Trasformare gli scarti... in oro Un'azienda norvegese ... - PHOTON
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Ricerca e tecnologia Riciclaggio<br />
Nessuna impresa può permettersi<br />
di produrre grandi quantità di <strong>scarti</strong><br />
che non generano guadagno a<strong>gli</strong><br />
stessi costi della merce dest<strong>in</strong>ata<br />
alla vendita. Ecco perché i sistemi<br />
che consentono di ridurli valgono<br />
sempre <strong>oro</strong>. L’azienda <strong>norvegese</strong> ITS<br />
Innotech Solar si è posta l’obiettivo<br />
di riparare le celle scartate, <strong>in</strong> modo<br />
da poterle impiegare <strong>in</strong> moduli di<br />
buona qualità.<br />
Shunt» è una parola che non piace ai<br />
produttori di celle fotovoltaiche, che<br />
non parlano volentieri del difetto che si<br />
presenta nei l<strong>oro</strong> prodotti; esso, <strong>in</strong>fatti,<br />
riduce l’efficienza di una certa quota di<br />
celle a tal punto da renderle <strong>in</strong>utilizzabili<br />
per il produttore. Spesso le scarse prestazioni<br />
delle celle con shunt sono dovute<br />
ad aree <strong>in</strong> cui si forma accidentalmente<br />
un contatto tra l’emettitore e la base,<br />
provocando un cortocircuito. La corrente<br />
generata scorre così direttamente da<br />
una parte all’altra della cella, <strong>in</strong>vece di<br />
passare per il circuito elettrico <strong>in</strong> cui è<br />
<strong>in</strong>stallato l’<strong>in</strong>verter. Le celle di qualità <strong>in</strong>feriore<br />
sono state f<strong>in</strong>ora vendute perlopiù<br />
per pochi soldi <strong>in</strong> Asia, e rientravano sul<br />
mercato sotto forma di lampade solari,<br />
giocattoli a energia solare o moduli per<br />
sistemi a isola.<br />
Ora però c’è un altro acquirente per<br />
questi prodotti di scarto: dall’autunno<br />
scorso la <strong>norvegese</strong> ITS Innotech Solar<br />
AS impiega un processo che trasforma la<br />
merce di seconda scelta <strong>in</strong> celle potenti di<br />
prima categoria, che possono comunque<br />
essere impiegate nella produzione di moduli<br />
di alta qualità. L’azienda prima <strong>in</strong>di-<br />
ITS Innotech Solar<br />
<strong>Trasformare</strong> <strong>gli</strong><br />
<strong>scarti</strong>... <strong>in</strong> <strong>oro</strong><br />
Un’azienda <strong>norvegese</strong> ripara celle di scarto<br />
con un trattamento laser<br />
A volte, meno è me<strong>gli</strong>o: ITS Innotech Solar separa un’area <strong>in</strong> cortocircuito dal resto della cella tramite «laser scri-<br />
b<strong>in</strong>g». In questo modo la sua potenza aumenta drasticamente.<br />
vidua <strong>gli</strong> shunt e poi li ripara con un laser<br />
(si veda il grafico). La società, fondata<br />
solo nel 2008 da operatori di capitali di<br />
rischio, ha lavorato a questo metodo per<br />
due anni. L’amm<strong>in</strong>istratore delegato Thor<br />
Christian Tuv <strong>in</strong>tende sfruttare così l’ultima<br />
nicchia di mercato della filiera del fotovoltaico:<br />
«Il nostro obiettivo è sfruttare<br />
il 100 per cento del materiale, <strong>in</strong> modo<br />
che l’<strong>in</strong>dustria fotovoltaica possa mantenere<br />
le proprie promesse e rappresentare<br />
veramente una soluzione sostenibile per<br />
il futuro». L’azienda punta a diventare addirittura<br />
leader di mercato nel segmento<br />
del riciclaggio de<strong>gli</strong> <strong>scarti</strong>, aggiunge Robert<br />
Händel, il direttore dei settori Vendite<br />
e Market<strong>in</strong>g di Innotech.<br />
La sicurezza dei norvegesi si basa su<br />
un pr<strong>in</strong>cipio che a prima vista sembra<br />
molto semplice: alla cella difettosa viene<br />
applicata una certa tensione. In corrispondenza<br />
de<strong>gli</strong> shunt, la tensione determ<strong>in</strong>a<br />
un riscaldamento locale della<br />
superficie della cella. Una fotocamera a<br />
<strong>in</strong>frarossi localizza <strong>gli</strong> shunt e trasmette<br />
l’immag<strong>in</strong>e a un sistema <strong>in</strong>formatico che<br />
<strong>in</strong>dividua la posizione esatta del punto<br />
difettoso. In base a questa <strong>in</strong>formazione,<br />
il sistema attiva un potente laser che <strong>in</strong>cide<br />
un solco <strong>in</strong>torno all’area dello shunt.<br />
In questo modo il difetto viene isolato<br />
elettricamente dalla parte «sana» della<br />
cella e si trasforma <strong>in</strong> un’isola sulla superficie<br />
della cella.<br />
Il procedimento somi<strong>gli</strong>a a quello già<br />
collaudato per isolare i bordi delle celle<br />
cristall<strong>in</strong>e. Non per niente, però, <strong>gli</strong> sviluppatori<br />
hanno dovuto <strong>in</strong>vestire due<br />
anni per avere il controllo del processo.<br />
«Ci sono molte difficoltà nei detta<strong>gli</strong> e<br />
bisogna prestare molta attenzione a non<br />
provocare altri danni tramite il laser scrib<strong>in</strong>g.<br />
Ad esempio, applichiamo il laser a<br />
materiali differenti e le celle possono avere<br />
spessori diversi», spiega Händel. Perciò,<br />
per <strong>gli</strong> <strong>scarti</strong> di produttori diversi sono stati<br />
sviluppati programmi che permettono<br />
un adattamento relativamente rapido<br />
dell’impianto di Innotech ai diversi tipi<br />
di celle. Né Händel né Tuv, però, hanno<br />
voluto fornire altri detta<strong>gli</strong> a riguardo.<br />
Thorsten Trupke, dell’azienda australiana<br />
BT Imag<strong>in</strong>g Pty Ltd., conferma che<br />
il pr<strong>in</strong>cipio alla base del processo funziona.<br />
All’Università del Nuovo Galles<br />
del Sud a Sydney il ricercatore si è anche<br />
<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010
Il funzionamento dell’isolamento de<strong>gli</strong> shunt di ITS Innotech Solar AS<br />
Preselezione delle celle<br />
Al momento vengono trattati<br />
solo <strong>gli</strong> shunt puntiformi, quelli<br />
estesi vengono scartati.<br />
Procedimento termico<br />
Per <strong>in</strong>dividuare il punto di orig<strong>in</strong>e<br />
dei difetti, viene applicata una tensione<br />
per un breve periodo. In questo modo <strong>in</strong><br />
corrispondenza de<strong>gli</strong> shunt aumenta il flusso<br />
di corrente e si genera calore, che può qu<strong>in</strong>di<br />
essere rilevato tramite una fotocamera a <strong>in</strong>frarossi.<br />
Shunt<br />
Ta<strong>gli</strong>o laser<br />
Piste conduttrici<br />
Laser scrib<strong>in</strong>g<br />
In questa fase centrale del processo, un<br />
laser <strong>in</strong>cide un solco <strong>in</strong>torno a<strong>gli</strong> shunt e li<br />
separa così elettricamente dal resto della cella.<br />
Misurazioni f<strong>in</strong>ali<br />
Sulle celle trattate vengono<br />
eseguite di nuovo le misurazioni.<br />
Una seconda immag<strong>in</strong>e termica<br />
permette di confrontare la cella prima<br />
e dopo il trattamento. Inf<strong>in</strong>e i prodotti sono<br />
classificati per tensione e qualità ottica.<br />
1<br />
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A<br />
V<br />
A<br />
<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010 65<br />
V<br />
Grafica: Udo Rohnke / <strong>PHOTON</strong><br />
»<br />
dedicato <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tensivo all’isolamento<br />
de<strong>gli</strong> shunt. In laboratorio con il suo<br />
team è riuscito a portare l’efficienza di<br />
una cella <strong>in</strong>dustriale fortemente compromessa<br />
da shunt dal 9,6 per cento al 13,3<br />
per cento. Per ottenere questo vantaggio,<br />
circa il 3,5 per cento della superficie della<br />
cella è stato disattivato tramite laser.<br />
Come sottol<strong>in</strong>eato dai ricercatori, la perdita<br />
di superficie però è accompagnata da<br />
una corrente di cortocircuito complessivamente<br />
più bassa. «Tutto ciò funziona<br />
molto bene nelle celle fotovoltaiche che<br />
presentano due o tre s<strong>in</strong>goli shunt molto<br />
forti», afferma Trupke. Questo, a suo avviso,<br />
è anche il limite di questo metodo.<br />
Infatti, è difficile pronosticare quale sia<br />
normalmente la percentuale delle celle<br />
adatte ne<strong>gli</strong> <strong>scarti</strong> di produzione. Tutto<br />
dipende dai wafer impiegati e dal processo<br />
di produzione. Esperti di mercato stimano<br />
che <strong>in</strong> una produzione moderna<br />
meno dell’uno per cento delle celle rientr<strong>in</strong>o<br />
nella categoria dei tre shunt.<br />
Avviata produzione da 35 megawatt<br />
Innotech <strong>in</strong>vece è più ottimista. Secondo<br />
il direttore del settore Vendite Händel,<br />
dal tre al c<strong>in</strong>que per cento delle celle<br />
prodotte sono di seconda categoria, la<br />
maggior parte a causa de<strong>gli</strong> shunt. Considerando<br />
il mercato mondiale di circa dodici<br />
gigawatt di potenza di celle nel 2009,<br />
esistono potenzialmente dai 360 ai 600<br />
megawatt di celle che vale la pena salvare.<br />
Dalla f<strong>in</strong>e dell’anno scorso nella cittad<strong>in</strong>a<br />
<strong>norvegese</strong> di Narvik, a nord del circolo<br />
polare artico, l’azienda gestisce con 30<br />
dipendenti una l<strong>in</strong>ea completamente automatica<br />
da 35 megawatt. L’impianto è <strong>in</strong><br />
grado di trattare 1.200 celle all’ora. Nella<br />
maggior parte dei casi il problema è costituito<br />
da shunt puntiformi, afferma Händel.<br />
Diversamente dalle prove <strong>in</strong> laboratorio<br />
di Trupke, dopo il trattamento non<br />
è rilevabile nessuna perdita della potenza<br />
rispetto alle celle convenzionali. Sembra<br />
qu<strong>in</strong>di che Innotech riesca a circoscrivere<br />
<strong>in</strong> modo molto preciso <strong>gli</strong> shunt.<br />
Un’altra possibilità è che Innotech si<br />
limiti f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio a lavorare esclusivamente<br />
le celle con un solo shunt. L’area<br />
isolata con il laser, secondo le <strong>in</strong>dicazioni<br />
dell’azienda, rappresenta meno dello 0,05<br />
per cento della superficie delle celle ed è<br />
quasi impercettibile a occhio nudo. Innotech<br />
conferma che questo criterio limita<br />
la quantità delle celle utilizzabili nel procedimento.<br />
Evidentemente, però, le celle<br />
sono più che sufficienti; secondo Händel,<br />
l’azienda produce al limite delle sue ca-
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Ricerca e tecnologia ıı<br />
La misurazione delle celle lavorate. L’impianto da 35 megawatt a Narvik funziona <strong>in</strong> modo completamente auto-<br />
matizzato.<br />
pacità. Quest’estate, <strong>in</strong>oltre, nella seconda<br />
fase di sviluppo a Narvik sarà aggiunta<br />
una capacità di oltre 60 megawatt. Oltre a<br />
questo è prevista la realizzazione di uno<br />
stabilimento produttivo a Halle (Germania).<br />
In futuro vi dovrebbero essere occupati<br />
160 dipendenti ed essere impiegate<br />
anche procedure per la riparazione di<br />
shunt estesi e di altri difetti. Tali procedure<br />
attualmente vengono testate a Narvik.<br />
Insediandosi nella Germania orientale,<br />
Innotech <strong>in</strong>tende avvic<strong>in</strong>arsi ai produttori<br />
di celle che mostrano <strong>in</strong>teresse<br />
nell’offerta della possibilità di riciclag-<br />
Shunt nelle celle fotovoltaiche<br />
Nel settore fotovoltaico, con «shunt» – <strong>in</strong> italiano<br />
«deviazione» o «derivazione» – s’<strong>in</strong>tende un punto<br />
o un’area di una cella che presenta una resistenza<br />
elettrica notevolmente <strong>in</strong>feriore tra <strong>gli</strong> strati conduttori<br />
rispetto al resto della cella. Nella maggior parte<br />
dei casi la dimensione di questi punti è nell’ord<strong>in</strong>e<br />
di micrometri ma, a causa delle caratteristiche conduttive<br />
dell’emettitore e dei contatti metallici, essi<br />
possono sviluppare un notevole effetto laterale. Le<br />
conseguenze di questi cortocircuiti sono perdite di<br />
efficienza e un rischio maggiore che si form<strong>in</strong>o<br />
«hot spot». Gli shunt possono essere conseguenza<br />
del processo, ad esempio per il surriscaldamento<br />
nell’applicazione dei contatti metallici, oppure del<br />
materiale, quando sono presenti impurità già nella<br />
massa fusa di silicio. Spesso queste si accumulano<br />
lungo la superficie del l<strong>in</strong>gotto formando <strong>in</strong>clusioni<br />
ad alta conducibilità, che poi attraversano il futuro<br />
wafer per l’<strong>in</strong>tera lunghezza. Questo fenomeno<br />
si verifica più spesso nel silicio policristall<strong>in</strong>o rispetto<br />
a quello monocristall<strong>in</strong>o. Anche il silicio di<br />
gio. Con Bosch Solar Energy AG è già stato<br />
siglato un contratto di fornitura pluriennale<br />
per le celle di scarto. Tuttavia,<br />
come fanno sapere da Bosch, Innotech<br />
non è l’unica azienda a cui verrà venduta<br />
la merce di scarto. Anche Q-Cells SE<br />
riferisce di un forte <strong>in</strong>teresse per le celle<br />
di seconda scelta. Non tutti i produttori<br />
di celle, però, vendono i prodotti di<br />
scarsa qualità. Deutsche Cell GmbH, ad<br />
esempio, si occupa essa stessa della l<strong>oro</strong><br />
trasformazione, ta<strong>gli</strong>ando completamente<br />
le aree danneggiate. Anche la società<br />
affiliata di Solarworld si è occupata<br />
Una termografia di una cella con shunt prima e dopo<br />
la riparazione. Gli shunt sono una delle pr<strong>in</strong>cipali<br />
causa de<strong>gli</strong> hot spot.<br />
grado metallurgico UMG è piuttosto soggetto a<strong>gli</strong><br />
shunt. Rilevare la presenza di shunt nelle celle è<br />
relativamente semplice osservando la forma della<br />
curva caratteristica e il comportamento a bassa<br />
<strong>in</strong>tensità. In l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio, però, tutte le celle<br />
hanno aree con resistenze di shunt differenti. La<br />
questione è dove i produttori decidono di porre il<br />
limite di rischio, il che si ripercuote soprattutto sul<br />
comportamento delle celle <strong>in</strong> condizioni di basso<br />
irraggiamento. ab<br />
ITS Innotech Solar<br />
ITS Innotech Solar<br />
dell’isolamento de<strong>gli</strong> shunt, ma ha deciso<br />
di abbandonare l’<strong>in</strong>tento per motivi<br />
economici, come fanno sapere dal reparto<br />
Controllo della Qualità. Da un lato le<br />
quantità prodotte <strong>in</strong>ternamente sarebbero<br />
<strong>in</strong>sufficienti, dall’altro, a seconda<br />
del prezzo del silicio o dei wafer, sarebbe<br />
<strong>in</strong> alcuni casi più vantaggioso separare i<br />
materiali e venderli, oppure re<strong>in</strong>trodurli<br />
nel proprio processo produttivo. Inf<strong>in</strong>e,<br />
portando il processo di isolamento<br />
a livello <strong>in</strong>dustriale, c’è il rischio che <strong>in</strong><br />
futuro nei moduli realizzati con celle riparate<br />
emergano difetti dovuti a shunt<br />
non rilevati o non sufficientemente isolati,<br />
fanno sapere da Deutsche Cell.<br />
Nicchia di mercato a prezzi c<strong>in</strong>esi<br />
Händel risponde <strong>in</strong> modo deciso ai<br />
dubbi avanzati sulla stabilità a lungo term<strong>in</strong>e.<br />
Il controllo della qualità eseguito<br />
sui moduli prodotti dai partner OEM<br />
con le celle di Innotech supera <strong>gli</strong> standard<br />
TÜV e CEI. Ormai la serie di moduli<br />
policristall<strong>in</strong>i di Innotech dispone delle<br />
certificazioni CEI 61215 e 61730. Stando<br />
alle <strong>in</strong>dicazioni dell’azienda, ne sono stati<br />
venduti già 18 megawatt. La società di<br />
progettazione di Monaco di Baviera Green<br />
City Energy GmbH, ad esempio, ha realizzato<br />
con questi prodotti un impianto sul<br />
tetto dello stabilimento Audi a Ingolstadt.<br />
Oltre alla produzione sostenibile per le risorse,<br />
i moduli sono <strong>in</strong>teressanti anche per<br />
l’«ottimo rapporto qualità/prezzo», fanno<br />
sapere. Stando a quanto dichiarato da<br />
Händel, l’azienda occupa «il fondo della<br />
classifica dei prezzi» sia <strong>in</strong> Europa sia rispetto<br />
ai maggiori produttori asiatici. Il direttore<br />
Market<strong>in</strong>g, però, non rivela alcuna<br />
cifra. Tuttavia, se le sue affermazioni sono<br />
corrette, i prezzi dei suoi moduli fabbricati<br />
<strong>in</strong> Asia dovrebbero attestarsi <strong>in</strong>torno a<br />
1,20 euro per watt, circa il 30 per cento <strong>in</strong><br />
meno di un modulo europeo.<br />
Probabilmente questo prezzo permette<br />
a Innotech anche di avere un buon<br />
marg<strong>in</strong>e di profitto: secondo <strong>gli</strong> esperti<br />
del settore, i produttori di celle vendono<br />
i l<strong>oro</strong> prodotti di scarto a un prezzo più<br />
o meno equivalente al costo del silicio<br />
che contengono. Al momento, questo si<br />
attesta a circa 30 centesimi di euro per<br />
watt. Sottraendo a<strong>gli</strong> 1,20 euro anche 50<br />
centesimi per la produzione dei moduli<br />
(una cifra sufficiente anche per parecchi<br />
produttori tedeschi), a Innotech rimangono<br />
40 centesimi per watt da spendere<br />
per il riciclaggio. Si tratta del doppio o<br />
del triplo di quanto necessario per il laser<br />
scrib<strong>in</strong>g. Andreas Benek<strong>in</strong>g<br />
<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010