bimba edalla longeva <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> docente<strong>di</strong> Scuola Elementare, attraverso inomi delle vie <strong>di</strong> Vieste traccia lastoria della “perla del Gargano”.Storia della città, le cui ra<strong>di</strong>ciaffondano nel mito greco, che sisnoda nell’arco <strong>di</strong> cinque secoli:ponte fra le sponde dell’Adriaticoe le culture d’oriente e occidente,molto ha visto sulle sue rive. Giàcolonia romana, nel me<strong>di</strong>oevonotevoli furono gli eventi che lavidero prot<strong>ago</strong>nista: l’approdo <strong>di</strong>duecento navi al comando del doge<strong>di</strong> Venezia Pietro Orseolo (1003) perliberare Bari dai saraceni; da qui, nel1177, l’imbarco <strong>di</strong> papa AlessandroIII per recarsi a Venezia e firmarela pace con il nemico <strong>di</strong> sempre losvevo Federico Barbarossa, e semprequi, dopo l’ab<strong>di</strong>cazione, approdòCelestino V (1215-1296) prima dellanegata partenza per la Grecia. In queltempo la tra<strong>di</strong>zione orale perpetuavai nomi delle strade, o come luoghideputati al commercio (Via deiMulini, Via Forno De Angelis, ViaMacello...) oppure abitati dai piùrappresentativi clan familiari.I contorni si fanno più netti dopoil Concilio <strong>di</strong> Trento (1545-1563),quando era delegato ai parroci ilcontrollo delle frequenze alle messedei parrocchiani, sperato argineall’ortodossia in tempi <strong>di</strong> Riformaprotestante e fughe ereticali; <strong>di</strong> lì, conla ripartizione degli abitanti in “isole”,si assiste ad una sacralizzazione deitoponimi delle vie de<strong>di</strong>cate semprepiù spesso ai santi. Nel decennionapoleonico, con Murat, nascerà ilrione moderno con l’istituzione delRegistro <strong>di</strong> Stato Civile.Attesa da tutti i viestani, la ricerca,durata anni in polverosi archivi,è stata presentata lo scorso 9 luglioa Vieste nello spazio antistante ilcastello svevo a cura dalla Società<strong>di</strong> Storia Patria per la Puglia con ilPatrocinio del Comune, presenti ilsindaco Ersilia Nobile, il prefatoreMario Spe<strong>di</strong>cato dell’Universitàdel Salento e l’autore coor<strong>di</strong>nati daFranco Ruggieri.colonne della cultura garganicaMATTEO SIENADiviso in due parti e quattro sezioniche in<strong>di</strong>viduano le varie epoche,corredato <strong>di</strong> illustrazioni e graficistatistici demografici, l’originale esingolare stradario, – ci auguriamoesempio per altri –, è storia ine<strong>di</strong>tadella città dalla fondamentale funzione<strong>di</strong>dattica perché non si <strong>di</strong>mentichiun’ere<strong>di</strong>tà fatta <strong>di</strong> personaggi,date storiche significative, palazzi,stemmi, usanze, località, <strong>di</strong>aletto...In questo la novità della ricerca: tenereinsieme passato e presente erecuperare dall’oblio quanto è stato<strong>di</strong>menticato dalle successive denominazioni.Si delinea così il volto <strong>di</strong> una comunitàattraversata da acca<strong>di</strong>mentiche esulano dal ristretto ambito locale:Vieste, per la presenza dei Turchisu queste coste, si inserisce a pienotitolo nel contemporaneo e scottante<strong>di</strong>battito quale l’ingresso della Turchianella Comunità Europea.Come già sostenuto nel saggio“Mamma li turchi” (1995), il professorSpe<strong>di</strong>cato conferma che gli ottomani,“corteggiati” ora da Franciaora da Inghilterra, cercano <strong>di</strong> entrarein Europa già dal XVI secolo e soltantoquando l’Adriatico si militarizzòcon torri d’avvistamento e castelli<strong>di</strong>fensivi essi si mossero nella <strong>di</strong>rettivabalcanica, fermati definitivamentenel 1683 dal re polacco Giovanni Sobieskjalle porte <strong>di</strong> Vienna.Si allarga pertanto la visione delperiodo storico se anche l’episo<strong>di</strong>o<strong>di</strong> Manfredonia – il terribile asse<strong>di</strong>odell’<strong>ago</strong>sto 1620 – si inseriscenel grande conflitto della Guerra deiTrent’anni (1618-1648), l’ultima<strong>di</strong> religione che insanguinò i campid’Europa. Con la Pace della Westfalia(1648) e il riconoscimento stataleMatteo Siena, Monastero <strong>di</strong> San Francescodelle religioni, i turchi perdono pesoin Europa e non sono più la popolazione<strong>di</strong> cui aver paura.Non appare allora del tutto peregrinal’idea del maestro Siena <strong>di</strong>intitolare alcune vie, in memoria <strong>di</strong>quel lontano passato, allo stesso AcmetPascià, artefice del saccheggiodel 1480, o a Dragut-Rais, la “spadaven<strong>di</strong>catrice dell’Islam” ferocecapitano <strong>di</strong> Solimano II, autore delmassacro (1554) su quella rupe che èOblòa cura <strong>di</strong>ANGELA PICCAora Piazza Chianca Amara dove unalapide sta a dolorosa testimonianzadelle sofferenze <strong>di</strong> una citta<strong>di</strong>nanzache strenuamente <strong>di</strong>fese la propriaidentità.Un testo frutto <strong>di</strong> passione, tenacede<strong>di</strong>zione e determinazione, cheè andato oltre le intenzioni, denso<strong>di</strong> ulteriori sviluppi per gli addettiai lavori che possono approfon<strong>di</strong>reaspetti ine<strong>di</strong>ti <strong>di</strong> storia del meri<strong>di</strong>oneḞredde targhe marmoree sianimano così <strong>di</strong> volti noti e menonoti, letterati, uomini politici, storicie, in stretti vicoli, quasi si scorgonoaggirarsi bizantini, normanni,svevi, angioini e ar<strong>ago</strong>nesi, milizieborboniche e austriache. Narrati dallavoce suadente dell’autore sembranou<strong>di</strong>rsi squilli solitari <strong>di</strong> tromba, oschioppettate <strong>di</strong> briganti trasformati,dopo l’unificazione italiana del 1861,in “galantuomini” nuovo ceto <strong>di</strong> agiatiproprietari terrieri...; ci scuotonocolpi <strong>di</strong> cannone in “Via Turbine”,in ricordo del cacciatorpe<strong>di</strong>niereaffondato, a quattro miglia al largo,dalla marina austro-ungarica, iniziodelle ostilità della I Guerra Mon<strong>di</strong>ale(1914), ed infine, sulla scalinata dellaCattedrale, gioiamo con campane afesta per la ritrovata libertà.Un prezioso patrimonio <strong>di</strong>conoscenze donato a studenti,curiosi ed eru<strong>di</strong>ti, che rivela ilprofondo amore per la propria terrae l’incrollabile passione civicadel Maestro che, con il consueto,modesto “profilo socratico”, omette<strong>di</strong> citare che i <strong>di</strong>segni a china – angolicaratteristici, marine e archi rampanti– inseriti nel testo sono <strong>di</strong> sua mano.Mai, dunque, scelta più felice deiversi del Metastasio a prologo <strong>di</strong>questo lavoro <strong>di</strong> Matteo Siena ovetrasuda «amor del patrio lido».Lo stesso amore con cui, indossatican<strong>di</strong><strong>di</strong> guanti da microchirurgodella storia, ha restituito al Comune ilvolume del Catasto Onciario relativoall’anno 1583, pagine consumate daisecoli recentemente restaurate a curadella Società <strong>di</strong> Storia Patria per laPuglia grazie al finanziamento della“Fondazione Natalino Notarangelo”sempre attenta alla memoria storicadella città.[Matteo Siena, La città visibile.L’odonomastica <strong>di</strong> Vieste dall’Eraantica ad epoca contemporanea,Tipografia Francescana, Foggia20<strong>09</strong>, pagg. 327, Euro 15,00]Abbazia <strong>di</strong> Kalena (Peschici), S. Leonardo (Siponto),Cattedra <strong>di</strong>ocesi Foggia-Bovino, il patrimoniodei cantori <strong>di</strong> Carpino, il cinema <strong>di</strong> Mauro Palma oTorre Guevara (Orsara <strong>di</strong> Puglia): frammenti <strong>di</strong> unaCapitanata che va in pezziFermiamo la <strong>di</strong>ssolvenza. Perché il movimento saràstato pure falso, come quello della locomotiva che ifratelli Lumière lanciarono su una platea <strong>di</strong> spettatoria bocca aperta, terrorizzati e senza fi ato. Ma gli effettisonori, scenici e culturali, in una città pigra e apaticacome Foggia, hanno lasciato il segno marcato dellaqualità, dell’innovazione e talvolta anche quello piùpungente della sana provocazione. Il “Falso Movimento”<strong>di</strong> Mauro Palma (cinema d’essai a rischio chiusura;ndr), nel capoluogo dauno, è stato a lungo il canto delgrillo serale, nel coro assordante e sonnacchioso <strong>di</strong> unmare <strong>di</strong> cicale. L’occhio <strong>di</strong> bue acceso su un palcoscenicocitta<strong>di</strong>no, che ha visto spegnersi ad una ad una leluci <strong>di</strong> una ribalta cinematografi ca, che dal Flagella alCapitol e dal Dante al Garibal<strong>di</strong> aveva acceso l’immaginazione,alimentato speranze e regalato emozioni a<strong>di</strong>ntere generazioni <strong>di</strong> appassionati del grande schermo.Poco importa se a dare lo sfratto al Falso Movimentosia il parroco della Cattedrale, nella sua qualità <strong>di</strong> legittimoproprietario dell’immobile. Magari animato dallalodevole intenzione <strong>di</strong> farne spazio ricreativo per lacomunità parrocchiale. Ciò che sorprende è la concentrazione<strong>di</strong> attenzioni verso le quinte <strong>di</strong> via Campanile,mentre in piazza inesorabilmente va in scena il dramma<strong>di</strong> una Cattedrale senza futuro. Chiusa da troppo tempo,il cui improbo restauro è <strong>di</strong>ventato il manifesto a cieloaperto <strong>di</strong> un rosario <strong>di</strong> <strong>di</strong>strazioni a tutto campo. Testimonianzainquietante <strong>di</strong> un degrado sociale, culturaleed amministrativo <strong>di</strong>ffuso, che avvolge e soffoca l’interacittà.Non è la prima sala cinematografi ca, né sarà l’ultima,ad essere attraversata dal vento minaccioso della chiusura.Ma in un tempo in cui si spengono i fasci <strong>di</strong> lucedei proiettori, per accendere quelle colorate ed intermittentidelle salette video-game, dei centri scommesse edelle poker e slot machine, non conforta affatto rilevarescarsa sensibilità, proprio tra i banchi <strong>di</strong> chi ha più acuore la tenuta dei sentieri morali e la ricchezza espressivadella speculazione intellettuale.Foto Domenico AntonacciLe torri <strong>di</strong> Varano crollanoIn Ischitella e il Varano del 2003, sottolineai all’altra, più piccola, sulla quale recentementel’importanza storica delle due torri sveveangioine<strong>di</strong> Varano fatte e<strong>di</strong>ficare da Riccardo, denza, seppure avvertita, sinora non si è fattasi è aperto un grosso squarcio. La Soprinten-conte <strong>di</strong> Caserta e feudatario d’Ischitella, genero<strong>di</strong> Federico II per averne sposato una delle generale e degli organi preposti a tutelare i no-viva. C’è da sperare solo che, tra l’in<strong>di</strong>fferenzafiglie, Violante. Risalenti al 1269-1270, versanooggi in un completo stato <strong>di</strong> abbandono. La anni in attesa degli interventi. C’è il rischiostri tesori storici, non trascorrano altri ventidueprima, la più grande, crollò parzialmente nel concreto che vadano perse anche queste testimonianzedel nostro passato. Sono infatti tanti1987 e, nonostante varie segnalazioni, nessunoè mai intervenuto. Potrebbe essere ancora i casi, con Kàlena in testa, che fanno scuola.recuperata. La stessa sorte sembra toccare(g.l.)Il riscatto <strong>di</strong> Foggia ad ogni livello, oggi più che mai,passa anche da un approccio più coraggioso, più innovativoe decisamente meno egoistico <strong>di</strong> ognuno, oltreche dal senso <strong>di</strong> responsabilità più intimo e più autentico<strong>di</strong> ciascuno. Combinare in un’azione complementareil salvataggio <strong>di</strong> Falso Movimento e il percorso <strong>di</strong>recupero e <strong>di</strong> restauro della Cattedrale <strong>di</strong> Foggia, nonpotrà che portare stimoli utili e rinnovato orgoglio comunitarioad una città che vuole tener vivo il fuoco dellasperanza. Istituzioni, sodalizi, movimenti d’opinione,citta<strong>di</strong>ni, fedeli e semplici appassionati facciano tutti lapropria parte, per riaccendere il piacere <strong>di</strong> ritrovarsi insiemee frequentare spazi con<strong>di</strong>visi. Tornare a coltivarela pratica della mutualità. Riappropriarsi della funzione<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa e valorizzazione <strong>di</strong> quell’immenso bene comune,costituito dai simboli <strong>di</strong> un’identità territoriale chesembra smarrita.L’Abbazia <strong>di</strong> Kalena a Peschici, S. Leonardo a Siponto,la Cattedra della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Foggia-Bovino, cosìcome il patrimonio dei cantori <strong>di</strong> Carpino, il Falso Movimento<strong>di</strong> Mauro Palma o Torre Guevara ad Orsara <strong>di</strong>Puglia. Frammenti <strong>di</strong> una Capitanata che va a pezzi.Tessere <strong>di</strong> un mosaico che vuole essere ricomposto infretta e con cura, per tornare a mostrare con orgogliotutta la sua bellezza e testimoniare con decisione talentoe capacità creativa. Un fi lm che per essere visto ha bisogno<strong>di</strong> ogni fotogramma, ma soprattutto che la pellicolascorra al passo giusto, proiettata su uno schermo chene faccia risaltare defi nizione, armonia dei movimenti equalità recitative degli attori. Prot<strong>ago</strong>nisti o comparseche siano.a.v.gFoto Domenico AntonacciEDISON<strong>di</strong> LeonardoCanestraleELETTROFORNITURECIVILI E INDUSTRIALIAUTOMAZIONI71018 VICO DEL GARGANO (FG)Via del Risorgimento, 90/92 Tel. 0884 99.34.67


ANNO XXXV N. 8/9 SETTEMBRE 20<strong>09</strong> PAGINA 8Il Gargano NUOVOeventi&concorsi&idee&riflessioni&web& eventi&concorsi&idee&riflessioni&web&eventi&concorsi&idee&riflessioni&web&eventiXX SAGGIO ADLIM RODI GARGANICODANZA CLASSICA E MODERNA, HIP-HOP E KARATECon il patrocinio del Comune <strong>di</strong> Ro<strong>di</strong> Garganico, domenica,28 giugno 20<strong>09</strong>, al centro visite del Parco Nazionaledel Gargano si è svolto il XX saggio dell’A.S.D Adlim SportRo<strong>di</strong>.Fondata nel 1989 dalla professoressa Adriana Poliseno,da quest’anno affiancata dall’insegnante coreografa MariaSoccio, l’Associazione è ormai una realtà consolidata delcentro garganico, lo <strong>di</strong>mostra il successo eclatante del saggiosvoltosi, e il migliaio circa <strong>di</strong> spettatori presenti all’evento.Un saggio <strong>di</strong> qualità, in un luogo affascinante tra la brezzamarina e il profumo degli agrumi dei giar<strong>di</strong>ni ro<strong>di</strong>ani. Un“vento” progettuale che ha impegnato per la danza classicae moderna l’insegnante Maria Soccio, per il ballo latinoamericano e danza del ventre l’insegnante Luisa Laudad<strong>di</strong>o,per il ballo <strong>di</strong> coppia e caraibico i maestri Mario e MariannaD’ Amaro, per Hip-Hop il maestro Alessandro Semeraro,per il Karate il pluricampione italiano, europeo e mon<strong>di</strong>ale,il maestro Matteo Leone (ottobre 2008, 1° posto conquistatoin Lituania al campionato Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Karate, specialitàin<strong>di</strong>viduale e a squadra; maggio 20<strong>09</strong>, 1° posto al campionatoItaliano in Calabria; giugno 20<strong>09</strong>, 1° posto al campionatoItaliano in Veneto). Gli allievi partecipanti: Simone Albano,Alessandra Altomare, Gianpio Aprile, Libera Belcastro, PasqualeCarbone, Maria Cendamo, Gaia Ciccomascolo, PieraCiccomascolo, Clau<strong>di</strong>a Coccia, Antonia Delle Fave, FedericaDelle Fave, Marianna Delle Fave, Alessia Del Conte, EmiliaDe Gioia, Michael Di Biase, Ilaria Di Fiore, Alessandra DiStolfo, Ivan Diurno, Simone Diurno, Marco Esposito, MariaLoreta Iocolo, Martina Raganella, Siriana Laganella, IsabellaLauriola, Valentina Leccese, Vittoria Leccese, Aurora Liberti,Matteo Limosani, Alessandro Lombar<strong>di</strong>, Roberta Loprieno,Marisol Luciani, Giada Mattioli, Tommaso Mattioli, RaffaellaMiglionico, Arianna Nardelli, Na<strong>di</strong>a Papagno, GraziaPeres, Martina Petrosino, Maria Pia Petrosino, Alessia Pinto,Angelo Pinto, Carmela Pinto, Nicola Pinto, Domenica Ragni,Iris Ragni, Alessandro Ricucci, Francesco Ricucci, RiccardoRicucci, Maria Lucia Romagnuolo, Michele Romagnuolo,Nicola Russi, Sara Russo, Giovanna Santucci, GiovannaSoccio, Mariapia Soccio, Giada Tavani, Iride Veneziani, LinaVerzino, Sharon Viterbo, Giuseppe Zezza.Saldamente ancorata ai valori della solidarietà sociale (Natale2008: Progetto “Pigotta” sono stati donati all’UNICEF€ 1.040,00; Sagra delle Arance del 2 maggio 20<strong>09</strong> raccolti€ 1.068,00 per la regione Abruzzo), l’Adlim Sport Ro<strong>di</strong> hainvestito tutte le sue migliori energie nella presentazione delXX saggio rilanciando le valenze educa tive e formative delloSport come benessere in<strong>di</strong>viduale e migliore qualità socialeper tutti. Lusinghieri i risultati ottenuti da chi ha partecipatoalle varie gare.Il 23 aprile 20<strong>09</strong> il gruppo <strong>di</strong> danza classica e <strong>di</strong> Hip-Hopha conseguito il 10° posto al 70° festival internazionale AmiciParchi Italiani ed Europei; il 25 aprile 20<strong>09</strong> a Melfi, all’80°trofeo dei Castelli, i gruppi <strong>di</strong> Danza classica e Hip-Hop hannoconseguito il 10° posto, mentre il gruppo <strong>di</strong> ballo latinoamericanoha conseguito il 50° posto.Il ventesimo saggio dell’Adlim Sport Ro<strong>di</strong> è stato finanziatodalle quote saggio degli allievi iscritti, dal quadro <strong>di</strong>rigentee dagli sponsor Residence Villa Vittoria, residence Mare Blu,Ristorante dai pescatori e Hotel Borgo Marina.Un ringraziamento speciale alla <strong>di</strong>tta e<strong>di</strong>le <strong>di</strong> MongelluzziAntonio per l’allestimento del palco e a Libera D’Anelli.Lo sport è uno strumento educativo, una forza spontaneae naturale.L’Adlim Sport Ro<strong>di</strong> si è impegnata affinché <strong>di</strong>venti un linguaggiouniversale senza nessuna barriera, per questo <strong>di</strong>versificale proposte associative attraverso un ampio ventaglio<strong>di</strong> servizi e <strong>di</strong> attività che si spera siano con<strong>di</strong>vise da fascesempre più ampie <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza.Un grazie <strong>di</strong> cuore va a tutti i genitori degli allievi che durantel’anno si sono sempre pro<strong>di</strong>gati per le iniziative intraprese.Comunicato ADLIMUN COMITATO CITTADINO A SAN MARCO IN LAMISAMBIENTE, STORIA E BENI CULTURALI TRA LE FINALITÀCi siamo!!!... Accompagnati da una intesaattività dei promotori, recentemente nei localidella Biblioteca Comunale, <strong>di</strong>nanzi ad una buonacornice <strong>di</strong> pubblico, finalmente è nato il “ComitatoCitta<strong>di</strong>no <strong>di</strong> San Marco in Lamis”.Comitato le cui generali finalità sono quelle <strong>di</strong>un miglioramento della qualità della vita del nostroterritorio attraverso l’or<strong>di</strong>nato e civile sviluppodel comprensorio, la crescita culturale, la praticasportiva, l’educazione e la sensibilizzazionedella locale popolazione alla conoscenza, tutela,valorizzazione, conservazione <strong>di</strong>fesa dell’ambientee dei beni culturali, della storia della cultura edelle tra<strong>di</strong>zioni popolari. In maniera più specificail Comitato intende contribuire all’in<strong>di</strong>viduazioneed alla soluzione delle problematiche esistenti aSan Marco, organizzare convegni, campagne stu<strong>di</strong>,manifestazioni culturali, promuovere sondaggi,ricerche, attività <strong>di</strong> assistenza sociale, attività <strong>di</strong>beneficienza, pubblicare libri ver<strong>di</strong>, libri bianchi edossier. Un Comitato, quin<strong>di</strong>, impegnato a 360° suciò che riguarda il comprensorio e San Marco inparticolare. Il momento clou dell’incontro è arrivatoquando a far ingresso nell’assemblea attentaad analizzare lo statuto nei suoi particolari, è statoJosephTusiani. Un lungo applauso lo ha accompagnatofino a quando il professore si è accomodatotra la folla festante. Con la sua presenza Tusianiha voluto riba<strong>di</strong>re ancora una volta, se ce ne fossebisogno, l’attaccamento verso il suo paese natio,tanto che il Comitato ha pensato bene <strong>di</strong> assegnaread honorem la carica <strong>di</strong> presidente onorario allatinista più famoso d’Italia. Come <strong>di</strong>cevamo l’assembleaè andata avanti con la lettura dello statuto,del quale sono stati snocciolati i vari articoliche potevano dare a<strong>di</strong>to a <strong>di</strong>verse interpretazioni,prontamente e brillantemente risolte dal ramo legale<strong>di</strong> cui il costituito Comitato è provvisto. Si èpassato poi alla presentazione dei <strong>di</strong>versi organi,dal presidente, alla vice presidente, una graziosasignorina che insieme ad altre ragazze rappresentale quote-rosa per un’associazione moderna chesi rispetti, al segretario, ai consiglieri, al Collegiodei Garanti e alle varie personalità preposte al suofunzionamento. La voglia <strong>di</strong> fare è tanta, quella <strong>di</strong>mettersi al lavoro altrettanta, tanto è vero che, seppurtrattandosi “solo” <strong>di</strong> una riunione costitutiva,sul taccuino del Comitato sono state già segnalate<strong>di</strong>verse tematiche che nella prossima riunionesaranno certamente affrontate. L’ultimo interventonon poteva che essere <strong>di</strong> Tusiani, il quale, acclamatodai presenti, ha accettato <strong>di</strong> salire sul palco.Il professore si è detto onorato nonché entusiasta<strong>di</strong> poter far parte <strong>di</strong> questa nuova realtà citta<strong>di</strong>na,purché tutto ciò serva ad incrementare lo sviluppo<strong>di</strong> questo paese. «Sarò con voi, anche se sonolontano» ha più volte riba<strong>di</strong>to nel corso del suoappassionante intervento. Un intervento che rappresentail migliore auspicio che questo Comitatopoteva augurarsi. E se la “bene<strong>di</strong>zione” viene dacosì in alto non ci resta che <strong>di</strong>re: < in bocca al lupoComitato!!! >Comitato Citta<strong>di</strong>noSan Marco in LamisI RISULTATI INVALSI NELLA SCUOLA MEDIAUGUAGLIANZA E MERITO, BUONISMO E PREMIALITA’Si invoca la scuola del rigore, quella che boccia <strong>di</strong> più(salvo <strong>di</strong>mostrarlo, che un maggior numero <strong>di</strong> bocciatureè sinonimo <strong>di</strong> un ritrovato rigore della scuola) perinvitare i docenti a scrollarsi <strong>di</strong> dosso il buonismo, il seipolitico, gli ultimi echi del sessantotto e prendere la stradadella premialità.Si chiede alla scuola <strong>di</strong> svincolare la valutazione dal contestosocio-culturale ed economico nel quale opera (comese gli alunni fossero gli stessi e le scuole offrissero le stesseopportunità formative, in termini <strong>di</strong> strutture e mezzi, lungotutto lo stivale) e poi si scopre (amaramente?) che i ragazzidel Sud sono meno “ciucci” <strong>di</strong> quelli del Nord.Non è possibile si <strong>di</strong>ce, e allora? Si correggono i risultatie si inserisce nell’analisi dei dati il <strong>di</strong>scrimine “comportamentoopportunistico” (in pratica la copiatura autorizzata)e il gioco è fatto: al Nord sono più bravi che al Sud.Una lettura attenta dei dati evidenzia un paradosso: i docentidel Sud sono due volte “fessi”.La prima per non aver ammesso agli esami un numeromaggiore <strong>di</strong> alunni rispetto al Nord.La seconda, per rime<strong>di</strong>are alla prima, perché fanno copiareo ad<strong>di</strong>rittura risolvono i questionari per gli alunni durantegli esami.La manipolazione dei dati, oltre che rispondere alle logiche<strong>di</strong> un clima generato dalla Lega, che questo governocolpevolmente subisce, è offensiva nei confronti del ruolo,della fatica e dello spirito <strong>di</strong> de<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> una classe docentemeri<strong>di</strong>onale spesso costretta a lavorare in con<strong>di</strong>zioni<strong>di</strong>fficili ed inimmaginabili per altre realtà.Alimentare luoghi comuni e <strong>di</strong>videre il Paese anche suquesto è l’impegno prevalente della Lega e del PdL.Il Paese ha bisogno, invece, <strong>di</strong> una classe politica cheinvesta seriamente nella scuola per coniugare la battagliaper l’uguaglianza con il riconoscimento del merito.Antonio GiuffredaTRE QUESITI DI III MEDIA (20<strong>09</strong>)In un foglio <strong>di</strong> cartoncino si ritaglia un quadrato <strong>di</strong> lato10 cm. Da ogni angolo si ritaglia un quadratino <strong>di</strong> lato uncm (che nella figura ve<strong>di</strong> più scuro), per poter costruireuna scatola ripiegando le strisce laterali.Qual è la capacità della scatola ottenuta ripiegando lestrisce laterali?Qual è l’unità <strong>di</strong> misura più appropriata per esprimere ilpeso <strong>di</strong> un uovo <strong>di</strong> gallina?– Milligrammi– Decigrammi– Grammi– EttogrammiQuanto vale la potenza <strong>di</strong> (-4) 2 ?– -16– -8– 8– 16DUEMILIONI DI EURO PER “FAZZINI DI PESCHICIE’ SOLO IL PRIMO LOTTO: IN TOTALE SERVONO OTTO MILIONILa giunta provinciale <strong>di</strong> Foggia ha approvato ilprogetto esecutivo dei lavori <strong>di</strong> costruzione, 1°stralcio, dell’Istituto Polivalente “Fazzini”, sedestaccata <strong>di</strong> Peschici, per un importo pari a 2 milioni<strong>di</strong> euro.Il progetto generale fu redatto nel 2007 per unimporto totale <strong>di</strong> 8 milioni <strong>di</strong> euro. Già nel 2008fu approvato il progetto esecutivo del 1° stralcio<strong>di</strong> 1 milione <strong>di</strong> euro ma, a seguito <strong>di</strong> prescrizioniimposte dall’Ispettorato forestale, dal Genio Civilee dalla Soprintendenza per i beni architettonici eper il paesaggio, fu rielaborato per un importo definitivo<strong>di</strong> due milioni <strong>di</strong> euro. Le mo<strong>di</strong>fiche sonostate imposte dopo le mutate normative sismichee le nuove regole sull’impatto ambientale e paesaggistico.«Finalmentean<strong>di</strong>amo a realizzareuna struttura attesa daanni – ha <strong>di</strong>chiaratoVito Guerrera, assessoreprovinciale ai LavoriPubblici –. Voglio anchesottolineare, per la buonariuscita del progetto,la fruttuosa collaborazionecon l’amministrazionecomunale <strong>di</strong>Peschici».I lavori <strong>di</strong> costruzionedel nuovo polivalenteche ha la sede centralea Vieste, sono stati inseritidall’amministrazioneprovinciale nelpiano triennale 20<strong>09</strong>/2011 delle opere pubbliche.La giunta <strong>di</strong> Palazzo Dogana ha approvato ancheil progetto <strong>di</strong> completamento relativo ai lavori <strong>di</strong>manutenzione straor<strong>di</strong>naria dell’Istituto Tecnico“Di Maggio” <strong>di</strong> San Giovanni Rotondo per un importocomplessivo pari a 126mila euro. Interventiresi necessari dopo l’approvazione <strong>di</strong> una perizia<strong>di</strong> variante per lavori imprevisti e non preve<strong>di</strong>bilinel progetto iniziale. Gli interventi prevedono ilcompletamento della rete fognaria, l’ultimazionedelle facciate <strong>di</strong> prospetto ed il completamentodella coibentazione ed impermeabilizzazione dellecoperture a terrazzo nella restante parte dell’e<strong>di</strong>ficioper l’ottimale allontanamento delle acque meteoriche.LsmLUCIANOSTRUMENTI MUSICALIE<strong>di</strong>toria musicale classica e leggeraCD, DVD e Video musicaliBasi musicali e rivisteStrumenti <strong>di</strong>dattici per la scuolaSala prove e stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> registrazioneService au<strong>di</strong>o e noleggio strumentiNovità servizio <strong>di</strong> accordature pianofortitP♪ ♫VICO DEL GARGANO(FG)Via San Filippo Neri, 52/54Tel. 0884 96.91.44AMPIO PARCHEGGIOBiancheria da corredo Tessuti a metraggioUomo donna bambinoCorre<strong>di</strong>ni neonatiIntimo e pigiameria MerceriaPupilloQualità da oltre 100 anniVICO DEL GARGANO (FG)Via Papa Giovanni XXIII, 103 Tel. 0884 99.37.50Il Gargano NUOVO Il Gargano NUOVO Il Gargano NUOVO Il Gargano NUOVO Il Il Gargano NUOVO Il Gargano NUOVO Il Il Gargano NUOVO Il Il Gargano NUOVOREDATTORI Antonio FLAMAN, Leonarda CRISETTI, GiuseppeLAGANELLA, Teresa Maria RAUZINO, Francesco A. P. SAGGESE, PietroSAGGESECORRISPONDENTI APRICENA Angelo Lo Zito, 0882 64.62.94;CA<strong>GN</strong>ANO VARANO Cri<strong>set</strong>ti Leonarda, via Bari cn; CARPINOMimmo delle Fave, via Roma 40; FOGGIA Lucia Lopriore, viaTamalio 21– i.spina@libero.it; ISCHITELLA Mario Giuseppe d’Errico,via Zuppetta 11 – Giuseppe Laganella, via Cesare Battisti16; MANFREDONIA MATTINATA MONTE SANT’ANGELO MicheleCosentino, via Vieste 14 MANFREDONIA – Giuseppe Piemontese,via Manfre<strong>di</strong> 121 MONTE SANT’ANGELO; RODI GARGANICO PietroSaggese, piazza Padre Pio 2; ROMA Angela Picca, via Urbana12/C; SAN MARCO IN LAMIS Leonardo Aucello, via L. Cera7; SANNICANDRO GARGANICO Giuseppe Basile, via Molise 28;VIESTE Giovanni Masi, via G. Matteotti 17.PROGETTO GRAFICO Silverio SILVESTRIDIRETTORE RESPONSABILE Francesco MASTROPAOLOLa collaborazione al giornale è gratuita. Testi (possibilmentefile in formato Word) e immagini possono essereinviati a:- “Il Gargano nuovo”, via del Risorgimento, 3671018 Vico del Gargano (FG)- f.mastropaolo@libero.it – 0884 99.17.04- silverio.silvestri@alice.it – 088496.62.80- ai redattori e ai corrispondentiTesti e immagini, anche se non pubblicati, nonsaranno restituitiSTAMPATO DAGRAFICHE DI PUMPO<strong>di</strong> Mario DI PUMPOCorso Madonna della Libera, 6071012 Ro<strong>di</strong> Garganico tel. 0884 96.51.67<strong>di</strong>pumpom@virgilio.itLa pubblicità contenuta non supera il 50%Chiuso in tipografia il 15 <strong>set</strong>tembre 20<strong>09</strong>PERIODICO INDIPENDENTEAutorizzazione Tribunale <strong>di</strong> Lucera. Iscrizione Registro perio<strong>di</strong>ci n. 20 del 07/05/1975Abbonamento annuo euro 12,00 Estero e sostenitore euro 15,50 Benemerito euro 25,80Versamento c.c.p. 14547715 intestato a: E<strong>di</strong>trice Associazione culturale “Il Gargano nuovo”Per la pubblicità telefonare allo 0884 96.71.26EDICOLE CA<strong>GN</strong>ANO VARANO La Matita, via G. Di Vagno 2; Stefania Giovanni Cartoleria,giocattoli, profumi, regali, corso P. Giannone 7; CARPINO F.V. Lab. <strong>di</strong> Michele <strong>di</strong> Viesti, via G.Mazzini 45; ISCHITELLA Getoli Antonietta Agenzia Sita e Ferrovie del Gargano, alimentari, giocattoli,profumi, posto telefonico pubblico; Paolino Francesco Cartoleria giocattoli; Cartolan<strong>di</strong>a<strong>di</strong> Graziano Nazario, via G. Matteotti 29; MANFREDONIA Caterino Anna, corso Manfre<strong>di</strong> 126;PESCHICI Millecose, corso Umberto 10; Martella Domenico, via Libetta; RODI GARGANICO: Fiori<strong>di</strong> Carta e<strong>di</strong>cola cartolibreria, corso Madonna della Libera; Altomare Panella E<strong>di</strong>cola cartolibreria,via Mazzini 10; SAN GIOVANNI ROTONDO Erboristeria Siena, corso Roma; SAN MENAIOInfante Michele Giornali riviste bar tabacchi aperto tutto l’anno; SANNICANDRO GARGANICOCruciano Antonio Timbri targhe modulistica servizio fax, via Marconi; VICO DEL GARGANOPreziusi Mimì Giocattoli giornali riviste libri scolastici e non, corso Umberto; VIESTE Di SantiRosina cartolibreria, via V. Veneto 9; Di Mauro Gaetano e<strong>di</strong>cola, via Veneto.

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