copertinaBELLARIA2 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>IGEA MARINALINEA FERROVIARIASTRADA PARALLELAALLA FERROVIAL’avveniristicoPrg del 1945Davanti alle premesse di un Piano strutturale che nonconvince, può essere utile guardare indietro. Quandoun grande urbanista si occupò di <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.di Claudio MontiChi è Ernesto La PadulaBruno Ernesto La Padula (Pisticci 1902, Roma 1968), architetto e urbanista,si laureò nel 1931 e il <strong>su</strong>o “maestro” fu Marcello Piacentini. Nel 1928 LaPadula aderì al MIAR, Movimento Italiano di Architettura Razionale dal qualeprese il via il razionalismo italiano. Dopo aver progettato il Palazzo dellaCiviltà Italiana, nel 1941, d’accordo con i colleghi, accolse la nomina diprocuratore con pieni poteri nella progettazione artistica della Mostra dellaCiviltà italiana: ma la Mostra che doveva poi dar luogo ad un Museo permanentenon si tenne mai, causa l’entrata in guerra dell’Italia.Docente universitario, insieme ai fratelli architetti Attilio ed Emilio, gestì unprestigioso studio di progettazione con sede in piazza del Popolo a Roma.Dal ‘48 lasciò l’Italia per trasferirsi in Argentina dove l’Università di Córdobagli offrì la cattedra di Composizione architettonica e quella di Urbanistica. Aquegli anni sono databili gran parte dei <strong>su</strong>oi scritti di urbanistica e storiadella pianificazione urbana. Rientrò in Italia nel 1963 e morì tre anni dopo.Fra le opere di Ernesto La Padula vanno ricordate la sistemazione di VillaBellini nel centro di Catania, preture, palazzi postali, Palazzo del Littorio aRoma, Piazza Impero (attualmente Piazza della Libertà) a Ragusa, il progettourbanistico e architettonico della Città Universitaria di Bratislava.<strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> dal porto alla zonacolonie, confine con Rimini, secondo ilPrg dall’architetto Ernesto La Padula.Si discute, poco per la verità, di Pianostrutturale a <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>.L’assemblea pubblica che si è tenutaal Palazzo del turismo il 18 dicembre,ha indicato le linee <strong>su</strong>llequali l’amministrazione comunaleintende muoversi, ma un po’ pertutti i presenti è stata una delusione.Nes<strong>su</strong>n guizzo, nemmeno unaipotesi convincente di sviluppo per<strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. I soliti tre miraggi(darsena, parco della musica,area artigianale) inseguiti col solitoritardo. Neanche un’idea forte e originaleper dare un’identità, turisticae non solo, a questa città che giàda diversi anni è diventata la propaggineperiferica di Rimini. La famosacittà dormitorio, senza servizi(la situazione dell’edilizia scolasticasi è fatta drammatica), “scollegata”fra la zona a mare e quella a montedella ferrovia, con la solita spiaggiafrancobollo, isole urbane asfittiche eirraggiungibili già ampiamente decotte,… insomma, i problemi di cuisi parla da tempo.Siccome l’occasione del Psc non puòessere sprecata (lo ripetono tutti, mainvece è facilissimo fumarsi anchequesta), perché senza due o tre ideeforti da concretizzare entro i prossimi20 anni questa città sarà diventatadel tutto marginale, allora bisognacominciare a fare <strong>su</strong>l seriosenza accontentarsi del solito nulla.Noi partiamo da lontano, da un pianoregolatore del 1945 che quasi nes<strong>su</strong>noconosce. <strong>Bellaria</strong> era ancora“sotto” Rimini (diventerà comuneautonomo 11 anni dopo). Ne siamovenuti in possesso grazie al geometraSalvatore Magnani che l’ha scovatonella Biblioteca Gambalunga diRimini e l’occhio gli è <strong>su</strong>bito caduto<strong>su</strong>i disegni relativi a <strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong><strong>Marina</strong>. Quel “piano” porta la firmadell’architetto Ernesto La Padula, ungrande urbanista italiano che <strong>su</strong>bitodopo la seconda guerra mondialeebbe l’incarico dal costruttore ElioAlessandroni, di stendere il Prg dellaricostruzione. Ovviamente ne fucoinvolta anche l’amministrazionecomunale di Rimini all’epoca guidatadal sindaco socialista Arturo Clari.L’architetto La Padula non circoscrisseil <strong>su</strong>o intervento a Rimini(dove pure aveva immaginato scenaridavvero avveniristici) ma arrivòfino alla periferia nord, cioè a<strong>Bellaria</strong> <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>. E va detto <strong>su</strong>bitoche se quel Prg avesse trovatoapplicazione, mentre invece rimaselettera morta a <strong>Bellaria</strong> come a Rimini,oggi la nostra sarebbe un’altracittà. Vediamo perché, cominciandoda <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, perché di<strong>Bellaria</strong> ci occuperemo nel prossimonumero.
copertina3 <strong>Il</strong> <strong>Nuovo</strong>LA CITTA’ DEI BAMBININella zona colonie La Padula avevaimmaginato una grande “città deibambini”, che per l’epoca era l’equivalentedel Parco della musica odierno.Avrebbe occupato una <strong>su</strong>perficiedi circa 20 ettari, quasi il doppiodel “Mare d’Inverno”, il progetto targatoCmv che dovrebbe partire nelcorso del 2008. Se la spiaggia dellariviera è a mi<strong>su</strong>ra di famiglie, hapensato l’architetto, cosa potrebbeesserci di meglio di uno spazio tuttoper i bambini, con tanto di pontileper collegare la spiaggia al mare?Ma la lungimiranza e la capacità diprogettare gli spazi urbani di ErnestoLa Padula, spicca <strong>su</strong> un punto inparticolare: la viabilità. La necessitàdi una strada che costeggi la ferroviaè un ri<strong>su</strong>ltato al quale si è arrivatisolo oggi a <strong>Bellaria</strong>, per risponderealle esigenze poste dal Mare d’Inverno.<strong>Il</strong> Prg del 1945 aveva invecegià individuato questa problematica:dalle tavole si può vedere chel’architetto La Padula aveva previstouna strada parallela alla ferrovia,che però non si fermava a metàdi <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong>, ma arrivava fino alporto permettendo così di creare unpercorso unitario e senza interruzioniintorno alla zona turistica: si potevapercorrere il lungomare in direzioneRimini-<strong>Bellaria</strong> e poi tornareverso la zona colonie anche percorrendola strada lungo la ferrovia.Anche nella zona del porto, semprelato <strong>Igea</strong>, oggi un groviglio isolato distradine senza respiro, il prg del 45disegnava due strade di collegamento(belle grandi) fra il lungomare eSEGUE A PAG.4La zona del porto, colonia Roma e dintorni. E’ semplice il confronto fra l’oggi (adestra) e le previsioni del Prg del 1945 (qui sopra).Si noti la maglia regolare di arterie stradali previste dall’architetto Ernesto LaPadula oltre 60 anni fa, sia alla destra che alla sinistra della colonia Roma. Indirezione <strong>Igea</strong> <strong>Marina</strong> si notano tre assi stradali che percorrono tutta la zonaturistica. Andando verso il porto (attuali vie Carducci, Leopardi, Foscolo, Alfieri,Ariosto) il discorso è analogo.