IN MEZZO AL MARE

IN MEZZO AL MARE
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UNOTEATRO/STILEMA
regia
Silvano Antonelli e
Alessandra Guarnero
testo
Silvano Antonelli
con
Silvano Antonelli
musiche
Ettore Cimpincio
si ringrazia per la
collaborazione
Roberto Anglisani
E’ difficilissimo nuotare senz’acqua… è difficilissimo andare a fondo senz’acqua…
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Per qualsiasi tipo di utilizzo e di riproduzione delle schede, è sempre necessario citare la fonte:
“a cura del Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte”.

La trama
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O Capitan c’è un uomo in mezzo al mare, o
capitan venitelo a salvare. Non sa remar, neppure
sa nuotar e finirà per affogar, in fondo al cuore
aspetta che una nave lo porti a terra, al di là del
mare.
Siamo tutti in mezzo al mare...
Entra nuotando un personaggio,
potrebbe essere un naufrago della vita
quotidiana, è spaesato, si è ritrovato lì, in
mezzo al mare, non spiega come ci
sia arrivato e dove stia andando.
Sta aspettando una nave che lo
raccolga e lo porti a terra, chissà
quando arriverà?
Il nostro nuotatore cerca di
tenersi a galla con i differenti oggetti
che di volta in volta compaiono in
scena, evoca alcuni episodi di vita
quotidiana visti con gli occhi di un
"immaginario" proprio del bambino…
ma ogni situazione è interrotta
dall'instabilità del mare e tutte le volte il
nostro uomo deve riprendere a
nuotare: se si ferma rischia di andare a
fondo.
Il nostro personaggio riuscirà a
raggiungere la sua nave e a riposare
forse solo dopo aver imparato a rimanere a galla in un gioco continuo di
rimescolamenti di situazioni, proprio della vita…
Lo spettacolo è un varietà sull'idea della ricerca di un proprio equilibrio, un
proprio stile. Ognuno cerca di raggiungere la propria spiaggia, che raccoglie un
ampio spettro di declinazioni dell’immaginario infantile: dai ricordi quotidiani più
condivisi a quelli più intimi.
Le tematiche principali
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Quando il mare si calma, se guardi lontano, puoi
vedere una luce… è il faro… là dove finisce il
mare e comincia la terra, chissà come è lontano…
anche le navi cercano i fari per avvicinarsi alla
terra, ma se la nave nonj arriva, se la nave non
arriva io continuo a nuotare… e se poi arriva
chissà cosa mi faranno suonare…
Nel mezzo di quanto ci capita ogni giorno ci sentiamo un poco tutti in mezzo
al mare. Ecco perché i grandi come i piccoli spettatori non faticheranno a
riconoscersi nel naufrago di In mezzo al mare, che raggiungendo il centro della
scena, circondato dal blu che tutto colora, si trova ad affrontare le situazioni della
vita che lo raggiungono come le onde, incessantemente. Ad ogni accadimento lui è
obbligato ad inventare una soluzione: dapprima per stare a galla; quindi, fatto
esperto dall'esperienza, per imparare, piano piano, a nuotare. Forte del suo - del
nostro - saper fare, in acqua come nella vita, sarà forse possibile raggiungere una
nave, una spiaggia più sicura, un approdo.
La visione bambina del mondo adulto, innocente e per questo spesso
spietata, si sviluppa in una serie di immagini iperboliche: il nuovo nato, la scuola ,
la mania per l'ordine e la pulizia della mamma, in viaggio con papà, il tempo libero,
il risparmio e la bramosia di fare acquisti, la relazione con la tecnologia.
La creazione dello spettacolo
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Lo spettacolo si inserisce nell'ambito del percorso intrapreso dalla
Compagnia Stilema sulla realtà e sull’immaginario dei bambini. Gli stimoli derivanti
da un’attività laboratoriale - effettuata con bambini di scuola per l'infanzia ed
elementare - e dal ricco archivio di dati e di suggestioni messo a disposizione
dall'Osservatorio dell'Immaginario, rappresentano infatti le fonti di questa
drammaturgia originale, che non ha attinto dal patrimonio letterario tradizionale, ma
che mira a rappresentare stati, condizioni di un immaginario contemporaneo
relativo all'infanzia.
Sono state coinvolte in questa avventura alcune classi di scuola dell'infanzia
e primaria dell’hinterland torinese. Ai bambini sono state poste delle domande sul
tema del sentirsi in mezzo al mare: alcune erano riferite alla memoria personale
altre ad un'idea più collettiva ed astratta.
Di tutte le risposte raccolte dalle insegnanti è stata fatta una schedatura e un
ulteriore lavoro di approfondimento, questa volta più teatrale, basato
sull’improvvisazione di azioni teatrali. Si è giunti così alla costruzione del testo
dello spettacolo come momento di sintesi del percorso seguito.

Linguaggi teatrali e scenografia
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Teatro d'attore con utilizzo di oggetti e musica dal vivo
La scena evoca un mare, è tutto coperto da un telo azzurro.
Oggetti sommersi, anch'essi blu come il mare, emergono qua e là sulla scena,
sul fondo una quinta si muove evocando lo sciabordio del mare e lo
scricchiolio del legno delle navi.
I protagonisti
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La Compagnia Teatrale Stilema si costituisce a
Torino nel 1983, formata da professionisti da anni
presenti sulla scena del Teatro Ragazzi. L’infanzia cui la
Compagnia tenta di dare voce non è solo fatta di
“alunni”, “allievi”, o “discenti”. Coloro nei confronti dei
quali ci poniamo in ascolto e coloro con i quali ci
interessa parlare, facendo uno sforzo per identificare
codici comuni, sono bambini, sono ragazzi, sono portatori
di cultura viva; sono spettatori e cittadini di oggi, prima
che, come si è soliti dire e sentire, di domani. Per
frequentare costantemente il pubblico dell’infanzia;
restituire la cultura di cui esso è portatore; dichiarare il rapporto necessario tra il
teatro e la società contemporanea la Compagnia ha fondato l’Osservatorio
dell’Immaginario. Costituito da una rete di 25 tra le maggiori città italiane (Milano,
Torino, Genova, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Perugia, Potenza etc.), l'Osservatorio
rivolge domande ai ragazzi di differenti luoghi ed affida ad esperti l'analisi dei
risultati, divulgati infine tramite una pubblicazione. Creare attorno alla
frequentazione dell’immaginario infantile uno spazio comune di esperienza per
operatori dell’arte e della comunicazione è una delle intenzioni di chi ha progettato
e pensato questo progetto. I materiali prodotti dai laboratori e dall’Osservatorio
costituiscono le fonti di una drammaturgia originale, che non attinge dal patrimonio
letterario tradizionale, ma che mira a rappresentare stati, condizioni di un
immaginario contemporaneo di ragazzi e giovani. In scena, un teatro d'attore
arricchito dall'utilizzo di oggetti, dall'uso della musica dal vivo, da un attento
ricorrere al coinvolgimento dello spettatore. Lapilli di infanzia contaminano

pertanto lo sguardo e l’ascolto che Stilema rivolge e presta al destinatario
bambino. Così, il vivere di un piccolo popolo, quello dei bambini, diventa fonte per
comporre storie nuove e motivo per raccontare storie antiche. Nella cura di questa
idea del fare, dove l’arte che rappresenta non è mai orfana della comunità di
persone, adulte e bambine, che la circonda, sono cresciute nel tempo l’ipotesi di un
agire teatrale: la Compagnia Unoteatro/Stilema, il suo repertorio; e la proiezione di
una costante tensione all’ascolto dell’infanzia e di chi fa della frequentazione
quotidiana dell’infanzia, del suo immaginario, professione di ogni giorno.
Per navigare ancora nell’Osservatorio dell’Immaginario visitate il sito
http://www.osservatorioimmaginario.it
Approfondimenti possibili
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Provate a ripercorrere con i bambini le varie scene dello spettacolo,
sviluppandole a partire dalla teatralizzazione (scenette) fino a giungere alla
verbalizzazione dei vari atteggiamenti adulti a cui loro fanno da spettatori. A tale
proposito la compagnia è disponibile a fornire il copione dello spettacolo in modo
da facilitare il ricordo delle scene.
Prendete un grande cartoncino e tante vecchie riviste: invitate i bambini a
ritagliarle per fare un collage che raffiguri lo spettacolo visto; poi, tutti insieme,
armati di colla e fantasia, appiccicate i pezzi di carta e appendete infine in classe il
vostro “naufragio collettivo”.
Provate a far disegnare ai bambini la propria nave, o la propria riva, o il
proprio mare… poi, a turno, ogni bambino racconterà alla classe che cosa ha
disegnato e perché: attraverso il racconto del disegno e attraverso i suoi “errori” il
bambino rivelerà – come sottolinea la Dottoressa Antonella Mancini, psicologa
infantile – “gli sforzi, gli entusiasmi, le difficoltà, le paure nel suo cammino verso
l'autonomia ("crescere" è un'impresa conflittuale per tutti). Ci dicono infine quello
che la sua voce non è in grado di esprimere, perché il disegno è più vicino al
linguaggio occulto del non verbale che a quello logico sequenziale della ragione.
Sta a noi - adulti, insegnanti, educatori - osservare con curiosità questo cammino,
offrire spunti e strumenti, senza pregiudizi e senza secondi fini”.

ptrgp@fondazionetrg.it
Potete inviare allo sportello email del Progetto Teatro Ragazzi e Giovani Piemonte le vostre domande e le
vostre osservazioni relative alle varie tematiche del rapporto tra teatro e scuola. Riceverete una risposta da
esperti del settore.