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Madre Antonia Maria Verna - Suore di Carità dell'Immacolata ...

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6. ResponsabilitàLa responsabilità, intorno a cui tutto ruota, consegue ai princìpi precedenti. Tutto l’itinerarioproposto dal Papa vuole mostrare – scrive – «come nell’educazione sia decisivo il senso <strong>di</strong>responsabilità: responsabilità dell’educatore, certamente, ma anche, e in misura che cresce con l’età,responsabilità del figlio, dell’alunno, del giovane che entra nel mondo del lavoro». E nellaresponsabilità è già contenuta tutta una visione del mondo. «È responsabile – afferma BenedettoXVI – chi sa rispondere a se stesso e agli altri. Chi crede cerca inoltre, e anzitutto, <strong>di</strong> rispondere aDio che lo ha amato per primo».La responsabilità ha pure una <strong>di</strong>mensione politica. Infatti, insegna il Papa, «è in primo luogopersonale, ma c’è anche una responsabilità che con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo insieme, come citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> una stessacittà e <strong>di</strong> una nazione, come membri della famiglia umana e, se siamo credenti, come figli <strong>di</strong> ununico Dio e membri della Chiesa». Si <strong>di</strong>ce spesso, oggi come ai tempi <strong>di</strong> <strong>Madre</strong> <strong>Verna</strong>, che lasocietà non aiuta a educare. «La società però – afferma Benedetto XVI – non è un’astrazione; allafine siamo noi stessi, tutti insieme, con gli orientamenti, le regole e i rappresentanti che ci <strong>di</strong>amo,sebbene siano <strong>di</strong>versi i ruoli e le responsabilità <strong>di</strong> ciascuno. C’è bisogno dunque del contributo <strong>di</strong>ognuno <strong>di</strong> noi, <strong>di</strong> ogni persona, famiglia o gruppo sociale, perché la società, a cominciare da questanostra città <strong>di</strong> Roma, <strong>di</strong>venti un ambiente più favorevole all’educazione».7. SperanzaBenedetto XVI non si nasconde che la responsabilità personale e politica non è merce corrente, eche il clima che si è creato – non da oggi, anzi già dai tempi <strong>di</strong> «<strong>di</strong>ttatura del razionalismo» vissutida <strong>Madre</strong> <strong>Verna</strong> – non è favorevole all’educazione. «Di fatto – scrive – le idee, gli stili <strong>di</strong> vita, leleggi, gli orientamenti complessivi della società in cui viviamo, e l’immagine che essa dà <strong>di</strong> sestessa attraverso i mezzi <strong>di</strong> comunicazione, esercitano un grande influsso sulla formazione dellenuove generazioni, per il bene ma spesso anche per il male». L’educatore cristiano, però, non hamai il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> perdere la speranza.Il Papa nella sua lettera ripropone, conclusivamente, «un pensiero – afferma – che ho sviluppatonella recente Lettera enciclica Spe salvi sulla speranza cristiana: anima dell’educazione, comedell’intera vita, può essere solo una speranza affidabile. Oggi la nostra speranza è insi<strong>di</strong>ata da molteparti e rischiamo <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>ventare anche noi, come gli antichi pagani, uomini “senza speranza e senzaDio in questo mondo”, come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani <strong>di</strong> Efeso (Ef 2, 12). Proprio da7

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