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VEDERE AUMBERTO ALLEMANDI & C.NAPOLI E INN. 1, DICEMBRECAMPANIA2014-GENNAIO 2015 IL GIORNALE DELL’ARTESala dei Baroni, Castel Nuovo, Napoli (Foto di Antonio Napoletano)TUTTA L’ARTE DA VEDERE A DICEMBRE E A GENNAIOSUPPLEMENTO A «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 348 DICEMBRE 2014


IL SEICENTOHA UN VOLTONUOVO.Tanzio da Varallo. David con la testa di Golia, 1616 ca., olio su tela, 112 × 76 cm, Varallo (VC), Palazzo dei Musei, Pinacoteca.© Archivio fotografico Pinacoteca di Varallo / foto Alessandro Dealberto.TANZIO DA VARALLO INCONTRA CARAVAGGIO.PITTURA A NAPOLI NEL PRIMO SEICENTO.Vieni a scoprire un protagonista assoluto della pittura europeaseicentesca e a ritrovare nelle sue opere la lezione di Caravaggio.Info su gallerieditalia.it24 ottobre 2014 - 11 gennaio 2015Gallerie d’Italia - Palazzo Zevallos Stigliano - Napoli, Via Toledo 185Con il patrocinio diIn collaborazione con


Quell’atto notarile con san GennaroL’assessore alla Cultura e al Turismo del Comune di NapoliGaetano Daniele propone un programma sempre più fittodi appuntamenti: nuovi percorsi, visite, concerti, mostre e festivalNAPOLI. Nella programmazione dell’Assessorato allaCultura e al Turismo del Comune di Napoli illustratadall’assessore Gaetano Daniele vi sono due principalidirettrici di azione. La prima è l’ospitalità negli spazi comunalidi mostre ed eventi proposti da soggetti diversi;la seconda è un calendario sempre più corposo di appuntamentiperiodici fissi.Assessore, com’è il Natale a Napoli?Il Natale è un momento di altissimo richiamo turistico per lacittà e a noi interessa anche per la sua dimensione comunitaria.Al centro c’è il presepe con via San Gregorio Armeno, il cuoretradizionale di questa attività con i suoi artigiani conosciutiin tutto il mondo. L’Assessorato darà il via alle iniziative delNatale con il «Palio dei Presepi», una gara tra i quartieri diNapoli e della sua periferia. Il più bel presepe sarà esposto pertutto il 2015 in un luogo centrale della città. Non mancheranno iconsueti appuntamenti: il concerto del 31 dicembre in piazza delPlebiscito, dove si esibirà Gigi D’Alessio, lo spettacolo dei fuochid’artificio sul lungomare, con l’«incendio» di Castel dell’Ovo, eil concerto a Santa Chiara il giorno dell’Epifania. Inoltre questoNatale tutti gli organi della città, gli antichi e preziosi strumentimusicali presenti in diverse chiese napoletane, suoneranno neifine settimana repertori classici e contemporanei.Il suo Assessorato vuole schemi con cadenzaperiodica. Intendete veicolare cittadini e turistiin una programmazione stabile?Fare cultura non significa solo realizzare eventi. Occorre unavisione complessiva. Proporre dei format e degli appuntamentistagionali e cadenzati significa abituare cittadini e turistiall’idea che a Napoli c’è una programmazione culturale e nonsolo l’occasionalità del momento. Il flusso in aumento di turistici impone ancora di più la pianificazione di proposte culturalivarie e di qualità.Quali format proponete?Il 5, 6 il 7 dicembre abbiamo «Piano City», esperienza importatada Berlino qui alla sua seconda edizione. Per due giornisuoneranno i pianoforti negli spazi pubblici e nelle case private.Chiunque attraverserà le strade ascolterà le note che uscirannodalle case aperte per l’occasione, oppure potrà entrare nei luoghipubblici dove suoneranno noti maestri. Sul sito del Comuneè possibile consultare l’elenco delle adesioni. In febbraio perfesteggiare san Valentino ripeteremo «La notte degli innamoratidi Napoli. Festival del bacio», con eventi nei principali spaziaperti della città in collaborazione con l’Accademia di Belle Artidi Napoli. Da novembre a maggio 2015 proponiamo «LungomareLibrerato»: una domenica al mese il lungomare verrà liberatodal traffico e sarà pedonalizzato per dare centralità al libro conincontri e letture. Nello stesso periodo ci trasformiamo nella cittàdella filosofia con la «Notte dei filosofi»: passeggiate notturneaccompagnate da dispute filosofiche nei chiostri cittadini.Quali mostre ci farete visitare nei prossimi mesi?Tra le più attese vi è certamente «Passaggio in Italia»,Gaetano Daniele © 2014 www.francescosemmola.itdal 6 dicembre al 28 febbraio 2015, dedicata allo street artiststatunitense Shepard Fairey (in arte Obey) noto per il ciclosu Obama, poi la mostra «Women of vision», da marzo a maggio2015, con gli scatti delle fotografe del National Geographic.Entrambe nel Pan cioè il Palazzo delle Arti Napoli.In dicembre si conclude Il Forum Universale delCulture. Che cosa avete previsto?Il 9 dicembre nel Conservatorio San Pietro a Majella saluteremoquesta intensa esperienza internazionale che ha coinvolto Napolie la Campania per circa un anno. La chiusura è affidata aun concerto dell’orchestra dei Cherubini diretta dal maestroRiccardo Muti, al quale saranno consegnate le chiavi della città.Il 31 dicembre termina inoltre la mostra curata da PierluigiLeone de Castris «Ori, argenti, gemme e smalti della Napoliangioina 1266-1381», una straordinaria esposizione di manufattiangioini, mai visti assieme, esposti nella Cappella e nel Museodel Tesoro di san Gennaro, luoghi tra i più straordinari dellacittà legati alla singolare vicenda di un atto notarile che inapoletani hanno stipulato nel 1527 direttamente › 4SommarioNAPOLIIntervista all’assessoreGaetano Daniele 4Intervista al soprintendenteGiorgio Cozzolino 4Premi e iniziative del Comune 4Attività dell’Accademia di Belle Arti 4Pausilypon e il Miglio Sacro 6Catacombe di san Gennaro 6Museo del Tesoro di san Gennaro 5Tanzio da Varallo e la collezionedi Palazzo Zevallos Stigliano 7Vincenzo Gemitonel Museo di Capodimonte 7Museo e Cappella Sansevero 8Castel Nuovo Maschio Angioino 9Complesso di San Domenico Maggiore 9G. Della Monica a Castel dell’Ovo 9Metropolitana dell’arte e intervistaa Giannegidio Silva (MN SpA) 10Intervista all’assessoreCaterina Miraglia 11Collezione e mostre del Madre 12Brigates Museo Archeologico 12Poesia visuale al Museo Nitsch 12Fondazione Morra Greco 12L’aeroporto Internazionale di Napoli 13Galleria Lia Rumma 14Fondazione Plart 15Studio Trisorio 15Galleria Alfonso Artiaco 16Mostre su M. Albanesi e gli anni ’80 16Galleria Tiziana Di Caro 18Galleria Raucci/Santamaria 18Galleria annarumma 19Augusto al Museo Archeologico 19Galleria Umberto Di Marino 19Galleria Piero Renna 20Galleria Intragallery 20Galleria Dino Morra 21Galleria Essearte 21Obey al Pan 21Sorrento (NA)Fondazione Sorrento 22Natale a Sorrento 23Capri (NA) e Positano (SA)Liquid art system 23Napoli e CasertaIntervista al soprintendenteFabrizio Vona 23AvellinoSistema Irpinia 27Bisaccia (AV)Necropoli e museo di Bisaccia 28Mirabella Eclano (AV)Musei e rovine di Mirabella Eclano 28BeneventoNumen Arti Contemporanee 29Museo Arcos 29CasertaGalleria Nicola Pedana 30«Terrae Motus» Reggia di Caserta 30Capua (CE)Daphne Museum Art 31Santa Maria Capua Vetere (CE)Le Aule dell’Arte 30Consorzio arte’m e anfiteatrodi Spartaco 32Capaccio Paestum (SA)Patrimonio di Capaccio Paestume intervista al sindaco Italo Voza 34Provincia di SalernoAscea Marina 34Pontecagnano Faiano 34Ravello 34CampaniaIntervista alla soprintendenteAdele Campanelli 25Aquilonia (AV)Parco Archeologico di Aquilonia 25Baronissi (SA)Frac e intervista a Massimo Bignardi 36SalernoGalleria Paola Verrengia 37Mostra di Isabella Greco 37Calendario 38VEDERE A NAPOLI E IN CAMPANIASocietà editrice Umberto Allemandi & C., via Mancini 8, 10131 Torino, tel. 011.8199111 fax 011.8193090«vedere a napoli e in campania» è una testata edita da «il giornale dell’arte» nell’ambito della linea di periodici «Vedere a...»Umberto Allemandi,direttore responsabileFranco Fanelli, vicedirettoreBarbara Antonetto, caporedattoreClaudia Carello, art directorCinzia Fattori, pubblicità e product manager(011.8199118 - gda.pub@allemandi.com)Curatore: Olga Scotto di VettimoPubblicità in Campania:Valeria Riselli e Francesca Scotovaleriariselli@gmail.comallemandisales.ve@allemandi.comwww.ilgiornaledellarte.comStampa: Roto3 Industria Grafica SpaCastano Primo (Mi)IL GIORNALE DELL’ARTEIl giornale non risponde dell’autenticità delle attribuzionidelle opere riprodotte, in particolare del contenuto delleinserzioni pubblicitarie. Le opinioni espresse negli articolifirmati e le dichiarazioni riferite dal giornale impegnanoesclusivamente i rispettivi autori. Si consiglia di verificaretelefonicamente oppure on line gli orari delle manifestazioni.VEDERE A NAPOLI | 3


Camminare dentro Napoliseguendo le antiche processioniIl soprintendente Giorgio Cozzolino suggeriscegli itinerari alternativi alle più note arterie turistiche cittadineNAPOLI. Dopo aver diretto la Soprintendenza di Ravenna fino al 2009 e successivamente quella diAncona, Giorgio Cozzolino da settembre 2012 è soprintendente per i Beni architettonici, paesaggistici,storici, artistici ed etnoantropologici di Napoli e Provincia. Architetto e napoletano,Cozzolino suggerisce percorsi di visita alternativi alle più note arterie turistiche cittadine, introducendoun itinerario che ricalca i passi dell’antica processione del Sepolcro di san Gennaro.Di quale percorso si tratta?È un percorso extra moenia che parte dal Duomo di Napoli, con il Tesoro di san Gennaro, attraversa Porta sanGennaro, svolta su via Foria e arriva alla Sanità. Questo itinerario è stato battezzato «Miglio sacro» e grazie al progetto«Oltre le mura» (che prevede una convenzione stipulata tra la Direzione regionale, la Soprintendenza di miacompetenza, il Comune di Napoli, l’Università Federico II e alcune associazioni territoriali) si attuano programmidi valorizzazione. Molto attiva è soprattutto la cooperativa di giovani La Paranza, formatasi per iniziativa di donAntonio Loffredo parroco di Santa Maria della Sanità.Quali monumenti incontriamo?Qui è evidente tutta la stratificazione architettonica di Napoli: dall’Ipogeo di via Cristallini con tombe di età ellenistica(normalmente non accessibile perché di un privato) all’architettura paleocristiana di Santa Restituta nel Duomo, alle tracce medievalivisibili sempre nella cattedrale. Poi, ancora, si scorgono testimonianze cinquecentesche nella Chiesa di Santa Maria della Sanità (dallaquale si accede alle Catacombe di san Gaudioso); s’incontrano i palazzi settecenteschi di Vanvitelli e Sanfelice e si passa sotto il ponte dellaSanità, opera ingegneristica ottocentesca. Proseguendo si accede all’ex Convento di san Gennaro dei Poveri, poi ospedale, collegato alleCatacombe di san Gennaro. Questo percorso, che dal Duomo conduce al Sepolcro di san Gennaro, frequentato dai pellegrini sin dall’altoMedioevo, oggi si visita al contrario: dalla basilica del Buon Consiglio verso valle. Non distante da lì, l’accesso al cimitero delle Fontanelle.Per quanto riguarda le isole?A Ischia va visitato il Castello Aragonese, a Procida il borgo di Terra Murata e a Capri la Certosa, alta espressione di architettura di spazialitàcontrapposte, e la Casa Museo di Axel Munthe, emblema del miglior spirito internazionale che Capri ha saputo incarnare.E nel resto della Provincia di Napoli?Nola, che non va segnalata solo per la «Festa dei Gigli» (celebrata ogni anno il 22 giugno Ndr) dichiarata Patrimonio mondiale dell’Umanità,ma anche perché ha uno dei centri storici più ricchi della regione, con chiese e dimore nobiliari che testimoniano una vitalitàculturale solo apparentemente ai margini della capitale. Pozzuoli merita una visita sia per l’affascinante itinerario archeologico di RioneTerra sia per il Duomo, chiuso dall’incendio del 1964 e riaperto di recente. Si tratta di un avvenimento che ha un alto valore simbolicoperché restituisce vita all’acropoli della città dopo lo sgombero coatto dovuto alla subsidenza del 1970 e a quella del 1983. Infine, a Sorrentosegnalerei la Cattedrale per il restauro compiuto di recente sulla tavola della «Madonna tra i santi» di Silvestro Buono e il Museo Correale.E i comuni vesuviani?Hanno centri ricchi dotati di un affaccio su uno scenario paesaggistico di altissima qualità. Tuttavia non si riesce a individuare un percorsoper la valorizzazione che meritano. Torre del Greco, Torre Annunziata, Castellammare: sono per me una ferita. q O.S.V.› 3con il santo patrono. Fino al 31 gennaio si può invece visitare«Il Bello o il Vero», una mostra a cura di Isabella Valente sullascultura a Napoli tra ’800 e ’900 realizzata nel Complesso diSan Domenico Maggiore, con un’interessante commistione traarte e tecnologia grazie all’Università Federico II e Databenc, ildistretto tecnologico dell’Università.Una sezione della mostra è costituita dalle operedi Francesco Jerace, la cui collezione, donata daglieredi al Comune di Napoli, non era mai stataesposta.Quale sarà la collocazione stabile?Da febbraio 2015 avremo un ampliamento del Museo Civicodi Castel Nuovo con la sistemazione definitiva della collezioneJerace nella Sala Carlo V al primo piano e nella cosiddetta Saladella Loggia al terzo piano.Tra gli itinerari cittadini, lei quale predilige?Non ho dubbi. Il percorso più suggestivo è quello che conducedalla grotta di Seiano (a Coroglio) alla Villa di Pollione.Quel luogo, con le rovine del teatro romano dove d’estatesi tengono spettacoli, all’imbrunire offre uno scenario di rarabellezza, sospeso nel tempo. E a pochi passi c’è il Parco marinodella Gaiola, una zona protetta in cui sono state ricostruite laflora e la fauna mediterranea.Come valuta le presenze turistiche a Napoli?Il bilancio è assolutamente positivo. Il numero dei turisti è ingrande crescita anche grazie alle varie attività. Abbiamo perfinovinto il Premio san Gennaro come Servizio Turismo del Comune«Nuove Tecnologie dell’Arte» dell’Accademia di Belle Arti di Napoliper il «Festival del bacio», piazza del Plebiscito, 2014di Napoli, attribuito per la prima volta a un ufficio e nona una persona (cfr. box a fianco).q Olga Scotto di VettimoFulmini & saetteIl lungomare liberato è «librerato»NAPOLI. «Lungomare librerato» è il nome dell’iniziativa organizzatadall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napolicon le case editrici Homo Scrivens e Ad est dell’equatore.Il titolo è un gioco di parole che riprende l’espressione«lungomare liberato», con cui l’amministrazione comunaleha definito il tratto di via Caracciolo pedonalizzato eliberato dal traffico automobilistico. Per la prima edizioneogni ultima domenica del mese fino a maggio 2015 lazona prospiciente la rotonda Diaz si popola di stand dicase editrici e di spazi dedicati a incontri con scrittori,presentazioni di libri e letture.Rotonda Diaz www.comune.napoli.it. «Lungomare librerato», ultima domenicadel mese fino a maggio 2015Il presepe più belloNAPOLI. Il «Palio dei Presepi» è un concorso alla primaedizione volto a rinnovare e promuovere l’interesse perl’antica tradizione artigianale napoletana. È nato da un’iniziativadel consigliere comunale Carmine Attanasio edè il frutto di una collaborazione tra l’Assessorato alle AttivitàProduttive, l’Assessorato alla Cultura e l’Assessoratoalla Comunicazione. Una gara cittadina trasformerà ogniquartiere di Napoli nella location naturale in cui ammirarei presepi. Il vincitore riceverà un premio in denaro e il suopresepe sarà esposto nella chiesa di San Severo al Pendinoper l’intero 2015.Tutti i quartieri di Napoli www.comune.napoli.it, «Palio dei Presepi»,dall’1° dicembre al 6 gennaio 2015Creare è riGenerareNAPOLI. Nell’ambito del Piano di Azione Locale Urbact/Useact, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comunedi Napoli ha promosso il recupero e la rifunzionalizzazionedi un edificio di proprietà comunale nell’area diMontesanto. Sarà qui creato un centro civico autogestitomesso a servizio della comunità dei creativi e coordinatocon le realtà preesistenti. Quest’iniziativa s’inscrive nelprogetto «RiGenerAzioni Creative», promosso dal Gai-Associazione per il Circuito dei Giovani Artisti Italianicon la partecipazione delle amministrazioni locali (tra questeil Comune di Napoli) e finalizzato alla riqualificazionedi spazi urbani attraverso l’intervento di giovani artisti.q O.S.V.San Gennaro premia il turismoNAPOLI. Per la prima volta nel 2014, il Premio san Gennaroè stato attribuito a un intero ufficio e non a unapersona. È stato conferito al Servizio Turismo del Comunedi Napoli, acquisendo così il valore di un importantericonoscimento del lavoro svolto dall’Assessorato allaCultura e al Turismo per incrementare un settore condati in forte crescita. L’Assessorato, infatti, ha notevolmentepotenziato i servizi di promozione, accoglienzae sicurezza in favore dei turisti. La recente attivazionedell’ufficio cinema, ad esempio, promuove e agevola leproduzioni cinematografiche e televisive che diffondonola conoscenza del patrimonio culturale e paesaggisticodi Napoli. L’istituzione di una rete di infopoint, gestiti dapersonale comunale, predispone un efficiente sistema diaccoglienza per i turisti. Il coinvolgimento di associazionidi volontari attraverso la protezione civile, infine, garantisceal turista un servizio di sorveglianza e di primaaccoglienza.Che cosa accade dentro e fuori l’AccademiaNAPOLI. Numerose sono le iniziative dell’Accademia di Belle Arti per il «Natale a Napoli», dalla realizzazione di eventi all’interno dei suoi spazi a quelli cui partecipa in tutta la città. I manifesti pubblicitaridel Natale, per esempio, sono progettati com’è tradizione dagli studenti del corso di Graphic design su invito dell’Assessorato alla Cultura cittadino, mentre le macchine sceniche che animerannolo storico Borgo degli Orefici sono firmate dagli allievi del corso di Scenografia. Assieme alla pubblicazione del primo numero della rivista «Zeusi», fondata dall’Istituto di Storia dell’Arte, è attesa poila mostra di approfondimento sulla scenografia a Napoli negli anni ’80 e sui maestri dell’Accademia e dell’Istituto d’Arte attivi nello stesso decennio. Ideata dalla direttrice uscente Aurora Spinosa,l’esposizione contribuisce a sviluppare il più ampio progetto «Costellazione anni ’80» (Castel Sant’Elmo e Villa Pignatelli). Fino al 10 dicembre è stata inoltre prorogata la mostra fotografica di FabioDonato, mentre a febbraio in occasione della II edizione de «La notte degli innamorati di Napoli. Festival del bacio», promossa dall’Assessorato alla Cultura Comunale il 14 del mese, il nuovo direttoreGiuseppe Gaeta coordinerà un programma di eventi nel territorio affidati a tutte le scuole dell’Accademia.Accademia di Belle Arti via Costantinopoli 107, tel. 081/441900, www.accademiadinapoli.it. «Fabio Donato. Uno sguardo da Occidente», fino al 10 dic. «I Maestri dell’Accademia di Belle Arti di Napoli negli anni ’80», 20 dic.-8 feb.VEDERE A NAPOLI | 4


«L’operazione fotografica. Autoritratto per Lee Friedlander» dettaglio Foto Ugo Mulas © Eredi Ugo Mulas. Tutti i diritti riservati.UGO MULASThe Sensitive SurfaceNOVEMBRE 2014 - FEBBRAIO 2015NAPOLIMILANOa cura di Tina Kukielskiin collaborazione con l’Archivio Ugo Mulasvia Vannella Gaetani, 12 Napoli 80121 Italiainfo@liarumma.itwww.liarumma.itvia Stilicone, 19 Milano 20154 Italia


Una veduta dei resti di Pausilypon© Maurizio Simeone (Archivio CSI Gaiola onlus)Santi, vescovie anime pezzentelleCatacombe e basiliche nel percorsodegli antichi pellegrini ribattezzatoil «Miglio sacro»Quel paesaggio nirvanicoincantava gli antichi RomaniIl fascino del Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon con la villa diPollione e il Teatro Grande continua nei fondali del Parco Sommerso di GaiolaNAPOLI. Il Parco Archeologico Ambientale del Pausilypon si estende sulla collina di Posillipo dal promontorio di Trentaremialla Gaiola, in un contesto paesaggistico e naturalistico di estrema bellezza già ricercato dall’aristocrazia romanadi età imperiale e che ancora oggi riporta alla mente l’etimologia greca del suo nome: «luogo dove finiscono i dolori». Dopoalcuni interventi di recupero a cura della Soprintendenza archeologica dal 2009 è finalmente fruibile tutti i giorni, grazieall’impiego di personale comunale e del CSI Gaiola onlus.L’itinerario inizia con l’accesso alla cosiddetta grotta di Seiano, che scava la collina di tufo per circa 770 m dalla discesaCoroglio al vallone della Gaiola. Riscoperta nel 1840 dopo circa tre secoli di oblio, la grotta artificiale erroneamente attribuitaa Lucius Aelius Seiano, celebre ministro dell’imperatore Tiberio, si presenta come un attraversamento cadenzato daaperture laterali dalle quali s’intravede un panorama che rivela tutta la sua bellezza all’uscita della grotta. Da qui, attraversoun sentiero immerso nella macchia mediterranea, si giunge ai resti di Pausilypon, a iniziare dalla villa di Publio VedioPollione, ricco cavaliere romano legato a Ottaviano Augusto. Fa parte del parco archeologico il Teatro Grande. Con unacapienza complessiva di duemila posti, fu costruito sfruttando il pendio naturale della collina ed è recentemente utilizzatoper spettacoli teatrali e concerti nel periodo primaverile-estivo. In questo luogo, passato dopo la morte di Pollione (15 a.C.) aldemanio imperiale, sono visibili anche i resti dell’Odeion, un antico teatro coperto dotato di una piccola cavea, il Tempio oSacrarium e il Ninfeo.Il comprensorio archeologico dell’antica villa imperiale si sviluppa poi nei fondali dell’Area Marina Protetta Parco Sommersodi Gaiola, istituita con Decreto interministeriale del 7/8/2002 e gestita dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici diNapoli. Qui, a pochi metri di profondità tra una ricca varietà di flora e fauna marina, il bradisismo, cioè il movimento dellacrosta terrestre, ha fatto sprofondare resti di approdi, ninfei e peschiere molto in uso nell’aristocrazia romana. Si narrache il perfido Pollione usasse gettarvi gli schiavi in pasto alle murene. Il Parco Sommerso di Gaiola è visitabile con tour guidatia bordo di uno speciale battello dal fondo trasparente (itinerari snorkeling e diving sono a cura del CSI Gaiola onlus).Sono offerti anche percorsi di visita integrati (terra-mare) che comprendono il Parco Archeologico del Pausilypon e il ParcoSommerso di Gaiola. Inoltre è stata incrementata negli ultimi anni la ricettività scolastica grazie allo sviluppo di laboratorididattici di archeologia e biologia marina.Parco Archeologico Pausilypon discesa Coroglio 36, lun-sab 9,30/10,30/11,30 (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria tel. 081/2301030).Visita guidata a pagamento mar-ven 12/sab-dom e festivi 10/12 (prenotazione obbligatoria tel. 081/2403235; www.gaiola.org)Parco Sommerso di Gaiola, CeRD (Centro Ricerca e Divulgazione) discesa Gaiola, scogliera, mar-dom 10-16, tel. 081/2403235, www.areamarinaprotettagaiola.it.Visite Guidate www.gaiola.orgChi ci accompagna nelle CatacombeNAPOLI. Tra le Catacombe di san Gennaro e la Basilica extra moenia dedicataal santo si articola il percorso multimediale «Le luci di dentro»: un viaggioimmersivo attraverso i linguaggi della contemporaneità in luoghi di antichesepolture. Una serie di pannelli multimediali (uno nella foto) realizzati daMario Gelardi, Mary Cinque, Pasquale Ruocco, dal Nuovo Teatro Sanità edallo Studio Kanaka Project mettono in scena il racconto delle catacombeoffrendo un percorso didattico alternativo. Il collettivo Hypoikòn, nel grandedeambulatorio al livello inferiore delle catacombe, presenta poi un’installazione di architectural mapping e sound design sultema della nascita, instaurando un confronto tra la vita e la morte. Lo Studio Kanaka Project propone anche una proiezionearchitettonica tridimensionale sull’abside della Basilica di San Gennaro incentrata sul ciclo della vita. Il percorso fa partedel progetto «Sanità A.ppI.L.» volto alla riqualificazione e allo sviluppo sociale delle città e dei suoi quartieri, sostenutodal Miur e finanziato con fondi Pon-Rec. L’iniziativa coinvolge la cooperativa La Paranza e la cooperativa sociale Officinadei Talenti ed è affidato alla direzione artistica dell’Associazione Culturale Essearte del collettivo Scu8.Catacombe di San Gennaro via Capodimonte 13, ven-dom alle 19, alle 20, alle 21 prenotazione obbligatoria tel. 081/7443714 o info@catacombedinapoli.it. «Le luci di dentro» fino al 6 gennaioUna veduta dei teschi nel cimitero delle FontanelleNAPOLI. Le Catacombe di san Gennaro e quelledi san Gaudioso sono all’interno di un percorso extramoenia compiuto dei pellegrini sin dal Medioevo e oggiriproposto nell’itinerario di visita «Miglio sacro» chedalla Basilica Madre del Buon Consiglio conduceal Duomo di Napoli.All’interno di questo tragitto è particolarmenteaffascinante la visita ai complessi catacombali.Sia dal piazzale della basilica dell’Incoronata del BuonConsiglio sia dalla Basilica di San Gennaro dei Poverisi accede alle Catacombe di san Gennaro, che attraversanole viscere di uno dei quartieri più popolari e popolosi dellacittà: la Sanità. Riscoperti in tempi recenti, questi luoghidi sepoltura cimiteriale furono meta dei pellegrini fin dalIX secolo. Il vestibolo inferiore della fine del II/iniziodel III secolo è il nucleo originale da cui si è sviluppatol’ampliamento attraverso lo scavo orizzontale, e maiin profondità, di una superficie molto ampia. Lacatacomba superiore, non sovrapposta alla precedente,ebbe origine dal vestibolo e conserva nella volta affreschidella fine del II secolo. La piccola cripta dei vescovi,al di sopra della tomba di san Gennaro, accoglie lespoglie dei primi vescovi napoletani, mentre la Basilicamaior fu realizzata nel V secolo per traslarvi i resti delsanto. Altrettanto suggestive sono le Catacombe disan Severo, di cui resta solo un piccolo cubiculum, equelle di san Gaudioso, alle quali si accede dalla basilicadi Santa Maria della Sanità di Fra Nuvolo. Qui si vieneaccolti da una teoria di crani incassati nelle paretidell’ambulacro, ai cui lati si aprono cubicoli con arcosolidipinti o mosaicati con simboli cristiani, del V-VI secolo.Il cimitero delle Fontanelle (nella foto) è invece scavatonel tufo della collina di Materdei. In questi numerosie vasti ambienti utilizzati come ossario della città, siconservano migliaia di ossa umane ordinate dai fedeli suimpulso di padre Gaetano Barbati alla fine dell’800. Alcuniteschi furono adottati come «anime pezzentelle» daifedeli che attribuirono loro un nome e li sistemarono inteche di legno, alimentando una forte devozione popolareper questi anonimi defunti identificati con animepurganti bisognose di cure. q Olga Scotto di VettimoCatacombe di san Gennaro via Capodimonte 13, Basilica del BuonConsiglio, visite guidate ogni ora lun-sab 10-17, dom 10-13.Catacombe di san Gaudioso piazza Sanità 14, BasilicaSanta Maria della Sanità, visite guidate ogni oralun-dom 10-13, (per entrambe tel. 081/17443714,www.catacombedinapoli.it).I reliquiari e le bomboniere degli AngiòNAPOLI. La Cappella e il Museo del Tesoro di san Gennaro ospitano la mostra «Ori, argenti, gemme e smalti della Napoli angioina 1266-1381», curata da Pierluigi Leone de Castris,promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e organizzata nell’ambito del Forum Universale delle Culture (catalogo in 4 lingue edito da arte’m). Sonoesposti circa 25 oggetti, principalmente di oreficeria sacra, realizzati da maestranze francesi per la committenza reale angioina, perlopiù riferibili all’età di Carlo II. Si tratta diraffinati manufatti impreziositi con smalti, pietre e gemme, raramente esposti al pubblico e al culto dei fedeli. Provengono dai musei e dalle diocesi italiane di Marche, Umbria,Basilicata e Campania, ma vi è anche un importante prestito del Louvre: il «Braccio reliquiario di san Ludovico da Tolosa». Tra i rarissimi oggetti profani figura invece una capsulain oro e smalti opachi champlevé a forma di foglia d’edera (Cividale), che è forse la bomboniera delle nozze di Beatrice di Boemia e Caroberto d’Angiò. Tra i pezzi più interessantivi sono ancora la «Croce» angioina e il Tempietto-reliquario di Pietro de Moreriis (nella foto), entrambi provenienti dal Tesoro della Basilica di San Nicola di Bari.Cappella e Museo del Tesoro di san Gennaro via Duomo 149/a, lun-mar/gio-sab 10-18, dom e festivi 9,30-17,30, 24, 25 e 31 dicembre 9,30-14, tel 081/294980, www.museosangennaro.it. fino al 31 dicembreVEDERE A NAPOLI | 6


Ora la dimora nobiliare di viaToledo è una delle Gallerie d’ItaliaPalazzo Zevallos Stigliano comprende 120 opere,da Caravaggio a Gemito, ed è un vantodi Intesa SanpaoloNAPOLI. Palazzo Zevallos Stigliano è un esempio di dimoranobiliare seicentesca. È stato eretto su via Toledo, l’asseviario strategico voluto dal viceré don Pedro de Toledo, in unazona a ridosso del palazzo vicereale e degli acquartieramentimilitari dei quartieri spagnoli. È tradizionalmente attribuitoa Cosimo Fanzago, ma documenti di archivio emersi direcente suggeriscono di ascriverlo al ferrarese BartolomeoPicchiatti, ingegnere maggiore del Regno. Rimaneggiatonei secoli per adeguarlo ai nuovi gusti e alle diverse esigenzedei proprietari che si sono succeduti, il palazzo fu acquistatonel 1898 dalla Banca Commerciale Italiana, che avviònegli anni Dieci del ’900 importanti lavori di ristrutturazioneper adattarlo alla nuova destinazione d’uso stravolgendonecompletamente l’architettura. Nel 2007 Palazzo ZevallosStigliano ha avviato un processo di musealizzazione, cheha interessato inizialmente solo alcuni ambienti del pianonobile in precedenza occupato da uffici. Quest’operazioneindirizzata a valorizzare le opere della collezione, prima tratutte il «Martirio di sant’Orsola» di Caravaggio, ha subitoun significativo impulso dopo la riorganizzazione deglispazi espositivi inaugurati nel maggio 2014 alla presenzadel presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. PalazzoZevallos Stigliano, insieme a Palazzo Leoni Montanari aVicenza e alla sede di piazza Scala a Milano, fa parte dellarete Gallerie d’Italia, il polo museale che ospita parte dellecollezioni del Gruppo Intesa Sanpaolo. Con il nuovoallestimento espositivo, curato da Ferdinando Mazzoccanel dicembre 2013, nel palazzo di via Toledo sono statesistemate le opere della collezione che prima erano sparsenelle varie sedi della banca e concesse in comodato al Museodi Villa Pignatelli sin dal 1998. Tali opere, tutte di proprietàdel Banco di Napoli e della Banca Commerciale Italiana, sonoconfluite nel Gruppo Intesa Sanpaolo. La raccolta di 120pezzi circa sistemati a quadreria costituisce un’importantetestimonianza dell’arte meridionale dal ’600 al primo’900. Si procede dalla svolta naturalistica caravaggesca,In alto «Martirio di sant’Orsola»di Caravaggio. A Sinistra«Zingara» di Vincenzo Gemitocon il «Martirio di sant’Orsola» che Caravaggio eseguì nel1610 al termine del suo secondo soggiorno napoletano pochimesi prima dalla sua morte, e si giunge alle opere degli artistiinfluenzati dal naturalismo, dal nuovo uso della luce e daicontrasti chiaroscurali tipici del maestro. Tra queste figuranola «Giuditta decapita Oloferne», probabile derivazione diun dipinto perduto del Merisi attribuita al fiammingo LouisFinson; il «Sansone e Dalila» di Artemisia Gentileschi; la«Sacra Famiglia con san Francesco d’Assisi» di AngeloCaroselli, esempio di caravaggismo romano; l’«Adorazionedei Magi» del Maestro dell’Annuncio ai pastori e il«Tobia che ride alla vista al padre» di Hendrick DeSomer. In collezione vi sono anche le raffinatezze cortesidelle tre scene bibliche di Bernardo Cavallino e il «SanGiorgio» di Francesco Guarini. Con il monumentale«Ratto di Elena» di Luca Giordano e «Agar nel deserto»di Francesco Solimena, notevoli testimonianze del Baroccoa Napoli, si viene poi introdotti ai nuovi filoni artistici del’700, rappresentati dalle quattro «Allegorie della Pietà» diFrancesco De Mura e dal realismo quotidiano e intimo di«La lettera segreta» e «Il concerto» di Gaspare Traversi, chestravolge il genere e le convenzioni iconografiche. Di grandequalità è anche il nucleo di nature morte di metà ’600 e’700 di Paolo Porpora, Giuseppe Recco, Giovan BattistaRuoppolo e Baldassarre De Caro. La sezione dedicataalla veduta e al paesaggio è introdotta da quattro dipintidell’olandese Gaspar van Wittel, iniziatore del vedutismomoderno. Un cospicuo nucleo di opere dell’800 è costituitodalle tele della Scuola di Posillipo e della Scuola di Resina,assieme a testimonianze legate a ricerche individuali dedicateall’illustrazione della città, le sue strade, i monumenti, la vitamoderna, la borghesia e il popolo. In questa sezione vi sonoopere di Anton Smink Pitloo, Giacinto Gigante, GabrieleSmargiassi, Salvatore Fergola, Nicola Palizzi, DomenicoMorelli, Federico Rossano, Edoardo Dalbono, EdoardoFranceschini, Gioacchino Toma, Francesco Mancinie Vincenzo Migliaro. Un nucleo a sé è infine quello deidisegni, bronzi e terrecotte realizzati da Vincenzo Gemitotra gli anni Settanta dell’800 e gli anni Venti del ’900. Questaraccolta consente di seguirne il percorso artistico segnato dalsuo dramma esistenziale e psichico che seppe tradurre in unlinguaggio di potente realismo. Si passa dal naturalismo delleteste giovanili in terracotta alla serie dei personaggi famosirealizzati in bronzo, fino agli splendidi autoritratti e allefigure di donna, che come nella nota «Zingara» denotanol’influenza di un certo naturalismo seicentesco.Palazzo Zevallos Stigliano-Gallerie d’Italia via Toledo, 185, mar-dom 10-18, sab 10-20, tel. 800454229, www.gallerieditalia.comLa collezione salvatadai gemiti di GemitoNAPOLI. La mostra a cura di Fernanda Capobiancoe Mariaserena Mormone (catalogo arte’m) presentaper la prima volta una selezione di opere della collezioneMinozzi, acquistata dal Mibact per prelazionedirettamente dagli eredi dell’imprenditore napoletanonel 2013 per il Museo di Capodimonte. L’esposizioneè promossa dalla Soprintendenza per il Polo musealedi Napoli in collaborazione con l’AssociazioneAmici di Capodimonte e il sostegno della Banca diCredito Popolare. Composta da 372 opere, di cui338 disegni e 26 sculture tra bronzi e terracotte, laraccolta è stata costituita da Achille Minozzi tra lafine dell’800 e i primi anni del ’900. Il collezionistae mecenate di Vincenzo Gemito ebbe un ruolo fondamentalenella conservazione delle sue opere, perchésottrasse a distruzione certa disegni, studi e schizzi,spesso anche intimi e privati, che nelle mani dell’intemperanteartista affetto da frequenti crisi nervosesarebbero sicuramente andati perduti. In mostra vi èuna selezione di ritratti in terracotta e bronzo di DomenicoMorelli, Giuseppe Verdi e Mariano Fortuny,alcuni disegni dei temi più noti come il «Pescatore»,l’«Acquaiolo» e l’«Arciere» e alcuni abbozzi per il«Trionfo da tavola» che re Umberto gli commissionòper Capodimonte, ma di cui realizzò soltanto il bozzettoin cera. L’intera raccolta troverà una definitivasistemazione nello spazio adiacente al Salone dellaCulla nell’appartamento reale del museo, in cui saràallestito l’originario salotto di Minozzi con i disegniesposti nella boiserie progettata dal collezionista assiemeall’artista.Museo di Capodimonte via Miano 2, lun-mar/gio-dom 8,30-19,30, tel. 081/7499111, 081/7499130, www.polomusealenapoli.beniculturali.it.«Vincenzo Gemito. Dal salotto Minozzi alMuseo di Capodimonte» fino al 30 aprileL’amico piemontesedi CaravaggioUna mostra ricorda il soggiornonapoletano di Tanzio da VaralloNAPOLI. «Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pitturaa Napoli nel primo Seicento», curata da MariaCristina Terzaghi nel Palazzo Zevallos Stigliano, èuna mostra di studio e ricerca su un momento precisodella carriera dell’artista piemontese: il suo soggiornonapoletano. Grazie a nuovi documenti è stato possibileanticipare al 1602 il suo arrivo a Napoli, dopo unabreve permanenza a Roma durante la quale lavorò conil Cavalier d’Arpino. Nella città vicereale rimase poifino al 1610, anno della morte di Caravaggio, e aprìanche bottega.«Madonna con Bambino» di Tanzioda VaralloQui Tanzio da Varallo, al secolo Antonio D’Enrico (Alagna Valsesia, 1582 circa-Borgosesia?,1633), entrò in contatto con Caravaggio e la sua «stretta cerchia» (come fu definitada Roberto Longhi) sviluppando un linguaggio ricco di soluzioni naturalistiche e contrastichiaroscurali, evidentemente derivanti dal Merisi.L’esposizione si sviluppa attraverso 29 opere. Di queste 13 sono di Tanzio e sono state realizzatetra il periodo romano e quello napoletano. La mostra ha restituito nuovi dipinti alrepertorio dell’artista, tra questi le due «Adorazioni dei pastori», una conservata nelMuseo di Lille e l’altra (firmata) proveniente da una collezione privata.È inoltre stato possibile riferire al catalogo di Carlo Sellitto il «San Bruno in preghieradavanti al Crocifisso» (Strasburgo), fino a oggi di incerta attribuzione. Il percorsopropone poi confronti con tele e tavole di Battistello Caracciolo, Cavalier d’Arpino,Louis Finson, Filippo Vitale e Carlo Sellitto che, assieme a quelle di Tanzio da Varallo,vengono messe in relazione con la produzione di Caravaggio, di cui la collezione di PalazzoZevallos Stigliano conserva il celebre «Martirio di sant’Orsola».Palazzo Zevallos Stigliano-Gallerie d’Italia via Toledo, 185, mar-dom 10-18, sab 10-20, tel. 800454229,www.gallerieditalia.com. «Tanzio da Varallo incontra Caravaggio. Pittura a Napoli nel primo Seicento», finoall’11 gennaio 2015Didatticae concertiNAPOLI. Palazzo ZevallosStigliano-Gallerie d’Italiapromuove convegni,mostre, concerti einiziative didatticherivolti alla storia locale,come gli incontri sulledimore aristocratichee i concerti tratti dallamusica napoletana del’600 e ’700 svolti incollaborazione con laFondazione Pietà de’Turchini. Per la mostradi Tanzio da Varallovi sono visite guidateogni domenica alle12. Il sabato alle 17invece si svolgono breviapprofondimenti sullesue singole opere. Sonoprevisti inoltre percorsitematici con laboratori,focalizzati sull’influenzache Caravaggio ebbesui suoi contemporanei.Uno di questi proponeun’indagine sugli abiti e lestoffe del ’600, offrendola possibilità di realizzareoggetti di uso quotidianoimpreziositi da dettagliispirati ai tessuti dipintinei quadri (percorsi per lescuole su prenotazione).VEDERE A NAPOLI | 7


L’opera di Ann Veronica Janssens per la Cappella di Sansevero© foto di Marco GhidelliLa cappella del principe massoneè il museo più visitato della cittàL’antica Cappella di Sansevero era stata modificata nel Settecentodal principe Raimondo di Sangro per diventare un museo del suo casatoNAPOLI. La Cappella di Sansevero è l’espressione compiutadel disegno con cui il settimo principe di SanseveroRaimondo di Sangro, negli anni ’40 del Settecento, decise ditrasformare l’assetto seicentesco della cappella per celebrarela grandezza del suo casato. Disseminata di simboli esotericie massonici, non sempre di facile interpretazione, la cappellarispecchia la committenza cosmopolita, colta e autorevole e lapersonalità affascinante e complessa del principe Raimondo,in cui confluivano la genialità dell’alchimista, la militanzamassonica e il più autentico spirito culturale illuminista.Accanto alle «Virtù», tappe di un cammino iniziatico miratoalla conoscenza e al perfezionamento interiore, un altrocapolavoro scultoreo è il celeberrimo «Cristo velato» diGiuseppe Sanmartino, inizialmente concepito per lacavea sotterranea in cui oggi sono conservate le «Macchineanatomiche» provenienti da un appartamento del palazzonobiliare di piazza San Domenico Maggiore. Questo scrigno èancora oggi di proprietà degli eredi del principe Raimondodi Sangro di Sansevero, il quale esplicitò nel testamento chenulla fosse mai modificato nella disposizione e nell’apparatosimbolico da lui concepiti. Dal 1996 è gestito dalla societàMuseo Cappella Sansevero Srl, il cui presidente FabrizioIl «Cristo velato» di Giuseppe Sanmartino© Massimo VeloMasucci e i cui membri del consiglio di amministrazioneappartengono tutti al ramo dinastico del principe. Dal 2010il museo registra afflussi record, attestandosi al primoposto tra i musei napoletani per visitatori paganti: 238mila(con un aumento del 30% tra il primo semestre del 2013e quello del 2014). Nel 2013 è stato insignito del premio«Travellers’ Choice» da Trip Advisor, per essere statoil più apprezzato museo italiano dell’anno e già nel 2006Legambiente gli aveva conferito il premio «Amici dell’Arte»,istituito nell’ambito della campagna «Salvalarte» patrocinatadal Mibact. Doverosi riconoscimenti a un raro patrimoniod’arte che mescola storia, leggende e virtuosismi creativisotto il fascino eterno della figura del principe Raimondo diSangro. Il patrimonio è gestito e valorizzato dalla capacitàimprenditoriale degli eredi, che promuovono la cappellagrazie anche alla collaborazione con associazioni private eistituzioni pubbliche vivificando lo spirito sperimentale eilluminato del principe di Sansevero. È quanto è accaduto,per esempio, con «MeravigliArti», rassegna di letteratura,teatro, musica e arte dedicata al tema della meraviglia(concetto che ispirò l’attività intellettuale del principe) natanel 2013 e proseguita nel 2014 (tra maggio e giugno) sotto ladirezione di Paola Servillo. Nella prima edizione era statainvitata l’artista napoletana Roxy in the Box (nel 2013), cheaveva realizzato in collaborazione con lo Studio Trisoriouna videoinstallazione intitolata «La sposa madre». Nel 2014,con la galleria Alfonso Artiaco, la belga Ann VeronicaJanssens ha disseminato nella cappella 8 specchi inducendouna diversa percezione sensoriale e cognitiva dello spazioamplificato, dilatato, frammentato e arricchito di riflessiluministici e false prospettive. È ancora in attesa di definizioneil programma dell’edizione 2015. Il museo promuove ancheattività didattiche per il pubblico di tutte le età. Tra questevi è «Il Testamento di Pietra», una visita teatralizzata (a curadell’Associazione Culturale NarteA), nella quale un sabatoal mese attori in costume animano la cappella interpretandoil principe Raimondo di Sangro e altre figure legate alla storiadei Sansevero e del complesso monumentale. Destinata aibambini è invece «I sensi in testa», la visita-laboratoriorealizzata dall’Associazione Progetto Museo, che guida allascoperta delle bellezze e dei misteri della cappella.Il museo promuove anche il concorso «L’insieme,il dettaglio», rivolto a fotografi under 40 invitatia presentare un dettaglio e un intero della cappella.I risultati di questi lavori saranno esposti a gennaio in unamostra negli spazi dell’Associazione Culturale Pantesia, inoccasione della quale verrà proclamatoil vincitore del premio.Museo Cappella Sansevero via Francesco De Sanctis 19/21, lun-sab9.30-18.30, dom e festivi 09,30-14, tel. 081/5518470;www.museosansevero.it. «Il Testamento di Pietra» 20 dicembre, 31gennaio, 21 febbraio, 21 marzo, 18 aprile e 20 giugno (ore 19 e 20su prenotazione tel. 339/7020849-334/6227785, www.nartea.com);«I sensi in testa», 2 dicembre, 27 gennaio, 24 febbraio, 24 marzo e14 aprile (solo per scuole su prenotazione tel. 081/440438, www.progettomuseo.com).Associazione Culturale Pantesia piazza Amedeo 16 d, lun 10,30-13.30,mar-ven 10,30-13,30/16,30-19, tel. 081/ 6581694, www.pantesia.com) «L’insieme, il dettaglio» da gennaio 2015VEDERE A NAPOLI | 8


Due scultori del Sud penetrano nel castello simbolo di NapoliIl Maschio Angioino, antica residenza reale sede del museo civico, apre le porte alle raccoltedi Francesco Jerace e Giuseppe RendaIn alto, Castel Nuovo, detto anche Maschio AngioinoA destra, la Cappella Palatina nel Maschio AngioinoNAPOLI. Castel Nuovo, meglio noto come MaschioAngioino, è il monumento simbolo di Napoli, sede delmuseo civico che conserva un importante nucleo diopere datate tra il Quattrocento e l’Ottocento. Neiprimi mesi del 2015 troveranno sistemazione nella SalaCarlo V e nella Sala della Loggia, storicamente dedicate amostre temporanee, la collezione di Francesco Jerace(Polistena 1854-Napoli 1937), oggi esposta in parte nellamostra «Il Bello o il Vero» nel complesso monumentaledi San Domenico Maggiore fino al 31 gennaio 2015,e la collezione di Giuseppe Renda (Polistena,RC 1859-Napoli 1939), protagonista della sculturameridionale tra la seconda metà dell’Ottocento e la primametà del Novecento; entrambe sono state donate daglieredi al Comune di Napoli e mai integralmente esposte.Nel primo e secondo piano della cortina meridionale ilmuseo civico ospita opere dal Quattrocento al Settecento,tra cui dipinti di Marco Cardisco, Giuseppe Recco,Luca Giordano, Mattia Preti, Francesco Solimena,provenienti da chiese ed enti soppressi come la Real CasaSanta dell’Annunziata e l’Istituto di Istruzione e AssistenzaFemminile Sant’Eligio. La visita al secondo piano terminacon un gruppo di dipinti e sculture napoletani dell’800 diGioacchino Toma, Michele Cammarano, VincenzoCaprile, Francesco Saverio Altamura e Vincenzo Gemito.L’itinerario museale prosegue poi attraverso altri ambientidel castello: la Sala dell’Armeria, dove sono staterinvenute importanti testimonianze di epoca romana,come resti di villa e di necropoli datati tra il I secolo a.C. eil V secolo d.C; la Cappella Palatina o di Santa Barbara,unica testimonianza di epoca angioina, un tempo conaffreschi di Giotto e della sua scuola di cui rimangonopochi frammenti attribuiti a Maso di Banco e ai suoiallievi, è ricca di testimonianze rinascimentali con opere,tra gli altri, di Domenico Gagini e Francesco Lauranaesposte anche nella sacrestia attigua.Risale al regno di Alfonso d’Aragona il grande Arco diTrionfo (1452-65), che commemora l’ingresso in cittàdel sovrano aragonese con rilievi di Pietro da Milano,Andrea dell’Aquila, Francesco Laurana, DomenicoGagini e Isaia da Pisa: una delle più significativetestimonianze della scultura meridionale del XV secolo.Di particolare interesse è anche la porta in bronzo,originariamente ubicata all’ingresso del castello,commissionata a Guglielmo Monaco da Ferranted’Aragona intorno al 1475 per ricordare la sua vittoriasugli angioini nel 1462. Trasferita sulle navi di Carlo VIIIcome bottino di guerra, fu restituita a Napoli dai genovesinel 1495 con una palla di cannone incastrata nel bronzo,come testimonianza della vittoria navale contro i francesial largo di Rapallo.Il castello, costruito nel 1279 su progetto dell’architettofrancese Pierre de Chaule sotto il regno di Carlo Id’Angiò con funzione di residenza reale, ben prestodiventò anche una fortezza, come documenta il suonome Castrum Novum scelto per distinguerlo dai piùantichi Castel dell’Ovo e Castel Capuano. Dopo il regno diRoberto d’Angiò, durante il quale soggiornarono a Napoliartisti e letterati tra cui Giotto, Petrarca e Boccaccio, ladominazione aragonese consolidò per il castello la duplicefunzione di residenza e fortezza.La struttura monumentale venne modificata sotto gliaragonesi su progetto dell’architetto maiorchino GuillemSagrera, con la sistemazione del cortile e del porticato adarcate ribassate, della Sala dei Baroni con la spettacolarevolta stellare e della scala esterna in piperno.Dopo aver subito ulteriori modifiche sia durante ilperiodo del vicereame (1503-1734), in cui venne adibita auso prettamente militare, sia sotto Carlo III di Borbone,il Comune nei primi venti anni del ’900 ha provvedutoall’isolamento della struttura dai corpi di fabbrica che neltempo l’avevano circondata. q O.S.V.Castel Nuovo (Maschio Angioino) piazza Municipio lun-sab 9-19(aperto anche domenica e festivi del «Natale a Napoli» e del «Maggiodei Monumenti»), tel. 081/7957707-08, www.comune.napoli.itChiedetelo alle opereNAPOLI. Curata da Isabella Valente, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comunedi Napoli e realizzata nell’ambito del Forum Universale delle Culture, la mostra «Il Bello o il Vero. Lascultura napoletana del secondo Ottocento e del primo Novecento» nel Complesso di San DomenicoMaggiore evidenzia la modernità della scultura a Napoli nel periodo in cui viene superata la tradizionaledicotomia tra il bello e il vero. Il percorso espositivo è dotato di uno sperimentale supportoinformatico (a cura di Databenc) con il quale è possibile interrogare le opere. La mostra si snodaattraverso il realismo, le tendenze simboliste e la nuova scultura degli anni ’20 e ’30, con lavori diAchille d’Orsi, Vincenzo Gemito, Giovan Battista Amendola, Adriano Cencioni, Francesco Paolo Michetti,Giuseppe Renda, Saverio Gatto, Raffaele Uccella e Giovanni Tizzano, tra gli altri. Una sezioneè dedicata alla collezione di Francesco Jerace (nella foto, «Victa») donata al Comune di Napoli e maiesposta, ma che troverà sistemazione assieme a quella di Giuseppe Renda nel Maschio Angionodai primi mesi del 2015. I 33 gessi di questa raccolta composta di 57 pezzi sono stati restauratidall’Accademia di Belle Arti di Napoli.Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore vico San Domenico 18, lun-sab 10-18, tel. 081/0102005, www.comune.napoli.it. «Il Bello o il Vero. La scultura napoletana del secondo ’800 e del primo ’900», fino al 31 gennaioLa passione di Gennaro Della Monica per storia e mitologiaNAPOLI. Fa tappa a Castel dell’Ovo la rassegna su Gennaro Della Monica (1836-1917) curata da PhilippeDaverio, Paola Di Felice, Cosimo Savastano e Claudio Strinati (catalogo Allemandi). È una mostraitinerante che intende fare luce sull’intera attività del pittore abruzzese, normalmente noto solo per laraffigurazione di soggetti storici e mitologici. Della Monica è stato un artista versatile, attivo anche nelcampo della scultura e architettura, ha aderito alla Scuola di Resina e alla poetica del vero, mostrandoun interesse moderno per la pittura di paesaggio. Con 90 dipinti (nella foto, «Madre e figlia nel bosco»)e 50 acquerelli, il percorso restituisce una figura più completa e complessa di quella tramandata finoa oggi dalla letteratura artistica. La mostra è promossa da Comune di Teramo, Comune di Napoli, FondazioneMarchesa Carla de’ Petris, Università Telematica san Raffaele.Castel dell’Ovo via Eldorado 3, lun-sab 10-18, dom e festivi 10-13, tel. 081/7954593, www.comune.napoli.it.«L’Italia intatta di Gennaro Della Monica (1836-1917)», fino al 10 gennaioIn questo convento studiòTommaso d’AquinoNAPOLI. Eretto nel 1227, ilconvento di San DomenicoMaggiore (nella foto, la Saladel Capitolo) è il complessomonumentale nel quale Tommasod’Aquino insegnò teologiatra il 1272 e il 1274,nello Studium voluto da Carlo Id’Angiò. Del 1669 sono i lavoripromossi dal priore TommasoRuffo di Bagnara, durantei quali l’edificio si estese suun’insula molto ampia diventandouna fabbrica di maestose proporzioni nelle mani degliarchitetti Bonaventura Presti, Francesco Antonio Picchiattie Luigi Nauclerio, che si succedettero nell’incarico. Oggi ilconvento è smembrato in più zone e solo una parte è statariaperta al pubblico con funzione (anche) di sede espositiva.Ciò è avvenuto in seguito a un imponente lavoro di restauroarchitettonico e non solo, coordinato dalla Soprintendenzaper i Beni architettonici di Napoli e provincia. L’intervento,avviato nel 2000 su una superficie di circa 7mila metri quadratisi è concluso nel maggio 2012 consentendo finalmentedi visitare la cella di san Tommaso (dove la tradizione vuoleche il Crocifisso parlò al santo), i due refettori, la Sala delCapitolo e la biblioteca che fu frequentata, tra gli altri, daGiordano Bruno e Tommaso Campanella.Convento di San Domenico Maggiore vico San Domenico 18, lun-sab10-18, tel. 081/0102005, www.comune.napoli.itVEDERE A NAPOLI | 9


La metropolitana nobilitata dall’arteUn ambizioso progetto per le linee 1 e 6. Giannegidio Silva illustragli elementi di arte, ingegneria, urbanistica e architetturaGiannegidio Silva© Peppe AvalloneNAPOLI. Giannegidio Silva è il presidente e amministratore delegato di Metropolitana di NapoliMN SpA, la società concessionaria per la realizzazione della nuova metropolitana cittadina. Già impegnatonella progettazione di grandi lavori civili in Italia e all’estero, tra cui Grandes Ensembles nellaperiferia di Parigi, le Centrali Elettriche di Civitavecchia, Brindisi e Montalto di Castro e la ristrutturazionedello Stadio Olimpico, Silva dirige dal 1995 una società che sta trasformando l’aspetto della cittàdi Napoli non solo collegando quartieri periferici al centro, ma anche determinando la riqualificazioned’intere zone rifunzionalizzate con spazi verdi e servizi. Le stazioni della linea 1 e della linea6, ribattezzate da subito la «Metropolitana dell’arte», costituiscono una felice sintesi tra opera d’arte,architettura e innovazione ingegneristica.Quale significato ha il progetto della Metropolitana dell’arte per la città?La Metropolitana di Napoli MN SpA è una società creata appositamente per la progettazione e l’esecuzione dellaferrovia sotterranea della città. Con il progredire dei lavori gli obiettivi dell’opera si sono considerevolmenteampliati: sono stati assegnati alla metropolitana compiti ben al di là degli intenti originari. La realizzazionedella metropolitana non si limita alla risoluzione dei problemi trasportistici, ma diventava l’occasione per unimportante intervento di ristrutturazione urbana di ampie zone della città limitrofe alle stazioni. Due grandipiazze centrali nel sistema viabilistico napoletano, piazza Municipio e Garibaldi, sono state completamenteriprogettate. La metropolitana è diventata anche un’occasione culturale importante con il coinvolgimento acompletamento dell’architettura di circa 160 opere d’arte contemporanea di affermati artisti italiani e stranieri.Lo sviluppo dei lavori ha messo in luce una parte importante dell’antica città greco-romana consentendoun’approfondita ricerca sulle strutture abitative dell’epoca, a partire dal porto. Tutto ciò ha creato un insiemedi antico e moderno, di arte e architettura particolarmente suggestivo che ben rappresenta la complessitàculturale di Napoli. Attualmente sono stati aperti circa 20 km di linea con 20 stazioni: dalla periferia alla stazione Garibaldi, checonnette la rete urbana della metropolitana alla linea ferroviaria nazionale.Quali cantieri s’inaugureranno prossimamente?Restano da completare le stazioni di Municipio e Duomo e da eseguire la tratta Centro direzionale-Capodichino di 3,5 km Con 4 nuove stazioni.Quali sono le principali caratteristiche della Metroarte di Napoli?La metropolitana di Napoli è di tipo «pesante», con convogli capaci di trasportare fino a 1.200 passeggeri ogni 3 minuti. Il percorso si chiudead anello sulla zona collinare, collegando tutti i punti nevralgici della città e viaggiando a una profondità compresa tra 40 e 45 metri.L’ostacolo più grande è stato un’importante presenza d’acqua nella tratta centrale del percorso che ci ha costretto a opere in un ambientealla pressione costante di 3 atmosfere. Per consentire l’avanzamento dei lavori in tali condizioni si è dovuto utilizzare attrezzature di scavocompletamente automatizzate e impermeabili e nelle gallerie di stazione si è dovuto ricorrere a particolari metodologie che prevedono ilcongelamento preventivo del cavo della galleria.C’è una stazione che lei preferisce?Abbiamo affidato la progettazione delle stazioni dell’arte a 14 architetti internazionali, garantendo la massima libertà d’espressione.Ciascun architetto ha portato nel progetto il proprio stile, la propria personalità e cultura realizzando un insieme particolarmente varioe rappresentativo delle correnti culturali attuali. q O.S.V.La copertura della galleria commerciale della stazione Garibaldi© archivio Metropolitana di Napoli SpA. 2014Una veduta del pozzo della stazione Garibaldi© Peppe Avallone 2013Visitare un museo seduti nella MetroarteNelle stazioni della metropolitana di Napoli tante opere ad hocdi artisti e architetti coordinati da Achille Bonito OlivaNAPOLI. È ormai prossima l’inaugurazione della stazionedella metropolitana di piazza Municipio, puntod’interscambio per il collegamento con il porto, semprepiù animato dal turismo crocieristico, e ulteriore tassellodel cospicuo patrimonio d’arte e architettura del Comunedi Napoli frutto della progettazione all’unisono di serviziper il trasporto metropolitano e produzione artistica.Achille Bonito Oliva, curatore del progetto artisticodella metropolitana, ha utilizzato sin dai primi momentila definizione di «museo obbligatorio», sintetizzando ilruolo e le funzioni che la nuova metropolitana svolge:garantire al cittadino l’uso del trasporto pubblico e all’arteuna fruibilità sociale diffusa. Insomma, il passeggero èun fruitore e l’infrastruttura è un luogo e un pretesto dicultura e di sviluppo. Questa grandiosa opera pubblicarealizzata da Metropolitana di Napoli MN SpAcontinua a proporsi di stazione in stazione come unospettacolare museo gratuito nutrito dal confronto traarte e architettura e accessibile pagando il solo costo delbiglietto per usufruire del servizio trasporti.La stazione di piazza Municipio, firmata da AlvaroSiza, presenta un’importante area archeologica esterna,oggetto di un complesso restauro finalizzato alla creazionedi un parco archeologico urbano. I rinvenimenti degliscavi saranno lasciati a vista: navi romane, banchine diapprodo, architetture termali e fortificazioni aragonesidell’adiacente Castel Nuovo offriranno un esempiodi stratificazione ambientale archeologica di grandeinteresse. All’interno della stazione, invece, una grandevideoinstallazione dell’israeliana Michal Rovnerproietterà sull’ampia parete del mezzanino un altro tipo distratificazione, quella dell’immagine storica e quotidianadella città, con i suoi passaggi, movimenti, fughe e visioni.Il progetto della Metropolitana dell’arte prevede lacostruzione delle linee 1 e 6 e il suo valore aggiuntoè nella scelta di investire nel rapporto tra architetti eartisti già nella fase progettuale, evitando che l’operasia un mero elemento decorativo o di arredo. I lavori,rigorosamente site specific, sono tutti discussi, ragionatie pensati da architetti e artisti coordinati da Bonito Oliva.Questa sinergia si è ottenuta gradualmente, grazieanche all’apporto delle eccellenze artigianali localie meridionali. Non era infatti ancora evidente nellastazione Quattro Giornate-Cilea di DomenicoOrlacchio, inaugurata nel 2001 con opere di artistinapoletani già affermati. Iniziò però a manifestarsitimidamente con le stazioni di Rione alto e PiazzaVanvitelli, aperte nel 2004 a seguito di un restylingarchitettonico eseguito da Renato Miano (nella prima)e da Michele Capobianco (nella seconda). In questi duecasi alcuni lavori di artisti, che vanno da Giulio Paolinia David Tremlett, sono stati concepiti come partestessa dell’architettura e non come aggiunta ex post. Maè solo con i due progetti dell’Atelier Mendini che lafusione tra arte e architettura ha preso definitivamenteforma. Lo documentano le facciate dei palazzi che dannosull’ingresso della stazione di Salvator Rosa (aperta nel2001) con opere di Mimmo Rotella, Ernesto Tatafiore,Renato Barisani, Gianni Pisani, Mimmo Paladino, el’intervento di Sandro Chia sull’intradosso della piramidedi Mendini a Materdei, aperta invece nel 2003.Nel 2001 sono state inaugurate anche le due stazioni diGae Aulenti: stazione Dante, con opere di Carlo Alfano,Joseph Kosuth, Jannis Kounellis, MichelangeloPistoletto e Nicola De Maria sul tema del luogo dipassaggio e dello spirito locale, e stazione Museo,trasformata in una galleria fotografica con gli scatti deinapoletani Mimmo Jodice, Luciano D’Alessandro,Fabio Donato, Antonio Biasiucci e Raffaela Mariniello.Vero e proprio oggetto di design al centro della città è lastazione Università dell’architetto e designer KarimRashid aperta nel 2011, non distante da quella di ToledoL’opera di Michelangelo Pistoletto nella stazione Garibaldi© Peppe Avallone 2013inaugurata nel 2012, progettata da Oscar Tusquets,definita la più bella stazione d’Europa dalla stampainglese e premiata con l’«Emirates leaf internationalaward 2013». Quest’ultima rappresenta il momento apicaledella corrispondenza tra arte e architettura con l’operadi Bob Wilson e il cavallo di William Kentridge. Unlungo corridoio costellato dai ritratti di Oliviero Toscaniconduce qui alla scala mobile più lunga d’Europa, da cuisi accede all’uscita di Montecalvario, altro importantemuseo di passaggio con opere di Francesco Clemente,Shirin Neshat, Ylya ed Emilia Kabakov e LawrenceWeiner.L’ultima stazione inaugurata nel 2013 è quella di piazzaGaribaldi di Dominique Perrault, dove gli specchidi Michelangelo Pistoletto creano uno spazio in cui iviaggiatori si riflettono e vedono amplificata l’essenzialearchitettura in acciaio.Il completamento dell’anello metropoliano prevedeinoltre la conclusione della stazione Duomo (altraarea archeologica da inglobare) e l’avvio dei lavori cheattraverso il Centro direzionale e i Tribunali offrirannoil collegamento con l’aeroporto di Capodichino.Questa immensa opera ingegneristica e museale coinvolgeanche la linea 6, che attualmente collega Fuorigrotta aMergellina (con le stazioni realizzate da Uberto Siola)e in seguito avrà un’estensione fino a Chiaia e da lì apiazza Municipio.Questo «museo obbligatorio» e diffuso pensato quandoa Napoli non era ancora stato istituito un museo di artecontemporanea (il Madre aprì nel 2005) propone dunqueuno spaccato unico in Europa e nel mondo sui linguaggie le tendenze di molti tra i maggiori protagonisti dell’arteinternazionale. q O.S.V.VEDERE A NAPOLI | 10


La Regione Campania sfida il presenteCaterina Miraglia, assessore regionale alla Promozione culturale, Musei e Biblioteche, Istruzione ed Edilizia scolastica,ha indirizzato la Fondazione Donnaregina a una politica di collaborazione con le altre istituzioni culturaliCAMPANIA. Caterina Miraglia, assessore alla Promozioneculturale, Musei e Biblioteche, Istruzione ed Ediliziascolastica della Regione Campania, è la figura politicadi riferimento che ha indirizzato la FondazioneDonnaregina verso una gestione culturale ispiratada innovative linee guida. Le abbiamo rivolto qualchedomanda per cogliere gli indirizzi di una politica culturaledeterminata a costruire una nuova immagine dellaFondazione Donnaregina. Con l’insediamento di AndreaViliani come direttore generale nel 2013, il Madre e laFondazione Donnaregina, con l’appoggio della RegioneCampania, diventano centro nevralgico di tutte le azionisul contemporaneo nella regione.Quali sono gli indirizzi della Regione Campania inambito di arte contemporanea?La Regione intende supportare le istituzioni che abbiano unaloro identità autorevole e riconoscibile, in cui la ricerca culturalesi abbini a criteri di inclusione, confronto e scambio, anchemetodologico, e in cui la sostenibilità economica divenga unfattore virtuoso, di responsabilità nei confronti della società: lacultura si propone infatti come uno strumento di straordinariaefficacia anche in relazione alle tante sfide dei nostri tempi. Inquesto senso, per esempio, assume un grande valore identitario laformazione progressiva della collezione del Madre, che, dotatosidi un Dipartimento di Ricerca nel 2013, sta mappando le articontemporanee protagoniste della cultura di questo territorio.Il Madre si configura come un museo realmente in grado diraccontare la «sua» storia, che è poi la storia di tutti noi, fornendoun supporto critico e documentale a tutte le pratiche artistiche chequi hanno operato e operano, nella loro articolazione cronologicae nella loro varietà espressiva, ma anche rendendo conto delprofilo internazionale che è un carattere distintivo della storiadell’arte contemporanea in Campania, regione naturalmentevolta all’accoglienza delle «altre» culture, e quindi delle differenze.L’azione della Fondazione Donnaregina, integralmente partecipatadalla Regione, non riguarda solo il Madre, che pure ne è il fulcro.Andy Warhol, Lucio Amelio, 1975, acrilico e serigrafia su tela. Courtesy Collezione Privata. Napolifondazione morra grecol.go avellino, 17fondazione morra grecol.go avellino, 17Francis AlÿsFrancis Alÿsin collaboration withCentre for Contemporary ArtUjazdowski Castle, Warsaw14.06 — 22.09.14in collaboration withCentre for Contemporary ArtUjazdowski Castle, Warsaw14.06 — 22.09.14La Stano scrittura Filko visualeLa 13.06 parola — 13.09.14 totale12.09.14 — 15.01.15Stano Filko13.06.2014 OPENING13.06.2014 OPENINGfondazione morra grecol.go avellino, 17Fondazione Morra, Museo Nitsch fondazione morra greco13.06 — 13.09.14l.go avellino, 17Vico Lungo Pontecorvo 29/d, Napoli via Settembrini, 7980139 Napoli, Italiafondazione morra grecowww.madrenapoli.it l.go avellino, 17Fra i compiti e gli obiettivi della Fondazione ci sono infatti ilsupporto e la promozione del sistema culturale campano delle articontemporanee, includendo in esso, oltre ai centri di formazione ericerca, anche quelli deputati alla produzione ed esposizione.Il Progetto XXI (cfr p.12) e le collaborazioni conl’Università e l’Accademia sono lo sviluppo diun’attitudine al confronto propria della FondazioneDonnaregina, che realizza progetti comuni conimportanti istituzioni territoriali (tra le altrela Fondazione Morra Greco, già dal 2013, e laFondazione Morra da quest’anno). Che importanzadà a questa pratica di lavoro in comune e a questiprogetti?Sono molti i risultati rilevanti raggiunti dal Progetto XXI, conil quale la Fondazione Donnaregina, in linea con la strategiaregionale in ambito culturale di dialogo con i soggetti autorevoli delterritorio, ha riunito le voci capaci di porsi in relazione ai grandinodi dell’arte e della cultura nazionale ed internazionale, dalleUniversità all’Accademia, dalle Fondazioni alle start up creative. Lacollaborazione fra istituzioni pubbliche e settore privato consentedi interfacciarsi, mettere in dialogo saperi diversi, esplorare nuoviscenari e produrre insieme ciò che singolarmente sarebbe infattibile.È così che abbiamo potuto presentare mostre di assoluto rilievo,come quelle, fra le molte altre, di Jimmie Durham a Palazzo Realee di Mark Dion a Villa Pignatelli, nell’ambito del Progetto XXIorganizzato dalla Fondazione Donnaregina con la FondazioneMorra Greco. O ancora la mostra, ora in corso, sulla poesia visualeal Museo Nitsch. Penso anche ai matronati (i patrocini) del Madre,e ai protocolli d’intesa che permettono a studenti e insegnanti dientrare gratuitamente nel «loro» museo o che portano gli artisti neicorsi di laurea regionali, nell’ambito del programma MADREscenzaSeasonal Schools.Quali sono le altre strategie culturali sulcontemporaneo che la Regione Campania attua nelresto del territorio?In relazione anche a quanto dicevamo sull’indirizzo dellaLucio AmelioDalla Modern Art Agency alla genesi diTerrae Motus (1965-1982). Documenti, opere, una storia...11.12.14 — 20.01.1513.06Fondazione 13.06 — 13.09.14— 13.09.14Morra GrecoLargo Proprio di Avellino 17, NapoliStano Filko13.06 fondazione — 13.09.14 morra grecol.go avellino, 1713.06.2014 OPENING22.11.14 – 09.03.15Walid RaadPreface / Prefazione13.06.2014 OPENINGIn collaborazione con Carré d’Art-Musée d’art contemporain, Nîmes13.06.2014 OPENING11.10.14 — 19.01.15 Per_formingPer_formingFrancis Alÿsa collectionFrancis(Intermezzo)Per_forming Alÿsa collection14.06.14 — in progressin(Intermezzo)collaboration withFrancis Alÿs, Francis Reel-Unreel, Alÿs, Reel-Unreel, 2011, Kabul, Afghanistan 2011, Kabul, with Afghanistan Julien Devaux, with Julien Ajmal Devaux, Maiwandi. Ajmal Maiwandi.Film still (video-documentation Film still (video-documentation of an action). of Courtesy an action). the Courtesy artist; David the Zwirner, artist; David New Zwirner, York-London. New York-London.Per_formare una collezione(Intermezzo)#3Centre for Contemporary ArtUjazdowski in collaboration Castle, Warsaw with14.06.14 — in progressJiří Stano Kovanda Filkovia Settembrini, 7913.06 —— 13.09.1480139 Napoli, Italiawww.madrenapoli.itvia Settembrini, 7980139 Napoli, Italiavia Settembrini, www.madrenapoli.it7980139 Napoli, Italiawww.madrenapoli.itin collaboration withFrancis Alÿs, Reel-Unreel, 2011, Kabul, Afghanistan with Julien Devaux, Ajmal Maiwandi.Film still (video-documentation of an action). Courtesy the artist; David Zwirner, New York-London.14.06.14 — in progress13.06.2014 OPENING14.06.14 — in progressCentre 14.06 forFrancisContemporary — 22.09.14AlÿsArtFrancis 11.10.14 Alÿs — in Per_formingprogressUjazdowski Castle, Warsaw14.06 — 22.09.14a collectionin collaboration with(Intermezzo)Jiří Petra Kovanda Feriancovain collaboration within collaboration with14.06.14 — in progressCentre for Contemporary ArtCentre for Contemporary Art13.06 Things — 13.09.14 That Ujazdowski Happen, StanoCastle, Warsaw and Filko Things Ujazdowski That Castle, Warsaw Are Jiří Done Kovanda14.0613.06 — 22.09.14 — 13.09.14 in collaboration with14.06 — 22.09.14 13.06 — 13.09.14Jiří Kovanda Stano Filko Jiří Kovanda13.06 — 13.09.14via Settembrini, 79via Settembrini, 7980139 Napoli, Italia 80139 Napoli, Italiawww.madrenapoli.it www.madrenapoli.itFondazione Donnaregina e del Madre, se le istituzioni operano inrete possono agire come motori di un sistema di relazioni, comecatalizzatori delle tante energie pulsanti che la nostra regionepossiede e che altrimenti rischierebbero di rimanere latenti oinespresse. Occorre porsi come obiettivo la costituzione di una sortadi museo diffuso e di conseguenza regionale.Quali sono i prossimi grandi progetti che promuoveràil suo Assessorato?Intendiamo confermare innanzitutto il sostegno alle realtàculturali della Campania, che ringrazio per l’apporto che stannogià fornendo ai tanti progetti in corso, per dimostrare quanto lapolitica continui a dedicare, nonostante il difficilissimo momento,la massima attenzione alla cultura del contemporaneo. Siamoconsapevoli che questo è un investimento prioritario in generale e inparticolare per una regione come la Campania.q Olga Scotto di VettimoPer_forminga collection(Intermezzo)a collectionvia Settembrini, 7980139 Napoli, Italiawww.madrenapoli.itJiří Kovanda13.06 — 13.09.14Per_forminga collection(Intermezzo)In collaborazione conin collaboration with14.06.14 — in progressin collaboration within collaboration withFrancis Francis Alÿs, Reel-Unreel, Alÿs, Reel-Unreel, 2011, Kabul, 2011, Afghanistan Kabul, Afghanistan with Julien with Devaux, Julien Devaux, Ajmal Maiwandi. Ajmal Maiwandi.Film still Film (video-documentation still (video-documentation of an action). of an action). Courtesy Courtesy the artist; the David artist; Zwirner, David Zwirner, New York-London.New York-London.Francis Alÿs, Reel-Unreel, 2011, Kabul, Afghanistan with Julien Devaux, Ajmal Maiwandi.Film still (video-documentation of an action). Courtesy the artist; David Zwirner, New York-London.VEDERE A NAPOLI | 11


Una veduta della sala del Madrededicata a Lawrence CarrollIl Madre è una Donnaregina che genera arteDiretto da Andrea Viliani dal 2013, il Museo d’Arte Contemporaneariparte da collezione, grandi mostre e legame con il territorioNAPOLI. Sin dal suo insediamento come direttore generale della Fondazione Donnareginaa gennaio 2013, Andrea Viliani ha lavorato al superamento del modello tradizionale del museo.Ha messo a punto un progetto culturale capace di rispecchiare i processi della societàcontemporanea, la commistione dei linguaggi e l’apertura a dimensioni extra artistiche e hainstaurato una permeabilità del museo rispetto al territorio. Da tale premessa è nata una programmazioneattenta a suggerire riflessioni sociali sulla contemporaneità, insieme all’esigenzadi ricostituire una collezione permanente in linea con questo indirizzo. «Per_formareuna collezione» è il nome scelto per tale progetto dal direttore e dai due curatori AlessandroRabottini ed Eugenio Viola sfruttando il gioco linguistico che il titolo sottende. Con un lavorodi studio e approfondimento, sviluppato grazie al supporto del Dipartimento di Ricerca,la collezione che si sta costruendo raccoglie le testimonianze delle più significative spintecreative presenti a Napoli e in Campania dagli anni ’60 a oggi. «La collezione, spiega Viliani, ècome un organismo vivente che cresce e si articola nel tempo coniugando ricerca di archivio e committenzadi nuove produzioni in situ e unendo la dimensione del museo quale luogo d’incontro e partecipazioneall’idea della collezione intesa come un racconto mai completo, sempre suscettibile di nuovi rimandi eapprofondimenti». Il secondo piano del museo raccoglie uno spaccato dell’arte internazionale,con artisti, gallerie e collezionisti che hanno contribuito allo sviluppo di avanguardie nellequali s’intrecciano arti visive, cinema, teatro, architettura e musica da un lato e riflessione sullinguaggio, gesto, parola, segno, corpo e spazio dall’altro. Una storia molto articolata che spaziatra le esperienze di Fluxus, Arte concettuale, Minimalismo, Poesia visiva, Performance,Arte Povera e Transavanguardia con opere di Carlo Alfano, Carl Andre, Joseph Kosuth,Lawrence Weiner, Vincenzo Agnetti, Robert Barry, Joseph Beuys, Tomaso Binga,Douglas Hubler, Emilio Isgrò, Maria Lai, Shirin Neshat, Living Theatre, Gianni Pisani,George Brecht, Alighiero Boetti, Piero Gilardi, Michelangelo Pistoletto, Vettor Pisani,Gilberto Zorio, Robert Filliou, Nam June Paik, Gianni Piacentino, Zoo, Vito Acconci,Henri Chopin, Arrigo Lora Totino, Marisa Merz, Dennis Oppenheim, Tony Cragg,Francesco Clemente, Mimmo Paladino e molti altri. Il Madre, però, non è solo l’interpretedi una possibile storia dell’avanguardia, ma documenta anche il presente, accogliendo nellacollezione opere di artisti che hanno esposto nel museo: da Giulia Piscitelli a Mario GarcíaTorres, da Pádraig Timoney a Francis Alÿs, ed è, ancora, un «organismo vivente» che agisceper costruire arte, producendo nuovi lavori per la collezione come, ad esempio, il museo di cartadi Marisa Albanese, la soap opera di David Robbins, la trasformazione della caffetteria diGiulio Delvè e l’archivio di memorie di Antonio Biasiucci. Tra le acquisizioni più recenti visono i quattro dipinti che Lawrence Carroll ha esposto nel 2013 al primo Padiglione Vaticanodella Biennale di Venezia. Installati in una sala monografica, questi lavori diventano un’«operaambiente», in una suggestione di rinvii tra il quadro e lo spazio. A conclusione della prima fasedi acquisizioni, prevista per giugno 2015, sarà pubblicato un volume edito da Electa, socia diScabec (la società concessionaria dei servizi della Fondazione Donnaregina).Madre via Settembrini 71, lun/mer-sab 10-19,30, dom 10-20, tel. 081/19313016; www.madrenapoli.itFulmini & SaetteGli anni meno noti di Lucio AmelioNAPOLI. La mostra dedicata al celebregallerista Lucio Amelio (nellafoto © Bruno Di Bello) organizzataper il ventennale della scomparsa,racconta e approfondisce gli annimeno studiati della sua attività,quelli che vanno dall’apertura dellaModern Art Agency fino alla costituzionedella Fondazione Amelio. Circa500 documenti (lettere autografe,progetti, pubblicazioni, inviti e manifesti),provenienti dall’Archivio Amelio,sono esposti assieme a operestoriche di una cinquantina di artistiche testimoniano la febbrile programmazionecon cui Amelio caratterizzòil periodo preso in esame. Traquesti Pierpaolo Calzolari, LucianoFabro, Jannis Kounellis, Giulio Paolini,Mario e Marisa Merz, MichelangeloPistoletto, Gilberto Zorio, Dan Graham, Daniel Buren,Francesco Clemente, Nicola De Maria, Mimmo Paladino,Ernesto Tatafiore, Nino Longobardi, Tony Cragg e GerhardRichter. Un particolare approfondimento è dedicato al rapportocon Andy Warhol e Joseph Beuys, ai quali sono riservatedue sale monografiche dove sono esposti, tra l’altro,«Fate presto» dello statunitense e «Terremoto in Palazzo»del tedesco, provenienti dalla collezione Terrae Motus eora conservati nella Reggia di Caserta.Madre via Settembrini 71, lun/mer-sab 10-19,30, dom 10-20, tel.081/19313016; www.madrenapoli.it. «Lucio Amelio. Dalla ModernArt Agency alla genesi di Terrae Motus (1965-1982). Documenti, opere,una storia…», fino al 9 marzo 2015Storia visuale della Poesia visualeNAPOLI. «La scrittura visuale. La parola totale» è un ciclo di mostree incontri curato da Giuseppe Morra e realizzato dalla FondazioneMorra nel Museo Nitsch (nella foto). Fa parte di ProgettoXXI, il programma espositivo che la Fondazione Donnareginaorganizza in collaborazione con istituzioni locali. L’ampia rassegnasuddivisa in capitoli ripercorre la storia della Poesia visivaattraverso opere d’arte, cinematografiche, performance teatrali,incontri e documenti. Dopo i capitoli dedicati a Henri Chopin,Arrigo Lora Totino e alla Poesia visuale a Napoli, è ora la voltadella «Poesia visuale a Genova e a Milano» (dal 5 al 15 dicembre)e successivamente della «Poesia visuale a Firenze e Roma»(dal 18 dicembre al 15 gennaio). Accompagna i vari capitoli unasezione intitolata «Pre Post Alphabet», curata da Eva Fabbris eGigiotto Del Vecchio e incentrata sugli artisti delle generazionipiù recenti. Sempre nel Museo Nitsch è in mostra anche «HermannNitsch. Azionismo pittorico-eccesso e sensibilità», un percorsocurato da Michael Karrer con i lavori provenienti dal NitschMuseum di Mistelbach.Museo Nitsch vico Lungo Pontecorvo 29/d, lun-ven 10-19, sab 10-14,tel. 081/5641655, www.museonitsch.org. «La poesia visuale/La parolatotale», fino al 15 gennaio 2015; «Hermann Nitsch. Azionismo pittorico,eccesso e sensibilità» fino al 28 febbraio 2015L’artista gigante ha 40mila anniNAPOLI. Brigates (nickname di Aldo Elefante dal 2001)espone nel Museo Archeologico «Il più grande artista delmondo», un’installazione composta da frammenti di scheletrogigante realizzati in polistirolo resinato. Tale opera proponel’eterno interrogativo sul rapporto tra vero e falso e sulruolo del museo nell’attribuzione di valore e autenticità.In mostra vi sono reperti antropologici e materiali di scavoprovenienti da un presunto ritrovamento avvenuto neglianni ’30 per merito di un gruppo di archeologi che avrebberoriportato alla luce sull’acropoli di Cuma i resti di un artistagigantesco vissuto 40mila anni fa. In mostra vi è anche unfilmato (nella foto un’immagine del set, © Biagio Ippolito,2014) con attori di eccezione: Paolo Caputo (direttore delParco Archeologico di Cuma), Alfredo de Dominicis (direttoreeditoriale di Editoriale Scientifica), Marco De Gemmis(responsabile Servizio Educativo della Soprintendenza per iBeni archeologici), Daniele Marrama (presidente della FondazioneBanco Napoli), Angela Tecce (direttore di CastelSant’Elmo) e Andrea Viliani (direttore del Madre).Museo Archeologico Nazionale piazza Museo 19, lun/mer-dom9-19,30, tel. 081/4422149, www.cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale.«Brigates. Il più grande artista del mondo» dal 6febbraio al 9 marzo 2015Come cambia la cultura araba (il vero e il falso nella storia)NAPOLI. «Preface/Prefazione» è la personale del libanese Walid Raad coprodotta conil Carré d’Art-Musée d’art contemporain di Nîmes. Ad aprire il percorso nel pianterrenodel Madre è una selezione di lavori del ciclo «Scratching on things I could disavow»,iniziato nel 2007 e tuttora in corso. Tale progetto indaga i cambiamenti politici, economicie artistici che stanno modificando la cultura araba e s’interroga sull’impattodi questi mutamenti sulla cultura globale. Raad riconosce un ruolo tutt’altro che marginalealle istituzioni culturali e al sistema dell’arte, le cui scelte da un lato celanoimplicazioni socioeconomiche e dall’altro le determinano. Al secondo piano del museo,invece, sono allestiti i lavori della serie «The Atlas Group» (nella foto, «I might die beforeI get a rifle Device Ialla I») alla quale l’artista ha lavorato dal 1989 al 2004. Alcuniepisodi di cronaca tratti dalle guerre civili in Libano vengono qui utilizzati per realizzaredocumenti testuali, fotografici e audiovisivi che perdono il loro carattere di autenticitàper interrogarsi sugli aspetti di veridicità e falsità della documentazione storica e sulruolo problematico della memoria e della testimonianza.Madre via Settembrini 71, lun/mer-sab 10-19,30, dom 10-20, tel. 081/19313016; www.madrenapoli.it.«Preface/Prefazione. Walid Raad», fino al 19 gennaio 2015Petra ricostruisce il mondoNAPOLI. La personale diPetra Feriancová è l’ultimoappuntamento dellaFondazione Morra Greconell’ambito del ProgettoXXI. L’artista slovacca riflettesul tema della cosmogonia,accostando la genesidell’universo alla creazioneartistica. La mostra sisviluppa attraverso installazioni e sculture, tra queste unpiccolo teatrino, un leporello e un mescolanza di oggettiartificiali e naturali (nella foto).Fondazione Morra Greco largo Proprio di Avellino 17, lun 15-18, mar-ven10-14/15-19, tel. 081/210690, www.fondazionemorragreco.com. «PetraFeriancová. Things that happen, and things that are done. On Beginningsand matter» dall’11 dicembre al 20 gennaio 2015VEDERE A NAPOLI | 12


Guarda le fotografie e volaNell’Aeroporto Internazionale di Napoli uno spazio mostre,tanti concorsi e iniziative 365 giorni all’annoNAPOLI. «Alza lo sguardo-Tilt up» è il titolo del progetto diAaron Baghetti esposto nell’Aeroporto Internazionale diNapoli Capodichino. I lavori del fotografo milanese costituisconouna rivisitazione delle immagini legate alle città eoffrono visioni poco convenzionali di luoghi e spazi urbanimolto noti. Tali scatti sono stati realizzati in diverse metropoliinternazionali, i cui skyline sono guardati dal basso per offrireun’esperienza diversa e inaspettata e ribaltare lo sguardo assuefattodello spettatore oltre l’orizzonte quotidiano.La pertinenza con il luogo in cui la mostra è allestita è immediata,poiché la prospettiva offerta da Baghetti include porzioni dicielo normalmente solcate dal traffico aereo. Nel percorso figuraanche una fotografia inedita, scattata dall’artista a Napoli, nelcentro direzionale di Kenzo Tange.La mostra è allestita nello spazio dedicato all’arte cheGiovanna Caiazzo, responsabile della comunicazionee ideatrice di tale luogo all’interno dello scalo napoletano,ha inaugurato la scorsa primavera con la mostra «Carnet devoyage», realizzata in collaborazione con Comicon. Nella saladi attesa, al primo piano dell’aeroporto, sono state esposte levignette e le illustrazioni firmate da alcuni tra i più rinomaticartoonist europei: l’israeliana Rutu Modan, gli italiani PaoloBacilieri e Vittorio Giardino, gli spagnoli Daniel Torrese Alberto Madrigal, i francesi Enki Bilal e Jacques deLoustal di Nona Arte. A ciascun fumettista era stato affidatoil compito di proporre un’interpretazione grafica e simbolicadi alcune capitali culturali come New York, Tel Aviv, Berlino,Praga, Venezia, Parigi e Napoli, corrispondenti ad alcunicollegamenti internazionali dell’aeroporto napoletano. Semprein collaborazione con Comicon, lo scorso autunno era statapresentata anche «Tranches Napolitaines», una mostra coni disegni di quattro autori francesi (Alfred, Anne Simon,Bastien Vivès e Mathieu Sapin) che dopo un soggiorno aNapoli tra il 2008 e il 2009 avevano raccontato delle storieambientate nella città, poi confluite nel volume Napoli, sguardid’autore edito da Tunué e Comicon Edizioni.L’aeroporto è per definizione un luogo di transito eattraversamento. L’interazione con i viaggiatori e la possibilitàdi trasformare l’attesa in un racconto sulla città sono alla basedel progetto «Vedinapoliepoivola», ideato lo scorso giugno daIrene Alison e Michela Palermo. Realizzando uno shootingin movimento nei diversi ambienti dell’aeroporto, i passeggerisono stati fotografati poco prima del volo di rientro mentremostravano il proprio souvenir acquistato a Napoli, un oggettofisico che servirà loro per vivificare l’emozione di un luogoamato e visitato. Le fotografie sono state pubblicate sulla paginaFacebook dell’evento ed esposte nell’aeroporto.La comunicazione creativa è una pratica consolidata in unapolitica aziendale che ha promosso di recente il concorso«Ogni scusa è buona per partire» (www.aeroportodinapoli.it;www.ogniscusaebuona.it), istituito insieme a una campagna dicomunicazione tradizionale e 2.0, per diffondere la conoscenzadel network internazionale dei voli, investendo sull’aspettoemotivo come chiave di accesso al viaggio.Anche in passato l’aeroporto aveva ospitato opere di artistiche si erano misurati con il tema del transito, del movimentoe del viaggio: da Carla Viparelli nel 2004 a Fabrizio Scalanel 2012, quest’ultimo aveva allestito nell’area arrivi coloratiritratti dei luoghi «icona» di Napoli, un caleidoscopico evisionario messaggio di benvenuto alle migliaia di personeche transitavano nello scalo. Nel 2010, invece, ha trovatosistemazione nella nuova sala partenze al primo piano«Distacco», un lavoro di grandi dimensioni di SergioFermariello che riprende il volo delle rondini ispirandosi allascomposizione futurista del movimento. Tuttavia la decisione diistituire uno spazio espositivo dedicato e permanente manifestala volontà e l’esigenza d’interrompere la presenza occasionaledell’arte nell’aeroporto di Capodichino per affermare, invece, lacontinuità della programmazione culturale attraverso un veroe proprio spazio per l’arte, all’interno di un luogo che presenta,tra le caratteristiche di grande interesse, l’eterogeneità e laquantità di un pubblico sempre diverso. q O.S.V.«At the Edge of Reality (Napoli, 2014)» di Aaron Baghetti© Fine Art Photography by Aaron BaghettiAeroporto Internazionale di Napoli via del Riposo, primo piano sala d’attesaprima dei controlli di sicurezza, tel. 081/7896501, comunicazione@gesac.it, www.aeroportodinapoli.it. «Aaron Baghetti. Alza lo sguardo- TiltUp» fino al 31 gennaio; «Pedro Cano», da febbraio ad aprile 2015È più trafficato il cielo di NapoliNAPOLI. I dati del trafficopasseggeri in transitonell’Aeroporto Internazionaledi Napoli, gestito daGesac SpA, confermanoil trend di crescita del turismointernazionale chesoggiorna nel capoluogo e nel resto della Campania. Nel2014 è stato rilevato un incremento del traffico internazionaledi oltre il 20%, grazie al potenziamento del network deivoli: 10 nuove rotte nel 2014 per un totale di 60 destinazioninazionali e internazionali con 26 compagnie che effettuanocollegamenti diretti. Lo scorso luglio è stata riaperta la nuovasala imbarchi al piano terra del terminal (nella foto), completamenteriqualificata. Il progetto definitivo (termine lavoriprevisto entro la fine del 2014) comprende inoltre la realizzazionedi una nuova scala e di un ascensore vetrato checonsentiranno maggior osmosi tra i due piani del terminal.MARTIN PARRTHE AMALFI COASTdicembre 2014 – febbraio 2015STUDIO TRISORIONapoli – Riviera di Chiaia, 215+39 081 414306info@studiotrisorio.comVEDERE A NAPOLI | 13


«L’operazione fotografica. Autoritratto per Lee Friedlander»di Ugo Mulas, 1971 Foto Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas.Cortesia Archivio Ugo Mulas e Galleria Lia RummaGli occhiimplacabili di LiaCollezionista e gallerista, Lia Rummaha una carriera di sole pietre miliaridi valore mondiale: dall’Arte Povera ad Anselm KieferNAPOLI. Collezionista, gallerista, imprendritrice, Lia Rumma dalla seconda metà degli anni ’60 si muovecon straordinario impulso sulla scena internazionale dell’arte, individuando e sostenendo ricerchein ambiti ben precisi che lei stessa ha contribuito a determinare già nei primi momenti della sua attività.La storia della galleria ha radici ormai lontane e risente delle vicende iniziali legate all’opera dipromozione che suo marito Marcello Rumma svolse per le giovani generazioni di artisti emergenti.In particolare ricordiamo la mostra «Arte Povera + Azioni Povere» del 1968 negli Antichi Arsenali diAmalfi, curata da Germano Celant.Quando nel 1971 Lia Rumma aprì a Napoli il suo spazio, fu evidente il solco entro il quale intendevamuoversi, evidenziato dalla mostra inaugurale di Jopeph Kosuth che determinò un’inequivocabilelinea di azione, declinata tra Minimal art, Arte Concettuale, Land art e Arte Povera con le successivemostre di Alberto Burri, Donald Judd, Robert Longo, Gino De Dominicis, MichelangeloPistoletto, Haim Steinbach, Cindy Sherman, Anselm Kiefer, Reinhard Mucha, Enrico Castellani,Thomas Schütte, Günther Förg, Andreas Gursky e Ilya Kabakov.Dagli anni ’80 Lia Rumma affianca costantemente le istituzioni nella realizzazione d’iniziative di granderilievo internazionale; volendo limitarsi a raccontare questa parte della sua storia da un punto di vistalocale, le collaborazioni a Napoli sono già molto eloquenti: dalle mostre al Museo di Capodimontedi Gino De Dominicis (nel 1986), Joseph Kosuth (nel 1988), Anselm Kiefer (nel 1997) e William Kentridge(nel 2009) alle scenografie realizzate per il Teatro di San Carlo da Anselm Kiefer per l’«Elektra»di Strauss (nel 2003) e William Kentridge per «Il Flauto Magico» di Mozart (nel 2006) andato in scenaanche alla Scala di Milano nel 2011, alla sistemazione delle opere di William Kentridge (StazioneToledo) e di Joseph Kosuth (Stazione Dante) nella Metropolitana dell’arte. Ricordiamo inoltre la performancedi Vanessa Beecroft «VB66» tenutasi nel 2010 nel Mercato Ittico di Napoli e la retrospettivaLia Rummadi Ettore Spalletti «Un giorno così bianco, così bianco» nel Museo Madre nel 2014.Nel 1999 la galleria ha aperto una sede anche a Milano dove nel 2010 si è trasferita in un magnifico edificio industrialedi vaste dimensioni su 4 livelli da lei ristrutturato. Tale decisione, nata dall’esigenza di rispondere a una precisa richiestadel sistema dell’arte, non ha tuttavia penalizzato la sede storica napoletana, destinata, soprattutto dopo i lavori di ristrutturazionecon cui è stata raddoppiata la superficie allestitiva, a diventare uno spazio di confronto per giovani curatoriinternazionali e un luogo di approfondimenti che Lia Rumma intende portare avanti contemporaneamente nelle due sedidi Milano e Napoli. È quello che accade, per esempio, con la doppia mostra di Ugo Mulas (in corso fino al 14 febbraio) chesviluppa nelle due sedi due prospettive complementari della sua ricerca. q O.S.V.Galleria Lia Rumma via Vannella Gaetani 12, mar-sab 11-13,30/14,30-19, tel. 081/19812354, www.liarumma.itGli anni ribelli di Ugo MulasNAPOLI. La Galleria Lia Rumma presenta nelle sedi diMilano e Napoli la mostra di Ugo Mulas «The SensitiveSurface», curata da Tina Kukielski e organizzata in collaborazionecon l’Archivio Mulas. Le due retrospettivenon propongono la parte più nota dell’attività del fotografodi moda, pubblicità e fotoreporter, ma ne mostrano unaproduzione diversa, strettamente legata alle ricerche artistichedi matrice concettuale a lui contemporanee. Neglispazi napoletani la Galleria Lia Rumma, fino al 14 febbraio2015, offre un approfondimento sull’indagine sperimentalee d’avanguardia del grande fotografo, con particolareattenzione al periodo compreso tra il 1969 e il 1973 (annodella sua scomparsa). Sono esposti alcuni provini a contatto,tra i quali le rare sequenzedi Jasper Johns,Roy Lichtenstein, PinoPascali e Andy Warhol,frutto delle sperimentazionilegate al soggiornodi Mulas a New York nel1964, durante il qualeinnovò la sua idea direportage e iniziò a utilizzarei provini comeready made. La mostrainclude anche una selezionedi fotografie dellaserie «Campo Urbano»(nella foto, «Campo Urbano,Alpini Boriani ColomboDevecchi, Tempolibero» Foto Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas. Cortesia dellaGalleria Lia Rumma), sequenze di immagini realizzate nel1969 a Como, durante lo svolgimento del progetto performativourbano (di cui è visibile una rara testimonianzavideo) che Mulas aveva organizzato con Bruno Munari eLuciano Caramel.Galleria Lia Rumma via Vannella Gaetani 12, mar- sab 11-13,30/14,30-19, tel. 081/19812354; www.liarumma.it. «Ugo Mulas. The SensitiveSurface» fino al 14 febbraio 2015VEDERE A NAPOLI | 14


Maria Pia Incutti1.500 oggetti di plasticatutti indimenticabiliNella Fondazione Plart il materiale plasticodall’800 a oggi e un percorso multimedialeUna storia che dura da 40 annie due generazioniLo Studio Trisorio, nato nel 1974, sta per raccontarsiin un libro e promuove festival, mostre e giovani artistiNAPOLI. La Fondazione Plart conserva una delle più importanti collezioni del mondo divere plastiche storiche: oltre 1.500 pezzi datati dalla metà dell’800 e raccolti in circa 40anni dall’ideatrice e presidente Maria Pia Incutti. Una selezione curiosa e raffinata di pezziunici, oggetti di uso comune e di design, borse, gioielli, lampade, apparecchiature elettroniche,giocattoli, radio e utensili realizzati in tutte le forme di plastica conosciute (celluloide,acrilico e resina fenolica, bachelite, polietilene, polistirene, Pvc e Abs) sistemati in teche dicorian e plexiglas. Un nucleo importante è costituito dai prototipi in poliuretano della dittaGufram di Torino, realizzati tra la fine degli anni ’60 e i primi ’70, tutti d’impronta pop: ladormeuse a forma di capitello inclinato «Capitello» progettata dallo Studio 65, l’attaccapanni«Cactus» di Guido Drocco e Franco Mello, l’esemplare unico del tavolo-prato «Tavoloerba»e la seduta-scultura in due parti «Incastro», entrambi di Mello, la poltrona di steligiganti «Pratone» di Giorgio Ceretti, Pietro Derossi e Riccardo Rosso o la seduta «Farfalla»e il tappeto «Pavé Piuma» di Piero Gilardi.Tra le prime acquisizioni della collezione vi sono opere di Lucio Fontana, Enrico Baj,Tony Cragg, Haim Steinbach, Verner Panton, Peter Ghyczy, Eero Aarnio, Ugo La Pietra,Michele De Lucchi e Gaetano Pesce. Confluiti più di recente, invece, gli oggetti diTom Dixon, Amanda Levete, Sonia Biacchi, Wanda Romano, Formafantasma, Mischer’Traxler,Sander Bokkinga, Fabio Novembre, Felix Policastro, Sergio Fermarielloe Riccardo Dalisi.Tra gli obiettivi della Fondazione Plart vi è quello di diffondere la conoscenza e garantire laconservazione degli oggetti accolti nel museo. Per tale ragione è stata elaborata una serie dimisure per la conservazione preventiva e attiva, a partire da una scheda di catalogo pensataper gli oggetti di design in plastica che permette di individuare i più opportuni interventidi restauro sulla collezione. «Gli oggetti in plastica sono testimonianze importanti delle evoluzionidel gusto, della cultura e delle innovazioni tecnologiche. La collezione che ho raccolto in molti anninasce dal desiderio di documentare questoprocesso di stratificazione dei saperi edelle tecniche. Gli oggetti sono lo specchiodi una civiltà e delle sue trasformazioni eun’istituzione museale deve leggere questiprocessi evolutivi e trasmetterli, soprattuttoalle nuove generazioni, attraversoun’offerta diversificata», spiega il presidenteIncutti. Il museo Plart è dotatodella sezione multimediale «Da unmare di petrolio a un campo di girasoli»,un percorso che si snoda trapostazioni informative e installazioniinterattive e illustra la complessa eUn allestimento al Plartaffascinante famiglia dei polimeri:dalle plastiche derivate dal petrolioa quelle ecosostenibili prodotte conmateriali vegetali. Una visita emozionale scandita da proiezioni, suoni e colori che conduce allascoperta del multiforme universo della plastica e accresce la consapevolezza di necessarie e alternativeforme di produzione ecosostenibili, soprattutto in un territorio fortemente degradato.Fondazione Plart via Giuseppe Martucci 48, mar-ven 10-13/15-18, sab 10-13,tel. 081/19565703, www.fondazioneplart.itNAPOLI. Per festeggiare 40 anni di attività lo Studio Trisorioha in mente una voluminosa pubblicazione che raccoglieràscritti, fotografie e testimonianze di un capitolo dell’arteinternazionale scritto a Napoli, legato sia all’esperienza di VillaOrlandi ad Anacapri (uno spazio di incontro e scambio culturaleper artisti, critici e galleristi offerto dalla famiglia Trisoriotra il 1970 e il 1989) sia all’attività della galleria inaugurata daPasquale e Lucia Trisorio con una personale di Dan Flavin nel1974. Dalla metà degli anni ’90, nel solco di una passione chesembra trasmessa per via ereditaria, Lucia e Laura Trisorio, madree figlia, si affiancano in un lavoro quotidiano e armonioso.Lucia, a quale tipo di galleria pensava nel 1974?Sin dall’inizio a una galleria aperta a tutte le espressioni dell’arte,anche a quelle più innovative. La nostra galleria è stata una delleprime a occuparsi di fotografia e precorrendo i tempi nel 1982abbiamo presentato per la prima volta a Napoli una rassegna divideoarte, con filmati di Nam June Paik, Bill Viola, Bruce Nauman,Joan Jonas, Vito Acconci, Daniel Buren, Christian Boltanski, AlighieroBoetti, Jannis Kounellis e Giulio Paolini.Com’era lavorare a Napoli?Non è mai stato facile. Eppure ricordo che già negli anni ’70 lagalleria rappresentava un punto di riferimento, d’incontro, diverifica e di scambio di idee. La convinzione di sostenere un lavoro Lucia e Laura Trisorioartistico meritevole ci ha spinto in ogni scelta.Quale rapporto avete con i giovani artisti?Da noi hanno sempre trovato spazio i giovani artisti e, tra questi, i napoletani Umberto Manzo e RaffaelaMariniello. In seguito è subentrata mia figlia Laura, contribuendo a far avvicinare un pubblico piùgiovane. Con lei abbiamo fatto mostre di Rebecca Horn, Eulalia Valldosera, Daniel Buren, John Wood&PaulHarrison, Fabrizio Corneli, Marisa Albanese, Sergio Fermariello, Alfredo Maiorino, Felice Varini e GregorioBotta. E con lei lo Studio Trisorio ha gestito un secondo spazio a Roma tra il 2003 e il 2011.Laura, quando ha iniziato a lavorare in galleria?Ho iniziato a lavorarci quando ero all’università, ma già prima aiutavo i miei genitori per le fiere. Sonocresciuta in quest’ambiente e ne ho assorbito tutti gli umori.Di quali progetti si occupa?Oltre alle mostre in galleria, dal 1996 curo il Festival Artecinema che ho ideato per diffondere l’artecontemporanea attraverso il cinema documentario. Il festival è diventato un punto di riferimento internazionaleed è seguito da quasi 6mila spettatori ogni anno.Che cosa lega i vostri 40 anni di attività?Naturalmente i tempi sono cambiati, ma la linea è pressappoco la stessa: programma internazionale,attraversamento di tutti i linguaggi, attenzione anche ai giovani e agli artisti napoletani. Quello che ècambiato è il ruolo delle gallerie in generale.Oggi quali sono i programmi?In galleria sono esposti fino al 31 gennaio i lavori di Martin Parr, al quale abbiamo commissionato difotografare Napoli, Capri e la costiera amalfitana. Il progetto si chiama «Amalfi Coast» e spero chegirerà il mondo. A Villa Pignatelli, invece, fino all’8 gennaio è aperta la mostra di Marisa Albanese,prodotta dallo Studio Trisorio. Un viaggio poetico per la costruzione di un mondo migliore. q O.S.V.Studio Trisorio riviera di Chiaia 215, tel. 081/414306, www.studiotrisorio.com.Collezionare, restaurare, divulgareNAPOLI. Conservazione, studio e diffusione del design attraverso iniziative, mostre, convegnied eventi organizzati in collaborazione con esperti e studiosi internazionali, costituiscono l’ossaturadell’attività e del programma della Fondazione Plart. A marzo 2015 s’inaugurerà la IIIedizione del «Festival Internazionale del design. Tradizione, innovazione e sviluppo sostenibile»diretto da Marco Petroni, coordinato da Pina Di Pasqua e realizzato coinvolgendo numeroseistituzioni e partner del territorio in una commistione disciplinare e geografica. Sin dalle dueprecedenti edizioni il festival indaga la molteplicità culturale. In primavera nella Fondazionesarà inoltre allestita la mostra di Marco Galofaro curata da Domitilla Dardi, in occasione dellaquale, il 18 e il 19 marzo, si terranno un workshop e una lecture condotti dal designer stesso.Il 17 marzo, invece, verranno presentati gli autori selezionati per il concorso internazionale il«Teatro alle scale» curato da Renato De Fusco e Vincenzo Tenore; le opere vincitrici sarannoesposte a maggio. Al tema del restauro dei materiali plastici la Fondazione Plart dedica amarzo un convegno-tavola rotonda a cura di Giovanna Cassese, Antonella Russo e Alice Hansen.Il 24 marzo Fabio Donato curerà il workshop «Grandi attrattori e itinerari culturali dellaCampania», i cui risultati saranno presentati a maggio. Una mostra dedicata alla ceramica diUgo Marano e curata da Lea Mattarella occuperà invece la Fondazione dal 7 maggio al 31 luglio,mentre dal 6 al 9 maggio all’Hotel Costantinopoli 104 sarà presentata «bio.logica» con leeccellenze del biologico campano (il 24 marzo e il 7 maggio sono in programma visite guidateal Museo Plart, al Tesoro di san Gennaro, all’Accademia di Belle Arti di Napoli e alla FondazioneBanco di Napoli). A febbraio, infine, una parte della collezione del Plart sarà esposta nelMef Museo Ettore Fico di Torino in una mostra curata da Cecilia Cecchini e Marco Petroni perraccontare una storia del design e un’appassionante vicenda del collezionismo napoletano.Fondazione Plart via Giuseppe Martucci 48, mar-ven 10-13/15-18, sab 10-13, tel. 081/19565703,www.fondazioneplart.it. «Festival Internazionale del design» da marzo a maggio 2015; «Marco Galofaro» dal18 marzo al 30 aprile; Convegno sul restauro del design e dell’arte contemporanea a marzo 2015Il lato kitsch del turismo occidentaleNAPOLI. Lo Studio Trisorioha affidato all’ironico fotografobritannico MartinParr una serie di scattisui comportamenti socialiin alcune località moltoricercate dagli stranieri edai turisti locali nel golfodi Napoli, come Caprie la costiera amalfitana.Sin dagli anni ’80 Parrlavora sul consumismo,il turismo di massa egli stereotipi alimentari,mettendone a fuoco edenfatizzandone i paradossi e le volgarità attraverso l’uso di colori molto saturi e forticontrasti. La serie intitolata «Amalfi Coast» (nella foto, «The Amalfi Coast, Italy, Capri2013» © Martin Parr/Magnum Photos/Studio Trisorio) è un’acuta indagine su come ilcattivo gusto e i costumi di massa si siano radicati anche in luoghi permeati da un’auraelitaria. L’artista ha osservato le diverse classi sociali in spiaggia, fra i reperti archeologicie i luoghi icona del Grand Tour, compiendo con un sottile humour britannico un attodi critica e denuncia del lato kitsch di comportamenti e abitudini che dalla classe mediasono oramai dilagati trasversalmente e diffusamente nella cultura occidentale. q O.S.V.Studio Trisorio riviera di Chiaia 215, lun-ven 10-13,30/16-19,30, sab 10-13, tel. 081/414306, www.studiotrisorio.com. «Martin Parr. Amalfi Coast» fino al 28 febbraio 2015VEDERE A NAPOLI | 15


Perché è bello e complicatoessere galleristi a NapoliAlfonso Artiaco ripercorre 28 anni di attivitàtra mostre, fiere internazionali e collaborazioni con istituzioni pubblicheNAPOLI. La galleria di Alfonso Artiaco, aperta nel 1986 a Pozzuolie poi trasferita in piazza dei Martiri a Napoli, nei localiche un tempo furono della storica galleria di Lucio Amelio,ha sede da due anni nel settecentesco palazzo nobiliareDe Sangro di Vietri, nel cuore antico della città. Una lungastoria che qui racconta il fondatore e direttore.È cambiato il suo lavoro in 28 anni?Se dovessi fare un confronto tra il lavoro svolto dall’aperturaa Pozzuoli nel 1986, passando per il trasferimento a Napoli nel 2003, e aquesta nuova sede inaugurata nel 2012, direi cheè profondamente cambiata l’idea di mostra. Questo è uno spazio moltoampio in cui riesco a realizzare mostre più corpose e più leggibili: èuno spazio dilatato che sviluppa e potenzia i progetti in modo piùcorrispondente alle mie idee. Un’altra differenza è che è aumentato illavoro nella parte progettuale, nella quale ricerco da sempre un legamecon il luogo fisico, la città e l’ambito internazionale.Che cosa significa lavorare a Napoli?Sarebbe faticoso ovunque, ma qui è aggravato da ulterioricomplicazioni che però, forse, rendono il mestiere anche piùaffascinante. La mia galleria produce mostre, investe nei lavorie, aspetto per me molto importante, quando è possibile coinvolgeartigiani locali. L’intera operazione ha radici precise, mi sembrerebberiduttiva l’idea di essere «semplicemente» una galleria commerciale.Perché dice che qui tutto si complica?Mi sono a lungo interrogato sulle ragioni di un sistema che nonregge il confronto con i parametri internazionali. Qui non c’èorganizzazione, siamo una somma di individualità. Il tentativo daparte mia è di annullare qualsiasi distanza tra Napoli e il modusoperandi delle gallerie internazionali, ad esempio inaugurando lastagione espositiva a settembre, proprio per avere la possibilità diarticolare un denso programma di proposte di qualità.Lei partecipa ininterrottamente ad Art Basel dal 1993.Basilea è stata molto importante per me, ma anche le altre fiere mihanno dato la possibilità di intercettare un pubblico molto più vastoe articolato rispetto a quello che abitualmente visitava la galleria.Questa visibilità ha certamente aiutato lo sviluppo del mio lavoro.Ed è anche un collezionista. Sa quante opere possiede?Non saprei rispondere, non le ho mai contate. Ho un forte rapportoaffettivo con questa raccolta e per il futuro mi piacerebbe trovare unluogo in cui poterla mostrare.Dentro il «Marcobaleno»Quali mostre ha in programma?Fino al 10 gennaio Marco Neri e Carlo Alfano. Seguiranno le mostredi Max Neuhaus, Niele Toroni, Anri Sala, Ida Tursic & Wilfried Mille,Lawrence Weiner e altri progetti che stiamo definendo per fine 2015.Intende proporre sempre il modello di una doppiapersonale dunque?La mostra dipende dall’artista, dalle sue esigenze di occuparee interpretare lo spazio, dalla produzione che verrà realizzata.Ho proposto più volte il confronto tra due artisti, ma non esisteuna regola. Mi piace anche presentare artisti napoletani dellagenerazione precedente: nel maggio scorso ho fatto la mostradi Mathelda Balatresi assieme a quella di Darren Almond e orapresento Carlo Alfano con Marco Neri. Questa è una scelta perchésono convinto che il futuro sia sempre in qualche modo germinatodal passato. Se Napoli ha una storia importante e se è stata ed èun punto di rilievo nel panorama artistico internazionale lo si deveanche a chi dal dopoguerra non ha smesso di lavorare a una idea dimodernità.Ha progetti con istituzioni pubbliche?Se si riferisce a Napoli, sono da sempre disponibile a collaborazionie lo faccio con uno spirito preciso: non considero lo spazio pubblicocome un’estensione di quello privato. Credo nel progetto. Se questoc’è, collaboro e sostengo, come ho fatto in passato, ad esempio, conla mostra di Gilbert & George al Museo di Capodimonte su invitodell’allora soprintendente Nicola Spinosa. Al Pan Palazzo delle ArtiNapoli realizzai nel 2006 la mostra «Dedica», per i venti anni dellamia attività. Oggi ho un eccellente rapporto con il Madre, che quandoposso aiuto con le mie relazioni a ottenere prestiti delle opere sia perle mostre temporanee sia per l’accrescimento della collezione. Speroche il Madre nel futuro possa contare su una propria e stabileraccolta. Non vorrei rivivere la sensazione di vuoto e desolazione cheebbi quando i precedenti prestiti furono ritirati. La galleria inoltrecollabora con la maggior parte delle istituzioni internazionali, dallaDia Art Foundation al Macba e al Mart, per citare solo le più recenti.Quale mostra a Napoli negli ultimi 5 anni merita diessere ricordata?A Napoli si fanno tante belle mostre. A parte le mie, direi quella diFrancis Alÿs al Madre, da poco terminata, e quella del giovane Riberanel 2011 al Museo di Capodimonte, a cura di Nicola Spinosa.q O.S.V.NAPOLI. Per la sua seconda personale nella galleria Alfonso Artiaco, Marco Neri presenta una selezione di lavori degli ultimisette anni realizzati nel solco di una rigorosa ricerca pittorica. Tra questi vi sono «Magna Carta» e la nuova serie «Bandiere»,in cui l’artista abolisce completamente il disegno. Nel ciclo «Senzatetto», invece, recupera alcuni elementi tipici del suorepertorio visivo, con un segno asciutto ed essenziale che contraddistingue anche le serie «Petrolio», dove si distinguonosagome di piattaforme petrolifere appena accennate, e «Giardini», con le architetture schematizzate dei padiglioni nazionalidella Biennale di Venezia. Linee esclusivamente orizzontali e verticali scandiscono le «Finestre», mentre il movimento dellalinea obliqua caratterizza «Venorm», «Snow», «Composizione per triangoli» e «Vele», opera quest’ultima ispirata alle regatedell’America’s Cup nel golfo di Napoli. In mostra vi è anche l’inedito dipinto di Carlo Alfano «Figura» del 1987-88, un omaggioall’artista napoletano scomparso nel 1990.Galleria Alfonso Artiaco piazzetta Nilo 7, lun-sab 10-20, tel.081/4976072, www.alfonsoartiaco.com. «Marco Neri. Marcobaleno, omaggio aCarlo Alfano» fino al 10 gennaio 2015Fulmini & saetteQui è passato Candide?NAPOLI. Promossa dallo Studio Trisorio, la mostra di MarisaAlbanese a Villa Pignatelli si mimetizza tra gli arredi dellestanze della dimora ottocentesca. Ispirandosi al «Candide» diVoltaire, l’artista propone un viaggio, intimo e collettivo al tempostesso, attraverso cui è possibile imparare che se tutti coltivassimoil giardino comune, cioè lo spazio condiviso, il mondosarebbe migliore. Le sue opere costituiscono degli stimoli aporsi delle domande sul perché ciò non avvenga. Il percorsonelle stanze della casa museo comprende acquerelli, sculturein bronzo, marmo e argilla, ritratti fotografici e installazioni.Villa Pignatelli. Casa della fotografia via Riviera di Chiaia 200 , «MarisaAlbanese. Fuori dal giardino» fino al 7 gennaio 2015Tanta voglia di anni OttantaNAPOLI. Curata da Angela Tecce per Castel Sant’Elmo, lamostra «Rewind. Arte a Napoli 1980-1990» analizza undecennio fondamentale per la costruzione di un’identitàinternazionale dell’arte contemporanea a Napoli. L’attivitàdelle gallerie Lucio Amelio, Centro, Studio Trisorio,Studio Morra, Lia Rumma e Alfonso Artiaco, insieme a uncollezionismo vivace e a un’attenta Soprintendenza peri Beni storici e artistici, consentirono alla città un ruolodi assoluto protagonismo nel sistema dell’arte. Con piùdi 100 opere e materiali di documentazione, il percorsoindaga tale vicenda, che trova inoltre una preziosa spondanella collezione Terrae Motus alla Reggia di Caserta.Un affondo più specifico sulla fotografia è la proposta di«Napoli Ottanta. La fotografia» curata da Denise Paganoe Giuliano Sergio per Villa Pignatelli. 140 fotografiedocumentano l’intreccio tra gallerie private, collezionismoe istituzioni pubbliche, allargando lo sguardo agli spaziindipendenti in cui era maggiormente radicato l’interesseper un linguaggio ancora considerato marginale. A chiuderela panoramica su questo decennio è l’Accademia diBelle Arti di Napoli, con una mostra sulla scenografia e iMaestri dell’Accademia e dell’Istituto d’Arte curata (nellemedesime date) da Aurora Spinosa.Castel Sant’Elmo via Tito Angelini 22, «Rewind. Arte a Napoli1980-1990» dal 19 dicembre all’8 febbraio 2015 Villa Pignatelli-Casa della fotografia via Riviera di Chiaia 200, «Napoli Ottanta. Lafotografia» dal 20 dicembre all’8 febbraio 2105Più collezionista, che talent scoutNAPOLI. Il Museo di Capodimonte ospita una selezionedi opere della collezione di Ernesto Esposito, il designerdi calzature noto in tutto il mondo. Curata da EugenioViola, la mostra presenta lavori storici, tra cui quellidi Joseph Beuys, Cy Twombly, Robert Rauschenberg,Gerhard Richter, Andy Warhol, e circa 100 nuove acquisizionidi artisti emergenti, individuati dal collezionistanapoletano prima che il mercato ne consacrasse lafortuna. Più volte esposta in Europa e in America, talecollezione è l’esito di una ricerca intuitiva che condizionagusti e tendenze.Museo di Capodimonte via Miano 2, «The Go-Between. Una selezionedi artisti internazionali emergenti dalla collezione di Ernesto Esposito»dal 13 dicembre al 13 febbraio 2015VEDERE A NAPOLI | 16


Perché da Salernomi trasferisco a NapoliNAPOLI. Per marzo 2015 Tiziana Di Caro trasferirà a Napoliin una sede ancora da definire la sua galleria inaugurataa Salerno nel 2008. Fu allora, dopo aver lavorato a Romanello Studio Stefania Miscetti e alla collezione di GiovanniGiuliani, che la gallerista salernitana tornò nella sua cittàper partecipare al vivace clima culturale che attraversaval’ambiente underground (soprattutto della musica, del teatroe della fotografia) ma anche le attività più istituzionali dellaFondazione Menna e della Fondazione Alfonso Gatto. «In questoclima frizzante, dove per vent’anni aveva operato in solitudinePaola Verrengia, dichiara la gallerista, sembrava che leistituzioni e gli amministratori cittadini avessero un progetto dirinnovamento culturale in sintonia con quello che era stata lacittà negli anni ’60». Dopo sei anni in cui è diventata un puntodi riferimento per il giovane collezionismo locale, Tiziana DiCaro darà avvio a una nuova stagione mossa dall’esigenzadi confrontarsi con un tessuto urbano diverso. E osservandoil taglio della galleria, che realizza ogni anno una mostracollettiva affidata a un giovane curatore e tre personali, sicomprendono le ragioni di questa scelta. Tiziana Di Carocollabora con artisti che sperimentano una commistione tradiscipline diverse: l’arte visiva, la musica, la letteratura, lastoria, i meccanismi del mondo naturale. Produce direttamentele mostre condividendo con gli artisti l’esigenza diconfrontarsi con il territorio. «Non è più possibile far lavorareartisti ormai già alla seconda personale in galleria come SusieJ. Lee, Monica Alonso, Nicolas Pallavicini, Maxime Rossi, AntoniaCarrara, Damir Ocko, Stanislao Di Giugno, Katja Loher,Ivano Troisi (unico salernitano), in un contesto per loro saturodi stimoli. A Napoli accadono molte cose, esiste un movimentoculturale intenso, con il Madre, le altre gallerie e le fondazioni,di cui voglio fare parte, spiega la gallerista. La mia attività aSalerno era diventata “costante”, senza margini di miglioramentoe gli stessi artisti sono in attesa di questo cambiamento»(nella foto, la mostra di Nicolas Pallavicini «Antihorizon», 2013Courtesy Tiziana Di Caro © Mimmo Di Caro).Galleria Tiziana Di Caro www.tizianadicaro.it, info@tizianadicaro.itLa sostanza è di tendenza: siamo fatti cosìDal 1992 Umberto Raucci e Carlo Santamaria gestisconoin centro città una galleria di ricerca e sperimentazioneNAPOLI. La galleria Raucci/Santamaria ha inaugurato nel 1992 nel centro storicodi Napoli, vicino alla chiesa di Santa Maria La Nova. L’esigenza di un luogopiù ampio, che consentisse l’organizzazione di due ambienti distinti, ha determinatonel 2004 la decisione di trasferirsi in corso Amedeo di Savoia. UmbertoRaucci e Carlo Santamaria proseguono lì il loro lavoro di ricerca e sperimentazioneradicato in un tessuto culturale contraddittorio e a volte impermeabile.Volete chiarire che tipo di spazio è il vostro?Abbiamo aperto la galleria spinti dalla predilezione per la ricerca. Abbiamo subitoguardato ai giovani artisti, senza pregiudizi di genere, linguaggi e ambiti geografici.Ci interessano la sperimentazione e la continuità del lavoro nel tempo. Cerchiamoartisti innovativi, senza vincoli anagrafici. Analizziamo il loro linguaggio e il modo incui traducono il loro personale discorso in forma.Quali lavori scegliete?Spesso gli artisti ritengono che fare ricerca coincida con la realizzazione di installazionio forme strane. A noi non interessa la spettacolarizzazione: l’innovazione procedeanche realizzando opere diverse, ma con i necessari contenuti. Se non c’è sostanza, laforma e la tecnica da sole non bastano per definirsi innovativi.Chi sono gli artisti che lavorano con voi?Promuoviamo gli artisti che non sono stati ancora assorbiti dal mercato stellato. David Robbins, Tim Rollins & K.O.S., Pádraig Timoney,James Yamada, ad esempio, lavorano da tempo in esclusiva con noi. Sosteniamo anche quelli non più giovani, che pur continuando ad avereun linguaggio nuovo, internazionale e di grande interesse non hanno ancora ricevuto il giusto riconoscimento.Sopravvive una galleria di tendenza a Napoli?Con difficoltà. Napoli assorbe il nuovo più lentamente di altre metropoli, comprende l’innovazione quando è già stata consacrata dal sistemainternazionale. Pensiamo a Maurizio Cattelan, che esponemmo nel 1993, a Tom Friedman nel ’94, a Ugo Rondinone nel ’97, a Peter Doig nel 2000 ea tanti altri: quasi impossibile riproporli oggi a Napoli. Sopravviviamo grazie a un collezionismo attento che si è formato con noi, condividendo lenostre scelte. Solo recentemente e dopo 22 anni abbiamo avuto un riconoscimento dalle istituzioni: al Madre sono entrate in collezione opere di nostriartisti e sono state realizzate personali di Pádraig Timoney e di David Robbins, che rappresentiamo internazionalmente da anni.Quale è la vostra programmazione oggi?A fine gennaio 2015 una personale dell’italiano Danilo Correale e a marzo-aprile l’americano Josh Tonsfeldt, entrambi giovani. Abbiamo deciso chenon faremo più doppie personali nei due spazi della galleria. Con la ristrutturazione avremo un ambiente più grande dove continueremo con lemostre, mentre destineremo quello piccolo all’oggetto d’arte, al design storico del XX secolo.È questa la vostra principale passione?Sì, è un altro lato della nostra ricerca, di cui siamo da tempo esperti e collezionisti. q O.S.V.Galleria Raucci/Santamaria corso Amedeo di Savoia 190, lun-ven 11-13,30/15-18,30, tel. 081/7443645, www.raucciesantamaria.com. «DaniloCorreale» gennaio-febbraio 2015 e «Josh Tonsfeldt» marzo-aprile 2015Novembre – DicembreAnnie LapinDicembre – GennaioJosh ReamesGennaio – FebbraioSteven CoxMarzo – AprileMichael StaniakVia Carlo Poerio 98, 80121 Napoli www.annarumma.netVEDERE A NAPOLI | 18


Sono un surfer del web a caccia di artistiFrancesco Annarumma riscopre la pittura e scova in retegiovani talenti prima che il mercato li renda inaccessibiliNAPOLI. La galleria annarumma ha inaugurato aNapoli nel 2003 e dopo un’esperienza anche a Milano(dal 2006 al 2008) si è trasferita nello spazio napoletanodi via Carlo Poerio. «La galleria si distingue per la ricerca ditalenti internazionali individuati prima che diventino famosi einavvicinabili per il nostro mercato», spiega il «talent scout»Francesco Annarumma, che si definisce un «surfer delweb» chiarendo la modalità con cui intercetta le giovanipromesse dell’arte.Osservando la programmazione degli ultimi tre annisi evince che l’interesse è orientato esclusivamentealla pittura. «Dopo aver esposto anche video e fotografia,considerando quest’ultima il linguaggio artistico più difficile dainnovare, ho compreso in anticipo rispetto a chi normalmente sioccupa di pittura che si sarebbe presto passati dall’accademismoconcettuale a una pittura processuale che s’interroga, cioè, sulmezzo pittorico e sul suo stesso linguaggio. Tuttavia ritengoche a breve si ritornerà al figurativo e mi sto attrezzando perrinnovarmi», spiega Annarumma indicando con precisionela tendenza della sua attività.Nonostante l’attenzione della galleria sia rivoltasoprattutto agli artisti non ancora affermati sul mercatointernazionale e scarsamente conosciuti in Italia, èpossibile individuare alcune eccezioni rispetto a questomodello, come l’omaggio a Gianfranco Baruchellonel 2008 nella sede milanese o le mostre del napoletanoGabriele Di Matteo. In quest’ultimo caso la scelta rientranella volontà di preservare gli artisti del territorioe di sostenere, più in generale, quelli del Sud Italia,promotori di scelte espressive che il gallerista riconoscetra le più autentiche e innovative del panorama nazionale.Tra gli artisti italiani con cui ha lavorato FrancescoAnnarumma spiccano i napoletani Vincenzo Ruscianoe Domenico Antonio Mancini, i pugliesi GiuseppeTeofilo e Laura Renna, l’abruzzese Angelo Mosca eil ligure Carlo Zanni. Tra le proposte internazionali,invece, le prime personali italiane di Rashid Johnson,Dan Attoe, Jen DeNike, Carter, Bert Rodriguez,Uwe Henneken, Justin Lowe, Hank Willis Thomas,Haavard Homstvedt, Diego Singh, Kate Steciw eAlice Browne e il debutto (sempre in Italia ma attraversomostre collettive) di David Ostrowski, Trisha Baga,Nicholas Pilato, Sebastian Black, Evan Nesbit, PaulCowan, Andy Boot, Nico Colón e altri.In settembre la galleria ha inaugurato la stagioneespositiva con Conor Backman, mentre fino al 15dicembre 2014 ospita la rassegna di Annie Lapin. Inprogramma vi sono già altre 5 personali di Josh Reames,Steven Cox, Michael Staniak, Henning Strassburger eNick Theobald.q Olga Scotto di VettimoGalleria annarumma, via Carlo Poerio 98 mar-ven 16-19.30, tel.08/0322317; www.annarumma.net. «Annie Lapin» fino al 15dicembre, «Josh Reames» da dicembre a gennaio 2015, «StevenCox» da gennaio a febbraio 2015, «Michael Staniak» da marzoad aprile 2015Brandelli romantici e borghesidi paesaggioNAPOLI. Annie Lapin (Washington DC 1978) per la secondapersonale nella galleria annarumma presenta dieci dipintidi piccole e grandi dimensioni in cui sperimenta, nelsolco della tradizione romantica e borghese della pitturadi paesaggio, un linguaggio sempre più rigoroso e asciutto.Abbandonati i precedenti riferimenti a una pittura saldamentelegata al segno e alla materia in sintonia coni modelli dell’Espressionismo astratto americano di metàNovecento, l’artista statunitense porta sulla tela quelli cheFrancesco Annarumma definisce «brandelli di paesaggio».La ricercata corrispondenza tra figura e natura viene risoltacon un segno sintetico, puramente evocativo di quel paesaggioche ancora nei lavori esposti in galleria nel 2011conservava, invece, una più certa riconoscibilità (nellafoto, «Women» di Annie Lapin, 2014).Galleria annarumma via Carlo Poerio 98, mar-ven 16-19,30, tel.08/0322317, www.annarumma.net., info@annarumma.net. «AnnieLapin», fino al 15 dicembreLa cosmogonia botanica della guaritrice filippinaNAPOLI. La spagnola Paloma Polo presenta nella Galleria Umberto Di Marino la sua prima personale italiana: «Unrest», acura di Nicoletta Daldanise. L’artista parte dalla considerazione che le culture economiche egemoni mistificano i raccontisulle comunità in via di estinzione, come quelle indigene delle Filippine, per favorire gli interessi delle multinazionali. Leforzano dall’esterno, proponendo modelli che lentamente modificano queste realtà millenarie. I lavori dell’artista analizzanoil rapporto tra sviluppo scientifico e politica coloniale, ricercando modalità alternative e non impositive per trasmettere laconoscenza. Paloma Polo ha appreso da una guaritrice indigena delle isole Filippine la classificazione locale delle piantecurative e da ciò è partita per costruire una cosmogonia botanica, compatibile con le culture diverse da quella occidentale.Galleria Umberto Di Marino via Alabardieri 1, lun-sab 15-20, tel. 081/0609318, www.galleriaumbertodimarino.com. «Paloma Polo, Unrest» dall’11dicembre all’11 febbraio 2015Augusto per gli antichie per i contemporaneiNAPOLI. «Dal 14 al ’14. Artisti per Augusto», curata daRaffaella Bosso e Simone Foresta con il coordinamentodi Marco De Gemmis celebra nel Museo ArcheologicoNazionale il bimillenario della morte di Augusto. MatheldaBalatresi, Celesta Bufano, Cecilia Capuana, GiuliaD’Anna, Paco Desiato, Daniela Di Maro, Gaetano DiRiso, Anna Fusco, Christian Leperino, Paola Nasti (conil poeta Eugenio Lucrezi), Guido Pecci, Caroline Peyron,Carmine Rezzuti, Camillo Ripaldi e Quintino Scolavino(nella foto, una sua opera realizzata insieme a CarmineRezzuti) sono stati invitati a realizzare opere ispirateall’imperatore romano basandosi su fonti storiche e letterariedi autori quali Virgilio, Ovidio, Strabone, Tacito eCassio Dione, selezionati dalle curatrici, insieme a unaguida turistica in cui è segnalata sul lungomare di Napoliuna delle tante copie bronzee dell’Augusto della Villadi Livia a Prima Porta. Gli artisti, dunque, reinterpretanoe raccontano la vita di Augusto attraverso immaginiletterarie dal fortepotere evocativo.MuseoArcheologicoNazionalepiazza Museo19, lun/mer-dom9-19,30, tel.081/4422149,www.cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale,«Dal 14 al ’14artisti per Augusto»,fino ad aprile 2015VEDERE A NAPOLI | 19


La collettiva inaugurale nella Galleria Prac e a destra«Composizione familiare» di Alfonso CannavacciuoloAll’architetto interessa la cittàLa galleria Prac, aperta nel 2013 da Piero Rennae dedicata alla ricerca figurativa, ospita CannavacciuoloNAPOLI. Per la personale nella galleria Prac-Piero Renna Arte Contemporanea curata da ValentinaRippa, il napoletano Alfonso Cannavacciuolo presenta una serie di lavori (alcuni moltorecenti) costruiti attraverso una stridente contrapposizione tra la violenza urlata delle poderosepennellate e il silenzio delle immagini solitarie. Le figure sembrano galleggiare su fondi nero peceo bianchi, attraverso i quali l’artista evoca dimensioni spaziali e architettoniche indefinite.La giovanissima galleria di Piero Renna, inaugurata nell’ottobre 2013, si muove con decisionein un ambito molto circoscritto, puntando esclusivamente sulla ricerca contemporanea figurativa,un’idea e un indirizzo sviluppati in stretta collaborazione con la storica Galleria Forni diBologna sin dalla mostra collettiva inaugurale. La specificità della galleria è ulteriormente rafforzatadalla formazione del direttore, l’architetto Piero Renna, che ha individuato come linea guidaun’indagine tematica legata allo spazio urbano, declinata attraverso molteplici approfondimentiespositivi. Lo scorso febbraio è stata la volta di «Città», una collettiva realizzata con le opere di10 artisti-architetti: Andrea Baruffi, Arno Boueilh, Giovanni La Cognata, Alessandro Papet-ti, Alejandro Quincoces, Gottfried Salzmann, Tommaso Ottieri, Giovanni Sesia, GiorgioTonelli e Velasco Vitali. Nel mese di maggio è poi seguita la personale dell’artista napoletanoTommaso Ottieri «Purgatorio», con dipinti raffiguranti grandi metropoli europee tra cui Londra,Parigi, Praga e soprattutto Napoli, di cui veniva messo in luce il complesso intreccio tra visione erealtà urbana, passato e contemporaneità. A ottobre, invece, per festeggiare un anno dall’aperturail Prac ha ospitato Aldo Mondino, con una mostra organizzata in collaborazione con la GalleriaAstuni e la Galleria Forni di Bologna. Omaggio all’artista torinese scomparso nel 2005, la mostra neha ripercorso la lunga stagione artistica cadenzata dalla sperimentazione di tecniche e materiali,dalle eterogenee tematiche indagate con il linguaggio astratto, dagli elementi Dada, surrealisti,dall’ironia pop e dagli spunti poveristi. q O.S.V.Prac-Piero Renna Arte Contemporanea via Nuova Pizzofalcone 2, lun-sab 16,30-20, tel. 081/7640096;3492876951, www.galleriarenna.com. «Alfonso Cannavacciuolo», fino al 6 febbraio 2015Le eterne relazioni degli americani con poeti e musicisti napoletaniNAPOLI. Peter Flaccus espone nella galleria Intragallery la personale intitolata «Ritorno a Napoli» curata da Tanja Lelgemann. I lavori pittorici dello statunitense, da sempre strettamentelegati alla musica e alla poesia, sono accompagnati per l’occasione dai versi del poeta napoletano Luigi Trucillo e da un brano per violino del compositore Lucio Gregoretti. Sperimentatoresin dagli anni ’90 dell’antica tecnica dell’encausto, appresa durante i soggiorni a Roma, Flaccus propone in questa mostra una selezione di lavori realizzati negli ultimi dieci annitra cui «Pompeii Scribble» del 2011, con combinazioni di varie tonalità di rosso pompeiano, il monumentale «Wall Painting-Red» del 2012, il trascendente «Self-Portrait» del 2013 e «IlGolfo» del 2014, caratterizzato invece dai toni dell’azzurro del mare di Napoli. Tutte le opere sono accompagnate da cornici barocche (acquistate da antiquari napoletani) che generano unaccostamento spiazzante e rafforzano il segno astratto tipico dell’artista.Intragallery via Cavallerizza a Chiaia 57, lun 17-20, mar-ven 10,30-13,30/17-20, sab 10,30-13,30, tel. 081/426268, 329 1033995, www.intragallery.it. «Peter Flaccus. Ritorno a Napoli» fino al 31 gennaio 2015Contaminiamoci!Dal 2010 Intragallery supporta artigiani, designer,giovani artisti, scrittori, fotografi e intellettualiNAPOLI. Intragallery ha aperto nel 2010in via Imbriani come galleria di designartigianale e studio di architettura. Animatricee ideatrice dello spazio così concepitoè Annamaria De Fanis, architettosensibile al recupero e alla valorizzazionedella sapienza artigianale campana,promossa attraverso l’esposizione di oggettirealizzati da designer e artigiani delterritorio. Il fine è di contribuire a formareun nuovo pubblico, incentivando ungusto e un’estetica contemporanei. Oggila galleria è caratterizzata da una piùmarcata apertura all’arte contemporanea,voluta da Rosa Francesca Masturzo,architetto e nuova curatrice (accantoUna veduta degli spazi di Intragalleryalla De Fanis) decisa a costruire uno spazio di «contamiNAPOLInazione» dei linguaggi attraversouna ricca varietà di proposte. Intragallery, che intanto si è trasferita nella vicina via Cavallerizza,diventa così un nuovo riferimento culturale per l’arte contemporanea, pur mantenendo comeprerogativa l’attenzione per il design e la gioielleria artistica. Con uno staff rinnovato nellearee della comunicazione e organizzazione, gestite da Federica Sheehan e Chiara Guerriore,la galleria ha avviato a ottobre un programma espositivo multiforme. A inaugurare la stagione èstata l’antologica (curata da Elisabetta Giovagnoni) della scultrice e pittrice francese DelphineValli che ha prodotto inoltre una collezione di gioielli in esclusiva. Sempre in galleria, fino al 31gennaio, è allestita la mostra del pittore newyorkese Peter Flaccus (curata da Tanja Lelgemann).Successivamente Intragallery contribuirà a finanziare il laboratorio artistico ideato da RiccardoDalisi, cui devolverà i proventi delle vendite delle opere di un gruppo di artisti emergenti espostea febbraio 2015. A marzo ci sarà la personale del campano Michele Attianese, curata da TanjaLelgemann, mentre ad aprile saranno presentate per la prima volta in Italia alcune fotografie diCorrado Sassi in un percorso ideato dalla sceneggiatrice Francesca Riario Sforza. Seguirà infine ladoppia personale dei romani Roberto Ruspoli (a cura di Francesca Riario Sforza) e Stefano Iraci(a cura di Tanja Lelgemann). Intragallery organizza anche attività extraespositive con scrittorie intellettuali. Le «Conversazioni cromatiche su Napoli», ideate e curate da Benedetta de Falco,per esempio, sono appuntamenti poetici e filosofici durante i quali Aldo Masullo (l’11 dicembre),Massimo Bray (il 30 gennaio), Francesco Durante (a marzo), Pietro Treccagnoli (ad aprile) eMaurizio De Giovanni (a maggio) racconteranno Napoli attraverso i colori.VEDERE A NAPOLI | 20


Dino Morra davanti a un’opera diLamberto TeotinoNAPOLI. Dino Morra arte contemporanea è unagiovanissima galleria aperta da soli tre anni, fortementemotivata a segnare il territorio dell’arte contemporaneaa Napoli con una programmazione riconoscibile,all’interno di spazi adatti alle esigenze creative degliartisti. Per questa ragione la galleria affronterà nel 2015il terzo trasloco, trasferendosi in un grande ambientedell’ex Lanificio.Si tratta di una struttura di archeologia industriale: lasettecentesca fabbrica della lana in cui fu convertitala quattrocentesca insula di Santa Caterina aFormiello. Qui la galleria convivrà con altre realtàmolto vivaci, animate dalla CarloRendanoAssociationche lì ha sede dal 2006. Il nuovo spazio di Dino Morra sidistingue da quelli precedenti non solo per la metratura,circa 300 metri quadri, ma anche perché abbandonataChiaia, cuore borghese della città, inaugura in unastruttura molto suggestiva nel centro antico e veracedi Napoli. «Spostare la galleria all’interno degli storici spazidell’ex Lanificio di Porta Capuana, racconta Dino Morra, èuna sfida che lancio parallelamente ai miei artisti, al fine ditradurre questo luogo in un’occasione di confronto con la cittàin una zona fortemente caratterizzata e sempre più attiva,pronta a diventare un polo culturale urbano volto al contemporaneo.Lo spazio verrà lasciato grezzo per consentire agli artistiObey per ObamaVi sfido dall’ex LanificioDino Morra si trasferisce a Porta Capuanae chiede ad artisti e giovani curatori progetti site specificd’interpretare l’ambiente con lavori site specific».La galleria intende mantenere immutato lo spiritoprogettuale e la programmazione di ricerca, affidata, comenelle precedenti stagioni, a giovani curatori: negli scorsianni il gallerista napoletano ha scelto Chiara Pirozzi,Antonello Tolve e Alessandra Troncone.Sebbene il programma del 2015 sia ancora tutto dascrivere, è certo che alcuni degli artisti (Afterall,Francesco Bertelè, Daniela Di Maro, Pierpaolo Lista,Lamberto Teotino e Mary Zygouri) con cui Dino Morraha lavorato fino a oggi avranno un ruolo non marginalein questa nuova esperienza assieme a nuove presenzenazionali e internazionali.Tutte le scelte sono condivise con l’interior designer e mogliedel gallerista Anna Clemente, parte attiva di questoprocesso di crescita della galleria: «Credo che la passione e ilsentimento siano il filo conduttore di tutta l’esperienza vissuta inquesti primi tre anni di attività; passione nel lavorare di concerto,nel prendere decisioni, nel valutare le scelte migliori. È un progettocostruito passo dopo passo con cura, voglia di far bene, di puntaresulla ricerca autentica e sulla professionalità».q O.S.V.Dino Morra Arte Contemporaneaex Lanificio di Porta Capuana, tel. 392/9420793,www.dinomorraartecontemporanea.eu, morra.dino@gmail.comNAPOLI. Il noto street artist statunitense Shepard Fairey #Obeyè in mostra al Pan. La sua personale è curata da MassimoSgroi ed è organizzata dall’associazione culturale milanesepresieduta da Luca Giglio Password Onlus in collaborazionecon l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comunedi Napoli. Già noto per la campagna massiva di stickers disseminatisui muri cittadini americani e raffiguranti il famosowrestler francese André Roussimoff (meglio noto come Andréthe Giant), Shepard Fairey, in arte Obey, ha consacrato la suafama con i ritratti di Barack Obama (nella foto «Capitol Hill»,2009) accompagnati dalle parole «Hope», «Change» e «Progress»,poi diventati icone della campagna elettorale presidenziale. A Napoli, prima tappa del tour italiano della mostra,sono esposti, tra gli altri, i lavori che Obey ha realizzato per la città di Venezia e «Capitol Hill», una tela di grandi dimensionieseguita per la campagna elettorale di Obama e mai esposta in precedenzaPAN Palazzo delle Arti Napoli via dei Mille 60, lun/mer-ven 9,30-19,30, dom 9,30-14,30, tel. 081/7958604-00, www.comune.napoli.it, www.obeynapoli.com. «Shepard Fairey # Obey», dal 6 dicembre al 28 febbraio 2015Tanto di personaleNello spazio Essearte del collettivoScu8 tutto ruota intorno all’operaNAPOLI. Essearte è una galleria gestita dal collettivoScu8 (2009) inaugurata nell’aprile 2013 nel palazzo RealMonte Manso di Scala, il cui cortile è animato da atelierdi artisti e artigiani.È uno spazio «pro-oggetto», che pone cioè il manufattoal centro della discussione artistica, recuperando nell’artecontemporanea l’esigenza di dare forma a un concetto,di oggettualizzare un’idea.In collaborazione con La Paranza e le altrecooperative sociali che gestiscono le Catacombe diSan Gennaro, Essearte ha organizzato lo scorso anno«Paleocontemporanea 2013», una rassegna articolatain diverse sedi di prestigio (catalogo arte’m).La galleria è anche tra i promotori di «Le luci di dentro»,un insolito percorso di visita multimediale organizzatonelle Catacombe di San Gennaro fino al 6 gennaio 2015.Nella sede di Essearte, invece, nel mese di dicembre lapersonale di Attilio Michele Varricchio concludeil ciclo espositivo ideato per promuovere i giovani talentiintitolato «Tanto di personale», che da febbraio scorsoha visto succedersi le opere di Anita Artura Agresta,Domenico Balsamo e Betty Bee.Nello stesso spazio, a marzo, i fratelli Scu8 presenterannoinfine in anteprima scenografie e personaggi di unlungometraggio in stop motion realizzatoin collaborazione con la casa d’animazione Tilapiadi Nicola Barile. q O.S.V.Essearte, galleria pro-oggetto via Nilo 34, tel.081/19330665, 3471276800, www.essearte.it. «AttilioMichele Varricchio» dicembre 2014 e «Mostra fratelli Scu8»marzo 2015ESSEARTEgalleria pro-oggettoVia Nilo 34 Napoli - Tel. 081.19330665 - Cell. 347.1276800 - info@essearte.it - www.essearte.itVEDERE A NAPOLI | 21


Un’opera tradizionale raffigurante la Natività© Pietro MolliNella villa dei fazzoletti artigianato e artesi danno appuntamentoIn mostra nella Fondazione Sorrento presepi partenopei, tarsie lignee sorrentine,avanguardie del Novecento italiano e Arnaldo PomodoroSORRENTO (NA). Istituita nel 2007, la Fondazione Sorrentopromuove la cultura locale e spazia in diversi ambiti nazionalie internazionali, proponendo un’offerta variegata aituristi che visitano Sorrento. È una Fondazione privata conuna partecipazione comunale, è presieduta dall’armatoreGianluigi Aponte e ha sede nella novecentesca Villa Fiorentino,una raffinata abitazione con giardino voluta neglianni Trenta dai coniugi e produttori di fazzoletti ricamatiAntonino Fiorentino e Lucia Cuomo, come sede abitativa eluogo d’incontri commerciali.A differenza di molte altre istituzioni campane, laFondazione Sorrento sviluppa una programmazioneannuale di eventi e mostre «attenta sia al territorio, di cuivalorizza l’arte e la cultura, ricorda il direttore Luigi Gargiulo,sia a diffondere la conoscenza dell’arte del ’900». In quest’otticaè stato pensato il calendario delle mostre del 2015.«Novecento Pittura italiana, tradizione e avanguardia»dal 6 marzo al 7 giugno, fornirà una panoramica deimovimenti artistici del secolo breve: dalle avanguardiestoriche all’Informale, dal Concettuale alla Pop artalla Scuola di Piazza del Popolo, con opere di Carrà,de Chirico, Balla, Sironi, Morandi, Schifano, Angeli,Boetti e De Dominicis, tra gli altri. Accompagneràl’esposizione il progetto «Adotta un artista», in cui lescuole forniranno approfondimenti tematici e ricerche cheintegreranno l’apparato didattico della mostra. È inveceun’antologica dedicata al maestro «Arnaldo Pomodoro.Rive dei Mari». Allestita dal 19 giugno al 4 ottobre 2015,ne presenterà i lavori in cui compaiono archetipi, mitie leggende legati al viaggio e al mare, instaurando unaparticolare sintonia con Sorrento e lesue storie. Dal 16 ottobre al 22 novembre 2015, poi,«Tarsia lignea sorrentina tra passato e futuro» racconteràe promuoverà l’artigianato artistico locale attraversoil confronto con le più importanti istituzioni nazionali einternazionali del settore.Il legame con la tradizione e il suo inestimabile valore sonoda sempre alla base dell’attività della Fondazione Sorrento,che in occasione del Natale presenta la V edizione di «Maestriin mostra, il presepe napoletano a Villa Fiorentino»dal 6 dicembre 2014 all’11 gennaio 2015 (quest’anno allestitain una tensostruttura di piazza Veniero per una temporaneaindisponibilità delle sale di Villa Fiorentino cheospitano una scuola disagiata). È già stata programmatadal 6 dicembre 2015 al 11 gennaio 2016 anche la VI edizionedella rassegna, nella quale il celebre artigianato presepialenapoletano, con la sua storia settecentesca, si mostrerà aivisitatori di Sorrento.Dall’inizio della sua attività la Fondazione opera su pianidiversi e mescola tradizione e contemporaneità.Contribuendo a fare di Sorrento uno dei centri culturalipiù saldi della Campania, ha sviluppato proposte espositiveche vanno dagli artisti locali (Vincenzo Stinga, LuigiPane e Antonio Mauro) all’immagine di Sorrento nellestampe d’epoca e foto contemporanee, dalla tradizionecantieristica del legno alla canzone napoletana, aEnrico Caruso, senza dimenticare la mostra «Napoli,capitale dell’arte dagli anni cinquanta ad oggi» del 2008.La Fondazione ha inoltre dedicato approfondimenti aLeonardo e al Rinascimento fantastico, a Sil’vestr Šcedrine ai suoi contemporanei russi, a Picasso, Aligi Sassu,la grande decorazione di Mario Sironi, Dalí, Paladinoe Biasiucci, coinvolgendo anche le piazze principali diSorrento. q O.S.V.Fondazione Sorrento-Villa Fiorentino corso Italia 53, tel. 081/8782284www.fondazionesorrento.com. «Novecento Pittura italiana, tradizione eavanguardia» dal 6 marzo al 7 giugno; «Arnaldo Pomodoro. Rive dei Mari»dal 19 giugno al 4 ottobre 2015; «Tarsia lignea sorrentina tra passatoe futuro» dal 16 ottobre al 22 novembre 2015 e «Maestri in mostra, ilpresepe napoletano a Villa Fiorentino», (in piazza Veniero) dal 6 dicembre2015 all’11 gennaio 2016Fondazione Sorrento, Villa Fiorentino © Antonino FattorussoVEDERE A SORRENTO | 22


Nel golfo c’è anche un progetto ispiratoalla società liquidaFondata nel 2013 da Franco Senesi, Liquid art system si occupa di artee mercato con cinque sedi, quattro dipartimenti e un approccio glocalDal Grand Tour allechiese su facebookIl soprintendente Fabrizio Vonaanticipa itinerari, progetti, mostre eriaperture dell’immenso patrimoniodi sua competenza, da Napolialla Reggia di CasertaLa mostra di Paola Margherita nello Studio Lab di CapriCAPRI (NA) E POSITANO (SA). Franco Senesi ha intrapreso l’attività di gallerista nel 1999, aprendo nel tempo sedi a Capri ePositano. Da aprile 2013 ha deciso di esplorare nuove possibilità del mercato e dell’arte contemporanea reinterpretando ilconcetto di società liquida di Zygmunt Bauman e ha dato forma a Liquid art system-Las. Il progetto coinvolge le 2 galleriedi Capri e le 3 sedi di Positano e mira a promuovere l’arte con un approccio glocale mediante una struttura organizzativache si adatti ai differenti contesti in cui opera. Lo spazio è subordinato al progetto, per questo vi sono 5 sedi e l’esigenzadi ricercare sempre nuovi scenari in cui agire. Nel 2015 è infatti prevista la chiusura di uno degli spazi della costiera e unanuova apertura in un contesto metropolitano da definire. «La parola glocale è un neologismo, indica una realtà con caratteristichesia globali sia locali, uno scambio d’informazioni e prodotti che si rivolgono al contesto internazionale tenendo conto delle specificità sociali,politiche e culturali del luogo da cui provengono», spiega Marco Izzolino, direttore artistico del progetto. Si tratta, dunque, di unprocesso di contaminazione culturale tra diverse comunità, che avviene attraverso canali tradizionali e innovativi come lacomunicazione digitale, e determina un arricchimento e una rielaborazione delle singole identità: «la cultura glocale, precisaIzzolino, nasce dalla voglia dei soggetti di far conoscere ad altre comunità la propria identità e i propri valori. Liquid art system intendesperimentare per la prima volta questo approccio nella promozione artistica». Si parte dagli artisti italiani e stranieri che utilizzanotecniche e linguaggi tradizionali. A costoro vengono garantiti strumenti e visibilità per elaborare contaminazioni e confrontarsicon un pubblico internazionale. L’isola di Capri svolge un ruolo nevralgico per il progetto, vista la sua indiscussacapacità di attrarre pubblici diversi e di innescare il confronto del sistema italiano, che è un «esempio virtuoso, afferma FrancoSenesi, del connubio fra tradizione e innovazione: una miscela di regole e saperi figli di una cultura millenaria in continua trasformazione alcontatto con il mondo. La storia e la crescita del progetto Las dimostra che è possibile applicare questo processo di conoscenza e rinnovamentoalla cultura, e in particolare all’arte visiva. L’idea è di creare in varie parti del mondo spazi espostivi e di ricerca per artisti capaci di realizzareopere d’arte che utilizzino tecniche e tradizioni locali, raccontino la realtà del mondo contemporaneo e si aprano al confronto con tecnicheinnovative». Las conta attualmente 4 dipartimenti: Square Gallery, con partner a Istanbul e a Mosca, propone artisti chepartono da media e iconografie tradizionali della propria cultura; Studio Lab sperimenta nuovi artisti e nuove modalità dicoinvolgimento del pubblico; White Room è il luogo dello scambio tra cultura locale e sperimentazioni nate in contestiinternazionali; Art Archive, ancora in fase di avvio, si concentrerà invece sullo scambio e il confronto attraverso i socialnetwork. A settembre Las ha prodotto il numero zero di «Capri. The Island of the art», un format esportabile in qualsiasialtro contesto che abbia le caratteristiche di centralità internazionale dell’isola del golfo di Napoli. Sculture, installazioni,performance e progetti di Street art permanenti sono stati dislocati nell’intera isola, dalla Piazzetta a via Vittorio Emanuele,da via Tragara ai cortili di prestigiosi alberghi. Sono stati poi messi a disposizione dei visitatori, soprattutto turisti, imezzi di trasporto per raggiungere le opere, un’app con schede critiche e la possibilità di una visita virtuale. La prossimaedizione, a settembre 2015, sarà potenziata con proposte di curatori e artisti esterni e con una mostra mercato che trasformiquesta esperienza anche in un’occasione commerciale. Nei prossimi mesi, invece, Las parteciperà a fiere (Singapore, Istanbul,Miami) e mostre internazionali (Russia). q O.S.V.Liquid art system-Las via Vittorio Emanuele 56, Capri, tel. 081/0191478; via dei Mulini 16, Positano, tel. 089/875257, www.liquidartsystem.comIl Ciuccio di fuocoSORRENTO (NA). Oltre alla quinta edizione di «Maestri in mostra, il presepe napoletanoa Villa Fiorentino» nella tensostruttura di piazza Veniero, il Natale a Sorrentooffre altri tradizionali appuntamenti promossi dal Comune. Tra questi vi sono leluminarie, inaugurate il 29 novembre con l’accensione del monumentale alberonatalizio in piazza Tasso (nella foto, © Carlo Alfaro «archivio fotografico FondazioneSorrento»). Per festeggiare la Natività non mancheranno il presepe vivente e lacaccia al tesoro, che coinvolge tutti i giovani della città. «M’illumino d’inverno»,rassegna di musica, arte e folclore, raggiungerà durante le festività la sua VII edizione.Fino al 7 dicembre sono anche in programma le «Giornate Professionali delCinema»: con la Festa dell’Albero (1 dicembre), la cerimonia dei Biglietti d’Oro (3dicembre), incontri, interviste e la proiezione di anteprime nazionali. Il 31 dicembreinfine si assisterà all’accensione del «Ciuccio di fuoco», rituale propiziatorio cheinsieme allo spettacolo pirotecnico saluterà il nuovo anno.NAPOLI E CASERTA. Fabrizio Vonagestisce dal 2011 la Soprintendenzaspeciale per il patrimonio storico,artistico ed etnoantropologico eper il Polo museale della città diNapoli e della Reggia di Caserta.Un ufficio molto complesso che hacompetenza, tra l’altro, su 8 importantimusei: le regge borboniche diCaserta e di Capodimonte (il Museodi Capodimonte è nell’elenco delleistituzioni che verranno rese autonomecon l’attuazione della prossima riformaministeriale), le Certose di San Martinoa Napoli e di San Giacomo a Capri, Castel Sant’Elmo conil Museo del ’900, Villa Pignatelli con il Museo delle Carrozzee la Casa della fotografia, il Museo Duca di Martina, con lasua importante raccolta di porcellane e il Monumento Nazionaledei Girolamini.Quale itinerario suggerirebbe?Inizierei dal mondo dimenticato delle porcellane. Questo mondoracconta la storia del Regno di Napoli, il Grand Tour del Settecento,le scoperte di Ercolano e di Pompei. Un itinerario di vedute delRegno sarà in mostra a dicembre in diverse sedi: al Museo diCapodimonte, al Museo di San Martino, alla Certosa di SanGiacomo a Capri e al Museo Duca di Martina. Quest’ultimo è unmuseo napoletano tra i meno conosciuti, ma che ospita una dellepiù consistenti collezioni mondiali di porcellane di Meissen e unnucleo molto interessate di porcellane cinesi e giapponesi, un tesoroeccezionale purtroppo ancora poco noto.Perché vuole raccontare Napoli attraverso il Settecento?A Napoli si possono fare visite sofisticatissime decidendo di seguirele traccia del Settecento. Tutto questo è risaputo ma sfugge nellasua vera portata. Pierre-Jacques Volaire arriva a Napoli e fa vedutestraordinarie (conservate al Museo di Capodimonte e al Museodi San Martino), Hackert, incaricato di ritrarre i porti del Regnodi Napoli, realizza opere di raffinata pittura (oggi alla Reggiadi Caserta), l’ambasciatore britannico Hamilton giunto a Napolis’interessa di vulcanologia e chiama Fabris a documentarne ifenomeni. Napoli nel Settecento si muove tra scienza e antichità: trala Pompei classica e il Vesuvio, diventando una capitale moderna.Come prosegue il suo viaggio nel Settecento?Attraverso l’appartamento della Reggia vanvitelliana a Caserta, doveriapriremo al pubblico il sottotetto dei musici. Sofisticata, poi, è lapasseggiata tra le camelie nel giardino all’inglese e nel Criptoportico,imbattendosi nel gruppo scultoreo del «Bagno di Diana». Senzadimenticare il Museo di Capodimonte a Napoli (altra reggia borbonicacon il suo appartamento storico), i pavimenti con mosaici romani dellavilla di Tiberio a Capri, l’alcova di Francesco I e Isabella di Spagna.Se provassimo a guardare al territorio anziché ai musei,che cosa consiglierebbe?Napoli ha un patrimonio di 1.070 chiese, di cui circa 200 sono chiuseal pubblico o solo parzialmente aperte. Abbiamo attivato una paginafacebook in cui diamo informazioni sugli orari e giorni di visita.Quali sono quelle che Lei preferisce?Santa Maria delle Grazie a Caponapoli, Santa Maria Regina Coeli,entrambe chiuse. Le bellissime Santi Severino e Sossio e SantaMaria La Nova, aperte solo in alcuni giorni.Da circa un anno la sua Soprintendenza si occupaanche della Reggia di Caserta e del MonumentoNazionale dei Girolamini. Due siti spettacolosi etormentati, come pensa di gestirli?Abbiamo molti progetti, ma nel caso dei Girolamini bisogneràattendere, il monumento sarà interessato da lavori perché inseritonel progetto Unesco di valorizzazione del centro storico di Napoli.Le sue opere più importanti saranno temporaneamente trasferitein mostra a Caserta.Quali riaperture promette nell’immediato?A dicembre riapriremo i sotterranei della Certosa di San Martino,straordinari non solo perché si conservano le testimonianze gotichedella Certosa, ma anche perché a fine Ottocento lì furono trasferitisculture e materiali lapidei dal Trecento al Settecento (un ampiorepertorio di scultura meridionale) per consentire i lavori dirisanamento della città. q O.S.V.VEDERE A NAPOLI E DINTORNI | 23


Vi porto a vedere meravigliose rovine in un paesaggio deturpatoAdele Campanelli illustra i siti archeologici e l’offerta culturale delle aree meno note della CampaniaCAMPANIA. Adele Campanelli, soprintendenteper i Beni archeologici di Salerno, Avellino, Beneventoe Caserta, già direttrice del parco archeologicodella Civitella, dopo un’esperienza trentennalein Abruzzo si occupa dall’ottobre 2010 della tutelae valorizzazione dei siti di un’area vasta e stratificata,descritta con un entusiasmo che travalica il suoruolo e che deriva da un’autentica sensibilità perquesti luoghi.Perché questi siti sono particolari?Si tratta di siti archeologici inseriti in realtà territorialimeno note che potrebbero rendere più varia e attrattival’offerta culturale delle grandi aree archeologiche campane.L’azione di tutela compiuta dalle Soprintendenzeha preservato miracolosamente città, ville e monumentiantichi, che possiamo ancora apprezzare nella cornicenaturale originale come una parentesi in paesaggi spessoirrimediabilmente deturpati.Partiamo dalla provincia di Benevento.Naturalmente la Benevento romana, con il Teatro e l’Arcodi Traiano e i monumenti di epoca longobarda, entrati recentementenel patrimonio Unesco. Meravigliosa è Sant’Agatadei Goti (Saticula), la città sannita costruita nel tufo da cui sono partiti per i più importanti museidel mondo vasi di ceramica a figure rosse di grandissimo pregio. Poi Montesarchio (la Caudium delleceleberrime Forche Caudine) con più di 2000 tombe i cui aristocratici corredi sono esposti nel Museo delSannio Caudino nella mostra «Rosso immaginario. Il racconto dei vasi di Caudium» (fino al 31 gennaio2015) dove le immagini sui crateri a figure rosse si animano per raccontare i miti ivi rappresentati.Nella provincia di Caserta che cosa consiglia?Innanzitutto l’Anfiteatro Campano di Santa Maria Capua Vetere, l’antica Capua. Secondo per dimensionisolo a quello di Roma, conserva perfettamente i sotterranei, dove sono ben leggibili gli ambienti dei gladiatorie dei sistemi delle macchine sceniche che consentivano l’accesso delle belve nell’arena. Qui, con il consorzioarte’m net, vincitore nel 2011 della gara europea per la gestione dei siti archeologici visitabili di Paestum,Velia e Santa Maria Capua Vetere, si sperimenta un’accoglienzache offre servizi integrati di qualità, anche attraverso l’apertura diun ristorante biologico (negli spazi per il bookshop e la biglietteria)che consente al visitatore di sostare nell’area archeologica con labellissima vista dell’Anfiteatro. Poi il Museo archeologico dell’anticaCapua dove sono esposti anche reperti etruschi. Nella mostra«Immaginando città», lì allestita, abbiamo raccontato le storie dellacittà antica con installazioni tecnologiche e ambienti sensibili. Benconservato è anche il vicino Mitreo: una cavità sacra nelle visceredella terra, dedicata al dio Mitra. Infine il Museo dell’antica Calatianel Casino Carafa a Maddaloni, dove si percepisce il fascinodei luoghi delle caccie reali, così come li conosciamo attraverso lestampe antiche.Ad Avellino?Importanti sono i resti della città romana di Mirabella Eclano conle terme pubbliche, il macellum e alcune abitazioni. Ad Avella, poi,c’è l’anfiteatro con la necropoli monumentale risalente all’età ellenistica.E infine a Salerno?Certamente spiccano la straordinaria esposizione archeologica delMuseo da poco aperto nel Palazzo Capua nel centro di Sarno e lavilla romana di Minori sulla costiera amalfitana. Ma sicuramenteil luogo più famoso è Paestum, una realtà complessa composta da una città, con le sue mura e monumenti,e da un territorio punteggiato da necropoli e da santuari. È inserita, come Velia, nel patrimonio Unesco.Da non perdere la visita al museo per ammirare la famosissima «Tomba del tuffatore» e le metope dell’Heraionalla foce del Sele. Infine Velia, un paesaggio dell’anima. Guardando il mare dall’acropoli possiamoimmaginare con Erodoto le navi dei coloni greci che approdano su queste coste e vi riconoscono le stessecaratteristiche dell’amata terra natia. È la storia eterna degli emigranti.Qual è il suo luogo preferito?Non saprei scegliere tra Velia, perché amo i siti dove il paesaggio naturale odora di storia, Paestum,perché è il luogo dell’eternità delle opere ben fatte, e Santa Maria Capua Vetere, dove la sfida con unacontemporaneità contraddittoria spinge a gettare il cuore oltre l’ostacolo. q O.S.V.Le peripezie della cittadina oscaUn parco archeologico e un museo raccontanola storia della vecchia e nuova Aquiloniamedievale. Oltre all’interessante pavimentazione di PiazzaMunicipio (dove sorgevano le chiese di San Giovanni edell’Immacolata), al Municipio, alla Pretura, al MonteFrumentario e alle Carceri, si possono ammirare resti diantichi palazzi. La piazza, ricomposta con le quinte dei palazzie delle chiese, ospita concerti di musica e canto tradizionali,rappresentazioni rituali e teatrali, scene e bozzetti di vitapaesana, rievocazioni storiche e proiezioni di film. Sempre nelParco, in un edificio recuperato e adattato a spazio espositivo,è allestito il Museo delle Città Itineranti che documentacon materiali storici, grafici, fotografie, filmati d’epoca, videoe pannelli esplicativi, le vicende dei paesi italiani costretticome Aquilonia a cambiare sito d’insediamento per eventisismici, ma le cui comunità sono state capaci di ridare nuovavita ai centri originari. q G.D’O.Il Parco archeologico di CarbonaraAQUILONIA (AV). Antica cittadina di origine osca, Aquiloniaè stata nella sua storia uno dei più grandi centri del Sannio.Distrutta dai Romani nel 293 a.C., devastata dai barbari nelVI secolo e successivamente riedificata dai Longobardi, funuovamente distrutta nel 1078 per mano dei Normanni. Sottoil nome di feudo di Carbonara, questo centro appartenneai Del Balzo, ai Caracciolo e agli Imperiale, fino all’eversionedella feudalità, ma solo con l’Unità d’Italia venne ripristinatoil nome di Aquilonia, che oggi indica una cittadinamoderna e ben vivibile ricostruita a un chilometro dalnucleo originale in seguito al terremoto del 1930. Letracce del passato si rinvengono su tutto il territorio, negliagglomerati urbani e nelle tombe sannitiche, romanee longobarde, nell’abbondante materiale fittile, lapideoe metallico delle contrade Casalvetere, Tratturo Largo,Pozzo Monticchio e Mattina, ma anche nei resti di uncastello in località Pietrapalomba, nel ponte romano diPietra dell’Olio sull’Ofanto e nella necropoli del IV-III secoloa.C. in località Groveggiante. Dopo 70 anni di abbandono esaccheggio, il vecchio centro di Carbonara-Aquilonia è statoriscoperto e grazie a interventi di recupero, ricomposizionee ricostruzione delle sue vestigia ora è confluito in un Parcoarcheologico, sito di grandi dimensioni che conservaintatto il vecchio tracciato urbano, una sorta di PompeiIl mondo antico in 13mila oggettiAQUILONIA (AV). Nella nuova Aquilonia merita la visita il MuseoEtnografico Beniamino Tartaglia, tra i più completi in Italianel suo genere. Qui attraverso ambientazioni e immagini sonoraccontate la vita e la società del mondo antico. Il percorsoespositivo, immerso in atmosfere di altri tempi, è distribuitosu circa 1.500 mq e su un’area all’aperto: oltre 130 ambientiraggruppati in 12 sezioni tematiche con circa 13milaoggetti recuperati con un lungo lavoro di ricerca, testimonianola storia quotidiana e secolare di questa comunità. Utensili,attrezzi, corredi, arredi, suppellettili, reperti e documenti,tutti volutamente non ordinati per collezioni (questa è laparticolarità) sono utilizzati per ricostruire con rigore filologicoambienti abitativi e di lavoro, una storia millenaria di civiltà.Museo Etnografico B. Tartaglia Carbonara 3 mar-dom 10-13/15,30-18,30, tel. 0827/83826, www.aquiloniamusei.itMUSEO ETNOGRAFICOBeniamino TartagliaAQUILONIA - AVELLINOwww.aquiloniamusei.itVia Carbonara83041 Aquilonia (Av)Tel./Fax 0827/83826direttore@aquiloniamusei.itOrario apertura museoDa Aprile a Settembre tutti i giorni 10.00-13.00/15.30-18.30Da Ottobre a Marzo tutti i giorni 10.00-13.00/15.00-18.00Lunedì chiusoVEDERE IN CAMPANIA E AD AQUILONIA | 25


È un sistema culturale a scuotere l’IrpiniaMaria Savarese ha un progetto: valorizzare borghi e castellidell’avellinese rievocando le tradizioni con mostre ed eventiAVELLINO. Quando la culturariesce a fare sistema, un territoriointero ne beneficia. Èsuccesso, per esempio, a unaprovincia geograficamenteremota e interna come Avellino,dove a settembre 2013ha preso forma Sistema Irpiniaper la Cultura Contemporanea,un progettodi grande valenza culturalee promozionale mirato allavalorizzazione dei borghie dei castelli dell’Irpiniaattraverso eventi multidisciplinari.L’ideatrice edirettrice di tale iniziativaè Maria Savarese, che nonsolo ha dato una svolta alterritorio, ma ha anche messo a regime un sistema dieventi correlati a luoghi e siti specifici, coinvolgendo divolta in volta protagonisti della cultura, dell’arte, dellafotografia, del teatro e del cinema invitati a misurarsi conun contesto dalla forte identità.Com’è nato e come si sta sviluppando il progetto?Questa terra meravigliosa è stata il motore e anche lo stimoloa non gettare la spugna nei momenti di maggiore difficoltà.All’inizio il progetto era apparso quasi pionieristico: abbiamodovuto vincere la resistenza talvolta anche degli stessiprotagonisti. Ma si è sempre respirato un clima mistico: dicreazione, di condivisione e immersione nella stessa terra. Il nostroprogramma di sviluppo culturale in Irpinia adesso è a un puntodi svolta. Con la prossima mostra dedicata a Piero Pizzi Cannella(che curerò io e che sarà inaugurata il 16 gennaio nel CarcereBorbonico di Avellino) si chiude il primo anno di Sistema Irpiniaper la Cultura Contemporanea.Come va il rapporto con il territorio?Sistema Irpinia nella sua fase attuativa si è aperto al confronto,mostrandosi un contenitore vivo e pulsante, con la forza di portareil suo messaggio oltre i propri naturali confini. Questo sistema èun moto corale della gente, uno spaccato di una provincia fattadi riservatezza e di valori, d’ideali incorruttibili che si offronosenza condizionamenti né limitazioni. Dopo il primo anno disperimentazione, fermento e di grande riscontro sul territorio (enon solo) è ora d’innescare un processo virtuoso di coinvolgimentodi forze eterogenee che condividono questo sentire e questacapacità di valicare i propri spazi. Sto lavorando a una seriedi appuntamenti culturali internazionali di cui l’Irpinia saràprotagonista. Questo è il momento in cui le strade s’imboccanocon convinzione, oppure si lasciano richiudere. Sono convintache non sarà così per l’Irpinia e per il suo contributo alla culturacontemporanea.Ha portato qui Toni Servillo, Moni Ovadia e tantialtri appuntamenti di grande intensità. Intendeproseguire?Direi di sì. È un percorso di promozione di diverse formedi espressione artistica, le emozioni si rinnovano di momentoin momento.Finalmente l’Irpinia entra nel panorama culturale.Prima aveva solo espresso sporadicamente alcunisingoli nomi.È una terra fatta di gente riservata, che ama vivere il palcoscenicoin modo vero e profondo, che rifugge i lustrini e gli strascichi. Èuna terra austera nell’informalità, complessa pur nella schiettezzadelle sue manifestazioni esteriori. Il suo patrimonio culturale è lì,disponibile per chi vuole entrare, stare in sintonia, contemplarlo.Via Varco a Rotondi si è trasformata in una strada diatelier di artisti. Luigi Mainolfi è il capostipite, maanche Perino & Vele, Eugenio Gilibertie Umberto Manzo, i fratelli Peppe e Lucio Peronesono tutti figli di questa terra. È questo fare sistema?Fare sistema è un’espressione abusata. Penso ci sia stata la voglia,«Forculae» di Perino & Vele, 2014 © Fabio Donatoanche se non per tutti nello stesso istante, di superare certe resistenzeo timidezze caratteriali, di provare a fare una riflessionefuori da schemi abitudinari. Quando si esce dalle routine si vedononuove cose. Così appare via Varco. Così appaiono ai miei occhialtre punte d’interesse artistico in Irpinia, che si collocano in undisegno emergente di grande fascino.q Enzo BattarraSistema Irpinia per la Cultura Contemporaneawww.irpiniaunsistemafraculturaememoria.itNessuno sa di arte tutto quello che sanno i lettori diIL GIORNALE DELL’ARTEOgni mese nelle edicoleComune di BisacciaOgni giorno onlineTra le alture dell’alta valle del fiume Ofanto e del fiume Sele, c’è da scoprire un centrostorico di antico e illustre retaggio, Bisaccia. Il borgo è caratterizzato dal suo Castello,menzionato già in epoca normanna, cuore culturale che ospita il Museo Civico,un’interessante esposizione cronologica che raccoglie i reperti più significativirinvenuti durante gli scavi condotti per oltre 20 anni dalla Soprintendenza peri Beni Archeologici di Salerno sulla collina di Cimitero Vecchio di Bisaccia.Un Comune che tra i suoi tesori conserva la famosa “Tomba della Principessa”, e il suoaffascinante corredo, visibile in grandezza reale nel Museo.Nella Chiesa del Convento è custodita orgogliosamente una reliquia di Sant’Antoniodi Padova, patrono del paese, consegnata alla Confraternita di Bisaccia nel 2001dai frati della Basilica di Padova. Al patrimonio storico - architettonico moltocurato si unisce un artigianato di eccellenza con la lavorazione della pietra, dellaceramica e dei tessuti oltre ad una gastronomia ricca di prodotti molto apprezzatitra cui il caciocavallo podolico.www.ilgiornaledellarte.comComune di BisacciaCorso Romuleo 86/A83044 Bisaccia (Av)Telefono +39 0827 89202www.comune.bisaccia.av.itVEDERE AD AVELLINO E IN IRPINIA | 27


Un castello, un museo e la tomba di una principessaNell’antica cittadina di Bisaccia, chiese, palazzi e i resti di una necropoli che risalealla prima e seconda Età del FerroA sinistra, Una veduta dell’allestimento del Museo Civico diBisacciaA destra, Reperti rinvenuti nel corredodella Tomba n.66BISACCIA (AV). Centro di rilevanza storica situato fra le alte valli del fiume Ofanto edel fiume Sele, il Comune di Bisaccia è legato alla cosiddetta cultura di Oliveto-Cairano, relativa al popolamento indigeno della Campania in età arcaica.Il nome Bisaccia sembra derivare da bisaccium, un termine del latino tardo che indicavala sacca portata ad armacollo. L’origine del primo nucleo abitativo, invece, èdi età longobarda, periodo cui appartengono le strutture murarie evidenziatevicino alla torre quadrangolare del Castello che, insieme al nucleo abitatosviluppatosi intorno a esso a partire dal XIII secolo, caratterizza il centrostorico. Tanti tasselli storico-architettonici oggi testimoniati dalle facciatedi Palazzo Cafazzo, Palazzo Vitale, Palazzo Capaldo e Palazzo Giordano,dai numerosi portali in pietra scolpita delle case antiche, dagli edificisacri come le chiese di San Gaetano, di San Michele, del Carmine e diSant’Antonio e, ancora, dalla Cattedrale ricostruita dopo un terremoto nel1747 riutilizzando parti del precedente edificio tra cui il portale con un’iscrizionedel 1515 su cui è scolpita la figura di San Gregorio Magno in bassorilievo.Il Castello è il tratto distintivo ed è anche il cuore culturale di Bisaccia. Citato già in epocanormanna, è frutto di vicende progettuali e costruttive sviluppatesi nei secoli successivi alla suadistruzione dovuta al sisma del 1198. La prima ricostruzione è della fine del XIII secolo su ordinedi Federico II di Svevia. Nel XVI secolo venne poi trasformato in residenza gentilizia fortificata,fu devastato da un incendio nel 1769 e abbandonato fino al 1977, quando divenne proprietà delComune. Il piano terra del Castello ospita il Museo Civico di Bisaccia, che propone uninteressante percorso cronologico articolato su tre sale e suffragato da apparati didascalici,con i reperti più significativi provenienti dagli scavi condotti dalla Soprintendenzaper i Beni Archeologici di Salerno tra il 1973 e il 1996 sulla collina di Cimitero Vecchioa Bisaccia, dove sono state rinvenute, tra l’altro, una vasta necropoli in uso trala fine del IX e la fine del VII secolo a.C. e un’area insediativa a essa sovrapposta.La mostra permanente ricostruisce l’antica storia di Bisacciaattraverso i corredi delle tante sepolture tombali scoperte in questo sito.Spiccano in particolare i corredi funebri di 30 tombe della prima e dellaseconda età del Ferro (fine IX-VII secolo a.C.) costituiti in prevalenzada manufatti ceramici ed effetti personali d’ornamento, alcuni dei qualiinediti per il pubblico italiano all’epoca del loro rinvenimento. Di granderilevanza è la tomba n. 66 detta «della Principessa». Risalente al secondoquarto del VII secolo a.C. e scoperta nel 1975, è ricostruita in scala 1:1 nellaII sala del museo. Si trattava di una grande fossa rettangolare coperta dipietre e ciottoli con un lastrone di pietra bianca al centro, eretto con funzionedi segnacolo (sèma). La tomba era contornata da un recinto di grossimassi che indicavano la presenza di un defunto di alto rango, come dimostraanche il ricco corredo costituito da vasi d’impasto (brocche, tazze, anforette,olle di argilla figulina), pregiati vasi di bronzo tra cui una phiale baccellata e duebacini a prese lunate e, ancora, fusaiole di bronzo, un’olla da derrate e un fascio di trespiedi di ferro, segni della ricchezza agricola e prerogativa quasi esclusiva dei principes dellecomunità indigene. q G. D’O.Museo Civico di Bisaccia Castello Ducale corso Romuleo, lun 17-19, mar-dom 11-13/17-19, tel. 082/789196,www.museobisaccia.itCristo sorride: prima c’era la deaMefite ora la Madonna AddolorataMusei e rovine, richiamo per l’antica Mirabella EclanoMIRABELLA ECLANO (AV). È un piccolo comune di origini antichissime, che sorge su una dorsaletra la valle del Calore e quella dell’Ufita. I primi insediamenti risalgono al periodo neoliticomentre è opera dei sanniti il nucleo urbano di Aeclanum, cui consegue l’abitato di Acquaputida,che con l’età angioina diventa Mirabella. L’appellativo Eclano fu aggiunto nel 1862per sottolineare il legame culturale con l’antica Aeclanum e con le sue tracce sopravvissutenei millenni. Nel complesso monumentaledi San Francesco, risalente al XIII secolo, èallestito il Museo Civico del Carro di Pagliae dei Misteri di Cartapesta. Qui sonoconservate alcune delle parti più significativedel maestoso «Carro di Mirabella Eclano»,un obelisco piramidale alto 25 metri epesante 20 tonnellate circa, ricomposto ogniterzo sabato di settembre in occasione della«Grande tirata». È costituito da sette registri,sette piani in paglia intrecciata a mano che siassottigliano gradatamente fino ad appuntirsinella cima, dove in fase di trasporto vienealloggiata la statua della Madonna Addolorata.Nello stesso museo trovano posto anche iUna veduta del Parco Archeologico di AeclanumMisteri di cartapesta, realizzati tra il 1870e il 1875 dall’artista locale Antonio Russo. Sono 16 gruppi scultorei (o tavolati) comprendenticirca 80 personaggi che rappresentano le 14 stazioni della Via Crucis. Le statue sono dialtezza di poco inferiore alla scala 1:1. Il Museo di Arte sacra è ospitato invece in un complessomedievale adiacente l’antichissima cattedrale di Santa Maria Maggiore, la chiesa diorigine normanna che custodisce un imponente crocefisso ligneo del XII secolo, unico nel suogenere, noto come «Cristo gaudens», dove il redentore è rappresentato non sofferente e congrandi occhi aperti. La cattedrale conserva anche un notevole soffitto ligneo dipinto nel 1749da Giuseppe Tomajoli. All’interno del museo si possono osservare paramenti e busti sacridi pregevole fattura, uno dei pochi esemplari di Exultet (un manoscritto liturgico) e una riccabiblioteca storica. Il centro storico di Mirabella Eclano annovera anche altre chiese testimonidella rilevanza di questo sito irpino già in tempi antichi, oltre ai palazzi signorili Cappuccio,Penta, Sorrentino, Ciani, de Bellis e Angrisani. Il punto di riferimento per l’immaginario sto-rico locale è però il Parco archeologico di Aeclanum, un’area sull’antica via Appia (dettaRegina viarum) che deve la sua fondazione alla tribù sannita degli irpini alla fine del III secoloa.C. Nella prima metà del secolo scorso furono eseguiti i primi scavi e riportati alla luce restie tracce di costruzioni risalenti al periodo imperiale, tra questi il macellum, le terme e diversecase. Alcuni dei reperti rinvenuti sono custoditi nel Museo civico archeologico AnticaAeclanum, che espone nell’auditorium della Ss. Annunziata le migliori testimonianze provenientidall’antica città, eretta a municipium in epoca romana. Accanto ad antichissime monete,utensili vari, lucerne e un busto imperiale, figura l’altare della dea Mefite. q G.D’O.Circuito Museale di Mirabella Eclano ven-dom 10,30-13/15,30-18, tel. 320/4036828, 338/1317800, www.cooperativaeclanum.it Parco archeologico di Aeclanum via Nazionale delle Puglie, Passo di Mirabella Eclano,lun-dom dalle 9 a un’ora prima del tramonto, tel. 0825/449175Siamo la perla della Valle dell’UfitaMIRABELLA ECLANO (AV). Francescantonio Capone, sindaco di Mirabella Eclano, fa il puntosulle potenzialità e le strategie culturali di un territorio comunale caratterizzato da importantivestigia.Quanto il patrimonio culturale è importante per la sua città?Sono da sempre sensibile al tema dei beni culturali e a tutto ciò che concerne il polo musealedella mia città. Già da assessore alla Cultura mi sono reso promotore di progetti mirati allavalorizzazione dei musei e dell’area archeologica anche attraverso l’organizzazione di visitedidattiche. Ciò ha portato alla nascita di un circuito museale di cui sono molto orgoglioso.Quanti visitatori avete?Il nostro patrimonio storico-artistico, dal polo archeologico al sistema museale, è già metadel turismo scolastico e di settore e ha contribuito a dare maggiore slancio all’attrattivitàturistica irpina. Grazie alla sinergia tra l’amministrazione comunale, la SoprintendenzaArcheologica e gli istituti scolastici regionali, abbiamo registrato sul nostro territorio oltre4mila visitatori in due anni.Come principale richiamo, puntate sull’antica Aeclanum?È stata riconosciuta come polo archeologico di riferimento dell’intera Irpinia, consentendodi far conoscere e valorizzare i tesori della nostra città, i suoi beni culturali e storici, maanche rappresentando un’occasione di crescita per l’intero territorio della Valle dell’Ufita.Come gestite il patrimonio culturale?Dal maggio 2014 ho affidato l’assessorato con delega ai Beni Culturali alla dottoressaAgnese Vietri e la gestione dei poli museali alla dottoressa Raffaella Rita D’Ambrosio. Tuttee due sono entusiaste e propositive. Abbiamo approvato due nuovi progetti riguardanti imusei della Paglia e dell’Arte sacra e sono al vaglio dei tecnici altre iniziative che apporterannonuovi benefici al territorio.VEDERE A BISACCIA E MIRABELLA ECLANO | 28


C’è un Numen per l’arte contemporaneaGiuliana Ippolito vuole proporre opere capaci di «guarire il corpoe lo spirito» e si accinge ad aprire due nuovi spazi a Benevento e a RomaBENEVENTO. Il centro storico di Benevento mantiene uncaratteristico impianto medioevale, fatto di vicoli angustie architetture fascinose: un gomitolo di strade, dove tuttoè concentrato. Qui ha sede Numen, la galleria d’arte contemporaneapiù rappresentativa della città e una tra quelledi maggior rilievo della regione campana. È in un luogostrategico, a pochi passi dall’Hortus Conclusus di MimmoPaladino e dall’Arcos, il Museo di Arte Contemporanea diBenevento, di fronte alla chiesa di Santa Sofia e al Museodel Sannio. È nata per volontà di Giuliana Ippolito, giornalista,amante e studiosa dell’arte contemporanea che hascelto la linea del rigore culturale e dell’alta qualità.Perché ha deciso di diventare gallerista?Sei anni fa, dopo diverse esperienze nell’ambito della ricercamuseale ho fondato a Benevento Numen Arti Contemporanee,una galleria composta di piccoli spazi (contenitori d’immaginario)dedicati all’arte giovane, dove ospito artisti, creativi e curatoriprovenienti prevalentemente dal Sud, dai tanti Sud dimenticatidai critici e dai collezionisti. Voglio curare attraverso l’arte,dando vita a progetti che percorrano la sottile linea didemarcazione tra femminile e maschile. In quel confine, fattotalvolta di violenza, ci sono io con il mio lavoro iniziato alcunianni fa con la valorizzazione intellettuale delle periferie e delleprovince, dove non è ammessa la cultura intesa come attivitàintellettuale produttiva, ma dove è ancora possibile recuperarela cura per le cose e le persone. È un lavoro che ho appresodirettamente dagli artisti, ascoltando i racconti dei loro progetti,osservandoli durante l’ideazione dell’opera, la percezione deglispazi di musei e laboratori definiti con narrazioni, più che conallestimenti di opere.Ha parlato di arte giovane, che cosa intende?Il mio intento è di valorizzare i giovani artisti italiani estranieri che sperimentano con serietà materiali e linguaggi,il mio knowhow è l’esplorazione d’idee di particolare interesseprovenienti dal Sud geografico. Nel 2011 è nato il progetto«Divieto di affissione, giovani avanguardie del sud del mondo», unformat per esportare negli studi di professionisti e appassionatid’arte una collettiva che non è mai la stessa, con opere quasisempre realizzate per lo spazio da un gruppo di artisti dellagalleria. Tra questi Alì Nasser-Eddine, Laura Micciarelli, IodiceSarracino, Barbara Bonfilio, Gema Ruperez, Filippo Mastrocinque,Monticelli & Pagone, Dario de Cristofaro e Francesca Manetta.L’idea è di dimostrare come queste installazioni siano capaci dimutare gli ambienti nei quali lavorano persone quasi sempreestranee al mondo dell’arte.Come percepisce, lei napoletana, la cultura sannita?Quando sono arrivata a Benevento dieci anni fa da napoletanavesuviana e viscerale quale sono, e per di più giornalista, hopercepito la difficoltà profonda della città sannita di relazionarsiall’arte, pur avendo essa stessa arte ovunque. Così è iniziata lamia osservazione, con un succedersi di conversazioni tra il dentro(gli spazi espositivi della galleria) e il fuori (il vico pulsante dellacittà), con un susseguirsi di progetti casualmente al femminile, neiquali predomina sempre l’idea della creazione e della cura.Oggi che cosa rappresenta per lei la sua galleria?Per me è il luogo dell’anima, l’espressione di un’idea dell’artecapace di recuperare la bellezza profonda delle cose, di crearerelazioni positive e di curare. L’ultima sfida che ho accettato conla collega giornalista Désirée Klain è il progetto «I miserabili»(prodotto dal Museo Madre di Napoli e presentato il 29 marzo),un tentativo di attraversare i musei italiani per manifestaremediante la metafora dell’arte il no alla violenza. Il progetto saràospitato dai musei di arte contemporanea e dai centri di ricercae indaga le cause sociali e antropologiche del femminicidio, delladiscriminazione e di ogni forma di violenza contro le donne,spostando l’attenzione dalle vittime ai carnefici. Le immaginiproposte non sono di donne tumefatte, ma dei carnefici portativia in manette. È un modo per creare un’identificazione negativa.Gli sguardi fotografati dei reali colpevoli inducono le donne adenunciarli, grazie anche all’interazione con opere d’arte e a unacamera della memoria nella quale depositare gli oggetti simbolodell’orrore, una sorta di «sfogatoio» da me progettato all’internodel quale è esposta l’opera della spagnola Gema Ruperez: 1.036fazzoletti in cellulosa che rappresentano le 1.036 donne uccise inItalia negli ultimi 8 anni; tutti i visitatori hanno potuto portareun oggetto legato a una violenza subita e prendere in cambio unpezzo dell’opera.Quali sono i suoi progetti?La galleria Numen si prepara a inaugurare nei prossimi mesiun nuovo spazio espositivo, che sarà anche sede di residenzeper artisti invitati a Benevento per realizzare opere legate alterritorio. È un progetto di galleria diffusa situata nel cuore delcentro storico, dirimpetto alla chiesa di Santa Sofia (patrimoniodell’Unesco). Nel 2015 infine la galleria Numen inaugurerà unaseconda sede a Roma.q Enzo BattarraNumen Arti Contemporanee via Noce 20, 22, tel. 338/7503300,www.numen.itL’Arcos di Creta fa crescere il SannioBENEVENTO. Arcos (Arte Contemporanea Sannio) è il museo di arte contemporanea realizzatonei sotterranei dell’ottocentesco Palazzo della Prefettura. Inaugurato nel 2005ha rappresentato subito un’occasione di crescita in una città già nota per il patrimoniomonumentale, storico e archeologico, ma anche per la ricerca e la sperimentazionedi maestri come Nicola De Maria, Luigi Mainolfi e Mimmo Paladino. Il Museo producemostre tematiche dedicate ad artisti sia affermati sia emergenti. A guidarlo è lo storicodell’arte Ferdinando Creta, che ha già ufficializzato la programmazione del 2015. Tuttele mostre saranno curate da lui. Dopo «Dentro e fuori la pelle», con opere di AntonioBiasiucci, Sergio Fermariello, Nino Longobardi (nella foto una veduta della sua mostra),Perino & Vele ed Ernesto Tatafiore, il 12 dicembre s’inaugurerà la personale di EnzoEsposito, artista di eccellenza del Sannio. Seguirà dal 14 marzo al 10 maggio la primaedizione del Concorso Internazionale di Arte Contemporanea, mentre il 30 maggio saràla volta della personale del napoletano Mario Persico, curata in collaborazione con MassimoBignardi. Dopo l’estate, dal 24 settembre 2015, sarà di scena Igor Verrilli. Ultimoappuntamento in calendario, infine, è quello con un altro artista partenopeo: RenatoBarisani. Questa mostra, curata in collaborazione con Massimo Bignardi, sarà visitabiledal 5 dicembre 2015. q E.B.ARCOS Museo d’Arte Contemporanea corso Garibaldi, mar-ven 9,30-13,30/16,30-20,30, sab-dom10-14/16,30-21,30, tel. 08324/312465, info@artsanniocampania.itnumen arti contemporanee | benevento di giuliana ippolitovico noce 20 | 22 benevento italia | numen.it | phone +39 3387503300 | info@numen.itVEDERE A BENEVENTO | 29


Sogno una Reggia GalleriaNicola Pedana cambia sede e inaugura il 12 dicembrecon Aldo MondinoCASERTA. Nicola Pedana è un giovane gallerista che eredita il mestiere dal padre Vincenzo,il proprietario di una nota galleria a Villa Literno (CE). Da subito, il giovane Nicoladecide di misurarsi con i grandi artisti internazionali. Nella sua galleria, aperta nel 2010 incentro città, si sono viste le mostre di Shozo Shimamoto, Carla Accardi e Tino Stefanoni,ma anche della più recente e prorompente generazione italiana di Vanni Cuoghi, FrancescoDe Molfetta e Paolo Bini. Ora Pedana sta per cambiare sede, trasferendosi in uno spazioancor più funzionale, e annuncia novità.È pronto per questa nuova esperienza?Lo spazio della nuova galleria mi rende molto felice ed entusiasta. È come se, inaugurato uno spazio,dopo un po’ avessi bisogno di un contenitore più grande. Se continuo così tra 10, 15 anni mi servirà laReggia per contenere le mie idee. Scherzi a parte sono contento, pieno di energia e carica positiva. Inauguroin piazza Matteotti 60 il prossimo 12 dicembre e per l’apertura ho organizzato la retrospettiva diun grandissimo artista italiano, Aldo Mondino (1938-2005) con dodici lavori dagli anni ’60 all’ultimoperiodo. La mostra nasce con l’appoggio dell’Archivio-Aldo Mondino e il figlio del maestro verrà alvernissage. La rassegna è curata da IvanQuaroni, che ha scritto anche il testo inNicola Pedanacatalogo.Dopo qual è il programmadella galleria?Oltre a ospitare mostre di artisti storicizzati e giovani, sia una fabbrica, uncantiere d’idee. La mia fissazione è che la galleria stessa diventi un’operad’arte. Mi spiego: ho in mente di far realizzare progetti ambientali e architettonici;spesso vedremo gli stessi muri e i soffitti diventare il supporto delleidee degli artisti. Già dall’inaugurazione sarà visibile nella stanza con la voltaa padiglione un’opera di Paolo Bini, giovane artista campano in cui credomolto. Per metà marzo ho un progetto in cantiere con un altro grande dellastoria dell’arte.Avanti, dica di chi si tratta.Dico solo che è uno dei massimi esponenti della pittura analitica. In maggiopoi ospiterò la personale di un artista romano di cui non voglio rivelare ilnome. Mi ha fortemente entusiasmato perché il titolo della sua mostra «ReggiaGalleria» è già di per sé un’opera. Realizzerà dei lavori legati ai dipintiesposti in Palazzo Reale. q E.B.Nicola Pedana Arte Contemporanea piazza Matteotti 60, mar-gio/sab 10-13/16,30-20, ven 16,30-20, tel. 392/6793401, www.nicolapedana.com, «AldoMondino» dal 12 dicembre«Libra» di Aldo MondinoIl «Terrae Motus» si è fermatonella Reggia di CasertaCASERTA. Nata dall’onda emotiva seguita al sisma del1980, «Terrae Motus» è la più importante collezione diarte contemporanea sul tema del terremoto. Era statamessa insieme dall’indimenticabile gallerista partenopeoLucio Amelio (1931-1994), che ha legato tale patrimonioartistico, culturale ed economico alla Reggia di Casertacon un lascito testamentario. La raccolta comprende 70lavori di 66 artisti italiani e internazionali ed è approdataal Palazzo Reale nel 1994 grazie alla collaborazione dellaFondazione Amelio con la Soprintendenza. Da allora occupasedici sale dell’Appartamento settecentesco (dove attualmentesono esposte 36 opere). La collezione «TerraeMotus» ha preso forma con un work in progress iniziato giàall’indomani del cataclisma del 23 novembre 1980, graziealla volontà e alla capacità di molti significativi artisti internazionali,chiamati in causa da Amelio, di trasformare lacatastrofe in metafora dell’inquietudine spirituale, facendoneterreno fertile per l’invenzione creativa. Molti artistirisposero all’appello del gallerista creando opere di grandidimensioni, ognuna con le proprie caratteristiche formali,tutte confluite in un esauriente spaccato della scena artisticadegli anni Ottanta. Figurano tra gli altri Andy Warhol,Keith Haring, Joseph Beuys, Emilio Vedova, Mimmo Paladino,Mario Merz, Mario Schifano, Nino Longobardi (nellafoto una sua opera) ed Enzo Cucchi. q E.B.Reggia di Caserta«Terrae Motus» via Douhet 2/a, lun/mer-dom 8,30-19,30,tel. 0823/277468, www.reggiadicaserta.beniculturali.itNicola Pedanaarte contemporaneaSculture e performance nell’ex convento-universitàSANTA MARIA CAPUA VETERE (CE). «Le Aule dell’Arte» è il titolo di un ambizioso e innovativoprogetto di arte pubblica nato nell’ottobre 2011 a seguito della mostra-laboratorio «Paradossi».È condotto dal Laboratorio Art@Com del Dipartimento di Lettere e Beni Culturali(Dilbec) della Seconda Università degli Studi di Napoli (Sun). Attraverso l’acquisizione diopere d’arte contemporanea, l’iniziativa instaura e approfondisce il rapporto tra arte pubblicae ateneo. Protagonisti del progetto sono la docente di Museologia Nadia Barrella,quella di Storia dell’arte contemporanea Gaia Salvatori, il dottore di ricerca Luca Palermo,in collaborazione con la Bunker Art Division (Bad) di Giuseppe Buonanno. Il cortile dellaFacoltà di Lettere si riempie progressivamente di sculture e installazioni e, come unamarea montante, l’arte contemporanea invade i corridoi e le aule universitarie. L’obiettivoè creare una collezione permanente, come avviene nei campus universitari statunitensidove gli studenti imparano a familiarizzare con le opere d’arte sviluppando un sensodi appartenenza. Vengono inoltre organizzati incontri con artisti e performance, attivitàformative, convegni e pubblicazioni. Sono già entrati in collezione, tra gli altri, due protagonistidell’astrazione napoletana: Renato Barisani (nella foto «Salto sul bianco», 2001)e Gianni De Tora. q E.B.Complesso universitario ex convento di San Francesco piazza San Francesco 1, lun-ven 8-19, www.letterebeniculturali.unina2.itPiazza Matteotti 6081100 Casertawww.nicolapedana.comgallerianicolapedana@gmail.comcontatto tel:3926793401VEDERE A CASERTA E SANTA MARIA CAPUA VETERE | 30


A Capua c’è Dama che pensa a tuttoNel Daphne Museum Art archeologia e arte contemporanea, una casa editrice,una biblioteca, un laboratorio studio di perizie e archivi di artistiCAPUA (CE). Il Dama (Daphne Museum Art) è allocato nellostesso palazzo in cui hanno sede il Mac (Museo civico diArte Contemporanea) e Cittadellarte di Capua «Terra di Lavoro»,nel cuore della storica cittadina del casertano a duepassi dal Museo Provinciale Campano, nel quale è conservatala collezione delle Matres Matutae (madri simbolo dellafecondità, uniche nella loro iconografia). In questo sistemamuseale nel 2008 è nato il Dama, concepito dall’artistafondatore dell’Archeorealismo, Evan De Vilde, come unaistituzione che sia una sintesi della ricerca contemporaneae archeologica. Il Daphne Museum è una piccola finestrasui mondi orientali, sulle culture neolitiche, su quellaegizia e greco-romana e vanta anche una sezione d’artecontemporanea con opere di artisti come Renato Barisani,fondatore del Mac napoletano, Gualtiero Nativi, ArmandoDe Stefano, grande figurativo napoletano, Tano Festa,Schifano, Franco Angeli, della Pop art romana, Kounellis,Gilardi, Pinelli, Spoerri e Nitsch. Il Dama si proponecome una nuova concezione del ruolo di museo, un centroculturale intorno al quale aderiscono varie iniziative. Infattiospita collettive di artisti emergenti ed è anche una casaeditrice che realizza cataloghi d’arte.La nuova stagione è stata inaugurata in novembre con lacollettiva «Napoli-Tokyo: il viaggio dell’arte», curata daMario Garbetta con opere di artisti storici e di giovaniemergenti. Tra gli esponenti delle nuove generazioniè stato particolarmente apprezzato il lavoro di NicolaPiscopo, che aveva già esposto nel Dama lo scorso annoe che in quest’ultima occasione, nei locali recentementeampliati del Museo, ha presentato l’installazione intitolata«TetrisLife», una rivisitazione pittorica di Tetris (tra iprimi giochi elettronici) allestita in collaborazione conSerena Calò. I tre giorni consecutivi del vernissage di«Napoli-Tokyo: il viaggio dell’arte» (14,15 e 16 novembre)sono serviti anche a illustrare tutte le funzioni e i serviziche questo museo garantisce agli appassionati e aicollezionisti, comprese le certificazioni di autenticitàrese possibili grazie a un laboratorio-studio di perizie evalutazioni molto avanzato e dal progetto «A.A.A. ArteAutentica, Autentica d’Arte», che si avvale di espertidi storia dell’arte classica e contemporanea per fornirestime, perizie e relativi certificati. A ciò si aggiunge unabiblioteca specializzata ricca di volumi e cataloghi d’arte.Inoltre il Dama svolge un lavoro di consulenza pergli artisti, dalla realizzazione del sito Internet allapromozione tramite i social media, dalla produzione delcatalogo all’organizzazione delle mostre. L’obiettivo è difornire un concreto contributo alla crescita degli artistiemergenti. Il Dama ha inoltre gli strumenti per svilupparearchivi di artisti, è in corso quello di Eugenio Magno.Il prossimo appuntamento è per dicembre (data ancora dadefinire quando è stato scritto l’articolo) con la personaledel campano Pasquale Monaco. Successivamente saràla volta di varie sperimentazioni artistiche nel campodella fotografia e della performance con la collaborazionedi Vincenzo Palumbo, docente di pittura e tecnicheperformative presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli.Dama Daphne Museum Art via Asilo Infantile 1, tel. 081/8147484,www.daphnemuseum.comUna veduta esterna del DamaL’arte è un cocktaildi antichi liquori e archeologiaEvan De Vilde, napoletano, classe 1973, è un artista, scrittoree poeta dotato di forte curiosità, un originale elaboratoredi opere, progetti e soluzioni innovative da applicareal sistema arte. È l’inventore dell’Archeorealismo, il movimentoche assegna all’archeologia un ruolo basilare nellacostruzione e nell’espressione del pensiero contemporaneoed è anche l’ideatore del Dama, Daphne Museum Art. DeVilde utilizza i reperti archeologici come parte integrantedelle sue opere (nella foto «Passione»), che rappresentanopertanto una curiosa sovrapposizione di passato e presente.Antichi oggetti rinvenuti rientrano così a far parte dellaquotidianità e sono catapultatinella sfera dell’artecontemporanea sottoforma di ready made.Quest’anno De Vilde sista dedicando anche allaproduzione di un liquoreseguendo ricette archeologicheche si credevanoperdute. Esplorandocosì una nuova frontieraartistica che coinvolge ilgusto e attua un processodi estensione sensorialenell’eterno tentativodi raggiungere un’arte totalizzante.dama museo artvia asilo infantile 1 - napolitel. 081 814 7484numero verde 800 912 792dama@damamuseum.comwww.damamuseum.comVEDERE A CAPUA | 31


Bagni di folla nell’anfiteatro di SpartacoIl Consorzio arte’m net da trent’anni è un modello d’interazione tra pubblicoe privato, unico in Italia, che valorizza i siti minori creando microimpresaI sotterranei dell’anfiteatro romano di Santa Maria Capua VetereSANTA MARIA CAPUA VETERE (CE). L’anfiteatro romanodi Santa Maria Capua Vetere (che risale alla fine del Isecolo/inizio del II secolo d.C.) rappresenta una delle realtàpiù virtuose del patrimonio archeologico italiano, perchécostituisce un esempio concreto di proficua interazionetra pubblico e privato. Grazie alla sistemazione dell’areaarcheologica, alla riqualificazione urbana della zonaattigua e all’assegnazione ai privati della sua gestione,dall’estate 2013 l’anfiteatro dove si esibiva Spartaco è metadi un turismo in crescita esponenziale, che è passato daicirca 10mila visitatori paganti del 2012 ai 16mila dei primi10 mesi del 2014 (con un incremento del 60%, dieci voltesuperiore alle medie nazionali), per un totale (comprensivocioè degli ingressi gratuiti) di oltre 45mila visitatori (dagennaio a ottobre 2014), rispetto ai 35mila dell’intero 2012.Qui, il Consorzio arte’m net, vincitore del bando europeoper la gestione del complesso archeologico, si occupa diaccoglienza, promozione, editoria e bookshop (arte’m),realizzazione di multipli d’arte (Museumshop), servizi dididattica (Le Nuvole), caffetteria e ristorazione (Amicobio). Il ristorante, un luogo di aggregazione anche oltregli orari di apertura del monumento, propone una cucinabiologica e biodinamica a km 0 appoggiandosi alla masseriala Colombaia. Si tratta nel complesso di un’esperienza digestione integrata che ha pochi confronti in Italia ed è affineper cultura e sensibilità alle più avvedute proposte europee:«Il nostro è un impegno poco comune, spiega Guido Savareseamministratore unico del Consorzio, reso possibile dallacollaborazione con la Soprintendenza archeologica diretta da AdeleCampanelli e con l’Amministrazione comunalee finalizzato a integrare le competenze più significative dellafiliera dei beni culturali con la qualità della vita con una missioneterritoriale di prossimità e profondità fortemente ancorata allevocazioni del territorio in cui operiamo. Siamo un laboratoriodi valorizzazione che unisce la solidità della rete di partner espertiall’incentivazione di microimprese per icosiddetti beni comuni, anche attraversopercorsi di formazione e orientamento.Ci considerano un esempio concreto dellepotenzialità dei siti minori più ancora chedei grandi attrattori di cui tanto si parla,da troppo tempo, tra retoriche sterili epratiche strumentali».Il Consorzio arte’m net, in attesadelle nuove gare del Mibact, ha oggiin gestione esclusiva anche i sitidi Paestum, Velia (ancora dellaSoprintendenza);il Gran cono del Vesuvio (ParcoGuido SavareseNazionale del Vesuvio); le Grottedi Pertosa-Auletta (FondazioneMida); l’Oasi naturale dell’Alento(Consorzio Velia) e l’Auditorium della FondazioneAlario. Arte’m (un marchio registrato di Prismi, attivodal 1980 nel panorama editoriale meridionale) ha laresponsabilità del coordinamento generale del Consorzio:quindici imprese attive negli ambitidel restauro del patrimonio monumentale, guideaudiovisive, didattica e teatro per l’infanzia, nuovetecnologie digitali, comunicazione integrata e marketing,design, ristorazione biologica; sono realtà strutturatenazionali e internazionali di grande caraturache si affiancano a piccoli operatori locali radicatinei singoli territori. «Sono stati trent’anni, conclude GuidoSavarese, di passioni, metamorfosi e aggregazioni dai saperiantichi dell’editoria tradizionale all’esplorazione delle nuovefrontiere della comunicazione certificata su carta e on-line, allavalorizzazione sostenibile votata alla rigenerazione dell’identitàambientale e storica che condensa passato e avvenire dellanostra vita quotidiana». q O.S.V.VEDERE A SANTA MARIA CAPUA VETERE | 32


Alla scoperta di mare, storia e deliziePAESTUMCapaccio-Paestum è uno dei comuni più importanti della Provincia di Salerno e del Parco Nazionale delCilento, Vallo di Diano e Alburni, per estensione risorse agricole, patrimonio storico-culturale e turismo.Durante l’anno si svolgono eventi, spettacoli e manifestazioni importanti tra cui l’unica Borsa Mediterraneadel Turismo Archeologico. La sua economia si basa su alcune risorse fondamentali tra cui : l’agricoltura, ilturismo archeologico e marittimo e l’enogastronomia di eccellenza.. Il Comune si articola su un territoriovasto e privilegiato, in cui mare, verde, storia e tradizioni si fondono per dar vita ad un’esperienza autenticaed unica nel suo genere. Affacciato sul mar Tirreno, gode di un affascinante paesaggio naturalistico, dovela tipica macchia mediterranea e la pineta abbracciano e caratterizzano i 14 km di spiaggia di sabbiafinissima. Si estende nella fertile e generosa piana del Sele dalla quale si ottengono prodotti genuini comecarciofi, pomodori e la mozzarella di bufala [prodotta secondo la locale tradizione artigianale]. L’antica cittàdi Paestum, riconosciuta dall’UNESCO “patrimonio dell’umanità” è uno dei principali parchi archeologicidel mondo, porta con sé 2500 anni di storia dalla quale è facile indovinare le gesta e la vita delle antichepopolazioni greco-romane,vantando numerosi visitatori durante tutto l’anno. Il territorio prosegue e sisviluppa lungo le pendici della collina, ricca di piantagioni di ulivo e fichi, per poi terminare e completarsinell’antico borgo di Capaccio, nel quale è possibile apprezzare antichi palazzi storici, portali, vicoletti e unincantevole panorama che affaccia su tutta la valle volgendo lo sguardo fino al mare. Terra antichissima,autentico scrigno di tesori, porta d’ingresso del parco Nazionale del Cilento. Capaccio- Paestum è unaterra ricca di tradizione, dove è possibile scoprire e gustare sapori unici e genuini, prodotti di qualità cheracchiudono in essi l’esperienza e la saggezza di chi li produce.Come arrivare: in Aereo: Aeroporto Internazionale di Napoli Capodichino Tel.+39.081.7895111, in Treno:Stazioni Ferroviarie di Salerno, Capaccio – Roccadaspide, Paestum;www.trenitalia.com – www.italotreno.it;ed in Auto: Autostrada A3 Salerno – Reggio Calabria, uscita Battipaglia se provenienti da Nord oppure uscitaEboli se provenienti da Sud, seguire Strada Statale 18 in direzione Sud sino all’uscita di Capaccio Paestum.INFORMAZIONIInfoPoint Città di Capaccio PaestumStazione di PaestumTel. +39.0828.725649www.comune.capaccio.sa.itAzienda Autonoma di Soggiornoe Turismo di PaestumVia Magna Grecia, 88784047 Capaccio (SA)Tel. +39.0828.811016info@infopaestum.itwww.infopaestum.itArea Archeologica di PaestumVia Magna Grecia, 91984047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.811023sba-sa.paestum@beniculturali.itwww.museopaestum.beniculturali.itApertura: tutti i giorni ore 08.45/un’oraprima del tramontoMuseo Archeologico di PaestumVia Magna Grecia, 91984047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.811023sba-sa.paestum@beniculturali.itwww.museopaestum.beniculturali.itApertura: tutti i giorni ore 08.30/19.30Museo narrante di Hera ArgivaVia Ponte Barizzo, 29Masseria ProcurialeFoce Sele – 84047 Capaccio Paestum (SA)Tel.0828.861440sba-sa.paestum@beniculturali.itwww.museopaestum.beniculturali.itApertura: tutti i giorni 8.30/15.30Museo del Grand Tour CapaccioPiazza Vittorio Veneto, 24Convento dei Frati Francescani84047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.1962202direttoregrandtour@libero.itwww.fondazionegbvico.orgApertura: dal martedì al sabato 10.30/13.00e 16.00/19.00 domenica 10.00/13.00Basilica PaleocristianaPiazza Basilica84047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.722430Apertura: tutti i giorni 08.00/20.00Santuario Madonna del GranatoMonte Calpazio84047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.723611madonnadelgranato@libero.itwww.madonnadelgranato.comApertura: tutti i giorni 10.00/18.00Santuario del Getsemani di PaestumVia Getsemani, 684047 Capaccio Paestum (SA)Tel. +39.0828.725019getsemanipaestum@tiscali.itwww.getsemanidipaestum.orgApertura: tutti i giorni 07.00/12.00e 15.00/19.30Convento dei Frati MinoriPiazza Vittorio Veneto84047 Capaccio Paestum (SA)Tel.+39.0828.1890457Capaccio Paestum, un’esperienza da vivere tutto l’anno


Paestum, l’antica Poseidonia,fu abbandonata a causa di un fiumeLa moderna Capaccio, porta d’ingresso del Parco del Cilento,ha avuto origine da una polis grecaCAPACCIO PAESTUM (SA). È uno dei comuni di punta della provincia di Salerno per patrimonio storico e culturale. Le sueradici risalgono al VI secolo a.C. circa, l’epoca in cui sorgeva Poseidonia, la colonia greca fondata in onore di Poseidonepassata nel 273 a.C. sotto l’impero romano con il nome di Paestum. Durante il dominio romano, Paestum subisce diversetrasformazioni urbanistiche, accresce la propria potenza commerciale e diventa un punto di riferimento per i trafficidel Mediterraneo. Nel VII secolo d.C., a causa della lenta decadenza economica della città e della cattiva influenzadel fiume Salso sulla salubrità dell’aria, l’area venne abbandonata e gli abitanti si trasferirono sul monte Calpazio, dovefu costruito un castellum dominante la piana del Sele. Bisogna però attendere l’XI secolo per trovare citata la civica novaCaputaquis, l’antica Capaccio, che oggi conserva un borgo storico con interessanti architetture. Centro vitale di unaterra antichissima, porta d’ingresso del Parco Nazionale del Cilento, Capaccio ospita, tra l’altro, il Museo del GrandTour, realizzato dalla Fondazione Gian Battista Vico nel 2003 all’interno del Convento dei Padri Francescani di Sant’Antonioin Capaccio. La sua collezione comprende oltre 120 opere, che sono per la gran parte incisioni della seconda metàdel Settecento come le quattro tavole di Morghen del 1765 della serie «Vedute della città di Paestum» o le 21 originalissimeinterpretazioni del luogo di Giovan Battista Piranesi. Tali lavori testimoniano la suggestione regalata ai viaggiatorinei secoli dalle rovine di Paestum (patrimonio Unesco): uno dei principali parchi archeologici al mondo, a pochi chilometria sud della costiera amalfitana e a nord della costiera cilentana, considerata la più bella città della Magna Grecia,dopo 2.500 anni di storiacontinua ad affascinare isuoi numerosi visitatori. L’areaarcheologica visitabile èsoltanto un piccolo settoredell’antica città di Paestum,che è delimitata da un circuitomurario ben conservatodotato di 28 torri e quattroporte principali: Porta Aureaa nord, Porta Sirena aest, Porta Marina a ovest ePorta Giustizia a sud.Nella zona del santuario settentrionaleil monumentopiù importante è il tempiodi Atena, il cosiddetto tempiodi Cerere, costruito allaUna veduta dell’area archeologica dell’antica Paestum e il tempio di Atenafine del VI secolo a.C. A suddel santuario due edifici pubblicidi età greca posizionati nell’area dell’agorà: l’Heroon, destinato al culto di un personaggio eminente, e l’Ekklesiasterion,monumento per le assemblee pubbliche. Il percorso prosegue poi con isolati e abitazioni di età romana, l’anfiteatro,un edificio pubblico dotato di piscina per il culto di Venere e il foro romano che è circondato da tabernae econserva al suo centro il tempio della Pace e il Comitium (il più importante monumento pubblico della colonia latina).Il santuario meridionale dedicato a Hera invece è caratterizzato dall’imponenza di due templi dorici: la cosiddetta Basilicacon nove colonne sulla fronte risalente al 530 a.C., secondo gli studiosi il più arcaico dei monumenti, e il tempio diNettuno della metà del V secolo a.C., considerato l’esempio più alto di architettura greca in Occidente.Nell’antica città è collocato anche il Museo archeologico Nazionale di Paestum, dove sono esposti i numerosissimireperti rinvenuti nell’area. Nato da un’idea dell’architetto Marcello De Vita nel 1938, inaugurato nel 1952 e riorganizzatonel 1999, documenta l’evoluzione storico-cronologica della città dal periodo greco a quello romano. Tra i reperti piùinteressanti della collezione spiccano le lastre tombali dipinte e tra queste la celebre Tomba del Tuffatore del 480 a.C.Un altro sito di rilievo, a soli 8 km dall’area archeologica di Paestum, è il Santuario di Hera Argiva. Scoperto nel 1934,accoglie dal 2002 il Museo narrante nella vecchia masseria Procuralio, una struttura espositiva interattiva che offrepercorsi multimediali e multisensoriali alla scoperta del santuario. q G.D’O.Area Archeologica e Museo Archeologico di Paestum via Magna Grecia 919, lun-dom 8,30-19,30,tel. 0828/811023, www.museopaestum.beniculturali.itMuseo narrante di Hera Argiva via Ponte Barizzo 29, lun-dom 8,30-15,30, tel. 0828/861440, www.museopaestum.beniculturali.itMuseo del Grand Tour piazza Vittorio Veneto 24, mar-sab 10,30-13/16-19, dom 10-13, tel. 0828/1962202, www.fondazionegbvico.org400mila nei templi meglio conservati al mondoCAPACCIO PAESTUM (SA). Italo Voza (nella foto), da poco più di due anni è il sindaco del Comunelegato all’antico e illustre nome di Paestum, risponde ad alcune domande.Lei è il sindaco di quale territorio?Un paesaggio con colline e 12 chilometri di spiaggia, il centro storico di Capaccio e, naturalmente,la città antica di Paestum, che tutti insieme nel 2013 hanno ospitato circa 400milavisitatori. Questi sono i flussi turistici anche di taglio culturale che hanno come destinazione lanostra città e i dintorni.Avete dei progetti per promuovere questo patrimonio?Ci sono molti progetti in cantiere, ma direi che il più importante e il più imminente è «ExpoPaestum», con il quale ci candidiamo ad attrarre nel 2015 un buon numero di visitatori provenientidall’Expo di Milano, assicurando loro un’esperienza unica, articolata nella degustazionedi prodotti enogastronomici di eccellenza della dieta mediterranea, nello scenario esclusivo edemozionante che caratterizza il nostro patrimonio: una città greco-romana con 2.500 anni distoria e i templi meglio conservati al mondo.Ha un desiderio nel cassetto?Il mio desiderio non può che riguardare questo momento di crisi occupazionale ed economica, soprattuttoper i giovani. Vorrei che nella mia città, valorizzando al meglio le risorse, ci fossero lavoro eserenità socio-economica per tutti, vorrei evitare per sempre il rischio di vedere i cittadini costretti alasciare la propria terra, le sue bellezze e i propri affetti per poter vivere in modo dignitoso. q G.D’O.Fulmini & saetteUn Parco Nazionale per la cittàdei filosofi Parmenide e ZenoneASCEA MARINA (SA). Nel Parco Nazionale del Cilento Vallodi Diano e Alburni (patrimonio Unesco) fanno bella mostrai resti dell’antica Elea, polis della Magna Grecia fondataintorno al 540 a.C. da alcuni esuli provenienti dall’attualeTurchia a seguito dell’occupazione persiana. Famosa per lasua scuola animata dai filosofi Parmenide e Zenone, la cittàfiorì soprattutto tra la fine del IV secolo a.C. e l’inizio delV secolo d.C., mutando il proprio nome in Velia. Il castellodi epoca medievale insieme al restante patrimonio è statoristrutturato e valorizzato dal 2005 grazie all’istituzione delParco Archeologico di Elea-Velia e a supporto di tale patrimoniostorico-architettonico è nata anche la FondazioneAlario per Elea-Velia. È un’organizzazione non lucrativa consede ad Ascea (SA) che si è occupata del recupero e dellacostituzione di importanti opere come la riqualificazionedel Palazzo Alario firmata dall’architetto Paolo Portoghesi edall’ingegnere Vittorio Gigliotti, la realizzazione di un complessopolifunzionale con l’Auditorium Parmenide, il Teatroall’aperto Zenone, il Piazzale monumentale, la ForesteriaIl Ritrovo di Parmenide e un ampio giardino. Intorno a talecomplesso numerose attività culturali e sociali sono statepromossedalla Fondazione.Parco archeologico di Elea-Velia contrada Piana di Velia, tutti i giornidalle 8,45 a un’ora dal tramonto, tel. 0974/972396Visita agli Etruschi di frontieraPONTECAGNANO FAIANO (SA). Qui vengono offerte due visiteculturali da non perdere, anche se per il Museo ArcheologicoNazionale, recentemente allestito in nuovasede, bisognerà attendere la riapertura dopo alcune operedi manutenzione straordinaria, prevista tra dicembre egennaio. Il museo è intitolato agli «Etruschi di frontiera»,poiché Pontecagnano è il sito etrusco più meridionale. Lasua collezione è costituita da reperti rinvenuti nel territoriocomunale; nell’ultimo mezzo secolo sono state scavate piùdi 9mila sepolture nella necropoli, centro villanoviano edetrusco-campano. Il percorso cronologico va dall’Età delRame a quella romana, una rilevante sezione è dedicataalle aristocrazie del periodo orientalizzante (tra la fine dell’VIIIe il VII secolo a.C.) e ai loro corredi principeschi. L’altrameta a Pontecagnano è il Parco Eco-archeologico gestitoda Legambiente, un’ampia area ecologica, archeologica edi piccola agricoltura, interessata da progetti comunitari discambi culturali. È aperta al pubblico in tutte le stagioni esvolge attività di divulgazione storica e scientifica.Parco Eco-Archeologico orario invernale 9-13/15-18, tel. 089/383202Museo Archeologico Nazionale via Lucania, tel. 089 848181In un paesaggio unicol’Auditorium di NiemeyerRAVELLO (SA). Fondata nel VI secolo a strapiombo sulmare, Ravello ha una storia notevole, legata nei secolialle vicende di Amalfi. Il suo patrimonio storico-architettonicosi è sedimentato nel tempo incantando semprepiù visitatori. Basti citare Villa Rufolo, che ha originenel XIII secolo, e Villa Cimbrone, con il suo parco secolare,ma anche i visibili fasti di un’epoca florida enobile come il Duomo di Ravello, costruito sul finire dell’XIsecolo e dedicato a Santa Maria Assunta, che oggiospita nella cripta il Museo dell’Opera del Duomo conreperti archeologici e opere d’arte allestite in due sezioniespositive, una antica e una medievale-moderna. L’animacontemporanea di Ravello è magnificamente rappresentatadall’Auditorium Oscar Niemeyer, inauguratonel 2010 e intitolato al grande architetto brasiliano chene ha donato il progetto alquanto contestato per la suamodernità innovativa. L’opera di Niemeyer si sviluppasu un’area di 1.500 metri quadri e ha 400 posti. Dallapiazza che anticipa l’ingresso si ammira un panoramaunico. Dal 2002 la Fondazione Ravello (www.fondazioneravello.com)tutela e valorizza i beni di interesse artisticoe storico del territorio del Comune è nata.Museo dell’Opera del Duomo piazza Duomo 7, lun-dom 9-19, tel.089/858311 www.museoduomoravello.comVEDERE A CAPACCIO PAESTUM, ASCEA MARINA. PONTECAGNANO FAIANO E RAVELLO | 34


La modernità nella Valle dell’IrnoMassimo Bignardi racconta il primo Fondo Regionaledi Arte Contemporanea aperto in ItaliaBARONISSI (SA). Massimo Bignardi, nato a Salerno nel 1953, è lo scrittore, curatore, criticoe docente di Storia dell’Arte contemporanea che dirige la Scuola di Specializzazionein beni storico artistici dell’Università di Siena ed è il testimone e protagonista di eventiculturali nazionali ormai da alcuni decenni. I suoi volumi sono un punto di riferimentoper l’arte in Campania dove è il direttore del Frac, il Fondo Regionale d’Arte Contemporaneacon sede a Baronissi, nel centro della Valle dell’Irno, oggi tra le strutturepiù importanti in Campania per l’arte contemporanea, la cui attività vuole bilanciare dasempre l’attenzione al territorio con l’interesse alle dinamiche nazionali e internazionali.Che funzione svolge il Frac di Baronissi?Fino da gennaio 2002 la linea guida del progetto è stata d’incidere su un territorio fortemente caratterizzatodall’Università degli Studi di Salerno, di creare una piattaforma aperta alle contaminazionitra la sfera scientifica e umanistica, di occuparsi di arte contemporanea rivolgendo l’interesse allerisorse culturali, artistiche e sociali e agli aspetti scientifici (guardando in primis al Centro di Ricercanella cui cabina di regia siedono il Comune di Baronissi, l’Università, la Regione Campania e la Provinciadi Salerno). Il Frac Baronissi è una delle prime esperienze in Italia (anteriore al Frac Piemonte).È nato come laboratorio, centro di documentazione e promozione delle vicende artistiche regionali enazionali degli ultimi cinquant’anni, con un’attenzione alla scena internazionale e una forte adesionealle radici mediterranee. Ci occupiamo di arti visive e plastiche, design, nuovi media, cinema d’artista,teatro sperimentale e danza contemporanea, come testimonia l’ampio catalogo delle nostre pubblicazioni.Non si deve dimenticare la formazione, le ricerche affidate a giovani studenti dell’area scientificastorico-artistica poi tradotte in eventi espositivi.Quali sono i suoi programmi?Nell’autunno 2015 esporremo grafica italiana degli ultimi tre decenni del XX secolo, che comprenderàla produzione calcografica e incisoria, con tutte le varie tecniche (bulino, acquaforte, punta secca,acquatinta, xilografia e litografia). Con gli studenti della Scuola di Specializzazione in beni storicoartisticidell’Università di Siena (che dirigo dal 2008) abbiamo avviato una ricerca su aspetti poco notidell’incisione contemporanea italiana e approfondito la scena napoletana e campana. Saremo affiancatidagli studenti dell’Accademia di Brera, dell’Università di Ferrara, dalla Calcografia nazionale diRoma, dalla Stamperia del Bisonte di Firenze e dal Laboratorio di Nola, che curerà la didattica.Quali artisti saranno esposti?Ci saranno due mostre incentrate sulla figura di Peter Willburger, l’incisore austriaco di gran famamorto nel 1998 che nei primi anni Settanta si era trasferito in Campania, a Raito di Vietri sul Marenella Costa di Amalfi, da dove influenzò l’intera penisola negli anni Ottanta. Il primo appuntamento,tra ottobre e novembre 2015, è «Nuove carte vesuviane. Aspetti dell’incisione oggi in Campania». Analizzala produzione incisoria sul territorio campano dai primi anni Novanta fino ai più recenti diplomatidell’Accademia di Belle Arti, dai laboratori calcografici alle varie raccolte. La seconda mostra, dal12 dicembre alla fine di febbraio 2016, s’intitola «Peter Willburger & i suoi amici incisori» e ricostruiràMassimo Bignardi © Carlo Ferrarail dibattito e le esperienze italiane degli ultimi decenni del secolo scorso conservando un caratteredidattico. Vedremo opere di Giulia Napoleone, Guido Strazza, Roberto Stelluti, Silvio Lacasella, EnricoDella Torre, Giuseppe Zigaina, Vittorio Avella, Vittorio Manno, Angelo Rizzitelli, Pietro Tarasco, NicolaGrande e Bruno Starita.Lei ha altri progetti in Campania?A dicembre s’inaugura la mostra che la Fondazione Università di Salerno (sono le Assicurazioni Generaliche festeggiano i propri 150 anni a sponsorizzare la mostra) dedica alla pittrice salernitanaIsabella Greco, scomparsa la scorsa primavera. Era un’inquieta interprete del Novecento fin dal suodebutto negli anni Quaranta nell’ambito di una figurazione che si è aperta nel secondo dopoguerraai venti nuovi della cultura europea traducendo l’espressionismo del primo decennio erede dei coloridi Van Gogh e del fremito fauve. L’esposizione si terrà nella Galleria delle opere della Camera diCommercio di Salerno. A fine dicembre inaugura il Museo d’Arte contemporanea del sistema musealePalazzo Aiello Museo di Moliterno, al confine con la provincia di Salerno. La prima sezione che apriràal pubblico è dedicata al novantenne artista Mario Carotenuto, con oltre 80 dipinti realizzati da metàanni Quaranta fino alle esperienze postmoderne.Come continua la sua attività di scrittore?Mi sono impegnato su due grandi temi da anni: il viaggio in Italia nel XX secolo e l’arte ambientale.Mi auguro di consegnare alle stampe quanto prima il libro «Terrazze al sole», dedicato ai grandi artististranieri che hanno viaggiato o soggiornato in Italia nel XX secolo (da Klee a Kandinskij, da Denise aEscher, a Kokosckha, fino all’attualità). Poi, dall’estate mi dedicherò alle ricerche sull’idea di «interno»come archetipo della nostra concezione di ambiente, intendendolo cioè come luogo e non come spazio.Questo studio è la continuazione del mio «Praticare la città. Arte ambientale, prospettive della ricercae metodologie d’intervento» apparso lo scorso anno da Liguori Editore.q Enzo BattarraMostre ogni tre mesiBARONISSI (SA). Ugo Marano (nella foto), artista salernitano scomparso nel 2012, era stato uno dei protagonisti del secondoNovecento: eclettico e carismatico, aveva spaziato dalla scultura al design utilizzando ogni tipo di materiale e imprimendo aogni lavoro un’impronta concettuale. A lui il Frac dedica un’antologica (dal 7 dicembre) con una selezione di opere datate dal1965 al 2011. La mostra è curata da Massimo Bignardi ed è organizzata in collaborazione con gli eredi Marano, la Scuola diSpecializzazione in beni storico artistici dell’Università di Siena, la Galerie Mercier&Associés di Parigi e il Comune di Cetara.Sono esposti mosaici, opere in legno e ceramica, come i grandi vasi alti 3 metri che sono una metafora dello spazio abitativo,insieme al ciclo delle sedie. Una monografia è curata da Massimo Bignardi, con testi di Enrico Crispolti, Pasquale Ruocco eVanessa Maggi e un abbondante apparato fotografico. Il 15 marzo sarà la volta della collettiva «La scultura dopo il duemila»:curata da Ada Patrizia Fiorillo vuole indagare la scultura italiana più recente con particolare attenzione al meridione. Accantoa lavori realizzati con tecniche e materiali più e meno tradizionali come il marmo, il legno, i metalli e i prodotti industriali,vi sono opere digitali, performance e video sculture. In maggio 2015, infine, toccherà a Nino Tricarico, del quale sarannoesposti 30 dipinti realizzati a partire dagli anni ’80. Accompagnerà la mostra la prima monografia dedicata all’artista lucano(Gutenberg Edizioni) con saggi di Massimo Bignardi e Giorgio Patrizi.Frac, Galleria dei Frati via Convento, lun/gio 9-12,30/16-18,30, mar-mer 9-12,30, ven-sab 10-13/17-22, dom e festivi 10-13/17-20, www.comune.baronissi.sa.it. «Ugo Marano» dal 7 dicembre al primo marzo 2015; «La scultura dopo il duemila» dal 15 marzo al 5 aprile 2015e«Nino Tricarico» a maggioVEDERE A BARONISSI | 36


Gallerista da venticinque anninella terra dei critici d’artePaola Verrengia presenta due donne: la designer partenopeaSandra Dipinto e l’artista spagnola Amparo SardDa sinistra una scultura di Amparo Sard, una veduta della mostra di Paolo Grassino «Controllo del corpo» nel 2011SALERNO. Salerno ha unagrande tradizione nell’artecontemporanea, più dovuta acritici che ad artisti e galleristi.Basta pensare a Filiberto Menna,Achille Bonito Oliva, CarmineBenincasa, Angelo Trimarco,Antonio D’Avossa e MassimoBignardi. Gli artisti e le galleriesono davvero pochi. Se siesclude la breve parentesi dellaTaide di Pietro Lista, è PaolaVerrengia, che con coraggio edeterminazione conduce la suagalleria da quasi 25 anni nelcuore della città.Inaugurata nel 1990 con ilnome di Fovea Centralis, èdiventata nel 1993 GalleriaPaola Verrengia ed è da semprededicata alle varie tendenzedell’arte contemporanea: daimaestri del dopoguerra agliastratti e informali, dall’Arteconcettuale alla fotografia, aldesign autoprodotto che quiesordì con Riccardo Dalisi nel1994.Quel filone prosegue ancoraPaola Verrengiaoggi: il 21 dicembre, infatti, saràinaugurata la mostra di SandraDipinto, cofondatrice dello studionapoletano 137a cui fanno capo grafici, fotografi e architetti.La designer partenopea ha lanciato nel 2008 la linea diaccessori «Dipinto», realizzata con materiali innovativiassemblati secondo i canoni del design contemporaneo,frutto delle sue numerose esperienze nella progettazionedi accessori per Valentino, Dolce e Gabbana, Prada e altri.Le creazioni di Sandra Dipinto rappresentano una rotturacon il passato e con la tradizione. Avvalendosi di materialialternativi, in particolare il pvc, sviluppa infatti formeinusuali (a volte tridimensionali) che partono dal corpo einvadono lo spazio circostante. Con il pvc, leggero, flessibilee non costoso, produce collier, anelli e bracciali decoraticon pietre dalle forme geometriche, creando ironiciribaltamenti tra il naturale e l’artificiale: le pietre naturali,pure e levigate sembrano infatti finte, mentre la plasticaè lavorata in modo da risultare simile a una superficieorganica, come un’onda o una foglia.Dal 7 febbraio subentrerà nella galleria Amparo Sard,un’artista di Palma di Maiorca che utilizza disegno,fotografia, installazione, video e scultura per analizzarecomplesse dinamiche esistenziali. La sua tecnica piùpeculiare è la punzonatura della carta. Il foglio biancoè traforato dall’ago che disegna forme e volumi con effettidi chiaroscuro simili al bassorilievo. La carta forata diventaancora più fragile, per l’artista un’analogia dell’uomo difronte alle sue paure. Gli ultimi lavori dell’artista spagnolasono sculture ispirate all’ossessione amorosa, volumi infibra di vetro, simili a prolungamenti artificiali del corpo,inquietanti arti recisi, ambigui oggetti privi di vita.Tra gli artisti con cui collabora e ha collaborato la GalleriaPaola Verrengia ricordiamo, solo per citarne alcuni,Luigi Mainolfi, Joseph Beuys, Emanuela Fiorelli,Michelangelo Galliani, Paolo Grassino, Studio Azzurro,Barbara Salvucci, Rebeca Menendez, Claudia Rogge,Filippo Centenari, Mrdjan Bajic, Rosy Rox, Robert Jack,Shinya Sakurai e Paolo Radi.q E.B.Galleria Paola Verrengia via Fieravecchia 34, lun-ven 16,30-20,30, sab10,30-13/17-21, tel. 089/241925, www.galleriaverrengia.it. «FilippoCentenari/Maria Elisabetta Novello» fino al 18 dicembre; «SandraDipinto» dal 21 dicembre; «Amparo Sard» dal 7 febbraioDopoguerra e ricostruzionenella pittura di Isabella GrecoSALERNO. Nel Centro Congressi Internazionale «SalernoIncontra» della Camera di Commercio di Salerno è visibilela mostra dedicata a Isabella Greco dalla FondazioneUniversità di Salerno e dalle Assicurazioni Generali chefesteggiano i 150 anni. La pittrice salernitana scomparsala scorsa primavera era stata una figura preminente fin dalsecondo dopoguerra, che sconfinava dall’ambito territorialecon una ricerca di respiro europeo. Scrive Massimo Bignardinel testo del catalogo che accompagna la mostra:«La Greco compare sulla scena espositiva salernitana nel1946 e trova la sua piena affermazione nei primissimianni Cinquanta. La sua pittura guarda a una sintesi delleforme facendo leva su un impianto cromatico vivo e acceso,come documentano “Studio di figura” della metà deglianni Quaranta e maggiormente “Paesaggio”, del 1959».I suoi accenti figurativi sono sempre intrisi di emozioni.La sua produzione guarda alla nuova pittura italiana maanche a contesti storici internazionali. Questa mostraserve innanzitutto a ricollocare l’artista nell’area della ricercavisiva campana e italiana della seconda metà delNovecento quando Isabella Greco è stata molto attiva neiprocessi culturali della sua città, Salerno, dove ha espostopiù volte proponendo un linguaggio che, rilevava FilibertoMenna, «altalena dal reale alla pittura e dalla pittura alreale». La retrospettiva a pochi mesi dalla sua scomparsavuole essere un omaggio a un’artista e un tributo a unadonna che è stata protagonista della vita culturale salernitanain un’epoca in cui le donne attive culturalmente nonerano ancora frequenti, in un contesto storico e geograficoall’indomani di una guerra che aveva devastato il territorio,ma anche scosso le coscienze e le menti. Salerno era trale città protagoniste di una rinascita nazionale, di un’Italiache voleva lasciarsi alle spalle una triste vicenda. In quelclima nasceva artisticamente la Greco, pronta a trasmetterenelle sue opere il dolore e le inquietudini della guerra,ma anche lo spirito di una ricostruzione che guardavaben al di là delle mura cittadine. q E.B.Camera di Commercio Centro Congressi Internazionale SalernoIncontra via Roma 29, tel. 089/2786777, www.salernoincontra.com. «Isabella Greco. Inquieta interprete del Novecento» dall’11dicembre al 18 gennaio 2015VEDERE A SALERNO | 37


Tutte le mostre da vedere in CampaniaNAPOLIAccademia di Belle Artidi Napolivia Bellini 36, via Santa Mariadi Costantinopoli 107081 441900www.accademiadinapoli.itFabio Donato.Uno sguardo da Occidente➤ 10 dic.Anni ’80 in Accademia20 dic. ➤ 8 feb. 2015Aeroporto Internazionaledi Napolivia del RiposoAaron Baghetti. Alza LoSguardo. Tilt Up.➤ 31 gen. 2015Pedro Canofeb. ➤ gen. 2015Castel dell’Ovovia Eldorado 3081 2400055L’Italia intatta di GennaroDella Monica (1936-1917)➤ 10 gen. 2015Castel Sant’Elmovia Tito Angelini 22081 2294401www.polomusealenapoli.beniculturali.itRewind. Arte a Napoli1980-199019 dic. ➤ 8 feb. 2015Cappella e Museo delTesoro di San Gennarovia Duomo 149/a081 294980www.museosangennaro.comOri, argenti, gemme esmalti nella Napoliangioina 1266-1381➤ 31 dic.Catacombe di SanGennarovia Capodimonte 13081 7443714Le luci di dentro➤ 6 gen. 2015Complesso Monumentaledi San DomenicoMaggiorevico San Domenico 18081 0102005Il Bello o il Vero. Lascultura napoletana delsecondo Ottocento e delprimo Novecento➤ 31 gen. 2015Fondazione FoucaultPalazzo Van Wittelpiazza Vanvitelli 1081 5784548Sal Smallstones➤ 31 dic.Fondazione Morra Grecolargo Avellino al Duomo 17081 210690www.fondazionemorragreco.comPetra Feriancova. ThingsThat Happen, and ThingsThat are Done. OnBeginnings and Matter11 dic. ➤ 20 gen. 2015Madre-Museo d’ArteContemporaneaDonnareginavia Luigi Settembrini 79081 19313016www.madrenapoli.itWalid Raad. Preface/Prefazione➤ 19 gen. 2015Lucio Amelio.Dalla Modern Art AgencyUno scorcio di Pompei con il Vesuvio sullo sfondoalla genesi di TerraeMotus (1965-1982)Documenti, opere,una storia...➤ 9 mar. 2015Museo ArcheologicoNazionale di Napolipiazza Museo Nazionale 19081 292823www.museoarcheologiconazionale.campaniabeniculturali.itGiovanni Frangi. LotteriaFarnese➤ 11 gen. 2015Luigi Spina. Buchner’sboxes1 dic. ➤ 6 gen. 2015Dal 14 al ’14. Artisti perAugusto➤ 30 apr. 2015Pedro Cano. Mediterranea15 gen. ➤ 16 feb. 2015Brigates. Il più grandeartista del mondo6 feb. 2015 ➤ 9 mar. 2015Isabella Mosca Ducrot.Effimeromar. 2015 ➤ mag. 2015(Altre sedi: MuseoArcheologico Antica Nola-Museo Archeologico CampiFlegrei-Baia, Cuma e Pozzuoli)Ritorno in Campania 2014d.C. da Ottaviano al divoAugusto1 dic. ➤ 30 apr. 2015Museo di Capodimontevia Miano 2081 7499111www.polomusealenapoli.beniculturali.itVincenzo Gemito.Dal salotto Minozzial Museo di Capodimonte➤ 30 apr. 2015La collezione ErnestoEsposito13 dic. 2014 ➤ 13 feb. 2015Museo Hermann Nitschvico Lungo Pontecorvo 29/d081 5641655www.museonitsch.orgLa poesia visuale/Laparola totale:Poesia visuale a Genova ea Milano5 dic. ➤ 15 dic.Poesia visuale a Firenze ea Roma18 dic. ➤ 15 gen. 2015Hermann Nitsch.Azionismo pittorico.Eccesso e sensibilità➤ 28 feb. 2016Fondazione Plartvia Martucci 48081 19565703www.plart.itFestival Internazionaledel design. Tradizione,innovazione e svilupposostenibilàmar. ➤ mag. 2015Marco Galofaro18 mar. 2015 ➤ 30 apr. 2015Palazzo ZevallosStigliano-Gallerie d’Italiavia Toledo 185800 16052007www.palazzozevallos.comTanzio da Varallo incontraCaravaggio. Pittura aNapoli nel primo Seicento➤ 11 gen. 2015Pan-Palazzo delle ArtiNapoliPalazzo Roccellavia dei Mille 60081 7958604/05/31www.comune.napoli.itShepard Fairey. #Obey6 dic. ➤ 28 feb. 2015Women of visionmar. 2015 ➤ mag. 2015Villa Pignatelli - Casadella Fotografiariviera di Chiaia 200081 669675www.polomusealenapoli.beniculturali.itMarisa Albanese. Fuori dalgiardino➤ 7 gen. 2015Napoli Ottanta. Lafotografia20 dic. ➤ 8 feb. 20151 Operavia Bellini 26393 3641664KayOne. No Runs, NoDrips➤ 13 dic.Al Blu di Prussiavia Gaetano Filangieri 42081 409446www.albludiprussia.comAlessandro Busci5 dic. ➤ 20 dic.Andrea Aquilanti14 gen. 2015 ➤ 14 feb. 2015Luigi De Simone21 feb. ➤ 20 mar.Alfonso ArtiacoPalazzo Principe Raimondo deSangro - Piazzetta Nilo 7081 4976072www.alfonsoartiaco.comMarco Neri. Marcobaleno,omaggio a Carlo Alfano➤ 10 gen. 2015Annarummavia Carlo Poerio 98081 0322317; 345.6137506www.annarumma.netAnnie Lapin➤ 15 dic.Josh Reamesdic. ➤ gen. 2015Steven Coxgen. ➤ feb. 2015Michael Staniakmar. 2015 ➤ apr. 2015Associazione culturalePantesiapiazza Amedeo 16/d081 6581694www.pantesia.comL’insieme, il dettaglio➤ da gen. 2015ART 1307rampe Sant’Antonioa Posillipo 104081 660216www.art1307.comMeta-illusioni➤ 10 gen. 2015CasaMadre ArteContemporaneaPalazzo Partanna -piazza dei Martiri 58081 19360591www.lacasamadre.itBoetti➤ 29 dic.Esseartevia Nilo 34081 19330665www.essearte.itAttilio Michele Varricchiodic. 2014I fratelli Scu8da mar. 2015Galleria Fontivia Chiaia 229081 411409www.galleriafonti.itSeb Patane. Abdomen➤ 30 gen. 2015Galleria Raucci/Santamariacorso Amedeo di Savoia 190081 7443645www.raucciesantamaria.comDanilo Correalegen. ➤ feb.Josh Tonsfeldtmar. ➤ apr. 2015Galleria UmbertoDi Marinovia Alabardieri 1081 0609318www.galleriaumbertodimarino.comPaloma Polo. Unrest11 dic. ➤ 11 feb. 2015Francesca Grillifeb. ➤ mar. 2015Intragalleryvia Cavallerizza a CHiaia 57www.intragallery.it329 1033995Peter Flaccus. Ritorno aNapoli➤ 31 gen. 2015The Go-Between. Unaselezionedi artisti internazionaliemergenti dalla collezionedi Ernesto Espositoda feb. 2015Michele Attianeseda mar. 2015Lia Rummavia Vannella Gaetani 12081 19812354www.liarumma.itUgo Mulas. The SensitiveSurface➤ 14 feb. 2015Prac-Galleria Piero Rennaarte contemporaneavia Nuova Pizzofalcone 2081 7640096www.galleriarenna.comAlfonso Cannavacciuolo3 dic. ➤ 6 feb. 2015Quartiere Intelligentescale di Montesanto327 0407003 - 320 7484003www.quartiereintelligente.itRosy Roxmar. 2015Studio TrisorioScuderie di Palazzo RuffoUlloa di Bagnara - riviera diChiaia 215081 414306www.studiotrisorio.comMartin Parr. Amalfi Coast➤ 28 feb. 2015T293via Tribunali 293081 295882www.t293.itErica Mahinay. Sunbathingin the Shadow of theVolcano➤ 30 gen. 2015Group Show12 feb. ➤ 13 apr. 2015SORRENTOPROVINCIA DI NAPOLIFondazione Sorrento-VillaFiorentinocorso Italia 53081 8782284www.fondazionesorrento.com’900 Pittura italiana.Tradizione ed avanguardia6 mar. 2015 ➤ 7 giu. 2015Piazza VenerioTensostrutturaMaestri in mostra, ilpresepe napoletano a VillaFiorentino6 dic. ➤ 11 gen. 2015MONTESARCHIOPROVINCIA DIBENEVENTOMuseo ArcheologicoNazionale del SannioCaudinovia Castello0824 834570Rosso Immaginario.Il Racconto dei vasidi Caudium➤ 31 gen. 2015VITUALNOPROVINCIA DIBENEVENTOGiaMaArt Studiovia Iadonisi 140824-878665www.giamaartstudio.itAlan Stefanato➤ 31 dic.CASERTANicola Pedana ArteContemporaneapiazza Matteotti 60392 6793401www.nicolapedana.comAldo Mondino12 dic. ➤ 20 gen. 2015SALERNOCamera di CommercioCentro CongressiInternazionale Salernoincontravia Roma 29089 2786777www.salernoincontra.comIsabella Greco. Inquietainterprete del Novecento11 dic. ➤ 18 gen. 2015Museo dello Sbarco eSalerno Capitalevia Generale Clark 5Tomaso Binga. Per gliinvolontari di guerra➤ 1 dic.Galleria Paola Verrengiavia Fieravecchia 34089 241925www.galleriaverrengia.itFilippo Centenari/MariaElisabetta Novello, «Belost in the ether»➤ 18 dic.Sandra Dipinto. Mostradi Design. ContemporaryJewelrydal 21 dic.➤ 31 gen.Amparo Sard. La Otradal 7 feb. ➤ 31 mar.BARONISSIPROVINCIA DISALERNOFRAC-Galleria dei Frativia Convento089 828210www.comune.baronissi.sa.itUgo Marano7 dic. ➤ 1 mar. 2015La scultura dopo ilduemila15 mar. 2015 ➤ 5 apr. 2015Nino Tricaricoda mag. 2015EBOLIPROVINCIA DISALERNOCilento Outlet Village-Spazio delle EsposizioniFornace Falcones.s. 18Angelo Maisto. Mimesi➤ 10 dic.VEDERE IN CAMPANIA | 38

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