Appendice I - Di alcuni Monasteri dell'Ordine di S. Benedetto ... - TSC

Appendice I - Di alcuni Monasteri dell’Ordine di S. Benedetto sparsi già nel Contado di Modena esingolarmente nel Distretto di S. Giovanni in Persiceto.La fama, che dell’Ordine di S. Benedetto cominciò a spargersi in ogni parte poco dopo la suafondazione, gli uomini in ogni genere illustri, che da esso come da fertilissimo tronco vedeansiuscire, e il vantaggio, che colla coltivazione di sterili e abbandonati terreni esso recava al pubblico,fecer che in poco tempo il numero de’ Monasteri venisse crescendo per modo, che l’Italiasingolarmente ne fu ripiena. Molti di essi sussiston tuttora, e godono a buon diritto il frutto dellamunificenza, con cui i Principi non meno che i privati cogli ampj lor doni ricompensarono la pietà ele fatiche de’ lor maggiori. Più altri hanno ceduto alle vicende del tempo, e alcuni tra essi sonovenuti al nulla per modo, che appena or ne rimane memoria. Tra questi debbonsi annoverare nonpochi Monasterj, che soggetti a quello di Monte Casino erano qua e là sparsi in quel tratto di paese,che formava una volta il distretto Persicetano, e in altri luoghi di que’ contorni, che una voltaappartenevano al Contado di Modena, e che passaron poi nelle mani de’ Bolognesi, al cui territoriogià da più secoli appartengono. Io non so che alcuno degli Scrittor Bolognesi o Modenesi abbiafinora a ciò posto mente; e parmi, che sia degno d’osservazione questo gran numero di Monasteri inuna non grande estension di terreno. E mi lusingo perciò di far cosa non ingrata a chi legge col farneuna diligente ricerca. Essa però più che delle mie riflessioni sarà frutto della erudizione del Ch. P.Lettor D. Placido Federici Monaco e Archivista di Monte Casino noto già a’ dotti pel primo Tomodella sua Storia del Monastero della Pomposa, il qual ci fa desiderare con impazienza di vedere sìpregevole opera condotta a fine. Egli con somma diligenza ha raccolti da quell’insigne Archivio idocumenti, che a questo argomento appartengono, e avendomeli con ugual gentilezza comunicati,mi ha agevolata la via a recar qualche luce su questo punto poco finor conosciuto.Nell’autentico Registro de’ Privilegj di quel Monastero fatto nel secolo XII da Pietro Diaconoconservasi un Diploma del Re Desiderio segnato in Pavia nel mese di Dicembre nel quinto anno delsuo Regno nell’Indizione XII, epoche difficili a combinarsi, e nelle quali forse è corso qualcheerrore, ma che ci indicano a un dipresso l’anno DCCLIX, o il DCCLX. In esso ei non dona giànuovamente, ma conferma al Monastero di Monte Casino i beni, di cui esso godeva, e nella loroenumerazione si legge: In Comitatu Mutinensi Monasterium S. Benedicti in Adili: Monasterium S.Martini juxta stratam Petrosam: Monasterium S. Johannis in Curte Frassenetula: Monasterium S.Domnini in Curte Argele: Monasterium S. Vitalis in Curte Calderaria: Monasterium S. Mariæ inLaurentiaco cum omnibus pertinentiis eorum &c. Ecco dunque sei Monasteri, e ne vedrem prestoun settimo, cioè quello di S. Salvadore de Pontelungo, posti in luoghi, che allora appartenevano alterritorio di Modena, ed ora appartengono a quel di Bologna, e che a’ tempi di Desiderio, e prima diessi ancora, dipendevan da quello di Monte Casino. Questo celebre Monastero ne tenne lungamenteil possesso. Veggiamo di fatto, che Ragemprando Abate di Monte Casino circa l’anno DCCCXCIXdiede in livello all’Imperadrice Ageltruda madre dell’Imp. Lamberto un di questi Monasteri, o,come dicevansi, Celle, con un’altra in Lodi, e che essa perciò pagavagli ogni anno tre libbred’argento: Hic Abbas concessit Ageltrudæ Augustæ, quæ fuit mater Lamberti Regis, libellario morediebus tantum vitæ ipsius duas cellas hujus Monasterii cum omnibus rebus suis in finibusLombardiæ, unam in loco qui dicitur Laude, & altera in Persiceta, unde per singulos annosmittebat illi eadem Augusta census gratia tres libras argenti 1 ; e che circa l’anno DCCCCXXXl’Abate Giovanni I dié in livello molti di que’ terreni ad Adelberto figlio di Rainero da Rastello, ealcuni altri da lui ebbene in dono. Hic fecit libellum Adelberto filio Rainerii de Rastello de aliquotcurtibus hujus Monasterii in Comitatu Mutinensi, fundo, qui dicitur Persiceta, ad jugera octingentareddentibus per annos singulos censum septem solidorum. Alium etiam libellum fecit eidemAdelberto de quibusdam possessionibus hujus loci in fundo Adili; quique Adelbertus postmodumobtulit per scriptum in hoc Monasterio aliquot alias Curtes suas, quæ in eodem fundo Adili tuncpossidere videbatur 2 . La nuova donazione di Adalberto, che qui si accenna, sembra esser quella, chenel sopraccitato Registro trovasi riferita sotto l’anno DCCCCXCI e che qui sotto io riporto 3 , con cuiAdalberto del fu Rainerio dona al Monastero di Monte Casino i suoi beni, ch’ei comperati avea da

Bonizone Prete. Ma il raccoglitor del Registro ha preso errore attribuendo questa donazioneall’anno DCCCCXCI perciocché Gregorio V fu fatto Papa solo nell’anno DCCCCXCVI, el’Indizion XII e il terzo anno di Ottone ci mostrano, che questo documento si dee fissare alDecembre del DCCCCXCVIII in cui già correva la detta Indizione XII, e circa il qual tempo, comeosserva il Muratori 4 , Ottone era in Roma. Or questa data muove una gran difficoltà contro laCronaca Casinese. Come è credibile, che quel Rainero, che circa il DCCCCXXX ricevette beni inlivello dal Monastero di Monte Casino, ad esso donasse poi altri beni circa settant’anni dopo? Lacosa non è, a dir vero, impossibile, ma non può non sembrare difficile assai. Io dubito, che LeoneOstiense abbia per errore fissato a’ tempi di Giovanni I Abate il livello da lui conceduto a Rainero,che forse dovea riferirsi al terzo Abate di questo nome, che cominciò a reggere il Monastero diMonte Casino l’anno DCCCCXCVIII nel qual modo ogni difficoltà interamente svanisce.Ma più distinta notizia de’ beni, e de’ piccioli Monasterj che quel di Monte Casino avea nel distrettoPersicetano, abbiamo in un più antico documento, cioè in una Memoria inserita nello stessoRegistro, la qual merita di esser qui riportata 5 pe’ lumi, che intorno a questi piccioli Monasterj, eintorno a’ beni da essi posseduti ci somministra. Ma voglionsi qui esaminare le note Cronologiche.Si segna in essa il terzo anno di Giovanni IX, il primo anno del Regno di Berengario, il giornodecimo d’Aprile, e l’Indizione VIII. Epoche più scorrette di queste non poteansi immaginare.Giovanni IX secondo la più esatta Cronologia 6 fu eletto Pontefice nel Luglio dell’annoDCCCXCVIII e morì a’ XXX di Novembre dell’anno DCCCC. Ei non vide perciò che due Aprili,né mai in questo mese poté segnarsi il terzo anno del suo Pontificato. L’Indizione VIII non corsemai sotto il suo Pontificato, ma sol la I la II, e la III, e quando egli fu eletto, Berengario già daundici anni era Re. Per quanto io abbia cercato di combinare insieme queste date, non mi è possibilel’ottenerlo; e convien ristringersi a dire, che il documento appartiene a’ tempi di Giovanni IX cioèagli ultimi anni del secolo nono. Certo non vi è alcun motivo di credere il documento supposto, chefuor delle date ha tutti i caratteri di sincero.Sette dunque sono i Monasterj, che quello di Monte Casino avea in questi contorni. E di ciaschedundi essi dobbiam qui dir qualche cosa distintamente.Il primo di essi, che era anche il più ragguardevole, e in cui questa Memoria ci addita un buonnumero di Monaci che vi abitavano, era quello di S. Benedetto, la cui situazione veggiamo indiversi luoghi diversamente indicata. Nel titolo della riferita Memoria esso è intitolato S. Benedictiin Persiceta; quindi si dice: in primis istud Monasterium S. Benedicti in loco Adili, col che ci simostra, che questo era quel medesimo Monastero nominato poc’anzi, di cui era Proposto Giovannilo Scrittore di questa Memoria; e per ultimo si aggiugne: Monasterium vero suprascriptum S.Benedicti est in Curte Berseli pago Persiceta. Egli è dunque evidente, che il Monastero di S.Benedetto era in un luogo chiamato Adili, che apparteneva alla Corte di Berselo, e al territorio di S.Giovanni in Persiceto, e che questo è perciò quel Monastero medesimo, che nel Diploma diDesiderio è detto Monasterium S. Benedicti in Adili. Del luogo detto Adili e dell’altro appellatoBerseli o Berseri amendue nel distretto Persicetano troverem menzione talvolta ne’ documentiNonantolani, perciocché la nostra Badia ancora avea beni in que’ contorni. E il primo di essi ancoraavea un altro nome, cioè quello di Pastorini, come ci mostrerà una Carta dell’anno DCCCCXCIIII.In Pastorini quod vocatur Adili.Se noi ci attenghiamo alla Cronaca Casinese 7 dovremmo credere, che questo Monastero o fossestato fondato, o almeno fosse stato donato a quello di Monte Casino da Pietro Duca di Ravenna a’tempi dell’Ab. Angelario, il qual resse quel Monastero verso la fine del nono secolo. De MonasterioS. Benedicti in Persiceta... quod videlicet Petrus Dux Ravenne beato Benedicto sub AbbateAngelario optulerat. Ma è certo, come si è già osservato, che fin da’ tempi del Re Desiderio esistevaquesto Monastero, ed era soggetto a quello di Monte Casino. Anzi una pregevol Carta dell’ArchivioNonantolano ci addita il fondatore di esso, cioè Orso Duca di Persiceto padre di quel DucaGiovanni, che l’anno DCCLXXVI fece al Monastero di Nonantola la più volte rammentatadonazion de’ suoi beni. Nell’atto di essa, quale è stato pubblicato dal Muratori 8 sulla copia delsecolo XII che ne conserva l’Archivio della Badia, si legge: Anteponimus (cioè eccettuiamo) res

illas que jam pro anima nostra donavimus in Monasterio Sancti Benedicti, quem... Domnus &genitor noster bone memorie Ursus dux a fundamento construxit. Nel vuoto lasciato dal Muratori lacarta è corrosa; ma ciò non ostante io son giunto a scoprirvi chiaramente la voce in allili, scritto cosìper error del copista in vece di adili o atlili, come talvolta si scrive. Ecco dunque il fondatore finorasconosciuto di questo antichissimo Monastero, che dovette innalzarlo da’ fondamenti circa la metàdell’ottavo secolo, in cui egli viveva. Convien dire perciò, che poco esatto sia stato il CronistaCasinese nel darci il transunto degli antichi documenti, ch’egli avea tralle mani, ne’ quali forserammentavasi solo una conferma di questo Monastero dal Duca Pietro fatta a quello di MonteCasino. Se pure non vogliam credere, ciò che altre volte si vede accaduto, cioè che la conferma siastata espressa colle medesime formole, con cui una donazione solevasi esprimere.Né è questo il sol passo, in cui il suddetto Cronista non sia stato abbastanza esatto. Egli avea quisotto l’occhio la Memoria poc’anzi da me pubblicata; perciocché annovera que’ sette Monasterjquasi colle stesse parole, con cui in essa ci vengono indicati. Or parlando di quello di S. Benedettoei dice: De Monasterio Sancti Benedicti in Persiceta territorio Mutinensi intra fines fluvii Fusculi& limitis Malmenialiaci... cum tota Curte Persiceta & Curte de Greniano & Curte de Montironecum molendinis duorum fluviorum idest Fusculi & Gallici. Colle quali parole sembra indicarci, chetutta la Corte o sia il distretto di S. Giovanni in Persiceto, sì gran parte del quale possedevasi dallaBadia di Nonantola, fosse soggetta al Monastero di Monte Casino. Or nella Memoria ciò si affermasoltanto della Corte di Berselo o Bersero posta nel distretto di Persiceto, ma di quella di Persicetonon già: Monasterium vero suprascriptum S. Benedicti est in Curte Berseli Pago Persiceta una cumtota eadem Curte (cioè di Berselo), & altera cui nomen est Greniano, & Curte Monterioni cumjuribus & molendinis duorum fluviorum, idest Fusculi & Galico, oltre alcuni altri beni, che ivi siveggono indicati. Di Montirone si è parlato nel Capo I della Parte II. Gregnano ancora vedesimentovato talvolta, e sembra che fosse vicino a S. Agata, Castello appartenente già esso pure aldistretto di Persiceto.Del Monastero di S. Benedetto di Persiceto, ossia di Adile, abbiamo ancora memoria nel secolo XI,giacché di esso par che debbasi intendere una Carta dell’Archivio Nonantolano de’ VII diDecembre del MVI in cui nominandosi alcuni beni del Monastero medesimo posti in casalesterciatico, che apparteneva al distretto Persicetano, tra’ confini si indica de subtus terra sanctibenedicti.Or passiamo a dire più brevemente degli altri Monasterj nella sopraccennata Memoria e nelDiploma di Desiderio indicati. In quella si legge: Monasterium S. Marie in Laurentiatico; e poscia:Monasterium autem S. Marie in Laurentiatico est ultra fluvio Gallico. Lorenzatico è tuttoraComune e Parrochia del distretto di S. Giovanni in Persiceto. Ma non sappiamo che sia avvenutodella Chiesa e del Monastero di S. Maria.Postea non longe, continua la stessa Memoria, Monasterium S. Donnini in Curte Argele, & Sylvaalta, & sylva majore, & piscaria persistente usque Corte Ragogusola juris Adalberti Comitis; e piùsotto: Monasterium autem S. Domnini est in Curte Argele una cum sylva alta & sylva majore, &tota piscaria, que dicitur Caucenno, usque in fluvium Gambacana, & usque in Rosalese. Argileancora è luogo presso la Pieve di Cento. Il torrente detto Gambacane passava ove ora è la Palata, ein que’ contorni medesimi era Rosalese, come si vedrà nell’Indice Geografico, e se quel luogopescoso, detto Caucenno, è, come mi sembra probabile, lo stesso che Caucinum, sicché sia lo stessoche quelle, che or diconsi Valli di Crevalcuore, convien certo dire, che grande fosse l’estensionedella Corte di Argile, e de’ beni che il Monastero di S. Donnino vi possedeva. Il che però io non socombinare co’ documenti dell’Archivio Nonantolano, i quali ci mostrano, che quasi tutto quel trattodi terra era di questa Badia. Ma ciò che è anche più strano, si è il vedere fissarsi per un altro confinedi questo Monastero la Corte detta qui Ragogusola, che dee esser la stessa che quella, che nelleCarte Nonantolane dicesi or Radigosa, or Ragusa, or Ragigusa, che or si appella Rigosa presso laCollina Bolognese, il che dà un’estensione di circa venti miglia da Settentrione a Mezzodì, cioèdalla Palata a Rigosa. Ciò però dee intendersi, a mio parere, in questo senso, che non tutte le terre inquello spazio comprese fosser del Monastero di S. Donnino di Argile, ma che i beni da esso

posseduti fossero qua e là sparsi dentro i suddetti confini. E veggiamo di fatto, come osserveremotra poco, che entro al medesimo spazio era anche il Monastero di S. Vitale. Il Conte Adalberto quinominato è forse quegli, che in altre Carte di questi tempi è detto or Conte, or Marchese, or Duca diToscana, e di cui direm nelle Note a un Documento del DCCCCII.Siegue la memoria: Deinde subtus strata Monasterium S. Vitalis cum tota Curte Calderaria; eposcia: Monasterium vero S. Vitalis est in Curte Calderaria prope castrum Sala. Del Castello diSala, che apparteneva una volta al Contado di Modena, e che diede il nome a una famiglia celebrene’ tempi addietro in Bologna, direm nelle Note a’ Documenti Nonantolani. Poche miglia lungi daquel Castello verso Mezzodì sussiste tuttora un Comune, che dicesi Calderara, e non molto discostoda esso è tuttora la Chiesa Parrochiale di S. Vitale, ove è probabile che fosse il Monastero cosìappellato.Questi quattro Monasterj appartenevano alla pianura allor Modenese, e al presente Bolognese. Orne siegue un altro posto nella Collina: Cum Monasterio S. Johannis in Curte Frasenetula cum totaCurte eadem usque ad stratam petrosam prope Castrum Cedule situm. La Via Pietrosa era nellaPieve di S. Lorenzo in Collina, a cui pure apparteneva il Castello di Zola detto Cellula, e qui pererror del Copista chiamato Cedula. In que’ contorni dunque dovea esser la Corte di Fassenetula, e ilMonastero di S. Giovanni, e parmi perciò, che dovesse esser diversa da Fraxeneta, luogo, chetuttora sussiste, e che dipendeva dalla Pieve di Monte Cerere.Torna poscia la riferita Memoria alla pianura, e nomina il Monastero di S. Martino. ItemMonasterium S. Martini juxta Stratam Petrosam in Casali Marciano cum tota ipsa Curte propeCastrum Unciola. Unciola, or detto Anzola, è luogo a sinistra della via Maestra tra la Samoggia eBologna, ove però io non veggo come potesse giugnere la via Predosa, che, come si è detto, eranella Pieve di S. Lorenzo in Collina. Quel Casale Marcianum è luogo a me sconosciuto.Finalmente si accenna: Monasterium S. Salvatoris in Ponte longo cum tota eadem Curte, nel qualluogo si indica quel Pontelungo, che più volte trovasi nominato nelle Carte Nonantolane, e che eraposto, come dall’Indice Geografico sarà manifesto, nelle vicinanze di Crevalcuore. Era tutto queltratto di terra nel temporale non meno che nello spirituale soggetto alla Badia di Nonantola. Ed ècerto cosa difficile a spiegarsi, come mai né di questo né degli altri Monasteri finor mentovati, che oerano in luoghi alla stessa Badia soggetti, o che da’ beni di essa erano circondati, pur non trovisimai menzione nelle Carte dell’Archivio Nonantolano, trattone il Monastero di S. Benedetto, di cuivedesi qualche cenno, di modo che, se non avessimo tanti e incontrastabili monumenti trattidall’Archivio di Monte Casino, il silenzio delle Carte Nonantolane ci somministrerebbe un forteargomento a dubitare della loro esistenza. Ma questo argomento negativo perde ogni sua forza inconfronto de’ documenti prodotti, e qualunque spiegazion voglia darsi al tacerne che fanno le nostreCarte (né io certo saprei indicarne alcuna, che mi soddisfaccia) conviene riconoscere comeindubitabile e certa l’esistenza di questi sette piccioli Monasteri.Ed essi esistevano ancor nel secolo XII, ma sembra, che fossero stati almeno in parte occupati daingiusti posseditori. L’Abate Oderisio eletto l’anno MLXXXVII e che resse il Monastero di MonteCasino fino all’anno MCV per mezzo di un suo Monaco detto Giorgio cercò di riacquistare i perdutidiritti. Il detto Monaco, come racconta Pietro Diacono nella Continuazione della Cronaca Casinese 9 ,in præsentia Henrici Imperatoris, & Henrici quinti filii ejus, & Mathildæ Comitissæproclamationem fecit de possessionibus Cœnobii Casinensis apud Liguriam constitutis, quæ PatriBenedicto Aystulphus & Desiderius Reges Langobardorum, nec non HCarolus, Pipinus, &Lotharius Imperatores ac cæteri Deum timentes concesserant. In questo passo di Pietro Diacono ioveggo un intralcio di difficile scioglimento. Dopo l’anno MLXXXVII, in cui fu eletto l’AbateOderisio, l’Imp. Arrigo IV fu o in continua guerra, o certo non mai in pace, colla Contessa Matilda,sicché innanzi ad amendue potesse il Monaco Giorgio far la protesta, che qui si racconta. Comedunque egli unisce insieme questi due personaggi, i quali dopo il suddetto anno non mai si unironoo si abboccarono insieme? Né meno inverisimile è ciò che soggiugnesi dopo avere annoverati ibeni, i quali il Monaco Giorgio chiedeva che fosser renduti al suo Monastero, e de’ quali direm trapoco. Perciocché il Cronista racconta, che l’Imperadore conosciuta la veracità della sposizione dal

Monaco fattagli, comandò alla Contessa Matilde, che tutti que’ beni facesse rendere al Monastero diMonte Casino. Poteva egli Arrigo far questo comando alla Contessa Matilde Signora di Modena edel suo Contado, in cui que’ beni eran posti? E ancorché egli potesse farlo, poteva ei lusingarsi, chela Contessa fosse per sottomettersi a un suo comando? Io trovo bensì molti Placiti ossia Giudizjdella Contessa, ne’ quali Ella, udito il parere de’ Giudici, con sovrana autorità decide le liti insorte,ma non trovo giammai, che l’Imperadore le dia alcun ordine, e ch’Ella si faccia un dover dieseguirlo. E vedremo tra poco, che Ella fece bensì rendere alcuni beni al Monastero di MonteCasino, ma che nel decreto con si fa alcun cenno dell’Imperadore. Io confesso perciò, che in questoracconto scorgo più cose, che non mi sembran verisimili, né veggo qual mezzo possa idearsi asciogliere il nodo, se non forse dicendo, che il Monaco Casinese facesse separatamente ricorsoall’Imperadore e alla Contessa, che da amendue si desser gli ordini perciò opportuni, e che ilCronista abbia insieme confuse le cose credendo, che gli ordini dell’Imperadore fosser dati allaContessa Matilde, e che questa non colla sua ma coll’autorità Imperiale venisse all’esecuzion de’medesimi.Or veggiamo, quai fossero i beni, che dal Monaco richiedevansi. Si annoverano dapprima i setteMonasteri, de’ quali si è già favellato. Quindi si indicano più altri beni: Per Comitatum MutinensemMansos terræ XXX & jugera LX unum. In pertinentia de Montirone ex superiore & inferiori parteipsius castri quam plurimæ petiæ de terra, & Molendinum in loco qui dicitur Campaldus in fluvioFusculo & Curtes, quæ sunt in Berselio, quæ Berta filia Compalatii (l. Com. Palatii) Ticinensisobtulit Beato Benedicto intra hos fines: ab Oriente limes Bisentulæ (l. Bisentuli), a meridie via queappellatur Major, & limes de Maleandroni, ab Occidente flumen Riolum; subtus (f. de subtus)Castellione in Postumiano sex, in Laiano jugera duo. Alcuni di questi nomi, come Campaldus,Maleandroni, Laynum sono a me sconosciuti, ma sembra che invece di Laynum debba leggersiLamola, come si legge nella Memoria del Monaco Giovanni da me data alla luce, da cui si vede,che questo passo è stato dal Cronista copiato. Gli altri nomi si vedranno indicati nell’IndiceGeografico. Chi fosse quella Berta figlia del Conte del Palazzo, è difficile congetturarlo, nonsapendosi quando Ella vivesse, e di chi potesse esser figlia.Secondo il racconto del Cronista Casinese il Monaco Giorgio ottenne un ordine Imperiale direttoalla Contessa Matilde, che que’ beni renduti fossero al Monastero. Checché sia di ciò, è certo che laContessa Matilde di sua propria autorità fece in parte questa restituzione. Due Carte amendue delGiugno dell’anno MCV ha pubblicato il Muratori 10 , nella prima delle quali essa trovandosi in S.Cesario ad istanza dello stesso Monaco Giorgio comanda, che il Monastero di Monte Casino prendail possesso della terza Parte della Corte di S. Benedetto, quæ dicitur in Pastorini, conceduta alMonastero medesimo da Gherardo de Curviatico, nella seconda comanda lo stesso riguardo allaChiesa di S. Benedetto nel medesimo luogo. Ed è verisimile, che l’ordine della Contessa fossecondotto ad effetto.Se gli altri beni dallo stesso Monaco chiesti fosser veramente al Monastero renduti, non ne abbiamoaltra pruova, che il sopraccitato racconto. Veggiam nondimeno, che in un Diploma di Lottario IIIdell’anno MCXXXVII in favore del Monastero di Monte Casino riportato dal P. Ab. Gattola 11 tra ipossedimenti di esso si annoverano ancora que’ Monasteri, trattone quello di Pontelungo. Ma comel’ommissione di questo ci rende probabile, che si prendesse a modello di questo Diploma quello diDesiderio, in cui esso pure è ommesso, così potrebbe anche dubitarsi, che que’ Monasteri fosseronominati, non perché quello di Monte Casino li possedesse tuttora, ma perché non fosse del tuttodimenticata la memoria degli antichi diritti nella stessa maniera, con cui alcuni Sovrani ritengono iltitolo del dominio di qualche Provincia, in cui non hanno più autorità di sorta veruna.Questo Diploma però è l’ultima memoria che abbiamo de’ piccioli Monasteri, de’ quali si è dettofinora. Che avvenisse di essi, e quando, e per qual modo il Monastero di Monte Casino perdessetanti possedimenti, che in queste parti aveva, e in quai mani essi passassero, chi può saperlo? Non èperò inverisimile, che seguisse di essi ciò, che di tanti beni del Monastero di Nonantola è accaduto,cioè che essendo essi livellati per lungo corso di anni, la negligenza degli amministratori dellerendite del Monastero di Monte Casino dimenticando la riscossione del Canone e il rinnovamento

dell’Investitura, lasciasse col volger de’ tempi passare in proprietà alle investite famiglie que’ beni,che prima possedevan soltanto a titolo di Livello, e che distrutte poscia all’occasione delle guerre, ocadute per soverchia vecchiezza le Chiese, si perdesse ogni memoria di quel diritto, che sopra que’beni avea il Monastero per alcuni secoli mantenuto.1 Leonis Ostiens. Chron. Casin. L. I C. XLVII.2 Ib. C. LIV.3 Oblatio Adelberti Filii Rainerii de Casale in Adili Territorio Mutinensi.In Nomine Sancte & individue Trinitatis. Anni Domini Incarnationis ejus nongentesimo nonagesimo primo, menseDecember, Indictione Duodecima, resident. Domini Ottoni invictissimi Imperatoris anno tertio in Roma. Constat meAdelbertus fili quondam Raynerius, qui professus sum lege vivere Romana & abitatore in Comitatu Regense. Ab hacdie do, dono, cedo, trado de mea acquisita facultate spontaneaque mea voluntate tibi beati hac Confessoris SanctiBenedicti, & per te in tuo venerabili Monasterio, & electos fratrum, quos assidue oblaciones, & oraciones ferunt proremedium Anime mee & meorum parentorum omnia ipsas res & facultas que mihi evenit per unam concessiovenditionis cartule de Bonizo Presbytero, que ponitur in Fundo qui vocatur Casale Comitatu Motinense in Adile cumomnibus suis pertinenciis & sedilis, seu & finitibus, terminibus, limitibusque suis, cultum vel incultum, vacuum &plenum ingressu & egressu suo juris privatum a presenti die in vestra jura & conditione successoresque tuos venerabilisMonasterii permaneas, & ad pensionem de tuo venerabili Monasterio per cartulam Emphyteuseos ego qui supraAdelbertus heredesque meos accipere de tuo Abbate una cum Fratrum suorum accipere & acquirere auxiliante Dominovolo & professus sum sicuti mihi evenit de eodem Bonizo Presbytero per unam Cartulam vendicionis a nomine meofacta & meis detineo potestatis. Corticella una in integro in Casale Adili cum omnibus suis pertinenciis, quatinus in tuoMonasterio largivi, ut nullus Abbas vel Monachus a nulla extranea Persona venundandi aut donandi, sive commutandi,vel cuilibet Persone relinquendi per quolibet modis aut ingenium primitus, nisi ad nos qui supra Adelbertus vel meosheredes usque infinita progenie locandi, aut ipsa emphyteuseos Cartula renovandi. Et si utraque pars nonobservaverimus, componat auri optimi libra una, & hec Carta in sua firmitate permaneat. Scripta per manus AntoniiNotarii & Scriniarii Sancte Romane Ecclesie temporibus Domni Gregorii Quinti Pape, in mense & Indictioneduodecima feliciter. Signum manus Adelberti qui hanc Cartam fieri rogavit. Liuzo filius Mayfridi. Ildiprandus.Richardus. Leo. Martinus filius Gisulfi. Antonius Scriniarius notarius aut regionarius Sancte Romane Ecclesie post hostestes complevi & absolvi.4 Ann. d’Ital. ad ann. 999.5 Breviarium Johannis Prepositi de Cella S. Benedicti in Persiceta & Sancti Salvatoris & quinque aliis Monasteriis inLombardia. Anno primo Berengarii Regis.In Nomine Patris, & Filii, & Spiritus Sancti. Anno tertio Pontificatus Domni Johanni Summi Pontificis & universalisPape Noni in Sacratissima Beati Petri Apostoli Domini Sede, atque regnante Domno Berengario anno pietatis ejusprimo, die decima mensis Aprilis, Indictione octava. Dum adessem ego Johannes Monachus Casinensis, qui modo sumPrepositus Monasterii Sancti Benedicti quod situm est in Territorio motinensi Pago Persiceta intra fines Fluvii Fusculi,& limitis Malmenaci, quod videlicet Monasterium una cum omnibus pertinenciis suis sicut inferius legitur, Petrus DuxRavennas optulit Casinensi Cenobio temporibus Angelarii Abbatis, mecumque adessent Fratres ejusdem loci, StephanusSacerdos & Monachus, & Sacrista ipsius Monasterii, Paulus Sacerdos & Monachus ac Cellararius, Adelbertus Sacerdos& Monachus & Portariarius, Leo Sacerdos & Monachus, Fantulus Sacerdos & Monachus, Petrus Sacerdos &Monachus, & alii omnes tam majores, quam minores Fratres ejusdem Monasterii, & Johannes Tabellio, cepimus internos colloqui de rebus & possessionibus Casinensi Cenobio pertinentibus, que Desiderius Rex & Carolus una cum filiissuis Pipino & Carulo huic loco dederant cum Ecclesia Sancti Johannis in Veneri & Cella Tremitensi SanctiqueLiberatoris. Tunc ego Johannes Prepositus cepit eis notificare ea prout recolebam me vidisse & legisse in oblationibusMonasterii Casinensis, & in presenti ostendi eis exemplar, quod abinde huc veniens mecum detuleram, in quo brevitercontinebantur omnia Monasteria, & omnes res huic loco pertinentes, atque ut inferius scripta sunt predictis Fratribusnostris cuncta exposui. Idest in primis istud Monasterium Sancti Benedicti in loco Adile cum tribus mansis, quoddetinet Johannes de Berselio cum suis Consortibus & restans Cristofali tenet cum suis Consortibus mansos VI &Martinus Lothriosi mansum unum tenet, & Dominicus Lothriosi tenet unum alium mansum, & Raynerius tenet mansumunum, & Zulianus tenet mansum unum, & Johannes Cazarella tenet mansum unum. Petrus Pelado mansum unum, &Paulus de Petronilla tenet mansum unum, & Janninus Castaldus mansum unum tenet, & Restamus Castaldus tenetmansum, & Johannes de Urso tenet mansum unum, & Bonizo mansum unum, & Stephanus de Urso mansum unum, &Johannes de la Braja tenet mansum unum, & Petrus de la Fontana cum suis Consortibus tenet mansos duos, & Johannesde Restano tenet mansum unum, & Petrus de Puteo tenet mansum unum, & Bellone mansum unum, & Amicolusmansum unum, & Bertolus mansum unum, & Benedictolus tenet tria jugera, & Johannes de Gajo tenet tria jugera, &martinus Clericus tenet IIII jugera & Johannes de Basilica mansum unum, & Radaldi de Reduto tenet novem jugera, &Petrus Cauraro tenet cum suis Consortibus III jugera. Et in loco, qui dicitur Muxolini in Plebe S. Agathe rejacent jugeraXII & intra pertinentiam de Montirone, videlicet ex superiori & inferiori parte ipsius Castri, habentur quam multe petiede terra, que sunt juris hujus nostri Monasterii, & in Fregnanello de Plebe S. Johannis, & Roncalia rejacent jugera VIIII

& molendinum unum de loco Campaldo in flumine qui dicitur Fusculo cum suo aquario, & X & octo jugera aliarejacent in Berselio, que dedit nobis Domna Berta Filia Compalacii Papiensis pro redemptione Anime sue intra hosconfines: A mane limes Bisentulus, a meridie vie que dicitur major, limite qui dicitur de male Androni, a sero flumenqui dicitur Riolo, & de subtus Casina que dicitur Castellione. & in Postumano sunt sextaria VI. Et hec sunt terre SanctiBenedicti constitute in Comitatu Motinensi. Et hec sunt Monasteria que nunc habemus & tenemus in eodem Comitatu.In primis Monasterium S. Marie in Laurentiatico. Postea non longe Monasterium S. Domnini in Curte Argele & Silvaalta & Silva majore, & Piscaria persistente usque Curte Ragogusola juris Adelberti Comitis, deinde subtus strataMonasterium S. Vitalis cum tota Curte Caldelaria. Hec omnia Monasteria habemus & tenemus in predicto ComitatuMotinensi cum omnibus appendiciis suis in circuitu, & cum omnibus pertinentiis suis in quibuscumque locis positis seucasalibus aut fundoris tam domnicatum villis cum rusticis & cum Colonis & cum famulis utriusque sexus, per singulasCurtes, & per singula Monasteria, que superius leguntur una cum terris, vineis, pratis, pascuis, silvis, piscacionibus,venacionibus, aucupacionibus, cultum, incultum, divisum & indivisum, arboribus fructiferis & infructiferis & pomiferisdiversi generis, & cum omnibus super se & infra se habentibus in integrum. Hec omnia una cum Monasterio S. Johannisin Curte Frasenetula, cum tota Curte eadem usque ad stratam petrosam, prope Castrum Cedula situm. Item Monasteriumsancti Martini juxta stratam petrosam in Casali marciano cum tota ipsa Curte prope Castrum Unciola cum omnibusDomnicata & colonicatu. Et Monasterium S. Salvatoris in Ponte longo cum tota eadem Curte. Monasterium verosuprascriptum S. Benedicti est in Curte Berseli Pago Persiceta una cum tota eadem Curte, & altera cui nomen Greniano,& Curte Monterioni cum juribus & molendinis duorum fluviorum, idest Fusculi & Galico. Monasterium autem S.Domnini est in Curte Argele una cum Sylva alta & Silva majore & tota piscaria que dicitur Caucenno usque in fluviumGambacane & usque in Rosalese. Monasterium vero S. Vitalis est in Curte Caldelaria prope Castrum Sala. Monasteriumautem S. Marie in Laurentiatico est ultra fluvio Gallico. Hoc insuper innotesco ego Johannes Prepositus & MonachusCasinensis sicut in oblationibus inveni. Et te Johannem Tabellionem ad futurorum memoria scribere rogavi. Actum inComitatu Motinensi loco Adili feliciter. Ego Johannes Tabellio hoc scriptum rogatu predicti Johannis Prepositi scripsiatque complevi. Anno primo Berengarii Regis.6 V. Art de Verif. les Dates T. I p. 268 Edit. Paris 1783.7 L. IV C. XVIII.8 Antiqu. Ital. Vol. II, p. 197.9 Lib. IV C. XVIII.10 Ant. Ital. Vol. V p. 611, 613.11 Access. ad Hist. Casin. Vol. I p. 251.