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psicologia e societÀ - Transcrime

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Angelo Turetta/Contrastola maggior quantità di testosterone presentenell’organismo maschile con il drive sessuale»,riferisce Cauduro.u …che cosa fanno…Da questo ragionamento derivano affermazionida «guerra dei sessi», che vedono gliuomini come vere «vittime dello sfruttamento»perché le donne, specie quelle italiane,metterebbero in atto una specie di ricatto,concedendosi solo in cambio di beni materialio attenzioni. E in quest’ottica le prostitute,che pure devono essere pagate, darebberoNel rapporto con le prostitute una delle fantasiepiù ricorrenti dei clienti è interpretare un film pornoLaurent Gillieron/Keystone/AP Photo/LaPresseCome i divi del porno.Forse le fantasie erotiche deiclienti delle prostitute, comequella di interpretare un filmporno, possono spiegare inparte il successo delle moltefiere dell’erotismo sortenegli ultimi anni (a sinistra).spesso è descritto come più soddisfacente delrapporto sessuale vero e proprio», osservaJannini. «Il film comincia a svilupparsi nellamente ben prima dell’incontro», confermaMax. «Il 90 per cento del rapporto è vissutonella mente, e nasce dalla ricerca, dalla scelta,magari dal confronto con altri clienti». Unvissuto tipicamente maschile, che tra l’altro,nota il sessuologo, spiegherebbe «perché il fenomenodella prostituzione maschile rivoltaalle donne resti marginale nonostante il clamoregiornalistico sull’argomento».E le ragioni addotte dai diretti interessati?Spesso sono altre: «Tra le scuse più comunic’è un supposto “maggior bisogno di sesso”da parte dei maschi, che mette in relazionealmeno la garanzia della prestazione. «Cosami perdo, rinunciando a una relazione? Unarompi… da portare a fare shopping o a cenadai suoi», commenta Ugo, pur ammettendoche «anche con una prostituta si può creare,pur all’interno del rapporto clientelare, unarelazione amichevole».«Ma accanto al dichiarato bisogno biologicoda soddisfare ci sono altre motivazioniprofonde e inconsapevoli», sottolinea Spizzichino.«Come l’esigenza di dominare e a volteumiliare l’altra persona, per dimostrare lapropria mascolinità».Una mascolinità realizzata in genere conla concretizzazione di fantasie prese di pesoda film porno, che per molti clienti rappre-Mente & Cervello 37


Se chi paga è l’assassinoÈ successo spesso nella storia che le prostitute fossero vittime di serialkiller. Perché vivono esposte sulla strada e anche perché sintetizzanoun’immagine di sessualità femminile da temere e odiare.Assassino di prostitute era il celebre Jack lo squartatore, che nell’autunnodel 1888 uccise e mutilò numerose donne – certamente cinque mapotrebbero essere di più – nel quartiere londinese diWhitechapel, senza mai essere identificato. Semprein Inghilterra, tra il 1975 e il 1980 Peter Sutcliffe lo«squartatore dello Yorkshire», uccise almeno 13prostitute sostenendo che era un ordine che avevaricevuto direttamente da Dio.Il maggior numero di assassini di prostitute sono staticatturati negli Stati Uniti: tra i molti casi spiccanoquelli di Robert Hansen, che in Alaska rapì e ucciseprostitute a partire dagli anni settanta arrivando aconfessare 17 delitti, Joel Rifkin, che a New York trail 1989 e il 1993 ha ucciso 17 donne, in maggioranzaprostitute tossicodipendenti, e Gary Ridgway,ritenuto il serial killer più attivo degli Stati Uniti, chenel 2003 ha confessato l’assassinio di 48 donne, tutteprostitute.In Italia sono assassini – anche – di prostitute alcunidei serial killer più noti: come Marco Bergamo diBolzano, condannato al carcere a vita nel 1994 peraver ucciso una giovanissima studentessa e quattroprostitute, il veronese Gianfranco Stevanin, che ametà degli anni novanta uccide sei prostitute e leseppellisce nel suo casolare, e Donato Bilancia, tra lecui vittime ci sono quattro prostitute uccise nel 1997nel giro di un mese. Ma l’elenco non si esaurisce qui:oltre a Giancarlo Giudice, il «mostro di Torino», che uccide otto prostitutetra il 1983 e il 1986 «perché mi ricordavano la mia matrigna», ci sonoprostitute tra le vittime di altri serial killer nostrani come Maurizio Minghella,di Genova, Andrea Matteucci, di Aosta, e Paolo Savini, di Sanremo.ANSA Elaine Thompson/AP Photo/La PresseLupi cattivi.Gary Ridgway (in alto),serial killer che ha ucciso48 donne, tutte prostitute.E Donato Bilancia, che inun mese ha ucciso quattrodonne, anche loro prostitute.sentano l’immaginario di riferimento. «Unadelle fantasie più ricorrenti è interpretare unodi questi film. Per finta, perché dal vero nondeve poi essere molto divertente», ammetteMax. «Quello per cui si paga volentieri èun’esperienza di questo tipo, che sia una veraparentesi, una porta che si apre e si chiudesenza lasciare strascichi».Sembra proprio questa, non la richiestadi «farlo strano», una delle maggiori attrattivedel sesso in vendita. «Una delle scuse piùcomuni per giustificare un comportamentosocialmente stigmatizzato è ancora quella diottenere prestazioni che non si possono chiederealle proprie compagne», nota Jannini. «Inrealtà il sesso orale e anale, le pratiche proibitecui più spesso si fa riferimento, sono ormaisdoganate all’interno delle relazioni». E c’è dipiù: anche se i cataloghi proposti dalle escortpiù in voga propongono suggestive variazioni,secondo la maggior parte delle ricerche leprestazioni più richieste sarebbero la fellatio ela penetrazione vaginale.Per giunta con tempi brevissimi – un quartod’ora dal saluto al congedo per prestazioniritenute di un certo livello – che sembrano esserela vera peculiarità del sesso a pagamento.«Una delle caratteristiche è quella di nonpreoccuparsi del benessere, del piacere dellapartner, che può essere sottoposta a gesti chesenza essere vere violenze sono certamenteumilianti», nota Spizzichino. Ma qui realtà eimmaginario divergono. Pochi uomini sonodisposti ad ammettere che il rapporto a pagamentodà un potere di dominio sul partner ela certezza di poter fare quello che si vuole.«Ci sono quelli che vanno con le prostituteperché possono trattarle male, ma sono unaminoranza», osserva Max. Dalle testimonianzedei clienti sembra che il rapporto sia spessoparitario, amichevole, e che il desiderio dicompiacere la partner e «farle perdere la testa»sia parte integrante della prestazione. Almenoper quanto riguarda le escort, che elencanochiaramente quello che sono disposte a fare omeno, inclusa la disponibilità a rapporti oralinon protetti. «È come frequentare un ristorantedi lusso, in cui paghi per il servizio ma nonti sogneresti di trattare male il maître o farerichieste imbarazzanti», osserva Max.In questi casi, anzi, è particolarmente apprezzatoil comportamento che simula unarelazione, con gesti di affetto come il bacioprofondo sulle labbra che di solito non rientratra le pratiche sessuali mercenarie: «Moltisono delusi da ragazze che offrono solo il lorocorpo, non una prestazione che comprendeuna sorta di relazione anche se contenutain uno spazio di tempo brevissimo: le escortsono tanto più apprezzate quanto più fornisconoservizi che rientrano in questo tipo discenario», spiega Max.u ... e con chi lo fannoMa anche quando il rapporto si riduce auno sfogo quasi meccanico può prevedere larichiesta di simulare una relazione «a tempodeterminato». «Per alcuni l’incontro con laprostituta è un’occasione di contatto umano:c’è chi vuole anche parlare, o in qualche casoparlare e basta», afferma Spizzichino. E succedeche questo tipo di clientela resti fedele peranni a una stessa donna. «Ci sono quelli che38n. 44, agosto 2008


Paul Hackett/Reuters (a destra); Peter DeJong/AP/La Pressenon riescono a relazionarsi con le donne e sicomprano una relazione», conferma Max.«È quella – osserva Cauduro – che i criminologidefiniscono una tecnica di neutralizzazione.Molti clienti sostengono di sceglierele prostitute dell’Europa orientale perché sonopiù dolci e remissive, in grado di rassicurareil cliente del proprio status di maschio dominante,offrendo a pagamento un simulacro direlazione». Mentre le prostitute africane, consideratepiù fredde e brusche ma meno costose,soddisfano fasce di clientela con minorpotere contrattuale.Comunque sia, raramente i clienti di ragazzestraniere ammettono l’esistenza diuna tratta di donne. Anche se l’aria infelicedi molte ragazze dell’Europa orientale sembrainfastidire alcuni clienti che non amanotrovarsi nel ruolo di «carnefice»: «Credo siauna delle ragioni del successo dei viados, cherecitano una parte ostentando allegria. Forsepiù della supposta omosessualità latente deiclienti, troppo numerosi per rientrare nellestatistiche sulla diffusione dell’omosessualità»,osserva Jannini. E aggiunge: «Semmai iltrans soddisfa il gusto per la trasgressione».Per Spizzichino, «il successo dei trans ènella loro esibizione di femminilità esagerata,di allegria: un atteggiamento dovuto alfatto che per molti di loro, pur nel disagio, laprostituzione conferma di essere viste comedonne. Anche se alla maggioranza è richiestala prestazione attiva, che forse va incontro aun’omosessualità neanche confessata». «Quellipiù richiesti sono trans non operati e ben dotati»,conferma Max. «Piacciono anche perchéconcedono più facilmente il rapporto anale econoscono al meglio le esigenze del partner».u Una realtà a due facceE la violenza subita dalle donne, specialmenteda quelle che lavorano in strada?I pareri non sono concordi: alcuni clientiintervistati da <strong>Transcrime</strong> ammettono che ledonne frequentate presentano visibili segnidi violenza, altri dicono di non essersi maiaccorti di nulla.«Ci sono clienti che picchiano le ragazze,ma sembra che siano pochi», afferma Max.Secondo le statistiche invece – e la testimonianzadi Laura Spizzichino – la maggioranzadelle prostitute ha subito violenza: schiaffio pugni, rapine, minacce, stupri o tentatividi stupro. Fino ad arrivare all’omicidio: «Cisono uomini impotenti che vivono l’accessoalla prostituzione come qualcosa di proibito emaltrattano o a volte uccidono le prostitute»,spiega Jannini. Altri che mostrano disprezzoal punto di limitare al minimo indispensabileil contatto fisico per paura di «impestarsi»,una parola che torna spesso nei commentidegli utenti.È questa paura, insieme alla preoccupazioneper la sicurezza delle ragazze, a una genericavoglia di perbenismo o a una visionerealistica di un mondo in cui di proibito nonc’è davvero nulla, che fa ritenere a molti auspicabilela depenalizzazione dei bordelli.«Ma se dei clienti si dice tutto il male possibile,è vero che a volte sono proprio loro adaiutare ragazze spesso minorenni, straniere eavviate alla prostituzione loro malgrado, a togliersidalla strada, a fare da stimolo e sostegnonella fuga», conclude Spizzichino. «D’altronde,nel 1910 già Freud parlava di uominiche si innamorano di prostitute e si prefiggonodi “salvarle dalla perdizione”».In piÙCorso C. e Landi S.,Quanto vuoi? Clienti eprostitute si raccontano, GiuntiEditore, Firenze, 1998.Un’inchiesta sulcampo scrittaa quattro manidalla saggistaSandra Landi eda Carla Corso,fondatrice insiemea Pia Covre delComitato per i diritti civilidelle prostitute. Interviste aragazze e clienti e registrazioninascoste «per raccontare lecose come sono davvero».Spizzichino L.,La prostituzione. Il fenomenoe l’intervento psicologico,Carocci Editore, Roma, 2005.Se si vuol capire il mondodella prostituzione, scriveLaura Spizzichino, bisognapartire dagli uomini. Daun’operatrice in prima lineanella prevenzione dell’AIDS,un quadro del mondo dellaprostituzione da strada: siraccontano prostitute e trans,ma anche clienti, partner eprotettori.Mente & Cervello 39

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