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La Consulenza - fald. 29 - Rita Atria

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giorni di indagini da parte del magistrato, nulla è statofinora praticamente assodato").fiuando Lorenzon fornisce al magistrato un'altra dellerivelazioni "decisive" di Ventura (quella che riguarda"l'esatta ubicazione in cui sarebbe stato collocato unordigno esplosivo a Roma, sopra le tubature esistenti in untunnel sottostante a una banca"), Calogero lo dice subito aPalminteri. Palminteri si premura d'avvertire Cudillo,giudice istruttore romano, titolare delle indagini nellacapitale. Del tunnel e delle tubature della banca romana,Cudillo trova immediatamente riscontri. E' la prova cheVentura, a Lorenzon, ha raccontato cose vere. <strong>La</strong> prova cheLorenzon non è un teste mendace. A questo punto,dall'Ufficio istruzione di Treviso, parte per Roma un "plicoriservatourgente".L'invio del plico viene prontamente captato dal questoreMastrorilli che il 26 gennaio 1970, nella sua informativa"segretissima", annuncia ai dirigenti della Divisione affaririservati di aver fatto qualcosa di più del suo dovere: "Dellaconsegna del plico al dottor Cudillo e del suo probabilecontenuto è stato dallo scrivente messo riservatamente alcorrente il vice questore dottor Provenza, dirigentedell'Ufficio politico della capitale, per opportuna notizia". JTre giorni prima, 23 gennaio, Ventura ha scritto una letteraindirizzata contemporaneamente alla Procura dellarepubblica di Treviso, al Procuratore generale presso lacorte d'appello di Venezia e, per conoscenza, alla questuradi Treviso. Ventura ci tiene ad apparire vittima innocente~~~~~~Il~~ {- JJ-.:.. .",'L(~--I "i


(adesso dice d'avere "subito" l'interrogatorio "in unambiente surreale e allucinato"; il suo accusatore Lorenzonè un individuo tormentato da "ansia angosciosa", afflitto da"squilibrio psichico"; le "rivelazioni" dello stesso Lorenzonsono state qualificate dalle autorità come "calunniose" eperò il comportamento delle medesime autorità hadeterminato uno stato di "obiettiva incertezza", con"gravissimo pregiudizio al sottoscritto...e al propriopersonale prestigio").1Mastrorilli, che segue l'inchiesta tallonando da vicinoCalogero, informa Roma che "gli atti processuali sono statidalla locale magistratura inviati alla Procura generale che, asua volta, dovrebbe rimetterli al giudice istruttore presso iltribunale di Roma, per la unificazione dei procedimenti". E'quello che vuole Ventura (e che vuole Roma). Siamo nelgennaio 1970 e tutta questa macchinazione avviene mentreValpreda, sbandierato da (quasi) tutti i giornali d'Italiacome il "mostro di piazza Fontana", si trova in carcere,destinato a rimanervi per tre anni.Ma il fatto più grave, ed enigmatico, accade nel 1971.Risulta da un altro di quei fascicoli contrassegnati "F.P.R.",quello dove c'è scritto (anche) "Corrispondenza con il G.I.del tribunale di Treviso: dottor 8tiz". Il 9 aprile di quel 1971il giudice Stiz ha firmato due mandati di cattura neiconfronti di Freda e Ven tura dopo che, "in unaperquisizione domiciliare effettuata in Treviso", ha trovatoun "foglietto a stampa rossa" su cui sono pubblicate"dettagliate istruzioni per l'uso di determinati esplosivi")fL&1~12~~([ t .-C:_~-_


tSi rivolge perciò (lO maggio 1971) all'Interpol romana:"Poichè dalla lettura del contesto appare che il fogliettofosse contenuto in una conf~zione della ditta venditricetanto che ne è riportato il numero progressivo, pregasiaccertare presso la ditta stessa (il cui indirizzo è riportatonella testata del foglietto) se l'ipotesi sopra formulatacorrisponde al vero, come avviene la vendita di taliconfezioni e a chi è stata venduta la confezione recante ilnumero 1037. Pregasi, infine, accertare con quali norme,con quali cautele e a che scopo viene consentita la venditadi questo prodotto. Non mi soffermo ad indicare i motividell'urgenza" .<strong>La</strong> ditta cui fa cenno il foglietto trovato da Stiz è laChemical Industry Slobodan Princip-Seljo di Vitez inJugoslavia. L'esplosivo si chiama "Vitezit 30". Nell'ambitodella Divisione affari riservati si mette subito in azione laSezione III che, attraverso la questura di Udine, riesce asapere che la Slobodan Princip-Seljo ha un rappresentantein Italia: Giovanni Comparini. Abita a Napoli, in via Cilea136.1 depositi della ditta, però, sono a Santa Chiara, inprovinciadi Caserta.Comparini viene fatto avvicinare da un non meglioqualificato dottor Pierantoni (forse il futuro capo dell'UcigosUmberto Pierantoni, poi direttore del Cesis fino a tempirecenti), al quale il Comparini dice che quel foglietto"normalmente fa parte delle cassette con cui l'esplosivoviene spedito ai clienti ed ha la funzione di illustrare ilprodotto". Quanto al numero stampigliato in alto a destra, J~oJçJ~~~13~"#~


V037, "può indicare una determinata cassetta, per cui sipotrebbe risalire all'acquirente". Il Comparini promette chescriverà alla ditta jugoslava, per risalire al nomedell' acquirente.Seguono altre dichiarazioni del Comparini, che compaionoin un "Appunto" (redatto dalla Sezione III della Divisioneaffari riservati, ad uso interno), dove si precisa fin dalleprime righe che il "Vitezit 30" è "un esplosivo jugoslavo chesi suppone sia stato usato dal" Fronte PopolareRivoluzionario" (Ventura, Freda e Trinco) nel 1969".L"'Appunto" ha una data: 14 maggio 1971.Vi si legge che ilsignor Comparini ha detto (al dottor Pierantoni) d'essere"l'unico importatore del Vitezit in Italia". Ha detto chesolitamente si fa "spedire il materiale via terra a Trieste" elo appoggia "ai depositi della ditta Mangiarotti di Udine, perprelevarlo secondo le necessità e trasportarlo nel SudItalia". Non ha mai fornito il Vitezit "a cantieri dell'Italiasettentrionale, ma unicamente ad imprese a sud diFrosinone". Visto il foglietto stampigliato in rosso, ilComparini ha precisato al Pierantoni che si tratta delfoglietto che "la ditta Slobodan Princip-Seljo usa mettere inciascuna cassetta da 25 chilogrammi, come illustrazionedelle caratteristiche dell'esplosivo stesso". Ha riconosciuto"nel numero 1037 apposto sul foglietto il numeroprogressivo stampigliato dalla ditta jugoslava (da 1a... ,secondo la mole della spedizione)".Sempre il signor Comparini si è detto pronto a rivolgersialla sede centrale per avere ogni possibile dettaglio. !!J.. ,PIJv;~ \.£>--ç-11 ~"14~1t#~ / '.-/-. "\CI' f "---C2 )


{fuglietto "stampigliato in rosso" , ha detto, dovrebbeappartenere ad "una cassetta importata da lui nel 1968,giacchè soltanto in quell'anno si fece spedire in una solavolta più di 1000 cassette, pari a oltre 300 quintali". Paretuttavia che ci sia stato un furto, qualche mese prima. Unquantitativo di esplosivo gli era pervenuto "alquanto ridottonel peso", "forse perchè in parte sottratto durante ilviaggio" .In data 22 maggio 1971, la Sezione III della Divisione affaririservati chiede alla questura di Trieste di fornire particolarisul furto di candelotti "Vitezit 30" patito dalla dittajugoslava Slobodan. <strong>La</strong> risposta arriva due settimane dopo:4 giugno. Il responsabile del furto, avvenuto il 7 gennaio del'69, è tale Stelio Bisiacchi, un operaio che lavoraoccasionalmente per la ditta Comparini. Ha portato via novetubetti di esplosivo del tipo "Vitezit 30" (peso complessivo:1250 grammi) mentre trasbordava da due carri ferroviari sudue autotreni vari scatoloni contenenti (ognuno) 37chilogrammi di esplosivo, "importato dalla ditta Comparini ecommissionato tramite la locale ditta Parisi alla dittaSlobodan Princip Selge di Vitez (Bosnia)".Il furto, denunciato il 23 febbraio di quel '69, ha avuto unprocesso, che si è celebrato nel tribunale di Trieste il 12maggio 1969. Stelio Bisiacchi è stato condannato a unanno. Aveva rubato l'esplosivo per venderlo (e trarneprofitto). Ma non aveva fatto in tempo a venderlo.Il 7 giugno 1971, la Sezione lI! della Divisione affaririservati spedisce al giudice Stiz le informazioni richiesteJL~Qf~.~15~~//' 4--;:'; / > ,\ 'C.-r- (, " ~ \(


Ma a Stiz non arrivano. Arrivano solo dopo che s'è fatto vivoper telefono, più volte. Stiz riceve le notizie sull'esplosivoquaranta giorni dopo la sua richiesta, e cioè nella giornatadel 21 giugno, con una nota della Sezione III della Divisione:"In relazione ai colloqui telefonici dei giorni scorsi, sitrasmette copia della nota datata 7 andante e costà nonperven u ta, allegando n uovamen te gli allegati...".Tra le diverse informazioni, ci sono anche quelle cheriguardano il commercio della ditta Comparini, corredatedal "prospetto delle licenze importazioni anni '69-70-71"(con "data", "quantitativo", "specie", "destinazione"). Stizviene a sapere che diversi carichi di esplosivo "Vitezit 30"hanno raggiunto i depositi della ditta, Comparini a SantaChiara in provincia di Caserta. Soltanto un carico (37milachili di "Vitezit 30") ha avuto come destinazione i cantieridella società Mangiarotti di Sequals, in provincia diPordenone. Ma ci sono altre informazioni che la Sezione IIIdice di avere appreso dal Comparini.1) Il foglietto della Slobodan è un "foglio illustrativoreclamisticodel Vitezit 30. Se ne trova un esemplare inciascuna cassetta di cartone da 25 chilogrammi".2) "Il giorno esatto di produzione non è rilevabile dal foglioillustrativo stesso, bensì solo dalla cassetta, sul cui esternoviene stampigliata l'indicazione della data".3) "Il numero progressivo (nella fattispecie 1037) nonappartiene a una serie annuale (da 1 a. ..per l'intero 1970),ma riguarda ogni singola spedizione. Di conseguenza, perpoter giungere al citato numero1037, bisogna aver JLO,,-~J-flQj/~.16~/' -£--c/.. f L.~..--


icevuto una partita di almeno altrettante cassette, il chesignifica (1037 x 25) kg. 25.925 d'esplosivo in una voltasola".4) "Spedizioni di tale mole (afferma il Comparini) gli sonostate affettuate soltanto fino al 1969, giacchè in seguito haimportato dalla Jugoslavia il tipo più economico,denominato Vitezit 20".5) "Lo stesso commerciante, che ha sede in provincia diCaserta, asserisce di non aver mai fornito Vitezit a cantieridell'Italia settentrionale, ma unicamente a imprese a sud diFrosinone" .6) "Il signor Comparini non sa spiegare la presenza delfoglietto in questione nella località del Veneto altro che conl'ipotesi del furto, attuato in fase di sdoganamento o,comunque, alla frontiera; effettivamente, nel 1969, si scoprìun episodio di tal genere, commesso da un braccianteportuale di Trieste".7) "Presso il competente ufficio di questa Direzione Generaledi P.S. risulta che, nel corso dell'intero 1969, al citatooperatore vennero rilasciate effettivamente delle licenzed'importazione per Vitezit 30, e precisamente otto volte, conun quantitativo di 370 quintali ciascuna. Ogni volta, quindi,era compresa in queste partite una cassetta con il foglionumero 1037. Dal 10.12.1969 non si rileva più alcunaimportazione di simile rilievo. Il quantitativo massimo èstato di 250 quintali, in data 14.11.1970, ed in questo,ovviamen te, il numero più alto raggiunto dai fogliillustrativi era il 1000...". )J.-/~_J2JP~~~17~~~Lr f:-é


'l~{Dal documento (che è firmato con una sigla, indecifrabile,sotto la scritta "Per il capo della Polizia") si apprendono trecose, soprattutto.Primo: all'interno della Direzione Generale della P.S. esisteun "competente ufficio" che rilas cia le licenzed'importazionedi esplosivo.Secondo: durante il 1969 questo competente ufficio harilasciato per ben otto volte licenze d'importazione (alComparini) per un quantitativo di 370 quintali ciascuna.Terzo: otto fogli contrassegnati dal numero 1037 sono,quindi, entrati in Italia (soltanto nel 1969).Dopo questa relazione della Divisione affari riservati algiudice Stiz, si è portati a pensare ad una serie di altredomande (da parte del giudice) e di spiegazioni (da partedella Divisione). Invece non succede niente. Si apre unalunga parentesi, nel carteggio Stiz-Affari riservati (almeno avedere quel che resta nel fascicolo contrassegnato "F.P.R.:corrispondenza con il G.I. del tribunale di Treviso: dottor8tiz"). Il giudice 8tiz si rifà vivo solo l'anno dopo, il lOgennaio 1972, con una richiesta che non riguarda più ilVitezit 30: "In relazione alla precorsa corrispondenza epoichè questo ufficio procede contro il nominato (sempreGiovanni Ventura e altri) per i fatti criminosi avvenuti lanotte del 9 agosto 1969 (attentati ai treni), prego disporreche tutti i reperti che all'epoca vennero trasmessi al centrodi coordinamento delle operazioni di polizia (sezioneidentità) per rilievi tecnici, siano recapitati presso questotribunale. <strong>La</strong> richiesta riveste carattere d'urgenza')P ~" 1~1)- '- ..Q\.~~ 'J18~lI$iiff'-'+--~G l - ' '->-~ ",-.l


1.(~a risposta, da parte della Divisione affari riservati, stavoltaè prontissima. Nella stessa giornata del lO gennaio 1972, laSezione III risponde che "tutto il materiale repertato inoccasione degli attentati ai treni dell'8-9 agosto 1969, adesami ultimati, venne restituito da questo Ufficio allequesture di Milano, Venezia, Brescia, Vicenza, Caserta,Terni e Pescara, con lettera nr. 224715933dell'1.9.1969,per l'ulteriore inoltro alle competenti autorità giudiziarie".E qui il carteggio Stiz-Affari riservati finisce davvero. Conuna piccola appendice, del tutto unilaterale, contenuta inun "Appunto" (datato 25 ottobre 1972), redatto da unestensore anonimo in risposta a certe "accuse bislacchemosse all'operato della Polizia e in particolare all'attivitàdella Divisione affari riservati della Direzione Generale dellaP.S.". A questo scopo viene ricordata la collaborazionetenuta col giudice Stiz: "Indagando sulle responsabilità deinoti Freda e Ventura, il giudice Stiz si rivolse alla DirezioneGenerale della P.S. intrattenendo proprio con la citataDivisione una corrispondenza che ha inizio il 10.5.1971 e siconclude il 10.1.1972". <strong>La</strong> Divisione affari riservati, ricordal'anonimo, ha aderito "con estrema prontezza e completezza"alle richieste dei magistrati (D'Ambrosio, dopo 8tiz)"sviluppando ed estendendo, anche di propria iniziativa, ilcampo degli accertamenti". "E' inaccettabile qualunqueipotesi di una collaborazione reticente e incompleta". <strong>La</strong>collaborazione fu, invece, "ampia e incondizionata".Vero che la collaborazione tra 8tiz e la Divisione affaririservati iniziò il lO maggio del '71 e si concluse il 10J~~; ~ ~~I~19",tl4-wtllfF-"0'/ ,:0'~~.y'


T;,ennaio del '72. Ma a che risultati si arrivò? <strong>La</strong> Slobodanriferì, alla Divisione affari riservati, il nome della persona, odella ditta, alla quale era stata venduta la cassetta di Vitezitcontrassegnata dal numero 1037 (il cui foglietto illustrativofu trovato da Stiz durante una perquisizione a Treviso)? Ecome mai non s'è saputo più niente dei 37mila chili diVitezit 30 arrivati a Sequals (Pordenone) il 10.12.1969 (duegiorni prima della strage di Milano)?Il 21 marzo 1972, l'inchiesta sulla cosiddetta "pista veneta"lasciava Treviso, definitivamente, prendendo la strada diMilano. E di Vitezit 30 non si parlò più. Solo due anni dopo,il 6 febbraio 1974, si riparla di esplosivo (ma gelignite esemigel D) nella requisitoria stesa dal dottor Alessandrini(vedi "giustizia e Costituzione", gennaio-marzo 1979) dove (apago 78) si legge: ''Tutto l'esplosivo era stato distrutto subitodopo il rinvenimento, sì da rendere impossibili le analisi dilaboratorio per stabilirne la camposizione. Tuttavia alcunefotografie, eseguite dalla squadra di P.G. dei carabinieri diTreviso consentivano di acquisire elementi utili sulledimensioni dei candelotti e sul tipo dell'involucro, in base aiquali il nucleo investigativo dei C.C. di Milano, incaricatodal G.I., poteva svolgere indagini presso le fabbriche diesplosivi: si accertava così che l'esplosivo blu era gelignite,mentre quello rosso-mattone era semigel D. Ora, poichèentrambi i tipi di esplosivo contengono il binitrotoluolo, lasostanza dal caratteristico odore di mandorle amare che erastato avvertito nelle esplosioni di Milano del 12 dicembre,assumeva particolare importanza stabilire la proprietà del~l--)\J--"~ \ ~.. 0",-/,--l(' \ 1)20~~ é~ It~:.''\. it. \,


1'tf;;mi e quindi degli esplosivi rinvenuti a CastelfrancoVeneto. Tanto più che, nell'ordigno collocato al tribunale diMilano il 24 luglio 1969 era stato impiegato, secondo laperizia d'ufficio, l'esplosivo semigel D".Sul foglietto pubblicitario del Vitezit (scritto in inglese) sonostate aggiunte, con la biro, due parole. Una è "Amongilite".L'altra: "Gelignite". Chi le ha aggiunte?J~ tZ1-1JIfJ~~:&-/ cf-~ '\'~~~bbR~21

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