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SOMMARIOGli articoliSorveglianza epidemiologica dei donatori di sanguee di emocomponenti, anno 2008................................................................ 3Sostanze naturali, medicine tradizionali .................................................... 8Alcohol Prevention Day 2011: dieci anni di ricerca per la prevenzione......... 11L'anal<strong>is</strong>i dei residui di antiparass<strong>it</strong>ari mediante metodi mono residuo.Le prove interlaboratorio europee, 2008-2010............................................ 16Bollettino Epidemiologico Nazionale (Inserto BEN)Uno studio CAP (conoscenze, atteggiamenti e pratiche)per stimare gli effetti prodotti da attiv<strong>it</strong>à di comunicazionerivolte a gen<strong>it</strong>ori di alunni della scuola primariasu corretta alimentazione e attiv<strong>it</strong>à f<strong>is</strong>ica.............................................................Uno studio CAP (conoscenze, atteggiamenti e pratiche)sull'adesione allo screening del carcinoma della cervice uterinain un campione di donne della ASL 2 di Potenza .............................................Nel corso dell'Alcohol Prevention Day 2011sono stati analizzati nuovi aspett<strong>it</strong>ra i quali l'abuso di alcolda parte di giovani e giovan<strong>is</strong>simie l'aumento del consumo tra le ragazzee le donne con i r<strong>is</strong>chi collegatipag. 11è presentatala Sorveglianza epidemiologicadei donatori di sanguee di emocomponenti per l'anno 2008,coordinata dal Centro Nazionale Sanguepag. 3Negli anni 2008-2010il Laboratorio Nazionale di Riferimentoper i residui di antiparass<strong>it</strong>arimediante metodi mono residuo,presso l'ISS, ha partecipato a cinque proveinterlaboratorio europeepag. 16iiiiL’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>àè il principale ente di ricerca <strong>it</strong>alianoper la tutela della salute pubblica.è organo tecnico-scientificodel Servizio San<strong>it</strong>ario Nazionalee svolge attiv<strong>it</strong>à di ricerca, sperimentazione,controllo, consulenza, documentazionee formazione in materia di salute pubblica.Dipartimenti• Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria• Biologia Cellulare e Neuroscienze• Ematologia, Oncologia e Medicina Molecolare• Farmaco• Malattie Infettive, Parass<strong>it</strong>arieed Immunomediate• San<strong>it</strong>à Pubblica Veterinaria e Sicurezza Alimentare• Tecnologie e SaluteCentri nazionali• AIDS per la Patogenesi e Vaccinicontro HIV/AIDS• Epidemiologia, Sorveglianzae Promozione della Salute• Malattie Rare• Ricerca e Valutazione dei Prodotti Immunobiologici• Sostanze Chimiche• Organ<strong>is</strong>mo di Valutazione ed Accred<strong>it</strong>amento• Sangue• TrapiantiServizi tecnico-scientifici• Servizio Biologico e per la Gestionedella Sperimentazione Animale• Servizio Informatico, Documentazione,Biblioteca ed Attiv<strong>it</strong>à Ed<strong>it</strong>orialiPresidente dell’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>àe Direttore responsabile: Enrico GaraciRedattore capo: Paola De CastroRedazione: Anna Maria Rossi, Giovanna MoriniProgetto grafico: Alessandro SpurioImpaginazione e grafici: Giovanna MoriniFotografia: Antonio SestaD<strong>is</strong>tribuzione: Patrizia Mochi, Sara ModiglianiLa responsabil<strong>it</strong>à dei dati scientificie tecnici è dei singoli autori.Redazione del NotiziarioSettore Attiv<strong>it</strong>à Ed<strong>it</strong>orialiIst<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>àViale Regina Elena, 299 - 00161 RomaTel: +39-0649902260-2427Fax +39-0649902253e-mail: pubblicazioni@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>Iscr<strong>it</strong>to al n. 475/88 del 16 settembre 1988.Reg<strong>is</strong>tro Stampa Tribunale di Roma© Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à 2011Numero chiuso in redazione il 31 agosto 2011Stampa: Tipografia Facciotti s.r.l. Roma


Sorveglianza epidemiologicadei donatori di sanguee di emocomponenti, anno 2008Vanessa Piccinini, Simo<strong>net</strong>ta Pupella, Liviana Catalano e Giuliano GrazziniCentro Nazionale Sangue, ISSRIASSUNTO - In Italia, la Sorveglianza epidemiologica dei donatori di sangue ed emocomponenti è coordinata dalCentro Nazionale Sangue, in collaborazione con le Strutture regionali di coordinamento per le attiv<strong>it</strong>à trasfusionali. Perl’anno 2008, la copertura dei servizi trasfusionali è stata dell’88,7%, corr<strong>is</strong>pondente al 92,3% delle un<strong>it</strong>à donate. Sonoriportati i tassi d’incidenza (I) e di prevalenza (P) (per 100.000 donazioni) delle infezioni da HIV (I = 2,1, P = 18,5), HCV(I = 1,1, P = 133,5), HBV (I = 4,4, P = 278,8) e Treponema pallidum (I = 4,7; P = 73,0), nonché i fattori di r<strong>is</strong>chio rilevati neidonatori.Parole chiave: donatori di sangue; infezioni; incidenza; prevalenzaSUMMARY (Epidemiological surveillance of donors of blood and blood components, year 2008) - In Italy, the epidemiologicalSurveillance of donors of blood and blood components <strong>is</strong> coordinated by the Italian National BloodCentre, in collaboration w<strong>it</strong>h the Regional Blood Centres. The 2008 survey covers 88.7% of the transfusion servicesand 92.3% of the donated un<strong>it</strong>s. Incidence (I) and prevalence (P) (x 100,000 donations) of HIV (I = 2.1; P = 18.5), HCV(I = 1.1; P = 133.5), HBV (I = 4.4; P = 278.8) and Treponema pallidum (I = 4.7; P = 73.0) infections and r<strong>is</strong>k factors indonors are reported.Key words: blood donors; infections; incidence; prevalencevanessa.piccinini@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>Le procedure adottate per la selezione del donatoree i test impiegati per la qualificazione biologicadelle un<strong>it</strong>à donate cost<strong>it</strong>u<strong>is</strong>cono fondamental<strong>is</strong>trumenti per assicurare il più elevato livello di sicurezzadella terapia trasfusionale. La valutazione dell’idone<strong>it</strong>àalla donazione si basa, da un lato, sulle informazioniraccolte attraverso la compilazione di un questionarioanamnestico volto a definire lo stato di salute, gli stilidi v<strong>it</strong>a, le esposizioni a fattori di r<strong>is</strong>chio correlati alleinfezioni trasm<strong>is</strong>sibili con il sangue e, dall’altro, sull’accertamentodel possesso di requ<strong>is</strong><strong>it</strong>i f<strong>is</strong>ici del donatoreper la salvaguardia della salute dello stesso (1).La sicurezza del sangue e degli emocomponentiè garant<strong>it</strong>a in massimo grado dall’esecuzione, suogni donazione, dei test di qualificazione biologicaper la ricerca delle infezioni da virus dell’epat<strong>it</strong>e B(HBV), dell’epat<strong>it</strong>e C (HCV), dell’immunodeficienzaumana (HIV) e dal batterio responsabile della sifilide(Treponema Pallidum - TP). Le donazioni r<strong>is</strong>ultate pos<strong>it</strong>ivealle suddette indagini diagnostiche sono notificateal s<strong>is</strong>tema di sorveglianza epidemiologica dei donatoricoordinato, a livello regionale, dalle Strutture regionalidi coordinamento (SRC) per le attiv<strong>it</strong>à trasfusionali e, alivello nazionale, dal Centro Nazionale Sangue (CNS).Annualmente, sia a livello regionale che nazionale,sono elaborati rapporti di sorveglianza alloscopo di fotografare lo stato epidemiologico dellapopolazione dei donatori di sangue r<strong>is</strong>petto alle piùrilevanti malattie trasm<strong>is</strong>sibili, valutare l’andamentodella prevalenza e dell’incidenza per ciascuna infezione,mettere in atto i provvedimenti necessari permantenere e migliorare la sicurezza della trasfusione.A partire dal 2009, sotto il coordinamento del CNSe in collaborazione con il Min<strong>is</strong>tero della Salute, leRegioni e le Province Autonome, è stata implementatala sezione di Sorveglianza epidemiologica dei donatoriall’interno del modulo di Emovigilanza del S<strong>is</strong>temaInformativo dei Servizi TRAsfusionali (SISTRA) (2).La sezione dedicata alla Sorveglianza è stata completatae resa d<strong>is</strong>ponibile ai Servizi Trasfusionali (ST) e alleSRC per l’inserimento delle notifiche in tempo realeattraverso la trasm<strong>is</strong>sione delle informazioni online. uNot Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):3-7 3


V. Piccinini, S. Pupella, L. Catalano et al.Nel presente articolo sono riportati i dati nazionali diSorveglianza delle infezioni da HIV, HCV, HBV e TPnei donatori, relativi all’anno 2008.Materiali e metodiLa raccolta delle informazioni di sorveglianza perl’anno 2008 è stata effettuata solo in parte attraversol’utilizzo del s<strong>is</strong>tema informativo SISTRA poiché inalcune regioni i dati sono stati raccolti con s<strong>is</strong>temidifferenti. Le informazioni raccolte sono quelle relativealle donazioni r<strong>is</strong>contrate pos<strong>it</strong>ive ai test di qualificazionebiologica obbligatori per legge (1) volti alla ricercadegli anticorpi verso HIV1-2 (HIV1-2Ab), HCV(HCVAb), TP (TPHA), dell’antigene di superficie diHBV (HBsAg), dell’acido nucleico di HCV (HCVRNA) e, a partire al mese di giugno (3), di HIV1(HIV1 RNA) e HBV (HBV DNA) mediante tecnicaNAT (Nucleic Acid Amplification Technology). Sonostati inoltre considerati il numero complessivo di donazion<strong>it</strong>estate, le metodiche impiegate per le indagin<strong>is</strong>ierologiche e molecolari, i fattori di r<strong>is</strong>chio dichiaratidai donatori r<strong>is</strong>contrati pos<strong>it</strong>ivi e i motivi della mancataesclusione su base anamnestica. I dati raccolti sono statianalizzati con il software stat<strong>is</strong>tico SPSS 17 (4).R<strong>is</strong>ultatiCopertura della SorveglianzaLe informazioni relative alla sorveglianza delle infezion<strong>it</strong>rasm<strong>is</strong>sibili con la trasfusione per l’anno 2008sono state forn<strong>it</strong>e dall’88,7% dei servizi trasfusionali<strong>it</strong>aliani con una copertura del 92,3% delle donazion<strong>it</strong>otali nazionali (5) (Tabella 1). La Regione Sicilia nonha potuto partecipare alla rilevazione.Tasso d’incidenzaIl tasso d’incidenza è stato calcolato come il rapportotra le donazioni confermate pos<strong>it</strong>ive agli esamidi qualificazione biologica provenienti da donatoreperiodico e il totale delle donazioni provenientida donatore periodico, moltiplicato 100.000. Nellatabella 2 sono riportati i tassi d’incidenza per le infezionida HIV, HCV, HBV e TP per l’anno 2008.In figura 1 è rappresentato l’andamento dei tassid’incidenza negli anni 2006-2008.Nel 2008 i tassi d’incidenza dell’HCV, HBV e TP(p


Sorveglianza donatori di sangue 2008Tasso di prevalenzaIl tasso di prevalenza è stato calcolato come il rapportotra le donazioni confermate pos<strong>it</strong>ive agli esamidi qualificazione biologica provenienti da donatorialla prima donazione e il totale delle donazioni provenientida donatore alla prima donazione, moltiplicato100.000. Nella Tabella 3 sono riportati i valori de<strong>it</strong>assi di prevalenza per le infezioni da HIV, HCV,HBV e TP per l’anno 2008.In figura 2 è rappresentato l’andamento dei tassidi prevalenza negli anni 2006-2008.Nel confronto con l’anno precedente, nel 2008sono stati r<strong>is</strong>contrati decrementi significativi dei tassidi prevalenza di HCV e TP (p


V. Piccinini, S. Pupella, L. Catalano et al.100% fattore di r<strong>is</strong>chio noto80604020Viaggi in zone endemicheUso di droghe per via endovenosaTrasfusioni o sommin<strong>is</strong>trazioni di emoderivatiTatuaggiRapporti sessuali occasionaliPartner pos<strong>it</strong>ivoMalattie venereeInterventi chirurgiciCure odontoiatricheContaminazione con sangueConvivente pos<strong>it</strong>ivoBody piercingAgopunturaAccertamenti endoscopici con strumenti flessibili0HIV HBV HCV TPFigura 4 - Possibili fattori di r<strong>is</strong>chio, suddiv<strong>is</strong>i per infezione, indicati dai donatori r<strong>is</strong>ultati pos<strong>it</strong>ivi ai marcatori delle infezioninel 2008Tra i donatori, che hanno riconosciuto di esserestati esposti a fattori di r<strong>is</strong>chio ma non lo hannodichiarato nella fase di raccolta delle informazionianamnestiche, il 35,0% r<strong>it</strong>eneva che il r<strong>is</strong>chio di avercontratto l’infezione fosse remoto (figura 5).49,5%3,1%2,1%10,3%Credeva che il r<strong>is</strong>chio fosse remoto35,0%Ha donato perché sapeva che i testvengono comunque esegu<strong>it</strong>iHa donato perché voleva eseguire i test di screeningScarsa comprensione dei questionari informativiNegava i r<strong>is</strong>chiFigura 5 - Motivi per cui sono stati negati i fattori di r<strong>is</strong>chioD<strong>is</strong>cussionePer l’anno 2008, la sorveglianza epidemiologicadei donatori di sangue e di emocomponenti ha reg<strong>is</strong>tratouna cons<strong>is</strong>tente partecipazione (88,7% degl<strong>is</strong>T). Le informazioni forn<strong>it</strong>e dai Crs sono state idoneeper il calcolo dei tassi d’incidenza e di prevalenza,mentre le informazioni sui fattori di r<strong>is</strong>chio e suimotivi di non esclusione sono state forn<strong>it</strong>e in modoadeguato per l’anal<strong>is</strong>i solo nel 57% delle notifiched’infezione.I tassi d’incidenza e prevalenza calcolati perl’anno 2008 presentano valori molto contenuti.Nel confronto con l’anno precedente (6), nel2008 sono state r<strong>is</strong>contrate significative riduzionidei tassi d’incidenza e prevalenza di HCV e TP edel tasso d’incidenza di HBV (p


Sorveglianza donatori di sangue 2008L’indagine 2008 è stata complessa a causa dell’introduzionedi nuovi s<strong>is</strong>temi diagnostici. Infatti, a partiredal mese di giugno, nuove d<strong>is</strong>posizioni normativehanno esteso l’obbligo di eseguire la ricerca mediantetecniche NAT anche all’HIV1 e HBV (3). L’anal<strong>is</strong>i deifattori di r<strong>is</strong>chio conferma, come per gli anni precedenti,che la causa più frequentemente indicata comefattore di r<strong>is</strong>chio di contrarre un’infezione luetica e daHIV è il rapporto sessuale occasionale mentre le cureodontoiatriche e gli interventi chirurgici lo sono perl’epat<strong>it</strong>e B e C. Il r<strong>is</strong>chio di contrarre le infezioni dipertinenza della sorveglianza epidemiologica è consideratoremoto dal 35% dei donatori r<strong>is</strong>ultati pos<strong>it</strong>iviallo screening e che hanno inizialmente negato esposizionia r<strong>is</strong>chio.Per la rilevazione 2009, la raccolta delle informazioniprevede l’utilizzo esclusivo del s<strong>is</strong>tema informativonazionale SISTRA, d<strong>is</strong>ponibile online dal mese dimarzo dello stesso anno, mediante conferimento direttodelle informazioni sul portale o raccordo funzionaledei s<strong>is</strong>temi informativi regionali a quello nazionale.Il SISTRA potrà rendere pienamente efficiente ilS<strong>is</strong>tema di Sorveglianza poiché permetterà di superarele difficoltà generate da informazioni trasmesse in modoeterogeneo. Le future elaborazioni a partire dai dati d<strong>is</strong>orveglianza potranno così essere più estese e complete e,grazie all’inserimento in tempo reale delle informazion<strong>is</strong>u SISTRA, potranno essere facilmente esegu<strong>it</strong>i periodicimon<strong>it</strong>oraggi a livello regionale e nazionale.RingraziamentiSi ringraziano i Servizi Trasfusionali e le StruttureRegionali di Coordinamento per le attiv<strong>it</strong>à trasfusionali perla collaborazione alla realizzazione dell’indagine.Riferimenti bibliografici1. Italia. Decreto Min<strong>is</strong>tero della Salute 3 marzo 2005. Protocolliper l’accertamento della idone<strong>it</strong>à del donatore d<strong>is</strong>angue e di emocomponenti. Gazzetta Ufficiale n. 85, 13aprile 2005.2. Italia. Decreto Min<strong>is</strong>tero della Salute 21 dicembre 2007.Ist<strong>it</strong>uzione del s<strong>is</strong>tema informativo dei servizi trasfusionali.Gazzetta Ufficiale n. 13, 16 gennaio 2008.3. Italia. Decreto Min<strong>is</strong>tero della Salute 27 marzo 2008. Modificazioniall’allegato 7 del Decreto 3 marzo 2005 in materiadi esami obbligatori ad ogni donazione di sanguee controlli periodici. Gazzetta Ufficiale n. 117, 20 maggio2008.4. http://<strong><strong>ww</strong>w</strong>.spss.com5. Catalano L, Pupella S, Piccinini V, et al. Indagine conosc<strong>it</strong>ivae anal<strong>is</strong>i delle principali attiv<strong>it</strong>à del s<strong>is</strong>tema trasfusionale <strong>it</strong>aliano:anni 2007-2008. Roma: Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à;2010 (Rapporti ISTISAN 10/13).6. Piccinini V, Pupella S, Catalano L, et al. Sorveglianza epidemiologicadei donatori di sangue e di emocomponenti,anno 2007. Not Ist Super San<strong>it</strong>à 2009;22(10):15-9.7


SOSTANZE NATURALI,MEDICINE TRADIZIONALIFrancesca Romana Gallo, Alessia Fabbri, Sara Travaglione, Carla Fiorentini, Andrea Geraci,Giuseppina Multari, Giovanna Palazzino, Massimo Giambenedetti e Rossella Di NalloDipartimento del Farmaco, ISSRIASSUNTO - Il Reparto “Sostanze naturali, medicine tradizionali”, all’interno del Dipartimento del Farmaco dell’Ist<strong>it</strong>utoSuperiore di San<strong>it</strong>à, è cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da gruppi storicamente d<strong>is</strong>tinti ma che hanno in comune l’interesse verso il vasto mondodei prodotti naturali, provenienti dal mondo vegetale, animale, minerale e microbico. Il Reparto ha come obiettivi primarilo studio, il controllo e la diffusione della conoscenza di quelle sostanze già utilizzate dall’uomo nelle medicine tradizionali,che possono rappresentare potenti mezzi per lo studio di s<strong>is</strong>temi biologici, ma anche e soprattutto potenzialiagenti terapeutici per lo sviluppo di nuovi farmaci.Parole chiave: sostanze naturali; medicine tradizionali; tossine battericheSUMMARY (Natural Substances, Trad<strong>it</strong>ional Medicine) - The “Natural Substances, Trad<strong>it</strong>ional Medicine" Un<strong>it</strong>,Department of Therapeutic Research and Medicines Evaluation, Italian National Inst<strong>it</strong>ute of Health, <strong>is</strong> composed byh<strong>is</strong>torically d<strong>is</strong>tinct research groups that share the interest toward the vast world of natural products. Objects of theSection are the study and control of those substances largely used in Trad<strong>it</strong>ional Medicine as well as the spread ofknowledge on th<strong>is</strong> subject. Products from plants, animals and microrgan<strong>is</strong>ms can represent powerful tools for biologicalinvestigations as well as potential therapeutic agents for novel drugs development.Key words: herbal products; complementary medicine; bacterial toxinscarla.fiorentini@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>Il Reparto “Sostanze naturali, medicine tradizionali”è stato cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o all’interno del Dipartimento delFarmaco dell’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à (ISS) datol’interesse crescente da parte del mondo scientifico neiconfronti di queste tematiche. I prodotti naturali, provenientidal mondo vegetale, animale, minerale e microbico,rappresentano una fonte inesauribile di sostanzeda sempre utilizzate nelle medicine tradizionali dei Paesidi tutto il mondo. Caratterizzate da una grande divers<strong>it</strong>àchimica e funzionale che permette loro di colpireselettivamente un numero praticamente illim<strong>it</strong>ato dibersagli cellulari, le sostanze naturali rappresentano nonsolo potenti mezzi per lo studio di s<strong>is</strong>temi biologici, maanche e soprattutto potenziali agenti terapeutici per losviluppo di nuovi farmaci. Nel nuovo Reparto, sotto ladirezione di Carla Fiorentini, sono affer<strong>it</strong>i gruppi storicamented<strong>is</strong>tinti ma che hanno in comune l’interesseverso il vasto mondo dei prodotti naturali.Sostanze naturali dalle piante della tradizioneIl gruppo “Sostanze Naturali” (SN), d<strong>is</strong>cendentedal Reparto di Chimica delle Sostanze Naturalidel vecchio organigramma dell’ISS*, compostoda Giovanna Palazzino, Francesca Romana Gallo,Giuseppina Multari e Massimo Giambenedetti, convergenel nuovo Reparto con una tradizione ventennalenello studio delle sostanze derivate da piante usatenelle Medicine Tradizionali (MT).Negli ultimi anni, l’Organizzazione Mondiale dellaSan<strong>it</strong>à (OMS), tram<strong>it</strong>e la “WHO Trad<strong>it</strong>ional MedicineStrategy 2002-2005” e la “WHO Medicines Strategy2004-2007-2.2. Safety, efficacy, and qual<strong>it</strong>y of TM/CAM enhanced”, ha dato una forte spinta a questosettore, allo scopo di trovare una validazione scientificaalle proprietà terapeutiche delle piante usate nellaMT soprattutto dei paesi in via di sviluppo. La MT è(*) Defin<strong>it</strong>o “Reparto di Sostanze naturali del Dipartimento del Farmaco” nel Notiziario dell'Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à 2011;24(2):3-6.8 Not Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):8-10


Reparto Sostanze naturali dell'ISSquindi un utile pre-screening per la selezione di pianteda cui estrarre e identificare principi naturali con unaspecifica attiv<strong>it</strong>à. Lo studio di queste, sottoposte all’attenzionedel gruppo SN da etnofarmacologi localie opportunamente identificate da un punto di v<strong>is</strong>tabotanico, porta, tram<strong>it</strong>e un progressivo frazionamentodei loro estratti, all’<strong>is</strong>olamento delle sostanze pure chevengono caratterizzate dal punto di v<strong>is</strong>ta strutturalecon metodi chimici e spettroscopici e indirizzate allavalutazione biologica con saggi di attiv<strong>it</strong>à specifici. Gl<strong>is</strong>tessi componenti identificati chimicamente, attivi enon attivi, sono utili marker chimici per caratterizzaree quindi riconoscere le piante usate come materieprime vegetali nei prodotti medicinali e anche neiprodotti salut<strong>is</strong>tici utilizzati per il benessere umano eanimale. La Direttiva 2004/24/CE sull’imm<strong>is</strong>sione incommercio dei medicinali vegetali tradizionali richiedeinfatti una valutazione della qual<strong>it</strong>à e sicurezza d<strong>it</strong>ali prodotti attraverso “prove chimico-f<strong>is</strong>iche, biologichee microbiologiche”. È pertanto necessario unmaggiore controllo della qual<strong>it</strong>à dei prodotti a basedi sostanze vegetali, anche in relazione a un mercatosempre più globalizzato. La loro tossic<strong>it</strong>à potenzialepuò essere infatti influenzata non solo dall’assenza dieventuali contaminanti, ma anche dal tipo di droghevegetali in esse contenute, e quindi dalle eventual<strong>is</strong>ost<strong>it</strong>uzioni, sof<strong>is</strong>ticazioni o adulterazioni. Per talemotivo, il gruppo SN si interessa della messa a puntodei metodi anal<strong>it</strong>ici più idonei a determinare il profilochimico quali-quant<strong>it</strong>ativo cromatografico o spettroscopicocaratter<strong>is</strong>tico e caratterizzante le sostanzevegetali, tram<strong>it</strong>e tecniche di HPTLC dens<strong>it</strong>ometrica,HPLC-DAD, HPLC-MS e NMR. I metodi anal<strong>it</strong>icielaborati identificano così una sorta di impronta dig<strong>it</strong>ale,ovvero il fingerprint d<strong>is</strong>tintivo delle specie vegetaliusate come materie prime nei prodotti suddetti, inlinea con le “WHO guidelines on safety mon<strong>it</strong>oringof Herbal medicines in pharmacovigilance systems”(2004) e con gli studi di sorveglianza sul mercatodettati dallo European Directorate for the Qual<strong>it</strong>y ofMedicines (EDQM) del Consiglio d’Europa.Medicine tradizionalie nuovi approcci terapeuticiEssendo le medicine tradizionali sempre più diffuse,le problematiche a esse associate sono oggetto diattenzione crescente da parte dell’ISS, in particolarenel Dipartimento del Farmaco. Le MT sono defin<strong>it</strong>edall’OMS come “pratiche, approcci, conoscenze e credenzeche comprendono l’uso di prodotti a base vegetale,animale e minerale ma anche approcci spir<strong>it</strong>uali,tecniche manuali ed esercizi f<strong>is</strong>ici. Queste pratichevengono utilizzate singolarmente o in combinazioneper curare, diagnosticare e prevenire le malattie f<strong>is</strong>ichee mentali o mantenere uno stato di benessere”.La presentazione e la d<strong>is</strong>cussione dei vari aspettiche caratterizzano le MT è principalmente a cura delnostro Reparto (con Andrea Geraci, medico espertoin medicine complementari), che mette in primopiano la sicurezza e l’efficacia delle sostanze propostedalle varie tradizioni mediche. Oltre che di sostanze,si d<strong>is</strong>cute anche di pratiche, come ad esempio l’agopunturao lo yoga, sempre più usate a integrazione de<strong>it</strong>rattamenti classici di varie patologie. Proprio in questoamb<strong>it</strong>o, il Dipartimento del Farmaco ha organizzatovari convegni per approfondire da diversi puntidi v<strong>is</strong>ta l’argomento MT considerate come medicinecomplementari:• il Convegno “Trattamenti non convenzionali per imalati di cancro”, in collaborazione con l’AIMaC(Associazione Italiana Malati di Cancro, parentie amici), i National Inst<strong>it</strong>utes of Health (NIH),il National Cancer Inst<strong>it</strong>ute (NCI) e il NationalCenter for Complementary and AlternativeMedicine (NCCAM);• il Convegno nazionale “…ed io avrò cura di te.Aspetti multid<strong>is</strong>ciplinari nell’ass<strong>is</strong>tenza al malato aprognosi severa” in cui si è d<strong>is</strong>cusso della possibil<strong>it</strong>àdi integrare terapie complementari e medicinapalliativa;• il Convegno sulla medicina tradizionale cinese;• il Convegno sulla medicina ayurvedica.L’interesse per le SN è condiv<strong>is</strong>o con altri dipartimentie centri dell'ISS e insieme a loro è statoformato un gruppo di studio denominato “TerapieInnovative e Sostanze Naturali” (TISNa), il cui scopoè quello di stimolare collaborazione e ricerca, attraversoseminari a cadenza quasi mensile aperti anchea ricercatori provenienti da altre strutture scientifichee accademiche. Il TISNa ha avviato in ISS una seriedi convegni sull’argomento nel marzo 2009 con il IConvegno nazionale “Sostanze naturali: dalla ricercadi base all'applicazione clinica” e quello del dicembre2010, “Sostanze naturali, farmaci e alimenti: azioni einterazioni”.u9


F.R. Gallo, A. Fabbri, S. Travaglione et al.Un aiuto dal mondo dei batteriNel nuovo Reparto converge, infine, un gruppodi ricercatori, composto da Carla Fiorentini, AlessiaFabbri e Sara Travaglione, che possiede un’esperienzaventennale nello studio dei meccan<strong>is</strong>mi di azione delletossine di natura proteica, molecole biologicamenteattive capaci di modulare processi cellulari quali ildifferenziamento, il ciclo cellulare, alcuni aspetti dellar<strong>is</strong>posta immun<strong>it</strong>aria nonché processi f<strong>is</strong>iologici dels<strong>is</strong>tema nervoso. Le tossine batteriche, che possonoessere defin<strong>it</strong>e come SN di origine batterica, fannoparte dei “farmaci biologici” (FB), ultima frontieradella farmacologia. Gli FB sono il r<strong>is</strong>ultato dei progressifatti nel campo delle biotecnologie in quanto, essendoestremamente selettivi, mirano a colpire in modo prec<strong>is</strong>ouna singola struttura cellulare (recettore, proteina,sequenza di DNA), riducendo così gli effetti collateralie aumentando l'efficacia della terapia. Le tossine battericherappresentano uno dei principali fattori di virulenzaper la maggior parte dei batteri patogeni e sonousate come potenti armi per il bioterror<strong>is</strong>mo. Non solo:nella biologia cellulare cost<strong>it</strong>u<strong>is</strong>cono un prezioso strumentoper lo studio dei “macchinari” molecolari con iquali interag<strong>is</strong>cono, una conoscenza che potrebbe permetteredi sfruttare tali proteine per la realizzazione dinuove molecole ad attiv<strong>it</strong>à farmacologica (basti pensarealla tossina botulinica e ai suoi molteplici utilizzi).In tale amb<strong>it</strong>o, sono stati organizzati i seguenticonvegni internazionali:• “Cross-talk between bacteria andhost cells: role ofprotein toxins” (2002);• “Bacterial protein toxins: friends or foes?” (2005).Negli ultimi anni, gli interessi scientifici del grupposi sono focalizzati su due principali tematiche:• le tossine batteriche in oncologia;• il potenziale terapeutico della tossina CNF1 diEscherichia coli a livello del s<strong>is</strong>tema nervoso centrale.Nel primo caso, l’obiettivo è identificare fattoribatterici o tossine prodotte dalla microbiota intestinale,come possibili fattori di r<strong>is</strong>chio per lo sviluppodi tumori del colon. Tale tematica sarà oggettodell’Exploratory Workshop “Bacterial infection as acause of cancer”, co-organizzato da Carla Fiorentinie supportato dalla European Science Foundation.L’interesse per la seconda tematica nasce da evidenzesperimentali ottenute in topi sani nei quali il CNF1migliora le capac<strong>it</strong>à di apprendimento e memoria.Questa scoperta ha aperto la strada alla possibil<strong>it</strong>à diimpiegare tale tossina - o frammenti enzimaticamenteattivi della stessa - nel controllo della plastic<strong>it</strong>à sinapticain malattie neurodegenerative e del neurosviluppo.In questo contesto, sono state depos<strong>it</strong>ate le richiesteper tre brevetti internazionali (WO2006105998;WO2007017914; PCT/IT2011/000039).Le grandi potenzial<strong>it</strong>à di tale molecola battericacome “farmaco” sono state evidenziate anche in studicondotti in collaborazione con il Consiglio Nazionaledelle Ricerche (CNR) di Roma, su dolore infiammatorioe neuropatico, e con il CNR di P<strong>is</strong>a, sullaplastic<strong>it</strong>à v<strong>is</strong>iva.Non ultimo, per la gestione della parte tecnicoammin<strong>is</strong>trativa,il Reparto può avvalersi della collaborazionedi Rossella Di Nallo, con esperienza dilunga data nell’organizzazione di congressi e meetingnazionali e internazionali e nella gestione contabile eammin<strong>is</strong>trativa di progetti di ricerca.In conclusione, è importante ricordare che permigliaia di anni le medicine tradizionali hanno impiegatoper scopi terapeutici erbe o tossine animali e hannoproposto approcci alternativi come l’agopuntura o lamed<strong>it</strong>azione. La scelta quindi di riunire e amalgamare inun unico Reparto del Dipartimento del Farmaco ricercatoricon diverse esperienze ha come obiettivi primarilo studio, il controllo e la diffusione della conoscenzadi quelle sostanze già utilizzate dall’uomo, che possonorappresentare un valido strumento in campo biomedicoper una nuova medicina integrata. Il Reparto SNMTcosì formato possiede tutte le potenzial<strong>it</strong>à per analizzareda diverse angolature le innumerevoli sostanze che derivanodal mondo vivente e che rappresentano una r<strong>is</strong>ervainesauribile di potenziali “farmaci” per l’uomo.10


Inserto BENInserto BENBollettino Epidemiologico Nazionalemetodi di studioUno studio CAP (conoscenze, atteggiamenti e pratiche) per stimaregli effetti prodotti da attiv<strong>it</strong>à di comunicazionerivolte a gen<strong>it</strong>ori di alunni della scuola primariasu corretta alimentazione e attiv<strong>it</strong>à f<strong>is</strong>icaChiara Cattaneo, Benedetta Contoli, Anna Lamberti,Barbara De Mei, Arianna D<strong>it</strong>tami e Alberto PerraCentro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à, RomaNel 2008 OKkio alla SALUTE, s<strong>is</strong>temadi sorveglianza nazionaledello stato ponderale, delleab<strong>it</strong>udini alimentari e dell’attiv<strong>it</strong>à f<strong>is</strong>icadei bambini, ha evidenziato che il 36%degli alunni della classe terza dellascuola primaria presenta un eccesso dipeso (1). Tra i fattori di r<strong>is</strong>chio, associatial problema del sovrappeso e dell’obes<strong>it</strong>à,è considerata di particolare importanzaanche la scorretta percezione dellas<strong>it</strong>uazione nutrizionale del propriofiglio da parte dei gen<strong>it</strong>ori. Come inaltri contesti (2), anche nella nostra indagineè emerso che il 49% delle madridi bambini in sovrappeso e il 10% dellemadri di bambini obesi considerano ilproprio figlio normopeso o sottopeso.I r<strong>is</strong>ultati della sorveglianza evidenzianoche le scorrette ab<strong>it</strong>udini alimentari,quali una colazione non bilanciata,l’eccessivo uso di bib<strong>it</strong>e zuccherate elo scarso consumo di frutta e verdura,sono tra i maggiori fattori di r<strong>is</strong>chio peril sovrappeso e l’obes<strong>it</strong>à nei bambini(1). Aumentare la consapevolezza deigen<strong>it</strong>ori appare, quindi, essenziale permigliorare la s<strong>it</strong>uazione nutrizionale deibambini (3).A tal fine, fra marzo e settembre 2009,l’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à ha sperimentatoun intervento di comunicazionesu un campione di gen<strong>it</strong>ori delleclassi partecipanti a OKkio alla SALUTE,Not Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):i-iimirato a favorire maggiore consapevolezzadell’importanza del peso deibambini, promuovendo una correttaalimentazione e una diminuzione dellasedentarietà.Per valutare l’efficacia di tale interventoè stato realizzato uno studio CAP(conoscenze, atteggiamenti e pratiche,in inglese KAP, knowledge, att<strong>it</strong>udeand practice) con la sommin<strong>is</strong>trazioneripetuta di un questionario ai gen<strong>it</strong>oriche hanno partecipato all’interventocomunicativo con l’obiettivo di valutarnei cambiamenti nelle conoscenze,negli atteggiamenti e nei comportamenti,r<strong>is</strong>petto ai temi trattati durantegli incontri.Lo studio è stato condotto su uncampione di 54 classi, estratte casualmentedalle 2.610 classi di tuttele regioni partecipanti al s<strong>is</strong>tema d<strong>is</strong>orveglianza. I gen<strong>it</strong>ori degli alunnidi ciascuna classe campionata sonostati inv<strong>it</strong>ati dalla scuola a partecipareall’intervento comunicativo in forma did<strong>is</strong>cussione guidata della durata di circaun’ora e trenta, condotto in manierastandardizzata da operatori san<strong>it</strong>ariappos<strong>it</strong>amente formati, al termine delquale è stato consegnato un opuscoloinformativo. Il questionario è statosommin<strong>is</strong>trato e compilato in formaanonima, prima dell’intervento (T0) ea circa 3 mesi di d<strong>is</strong>tanza (T1). Cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>oda 39 domande, è stato strutturatoal fine di raccogliere informazion<strong>is</strong>pecifiche sulle ab<strong>it</strong>udini dei bambini,nonché sulle conoscenze e gli atteggiamentidei gen<strong>it</strong>ori sui temi affrontatinell’intervento di comunicazionee su alcuni aspetti socio-demografici.Gli atteggiamenti sono stati studiaticon le r<strong>is</strong>poste ad affermazioni su scalaLikert (4), con 6 livelli di accordo/d<strong>is</strong>accordocon quanto espresso. Per ciascunadomanda è stato calcolato il valoremedio del punteggio espresso in T0 ein T1, confrontandolo con un t-test perdati appaiati nella forma unilaterale eassumendo che la media T1 fosse maggioredella media T0, cioè che si verificasseun progresso negli atteggiamentifavorevoli al messaggio propostodurante l’intervento di comunicazione.Per le domande a r<strong>is</strong>posta multipla,che valutavano conoscenze e comportamentiin rapporto alle raccomandazioniin uso nel nostro Paese o in campointernazionale, sono state calcolatele proporzioni di r<strong>is</strong>poste esatte T0 eT1 ed è stato applicato il test parametricoper il confronto tra proporzioni.Sono state, inoltre, indagate eventualiassociazioni fra le caratter<strong>is</strong>tiche demografichee socio-economiche deir<strong>is</strong>pondenti e i cambiamenti m<strong>is</strong>uratinelle conoscenze, negli atteggiamentie nei comportamenti. Ciò, per veri- ui


Inserto BENTabella - Conoscenze dei gen<strong>it</strong>ori su alcune ab<strong>it</strong>udini nei bambini, rilevate al T0* e al T1**dopo l’intervento di comunicazione (n. 199 questionari appaiati)Variabile studiata T0* (media) T1** (media) Differenza pColazione corretta 90,3 95,4 5,1 0,02Bib<strong>it</strong>e zuccherate 9,6 14,1 4,5 0,09Consumo frutta e verdura 7,6 25,8 18,2 0,00Attiv<strong>it</strong>à f<strong>is</strong>ica giornaliera 51 57,6 6,6 0,09Ore di TV e videogiochi giornaliere 43,9 48,2 4,3 0,2Ore sonno giornaliere 36,6 41,9 5,3 0,14(*) Questionario sommin<strong>is</strong>trato prima dell'intervento comunicativo; (**) questionario sommin<strong>is</strong>tratodopo tre mesi dall'intervento comunicativoficare se l’intervento di comunicazioneproducesse gli stessi cambiamenti ingruppi di persone con caratter<strong>is</strong>tichediverse con lo scopo di adattare eventualmentei contenuti e le modal<strong>it</strong>àdegli strumenti di comunicazione (incontroe opuscolo) alle caratter<strong>is</strong>tichedel target.Nelle due rilevazioni sono stati compilaticomplessivamente 870 questionari.Per l’anal<strong>is</strong>i appaiata ne sonostati presi in considerazione 398, rappresentatividi 199 gen<strong>it</strong>ori che hannocompilato il questionario nei due momentiprev<strong>is</strong>ti. Il 95% del campione ècost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o dalle madri degli alunni, dietà mediana 40 anni (range 24-59). Il16% possiede un diploma di laurea,il 44% di scuola superiore, il 35% la licenzamedia, il 5% quella elementare.Relativamente all’attiv<strong>it</strong>à lavorativa, il58% è stabilmente occupato, il 20% inmaniera saltuaria e il 23% non occupato.Lo studio delle r<strong>is</strong>poste al T0 evidenzialivelli di conoscenza iniziali moltodiversi:• più bassi per alcune ab<strong>it</strong>udini correttesull’alimentazione dei bambini;ad esempio solo il 10% dei gen<strong>it</strong>or<strong>is</strong>apeva del consumo giornalieroraccomandato di 5 porzioni di fruttae verdura o dei lim<strong>it</strong>i al consumo dibib<strong>it</strong>e zuccherate;• intermedi circa l’importanza dell’attiv<strong>it</strong>àf<strong>is</strong>ica e del movimento; adesempio il 51% dei gen<strong>it</strong>ori sapevache i bambini dovrebbero svolgerealmeno un’ora di attiv<strong>it</strong>à f<strong>is</strong>ica ognigiorno e solo il 44% è consapevoleche non si devono superare le dueore al giorno dedicate allo “schermo”cioè a TV e videogiochi;• elevati; ad esempio sulla caratter<strong>is</strong>tichedella colazione sana, per la qualeil 90% dei gen<strong>it</strong>ori aveva una correttaconoscenza degli ingredienti.Dopo l’intervento di comunicazionee la seconda sommin<strong>is</strong>trazione delquestionario si sono rilevati dei cambiamentinelle conoscenze, alcuni dei qual<strong>is</strong>ono riassunti nella Tabella.Dopo 3 mesi (T1) sono state rilevati increment<strong>is</strong>ignificativi delle conoscenzesu caratter<strong>is</strong>tiche della colazione, consumodi frutta e verdura e bib<strong>it</strong>e zuccherate,e incrementi anche su attiv<strong>it</strong>àf<strong>is</strong>ica giornaliera, ore di “schermo” e oredi sonno del bambino.L’anal<strong>is</strong>i degli atteggiamenti favorevolialle sane ab<strong>it</strong>udini alimentari, all’attiv<strong>it</strong>àf<strong>is</strong>ica adeguata e alla lim<strong>it</strong>azione dellasedentarietà dei bambini ha dimostratocambiamenti lim<strong>it</strong>ati e non stat<strong>is</strong>ticamentesignificativi.Infine, l’anal<strong>is</strong>i dei cambiamenti deicomportamenti rifer<strong>it</strong>i dai gen<strong>it</strong>ori dopol’intervento comunicativo ha mostratodei progressi modesti, seppure non stat<strong>is</strong>ticamentesignificativi, prevalentementenella preparazione della colazioneprima della scuola, nella diminuzionedella TV in camera da letto (d<strong>is</strong>ponibileper il 49% dei bambini nella rilevazioneT0), nell’adeguamento delle ore di sonnoper i bambini.Non sono state rilevate differenzesignificative nei progressi delle conoscenzeper i gen<strong>it</strong>ori di diversa s<strong>it</strong>uazionesocio-economica o con diversascolar<strong>it</strong>à.In conclusione, lo studio CAP si è rivelatoun utile strumento per valutaregli effetti delle attiv<strong>it</strong>à di comunicazionecon i gen<strong>it</strong>ori. Gli incontri di comunicazionehanno complessivamenteprodotto un miglioramento nelle conoscenze,ma non appaiono in gradodi modificare in maniera convincenteatteggiamenti e comportamenti. L’incontrostrutturato e l’opuscolo informativohanno prodotto r<strong>is</strong>ultati similiper i diversi target della comunicazione,indipendentemente dalla s<strong>it</strong>uazionesocio-economica, educazioneo età, confermando la buona qual<strong>it</strong>àdegli strumenti e della strategia dicomunicazione. In generale, i r<strong>is</strong>ultatidella nostra valutazione hanno forn<strong>it</strong>oorientamenti utili a migliorare futuriinterventi. In particolare, emerge lanecess<strong>it</strong>à di modificare i contenuti deimessaggi utilizzati, in modo da favorireun aumento di conoscenza per tuttii temi trattati, spesso propedeuticoalla effettiva modifica pratica dei comportamenti.In questo senso, r<strong>is</strong>ultaevidente la necess<strong>it</strong>à di implementarel’impatto della comunicazione su argomentidefinibili cr<strong>it</strong>ici, ossia quellicaratterizzati da livelli conosc<strong>it</strong>ivi dipartenza relativamente bassi, comead esempio il consumo di frutta e verdurae di bib<strong>it</strong>e zuccherate. Sarà inoltreimportante individuare strumenti piùidonei per un maggiore coinvolgimentodei gen<strong>it</strong>ori. è tuttavia evidente che,per ottenere dei cambiamenti significativinell’amb<strong>it</strong>o delle problematichelegate al sovrappeso e all'obes<strong>it</strong>à, lacomunicazione può solo essere unostrumento da utilizzare all’interno diun piano strategico più ampio chepreveda interventi integrati e multicomponenti(5).Riferimenti bibliografici1. Spinelli A, Lamberti A, Baglio G, et al.(Ed.). OKkio alla salute: s<strong>is</strong>tema d<strong>is</strong>orveglianza su alimentazione e attiv<strong>it</strong>àf<strong>is</strong>ica nei bambini della scuola primaria.R<strong>is</strong>ultati 2008. Roma: Ist<strong>it</strong>uto Superioredi San<strong>it</strong>à; 2009 (Rapporti ISTISAN09/24).2. Huang JS, Becerra K, Oda T, et al. Parentalabil<strong>it</strong>y to d<strong>is</strong>criminate the weightstatus of children: results of a survey.Pediatrics 2007;120(1):e112-9.3. Rhee KE, De Lago CW, Arscott-Mills T, et al. Factors associated w<strong>it</strong>hparental readiness to make changesfor overweight children. Pediatrics2005;116(1):e94-101.4. Marradi A, Gasperono G (Ed.). Costruireil dato. Le scale Likert. Vol. 3.Milano: Franco Angeli Ed<strong>it</strong>ore; 2002.5. American Dietic Association. Pos<strong>it</strong>ionof the American Dietetic Association:individual-, family-, school- andcommun<strong>it</strong>y-based interventions forpediatric overweight. J Am Diet Assoc2006;106(6):925-45.ii


Inserto BENUno studio cap (conoscenze, atteggiamenti e PRATICHE)sull'ADESIONE ALLO screening del carcinoma della cervice uterinain un campione di donne della ASL 2 di PotenzaAngela Giusti1, Antonella Pesce2 e Alberto Perra11Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISS2 Consultorio Familiare di Sant'Arcangelo, Dipartimento Materno Infantile, ASP PotenzaNell’Unione Europea si stima che siverifichino annualmente 34.000nuovi casi di tumore della cerviceuterina e oltre 16.000 decessi con unforte impatto sociale. Il target, infatti, ècost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o prevalentemente da donne di35-50 anni, nel pieno della loro v<strong>it</strong>a attivasia sul piano professionale che famigliare(1). Nel nostro Paese, recenti stime indicanoannualmente circa 3.500 nuovi casidiagnosticati e circa 1.100 morti (2). L’incidenzae la mortal<strong>it</strong>à si sono fortementeridotte dagli anni '60 ad oggi e l’attiv<strong>it</strong>àdi screening è garant<strong>it</strong>a gratu<strong>it</strong>amente atutte le donne dai livelli essenziali di ass<strong>is</strong>tenza.Nel 2009 la percentuale di donneche viveva in un'area dove era attivo unprogramma di screening ha raggiuntoil 77% e, a differenza di quanto avvienenegli altri programmi di screening (colon-rettoe mammella), non si osservanodifferenze importanti nella d<strong>is</strong>tribuzionegeografica tra Nord, Centro e Sud (3). Dal1999, in regione è attivo il progetto “Basilicatadonna” per la prevenzione dei tumorial seno e all’utero, promosso dall’assessoratoregionale alla salute. Nel 2006, il tassodi adesione allo screening c<strong>it</strong>ologico erar<strong>is</strong>pettivamente del 40,5% per l’insiemedella regione e del 45% per l’ASL 2 di Potenza.In attesa della messa a regime dellasorveglianza PASSI, destinata a fornire datidi qual<strong>it</strong>à e tempestivi sull’andamentodegli screening, nel 2007 la necess<strong>it</strong>à dicomprendere le ragioni dell’adesione/nonadesione al programma di screening tram<strong>it</strong>epap test ha giustificato questa indagi<strong>net</strong>rasversale di tipo CAP (conoscenze,atteggiamenti e pratiche, in inglese KAP,knowledge, att<strong>it</strong>ude and practice). L'indagineè stata realizzata, tra luglio e ottobre2007, attraverso la sommin<strong>is</strong>trazione telefonicadi un questionario standardizzato.Al fine di ottenere una prec<strong>is</strong>ione di ± 5%per le principali variabili (con IC al 95%),con metodo casuale semplice, sono statecampionate dalla l<strong>is</strong>ta anagrafica san<strong>it</strong>aria200 donne appartenenti alla popolazio<strong>net</strong>arget per lo screening (25-64 anni),effettuando le sost<strong>it</strong>uzioni in un range dipiù o meno 5 anni. Il questionario è statoNot Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):iii-ivstrutturato integrando le sezioni “Qual<strong>it</strong>àdi v<strong>it</strong>a percep<strong>it</strong>a” e “Il tumore del collodell’utero” impiegato nella sorveglianzaPASSI e “Atteggiamenti nei confronti delpap test” utilizzato dall’Agenzia San<strong>it</strong>ariaRegionale dell’Emilia-Romagna nellostudio “Sana o Salva” (4). Il questionarioprevedeva diverse sezioni: lo stato di saluteattuale e la qual<strong>it</strong>à di v<strong>it</strong>a percep<strong>it</strong>a,le conoscenze e gli atteggiamenti sul paptest, le fonti informative, i comportamentie i dati socio-anagrafici. Gli atteggiament<strong>is</strong>ono stati m<strong>is</strong>urati usando una scala di Likerta 5 punti. L’anal<strong>is</strong>i, realizzata con EpiInfo, ver 3.5.1, è basata sulla stima dellaprevalenza delle conoscenze e dei comportamentie di alcuni gruppi di atteggiamenti.Molte variabili sono state studiatecomparativamente su due gruppi di donneche r<strong>is</strong>pettivamente hanno effettuatoe no, durante la propria v<strong>it</strong>a, almeno unpap test a scopo preventivo (donne PT+e donne PT-). Un modello di anal<strong>is</strong>i multivariataè stato costru<strong>it</strong>o al fine di prec<strong>is</strong>arei fattori principali di adesione allo screeningdel campione interv<strong>is</strong>tato.Sulle 200 donne inizialmente campionatesono state effettuate 62 sost<strong>it</strong>uzioni(31%) a causa dell’irreperibil<strong>it</strong>à deinumeri di telefono; complessivamente14 (7%) hanno rifiutato l’interv<strong>is</strong>ta e 7(3,5%), a causa di una pregressa <strong>is</strong>terectomia,non hanno r<strong>is</strong>posto a tutte lesezioni del questionario. Di età media 44anni (mediana 43), nel 58% dei casi leinterv<strong>is</strong>tate avevano un t<strong>it</strong>olo di studiomedio-basso (licenza media inferiore oscuola elementare), nel 42% alto (diplomao laurea). R<strong>is</strong>petto alla composizionedel nucleo famigliare, il 17% ha dichiaratodi vivere in coppia senza figli, il 74%in coppia con figli, il 7% con i gen<strong>it</strong>ori oaltri parenti e il 2% da sola. Il 42,4% eracasalinga, il 34% aveva un’occupazionestabile, l’8,4% un’occupazione saltuaria,il 6,7% in cerca di occupazione e il 6,7%era pensionata.Il 60% (IC 95% 52,2-67) delle donne haeffettuato almeno un pap test a scopopreventivo nella v<strong>it</strong>a, mentre il 53,7%negli ultimi 3 anni, come da linee guida;fra queste, le donne della classe di età45-64 anni mostrano livelli di adesionesuperiori r<strong>is</strong>petto alle donne più giovanidi 25-44 anni (60% vs 47%, p


Inserto BENInserto BENdifficoltà di gestione emotiva del teste dei suoi r<strong>is</strong>ultati da parte delle donnePT- non sembrano, nel nostro studio, undeterminante maggiore di non partecipazione.Le donne PT- rifer<strong>is</strong>cono minoresupporto, r<strong>is</strong>petto alle donne PT+,sia da parte dei familiari sia, in manierapiù significativa, da parte delle amichee da parte degli operatori san<strong>it</strong>ari da cuihanno ricevuto in m<strong>is</strong>ura inferiore il consigliodi fare regolarmente il pap test ascopo preventivo.In linea con una recente rev<strong>is</strong>ione s<strong>is</strong>tematicaCochrane (5), il consiglio diun operatore san<strong>it</strong>ario, ma soprattuttola lettera d’inv<strong>it</strong>o, cost<strong>it</strong>u<strong>is</strong>cono un determinantepos<strong>it</strong>ivo per il pap test. Nelledonne PT+, infatti, la prevalenza delladichiarazione di aver ricevuto la letterad’inv<strong>it</strong>o è all'incirca tripla r<strong>is</strong>petto alladonne PT- (94% vs 33%). è probabileperò che fattori attinenti alle conoscenzedelle donne possano condizionarel’effetto della lettera d’inv<strong>it</strong>o. Coerentementecon quanto documentato di recentein letteratura (6), nel nostro campionemolte donne hanno conoscenzeapprossimative o errate circa l’util<strong>it</strong>à delpap test, in particolare nel gruppo dellePT-, il che contribuirebbe a spiegare perchéun terzo delle donne PT- abbia ricevutola lettera senza tuttavia fare il test.Lo sviluppo di atteggiamenti favorevoliall’esecuzione del pap test non è tuttavianecessariamente associato alla quant<strong>it</strong>àdi informazione messa a d<strong>is</strong>posizionedelle donne, ma è comunque ragionevoleipotizzare che nel nostro campionedi donne PT- una parte degli atteggiament<strong>is</strong>favorevoli si giustifichi con laTabella - Conoscenze sul pap test (%) per gruppo di donne con pap test preventivo (PT+)e no (PT-) (n. 178)Donne DonneTipo di conoscenza o di informazione acqu<strong>is</strong><strong>it</strong>a PT+ PT-Il pap test è uno strumento di prevenzione per:tumore del collo uterino 11 0tumore dell’utero 50 21prevenzione dei tumori dell’apparato gen<strong>it</strong>ale senza specificare l’utero 22 50tumori altre sedi, infezioni, trattamento infezioni, non so 17 39frequenza di fonte di informazione sul pap test:giornali 35 22medici di medicina generale 32 21materiale divulgativo cartaceo 31 7telev<strong>is</strong>ione o radio 29 14altro personale san<strong>it</strong>ario 27 12amiche 12 14familiari 7 4Opportun<strong>it</strong>à comunicative da parte del s<strong>is</strong>tema san<strong>it</strong>ario:ricezione della lettera di inv<strong>it</strong>o della ASL 100 39consiglio da parte di operatori san<strong>it</strong>ari 58 25campagna di comunicazione 66 34%10080604020MoltoAbbastanzaPocoloro maggiore carenza di conoscenze.Una parte di tali atteggiamenti può ancheessere spiegata dalla mancanza d<strong>is</strong>upporto che dovrebbe al contrario essereassicurato dal contatto individualecon gli operatori san<strong>it</strong>ari e dall’ambientefamiliare e sociale. La rilevazione dellapercezione di scarso supporto da partedelle amiche per la realizzazione del paptest, rifer<strong>it</strong>o dalle donne PT-, da una partecontribu<strong>is</strong>ce a spiegare la scarsa adesionema può anche suggerire modal<strong>it</strong>àcomplementari di effettuazione dellapromozione del pap test attraverso larete sociale. Tale promozione, secondo ir<strong>is</strong>ultati dello studio, dovrebbe avvenireanche tram<strong>it</strong>e azioni volte ad aumentarela conoscenza delle donne sul tumoree sui metodi di prevenzione, cominciandocon le donne più giovani, e azioni diformazione sulla comunicazione per ilpersonale san<strong>it</strong>ario che più frequentementeentra in contatto con la popolazionefemminile target del pap test.Riferimenti bibliografici1. Health and Consumer Protection.European guidelines for qual<strong>it</strong>y assuranceof cervical cancer screening anddiagnos<strong>is</strong> (http://ec.europa.eu/health-eu/doc/cervical_cancer_information.pdf).2. Centro Nazionale per la Prevenzionee il Controllo delle Malattie. PianoNazionale di Prevenzione 2010-2012(<strong><strong>ww</strong>w</strong>.ccm-<strong>net</strong>work.<strong>it</strong>/node/956).3. Osservatorio Nazionale Screening. Iprogrammi di screening in Italia, 2010.Screening del tumore dell’utero (<strong><strong>ww</strong>w</strong>.studio-sesto.com/ons/images/stories/screening_cervice_light.pdf).4. Agenzia San<strong>it</strong>aria Regionale Emilia-Romagna. Sana o Salva. Adesione e nonadesione ai programmi di screeningfemminili in Emilia-Romagna (http://asr.regione.emilia-romagna.<strong>it</strong>/wcm/asr/collana_dossier/doss138.htm).5. Everett T, Bryant A, Griffin MF, etal. Interventions targeted at womento encourage the uptake of cervicalscreening. Cochrane Database Syst Rev2011;CD002834.6. Vasconcelos CT, Pinheiro AK, CasteloAR, et al. Knowledge, att<strong>it</strong>ude and practicerelated to the pap smear test amongusers of a primary health un<strong>it</strong>. Rev LatAm Enfermagem 2011;19(1):97-105.0Diagnosiprecoce PT+Diagnosiprecoce PT-Util<strong>it</strong>à diagnosiprecoce PT+Util<strong>it</strong>à diagnosiprecoce PT-Trattamentoprecoce PT+Trattamentoprecoce PT-Util<strong>it</strong>à trattamentoprecoce PT+Util<strong>it</strong>à trattamentoprecoce PT-Figura - Atteggiamenti sull’util<strong>it</strong>à del pap test ai fini della prevenzione del tumore e dellacura precoce, per gruppo di donne con pap test preventivo (PT+) e no (PT-), in % (n. 178)Com<strong>it</strong>ato ed<strong>it</strong>oriale BENPaola De Castro, Carla Faralli,Marina Maggini, Alberto Perra,Stefania Salmasoe-mail: ben@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>iv


Alcohol Prevention Day 2011:dieci anni di ricercaper la prevenzioneEmanuele Scafato, Alessandra Rossi, Silvia Ghirini,Lucia Galluzzo, Claudia Gandin, Sonia Martire e Lucilla Di PasqualeCentro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, ISSRIASSUNTO - Negli ultimi 10 anni si sono consolidate tendenze, tra le quali il progressivo allontanamento da modellidi consumo med<strong>it</strong>erraneo, specialmente nei più giovani, che praticano il cosiddetto binge drinking. Nonostante sianogli uomini a bere di più, a preoccupare sono soprattutto le ragazze tra gli 11 e i 15 anni, classe di età in cui si reg<strong>is</strong>trauna media di consumatrici a r<strong>is</strong>chio superiore alla media femminile <strong>it</strong>aliana. Attenzione mer<strong>it</strong>ano anche gli anziani conab<strong>it</strong>udini di consumo poco compatibili con la f<strong>is</strong>iologia della terza età. Da sottolineare è anche l’impatto del consumoalcolico sulla mortal<strong>it</strong>à, che ha v<strong>is</strong>to nel 2007 oltre 20.000 decessi alcol-attribuibili.Parole chiave: consumi alcolici; binge drinking; mortal<strong>it</strong>à alcol-attribuibileSUMMARY (Alcohol Prevention Day 2011: ten years of prevention research) - In the past 10 years, in Italy, there has beena shift from the Med<strong>it</strong>erranean model of alcohol intake to other drinking behaviors, especially among very youngpersons, who practice binge drinking. Although men continue to drink more than women, the average proportionof 11-15 year-old females who drink exceeds that for all females. Also of concern <strong>is</strong> the elderly population, whosealcohol consumption <strong>is</strong> not compatible w<strong>it</strong>h their physiological age. The impact of alcohol consumption on mortal<strong>it</strong>y<strong>is</strong> also high, w<strong>it</strong>h 20.000 alcohol-attributable deaths in 2007.Key words: alcohol drinking; binge drinking; alcohol-attributable mortal<strong>it</strong>yemanuele.scafato@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>Mondiale della San<strong>it</strong>à (OMS)ha stimato che nel mondo ci sono circa 2L’Organizzazionemiliardi di persone che consumano bevandealcoliche, circa 2.500.000 di persone muoiono peruna causa alcol-correlata - di cui 320.000 tra i 15 e i29 anni - e 76.300.000 hanno problemi sulla salutedovuti all’alcol. È sempre più evidente l’impatto supatologie importanti come il cancro, le patologievascolari e quelle epatiche. Le ricadute nei giovani,invece, si fanno sentire soprattutto relativamente aincidenti stradali e uso della violenza.Il presente articolo, presentato in parte in occasionedell’Alcohol Prevention Day 2011 (1), svoltosiil 7 aprile presso l'Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à (ISS),analizza diversi aspetti di particolare attual<strong>it</strong>à deir<strong>is</strong>chi alcol-correlati quali: l’abuso da parte di giovanie giovan<strong>is</strong>simi, il consumo non moderato quotidianodi alcol, l’aumento del consumo tra le ragazze e ledonne, i r<strong>is</strong>chi legati al consumo di alcol. Il documentoesamina inoltre le iniziative intraprese daparte delle <strong>is</strong>t<strong>it</strong>uzioni per contrastare l’uso dannosoe r<strong>is</strong>chioso di alcol nei dieci anni di ricerca per laprevenzione.Consumo alcolico e prevenzioneNuovi modelli del bereIn Italia, nel corso degli ultimi dieci anni, mentrela diffusione del consumo alcolico è rimasta sostanzialmentestabile, si sono sempre più affermati e consolidatinuovi modelli del bere giovanile, sostanzialmentedivergenti r<strong>is</strong>petto alla tradizionale ab<strong>it</strong>udinedi consumo “alimentare” e “consapevole” di alcol,contestuale ai pasti, tipico delle ab<strong>it</strong>udini med<strong>it</strong>erraneee correlato a un basso r<strong>is</strong>chio.Fenomeno importante è quello relativo ai bingedrinker (Figura 1), cioè coloro che consumano più di6 bicchieri di bevande alcoliche in un’unica occasio- uNot Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):11-14 11


E. Scafato, A. Rossi, S. Ghirini et al.% consumatori252015105011,84,01,4 2,111-15 16-1721,67,917,4ne, i quali nel 2009 sono stati oltre 4 milioni (12,4%per i maschi e 3,1% per le femmine) maggiormenteconcentrati tra i ragazzi di 18-24 anni, con prevalenzedi 21,6% per i maschi e 7,9% per le femmine. Sir<strong>is</strong>contrano differenze stat<strong>is</strong>ticamente significative digenere, a eccezione di coloro al di sotto dell’età legale,11-15 anni.Accanto al binge drinking, sostanziali modifiche s<strong>is</strong>ono osservate r<strong>is</strong>petto al consumo moderato e sonoormai consolidate le tendenze che vedono proporzion<strong>is</strong>ignificative di giovan<strong>is</strong>simi, adolescenti e giovaniche superano i lim<strong>it</strong>i di consumo alcolico consideratia minor r<strong>is</strong>chio dalle linee guida nutrizionali. Nel4,610,9Maschi2,37,11,3Femmine2,20,712,43,118-24 25-44 45-64 65-74 75+ >=11EtàFonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Researchon Alcohol su dati dell’Indagine Mult<strong>is</strong>copo sulle famiglie - Aspetti dellav<strong>it</strong>a quotidiana. Anno 2010Figura 1 - Prevalenza (%) di consumatori binge drinking pergenere e classi d’età. Anno 20092009, circa 9 milioni di <strong>it</strong>aliani, di cui 7 milioniuomini e 2 milioni donne (Figura 2), seguono modal<strong>it</strong>àr<strong>is</strong>chiose di consumo alcolico. I consumatori ar<strong>is</strong>chio (2) sono pari al 15,8% della popolazione dietà superiore a 11 anni, con una cons<strong>is</strong>tente differenzadi genere (25% dei maschi, 7,3% delle femmine).L’anal<strong>is</strong>i per classi di età mostra che sono a r<strong>is</strong>chio il18,5% dei ragazzi e il 15,5% delle ragazze al di sottodell’età legale (16 anni per la sommin<strong>is</strong>trazione e lavend<strong>it</strong>a di alcol), valori che dovrebbero essere pari azero e che invece identificano circa 475.000 minoriche hanno adottato almeno un comportamento ar<strong>is</strong>chio alcol-correlato. Preoccupante è in particolarela condizione delle preadolescenti, che reg<strong>is</strong>tranoprevalenze superiori alla media femminile <strong>it</strong>aliana,triple r<strong>is</strong>petto a quelle delle donne adulte e comunquesuperiori a quelle reg<strong>is</strong>trate per tutte le classi dietà esaminate. Tra gli ultra65enni si contano oltre2.200.000 anziani che seguono modelli di consumor<strong>is</strong>chioso o dannoso, con il 47,7% dei 65-74enni e il40,7% degli ultra75enni.D<strong>is</strong>ponendo di dati a partire da circa metà deglianni '90 sul consumo medio pro-cap<strong>it</strong>e, sugli alcoldipendenti e sui servizi atti a ridurre gli effetti negatividel consumo r<strong>is</strong>chioso di alcol, può essere effettuatauna prev<strong>is</strong>ione fino al 2015.Un primo importante aspetto da analizzare è ilconsumo medio pro-cap<strong>it</strong>e (Figura 3) nella popolazionea partire dai 15 anni. Si evidenzia come il trend,nei 14 anni decrescente, porti a prevedere per il 2015% consumatori604020Maschi18,515,513,822,7Femmine21,18,58,45,64,24,27,3011-15 16-17 18-24 25-44 45-64 65-74 75+ >=11EtàFonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Researchon Alcohol su dati dell’Indagine Mult<strong>is</strong>copo sulle famiglie - Aspetti dellav<strong>it</strong>a quotidiana. Anno 201019,247,77,114,140,72,225,01614121086420Consumo medio pro-cap<strong>it</strong>e (15 + anni)10,5910,1710,279,12 8,98 8,969,62 8,62 8,379,13 8,028,86 8,61 8,618,02y = 0,17x + 10,582R = 0,921992199419961998200020022004Anni20062008201020122014Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Researchon Alcohol su dati dell'European Health for All database (HFA-DB)6,3Figura 2 - Prevalenza (%) dei consumatori a r<strong>is</strong>chio (cr<strong>it</strong>erioISS) per genere e classi d’età. Anno 2009 Figura 3 - Consumo medio pro-cap<strong>it</strong>e. Anni 1992-200612


Alcohol Prevention Day 2011un valore pari a 6,3 l di alcol puro pro-cap<strong>it</strong>e. La pers<strong>is</strong>tenzanegli anni dei consumatori a r<strong>is</strong>chio (Figura4) testimonia, tuttavia, che la riduzione dei consumimedi giornalieri ha interessato prevalentementecoloro che erano già moderati e inclini a un'ulterioremoderazione.Mortal<strong>it</strong>à alcol-attribuibileIn Italia la stima della mortal<strong>it</strong>à alcol-correlata,elaborata e pubblicata dall’Osservatorio NazionaleAlcol dell’ISS, ha evidenziato che ogni anno circa13.000 uomini e 7.000 donne di età superiore ai15 anni muoiono per una causa di morte legata alconsumo di alcol. Nel 2007 il 4,4% dei decessi tragli uomini e il 2,5% tra le donne è correlato conil consumo di alcol, per un totale di oltre 20.000decessi parzialmente o totalmente potenzialmenteev<strong>it</strong>abili (Figure 5 e 6) a fronte di una corretta interpretazionedel bere (3). Una valutazione complessivariconosce nell’alcol la prima causa di morte tra igiovani sino all’età di 24 anni, i cui decessi sonoprevalentemente legati al problema di uso e abusodi alcol alla guida.In linea con quanto evidenziato dall'OMS,nonostante una lim<strong>it</strong>ata riduzione dei decessi parzialmentealcol-attribuibili per selezionate cause,tenuto conto dei possibili effetti protettivi reg<strong>is</strong>trabil<strong>is</strong>olo dopo i 70 anni e associati a bassi consumidi alcol (10 g, meno di un bicchiere al giorno), ilbilancio complessivo al <strong>net</strong>to dei “guadagni” a livellodi popolazione determina un r<strong>is</strong>ultato comunquesfavorevole.Dall’anal<strong>is</strong>i della mortal<strong>it</strong>à <strong>it</strong>aliana si può verificareche l’impatto delle patologie totalmente alcol-attribuibili,con frazioni di mortal<strong>it</strong>à alcol-attribuibile pari al100%, genera 1.608 decessi per anno di cui:• 216 per sindromi psicotiche indotte da alcol;• 6 per polineuropatia alcolica;• 17 per cardiomiopatia alcolica;• 168 per gastr<strong>it</strong>e alcolica;• 1.159 per steatosi epatica alcolica;• 3 per effetti tossici dell'alcol;• 30 per degenerazione del s<strong>is</strong>tema nervoso dovutaall'alcol;• 9 per pancreat<strong>it</strong>e cronica indotta da alcol.Per una m<strong>is</strong>ura complessiva dell’impatto dell’alcolsulla mortal<strong>it</strong>à va integrata l’elaborazione delle stimeper la valutazione della mortal<strong>it</strong>à parzialmente alcolattribuibileper numerose cause, di cui es<strong>is</strong>te evidenzae dettaglio del r<strong>is</strong>chio relativo specifico, una serie dicondizioni che generano il maggior carico di mortal<strong>it</strong>àspecifica, evidenziata in particolar modo nelle malattiedi segu<strong>it</strong>o elencate e come dettagliatamente riportatonelle Figure 5 e 6:• la cirrosi epatica con frazioni di attribuibil<strong>it</strong>à pari a60,5% per gli uomini e 51,5% per le donne;• il tumore dell’orofaringe, i cui valori sono pari a36,6% e 21,8% r<strong>is</strong>pettivamente per i due sessi; u50Maschi >11 anni20Femmine >12 anni% consumatori4030201009,35,09,7 7,4 8,24,85,020,6 19,8 20,6 19,3 18,3 17,710,5 10,7 10,3 10,3 10,2 10,65,38,5 8,33,63,4% consumatori02003 2005 2006 2007 2008 20092003 2005 2006 2007 2008 2009AnniAnni>4 UA 3 UA 2 UA 1 UA1612841,20,77,17,91,30,86,98,70,60,86,98,11,00,86,57,91,00,45,77,71,20,55,67,4Fonte: Elaborazioni Osservatorio Nazionale Alcol CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati dell’Indagine Mult<strong>is</strong>copo sulle famiglie - Aspetti della v<strong>it</strong>aquotidiana. Anni 2004-2010Figura 4 - Prevalenza (%) dei consumatori quotidiani in relazione alle categorie di consumo (Un<strong>it</strong>à Alcoliche - 1 UA = 12 g). Anni2003-200913


E. Scafato, A. Rossi, S. Ghirini et al.MaschiFemminePsoriasiPancreat<strong>it</strong>e acuta e cronicaColel<strong>it</strong>iasiCirrosi del fegato19,2%31,8%13,8%25,4%-21,6% -11,8% 51,5% 60,5%Ictus <strong>is</strong>chemico -24,1%0,2%Emorragia cerebrale-9,4%24,4%Varici esofagee49,2% 57,7%Ar<strong>it</strong>mia cardiaca21,0%Malattie <strong>is</strong>chemiche del cuore-3,5%31,6%-10,3%Ipertensione arteriosa17,3%31,0%Epilessia43,3%-5,4%49,5%Diabete mell<strong>it</strong>o-7,2% 5,0%Tumori benigni9,3%Tumore della mammella7,1%0%Tumore del fegato26,1% 36,6%37,1%Tumore della laringe49,2%Tumore del colon retto-1,0% 1,6%Tumore dell’esofago29,6%44,1%Tumore dell’orofaringe21,8% 36,6%-30 -20 -10 0 10 20 30 40 50 60 70Fonte: Elaborazioni ONA-CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati dell’Indagine ISTAT Mult<strong>is</strong>copo 2007 e cause di morte ISTAT 2007Figura 5 - Frazioni (%) di decessi parzialmente attribuibili all'alcol per cause di malattia (ICD 10)MaschiFemmineOmicidioSuicidioAltri incidenti non intenzionaliAvvelenamento accidentale da ed esposizione a sostanze nociciveAnnegamento e sommersione accidentaliCaduteIncidenti stradali7,4%11,2%14,9%18,7%24%20,9%18,4%26,1%32,8%35,8%35,8%33,8%36,5%38,1%0 10 20 30 40 50Fonte: Elaborazioni ONA-CNESPS e WHO CC Research on Alcohol su dati dell’Indagine ISTAT Mult<strong>is</strong>copo 2007 e cause di morte ISTAT 2007Figura 6 - Frazioni (%) di decessi parzialmente attribuibili all'alcol per cause accidentali (ICD 10)• il tumore della laringe con percentuali di mortal<strong>it</strong>àalcol-attribuibile pari a 49,2% e 37,1% per i duesessi;• il tumore del fegato con valori equivalenti a36,5% e 26,1% per maschi e femmine, r<strong>is</strong>pettivamente;• l’epilessia con il 49,5% e 43,3% di alcol-attribuibil<strong>it</strong>àper i due sessi;• le varici esofagee con valori pari a 57,7% e 49,2%per i due sessi sono altamente alcol-attribuibili;• gli incidenti stradali con frazioni di attribuibil<strong>it</strong>àpari a 38,1% per gli uomini e 18,4% per le donne.14


Alcohol Prevention Day 2011Progetti rivolti alla prevenzioneDall’anal<strong>is</strong>i dei consumi di alcol, nell’anno 2008la Comm<strong>is</strong>sione Europea ha approvato e finanziato ilProgetto Vintage-Good health into older age (4),che ha analizzato l’impatto sociale e san<strong>it</strong>ario associatoal consumo dannoso di alcol negli anziani.Strumento necessario è quello rivolto all’identificazioneprecoce del consumo r<strong>is</strong>chioso o dannoso di alcol- Alcohol Use D<strong>is</strong>orders Identification Test (AUDIT) -atto a impedire l’insorgenza di Problematiche e PatologieAlcol-Correlate (PPAC), e a contribuire alla riduzionedell’incremento al ricorso dei ricoveri ospedalieri perpatologie totalmente attribuibili. L’AUDIT è un questionariocomposto da dieci domande, ed è validato alivello internazionale dall’OMS (5). La pos<strong>it</strong>iv<strong>it</strong>à del testpuò indicare, a seconda dei punteggi, l’assenza di r<strong>is</strong>chio,la probabil<strong>it</strong>à di basso r<strong>is</strong>chio, quella di un consumor<strong>is</strong>chioso, di consumo dannoso e di alcoldipendenza,r<strong>is</strong>ultando comunque specifico per i due sessi in funzionedella maggiore vulnerabil<strong>it</strong>à del sesso femminile alivelli di consumo più bassi r<strong>is</strong>petto agli uomini.In questi anni sono state inoltre rinnovate dalMin<strong>is</strong>tero della Salute, in collaborazione con l’OsservatorioNazionale Alcol CNESPS dell’ISS, le campagnedi sensibilizzazione e comunicazione "Se guidi,non bere" (6) e "Vediamoci chiaro" (7), rivolte a tuttala popolazione sulla prevenzione degli incidenti stradali,supportate da contestuali interventi in amb<strong>it</strong>oleg<strong>is</strong>lativo per migliorare la sicurezza stradale, promossie approvati dal Parlamento e dal Governo.ConclusioniIl decennio passato ha v<strong>is</strong>to nascere e svilupparsi inItalia culture, modelli e modal<strong>it</strong>à del bere che hannoinfluenzato i comportamenti individuali, la società, ler<strong>is</strong>poste <strong>is</strong>t<strong>it</strong>uzionali e le policy relative all’alcol. I diecianni di Alcohol Prevention Day hanno rappresentatol'occasione ideale per un bilancio e per una valutazionedi medio termine sulle prospettive, non solosan<strong>it</strong>arie, dei cambiamenti verificat<strong>is</strong>i in vasti strati dipopolazione.Nel nostro Paese il consumo medio pro-cap<strong>it</strong>eappare ancora al di sopra di quello raccomandatodall’OMS ai Paesi della Regione europea per l’anno2015 (Target 12 del Programma “Health 21/1999”),pari a 6 l<strong>it</strong>ri l’anno per la popolazione al di sopra dei15 anni e a 0 l<strong>it</strong>ri per quella di età inferiore.Il consumo r<strong>is</strong>chioso ormai radicato di alcol e glieffetti negativi sulla salute che ne conseguono sonoa livelli allarmanti, soprattutto per i più giovani egli anziani già colp<strong>it</strong>i da patologie correlate all’età.L’impatto del consumo totale di alcol sulla mortal<strong>it</strong>àinteressa, in particolare, la cirrosi epatica, il tumoredell’orofaringe, il tumore della laringe, il tumore delfegato, l’epilessia, le varici esofagee, e gli incident<strong>is</strong>tradali.Sulla base dei dati e delle tendenze reg<strong>is</strong>trate eanalizzate, appare ind<strong>is</strong>pensabile formare il personalesan<strong>it</strong>ario, oggi carente sulla base dei r<strong>is</strong>contri fatti alivello europeo dal progetto Alcohol Public HealthResearch Alliance (AMPHORA) della Comun<strong>it</strong>àEuropea, VII Programma Quadro (8), e PrimaryHealth care European Project on Alcohol (PHEPAdella Comun<strong>it</strong>à Europea e del Dipartimento dellaSalute del Governo della Catalogna, Spagna (9).Riferimenti bibliografici1. <strong><strong>ww</strong>w</strong>.epicentro.<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>/alcol/apd11.asp2. Scafato E, Gandin C, Galluzzo L, et al. Consumatori a r<strong>is</strong>chio(cr<strong>it</strong>erio ISS). In: Epidemiologia e mon<strong>it</strong>oraggio alcolcorrelatoin Italia. Rapporto 2011. Roma: Ist<strong>it</strong>uto Superioredi San<strong>it</strong>à; 2011. (Rapporti ISTISAN 11/4).3. Scafato E, Gandin C, Galluzzo L, et al. La mortal<strong>it</strong>à alcol-attribuibile.In: Epidemiologia e mon<strong>it</strong>oraggio alcol-correlatoin Italia. Rapporto 2011. Roma: Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à;2011. (Rapporti ISTISAN 11/4).4. Anderson P, Scafato E. Alcohol and older people - a publichealth perspective. Report for the Vintage project. Vintage.Good Health into Older Age. Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à;November 2010 (<strong><strong>ww</strong>w</strong>.epicentro.<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>/vintage/download_report.asp).5. WHO. Who collaborative project on identification and managementof alcohol-related problems in primary healthcare. Report on phase IV. Development of Country-WideStrategies for Implementing Early Identification and BriefIntervention in Primary Health Care. WHO. Departmentof Mental health and Substance Abuse Management ofSubstance Abuse; 2006 (<strong><strong>ww</strong>w</strong>.who.int/substance_abuse/publications/alcohol/en/).6. <strong><strong>ww</strong>w</strong>.salute.gov.<strong>it</strong>/imgs/C_17_opuscoliPoster_103_ulterioriallegati_ulterioreallegato_0_alleg.pdf7. <strong><strong>ww</strong>w</strong>.salute.gov.<strong>it</strong>/resources/usabile/documenti_nuovo_portale/campagne/ALCOL_FINISH_23-07_girl.pdf8. <strong><strong>ww</strong>w</strong>.<strong>amphoraproject</strong>.<strong>net</strong>/9. <strong><strong>ww</strong>w</strong>.phepa.<strong>net</strong>/un<strong>it</strong>s/phepa/html/en/Du9/index.html15


L’anal<strong>is</strong>i dei residui di antiparass<strong>it</strong>arimediante metodi mono residuo.Le prove interlaboratorio europee,2008-2010Angela Santilio e Roberto DommarcoDipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, ISSRIASSUNTO - Il Laboratorio Nazionale di Riferimento per la determinazione dei residui di antiparass<strong>it</strong>ari mediantemetodi mono residuo (National Reference Laboratory-Single Residue Method, NRL-SRM) partecipa alle prove interlaboratorioeuropee (European Proficiency Test, EUPT) organizzate dal Laboratorio Comun<strong>it</strong>ario di Riferimento per i metodimono residuo (Commun<strong>it</strong>y Reference Laboratory, CRL-SRM). Secondo quanto stabil<strong>it</strong>o dall’articolo 28 del RegolamentoComun<strong>it</strong>ario n. 396/2005 in materia di Lim<strong>it</strong>i Massimi di Residui di antiparass<strong>it</strong>ari, la partecipazione agli EUPT è obbligatoriaper tutti i laboratori che effettuano controlli ufficiali sui residui. Nel corso degli anni 2008-2010 il LaboratorioNazionale di Riferimento ha partecipato a cinque EUPT organizzati dal CRL-SRM.Parole chiave: antiparass<strong>it</strong>ari; metodi mono residuo; Laboratorio Nazionale di RiferimentoSUMMARY (The analys<strong>is</strong> of pesticide residue levels by single residue methods. European Proficiency Tests 2008-2010) - TheNational Reference Laboratory for the single method (NRL-SRM) takes part to the European Proficiency Tests (EUPT)which are organ<strong>is</strong>ed by the Commun<strong>it</strong>y Reference Laboratory for the Single Residue Methods (CRL-SRM). Accordingto Article 28 of European Regulation n. 396/2005 on the maximum residue level of pesticides, all laboratories analysingsamples for the official controls shall participate in the EUPTs for pesticide residue facil<strong>it</strong>ated by the EuropeanComm<strong>is</strong>sion. During 2008-2010 the NRL-SRM took part to the five EUPT organ<strong>is</strong>ed from CRL-SRM.Key words: pesticides; single residue methods; National Reference Laboratoryangela.santilio@<strong>is</strong>s.<strong>it</strong>Il Regolamento Comun<strong>it</strong>ario n. 882/2004/EC(1) stabil<strong>is</strong>ce che i Laboratori Comun<strong>it</strong>ari diRiferimento devono organizzare prove interlaboratorio(European proficiency Tests, EUPT) subase annuale. Gli articoli 32 e 33 del Regolamento n.882/2004/EC defin<strong>is</strong>cono i ruoli e gli interscambi trai Laboratori Comun<strong>it</strong>ari di Riferimento (Commun<strong>it</strong>yReference Laboratory, CRL) e i Laboratori Nazionali diRiferimento (National Reference Laboratory, NRL).Nel caso specifico dei prodotti antiparass<strong>it</strong>ari, èstato <strong>is</strong>t<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il Laboratorio Nazionale di Riferimentoper i residui di antiparass<strong>it</strong>ari mediante metodi monoresiduo individuato presso il Reparto Antiparass<strong>it</strong>aridel Dipartimento di Ambiente e Connessa PrevenzionePrimaria dell'Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à.Relativamente ai prodotti antiparass<strong>it</strong>ari, l’articolo28 del Regolamento Comun<strong>it</strong>ario n. 396/2005/EC (2) sui lim<strong>it</strong>i massimi di residui in o su prodottidi origine vegetale e animale, stabil<strong>is</strong>ce che tutti ilaboratori che effettuano controlli ufficiali sui residuidi antiparass<strong>it</strong>ari devono partecipare agli EUPT. Ess<strong>is</strong>ono condotti su base annuale e hanno lo scopo dimigliorare la qual<strong>it</strong>à, l’accuratezza e la comparabil<strong>it</strong>àdei dati sui residui di prodotti antiparass<strong>it</strong>ari datala mancanza di materiali di riferimento certificatirelativi ai residui di prodotti antiparass<strong>it</strong>ari. Altroaspetto importante per le autor<strong>it</strong>à san<strong>it</strong>arie europeeè la garanzia che i controlli effettuati da ciascunoStato Membro sui prodotti provenienti dal mercatoortofrutticolo siano affidabili e, per questo motivo, lapartecipazione dei laboratori ufficiali che effettuano icontrolli è fondamentale.Metodi di anal<strong>is</strong>i mono residuoLa determinazione dei residui di prodotti antiparass<strong>it</strong>ariviene esegu<strong>it</strong>a applicando metodi di anal<strong>is</strong>imulti residuo, che permettono di determinare più16 Not Ist Super San<strong>it</strong>à 2011;24(7-8):16-19


Anal<strong>is</strong>i residui antiparass<strong>it</strong>ariLe prove interlaboratorioL’NRL-SRM (Single Residue Method) ha partecipatoagli EUPT organizzati dal CRL-SRM per i metodimono residuo, nel periodo 2008-2010. I r<strong>is</strong>ultatiottenuti sono inviati all’organizzazione del PT, cheeffettua l’elaborazione e la valutazione mediante il calcolodello z-score, il valore dello z-score è interpretatonel seguente modo:/z/ ≤2 r<strong>is</strong>ultato accettabile2 3 r<strong>is</strong>ultato non accettabilesostanze contemporaneamente. Questo approccio èvalido per la maggior parte dei residui di antiparass<strong>it</strong>ari,ma es<strong>is</strong>tono sostanze che per la loro naturachimica devono essere determinati applicando metod<strong>is</strong>pecifici o mono residuo. Esempi sono i fenossiacidi(MCPA, MCPB, 2,4-D, MCPP), il gruppo dei d<strong>it</strong>iocarbammati(Maneb, Mancozeb, Metiram, Propineb,Tiram e Ziram), Chlormequat, Mepiquat e Nicotina.La determinazione di fenossiacidi in matrici vegetalie in cereali (3-5) è stata condotta mediante l’applicazionedella metodologia QuEChERS (Quick EasyCheap Effective Rugged Safe) e della cromatografialiquida ad alta prestazione mediante spettrometro dimassa triplo quadrupolo (LC/MS/MS).Per la determinazione dei d<strong>it</strong>iocarbammati siapplica il metodo ufficiale (6) basato sulla conversionedei d<strong>it</strong>iocarbammati a CS 2 e rivelazione per via spettrofotometrica.I composti altamente polari come Chlormequate Mepiquat sono analizzati utilizzando un metododi estrazione con metanolo acidificato con acido formicosegu<strong>it</strong>o da determinazione mediante LC/MS/MS (7).A segu<strong>it</strong>o di un allerta comun<strong>it</strong>ario è stato forn<strong>it</strong>osupporto tecnico ai Laboratori Ufficiali per la determinazionedella nicotina nei funghi (secchi e freschi).Anche in questo caso l’applicazione della metodologiaQueChERS accoppiata all’LC/MS/MS ha permessodi determinare tale molecola a livelli di concentrazionepari a 0,01 mg/kg (8).Nel luglio 2007 si verificò un'allerta comun<strong>it</strong>ariarelativa alla contaminazione di farina di guar daPentaclorofenolo (PCP). A segu<strong>it</strong>o di tale allerta, ilCRL-SRM organizzò un PT per la determinazione difarina di guar in due campioni contenenti PCP a differenticoncentrazioni, a cui l’NRL-SRM partecipò.L’intervallo di concentrazione investigato era compresotra 0,01 mg/kg e 100 mg/kg e la determinazionedel PCP fu condotta mediante l’applicazione dellametodologia QuEChERS opportunamente modificatasegu<strong>it</strong>a da LC/MS/MS. La Tabella 1 mostra ir<strong>is</strong>ultati ottenuti dall’NRL-SRM, i valori di z-scoresono


A. Santilio, R. Dommarcobil<strong>it</strong>à delle concentrazioni standard anal<strong>it</strong>iche, tralaboratori, contribu<strong>is</strong>ce alla variabil<strong>it</strong>à totale nel PT.Inoltre, l’esercizio aveva come secondo scopo quellodi aiutare i laboratori a verificare il grado di accuratezzadelle proprie soluzioni di lavoro e/o degli standardusati per la determinazione dei principi attivi oggettodel PT.La Tabella 2 presenta i r<strong>is</strong>ultati ottenuti utilizzandola soluzione standard inviata dal CRL. Sonostati determinati gli stessi principi attivi oggetto delPT sulle carote e i valori di z-score 2); la causa di ciò può essere ricercatanella metodologia applicata per la determinazione delChlormequat e Mepiquat, che è oggetto di miglioramentoda parte di questo Laboratorio.Nel 2010 il Laboratorio ha partecipato a due proveinterlaboratorio relativamente alla determinazione dicomposti mediante metodi mono residuo su farina d<strong>is</strong>egale (EUPT-C4) e su polpa di mela (EUPT-SRM5).Dalla tabella 4 si deduce che i r<strong>is</strong>ultati sono accettabiliper tutti i composti trovati nelle matrici analizzatea eccezione dei DTC su polpa di mela, per i quali ilmetodo applicato non ha una sensibil<strong>it</strong>à sufficiente adeterminare i DTC al di sotto di 0,4 mg/kg.Tabella 2 - R<strong>is</strong>ultati dell'EUPT sulle carote e del ring test su soluzioneTabella 3 - R<strong>is</strong>ultati dell'EUPT su farina di avenaCaroteD<strong>it</strong>iocarbammati (CS 2 ) Fluazifop (acido libero) MCPA (acido libero) PropamocarbValore assegnato (mg/kg) 0,830 0,084 0,124 0,118MRRL* (mg/kg) 0,05 0,05 0,05 0,05R<strong>is</strong>ultato (mg/kg) 0,834 0,066 0,101 0,097z-score FFP-RSD 0,0 - 0,8 - 0,7 - 0,7Ring test su soluzioneValore assegnato (mg/kg) 0,084 0,124 0,118MRRL* (mg/kg) 0,05 0,05 0,05R<strong>is</strong>ultato (mg/kg) 0,090 0,103 0,080z-score FFP-RSD + 0,3 - 0,7 - 1,3(*) MRRL = Minimum Required Reporting Level (livello minimo dichiarato richiesto dal Commun<strong>it</strong>y Reference Laboratory-CRL)2,4-D (idrol<strong>is</strong>i alcalina) 2,4-D (acido libero) ChlormequatValore assegnato (mg/kg) 0,499 0,471 0,479MRRL* (mg/kg) 0,02 0,02 0,02R<strong>is</strong>ultato (mg/kg) 0,52 0,407 0,108z-score FFP RSD 0,2 - 0,5 - 3,1(*) MRRL = Minimum Required Reporting Level (livello minimo dichiarato richiesto dal Commun<strong>it</strong>y Reference Laboratory-CRL)18


Anal<strong>is</strong>i residui antiparass<strong>it</strong>ariTabella 4 - R<strong>is</strong>ultati dell'EUPT su farina di segale e polpa di melaFarina di segale2,4-D (idrol<strong>is</strong>i alcalina) 2,4-D (acido libero)Valore assegnato (mg/kg) 0,367 0,355MRRL* (mg/kg) 0,02 0,02R<strong>is</strong>ultato (mg/kg) 0,329 0,356z-score FFP-RSD -0,4 0,0Polpa di melaFluazifop Fenbutatin ossido D<strong>it</strong>iocarbammatiValore assegnato (mg/kg) 0,262 0,280 0,251MRRL* (mg/kg) 0,01 0,01 0,02R<strong>is</strong>ultato (mg/kg) 0,203 0,245


Il r<strong>it</strong>orno della TBC; allarme in Europa9 giugno 2006, p. 14...Ogni anno solo in Europa si hanno 450mila nuovicasi di contagio. Il dato più preoccupante si rifer<strong>is</strong>ceperò ai paesi dell’Europa dell’est: negli ultimi 15 annii soggetti colp<strong>it</strong>i da questa malattia sono infatti raddoppiati(110 e non più solo 50 casi ogni 100mila ab<strong>it</strong>anti).Lo ha sottolineato il rappresentante dell’OMSM. Ravaglione, durante il convegno organizzato dallaCroce Rossa Italiana, Amref Italia, la cooperazione allosviluppo/MAE, il Min<strong>is</strong>tero della Salute, Stop TB Italiae Stop TB partnership nella sede della CRI. E in Italia?Anche qui non c’è da stare tranquilli, ma, fortunatamenteil nostro resta “un paese a bassa prevalenza diTBC”, rassicura il direttore del Dipartimento Malattieinfettive dell’Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>à, AntonioCassone. La fascia d’età più colp<strong>it</strong>a rimane quelladegli over 65, ma “la storia naturale di questa malattia- spiega Cassone - è cambiata negli ultimi anni”.Ovvero: cresce l’incidenza della tubercolosi nei giovan<strong>it</strong>ra i 15 e i 24 anni “spesso immigrato - aggiungeCassone - o infetto da HIV”. E i numeri lo dimostrano:in Italia, dal 1999 al 2004, nel 28% dei casi gli affettida tubercolosi erano infatti immigrati. Lo scopo delconvegno è di non abbassare mai la guardia. L’OMSinfatti ha già preparato un piano globale 2006/2015:50 milioni di pazienti da curare, 14 milioni di v<strong>it</strong>e dasalvare, un nuovo farmaco anti TBC entro il 2010 daprodurre e un vaccino entro il 2015 su cui puntare...Nei prossimi numeri:Formazione di MMG sulle malattie rareInfezioni neonatali da streptococco di gruppo BS<strong>it</strong>o web ISS sull'aut<strong>is</strong>moScience Picnic 2011Ist<strong>it</strong>uto Superiore di San<strong>it</strong>àPresidente: Enrico GaraciViale Regina Elena, 299 - 00161 RomaTel. +39-0649901 Fax +39-0649387118a cura del Settore Attiv<strong>it</strong>à Ed<strong>it</strong>oriali

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