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Come si ascolta - EpiCentro

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COME SI ASCOLTANel processo di comunicazione su un rischio la capacità di ascolto rappresenta una condizioneessenziale per conoscere in modo più approfondito i diver<strong>si</strong> soggetti sociali con i quali <strong>si</strong>comunica, per entrare in contatto con le loro specifiche e<strong>si</strong>genze.La pos<strong>si</strong>bilità di capire e di far<strong>si</strong> capire aumenta se <strong>si</strong> attivano proces<strong>si</strong> comunicativibidirezionali all’interno dei quali gli obiettivi, le percezioni e gli interses<strong>si</strong> dei diver<strong>si</strong>interlocutori possano ricevere tutti ascolto e riconoscimento.La comunicazione con il pubblico può pertanto essere più efficace se <strong>si</strong> è disponibili adapprofondire la conoscenza del target, se ci <strong>si</strong> impegna a comprendere la percezione del rischiodelle persone alle quali ci <strong>si</strong> rivolge, se <strong>si</strong> lavora per capire quali sono le specifiche e<strong>si</strong>genzeinformative, le preoccupazioni che emergono di fronte al rischio, le reazioni emotive (rabbia,paura, negazione, accettazione), se <strong>si</strong> osservano gli eventuali comportamenti dei <strong>si</strong>ngoli e dellacollettività.Per comunicare è necessario <strong>ascolta</strong>reSenza ascolto non c’è comunicazioneÈ opportuno evidenziare che l’ascolto è un’abilità molto complessa che richiede formazione,impegno nell’applicazione, intenzionalità. Inoltre l’ascolto attivo presuppone un approccio allacomunicazione di tipo partecipativo, orientato alla valorizzazione dello scambio interattivo tra isoggetti coinvolti, attento alla componente emotiva e finalizzato all’attivazione delle risorse dei<strong>si</strong>ngoli e della collettività per affrontare <strong>si</strong>tuazioni problematiche e di rischio.Abbiamo a dispo<strong>si</strong>zione diver<strong>si</strong> mezzi per poter <strong>ascolta</strong>re ciò che accade nella collettivitàquando emerge una <strong>si</strong>tuazione di rischio, mezzi che possono essere utilizzati <strong>si</strong>ngolarmente oin modo integrato:l’anali<strong>si</strong> della stampa e dei medial’anali<strong>si</strong> dei <strong>si</strong>ti internet dedicatile interviste telefonichei questionarii sondaggi via postagli incontri con piccoli gruppi della popolazione in contesti specificicolloqui con figure <strong>si</strong>gnificative (medici di medicina generale, opinion leader,insegnanti,…..) che hanno molteplici occa<strong>si</strong>oni per incontrare e per dialogare con gruppidifferenziati di personei focus groupsgli incontri che quotidianamente gli operatori impegnati sul territorio hanno con lepersone che accedono ai servizi.


Personalizzare l’informazionePredispor<strong>si</strong> all’attenzionee all’ascolto attivoChiarire cosa la persona sagià e al momento è ingrado di recepireFacilitare l’esplicitazionedi dubbi lasciando lapos<strong>si</strong>bilità di porredomande e ottenereulteriori chiarimentiValutare le emozioni e leimplicazioni di ciò che viene dettoRispettare i tempi della personaVerificare quanto e cosa lapersona ha compresoRiassumere concludendo ilcolloquioPer attuare tale processo di ascolto, restituzione e informazione personalizzata è pos<strong>si</strong>bilericorrere ad alcune tecniche comunicative (di seguito descritte) che caratterizzano lametodologia dell’ascolto attivo: rispecchiamento empatico.È importante sottolineare che le tecniche possono senza dubbio essere di aiuto all’operatoreper potenziare la sua competenza comunicativa e per saper affrontare in modo profes<strong>si</strong>onale<strong>si</strong>tuazioni più complesse, <strong>si</strong>tuazioni conflittuali, ma da sole non bastano. Infatti le tecniche nonpossono assolutamente sostituire la presenza, la consapevolezza dell’operatore nella relazione,consapevolezza che <strong>si</strong>gnifica contatto e comunicazione con se stesso, riconoscimento delleproprie risorse e delle proprie difficoltà, apertura all’ascolto, disponibilità a prender<strong>si</strong> cura di unproprio spazio interno (setting interno o contesto soggettivo) dedicato all’ascolto.Le parole, i gesti, le tonalità, i ritmi, rappresentano i fondamenti della pras<strong>si</strong> comunicativa checi permettono di interagire e che è molto importante <strong>ascolta</strong>re e osservare per arrivare ascambiare e condividere <strong>si</strong>gnificati


Per comunicareÈ necessarioAscoltareOsservareCosa <strong>si</strong> <strong>ascolta</strong>• Ascolto dei contenuti, di ciò che l’altro dice con le parole (verbale)e di ciò che non dice con il <strong>si</strong>lenzio, ascolto/osservazione delletonalità, di come lo dice (paraverbale), ascolto/osservazione deglisguardi, della gestualità (non verbale) di come l’altro <strong>si</strong> presenta e<strong>si</strong> muove.• Ascolto del contesto in cui la persona vive, familiare, sociale,lavorativo, scolastico, dei vissuti, degli schemi di riferimentoculturali, dei valori, “della sua narrazione”.• Ascolto da parte dell’operatore di se stesso, ascolto delle sueemozioni, ascolto del proprio contesto di riferimento, ascolto diquanto <strong>si</strong> attribuisce all’altro di ciò che appartiene a se stes<strong>si</strong>(processo di consapevolezza)


Il rispecchiamento empatico è la tecnica base dell’ascolto attivoComprende alcune tecniche comunicative essenziali: riformulazione, delucidazione, abilità nelporre le domande, uso dei messaggi in prima persona “Io penso che” … ”Secondo me”La riformulazione è una tecnica comunicativa che con<strong>si</strong>ste nel ridire ciò che l’altro ha appena dettoutilizzando le stesse parole o in maniera più concisa con altri termini, non aggiungendo nulla di proprioal contenuto, evitando in tal modo l’interpretazione. Attraverso la riformulazione l’operatore puòottenere l’accordo da parte della persona e la persona ha la conferma di essere stata <strong>ascolta</strong>ta. Si puòapprofittare del momento in cui la persona è alla fine di un periodo per intervenire e riprendere ciò cheè stato appena comunicato“Mi sta dicendo che…….”, “Lei vuol dire che…….”, “In altre parole……..”,perciò……..”, “Così, secondo lei…….”“A suo avvisoLa persona se <strong>si</strong> riconosce nella riformulazione è <strong>si</strong>cura di essere stata <strong>ascolta</strong>ta e compresa e così èportata a esprimer<strong>si</strong> ulteriormente e a collaborare. E’ anche facilitata a rimanere concentrata sulproblema e su come lo vive.La delucidazione agevola l’autocompren<strong>si</strong>one sottolineando anche le emozioni che accompagnano ilcontenuto. Si coglie dal non verbale oltre che dal verbale.“Mi sembra di cogliere dal suo sguardo uno stato di preoccupazione”“Dalle sue parole ho l’impres<strong>si</strong>one di cogliere delle perples<strong>si</strong>tà circa……..!La capacità di saper porre domande scegliendo la tipologia più adeguata in base alla fa<strong>si</strong> delcolloquioLe domande aperte sono da preferire nella fase iniziale del colloquio, lasciano ampia pos<strong>si</strong>bilità dirisposta, tendono ad ampliare e approfondire la relazione, stimolano l’espo<strong>si</strong>zione di opinioni e pen<strong>si</strong>eri(come, cosa vorrebbe, potrebbe, può approfondire, cosa ne pensa).Le domande chiuse sono circoscritte, costringono ad una sola risposta specifica, spesso forzano unarisposta, restringono e rendono più mirata la comunicazione, richiedono solo fatti oggettivi e a voltepossono sembrare limitative e ostacolanti (quando?, dove?, chi?).Le domande che iniziano con il “perché” possono essere percepite dalla persona comecolpevolizzanti o accusatorie, pertanto andrebbero evitate.L’uso dei messaggi in prima persona “Io penso che”…..”Secondo me” facilita la distinzione traciò che riguarda l’operatore e ciò che riguarda la persona, permettendo di evitare <strong>si</strong>tuazioni conflittualie favorendo un clima non giudicante e un processo deci<strong>si</strong>onale autonomo.


Relazioneprofes<strong>si</strong>onalePersonaAscolto e osservazione di ciòche dice l’altro (verbale), di ciòche non dice (<strong>si</strong>lenzio), dicome lo dice (paraverbale), dicome <strong>si</strong> presenta e <strong>si</strong> muove(non verbale)Ascolto del contesto, deivissuti, schemi di riferimento,“della sua narrazione”Cosa <strong>si</strong> <strong>ascolta</strong>Ascolto attivoOperatore<strong>Come</strong> <strong>si</strong> <strong>ascolta</strong>MetodologiaRispecchiamentoempatico.RiformulazioneDelucidazioneCapacità d’indagineMessaggi in prima personaIo penso che”…..”Secondo me”

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