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Trasformare gli scarti... in oro Un'azienda norvegese ... - PHOTON

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64<br />

Ricerca e tecnologia Riciclaggio<br />

Nessuna impresa può permettersi<br />

di produrre grandi quantità di <strong>scarti</strong><br />

che non generano guadagno a<strong>gli</strong><br />

stessi costi della merce dest<strong>in</strong>ata<br />

alla vendita. Ecco perché i sistemi<br />

che consentono di ridurli valgono<br />

sempre <strong>oro</strong>. L’azienda <strong>norvegese</strong> ITS<br />

Innotech Solar si è posta l’obiettivo<br />

di riparare le celle scartate, <strong>in</strong> modo<br />

da poterle impiegare <strong>in</strong> moduli di<br />

buona qualità.<br />

Shunt» è una parola che non piace ai<br />

produttori di celle fotovoltaiche, che<br />

non parlano volentieri del difetto che si<br />

presenta nei l<strong>oro</strong> prodotti; esso, <strong>in</strong>fatti,<br />

riduce l’efficienza di una certa quota di<br />

celle a tal punto da renderle <strong>in</strong>utilizzabili<br />

per il produttore. Spesso le scarse prestazioni<br />

delle celle con shunt sono dovute<br />

ad aree <strong>in</strong> cui si forma accidentalmente<br />

un contatto tra l’emettitore e la base,<br />

provocando un cortocircuito. La corrente<br />

generata scorre così direttamente da<br />

una parte all’altra della cella, <strong>in</strong>vece di<br />

passare per il circuito elettrico <strong>in</strong> cui è<br />

<strong>in</strong>stallato l’<strong>in</strong>verter. Le celle di qualità <strong>in</strong>feriore<br />

sono state f<strong>in</strong>ora vendute perlopiù<br />

per pochi soldi <strong>in</strong> Asia, e rientravano sul<br />

mercato sotto forma di lampade solari,<br />

giocattoli a energia solare o moduli per<br />

sistemi a isola.<br />

Ora però c’è un altro acquirente per<br />

questi prodotti di scarto: dall’autunno<br />

scorso la <strong>norvegese</strong> ITS Innotech Solar<br />

AS impiega un processo che trasforma la<br />

merce di seconda scelta <strong>in</strong> celle potenti di<br />

prima categoria, che possono comunque<br />

essere impiegate nella produzione di moduli<br />

di alta qualità. L’azienda prima <strong>in</strong>di-<br />

ITS Innotech Solar<br />

<strong>Trasformare</strong> <strong>gli</strong><br />

<strong>scarti</strong>... <strong>in</strong> <strong>oro</strong><br />

Un’azienda <strong>norvegese</strong> ripara celle di scarto<br />

con un trattamento laser<br />

A volte, meno è me<strong>gli</strong>o: ITS Innotech Solar separa un’area <strong>in</strong> cortocircuito dal resto della cella tramite «laser scri-<br />

b<strong>in</strong>g». In questo modo la sua potenza aumenta drasticamente.<br />

vidua <strong>gli</strong> shunt e poi li ripara con un laser<br />

(si veda il grafico). La società, fondata<br />

solo nel 2008 da operatori di capitali di<br />

rischio, ha lavorato a questo metodo per<br />

due anni. L’amm<strong>in</strong>istratore delegato Thor<br />

Christian Tuv <strong>in</strong>tende sfruttare così l’ultima<br />

nicchia di mercato della filiera del fotovoltaico:<br />

«Il nostro obiettivo è sfruttare<br />

il 100 per cento del materiale, <strong>in</strong> modo<br />

che l’<strong>in</strong>dustria fotovoltaica possa mantenere<br />

le proprie promesse e rappresentare<br />

veramente una soluzione sostenibile per<br />

il futuro». L’azienda punta a diventare addirittura<br />

leader di mercato nel segmento<br />

del riciclaggio de<strong>gli</strong> <strong>scarti</strong>, aggiunge Robert<br />

Händel, il direttore dei settori Vendite<br />

e Market<strong>in</strong>g di Innotech.<br />

La sicurezza dei norvegesi si basa su<br />

un pr<strong>in</strong>cipio che a prima vista sembra<br />

molto semplice: alla cella difettosa viene<br />

applicata una certa tensione. In corrispondenza<br />

de<strong>gli</strong> shunt, la tensione determ<strong>in</strong>a<br />

un riscaldamento locale della<br />

superficie della cella. Una fotocamera a<br />

<strong>in</strong>frarossi localizza <strong>gli</strong> shunt e trasmette<br />

l’immag<strong>in</strong>e a un sistema <strong>in</strong>formatico che<br />

<strong>in</strong>dividua la posizione esatta del punto<br />

difettoso. In base a questa <strong>in</strong>formazione,<br />

il sistema attiva un potente laser che <strong>in</strong>cide<br />

un solco <strong>in</strong>torno all’area dello shunt.<br />

In questo modo il difetto viene isolato<br />

elettricamente dalla parte «sana» della<br />

cella e si trasforma <strong>in</strong> un’isola sulla superficie<br />

della cella.<br />

Il procedimento somi<strong>gli</strong>a a quello già<br />

collaudato per isolare i bordi delle celle<br />

cristall<strong>in</strong>e. Non per niente, però, <strong>gli</strong> sviluppatori<br />

hanno dovuto <strong>in</strong>vestire due<br />

anni per avere il controllo del processo.<br />

«Ci sono molte difficoltà nei detta<strong>gli</strong> e<br />

bisogna prestare molta attenzione a non<br />

provocare altri danni tramite il laser scrib<strong>in</strong>g.<br />

Ad esempio, applichiamo il laser a<br />

materiali differenti e le celle possono avere<br />

spessori diversi», spiega Händel. Perciò,<br />

per <strong>gli</strong> <strong>scarti</strong> di produttori diversi sono stati<br />

sviluppati programmi che permettono<br />

un adattamento relativamente rapido<br />

dell’impianto di Innotech ai diversi tipi<br />

di celle. Né Händel né Tuv, però, hanno<br />

voluto fornire altri detta<strong>gli</strong> a riguardo.<br />

Thorsten Trupke, dell’azienda australiana<br />

BT Imag<strong>in</strong>g Pty Ltd., conferma che<br />

il pr<strong>in</strong>cipio alla base del processo funziona.<br />

All’Università del Nuovo Galles<br />

del Sud a Sydney il ricercatore si è anche<br />

<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010


Il funzionamento dell’isolamento de<strong>gli</strong> shunt di ITS Innotech Solar AS<br />

Preselezione delle celle<br />

Al momento vengono trattati<br />

solo <strong>gli</strong> shunt puntiformi, quelli<br />

estesi vengono scartati.<br />

Procedimento termico<br />

Per <strong>in</strong>dividuare il punto di orig<strong>in</strong>e<br />

dei difetti, viene applicata una tensione<br />

per un breve periodo. In questo modo <strong>in</strong><br />

corrispondenza de<strong>gli</strong> shunt aumenta il flusso<br />

di corrente e si genera calore, che può qu<strong>in</strong>di<br />

essere rilevato tramite una fotocamera a <strong>in</strong>frarossi.<br />

Shunt<br />

Ta<strong>gli</strong>o laser<br />

Piste conduttrici<br />

Laser scrib<strong>in</strong>g<br />

In questa fase centrale del processo, un<br />

laser <strong>in</strong>cide un solco <strong>in</strong>torno a<strong>gli</strong> shunt e li<br />

separa così elettricamente dal resto della cella.<br />

Misurazioni f<strong>in</strong>ali<br />

Sulle celle trattate vengono<br />

eseguite di nuovo le misurazioni.<br />

Una seconda immag<strong>in</strong>e termica<br />

permette di confrontare la cella prima<br />

e dopo il trattamento. Inf<strong>in</strong>e i prodotti sono<br />

classificati per tensione e qualità ottica.<br />

1<br />

2<br />

3<br />

4<br />

A<br />

V<br />

A<br />

<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010 65<br />

V<br />

Grafica: Udo Rohnke / <strong>PHOTON</strong><br />

»<br />

dedicato <strong>in</strong> modo <strong>in</strong>tensivo all’isolamento<br />

de<strong>gli</strong> shunt. In laboratorio con il suo<br />

team è riuscito a portare l’efficienza di<br />

una cella <strong>in</strong>dustriale fortemente compromessa<br />

da shunt dal 9,6 per cento al 13,3<br />

per cento. Per ottenere questo vantaggio,<br />

circa il 3,5 per cento della superficie della<br />

cella è stato disattivato tramite laser.<br />

Come sottol<strong>in</strong>eato dai ricercatori, la perdita<br />

di superficie però è accompagnata da<br />

una corrente di cortocircuito complessivamente<br />

più bassa. «Tutto ciò funziona<br />

molto bene nelle celle fotovoltaiche che<br />

presentano due o tre s<strong>in</strong>goli shunt molto<br />

forti», afferma Trupke. Questo, a suo avviso,<br />

è anche il limite di questo metodo.<br />

Infatti, è difficile pronosticare quale sia<br />

normalmente la percentuale delle celle<br />

adatte ne<strong>gli</strong> <strong>scarti</strong> di produzione. Tutto<br />

dipende dai wafer impiegati e dal processo<br />

di produzione. Esperti di mercato stimano<br />

che <strong>in</strong> una produzione moderna<br />

meno dell’uno per cento delle celle rientr<strong>in</strong>o<br />

nella categoria dei tre shunt.<br />

Avviata produzione da 35 megawatt<br />

Innotech <strong>in</strong>vece è più ottimista. Secondo<br />

il direttore del settore Vendite Händel,<br />

dal tre al c<strong>in</strong>que per cento delle celle<br />

prodotte sono di seconda categoria, la<br />

maggior parte a causa de<strong>gli</strong> shunt. Considerando<br />

il mercato mondiale di circa dodici<br />

gigawatt di potenza di celle nel 2009,<br />

esistono potenzialmente dai 360 ai 600<br />

megawatt di celle che vale la pena salvare.<br />

Dalla f<strong>in</strong>e dell’anno scorso nella cittad<strong>in</strong>a<br />

<strong>norvegese</strong> di Narvik, a nord del circolo<br />

polare artico, l’azienda gestisce con 30<br />

dipendenti una l<strong>in</strong>ea completamente automatica<br />

da 35 megawatt. L’impianto è <strong>in</strong><br />

grado di trattare 1.200 celle all’ora. Nella<br />

maggior parte dei casi il problema è costituito<br />

da shunt puntiformi, afferma Händel.<br />

Diversamente dalle prove <strong>in</strong> laboratorio<br />

di Trupke, dopo il trattamento non<br />

è rilevabile nessuna perdita della potenza<br />

rispetto alle celle convenzionali. Sembra<br />

qu<strong>in</strong>di che Innotech riesca a circoscrivere<br />

<strong>in</strong> modo molto preciso <strong>gli</strong> shunt.<br />

Un’altra possibilità è che Innotech si<br />

limiti f<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio a lavorare esclusivamente<br />

le celle con un solo shunt. L’area<br />

isolata con il laser, secondo le <strong>in</strong>dicazioni<br />

dell’azienda, rappresenta meno dello 0,05<br />

per cento della superficie delle celle ed è<br />

quasi impercettibile a occhio nudo. Innotech<br />

conferma che questo criterio limita<br />

la quantità delle celle utilizzabili nel procedimento.<br />

Evidentemente, però, le celle<br />

sono più che sufficienti; secondo Händel,<br />

l’azienda produce al limite delle sue ca-


66<br />

Ricerca e tecnologia ıı<br />

La misurazione delle celle lavorate. L’impianto da 35 megawatt a Narvik funziona <strong>in</strong> modo completamente auto-<br />

matizzato.<br />

pacità. Quest’estate, <strong>in</strong>oltre, nella seconda<br />

fase di sviluppo a Narvik sarà aggiunta<br />

una capacità di oltre 60 megawatt. Oltre a<br />

questo è prevista la realizzazione di uno<br />

stabilimento produttivo a Halle (Germania).<br />

In futuro vi dovrebbero essere occupati<br />

160 dipendenti ed essere impiegate<br />

anche procedure per la riparazione di<br />

shunt estesi e di altri difetti. Tali procedure<br />

attualmente vengono testate a Narvik.<br />

Insediandosi nella Germania orientale,<br />

Innotech <strong>in</strong>tende avvic<strong>in</strong>arsi ai produttori<br />

di celle che mostrano <strong>in</strong>teresse<br />

nell’offerta della possibilità di riciclag-<br />

Shunt nelle celle fotovoltaiche<br />

Nel settore fotovoltaico, con «shunt» – <strong>in</strong> italiano<br />

«deviazione» o «derivazione» – s’<strong>in</strong>tende un punto<br />

o un’area di una cella che presenta una resistenza<br />

elettrica notevolmente <strong>in</strong>feriore tra <strong>gli</strong> strati conduttori<br />

rispetto al resto della cella. Nella maggior parte<br />

dei casi la dimensione di questi punti è nell’ord<strong>in</strong>e<br />

di micrometri ma, a causa delle caratteristiche conduttive<br />

dell’emettitore e dei contatti metallici, essi<br />

possono sviluppare un notevole effetto laterale. Le<br />

conseguenze di questi cortocircuiti sono perdite di<br />

efficienza e un rischio maggiore che si form<strong>in</strong>o<br />

«hot spot». Gli shunt possono essere conseguenza<br />

del processo, ad esempio per il surriscaldamento<br />

nell’applicazione dei contatti metallici, oppure del<br />

materiale, quando sono presenti impurità già nella<br />

massa fusa di silicio. Spesso queste si accumulano<br />

lungo la superficie del l<strong>in</strong>gotto formando <strong>in</strong>clusioni<br />

ad alta conducibilità, che poi attraversano il futuro<br />

wafer per l’<strong>in</strong>tera lunghezza. Questo fenomeno<br />

si verifica più spesso nel silicio policristall<strong>in</strong>o rispetto<br />

a quello monocristall<strong>in</strong>o. Anche il silicio di<br />

gio. Con Bosch Solar Energy AG è già stato<br />

siglato un contratto di fornitura pluriennale<br />

per le celle di scarto. Tuttavia,<br />

come fanno sapere da Bosch, Innotech<br />

non è l’unica azienda a cui verrà venduta<br />

la merce di scarto. Anche Q-Cells SE<br />

riferisce di un forte <strong>in</strong>teresse per le celle<br />

di seconda scelta. Non tutti i produttori<br />

di celle, però, vendono i prodotti di<br />

scarsa qualità. Deutsche Cell GmbH, ad<br />

esempio, si occupa essa stessa della l<strong>oro</strong><br />

trasformazione, ta<strong>gli</strong>ando completamente<br />

le aree danneggiate. Anche la società<br />

affiliata di Solarworld si è occupata<br />

Una termografia di una cella con shunt prima e dopo<br />

la riparazione. Gli shunt sono una delle pr<strong>in</strong>cipali<br />

causa de<strong>gli</strong> hot spot.<br />

grado metallurgico UMG è piuttosto soggetto a<strong>gli</strong><br />

shunt. Rilevare la presenza di shunt nelle celle è<br />

relativamente semplice osservando la forma della<br />

curva caratteristica e il comportamento a bassa<br />

<strong>in</strong>tensità. In l<strong>in</strong>ea di pr<strong>in</strong>cipio, però, tutte le celle<br />

hanno aree con resistenze di shunt differenti. La<br />

questione è dove i produttori decidono di porre il<br />

limite di rischio, il che si ripercuote soprattutto sul<br />

comportamento delle celle <strong>in</strong> condizioni di basso<br />

irraggiamento. ab<br />

ITS Innotech Solar<br />

ITS Innotech Solar<br />

dell’isolamento de<strong>gli</strong> shunt, ma ha deciso<br />

di abbandonare l’<strong>in</strong>tento per motivi<br />

economici, come fanno sapere dal reparto<br />

Controllo della Qualità. Da un lato le<br />

quantità prodotte <strong>in</strong>ternamente sarebbero<br />

<strong>in</strong>sufficienti, dall’altro, a seconda<br />

del prezzo del silicio o dei wafer, sarebbe<br />

<strong>in</strong> alcuni casi più vantaggioso separare i<br />

materiali e venderli, oppure re<strong>in</strong>trodurli<br />

nel proprio processo produttivo. Inf<strong>in</strong>e,<br />

portando il processo di isolamento<br />

a livello <strong>in</strong>dustriale, c’è il rischio che <strong>in</strong><br />

futuro nei moduli realizzati con celle riparate<br />

emergano difetti dovuti a shunt<br />

non rilevati o non sufficientemente isolati,<br />

fanno sapere da Deutsche Cell.<br />

Nicchia di mercato a prezzi c<strong>in</strong>esi<br />

Händel risponde <strong>in</strong> modo deciso ai<br />

dubbi avanzati sulla stabilità a lungo term<strong>in</strong>e.<br />

Il controllo della qualità eseguito<br />

sui moduli prodotti dai partner OEM<br />

con le celle di Innotech supera <strong>gli</strong> standard<br />

TÜV e CEI. Ormai la serie di moduli<br />

policristall<strong>in</strong>i di Innotech dispone delle<br />

certificazioni CEI 61215 e 61730. Stando<br />

alle <strong>in</strong>dicazioni dell’azienda, ne sono stati<br />

venduti già 18 megawatt. La società di<br />

progettazione di Monaco di Baviera Green<br />

City Energy GmbH, ad esempio, ha realizzato<br />

con questi prodotti un impianto sul<br />

tetto dello stabilimento Audi a Ingolstadt.<br />

Oltre alla produzione sostenibile per le risorse,<br />

i moduli sono <strong>in</strong>teressanti anche per<br />

l’«ottimo rapporto qualità/prezzo», fanno<br />

sapere. Stando a quanto dichiarato da<br />

Händel, l’azienda occupa «il fondo della<br />

classifica dei prezzi» sia <strong>in</strong> Europa sia rispetto<br />

ai maggiori produttori asiatici. Il direttore<br />

Market<strong>in</strong>g, però, non rivela alcuna<br />

cifra. Tuttavia, se le sue affermazioni sono<br />

corrette, i prezzi dei suoi moduli fabbricati<br />

<strong>in</strong> Asia dovrebbero attestarsi <strong>in</strong>torno a<br />

1,20 euro per watt, circa il 30 per cento <strong>in</strong><br />

meno di un modulo europeo.<br />

Probabilmente questo prezzo permette<br />

a Innotech anche di avere un buon<br />

marg<strong>in</strong>e di profitto: secondo <strong>gli</strong> esperti<br />

del settore, i produttori di celle vendono<br />

i l<strong>oro</strong> prodotti di scarto a un prezzo più<br />

o meno equivalente al costo del silicio<br />

che contengono. Al momento, questo si<br />

attesta a circa 30 centesimi di euro per<br />

watt. Sottraendo a<strong>gli</strong> 1,20 euro anche 50<br />

centesimi per la produzione dei moduli<br />

(una cifra sufficiente anche per parecchi<br />

produttori tedeschi), a Innotech rimangono<br />

40 centesimi per watt da spendere<br />

per il riciclaggio. Si tratta del doppio o<br />

del triplo di quanto necessario per il laser<br />

scrib<strong>in</strong>g. Andreas Benek<strong>in</strong>g<br />

<strong>PHOTON</strong> Agosto 2010

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