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LA STRUTTURA VIARIA<br />
DEL CENTRO STORICO DI TRAPANI
Originariamente <strong>di</strong> forma quadrata, <strong>Trapani</strong> assunse quella<br />
forma irregolare, quale noi al presente ve<strong>di</strong>amo, ma i suoi<br />
confini rimasero delimitati alla linea che corre lungo l’attuale<br />
via XXX Gennaio, dove la cinta delle mura la <strong>di</strong>videva dal<br />
retroterra.
Da questo poi era <strong>di</strong>viso da un fossato poco <strong>di</strong>stante da un<br />
canale navigabile, che univa il mare <strong>di</strong> tramontana con<br />
quello <strong>di</strong> mezzogiorno.
Quin<strong>di</strong> un’autentica roccaforte che, fin dai tempi più<br />
antichi, era cinta da solide mura che nel corso dei secoli<br />
con l’assestamento del centro urbano subirono vari<br />
rifacimenti.
Percorrendo il perimetro della città antica, da Piazza<br />
Vittorio Veneto, Via XXX Gennaio, via Ammiraglio Staiti<br />
a Torre <strong>di</strong> Ligny e da qui, tornando, verso est lungo il<br />
mare Tirreno si rifà il circuito delle mura <strong>di</strong> cui rimangono<br />
pochi resti dopo l’abbattimento avvenuto nel 1870.
A <strong>di</strong>fesa della città, rimasero le<br />
vecchie 5 torri, rappresentate<br />
nello stemma del <strong>Comune</strong>.<br />
Torre del Castello <strong>di</strong> Terra<br />
Torre Peliade ”Colombaia”<br />
Torre Pali<br />
Torre Vecchia<br />
Torre Oscura.<br />
"Di rosso, al ponte <strong>di</strong> tre archi, l'ultimo incompleto, sostenente cinque torri, delle quali la<br />
seconda più alta, il tutto <strong>di</strong> oro, murato <strong>di</strong> nero, posto sopra un mare fluttuoso <strong>di</strong> azzurro e <strong>di</strong><br />
argento, e sormontato da una falce d'oro, posta in fascia, con la impugnatura a destra e la<br />
punta rivolta verso la punta dello scudo". Blasonatura rosso granata (Decreto del 11 agosto<br />
1928)
La Torre del Castello <strong>di</strong> Terra, <strong>di</strong> origine punica, come<br />
maggiore presi<strong>di</strong>o dell'antica cinta muraria, sorgeva a<br />
Piazza Vittorio, visibile ancora oggi alle spalle degli uffici<br />
della Questura
Del Castello <strong>di</strong> Terra oggi si possono ammirare solo alcune<br />
tracce.
La Colombaia sorse sull’isolotto omonimo in<br />
contrapposizione del Castello <strong>di</strong> Terra e fu fondata da<br />
Amilcare Barca.<br />
Il Castello fu ristrutturato in epoca Aragonese dopo il 1534<br />
e subì ampliamenti per volere <strong>di</strong> Carlo V e <strong>di</strong> Filippo II.<br />
Essa fu usata come carcere fino al 1960.
La Torre Oscura detta anche dell’Orologio si trova dove<br />
oggi si erge il Palazzo Cavarretta.
La torre Pali si trova nei<br />
pressi del Bastione<br />
dell’Impossibile, un<br />
tempo un punto<br />
strategico <strong>di</strong><br />
avvistamento delle navi<br />
nemiche, per la <strong>di</strong>fesa<br />
della città
Oggi la torre Pali è<br />
ingabbiata entro una<br />
costruzione moderna <strong>di</strong><br />
civile abitazione e che<br />
pertanto, al comune<br />
passante, rimane<br />
ignorata perché non<br />
presenta alcuna traccia<br />
del suo passato. Solo<br />
visitando gli interni ci si<br />
può accorgere della sua<br />
possente struttura o<br />
meglio ancora le si<br />
potrebbe rendere<br />
giustizia se si pensasse<br />
<strong>di</strong> scrostare gli intonaci<br />
moderni per ridarle il<br />
colore antico della<br />
pietra originale.
La Torre Vecchia è incorporata nell'ex<br />
Palazzo Carosio all'angolo tra via Carosio<br />
e via delle Arti
Oltre alle 5 torri, un punto strategico per la <strong>di</strong>fesa della<br />
città, era il Bastione dell’Impossibile, che dopo tanto<br />
tempo, nascosto e lasciato all’incuria dell’uomo, oggi si<br />
può ammirare in tutta la sua maestosità.
Se <strong>di</strong>amo uno sguardo alla struttura urbanistica della città<br />
antica, balza evidente la tortuosità del tessuto viario dei<br />
quartieri <strong>di</strong> San Pietro detto Casalicchio dal latino<br />
“Casalis Vetus” che dovette essere la più antica struttura<br />
<strong>di</strong> un piccolo agglomerato <strong>di</strong> case <strong>di</strong> pescatori.
L’espansione si ha verso il quartiere <strong>di</strong> San Nicola che,<br />
invece, era caratterizzato da ampi giar<strong>di</strong>ni, da chiese e<br />
conventi.
Il nucleo urbanistico <strong>di</strong> quartieri <strong>di</strong> San Pietro e <strong>di</strong> San<br />
Nicola ricalca fedelmente l’impianto tipico della cultura<br />
islamica.<br />
La<br />
<strong>di</strong>sposizione<br />
degli isolati<br />
era tale da<br />
permetteva<br />
una sicura<br />
<strong>di</strong>fesa contro<br />
attacchi <strong>di</strong><br />
invasione
Questa struttura viaria ha<br />
una funzione ben precisa,<br />
possiamo chiamarla a<br />
<strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>terranea<br />
ideata dagli Arabi che<br />
provenienti da zone<br />
desertiche, in lotta contro<br />
gli elementi <strong>di</strong> una natura<br />
ostile, dovevano <strong>di</strong>fendersi<br />
dal caldo e dallo scirocco.
Attorno all’asse centrale, costituita dall’attuale via Mercè,<br />
si collocano simmetricamente in parallelo delle vie più<br />
ampie che è quasi come una circonvallazione; ad esse si<br />
innestano in maniera trasversale quelle più piccole che<br />
delimitano gli isolati al cui interno si ramificano vicoli<br />
aperti con un unico accesso, cortili e piazzette.
Gli ampi giar<strong>di</strong>ni del quartiere S. Nicola, qui oggi si<br />
hanno pochissime tracce che <strong>di</strong>mostrano che gli Arabi<br />
utilizzavano gli spazi ver<strong>di</strong> recintati anche come forma<br />
architettonica organizzata come riscatto della natura<br />
inclemente.
Per questo ogni cortile ha un<br />
pozzo d’acqua dolce costruito<br />
ad opera d’arte, sfruttando in<br />
un luogo immerso nell’acqua<br />
del mare la capacità <strong>di</strong><br />
filtraggio della roccia.<br />
Essi furono abili costruttori <strong>di</strong><br />
pozzi,perché l’ acqua è la<br />
caratteristica della civiltà<br />
islamica ed ha quasi un<br />
valore magico.<br />
L’ acqua del pozzo era la vita del clan, che viveva dentro il<br />
cortile che poteva utilizzarla in maniera autonoma per tutti gli<br />
usi in<strong>di</strong>spensabili.
Oggi molte <strong>di</strong> queste micro-architetture, dove vive<br />
ancora qualche famiglia, sono <strong>di</strong>sattivate, i pozzi e le<br />
cisterne chiuse, ma la cisterna è sostituita da un<br />
recipiente <strong>di</strong> eternit, la “giara” con il recipiente <strong>di</strong> plastica.
Il POZZO E LA PILA
L’ acqua corrente nelle abitazione, le nuove tecnologie<br />
domestiche, hanno fatto sì che la “pila”, vasca per il bucato<br />
scavata in un solo blocco <strong>di</strong> pietra, <strong>di</strong> proprietà condominiale,<br />
che sempre era presente nel cortile abbia perso il suo<br />
significato <strong>di</strong> elemento <strong>di</strong> arredo funzionale, oltre che momento<br />
aggregativo della comunità femminile.
L’uso delle “pile” in funzione delle famiglie che<br />
insistevano sul cortile della <strong>di</strong>sponibilità finanziaria delle<br />
stesse, veniva co<strong>di</strong>ficato da precise norme statutarie,<br />
stabilite,approvate e rispettate dalla comunità.<br />
Le “sciarre” succedevano quasi sempre a causa del non<br />
rispettato turno della raccolta dell’acqua e dell’uso della<br />
“pila”, infatti bastava una giornata <strong>di</strong> pioggia per far<br />
saltare il turno del bucato con preve<strong>di</strong>bili conseguenze.
Dove finisce Torre Arsa e inizia l’altra zona tipicamente spagnola<br />
con strade più ampie, sorge il quartiere San Lorenzo ( Pietra<br />
Palazzo). Qui l’impianto viario è invece costituito secondo modelli<br />
europei, lungo la strada più importante ( ex Rua Nova) oggi via<br />
Corso Vittorio Emanuele.<br />
Le vie sono parallele e trasversali in una forma geometrica quasi<br />
perfetta
Risulta evidente che tale impianto è poco funzionale<br />
rispetto a quello arabo perché non presenta né<br />
caratteristiche <strong>di</strong>fensive né tanto meno utilità a riparo dei<br />
venti.<br />
Anche se in questa parte della città antica si aprono<br />
pure cortili, però essi mancano <strong>di</strong> pozzi d’acqua.
In questa parte della città è tipico il palazzo padronale<br />
che, nel passato,ospitava molte persone: il pianoterra era<br />
a<strong>di</strong>bito alle carrozze, il primo piano era abitato dai nobili,<br />
nelle stanze dell’ultimo piano veniva collocato il<br />
personale <strong>di</strong> servizio.
CORTILE “SOLE”
• Com’era organizzato il cortile?<br />
• Il cortile è sempre lo stesso come<br />
struttura,li’ c’era la pila e dall’altro lato<br />
c’era la stalla che ancora esiste ma che<br />
non viene usata. Questo cortile era abitato<br />
da famiglie <strong>di</strong> pescatori che qui<br />
preparavano le reti. Nel lato sinistro<br />
all’entrata vi abitava la famiglia<br />
Bevilacqua-Lantillo.
• Come si svolgeva la vita nel cortile?Che cosa<br />
facevano gli uomini, le donne e i bambini?<br />
• Prima il cortile era pieno <strong>di</strong> vita, gli uomini preparavano le<br />
reti e i bambini giocavano. Le donne,quando finivano le<br />
pulizie <strong>di</strong> casa, si affacciavano sul ballatoio e parlavano<br />
fra <strong>di</strong> loro.<br />
• C’erano dei giorni in cui il cortile acquistava aspetti<br />
<strong>di</strong>versi?<br />
• Sì, nei giorni festivi si mangiava tutti insieme come in<br />
un'unica famiglia.<br />
• Cosa facevano gli uomini per passare il tempo?<br />
• Parlavano,<strong>di</strong>scutevano,raccontavano storie o giocavano a<br />
carte.
• E’ vero che c’è un piccolo cortile <strong>di</strong>etro<br />
l’abitazione?<br />
• - Era un piccolo spiazzale coperto dalla schifa,<br />
dove vi era un forno a legna e ci si faceva la<br />
carne.<br />
• C’erano animali qui?<br />
• - No, ma c’era un asinello, quello che trainava il<br />
carretto e veniva attaccato all’anello a muro.<br />
• Che cosa si metteva sul carretto?<br />
• - Le reti e i prodotti dell’orto che possedeva<br />
questa famiglia.
• Quel pozzo non è più in uso vero?<br />
• - No, perché non c’è più acqua.<br />
• L’acqua nel pozzo era dolce o salata?<br />
• - Non lo so perché non si poteva bere ma si<br />
utilizzava per gli usi quoti<strong>di</strong>ani.<br />
• Vi erano artigiani nel cortile?<br />
• - No, qui vi erano solo pescatori,<br />
• Perché nella nicchia vi è l’immagine della<br />
Madonna <strong>di</strong> <strong>Trapani</strong> ?<br />
• La Madonna ci protegge e noi siamo devoti e il<br />
16 <strong>di</strong> Agosto la veneriamo con una funzione.
• Le piacerebbe che il <strong>Comune</strong> rendesse<br />
queste case “abitabili”?<br />
• - Sì, ma i proprietari non hanno le possibilità<br />
finanziarie per contribuire a ciò.<br />
• Vi erano famiglie imparentate?<br />
• - No, vi erano famiglie singole.<br />
• I bambini dopo lo stu<strong>di</strong>o aiutavano i padri nei<br />
<strong>di</strong>versi lavori?<br />
• - Sì ma in parte, mentre passavano più tempo a<br />
giocare dentro il cortile.
Oggi siamo ritornati in quel luogo, Via<br />
Mercè e abbiamo constatato che il<br />
passato è stato spazzato via dalle<br />
ruspe che si stanno adoperando a<br />
cambiare completamente il volto <strong>di</strong><br />
questo cortile.<br />
Senz’altro ne faranno un luogo moderno<br />
<strong>di</strong>verso nell’uso.<br />
Però “il passato vissuto” dove andrà a<br />
finire?
Il lavoro è stato realizzato dagli alunni<br />
della classe IC della S. M. “Simone<br />
Catalano” nel contesto del progetto<br />
“La donna e il territorio” a cura delle<br />
insegnanti Rosalba Di Bella e Vitina<br />
Augugliaro