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mostrevirtualionlinelinee guida <strong>per</strong> la realizzazioneversione 1.0 (settembre 2011)


mostrevirtualionlinelinee guida <strong>per</strong> la realizzazioneversione 1.0 (settembre 2011)a cura del Gruppo di lavorocomposto da:Tatiana AnderlucciRedazione Via FrancigenaViviana CariniRedazione Via FrancigenaLaura Ciancio<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianeAlfredo CorraoDirezione generale <strong>per</strong> l’organizzazione, <strong>gli</strong> affari generali, l’innovazione,<strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio ed <strong>il</strong> <strong>per</strong>sonaleAlfredo EspositoDirezione generale <strong>per</strong> le biblioteche, <strong>gli</strong> istituti culturali e <strong>il</strong> diritto d’autoreTiziana Fabris<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>gli</strong> archiviGiuliano Granati<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>gli</strong> archiviValentina GrippoRedazione Via FrancigenaCristina Ma<strong>gli</strong>ano<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianeAdriana MartinoliDirezione generale <strong>per</strong> le biblioteche, <strong>gli</strong> istituti culturali e <strong>il</strong> diritto d’autoreMarina Morena<strong>Archivi</strong>o di Stato di RomaMaria Teresa Natale<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianeOsservatorio tecnologico <strong>per</strong> i beni e le attività culturaliElisabetta PaganiRedazione Via FrancigenaPaola Panaccio<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>gli</strong> archiviElisa Sciotti<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianePrisc<strong>il</strong>la SermontiRedazione Via FrancigenaGiuliana ZagraBiblioteca nazionale centrale di Roma


Revisione editorialeTiziana Fabris, Adriana Martinoli, Maria Teresa Natale, Giuliana ZagraElaborazione disegniRosalba TrivieriVersione onlineAndrea Tem<strong>per</strong>ahttp://www.otebac.it/index.php?it/320/mostre-virtuali-online-linee-guida-<strong>per</strong>-la-realizzazioneSi ringraziano <strong>per</strong> i preziosi suggerimenti:Lin Bian, Simona Caraceni, Susan Hazan, Francesca Lo Forte, Paolo Ongaro,Werner Shweibenz, Francesco Tissoni, Shara Wassermann


IndicePrefazioni 7Rossella Caffo, Marina GiannettoIntroduzione 111 Concetti e definizioni 131.1 Esposizione, evento espositivo, mostra 131.2 Mostra virtuale online 151.2.1 Percorso tematico 181.2.2 Oggetto digitale 181.2.3 I<strong>per</strong>testo, i<strong>per</strong>media, multimedialità, interattività 221.2.4 Architettura dell’informazione 242 Il processo di produzione di una mostra virtuale 272.1 Ideazione 27.2.1.1 Il brainstorming 27.2.1.2 Relazioni tematiche 29.2.1.3 Mostre virtuali e itinerari tematici a fini didattici 302.2 Dalla progettazione alla realizzazione 322.2.1 Il team di lavoro 322.2.2 Selezione delle risorse digitali 362.2.3 Definizione dell’architettura: contenuti, informazioni e servizi 372.2.3.1 Area dei contenuti 382.2.3.2 Area delle informazioni 392.2.3.3 Area dei servizi 402.2.4 La tecnologia da ut<strong>il</strong>izzare 402.2.4.1 Dispositivi mob<strong>il</strong>e 452.2.4.2 Realtà aumentata 482.2.5 Il b<strong>il</strong>ancio di previsione 192.2.6 Definizione delle fasi o<strong>per</strong>ative e tempistica 502.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusione 512.3.1 Collaudo e pubblicazione 522.3.2. Comunicazione e diffusione 522.3.2.1 Strumenti di comunicazione tradizionale 532.3.2.2 Social media marketing 552.4 Aggiornamento, mantenimento e conservazione 643 Diciotto raccomandazioni e un consi<strong>gli</strong>o 67


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi 694.1 Grafica 704.2 St<strong>il</strong>e del testo 724.3 Risorse multimediali 734.3.1 Immagini fisse 734.3.1.1 OCR: trattamento del testo 814.3.2 Audio 874.3.3 Video 904.3.4 3D 934.3.4.1 La grafica computerizzata 954.3.4.2 La fotografia immersiva 984.3.4.3 Gli ana<strong>gli</strong>fi 1024.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accesso 1074.4.1 Legislazione di riferimento 1074.4.2 Verifica dei diritti di proprietà intellettuale 1074.4.3 Riuso dei contenuti e modalità di accesso 1095 Appendici 1135.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici”<strong>per</strong> realizzare una mostra virtuale 1135.1.1 Il Modulo Percorsi tematici 1135.1.2 Schemi di metadati dei moduli O<strong>per</strong>e,Documento d’archivio, Documento testuale multimediale 1165.1.3 Esempi pratici di istituzioni che hanno s<strong>per</strong>imentato<strong>il</strong> modulo Percorsi tematici 1245.2 Esempi di mostre virtuali 1265.2.1 Tim Burton 1265.2.2 Passione Argentina: Il Tango in Italia ne<strong>gli</strong> anni ‘30 1265.2.3 Giotto da Bondone, Cappella Scrovegni (1303-1305), Padova 1275.2.4 Le stanze di Elsa. Dentro la scrittura di Elsa Morante 1275.2.5 Mario Soldati - La scrittura e lo sguardo 1285.2.6 Viaggi nel testo: <strong>il</strong> mondo di Petrarca 1285.2.7 La légende du roi Arthur 1295.2.8 Art Nouveau virtual exibition 1305.2.9 Chaos and Classicism: Art in France, Italy,and Germany, 1918-1936 1305.2.10 Inseguendo l’Orma 1315.2.11 The Life and Works of W<strong>il</strong>liam Butler Yeats 1315.2.12 Eggs. A Virtual Exhibition 1325.2.13 Serie di mostre virtuali 1325.2.14 Progetto Du<strong>il</strong>ioship 1325.2.15 Archipedia. Argomenti e strumenti <strong>per</strong> nuove esplorazioniin archivio 1335.2.16 A voyage with the gods. Athena 1335.3 Scheda di benchmarking 1355.4 Acronimi 138


PrefazioneMostre virtuali online: un ulteriore argomento da approfondire nellungo <strong>per</strong>corso di analisi del web culturale, avviato a<strong>gli</strong> inizi delDuem<strong>il</strong>a dal progetto MINERVA che in un decennio, tra le diversetematiche inerenti la digitalizzazione, ha lavorato sulla qualitàdelle applicazioni web e l’interazione con <strong>gli</strong> utenti, proponendostrumenti pratici, raccomandazioni e linee guida a<strong>gli</strong> o<strong>per</strong>atoridel settore, condivise a livello europeo.Il quinto principio di qualità di MINERVA afferma che un sito webculturale di qualità deve «selezionare, digitalizzare, indicizzare,presentare e controllare i contenuti <strong>per</strong> creare un sito Web efficace<strong>per</strong> tutti <strong>gli</strong> utenti».L’elaborazione delle linee guida <strong>per</strong> la realizzazione di mostrevirtuali online, proposte dall’<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unicodelle biblioteche italiane di concerto con l’<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>gli</strong>archivi, rappresenta un ulteriore strumento <strong>per</strong> mettere in praticaquanto espresso da tale principio.Le istituzioni culturali, infatti – archivi, biblioteche, musei... – siapure tra molteplici difficoltà, stanno digitalizzando i propri contenuticulturali <strong>per</strong> favorirne l’accesso e la conservazione. È<strong>per</strong>ò necessario che <strong>gli</strong> oggetti digitalizzati, <strong>per</strong> essere valorizzati,“raccontino delle storie” attraverso mostre virtuali e <strong>per</strong>corsitematici interattivi, i<strong>per</strong>testuali e i<strong>per</strong>mediali, che attragganol’attenzione del pubblico generico o di quello più specialistico,proponendo <strong>per</strong>corsi informativi, didattici, di approfondimento ingrado di attrarre l’interesse di un’utenza sempre più “digitale”,favorendo allo stesso tempo la visib<strong>il</strong>ità del patrimonio culturaleafferente a tutte le categorie di istituzioni culturali.Viene potenziata l’es<strong>per</strong>ienza già avviata con Internet Culturaleche già adesso propone <strong>per</strong>corsi culturali (mostre, viaggi neltesto, <strong>per</strong>corsi turistico-culturali, <strong>per</strong>corsi 3D) e che in un prossimofuturo verrà avviata anche dal portale della cultura italianaCulturaItalia. Quest’ultimo già adesso rappresenta la vetrina delpatrimonio culturale italiano, nella quale molte istituzioni culturalipossono promuovere i loro contenuti ed essere valorizzate attraversoitinerari e <strong>per</strong>corsi.Le linee guida ben si inquadrano ne<strong>gli</strong> obiettivi dell’Agenda digitaleeuropea, una delle sette iniziative faro della strategia Europa2020, che fissa obiettivi <strong>per</strong> la crescita nell’Unione Europea da7


aggiungere entro <strong>il</strong> 2020. L’agenda digitale propone di sfruttareal me<strong>gli</strong>o <strong>il</strong> potenziale delle tecnologie dell’informazione e dellacomunicazione <strong>per</strong> favorire l’innovazione, la crescita economicae <strong>il</strong> progresso al fine di creare in Europa «una piattaforma legale,moderna, competitiva e ‘consumer friendly’ <strong>per</strong> un mercato unicodel contenuto creativo online».Questo lavoro, realizzato da un gruppo di es<strong>per</strong>ti e o<strong>per</strong>atoridei diversi settori dei beni culturali, viene inoltre proposto comecontributo italiano al progetto europeo INDICATE (http://www.indicateproject.eu), che ha tra i suoi obiettivi di indagare,attraverso uno specifico caso di studio, come le mostre virtualipossano beneficiare dei servizi offerti dalla e-infrastructures.Nel presentare la prima versione di questo <strong>documento</strong>, che vaconsiderato una prima bozza di lavoro e uno strumento in progressda arricchire nel tempo con l’<strong>il</strong>lustrazione di nuove es<strong>per</strong>ienzee buone pratiche alle quali le istituzioni culturali possonoispirarsi, desidero fin da ora ringraziare i componenti del gruppodi lavoro che hanno collaborato all’iniziativa con entusiasmo eprofessionalità e quanti vorranno partecipare al dibattito onlinecon suggerimenti, commenti e proposte.Rossella CaffoDirettore dell’<strong>Istituto</strong> centrale<strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italiane (ICCU)8


PrefazioneLa possib<strong>il</strong>ità di realizzare “mostre virtuali online” potenzia le opportunitàche la dimensione digitale e <strong>il</strong> web offrono alla valorizzazionedei beni culturali rispetto a quelle offerte dal mondo analogico.La stessa disponib<strong>il</strong>ità di siti web di qualità, unitamente allo sv<strong>il</strong>uppodi un baga<strong>gli</strong>o teorico, metodologico e strumentale adeguato,contribuisce all’accelerazione esponenziale del processo chedall’accentramento della cumulazione dei beni culturali ha condottonel tempo al policentrismo della custodia e della fruizione, sinoalla ubiquità d’accesso garantita oggi dalla rete.Le Linee guida che si presentano offrono strumenti concettualiut<strong>il</strong>i al processo di transizione digitale del sistema dei beni culturaliche va affrontato con apposite infrastrutture, adeguata strumentazioneconcettuale, teorica, organizzativa e gestionale, maanche con la consapevolezza della profonda modificazione diprospettive introdotta dalla possib<strong>il</strong>ità di separare la governancedella conservazione dalle strategie di valorizzazione del patrimonioculturale spesso indirizzate al marketing turistico-territoriale eall’esplorazione di nuove forme di turismo culturale.In questa prospettiva si sono sv<strong>il</strong>uppati nuovi metodi e strumenti<strong>per</strong> la descrizione e rappresentazione del patrimonio; ripensatele modalità di comunicazione e di accesso all’informazione; riconsideratiruoli e funzioni tradizionali svolti rispettivamente dacustodi e da consumatori\fruitori dei beni.La costruzione di mostre, <strong>per</strong>corsi tematici e gallerie ragionatepopolate da contenuti e risorse digitali afferenti alle diverse categoriee, dunque, ai diversi specialismi dei beni sedimentati nelpatrimonio culturale del nostro Paese corrisponde all’affermarsidi un orientamento di controtendenza inteso a su<strong>per</strong>are i limitidella frammentazione del patrimonio culturale e a riconsiderareprocedure e metodi impiegati nella produzione intellettuale e nellacomunicazione e diffusione delle conoscenze.Entro queste coordinate, la costituzione di un Gruppo di es<strong>per</strong>tidedicati all’elaborazione di linee guida <strong>per</strong> la realizzazione dimostre virtuali online è frutto della volontà di coo<strong>per</strong>azione traarchivi e biblioteche – tra l’ICAR e l’ICCU – <strong>per</strong> la condivisione dipratiche, norme descrittive, strumenti e standard.9


Anche l’amministrazione archivistica – oggi impegnata a “fare sistema”attraverso una riflessione collettiva a<strong>per</strong>ta ai diversi soggettipubblici e privati o<strong>per</strong>anti nel settore – è infatti alla ricerca dinuove forme di comunicazione\mediazione integrate e condivisein grado di traghettare <strong>il</strong> mondo de<strong>gli</strong> archivi verso un’utenza vasta– estremamente articolata e non esclusivamente specialistica– che rappresenti e ricomprenda le diverse componenti culturali,sociali, istituzionali ed economiche interagenti nel nostro Paese.In questa prospettiva si innesta <strong>il</strong> Sistema archivistico nazionale(SAN), nel quale i diversi sistemi informativi, statali e non, trovanoun punto di incontro, coordinamento e integrazione e nel quale siintegrano numerosi portali e <strong>per</strong>corsi tematici, meta-archivi virtualimodulati su un inedito concetto di biblioteca digitale online, nonpiù o solo rappresentazione digitale di un archivio, ma deposito“ibrido”, repository strutturato di risorse culturali, dotato di formedi accesso integrate e trasversali rispetto alla frammentazionedel patrimonio.Dalle realizzazioni, dalle es<strong>per</strong>ienze in corso e dalle pratiche inuso nel mondo de<strong>gli</strong> archivi e in quello delle biblioteche, con unexcursus anche nel panorama museale, è derivata la riflessioneche ha condotto alla elaborazione di queste linee guida. Una riflessionechiaramente ispirata ad un modello coerente in gradodi mediare tra specialisti diversi anche attraverso l’aus<strong>il</strong>io di unostrumento – quale è Museo & Web – dotato di strumenti e funzioniin grado di trattare, integrare e rendere accessib<strong>il</strong>i, descrivendoleadeguatamente e in modo metodologicamente corretto,entità provenienti da domini culturali diversi.Marina GiannettoDirettore dell’<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>gli</strong> archivi (ICAR)10


IntroduzioneGli enti, le istituzioni, i soggetti pubblici e privati che concorrono acomporre <strong>il</strong> quadro delle attività culturali hanno tra i loro obiettiviprincipali la valorizzazione e la diffusione della conoscenza.Essi realizzano la loro mission attraverso strumenti di divulgazioneche comprendono, tra <strong>gli</strong> altri, la realizzazione di eventiespositivi – mostre <strong>per</strong>manenti o temporanee – secondo modellicodificati, <strong>il</strong> cui obiettivo è avvicinare i cittadini al patrimonio culturalee artistico nazionale e internazionale.Nel corso di questi anni un’ampia riflessione si è sv<strong>il</strong>uppata intornoai siti web dedicati ad attività e produzioni culturali. Il progettoeuropeo MINERVA ha contribuito a un processo di “normalizzazione”secondo standard e requisiti qualitativi condivisi a livelloeuropeo. Si è assistito <strong>per</strong>tanto al progressivo sv<strong>il</strong>upparsi inambito web di espressioni concettuali, strumentali e linguisticheproprie che sulla base delle nuove tecnologie rivoluzionano efficaciae metodi di comunicazione e diffusione della conoscenza.L’incontro tra i linguaggi e i metodi della valorizzazione sv<strong>il</strong>uppatidalla tradizione (mostre ed esposizioni realizzate sul territorio)e l’attività di promozione e diffusione della conoscenza fatta attraversolinguaggi propri del web (mostre virtuali online) hannoreso necessaria la formulazione di indirizzi e raccomandazioniche favoriscano l’uso e le potenzialità della rete.Le mostre realizzate con linguaggi informatici e destinate alweb assumono sempre più spesso una r<strong>il</strong>evanza istituzionale eun forte prof<strong>il</strong>o pubblico: musei, archivi, biblioteche e istituzioniculturali vi fanno ricorso. Esse <strong>per</strong>ciò vanno considerate comeun’importante attività strategica che, in quanto tale, va pianificatae sostenuta <strong>per</strong> la crescita futura.La mostra virtuale online si rivolge non solo a<strong>gli</strong> addetti al settore,ma a una platea di utenti quanto mai vasta ed eterogenea,diffic<strong>il</strong>mente inquadrab<strong>il</strong>e in prof<strong>il</strong>i definiti. Questa è la ragione<strong>per</strong> cui le scelte progettuali devono scaturire da un’analisi attentadelle modalità espressive, dell’architettura e dei linguaggi,calibrata anche su<strong>gli</strong> utenti culturalmente e tecnologicamentepiù deboli.L’architettura della mostra va progettata secondo efficaci modellidi gestione che generino <strong>per</strong>corsi virtuali diversificati e allo stes-11


so tempo mantengano costi di produttività accettab<strong>il</strong>i al fine disoddisfare le esigenze dei diversi gruppi di utenti.Questo <strong>documento</strong> intende <strong>il</strong>lustrare lo stato dell’arte in tema dimostre virtuali online, sia sulla base di es<strong>per</strong>ienze concrete finqui svolte nell’ambito di vari istituti italiani, tra cui <strong>il</strong> portale InternetCulturale, a partire dall’osservazione e dall’analisi di prodottirintracciab<strong>il</strong>i nel panorama internazionale, chiarificando me<strong>gli</strong>oalcuni concetti che ancora non trovano in letteratura definizionisolidamente codificate e fornendo alcune raccomandazioni di cuitener conto nello sv<strong>il</strong>uppo e nella realizzazione di progetti.In particolare queste linee guida sono destinate alle istituzioniculturali che mettono in atto strategie di valorizzazione e diffusionedella conoscenza attraverso:• l’uso di siti, portali e applicazioni web in grado di rappresentareefficacemente l’identità e l’attività dell’istituto e attuare strategiedi informazione e divulgazione culturale e scientifica• la collaborazione di figure professionali interne o consulentiesterni (curatori museali, archeologi, storici dell’arte, archivisti,bibliotecari, grafici, web designer, redattori web, tecnici informaticiecc.) specificamente dedicati alle attività della valorizzazionee diffusione della conoscenza• la realizzazione di eventi espositivi e mostre temporanee a<strong>per</strong>teal territorio, comunicati e resi fruib<strong>il</strong>i anche sul web• <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>o di eventi espositivi retrospettivi tradizionali attraversouna riprogettazione in versione online.Il <strong>documento</strong> nasce da una riflessione condivisa tra es<strong>per</strong>ti eo<strong>per</strong>atori dei diversi settori dei beni culturali che hanno discussole proprie es<strong>per</strong>ienze in un gruppo di lavoro dedicato.12


1 Concetti e definizioniPreliminarmente, è opportuno chiarire i concetti ricorrenti, alcuni deiquali ancora dibattuti nella letteratura professionale, e definirne l’accezionecon cui vengono ut<strong>il</strong>izzati nelle presenti linee guida.1.1 Esposizione, evento espositivo, mostraLe manifestazioni espositive e la realizzazione di mostre sono l’espressionedell’attività delle istituzioni culturali e si legano in parte o in tuttoalla valorizzazione del patrimonio da esse conservato. Attraverso taliattività si realizza <strong>il</strong> risultato di mettere in relazione utenti e contenuti,dando luogo talvolta anche a o<strong>per</strong>azioni di tipo commerciale.Con la parola esposizione nella sua accezione più ampia si indica <strong>il</strong> processorazionale con <strong>il</strong> quale si mira a far conoscere un concetto o un argomentoesplicitandone <strong>il</strong> contenuto logico o stab<strong>il</strong>endo rapporti con altri concetti oargomenti che ne rendano evidente <strong>il</strong> significato.Per evento espositivo o mostra si intende una manifestazione inserita in uncontesto spazio-temporale in cui viene resa fruib<strong>il</strong>e al pubblico una rassegnadi oggetti, documenti cartacei e/o multimediali, libri, quadri, sculture, re<strong>per</strong>ti,legati e ordinati tra loro da nessi logici, tematici, temporali, spaziali, storici, autoriali,resi fruib<strong>il</strong>i in forma transitoria o <strong>per</strong>manente, attraverso uno o più <strong>per</strong>corsinarrativi con finalità, divulgative, scientifiche, didattiche, promozionali.Dal punto di vista temporale le mostre realizzate da un soggetto culturalepossono avere un carattere:• <strong>per</strong>manente, quando l’esposizione è presente stab<strong>il</strong>mente in un soggettoculturale fino a diventare parte integrante ed essenziale dellesue attività ordinarie (es. museo o galleria). Nei soggetti culturali nona vocazione museale la mostra <strong>per</strong>manente costituisce talvolta unasezione fissa con la finalità di rappresentare, attraverso una sceltao<strong>per</strong>ata all’interno del proprio patrimonio di collezioni e documenti,la storia e i contenuti culturali e scientifici dell’istituto (es. sala Exhibitionsdella British Library)• temporaneo, quando l’evento espositivo ha una scadenza temporalee nasce intorno a un argomento o tema o autore specifici. In questicasi le raccolte e le collezioni selezionate dal soggetto culturale <strong>per</strong>realizzare la mostra possono essere integrate e completate ancheattraverso prestiti e convenzioni con altri soggetti culturali pubblici e/oprivati, acquisendo documenti, o<strong>per</strong>e o quanto venga ritenuto necessario<strong>per</strong> arricchire e approfondire <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso espositivo, in base aun’analisi costi benefici (re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>ità, disponib<strong>il</strong>ità, costi ecc.).13


1 Concetti e definizioni1.1 Esposizione, evento espositivo, mostraDal punto di vista spaziale le mostre possono realizzarsi:• all’interno de<strong>gli</strong> spazi che sono propri del soggetto culturale• all’interno di spazi altri che lo rappresentano e sono ad esso collegati• attraverso un <strong>per</strong>corso diffuso sul territorio che coinvolge vari soggetticulturali e che dà luogo a un itinerario storico-turistico-culturale.Quando ci si appresta a realizzare una mostra la prospettiva di realizzare unaversione online dovrebbe essere presente sin dalle prime fasi progettuali.Mostra fisica vs. Mostra virtualell punto di vista di chi lavora in un museoSusan Hazan, Digital Media Curator, Israel Museum, GerusalemmeShara Wassermann, Exhibition Director, Temple University Art Gallery, RomaPremesso che l’insieme delle <strong>per</strong>cezioni sensoriali ed emotive provocatedalla partecipazione a una mostra “fisica” non potrà mai essere sostituitoda un’alternativa sul web, <strong>il</strong> valore aggiunto dell’es<strong>per</strong>ienza virtuale è dato da:• la libertà di navigare attraverso i contenuti con un proprio <strong>per</strong>corsoe un proprio ritmo• l’opportunità di allargare l’orizzonte delle conoscenza passandoda un contenuto digitale all’altro attraverso <strong>per</strong>corsi incrociati• la possib<strong>il</strong>ità di sentirsi un fruitore attivo, che non subisce passivamentela proposta espositiva, ma la fa propria• la possib<strong>il</strong>ità di selezionare, memorizzare, archiviare e riut<strong>il</strong>izzarei contenuti <strong>per</strong> le proprie esigenze• l’accesso ai contenuti culturali attraverso <strong>il</strong> <strong>per</strong>sonal computero i dispositivi mob<strong>il</strong>e.14


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale online1.2 Mostra virtuale onlineSempre più frequentemente i soggetti culturali ricorrono anche a formeespositive che escono dai parametri spazio/temporali reali collocandosiall’interno di una piattaforma informatica resa accessib<strong>il</strong>e via web. Inquesti casi si parla di mostre virtuali online.Una mostra virtuale online è una raccolta i<strong>per</strong>mediale (vedi 1.2.3) fruib<strong>il</strong>esul web, composta da oggetti digitali (vedi 1.2.2) che sono:• legati tra loro da un tema, un argomento interdisciplinare, un concetto,un’idea, un anniversario, un evento speciale, una <strong>per</strong>sona fisica ecc.• catturati in 2D o resi tridimensionali• memorizzati talvolta in reti distribuite• resi fruib<strong>il</strong>i attraverso le potenzialità offerte dalla tecnologia correnteattraverso un’architettura di sistema pensata <strong>per</strong> offrire es<strong>per</strong>ienzecoinvolgenti e centrate sull’utente• prodotti dinamici in grado di offrire servizi ed essere aggiornati<strong>per</strong>iodicamente.Le mostre virtuali sono spesso generate da eventi reali, anche se dannoluogo a prodotti autonomi <strong>per</strong> l’uso del linguaggio web che è loro proprio.Ci sono anche mostre che nascono direttamente <strong>per</strong> <strong>il</strong> web e si svolgonoesclusivamente in ambiente virtuale (web generated exhibitions),come nel caso di:• mostre realizzate da soggetti culturali con scarse risorse o privi dispazi espositivi che affidano al mezzo informatico la possib<strong>il</strong>ità di valorizzaree far conoscere <strong>il</strong> proprio patrimonio• mostre realizzate da privati (collezionisti, artisti, musicisti ecc.) che realizzano<strong>per</strong>corsi espositivi sul web con contenuti e oggetti digitali propri• “mostre impossib<strong>il</strong>i”, dove convergono in un unico spazio virtuale o<strong>per</strong>eraccolte in ordine sparso in diverse istituzioni e che non potrebberomai essere raccolte fisicamente in un unico luogo• oggetti o installazioni che non potrebbero essere mai esposti, essendonati in ambiente digitale (born digital).Le mostre virtuali online possono essere realizzate con strumenti informaticipiù o meno sofisticati, secondo gradi di complessità e obiettividiversificati:• un primo grado di realizzazione, minimale, è rappresentato dalla funzionedi vetrina pubblicitaria di eventi reali anche attraverso un sitoweb appositamente realizzato. Si tratta spesso di una vera e propriaazione di marketing coordinata con altre che ha come obiettivo principalequello di portare <strong>il</strong> maggior numero di <strong>per</strong>sone a visitare la mostranel luogo in cui si realizza. Si compone di una serie di pagineinformative e di una galleria fotografica che evoca una sintesi delleraccolte esposte15


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale online• un secondo grado è costituito dalla visita virtuale di mostre reali,costruita sulla base di un progetto web specifico con l’intento di riprodurrel’assetto reale dell’esposizione e consentire all’utente unafruizione che si avvicini <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e a quella reale, arricchita talvoltada schede informative. A volte, <strong>per</strong> poter fruire di questo servizio ènecessario che l’utente scarichi de<strong>gli</strong> appositi software• un terzo grado è costituito da mostre virtuali complesse che ut<strong>il</strong>izzanopienamente le espressioni concettuali, strumentali e linguisticheproprie originate dalle nuove tecnologie, sfruttandone al me<strong>gli</strong>o le potenzialità(vedi 5.2.7).Le biblioteche digitali possono essere considerate mostre virtuali online?Generalmente esse contengono un insieme di oggetti informativi accessib<strong>il</strong>iindividualmente o legati insieme da applicazioni che li supportano,ma, nello specifico, si può affermare che sono equiparab<strong>il</strong>i a mostre virtualisolo quando, come nel caso della World Digital Library (http://www.wdl.org), mettono in mostra “i tesori” delle istituzioni. Qui l’utente è stimolato a<strong>per</strong>correre un itinerario che seleziona <strong>il</strong> materiale sulla base di tematismi,fruendo anche di contenuti arricchiti, come ad esempio, le interviste ai curatoridi alcune collezioni.Biblioteche digitali e portali culturali comunque sono spesso propulsoridi mostre virtuali, come nel caso del portale europeo della culturaEuropeana (http://www.europeana.eu, vedi 5.2.8) o del portale dellebiblioteche nazionali TEL (http://theeuropeanlibrary.org).In sintesi, una collezione di oggetti digitali non rappresenta di <strong>per</strong> sé unamostra materiale o virtuale. Solo quando <strong>gli</strong> oggetti vengono accuratamentescelti <strong>per</strong> <strong>il</strong>lustrare un tema e si legano insieme in una narrazione o in un<strong>per</strong>corso logico, questi compongono una mostra.Sintetizzando, non bastano i contenuti da soli, ma piuttosto “i contenuti inun contesto”.Le mostre virtuali online, indipendentemente dalla tecnologia ut<strong>il</strong>izzata,più o meno sofisticata, possono e dovrebbero essere costruite in mododa offrire es<strong>per</strong>ienze alternative all’evento reale, in grado di coinvolgerel’utente nell’es<strong>per</strong>ienza di sco<strong>per</strong>ta, conoscenza e apprendimento.È ormai accertato che la visita di una mostra reale è cosa diversa dallavisita virtuale, fruita in modo differente, e che l’una non esclude l’altra.Oggi si è consapevoli che uno dei punti di forza delle mostre virtuali èdato dalla capacità di sfruttare al me<strong>gli</strong>o le potenzialità offerte dai media(testo, immagini, audio, suono, video, 3D e in un futuro molto vicino larealtà aumentata) e dall’accesso alle banche dati, che ne fanno un efficacestrumento di apprendimento. Per questo motivo i <strong>per</strong>corsi virtualiinterattivi sono ampiamente ut<strong>il</strong>izzati anche nelle mostre materiali.16


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlinePerché realizzare delle mostre virtuali?Le mostre virtuali online:• concorrono alla valorizzazione del patrimonio culturale conservatodall’istituzione• sono uno strumento di apprendimento e di arricchimento della conoscenza• possono rendere fruib<strong>il</strong>e una quantità di documenti e oggetti di gran lungasu<strong>per</strong>iore a quanto una qualsiasi mostra reale sarebbe in grado di esporre• consentono di rendere disponib<strong>il</strong>i al pubblico le o<strong>per</strong>e e i documentipiù preziosi, senza mettere a rischio <strong>il</strong> compito di tutela del patrimonionazionale e internazionale• <strong>per</strong>mettono la fruizione di oggetti che potrebbero non essere accessib<strong>il</strong>iall’utenza• <strong>per</strong>mettono la visione di parti e detta<strong>gli</strong> di o<strong>per</strong>e altrimenti non<strong>per</strong>cepib<strong>il</strong>i anche osservando l’originale• sono fruib<strong>il</strong>i nel tempo, non essendo limitate alla durata dell’evento reale• possono essere “visitate” quasi sempre gratuitamente da utenti di ogniparte del globo, che potrebbero non visitare mai la mostra reale• sono dinamiche, <strong>per</strong>ché possono essere modificate anche dopo che sonostate realizzate, sia ne<strong>gli</strong> aspetti progettuali sia nelle attività e nei contenuti• possono essere arricchite con <strong>il</strong> contributo de<strong>gli</strong> utenti• possono essere realizzate anche con budget limitati ed essere piùeconomiche de<strong>gli</strong> allestimenti reali• possono avere la funzione di archivio online delle informazioni relativealla mostra reale• possono avere una ricaduta positiva sull’indotto turistico.Per approfondireDavid Bearman. Museum strategies for success on the Internet. “Spectra”,22 (1995), n. 4, p. 18-24.http://web.archive.org/web/20010211004518/http://www.nmsi.ac.uk/infosh/bearman.htmSaul Carliner. Modeling information for three-dimensional space:Lessons learned from museum exhibit design. Technical Communication.“Journal of the Society for Technical Communication”, 48 (2001), n. 1, 66-81.http://core.ecu.edu/engl/henzeb/7701s06/ftp/ethnog2.pdfMartin R. Kalfatovic. Creating a winning online exhibition: A guide for libraries,archives, and museums. Chicago: American Library Association, 2002.R.V. Roberto. A critical look at online exhibitions and online collections:When creating one resource is more effective than the other.“DESIDOC Journal of Library & Information Technology”, 28 (2008), n. 4), p. 63-71.http://publications.drdo.gov.in/ojs/index.php/djlit/article/viewF<strong>il</strong>e/198/106Schubert Foo – Yin-Leng Theng – Dion Hoe-Lian – Jin-Cheon Goh.From digital archives to virtual exhibitions. In: Handbook of Researchon Digital Libraries: Design, Development and Impact. Hershey, PA:IGI Global, 2009, p. 88-101.http://www3.ntu.edu.sg/home/assfoo/publications/2009/2009Handbook-DL-SF_fmt.pdfWerner Schweibenz. How to create the worst online exhibition possible- in the best of intention, <strong>documento</strong> inedito e presentazione a EVA Florence2011, 5 May 2011.17


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale online1.2.1 Percorso tematicoNell’ambito delle mostre virtuali online <strong>il</strong> “<strong>per</strong>corso tematico” (in inglesethematic route) può essere ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> obiettivi specifici come strumentodi approfondimento e di arricchimento all’interno di esse (vedi 5.2.15).Può configurarsi anche come prodotto autonomo, indipendente e svincolatodalla finalità di valorizzazione di raccolte e collezioni, che inveceè propria di una mostra reale o virtuale (vedi 5.2.5), ad esempio comeitinerario in cui è caratterizzante l’elemento geografico o didattico.Rispetto alla mostra virtuale, dove l’utente si confronta con una generaleomogeneità tra i contenuti, i <strong>per</strong>corsi tematici hanno la propria caratteristicadistintiva nella scelta interpretativa che lega contenuti anche disomogeneitra loro. Di conseguenza, <strong>il</strong> lavoro del curatore di un itinerario consiste nelmettere in relazione i contenuti e nel proporre all’utente tale correlazione.Per tale ragione, i <strong>per</strong>corsi tematici hanno spesso un’applicazione didatticae vengono largamente ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> fini di studio e di orientamento.Gli argomenti possono essere sv<strong>il</strong>uppati indipendentemente dalla collocazionespazio-temporale e dalla provenienza dei diversi documenti: <strong>il</strong><strong>per</strong>corso, infatti, può rimandare a testi letterari, citazioni, documenti multimedialicome trasmissioni televisive o radiofoniche, f<strong>il</strong>mati, ad articoli digiornale, a brani antologici e a tutta la varietà di contributi e collegamentiche concorrono ad approfondire <strong>il</strong> tema.I <strong>per</strong>corsi tematici, senza la pretesa di essere esaustivi, rispondono all’esigenzadi “suggerire” a<strong>gli</strong> utenti una possib<strong>il</strong>e via interpretativa che <strong>per</strong>mettaloro di orientarsi all’interno di un determinato problema ed eventualmente discoprirne nuovi aspetti.1.2.2 Oggetto digitaleCiò che caratterizza le mostre virtuali è l’ut<strong>il</strong>izzo di oggetti digitali. Un oggettodigitale o <strong>documento</strong> digitale o risorsa digitale (digital item odigital object) è un’unità di contenuto costituita da dati veri e propri (unasequenza di byte), da un identificatore e da alcune informazioni sull’oggetto(metadati). Può essere fruito dall’utente tramite un visualizzatore obrowser. Alcuni esempi di oggetti digitali sono: documenti, articoli, libri,fotografie, f<strong>il</strong>e audio, video, modelli 3D. Gli oggetti digitali possono essereborn digital (nati digitali) oppure essere stati digitalizzati.Per digitalizzazione si intende <strong>il</strong> processo di trasformazione del materialeoriginale (analogico) in forma digitale. Digitalizzare una fonte può avere unduplice aspetto: la riproduzione di una copia esatta dell’originale (attraversol’uso di scanner e sim<strong>il</strong>i), e quindi la creazione di un f<strong>il</strong>e immagine oppurela creazione di un f<strong>il</strong>e di testo attraverso <strong>il</strong> riconoscimento ottico della fonteoriginaria e quindi la conversione in set di caratteri ASCII. Due approcci confinalità diverse, ma complementari e in ultima analisi convergenti.18


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlineLe basi di dati sono i contenitori logici de<strong>gli</strong> oggetti, <strong>gli</strong> archivi che neconsentono l’organizzazione funzionale. I dati e <strong>gli</strong> oggetti che compongonoun archivio digitale possono essere raccolti in una teca digitale(un applicativo efficace <strong>per</strong> la produzione, la gestione, la pubblicazione,la ricerca, la fruizione integrata e la conservazione a lungo termine dellerisorse) ma anche resi intero<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>i con portali che hanno funzione di aggregatorie che favoriscono la ricerca delle risorse (ad es. in Italia <strong>il</strong> portaleCulturaItalia o a livello europeo Europeana).L’identificatore è una stringa di caratteri che identifica in maniera univocauna specifica risorsa (<strong>per</strong> esempio la URI – Uniform ResourceIdentifier – corrispondente a un’immagine o a un f<strong>il</strong>mato).I metadati, associati a delle etichette di campo, sono informazionisull’oggetto digitale e comunemente vengono divisi in:• metadati descrittivi, fondamentali <strong>per</strong> <strong>il</strong> recu<strong>per</strong>o de<strong>gli</strong> oggetti digitali(come <strong>per</strong> esempio informazioni bibliografiche o catalografiche normalizzate,elementi semantici)• metadati strutturali, inerenti le relazioni logiche o fisiche che colleganole parti di un oggetto composto (ad. es. le pagine di un libro, lecarte di un fascicolo, <strong>gli</strong> elementi di un re<strong>per</strong>to)• metadati amministrativi e gestionali, inerenti la gestione dell’oggettodigitale. Comprendono: metadati tecnici; metadati <strong>per</strong> la conservazione;metadati <strong>per</strong> la gestione dei diritti; metadati <strong>per</strong> la conservazionea lungo termine.I metadati <strong>per</strong>ciò sono “dati su altri dati” ovvero informazioni strutturate chevengono ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> identificare, descrivere, conservare, gestire e dareaccesso alla singola risorsa.I metadati possono essere associati a qualsiasi oggetto digitale o risorsa“astratta”: documenti HTML, immagini digitali, basi di dati, libri, oggetti museali,documenti d’archivio, record di metadati, siti web, collezioni, servizi,luoghi fisici, <strong>per</strong>sone, istituzioni, o<strong>per</strong>e “astratte”, concetti, eventi...È dunque necessario che le procedure di digitalizzazione e di recu<strong>per</strong>o dirisorse digitali siano affiancate dalla creazione di metadati.Gli schemi di metadati differiscono <strong>per</strong> contenuti e struttura. Esistonoschemi di metadati generici (come <strong>per</strong> esempio DublinCore, oppure schemidi metadati specifici <strong>per</strong> archivi, biblioteche, musei, biblioteche digitaliecc.). L’intero<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>ità tra <strong>gli</strong> schemi di metadati può essere realizzata attraversoun crosswalk, una tabella che identifica, mappandole, le relazionisemantiche esistenti tra i singoli elementi di due o più schemi di metadati.19


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlineDublin CoreDC.creatorMARC100ArchitectArtistCreatorSourceEsempio di mappatura tra elementi di due schemi di metadatiPer favorire <strong>il</strong> riuso dei metadati essi possono essere resi disponib<strong>il</strong>i,consentendo la visualizzazione dei f<strong>il</strong>e XML.«XML di <strong>per</strong> sé non è altro che un insieme standard di regole sintattiche<strong>per</strong> modellare la struttura di documenti e dati. Questo insieme di regole,dette più propriamente specifiche, definiscono le modalità secondo cui èpossib<strong>il</strong>e crearsi un proprio linguaggio di markup. Le specifiche ufficialisono state definite dal W3C (World Wide Web Consortium) e sono consultab<strong>il</strong>ia partire dall’indirizzo http://www.w3.org/XML» (vedi http://xml.html.it/guide/lezione/1839/introduzione/).Icona immagineEsempio di scheda di detta<strong>gli</strong>o con i metadati relativi al <strong>documento</strong> visualizzato20


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlineCodice XML MAG relativo all’esempio di scheda di detta<strong>gli</strong>o riportata in precedenzaPer approfondireDaniela Canali. Standard <strong>per</strong> la biblioteca digitale. M<strong>il</strong>ano:Editrice bibliografica, 2006Riccardo Ridi. Il mondo dei documenti: cosa sono, come valutarlie organizzarli. Bari: Laterza, 2010MINERVA. Linee guida tecniche <strong>per</strong> i programmi di creazione di contenuticulturali digitali, edizione italiana 2.0, a cura di Giuliana De Francesco,Roma: MiBAC, 2006. http://www.minervaeurope.org/publications/lineeguidatecnicheita/metadati.htmlATHENA. Digitisation: Standards landscape for European museums,archives, libriaries, 2009http://www.athenaeurope.org/index.php?en/110/promotional-material/11/10-booklet-digitisation-standards-landscape-for-european-museumsarchives-librariesUkoln. Metadata mapping between metadata formats.http://www.ukoln.ac.uk/metadata/intero<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>ity/Cultura Italia. Prof<strong>il</strong>o applicatico PICO.http://www.culturaitalia.it/pico/documenti/picoap/picoap1.0.xmlPer <strong>gli</strong> schemi di metadati ut<strong>il</strong>izzati nel CMS Museo & Web, (vedi 5.1.2)Digital Preservation Europe. Gli identificatori <strong>per</strong>sistenti <strong>per</strong> i beni culturali. [s.d.]http://www.digitalpreservationeurope.eu/publications/briefs/it_<strong>per</strong>sistent_identifiers_for_cultural.pdfJISC INFONET. Digital Repositories.http://www.jiscinfonet.ac.uk/infokits/repositories/index_html21


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale online1.2.3 I<strong>per</strong>testo, i<strong>per</strong>media, multimedialità, interattivitàNell’editoria tradizionale, l’organizzazione del testo è essenzialmentebasata su un modello lineare sequenziale, sul quale si può sovrapporreal massimo una struttura gerarchica o ad albero. La fruizione deltesto avviene <strong>per</strong>tanto dalla prima all’ultima pagina.Il web invece consente di organizzare l’informazione secondo un modellonon sequenziale reticolare, caratterizzato da un insieme di unità informative(i nodi) e da un insieme di collegamenti (detti link) che da un nodo <strong>per</strong>mettonodi passare a uno o più nodi, come in una rete.Questo modo di organizzare l’informazione venne definito i<strong>per</strong>testo da TedNelson nel 1965.L’i<strong>per</strong>testo consente di navigare all’interno dei contenuti della mostravirtuale.SEQUENZIALEAD ALBEROA RETENODOModelli di organizzazione dell’informazioneFonte: http://ospitiweb.indire.it/~mipm0001/ms/ms0i<strong>per</strong>.htmQuando le informazioni collegate tra loro nella rete non sono solo documentitestuali, ma informazioni veicolate da media differenti (testi, immagini,suoni, video), l’i<strong>per</strong>testo diventa multimediale, e viene definitoi<strong>per</strong>testo multimediale o i<strong>per</strong>media.22


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlineIPERTESTOIPERTESTO MULTIMEDIALE O IPERMEDIA321HOMEModelli di i<strong>per</strong>testoLa multimedialità è <strong>il</strong> sistema di visualizzazione di oggetti digitali <strong>per</strong>i diversi canali di ricezione (visivo, sonoro, testuale) tramite un unicosupporto di registrazione e diffusione dell’informazione organizzata mediantestrutture i<strong>per</strong>testuali e/o i<strong>per</strong>mediali, allo scopo di ottenere unarappresentazione delle informazioni accattivante ed efficace.Ciò che fa dell’i<strong>per</strong>testo e dell’i<strong>per</strong>media digitale uno strumento comunicativodalle enormi potenzialità è l’interattività. Essa è data dall’insiemedelle componenti che <strong>per</strong>mettono di usare uno strumento. Grazie all’interattivitàpuò avvenire l’interazione, ovvero <strong>il</strong> rapporto tra l’individuo elo strumento.L’incontro tra i<strong>per</strong>testo, multimedialità e interattività rappresenta labase <strong>per</strong> <strong>il</strong> successo di un progetto di mostra virtuale.È bene comunque sottolineare che l’interattività non è solo <strong>il</strong> processofisico del “click”, ma anche <strong>il</strong> processo mentale di connessione alcontenuto presentato in una mostra virtuale. Un’interattività esageratain una mostra virtuale potrebbe essere controproducente e avere uneffetto negativo sull’attività mentale dell’utente.Per approfondireAnna Maria Tammaro. Editoria digitale e comunicazione scientifica. a.a. 2008/09.http://dspace-unipr.c<strong>il</strong>ea.it/bitstream/1889/980/1/Editoria%20digitale%20dispense%20Tammaro%202009.pdfMultimedia tutorial. http://www.w3schools.com/media/default.aspMINERVA. Manuale <strong>per</strong> l’interazione con <strong>gli</strong> utenti del web culturale,a cura di Pierluigi Feliciati e Maria Teresa Natale. 2009.http://www.minervaeurope.org/publications/handbookwebusers_it.htm23


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale online1.2.4 Architettura dell’informazioneOgni mostra virtuale dovrà poggiare su un’architettura (dal termine ingleseinformation architecture), che costituisce la struttura organizzativalogica e semantica delle informazioni, dei contenuti, dei processi edelle funzionalità del progetto.Questa struttura, propria della mostra virtuale, andrà necessariamenterelazionata con <strong>il</strong> sito web all’interno della quale si colloca, a meno chela mostra virtuale non costituisca un prodotto autonomo.L’architettura delle informazioni è <strong>il</strong> cuore di un qualsiasi progetto di interactiondesign. Integrando informazioni e processi, svolge un ruolo chiavenel definire <strong>il</strong> reale grado di fruib<strong>il</strong>ità e di usab<strong>il</strong>ità da parte dell’utente finale.Comprende l’analisi, la scelta e la progettazione de<strong>gli</strong> strumenti tecnicie culturali <strong>per</strong> l’organizzazione, la catalogazione, la ricerca, la navigazionee la presentazione di contenuti e dati.La progettazione dell’architettura dei contenuti di un sistema o un serviziodigitale, valida anche <strong>per</strong> mostre virtuali, deve tener conto di tre aspetti:• l’analisi e la progettazione dell’organizzazione generale del sistema edel modello di interazione tra le parti (architettura)• l’analisi e la progettazione dei vari flussi o<strong>per</strong>ativi e processi compresinel sistema, partendo dall’analisi dei compiti e de<strong>gli</strong> obiettivi de<strong>gli</strong>utenti (processi)• l’analisi e la progettazione dell’interfaccia che presenta dati, contenutie strumenti di interazione con l’utente (pagine).L’architettura dell’informazionerappresenta lo spazio virtualeall’interno del quale si collocanoi progetti di valorizzazionee diffusione della conoscenzache abbiano come obiettivo quellodi mettere in relazione utenti, contestie contenuti, anche con finalitàdi business, attraverso un sistemao un’applicazione informatica.Nel progettare l’architettura della mostra virtuale (vedi 2.2.3), bisognerebbetener conto del fatto che l’utente deve essere libero di sce<strong>gli</strong>ereautonomamente <strong>il</strong> proprio <strong>per</strong>corso di lettura e se mantenersi su un livellogenerale o approfondire <strong>gli</strong> argomenti proposti.È assolutamente fondamentale suddividere l’informazione in unità informativeautonome che esprimano concetti sintetici ma esaustivi, sfruttandole potenzialità offerte dall’i<strong>per</strong>testo <strong>per</strong> presentare concetti articolatipresenti in unità informative diverse.24


1 Concetti e definizioni1.2 Mostra virtuale onlineSi tenga comunque presente che alcuni studi affermano che non semprel’utente ama sce<strong>gli</strong>ere <strong>il</strong> proprio <strong>per</strong>corso, ma talvolta preferisce essereguidato nell’es<strong>per</strong>ienza di sco<strong>per</strong>ta dei contenuti (vedi 1.2.3).Per approfondireJohn Vergo [et al.]. ‘Less Clicking, More Watching’: Results fromthe User-Centered Design of a Multi-Institutional Web Site for Artand Culture. In: Museums and the Web 2001. Selected Pa<strong>per</strong>s Fromthe International Conference, Seattle, WA, March 14-17, 2001, Pittsburgh,PA: Archives & Museum Informatics. 23-31.http://www.archimuse.com/mw2001/pa<strong>per</strong>s/vergo/vergo.html25


2 Il processo di produzionedi una mostra virtualePer realizzare un’iniziativa complessa è necessario in via preliminaredefinire <strong>il</strong> processo consistente in una serie di azioni, ognuna delle qualirappresenta un’attività da svolgere, a cura di singoli o di gruppi di lavorocollaborativi, <strong>per</strong> giungere a un obiettivo comune.Nel caso di una mostra virtuale, <strong>il</strong> processo di produzione prevede cinquefasi così sintetizzab<strong>il</strong>i:Ideazione -->> Progettazione -->> Realizzazione -->> Collaudo, pubblicazione,comunicazione e diffusione -->> Aggiornamento, mantenimento e conservazione2.1 IdeazioneLa mostra virtuale ha una fase più o meno lunga di elaborazione.2.1.1 Il brainstormingSi parte dal brainstorming, che mira a individuare i temi della mostra, <strong>gli</strong>obiettivi che si vo<strong>gli</strong>ono raggiungere, i soggetti da coinvolgere, i destinatari,la verifica della praticab<strong>il</strong>ità, i tempi, le criticità.Nella seduta di brainstorming finalizzata all’ideazione di una mostra virtuale,prendendo spunto dalla regola aurea dello st<strong>il</strong>e giornalistico anglosassone,si potrebbe applicare la cosiddetta regola delle 5 W, cuiaggiungere una H.Chi, Cosa, Quando, Dove, Perché, Come?L’applicazione di questa regola fac<strong>il</strong>ita la raccolta delle idee e l’organizzazionedei risultati del brainstorming ed evita di tralasciare informazioniimportanti.27


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.1 IdeazioneLa sua ut<strong>il</strong>ità è quella di aiutare a sintetizzare al massimo le informazioniimportanti, all’interno di uno st<strong>il</strong>e conciso ed essenziale. La sintesi ottenutacostituirà lo scheletro intorno al quale costruire l’impalcatura delprogetto.Proviamo a declinare la regola rispetto all’ideazione di una mostra virtuale:WHO (Chi): <strong>gli</strong> attori coinvolti• i destinatari (grande pubblico, scuole, pubblico di nicchia ecc.)• i curatori• <strong>il</strong> comitato scientifico (es<strong>per</strong>ti, curatori, ricercatori…)• la segreteria redazionale• le istituzioni (musei, archivi, biblioteche ecc.)• le figure professionali coinvolte (redattori, informatici, web designer,es<strong>per</strong>ti di multimedia ecc.)• le figure intellettuali e <strong>gli</strong> artisti (scrittori, pittori, musicisti ecc.)• <strong>gli</strong> sponsor• i media partner• ...WHAT (Cosa): i contenuti• l’argomento• <strong>il</strong> titolo• i testi• le risorse digitali da ut<strong>il</strong>izzare• i collegamenti con eventuali esposizioni reali• ...WHEN (Quando): date e scadenze• la data di inaugurazione della mostra virtuale• le scadenze delle diverse attività• i collegamenti con eventuali esposizioni reali• ...WHERE (Dove): i luoghi• su quale server• dove promuovere la mostra virtuale• dove realizzare eventi reali collegati• ...WHY (Perché): le finalità• le motivazioni che spingono alla progettazione di una mostra virtuale,dei suoi temi, di alcune scelte (es. una commemorazione, una ricorrenza,una mostra reale ecc.)• <strong>gli</strong> obiettivi che si intendono raggiungere• ...28


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.1 IdeazioneHOW (Come): le modalità• in che modo realizzare la mostra dal punto di vista concettuale• con quale ta<strong>gli</strong>o• con quale st<strong>il</strong>e• con quale tecnologia• con quali risorse economiche• come promuoverla• ...2.1.2 Relazioni tematicheIn fase di ideazione è opportuno tenere presente che i contenuti di unamostra virtuale possono essere aggregati secondo relazioni tematichepiù o meno prevalenti e non esclusive, a secondo de<strong>gli</strong> obiettivi <strong>per</strong>seguiti,come ad esempio:• Aggregazione spaziale: <strong>gli</strong> oggetti sono legati tra loro da nessi spazialireali o ricostruiti (es. geografici, ambientali, urbani, abitativi ecc.)• Aggregazione temporale: <strong>gli</strong> oggetti sono legati tra loro da nessi cronologici(es. <strong>per</strong>iodo storico, evento, celebrazione, fase, ecc.)• Aggregazione tipologica: <strong>gli</strong> oggetti sono legati tra loro da nessi derivantida classificazioni (es. st<strong>il</strong>e, manifattura, tecnica, materiale, produzione ecc.)• Aggregazione comparativa: <strong>gli</strong> oggetti vengono aggregati in base anessi che nascono dalla comparazione con altri modelli, dando luogo auna rete di contenuti sim<strong>il</strong>i (es. confronti tra civ<strong>il</strong>tà, ruoli ecc.).A queste relazioni, si aggiungono quelle che tengono conto del target edell’interazione con l’utente:• Aggregazione funzionale: funzione e/o obiettivo a cui la mostra può sottendere(ad esempio, <strong>il</strong> target di utenti: scuole, diversamente ab<strong>il</strong>i, studentiuniversitari… oppure divulgazione, didattica)• Aggregazione comportamentale: quando l’offerta suscita e sv<strong>il</strong>uppa comportamenticapaci di attrarre altri comportamenti. Ciò avviene <strong>per</strong> l’interazionedi molteplici comunità di utenti e/o visitatori che portano a più relazioni esv<strong>il</strong>uppi (es. area interattiva e di community, funzionalità Web 2.0).Per approfondireCNR, Dipartimento Patrimonio culturale. Virtual Museums and archaeology.The Contribution of the Italian National Research Counc<strong>il</strong>, edited byPaola Moscati. “Archeologia e calcolatori”, Suppl. 1, 2007.http://soi.cnr.it/archcalc/images/VM.pdf29


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.1 Ideazione2.1.3 Mostre virtuali e itinerari tematici a fini didatticiUn approfondimento specifico merita la possib<strong>il</strong>ità di ut<strong>il</strong>izzare le mostrevirtuali e <strong>gli</strong> itinerari a fine didattici, e le conseguenze che tale obiettivoha sulla definizione dell’architettura dei contenuti e nella selezione de<strong>gli</strong>strumenti da adottare.La stretta interconnessione tra storia, geografia e narrazione resa possib<strong>il</strong>eda mostre virtuali e <strong>per</strong>corsi tematici, infatti, rende unica l’es<strong>per</strong>ienzadidattica messa a disposizione del discente. Di conseguenza, purnon caratterizzandosi <strong>per</strong> astratte differenze sostanziali o tecnologiche,le mostre virtuali e <strong>gli</strong> itinerari culturali ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> fini didattici si differenziano<strong>per</strong> l’enfasi posta su alcuni elementi, vuoi <strong>per</strong> i contenuti dellamostra o dell’itinerario, vuoi <strong>per</strong> linguaggi e strumenti ut<strong>il</strong>izzati.Un esempio significativo può essere rappresentato dall’uso didattico <strong>per</strong>la conoscenza della geografia o della storia di un territorio attraverso un<strong>per</strong>corso tematico. In tale contesto l’itinerario diventa la protesi naturaledella storia e anzi storia ed itinerario si sostengono a vicenda attraversouna densa rete di relazioni semiotiche che collegano pianificazione urbanaa risorse del territorio, dalla gastronomia al patrimonio culturale. Idiscenti sono così portati a navigare virtualmente attraverso le epochee le culture, evocando itinerari del passato ed elementi simbolici lungo <strong>il</strong>tragitto, valorizzando aspetti e punti di vista inusuali dell’itinerario conoscitivointrapreso.Naturalmente, come nei modelli di e-learning a cui <strong>il</strong> tema in trattazioneè strettamente collegato, si possono ipotizzare diverse tipologie dimodelli formativi <strong>per</strong> i quali l’uso di mostre e itinerari <strong>per</strong> fini didatticiè efficace, e secondo <strong>il</strong> diverso modello cambieranno le specifiche e irequisiti del prodotto didattico culturale da sv<strong>il</strong>uppare.Di seguito sono esemplificate alcune tipologie di tali modelli formativi:• ut<strong>il</strong>izzo di una mostra o di un itinerario a supporto dell’attività didatticanella scuola dell’infanzia, primaria o secondaria; in questocaso, si tratta di un uso complementare alla didattica d’aula, che puòessere presentato dal docente durante le lezioni, costituire oggetto diesercitazioni in laboratori informatici o essere ut<strong>il</strong>izzato dai ragazzi <strong>per</strong>l’approfondimento delle materie durante lo studio individuale• ut<strong>il</strong>izzo di una mostra o di un itinerario <strong>per</strong> formazione universitaria,post-laurea e formazione manageriale, ovvero nell’ambito di un’offertaformativa progettata <strong>per</strong> gruppi di beneficiari particolarmentemotivati e con un forte senso di appartenenza ad una comunità di apprendimento,nonché in grado di gestire autonomamente i contenutiinterattivi30


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.1 Ideazione• ut<strong>il</strong>izzo di una mostra o di un itinerario <strong>per</strong> l’apprendimento <strong>per</strong>manentede<strong>gli</strong> adulti e formazione continua nel campo della cultura oin altri settori correlati e ut<strong>il</strong>izzo dei contenuti con finalità di aggiornamentoe sensib<strong>il</strong>izzazione• ut<strong>il</strong>izzo di una mostra o di un itinerario <strong>per</strong> programmi individualidi apprendimento, diversi da quelli elencati ma che rendano l’usoindividuale dei <strong>per</strong>corsi non solo possib<strong>il</strong>e ma anche auspicab<strong>il</strong>e.Perché è importante definire <strong>gli</strong> obiettivi didattici di una mostra?I differenti obiettivi didattici e culturali sono <strong>il</strong> criterio principale <strong>per</strong> definirei contenuti e <strong>gli</strong> strumenti che si intendono integrare nella costruzione dellamostra o dell’itinerario.A partire dall’identificazione chiara di tale aspetto infatti, l’autore potràsce<strong>gli</strong>ere quanto importanti siano ad esempio <strong>gli</strong> strumenti di community– necessari ove sia ut<strong>il</strong>e far sentire <strong>il</strong> discente parte di un gruppo diffuso,meno centrali <strong>per</strong> uno strumento integrativo del lavoro in aula – oppure<strong>gli</strong> elementi ludico-interattivi, caratteristici di itinerari destinati a ragazzi escuole ma non vitali in modelli <strong>per</strong> la formazione <strong>per</strong>manente.Da un’attenta analisi di tali aspetti l’autore potrà costruire l’equ<strong>il</strong>ibrio tra <strong>gli</strong>elementi strutturali della mostra virtuale.31


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneIn fase di progettazione si <strong>per</strong>feziona quanto emerso nella fase di ideazionee se ne verifica la fattib<strong>il</strong>ità, affrontando e descrivendo tutti i passinecessari alla realizzazione del progetto. In particolare:• si individua <strong>il</strong> team di lavoro• si selezionano le risorse digitali già disponib<strong>il</strong>i e quelle da digitalizzare• si ipotizzano i criteri e le interrelazioni su cui impostare l’architetturadella mostra virtuale• si sce<strong>gli</strong>e la tecnologia da ut<strong>il</strong>izzare• si elabora un b<strong>il</strong>ancio di previsione comprensivo di spese da sostenere,finanziamenti e sponsorizzazioni• si pianificano le fasi o<strong>per</strong>ative e la tempistica.2.2.1 Il team di lavoroLa realizzazione di una mostra virtuale, a seconda della sua complessità,comporta <strong>il</strong> coinvolgimento di figure professionali più o meno specializzate,ognuna con diversi livelli di conoscenza, es<strong>per</strong>ienza e competenzanel settore.Ovviamente, in progetti di piccola entità i ruoli di più figure professionalisono rivestiti dalle stesse <strong>per</strong>sone, se non addirittura da una sola.Le risorse umane da coinvolgere possono essere:• <strong>per</strong>sonale dell’istituzione• consulenti ed es<strong>per</strong>ti esterni• ditte specializzate• utenti finali.Nel caso della Biblioteca europea di informazione e cultura (BEIC), delCentro Apice e del Centro MIC Moda imagine e consumi (archivi dellamoda), che possono considerarsi delle realtà medio-piccole, la realizzazionedi mostre virtuali è stata portata avanti facendo affidamento su: unlaureando specialistico/magistrale; un docente di editoria multimedialee/o di materie informatiche umanistiche come figura di riferimento tecnico;una figura interna (bibliotecario o archivista) che <strong>per</strong>mette la fruizionedei contenuti e assiste lo studente nel processo di consultazione;un docente “disciplinare” es<strong>per</strong>to dei contenuti trattati nella mostra; untecnico di laboratorio informatico interno che cura la pubblicazione materialedella mostra sul web, affianca <strong>il</strong> docente di editoria multimedialenei processi di validazione e verifica dei test di accessib<strong>il</strong>ità, cura lamanutenzione a breve termine.Di seguito, è riportata una sintesi delle risorse da identificare <strong>per</strong> ogniattività e delle specifiche competenze.32


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneTeam di lavoro: attività e competenzeCura scientificaAl curatore della mostra compete l’organizzazione scientifica della mostra. La figura delcuratore è rappresentata da uno o più es<strong>per</strong>ti della materia (storici dell’arte, archeologi,bibliotecari, archivisti ecc., a seconda delle competenze richieste dalla mostra virtuale;possono essere interni all’istituzione, esterni, ossia provenienti da altra istituzioneo liberi professionisti).Al curatore della mostra spetta:• curare la progettazione scientifica della mostra e <strong>il</strong> coordinamento di tutte le attività• verificare e controllare lo stato d’avanzamento del progetto• coordinare la comunicazione, la promozione e la pubblicizzazione dell’evento• coordinare la progettazione delle attività didattiche ed educative e de<strong>gli</strong> eventi collateraliconnessi alla mostra virtuale• collaudare <strong>il</strong> prodotto finaleComitato scientificoIl Comitato scientifico è formato da es<strong>per</strong>ti con competenze accademiche e professionaliprovenienti da prestigiose istituzioni nazionali e/o internazionali.Essi avranno <strong>il</strong> compito di fornire linee d’indirizzo generali.Segreteria tecnico-organizzativaLa segreteria tecnico-organizzativa, composta da una o più <strong>per</strong>sone, coadiuva <strong>il</strong> curatorein tutte le fasi del lavoro. Deve essere efficace ed efficiente e collaborare con <strong>il</strong> curatore<strong>per</strong> rispettare la programmazione delle attività e della tempistica.Deve:• aggiornare <strong>il</strong> dossier della mostra virtuale• tenere i contatti con le istituzioni che forniscono le risorse e definire eventuali protocollidi collaborazione• analizzare le singole risorse• verificare se la risorsa è già in formato digitale o se va digitalizzata• verificare se rispetta i criteri di qualità necessari alle esigenze della mostra virtuale(formato, risoluzione, metadati ecc.)• verificare i diritti di proprietà intellettuale ad essa associati• ottenere le liberatorie <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo delle risorse• tenere i rapporti con i vari soggetti coinvolti• ecc.AmministrazioneL’amministrazione deve provvedere a:• verificare <strong>il</strong> b<strong>il</strong>ancio preventivo con <strong>il</strong> curatore della mostra e con la segreteriatecnico-organizzativa• richiedere i preventivi di spesa• realizzare le lettere d’incarico• pagare le fatture• definire i rapporti con <strong>gli</strong> sponsor.DigitalizzazioneQuest’attività potrà essere svolta da <strong>per</strong>sonale interno (es. fotografi) o da un fornitoreesterno, competente e affidab<strong>il</strong>e.È fondamentale che i soggetti coinvolti siano aggiornati sulle normative tecnichee <strong>gli</strong> standard di settore.33


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazionesegue Team di lavoro: attività e competenzeArchitettura dell’informazioneL’es<strong>per</strong>to di architettura dell’informazione è responsab<strong>il</strong>e della struttura logicadella mostra virtuale.GraficaPer quest’attività è indispensab<strong>il</strong>e coinvolgere un grafico che sia anche competentedi web design.E<strong>gli</strong> è responsab<strong>il</strong>e della presentazione grafica della mostra virtuale. Dovrà:• suggerire una o più immagini guida della mostra virtuale• progettare <strong>il</strong> layout delle interfacce grafiche• curare l’immagine coordinata di tutte le attività legate alla mostra virtuale.Elaborazione testi e risorse multimedialiAutori dei testi e di eventuali risorse multimediali (interviste, video ecc.).Redazione webEs<strong>per</strong>ti nella redazione di contenuti web, che abbiano competenza delle normesull’accessib<strong>il</strong>ità.TraduzioneTraduttori es<strong>per</strong>ti nelle lingue previste dal progetto.Sv<strong>il</strong>uppo informaticoQuest’attività potrà essere svolta da <strong>per</strong>sonale interno o da un fornitore esterno,competente e affidab<strong>il</strong>e.La scelta delle risorse umane da ut<strong>il</strong>izzare dipende dalla complessità della soluzioneinformatica scelta.Comunicazione e ufficio stampaQuest’attività potrà essere svolta da <strong>per</strong>sonale interno e/o da un fornitore esterno,competente e affidab<strong>il</strong>e.E<strong>gli</strong> dovrà:• curare i comunicati stampa• curare eventuale materiale di comunicazione• sce<strong>gli</strong>ere i canali <strong>per</strong> la diffusione dell’informazione (stampa, radio, TV, web, ma<strong>il</strong>ing list,eventi, social network ecc.)• curare la diffusione dell’informazione.Servizi didatticiIl responsab<strong>il</strong>e dei servizi didattici elabora i progetti educativi e ne coordina la realizzazione,individuando le modalità comunicative e di mediazione, ut<strong>il</strong>izzando strumenti adeguatie funzionali <strong>per</strong> i diversi destinatari dell’azione educativa. Cura i rapporti con <strong>il</strong> mondo dellascuola e i soggetti che usufruiscono di servizi e attività educative, con l’università e <strong>gli</strong> istitutidi ricerca preposti all’aggiornamento e alla formazione ne<strong>gli</strong> ambiti disciplinari di competenza.In particolare:• progetta e coordina <strong>gli</strong> interventi educativi in occasione dell’evento, e le iniziative miratein partenariato con la scuola e con altre istituzioni• coordina e su<strong>per</strong>visiona la produzione dei materiali funzionali a<strong>gli</strong> interventi educativi.34


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazionesegue Team di lavoro: attività e competenzeSponsorizzazioniLo sponsor può essere di vario tipo:• finanziario, se contribuisce attraverso erogazioni in denaro• tecnologico, se mette a disposizione la sua competenza tecnologica• in natura: se mette a disposizione beni o servizi, mezzi materiali, umani o tecnici.Media partnershipPartner che contribuiscono alla diffusione della comunicazione sull’evento.Verifica della qualitàNelle fasi di verifica della qualità potrebbe essere opportuno coinvolgere utenti esterni,estranei alla realizzazione della mostra, che ne possono testare l’usab<strong>il</strong>ità e l’accessib<strong>il</strong>ità,oltre che fornire un parere sulla qualità dei contenuti e sul livello di gradimento.Consulenze esterneAltre figure professionali necessarie <strong>per</strong> attività specifiche.UtentiPubblico generico da coinvolgere nelle fasi di test di gradimento e usab<strong>il</strong>ità.Nel caso di progetti complessi può essere opportuno approntare unoschema riassuntivo delle competenze:MOSTRA XY – TABELLA TEAM DI LAVOROAttività Personale interno Fornitori esterniCura scientificaComitato scientificoSegreteria tecnico-organizzativaAmministrazioneDigitalizzazioneArchitettura dell’informazioneGraficaElaborazione testi e risorse multimedialiRedazione webTraduzioneSv<strong>il</strong>uppo informaticoComunicazione e ufficio stampaServizi didatticiSponsorizzazioniMedia partnershipVerifica della qualitàConsulenti esterniUtenti....35


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione2.2.2 Selezione delle risorse digitaliSulla base dei temi già individuati in fase di ideazione, si <strong>per</strong>feziona l’indicedelle sezioni della mostra virtuale, individuando e detta<strong>gli</strong>ando, attraversoricerche inventariali, d’archivio, bibliografiche, webliografiche e analisi dibenchmarking, tutti i contenuti digitali da integrare nella mostra virtuale.È opportuno quindi creare un dossier nel quale racco<strong>gli</strong>ere tutte le informazionirelative alla risorsa digitale, ut<strong>il</strong>i nelle varie fasi o<strong>per</strong>ative.MOSTRA/PERCORSO XY – DOSSIER SELEZIONE RISORSE DIGITALISez. Thumbna<strong>il</strong> Tipo Titolo/ Istituzione Stato Formato IPR NoteDescrizionedigitaliz.XTestoXImmagineXImmaginecon OCRXVideoXAudioX3DXDatabaseXAnimazioneXApplicazionevirtuale (es.gioco ecc.)36


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneIn particolare, <strong>per</strong> ogni risorsa, sarà necessario annotare:• la sezione di appartenenza• <strong>il</strong> tipo di risorsa, includendo eventualmente l’icona dell’immagine• un titolo o una descrizione sintetica• l’istituzione che la detiene• lo stato della digitalizzazione• <strong>il</strong> formato del f<strong>il</strong>e digitale• i diritti di proprietà intellettuale (IPR) ad essa associati (liberatorie dachiedere, diritti da pagare ecc.)• eventuali note.Un aspetto particolarmente importante è proprio lo stato della digitalizzazione,dove sarà necessario verificare:• se la risorsa è da digitalizzare• se è già digitalizzata e metadatata• se è già digitalizzata ma va metadatata• se è già digitalizzata ma la qualità è scarsa <strong>per</strong> la visualizzazione• se è già digitalizzata ma i metadati sono di scarsa qualità.Di seguito si fornisce uno schema da ut<strong>il</strong>izzare come base <strong>per</strong> la comp<strong>il</strong>azionedel dossier contenente la selezione dei contenuti e delle risorse digitali.2.2.3 Definizione dell’architettura: contenuti, informazioni e serviziIdentificato <strong>il</strong> pubblico al quale ci si vuole rivolgere e <strong>gli</strong> argomenti che si vo<strong>gli</strong>onocomunicare, va definita la struttura della mostra virtuale, individuandole chiavi di lettura e i livelli di approfondimento de<strong>gli</strong> argomenti trattati.La mostra virtuale deve avere un proprio menu di navigazione, accessib<strong>il</strong>eda tutte le pagine della mostra.Laddove si scelga di aprire la mostra con una co<strong>per</strong>tina (cover), essa rappresenta<strong>il</strong> primo impatto del visitatore e costituisce una sorta di benvenuto.Oltre al menu di navigazione, l’utente vi deve assolutamente trovare:• <strong>gli</strong> elementi identificativi della/e istituzione/i proponente/i (nome e logo)• <strong>il</strong> titolo e l’eventuale sottotitolo della mostra• l’evento entro cui l’iniziativa si inserisce (es. celebrazione, centenario ecc.)• eventualmente una sintetica descrizione (due righe)• un link evidente alla pagina del sito che comprende le informazionisulla mostra reale.37


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneLa struttura di una mostravirtuale poggia su tremacroaree, indipendentementedalle soluzioni tecnologicheadottate: l’area dei contenuti,l’area delle informazionie l’area dei servizi.2.2.3.1 Area dei contenutiL’area dei contenuti è l’area in cui viene sv<strong>il</strong>uppato l’argomento dellamostra. È costituita da diverse unità informative.Le singole sezioni della mostra sono i diversi segmenti, cronologici otematici, in cui viene suddiviso l’argomento trattato. Sono costituite dauna o più pagine, o unità informative, identificab<strong>il</strong>i da un titolo. Questaparte è <strong>il</strong> vero e proprio nucleo della mostra virtuale dove troverannospazio contenuti organizzati attraverso strutture i<strong>per</strong>testuali e i<strong>per</strong>mediali,ed espressi attraverso oggetti digitali diversi (testi, immagini, video,audio, applicazioni 3D), organizzati secondo uno st<strong>il</strong>e omogeneo <strong>per</strong>st<strong>il</strong>e e struttura:• brevi testi e schede <strong>il</strong>lustrative• approfondimenti• gallerie di immagini• interviste e narrazioni• f<strong>il</strong>mati• animazioni• registrazioni di brani parlati• riproduzioni di brani musicali• estratti di audioguide• materiali documentali (rita<strong>gli</strong> di giornali, testimonianze, manoscritti ecc.)• carte geografiche e mappe• contenuti 3D• tabelle e tavole sinottiche• didascalie a corredo de<strong>gli</strong> oggetti digitali• ...Le sezioni possono essere collegate a una pagina introduttiva che<strong>il</strong>lustri scopi, caratteristiche e destinatari della mostra.38


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneGli apparati forniscono i riferimenti scientifici su cui si basa la mostra epossono essere <strong>il</strong> punto di partenza <strong>per</strong> ulteriori approfondimenti. Sonofruiti generalmente da un pubblico specialistico. Includono:• indici• bibliografie tematiche• sitografie tematiche• f<strong>il</strong>mografie• cronologie• fonti• glossari (relativi a temi, luoghi, <strong>per</strong>sonaggi ecc.)• elenchi di risultati ottenuti tramite l’accesso a basi di dati• pubblicazioni• ...2.2.3.2 Area delle informazioniL’area delle informazioni fornisce notizie sulla mostra virtuale e separatamentesulla mostra reale, se realizzata contestualmente o in precedenza.Ogni elemento di quest’area, espresso in forma sintetica, potrebbe costituireuna pagina a sé.Le informazioni sulla mostra virtuale dovrebbero includere:• le specifiche sulla tecnologia ut<strong>il</strong>izzata (necessità di plug-in, limitazioniaccessib<strong>il</strong>ità, presenza di versioni alternative ecc.)• i crediti (ideatori e contributori, soggetti culturali che a vario titolo hannocollaborato, sponsor ecc.)• le condizioni d’uso che disciplinano l’accesso alla mostra virtuale eall’ut<strong>il</strong>izzo/riut<strong>il</strong>izzo dei contenuti (che non necessariamente coincidonocon quelle del sito ospitante)• ...Le informazioni sulla mostra reale, se esistente, dovrebbero includere:• <strong>il</strong> luogo dell’esposizione (comprendente le coordinate geografiche, imezzi <strong>per</strong> raggiungerlo)• <strong>il</strong> <strong>per</strong>iodo di a<strong>per</strong>tura (comprese eventuali proroghe), <strong>gli</strong> orari, i costi ele riduzioni• i servizi disponib<strong>il</strong>i (prenotazioni, bi<strong>gli</strong>etteria online, visite guidate,multimedia, cataloghi, handicap, bookshop, caffetteria, guardaroba,parcheggi)• le manifestazioni collaterali (conferenze, proiezioni, eventi esterniconnessi alla mostra o all’evento ecc.)• <strong>il</strong> materiale di comunicazione (depliant, manifesti, locandine, cataloghi,video di documentazione) e qualsiasi altro <strong>documento</strong> prodottointorno all’evento (rassegne stampa, interviste ecc.)• i crediti (ideatori e contributori, soggetti culturali che a vario titolo hannocollaborato, sponsor ecc.).39


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneQuesta sezione inerente informazioni e materiali sulla mostra reale ha anchelo scopo di costituire di fatto un archivio informatizzato online di quantoè stato prodotto all’epoca dell’evento.2.2.3.3 Area dei serviziL’area dei servizi consente l’accesso diretto alle pagine attraverso cui essivengono erogati (servizi didattici, servizi a pagamento, giochi, e-commerce,informazioni su apps da scaricare, riferimenti a e-book disponib<strong>il</strong>i ecc.).Va precisato che spesso si tratta di servizi che l’istituzione eroga indipendentementedal singolo evento.Soggetto o temaWEB 2.0e Usab<strong>il</strong>itàOfferta contenutimultimedialiServizi a<strong>gli</strong> utentiMostraInformazionisulla mostraDescrizione(Data, luogo,orario, cartina,contatto)Luogoesposizione enotizie(data, etc.)Link ut<strong>il</strong>iPubblicazionie o<strong>per</strong>eFasi della vitae o<strong>per</strong>ePrimi anniSecondo <strong>per</strong>iodoTerzo <strong>per</strong>iodoUlteriore supportomaterialeLista cronologicaTimelineContesto tematicoInflussied evoluzioniMappa dei luoghid’interesseIniziative ulterioriPorte a<strong>per</strong>te,forum, lezioni,seminari,convegni, etc.Area discussionie interazionecon <strong>gli</strong> utentiCommentiUser blogForum o gruppi didiscussioneMappa del sitoFunzioni di ricercaContattiLinkHelpSoftwarea disposizionede<strong>gli</strong> utentiPercorsi 3DVideoNote audioApplicazioniscaricab<strong>il</strong>i<strong>per</strong> <strong>il</strong> mob<strong>il</strong>eLetture consi<strong>gli</strong>ateBibliografiad’approfondimentoE-commerce(cataloghi, immagini,gadget, etc.)Percorso didatticoCrediti del sitoEsempio di architettura dei contenutiProspetto tratto da: M. Glenn McArthur, Virtual lyte: architecture transformed,an online exhibition informed by a three-stage user study. Toronto, Ontario: York University, 20072.2.4 La tecnologia da ut<strong>il</strong>izzareLa scelta della tecnologia da ut<strong>il</strong>izzare nella realizzazione di una mostravirtuale è strettamente dipendente dalle risorse a disposizione.Va comunque tenuto presente che:• la qualità è indipendente dalla tecnologia: è possib<strong>il</strong>e realizzare un prodottodi qualità anche con soluzioni tecnologiche molto semplici• vanno priv<strong>il</strong>egiate soluzioni che garantiscano l’usab<strong>il</strong>ità e l’accessib<strong>il</strong>itàdei contenuti• non è detto che soluzioni tecnologiche innovative rispettino i criteri di usab<strong>il</strong>itàe l’accessib<strong>il</strong>ità• è preferib<strong>il</strong>e propendere <strong>per</strong> tecnologie open source e standard, se disponib<strong>il</strong>i,anziché ut<strong>il</strong>izzare tecnologie proprietarie• è opportuno non lasciarsi convincere a ut<strong>il</strong>izzare tecnologie innovativeprima di averle provate <strong>per</strong>sonalmente e aver verificato che sono efficaci,intuitive, usab<strong>il</strong>i e accessib<strong>il</strong>i• le soluzioni tecnologiche non hanno un valore di <strong>per</strong> sé ma solo nellamisura in cui sono efficaci <strong>per</strong> la trasmissione dei contenuti.40


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazionePer realizzare mostre virtuali e <strong>per</strong>corsi tematici è possib<strong>il</strong>e ut<strong>il</strong>izzare:• pagine statiche in HTML o XHTML con l’aus<strong>il</strong>io di CSS• CMS con moduli dedicati. Tra questi una possib<strong>il</strong>ità è offerta dal CMSopen source Museo & Web, fornito dal MiBAC (vedi 5.1)• applicazioni software studiate appositamente <strong>per</strong> la realizzazione dimostre virtuali (vedi ad esempio Omeka (http://www.omeka.org) o<strong>il</strong> modulo Percorsi tematici di Museo & Web (vedi 5.1.1).Oggi la tecnologia offre molte altre potenzialità:• una fruizione analitica de<strong>gli</strong> oggetti digitali, che può essere fatta dadiversi punti di vista, anche a 360°, bidimensionalmente o tridimensionalmente,consentendo di vedere un’o<strong>per</strong>a d’arte o un luogo anche dapunti di vista che l’esposizione reale non consentirebbe oltre che, inalcuni casi, di visualizzare <strong>il</strong> bene stesso fin nel minimo detta<strong>gli</strong>o• una fruizione diversificata <strong>per</strong> tipologie di utenti (bambini e adulti,studenti e insegnanti, studiosi e ricercatori, es<strong>per</strong>ti e professionistiecc.), cui possono essere offerti servizi online diversificati (collegamentia basi di dati, servizi di edutainment ecc.)• diverse modalità di aggregazione dei contenuti, in base ai metadatidisponib<strong>il</strong>i nelle basi di dati• un accesso attraverso piattaforme diverse. Alcune istituzioni culturalihanno già iniziato a s<strong>per</strong>imentare l’implementazione di applicazioniattraverso dispositivi mob<strong>il</strong>e• <strong>il</strong> coinvolgimento diretto dell’utente che, tramite la tecnologia web2.0, può concorrere ad arricchire la mostra virtuale con contenuti dalui generati.Alcuni software, più o meno complessi, gestiscono funzionalità specifiche,che talvolta possono risultare ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> evidenziare me<strong>gli</strong>o alcuniaspetti della mostra virtuale.Sono numerose le applicazioni che si basano sull’aggregazione di metadatispecifici, come ad esempio:• le timeline (usate <strong>per</strong> rappresentare graficamente la sequenza cronologicadi una serie di eventi)Timeline nel sito della World Digital Library41


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione• <strong>il</strong> tagging (<strong>per</strong> associare una o più parole chiave, dette tag, ai singolioggetti digitali• le tag cloud o nuvole di tag (usate <strong>per</strong> rappresentare visivamente leparole chiave più ricorrenti nelle ricerche de<strong>gli</strong> utenti)• <strong>il</strong> geotagging (<strong>per</strong> associare una o più parole chiave a mappe geografiche)Esemplificazione di geotaggingAltre tecnologie sono particolarmente indicate <strong>per</strong> ottenere effetti in gradodi valorizzare le immagini:• <strong>gli</strong> slide show consentono lo scorrimento automatico delle immaginisecondo intervalli di tempo prestab<strong>il</strong>itiMostra virtuale sui 50 tesori delle raccolte librarie dell’Università di Glasgow.Slideshow <strong>per</strong> visualizzare <strong>il</strong> set di immagini presenti su Flickr. Cliccandosull’immagine si può leggere una didascalia detta<strong>gli</strong>ata42


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione• magnificatori di immagini, su<strong>per</strong>zoom e lenti d’ingrandimento consentonodi apprezzare i detta<strong>gli</strong> dell’immagine attraverso <strong>per</strong>centuali diingrandimento variab<strong>il</strong>i)Magnificatore di immagini nel sito della World Digital Library• <strong>gli</strong> sfo<strong>gli</strong>atori (pageflip) danno la possib<strong>il</strong>ità di sfo<strong>gli</strong>are i documentipagina dopo pagina, tipo pubblicazione cartacea in 3DSfo<strong>gli</strong>atore o pageflip nella mostra virtuale “Roi Arthur”• i misuratori <strong>per</strong>mettono di misurare le dimensioni de<strong>gli</strong> oggetti digitali.Misuratore di immagini nella visita virtuale della Cappella de<strong>gli</strong> Scrovegni43


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneSono sempre più ut<strong>il</strong>izzate anche le applicazioni che sfruttano le tecnologie3D.• La panografia, o fotografia immersiva, rappresenta, insieme allaripresa intervallata, normalmente detta time lapse, l’attuale sintesitra la tradizionale fotografia statica e <strong>il</strong> videoclip. La panografia, in particolare,<strong>per</strong>mette di avere una completa osservazione dell’ambientecircostante, con la comodità di visionarlo senza subire imposizioni dinatura visiva (<strong>il</strong> solo punto di vista del fotografo) o di natura funzionale(guardare un f<strong>il</strong>mato subendone la regia). Il tutto “navigando” – a propriopiacimento – su<strong>gli</strong> assi verticali ed orizzontali senza soluzione dicontinuità tramite una rotazione di 360° x 360° (vedi 4.3.4.2).Esemplificazione di una panografia della Casa del Bracciale d’oro a Pompei(cortesia: Alfredo Corrao)• I modelli 3D fruib<strong>il</strong>i in tempo reale invece sono ancora poco efficacinella resa fotorealistica (vedi 4.3.4).44


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione2.2.4.1 Dispositivi mob<strong>il</strong>eLe potenzialità offerte dalle tecnologie mob<strong>il</strong>e, con la nascita di nuove tipologiedi applicazioni e l’evoluzione di soluzioni informatiche già disponib<strong>il</strong>ianche <strong>per</strong> la fruizione delle mostre virtuali, sono un nuovo canale da esplorare<strong>per</strong> la valorizzazione e divulgazione del patrimonio culturale. L’enormediffusione di dispositivi palmari e cellulari in grado di elaborare contenutimultimediali sia offline (guide multimediali, sistemi immersivi in VirtualReality, multimedia kiosk e così via) sia online (immagini, video, mappe,web), costituisce un punto di forza a sostegno di progetti espositivi virtualipensati <strong>per</strong> garantire accesso ubiquo e <strong>per</strong>sonalizzato alle informazioni:smartphone, netbook, laptop e altri dispositivi che supportano l’accessoalla rete Internet, con Internet key o rete wi-fi.Il futuro del mob<strong>il</strong>e secondo Koven J. SmithIn un prossimo futuro <strong>il</strong> display mob<strong>il</strong>e potrebbe rappresentare un’interfacciaindispensab<strong>il</strong>e <strong>per</strong> la fruizione del patrimonio culturale, da sfruttare secondologiche innovative, come esplicitato in un articolo di Koven J. Smith, managerdi tecnologia interpretativa del Metropolitan Museum of Art.È necessario <strong>per</strong>ò distanziarsi da un’ottica di tipo tradizionale, modello “tour”,con tappe selezionate, cui corrisponde del contenuto narrativo, accessib<strong>il</strong>esia in maniera randomica sia sequenziale, che ha sostanzialmente lo scopodi sostituire “la guida” umana (sistema tradizionalmente ut<strong>il</strong>izzato anche nelleaudioguide disponib<strong>il</strong>i nei musei e in occasione di eventi espositivi).Il modello tradizionale si caratterizza <strong>per</strong> alcune specificità:• i contenuti vengono creati specificamente <strong>per</strong> <strong>il</strong> dispositivo mob<strong>il</strong>e• i contenuti sono legati a tappe specifiche legate allo spazio fisico(in genere oggetti, monumenti o elementi architettonici)• <strong>gli</strong> oggetti delle collezioni <strong>per</strong>manenti non sono rappresentatiesaustivamente, venendo priv<strong>il</strong>egiati <strong>gli</strong> oggetti in mostra• sono in gran parte assenti materiali di contesto, a eccezione di brevitesti introduttivi.Sarebbe invece auspicab<strong>il</strong>e allontanarsi da questo modello autoriale(a una o più voci), priv<strong>il</strong>egiando un modello in base al quale, anche duranteuna visita reale, tutta la collezione viene resa disponib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> ricerche,visualizzazioni e approfondimenti.Sebbene non siano ancora stati fatti studi approfonditi sull’utenza che fruiscedi contenuti culturali tramite dispositivi mob<strong>il</strong>e, Smith invita a sfruttarli <strong>per</strong>:• rendere disponib<strong>il</strong>e tutta la collezione, cosicché <strong>il</strong> visitatore non sialegato solo a ciò che <strong>gli</strong> viene offerto dal curatore museale, ma possa<strong>per</strong>sonalizzare la sua visita in base ai propri interessi• localizzare <strong>gli</strong> oggetti, rendendo più fac<strong>il</strong>e <strong>per</strong> l’utente <strong>il</strong> loro re<strong>per</strong>imento• suggerire <strong>per</strong>corsi di approfondimento alternativi possib<strong>il</strong>mentelegati a<strong>gli</strong> argomenti di suo interesse. In tal modo la fine di un <strong>per</strong>corsopuò costituire l’inizio di un altro. Il dispositivo dovrebbe incorporareun suggeritore (recommendation engine) che o<strong>per</strong>a sulla base di treelementi: contenuti, localizzazione, preferenze• contestualizzare, consentendo al visitatore di poter ad esempioeffettuare dei confronti tra oggetti non necessariamente esposti in mostra• generare contenuti (bookmarks, tags, guestbooks) che possano esserea loro volta fruiti da altri visitatori o essere di supporto a<strong>gli</strong> stessi curatori.Koven J. Smith, The future of mob<strong>il</strong>e interpretation, pa<strong>per</strong> presentato a “Museums andthe Web 2009”, http://www.archimuse.com/mw2009/pa<strong>per</strong>s/smith/smith.html45


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneMa vediamo quali sono le applicazioni e i dispositivi più diffusi:Il QR code è un codice a barre bidimensionale in grado di conteneredati o link. Per interpretare questo codice e visitare i contenuti all’indirizzocriptato è sufficiente inquadrarlo o fotografarlo con un cellularedi non vecchissima generazione e automaticamente <strong>il</strong> cellulare, previaconferma <strong>per</strong> la connessione alla rete, si collegherà con la URL indicata,rivelando detta<strong>gli</strong>, eventi, orari, news e contenuti multimediali riguardantiuna mostra virtuale o una sede espositiva.Particolarmente usato nel campo dell’editoria (ad esempio Panorama),si sta diffondendo anche nel campo della promozione turistica con lanascita di progetti come “QR-coding Genova” curato dal campus di CittàDigitale <strong>per</strong> <strong>il</strong> Comune di Genova oppure <strong>il</strong> progetto curato da IBM, <strong>per</strong><strong>il</strong> Comune di Venezia, che ha disseminato i monumenti della città dimattonelle bianche con codici QR.Progetto Qr-coding Genova curato dal Campus di Città Digitale<strong>per</strong> <strong>il</strong> Comune di Genova46


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneIl QR code può essere adottato come strategia di marketing <strong>per</strong> attirarel’utenza tramite lancio di concorsi o distribuzione di gadget virtualidella mostra.N Bu<strong>il</strong>ding costruito in Giappone è una struttura commercialedove i cartelloni pubblicitari sono stati sostituiti dal codice QRpreservando la facciataLo sv<strong>il</strong>uppo di applicazioni mob<strong>il</strong>e dedicate alla fruizione delle mostredeve tener conto dei dispositivi mob<strong>il</strong>e più diffusi:• PDA (Personal Digital Assistant): conosciuto anche come computerpalmare, le sue potenzialità a sostegno del visitatore durante la visita diuna mostra sono state sv<strong>il</strong>uppate soprattutto in ambito museale. I vantaggiconsistono nella flessib<strong>il</strong>ità, integrazione del Web in wi-fi, interfaccia<strong>per</strong> contenuti multimediali, streaming <strong>per</strong> contenuti audio-video.• Telefoni mob<strong>il</strong>e: i cellulari di nuova generazione, smart phone, oltre aessere diffusi in maniera cap<strong>il</strong>lare, sono veri e propri terminali mob<strong>il</strong>i,unità dotate di schermi sempre più ampi e ad alta risoluzione, estremamentefunzionali <strong>per</strong> la possib<strong>il</strong>ità di accesso e scambio dei contenutimultimediali; favoriscono l’utenza giovan<strong>il</strong>e valorizzando processi di comunicazionee apprendimento informali, flessib<strong>il</strong>i e partecipati.47


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneAl fine di rendere disponib<strong>il</strong>e <strong>il</strong> proprio progetto espositivo su tali dispositivi, ènecessario innanzitutto prevedere la visualizzazione di elementi di tipo multimedialeall’interno delle pagine della mostra virtuale pensate appositamente<strong>per</strong> una fruizione da dispositivo mob<strong>il</strong>e, come servizio da offrire all’utente.I dispositivi prima descritti richiedono di poter girare su sistemi o<strong>per</strong>ativistudiati <strong>per</strong> la tecnologia mob<strong>il</strong>e:• ANDROID: sv<strong>il</strong>uppato principalmente da Google, è un sistema o<strong>per</strong>ativoopen source.• Ipod, Iphone, Ipad: sv<strong>il</strong>uppati da Apple, ut<strong>il</strong>izzano lo stesso sistemao<strong>per</strong>ativo “OS iPhone” e l’interfaccia generalmente è la stessa in tuttie tre i dispositivi. Sono già mi<strong>gli</strong>aia le applicazioni gratuite disponib<strong>il</strong>isu App Store di iTunes. La versat<strong>il</strong>ità dei dispositivi mob<strong>il</strong>i di Apple<strong>per</strong>mette di spaziare su numerosi generi: ut<strong>il</strong>ità, giochi, multimedia,musica, produttività, didattica, ecc.2.2.4.2 Realtà aumentataLa tecnologia relativa alla realtà aumentata (augmented reality) consistenel sovrapporre alla realtà avvertita dal soggetto una realtà virtualegenerata dal computer. La <strong>per</strong>cezione del mondo dell’ut<strong>il</strong>izzatore viene“aumentata” da oggetti virtuali che forniscono informazioni supplementarisull’ambiente reale.Con la realtà aumentata, la tecnologia consente inoltre di “leggere”<strong>il</strong> paesaggio, visualizzando sul display del proprio dispositivo mob<strong>il</strong>ealcune informazioni sui luoghi che si stanno inquadrando. In pratica, <strong>il</strong>dispositivo integra le informazioni provenienti dal GPS, dalla bussolaelettronica e dall’accelerometro <strong>per</strong> calcolare quali siano i punti d’interesseche in quel momento si trovano nel campo visivo della fotocamera,e li visualizza in sovraimpressione sul display.Si tratta quindi di un’alternativa ai classici pannelli didattici, presentando<strong>per</strong>ò alcuni vantaggi: <strong>il</strong> funzionamento ovunque, indipendentementedalla posizione; <strong>il</strong> non essere soggetti a usura; <strong>il</strong> collegamento a schededi detta<strong>gli</strong>o con la descrizione dei punti d’interesse, e alle foto ingranditeche aiutano <strong>il</strong> riconoscimento de<strong>gli</strong> elementi del paesaggio.Esempio di realtà aumentata sul display di un dispositivo mob<strong>il</strong>e48


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneLa realtà aumentata è già stata s<strong>per</strong>imentata anche nell’ambito delle mostrevirtuali. Il MoMA di New York ha ospitato nei suoi sei piani più unsettimo piano virtuale, una mostra virtuale basata su questa tecnologia.La mostra non era visib<strong>il</strong>e dal pubblico generico, ma solo da coloro cheut<strong>il</strong>izzavano un’applicazione gratuita <strong>per</strong> smartphone. Il criterio secondo<strong>il</strong> quale l’o<strong>per</strong>a d’arte veniva collocata all’interno dei musei oggi non èpiù valido. I capolavori virtuali di “non artisti” si mescolano alle o<strong>per</strong>e deimusei ufficiali. Il museo offre <strong>gli</strong> spazi e le mura, <strong>il</strong> visitatore decide cosavedere, <strong>il</strong> ruolo del curatore passa in secondo piano.E dal momento che la mostra è realizzata con la tecnica della realtàaumentata, non c’è più bisogno di liberare lo spazio virtuale, tanto chei curatori hanno deciso di aggiungere “stab<strong>il</strong>mente” la mostra virtualealle collezioni <strong>per</strong>manenti del MoMA. E nulla vieta di poter ospitare unnumero infinito di altre mostre virtuali parallele…Realtà aumentata al MoMA di New YorkPer approfondire:http://site.layar.com/company/blog/uninvited-diy-exhibition-at-moma-nyc/http://www.itineraria.eu/it/page/itineraria/realtaaumentata/2.2.5 Il b<strong>il</strong>ancio di previsioneIl b<strong>il</strong>ancio di previsione (budget) è lo strumento fondamentale <strong>per</strong> la programmazioneeconomica delle attività. È necessario prepararlo fin dallefasi iniziali, <strong>per</strong> avere un quadro chiaro delle risorse economiche da trovaree impegnare <strong>per</strong> la realizzazione delle attività e <strong>per</strong>fezionarlo manmano che si raccolgono i preventivi necessari. È opportuno racco<strong>gli</strong>eresempre più di un preventivo <strong>per</strong> verificare la congruità dell’offerta rispettoai servizi offerti.49


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneIl b<strong>il</strong>ancio di previsione deve essere monitorato dal curatore della mostra,in collaborazione con la segreteria tecnico-scientifica e <strong>il</strong> responsab<strong>il</strong>eamministrativo.Di seguito si fornisce uno schema di tabella <strong>per</strong> la definizione del budget.MOSTRA/PERCORSO XY – BUDGETPrima della richiesta preventiviDopo la richiesta preventiviData prevista Attività Importo Capitolo spesa/ Fornitore Importoimpegno spesa presunto Sponsor in preventivo(inclusa IVA)gg/mm/aaaa Es. € 00000,00 XYZ Nome fornitore € 00000,00Digitalizzazione............2.2.6 Definizione delle fasi o<strong>per</strong>ative e tempisticaSulla base del progetto da realizzare andrà st<strong>il</strong>ato un elenco delle attivitàda svolgere e <strong>il</strong> relativo workflow, ovvero l’organizzazione delleprocedure e della tempistica <strong>per</strong> raggiungere <strong>gli</strong> obiettivi prefissati.Tra le principali attività da prevedere nel workflow vanno considerate:• Definizione dell’architettura della mostra• Definizione di tutte le problematiche legate al diritto d’autore• Creazione e/o rielaborazione di testi e risorse multimediali• Digitalizzazione e metadatazione de<strong>gli</strong> oggetti digitali• Traduzioni• Progettazione grafica e web design• Sv<strong>il</strong>uppo informatico• Assemblaggio della mostra virtuale• Collaudo• Pubblicazione• Comunicazione, promozione e ufficio stampa• ManutenzionePer fac<strong>il</strong>itare la rappresentazione grafica delle scadenze e della tempistica,si potrà ut<strong>il</strong>izzare una semplice tabella oppure <strong>il</strong> diagramma diGantt, attraverso <strong>il</strong> quale si avrà una chiara raffigurazione dello statod’avanzamento del progetto.50


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazioneModello di diagramma di Gantt51


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusione2.3.1 Collaudo e pubblicazioneUna volta completata la realizzazione della mostra virtuale, <strong>il</strong> prodottodovrà essere sottoposto a collaudo attraverso test di usab<strong>il</strong>ità e accessib<strong>il</strong>itàcoinvolgendo possib<strong>il</strong>mente un panel di utenti. Solo dopo averultimato la fase di collaudo, si può passare alla pubblicazione.La cartella contenente la mostra sarà collocata nella struttura del sito,avendo definito in sede di progettazione la sua collocazione: sezione opagina che ospiterà la mostra. La URI relativa alla mostra virtuale deveindicare chiaramente e univocamente la risorsa.Le dimensioni complessive della mostra devono tener conto dei tempi dirisposta e della tecnologia di cui dispone l’utente medio, <strong>per</strong> intendercihardware e tipo di connessione, riscontrando infatti un frequente abbandonodella richiesta quando la risposta richiede tempi lunghi.La normativa sull’accessib<strong>il</strong>itàL’accessib<strong>il</strong>ità è quella proprietà di un’applicazione web secondo laquale <strong>il</strong> suo contenuto informativo, le sue modalità di navigazione e tutti<strong>gli</strong> elementi interattivi eventualmente presenti sono fruib<strong>il</strong>i da<strong>gli</strong> utentiindipendentemente dalle loro disab<strong>il</strong>ità, indipendentemente dalla tecnologiache essi ut<strong>il</strong>izzano <strong>per</strong> accedere all’applicazione e indipendentemente dalcontesto in cui o<strong>per</strong>ano mentre accedono all’applicazione.In Italia, i punti di riferimento più importanti sono la legge 4/2004, Disposizioni<strong>per</strong> favorire l’accesso dei soggetti disab<strong>il</strong>i a<strong>gli</strong> strumenti informatici e <strong>il</strong> Decretoministeriale 8 lu<strong>gli</strong>o 2005, contenente 22 Requisiti tecnici e i diversi livelli<strong>per</strong> l’accessib<strong>il</strong>ità a<strong>gli</strong> strumenti informatici, che le pubbliche amministrazionidevono rispettare <strong>per</strong> realizzare applicazioni web accessib<strong>il</strong>i.2.3.2. Comunicazione e diffusioneAl pari della mostra tradizionale, anche la mostra virtuale online deveessere “comunicata” al pubblico. In un’epoca di ‘’i<strong>per</strong>comunicazione’’, ladifficoltà maggiore <strong>per</strong> un’istituzione è quella di riuscire a raggiungere inmaniera mirata uno specifico target di riferimento.A tal fine, l’istituzione può sfruttare sia strumenti tradizionali che strumentidi social media marketing, ut<strong>il</strong>izzando quindi canali e approccicomunicativi diversi, legati ai contenuti, al tipo di utenza, ai risultati checi si propone di raggiungere, al tempo e alle risorse di cui si dispone.52


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.2 Dalla progettazione alla realizzazione2.3.2.1 Strumenti di comunicazione tradizionaleLa comunicazione su canali tradizionali supporta un tipo di comunicazionelineare e a senso unico, dove colui che predispone la campagna,<strong>il</strong> mittente, appronta un messaggio diretto a un target precedentementeidentificato, la cui funzione è quella di ricevere <strong>il</strong> messaggio.Ovviamente la mostra virtuale online andrà pubblicizzata innanzitutto sul sitoweb dell’istituzione curatrice, nell’area delle news, nelle pagine dedicate e,almeno <strong>per</strong> un certo <strong>per</strong>iodo, anche in homepage.Il Guggenheim promuove le mostre con un link nella navigazione principale,nell’area delle news e con un link a un videoLa pagina della mostra “Chaos and classicism”, con una presentazione testuale, unavideointervista, link alle info sulla mostra reale, su quella virtuale e sui servizi online53


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneGli altri strumenti tradizionali di comunicazione dell’evento, da diffonderematerialmente o <strong>per</strong> via telematica, sono:• comunicato stampa, invio di newsletter, conferenze e interviste su diversicanali mediatici ai fini di stimolare la pubblicazione di informazioniinerenti l’evento su quotidiani, riviste, radio, TV, portali generici o disettore, blog ecc.• prodotti editoriali e cataloghi• materiale pubblicitario (depliant, flyer digitali o cartacei, locandine,cartoline, cd-rom, merchandising).Post “Leonardo in mostra virtuale” sul blog Virtual World MagazineBreve recensione delle mostre promosse da Europeana sul sito LibraryJournal.com54


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusione2.3.2.2 Social media marketingL’avvento del web 2.0 – termine coniato da Tim O’Re<strong>il</strong>ly nel 2004 <strong>per</strong>definire <strong>il</strong> web che diviene partecipativo – ha impattato talmente <strong>il</strong> mondodella comunicazione che <strong>il</strong> social media marketing è diventato unadisciplina che sfrutta le piattaforme di social network trattandole comecanali mediatici. Il senso del messaggio promozionale viene costruitointerattivamente decodificando <strong>il</strong> feedback dell’utenza.Il Social Media Marketing è una branca del marketing che si occupa digenerare visib<strong>il</strong>ità su social media, comunità virtuali e piattaforme web 2.0.In questo caso, l’evento e/o la mostra virtuale online saranno promossiattraverso:• la creazione di fan page ed eventi, prof<strong>il</strong>i pubblici o privati, su Facebooko altri social network.Evento dedicato alla mostra di Monet 2010 creato su Facebook con linkalla mostra virtuale55


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusionePromozione della mostra “Conoscere la Biblioteca Vaticana” su YouTubeVetrina virtuale di una mostra reale promossa dall’Associazionestudi cavità artificiali Sanremo56


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusione• la realizzazione sul web di contenuti e iniziative aggreganti (discussioni,sondaggi, concorsi, video virali, community)• la pubblicazione di video su piattaforme di condivisione come YouTube,Da<strong>il</strong>ymotion o Vimeo. Le principali attività a disposizione dell’utente sono<strong>il</strong> caricamento e/o la visualizzazione di video. Chi carica un video puòassegnar<strong>gli</strong> una categoria, indicizzarlo assegnando<strong>gli</strong> delle tag, aggiungereuna didascalia valorizzando la “descrizione”; l’utente che visualizza<strong>il</strong> video può votarlo, inserire dei commenti, condividerlo con altri utenti,collegarlo a delle proprie pagine web, aggiungerlo a una playlist ecc.A fini promozionali, è consi<strong>gli</strong>ab<strong>il</strong>e caricare video brevi (max 1,5-2 minuti)<strong>per</strong> non rischiare di “annoiare” e allontanare dalla visione l’utente.Inoltre è opportuno categorizzare e assegnare tag che fac<strong>il</strong>itino <strong>il</strong> re<strong>per</strong>imentodei video da parte de<strong>gli</strong> utenti remoti. I video virali – apprendiamodal marketing – sono in genere video divertenti, interessanti otalmente innovativi che <strong>il</strong> pubblico non si trattiene dal volerli condividere<strong>per</strong> mezzo di videoblog, blog, instant messaging, ema<strong>il</strong> ecc. Un videovirale efficace è in generale realizzato con telecamere a bassa risoluzione,senza cavalletto. Il brand del realizzatore, di solito, è presentesolo nella schermata finale. La realizzazione di video virali può essereipotizzata <strong>per</strong> la promozione di mostre significative• la pubblicazione di immagini su piattaforme di condivisione fotocome Flickr.Vetrina virtuale della mostra virtuale online “Art Nouveau” promossa da Europeana57


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneLancio mediatico della mostra di Tim Burton al MoMa di NewYorkPresentazione della mostra “Ambienti di apprendimento e strumenti didatticiin Second Life, ospitata nel 2009 dalla Galleria Szczepanskinell’ambiente virtuale di Second Life58


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusionePresentazione della mostra multimediale dedicata a Fabrizio De Andréospitata ne<strong>gli</strong> spazi espositivi del Museo dell’Ara Pacis nel 2010Palazzo Madama ha creato un proprio gruppo su flickr: tutti i visitatori possonopartecipare, aggiungendo le proprie fotografie del Palazzo, del Museo,delle mostre, e di se stessi al museo59


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneIl Brooklyn Museum invita i visitatori a scattare fotografie durante le visitee a pubblicarle e condividerle sul gruppo Flickr. In un’apposita sezionesono previsti un tutorial e una pagina <strong>per</strong> le policy relative alla pubblicazione• la diffusione della mostra attraverso <strong>il</strong> portale Euromuse (http://www.euromuse.net/), un portale di pubblico accesso che fornisce informazionidetta<strong>gli</strong>ate sulle più importanti esposizioni dei musei europei.È consi<strong>gli</strong>ab<strong>il</strong>e, ai fini di una promozione più ampia e mirata, diffonderele informazioni, attraverso alcuni servizi forniti dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i beni ele attività culturali alle istituzioni:• portale della cultura italia, CulturaItalia (http://www.culturaitalia.it)• portale delle collezioni MICHAEL (http://www.michael-culture.org)• portale delle biblioteche Internet Culturale (http://www.internetculturale.it)60


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneLa mostra “Conoscere la Biblioteca Vaticana: una storia a<strong>per</strong>ta al futuro”,organizzata dalla Biblioteca Apostolica Vaticana e dall’O<strong>per</strong>a Romana Pellegrinaggi:l’informazione è stata pubblicata dalla redazione nella sezione“mostre” del portale CulturaItaliaScheda della mostra virtuale “Alik Cavaliere. Racconto_Mito_Magia”a cura del Palazzo Forti di Verona, caricata sul portale Michael.Tra i criteri di navigazione del portale, è prevista la tipologia“mostra/galleria virtuale” come “tipo di <strong>documento</strong> digitale”61


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneGli istituti afferenti al <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i beni e le attività culturali potrannoaltresì usufruire dei seguenti servizi:• aggiornamento pagine news ed eventi del sito web del <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> ibeni e le attività culturali (http://www.beniculturali.it)• pagina Facebook (marzo 2011: oltre 30.000 amici).Sito Mibac: pagina Eventi culturaliMibac: pagina FacebookEuropeana, nelle pagine della mostra virtuale “Art Nouveau” consente discaricare <strong>il</strong> codice di embed (embedding code) relativo al banner dellamostra da incorporare nel proprio sito, portale o blog.62


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.3 Collaudo, pubblicazione, comunicazione e diffusioneEmbedding code del banner della mostra “Art Nouveau” su EuropeanaOrientarsi tra i social mediaNella categoria dei social Media rientrano: blog, microblog, podcast,videocast, forum, wiki, o anche comunità come i forum. Per aiutarvi acapire me<strong>gli</strong>o i social media, raggruppiamo alcuni di essi <strong>per</strong> funzione.• Social News: siti come Digg, Sphinn, Newsvine e BallHype <strong>per</strong>mettonodi leggere notizie su temi diversi e <strong>per</strong>mettono a<strong>gli</strong> utenti di votare e/ocommentare <strong>gli</strong> articoli. Articoli con più voti ottengono una “promozione”,cioè una posizione di maggiore r<strong>il</strong>ievo.• Social di condivisione: siti come Flickr, Snapfish, YouTube, e Jumpcutconsentono di creare, caricare e condividere video o foto con <strong>gli</strong> altri egrazie alle opinioni dei visitatori danno maggiore r<strong>il</strong>ievo a un contenutomultimediale rispetto a un altro.• Social network: siti come Facebook, Linkedin, MySpace, e Twitterconsentono di collegarsi con altre <strong>per</strong>sone che hanno interessi comuni oche parlano di un determinato argomento. Una volta connessi o collegati,è possib<strong>il</strong>e tenersi aggiornati con le informazioni postate dai propri“amici”, “follower” ecc.• Social bookmarking: siti come Delicious, Faves, StumbleUpon,BlogMarks e Diigo consentono di trovare e aggiungere ai preferiti i siti ele informazioni di maggior interesse. È possib<strong>il</strong>e salvare i segnalibrionline <strong>per</strong> potervi accedere da qualsiasi punto o condividerli con altri.Per approfondireMINERVA. Manuale <strong>per</strong> l’interazione con <strong>gli</strong> utenti del web culturale, 2009.http://www.minervaeurope.org/publications/handbookwebusers_it.htm63


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.4 Aggiornamento, mantenimento e conservazione2.4 Aggiornamento, mantenimento e conservazionePer conservazione si intende, generalmente, preservare nel tempo unoggetto inalterato nella sua fisicità. Nel caso della conservazione di unamostra virtuale <strong>il</strong> panorama è molto diverso <strong>per</strong> i contenuti e <strong>per</strong> le tecnologieche la caratterizzano. Occorre tener presente che <strong>il</strong> processoatto al mantenimento e alla preservazione deve considerare sia oggettidigitali che pagine web, <strong>per</strong> loro stessa natura soggetti a un processocontinuo di trasformazione, necessario <strong>per</strong> consentirne in futuro l’accesso.Tale processo implica alcuni problemi, come <strong>il</strong> rischio della <strong>per</strong>ditao manipolazione delle informazioni e, soprattutto, rende complessa lavalutazione del grado di affidab<strong>il</strong>ità e autenticità della fonte nel tempo.La difficoltà nella formazione e nella conservazione di una collezione odi un progetto espositivo digitale risiede, dunque, nella compresenza ditipologie diverse di “oggetti” da conservare. Questi ultimi sono costituitida diverse componenti direttamente interdipendenti che devono esseredisponib<strong>il</strong>i <strong>per</strong> la loro lettura (hardware, sistema o<strong>per</strong>ativo, software …).Qualche esempio: <strong>il</strong> formato f<strong>il</strong>e può essere soppiantato da versioni piùrecenti; un supporto di memoria da versioni più recenti o da nuovi tipidi supporto, più veloci e di più fac<strong>il</strong>e lettura; lo strumento che consentela lettura del supporto di memoria può non essere più in produzioneoppure <strong>il</strong> software ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> creare, gestire o accedere al contenutodigitale può essere stato soppiantato da versioni di nuova generazione,con funzioni più potenti, che fanno uso di tecnologie più aggiornate.La diffusione di sistemi di storage online e l’ut<strong>il</strong>izzo di software e formatia<strong>per</strong>ti, oltre a rappresentare una tendenza positiva nel mondo web, costituisconobuone pratiche da tener presenti quando si parla di politichedi conservazione, anche in ambito istituzionale.La conservazione digitale assicura che <strong>gli</strong> utenti del futuro possano identificare,ricercare, trattare, interpretare, ut<strong>il</strong>izzare documenti in un ambientecaratterizzato dalla modifica costante della tecnologia, a condizioni che neassicurino l’autenticità. Caratterizzano questo tipo di attività anche la gestionedel rischio, la richiesta di un continuo aggiornamento delle policy,delle attrezzature e de<strong>gli</strong> standard di rappresentazione.La conservazione in ambiente digitale si configura come una funzioneimportante che necessita l’acquisizione di competenze specifiche, quali,ad esempio, di digital curation.64


2 Il processo di produzione di una mostra virtuale2.4 Aggiornamento, mantenimento e conservazionePer approfondireL’argomento del mantenimento e della conservazione è ampiamenteaffrontato in numerosi progetti internazionali. Uno spunto di sintesisulla pagina “Conservazione dei documenti digitali” del sito dell’ICCU.http://www.iccu.sbn.it/opencms/opencms/it/main/bdi/conserv_doc_digit/Per approfondire <strong>il</strong> tema è ut<strong>il</strong>e <strong>il</strong> <strong>documento</strong> Politiche di gestione dellaconservazione delle collezioni digitali a cui una mostra online può essere inqualche modo paragonata.http://www.icpsr.umich.edu/dpm/dpm-ita/contents.htmlSi rimanda inoltre al recentissimo: Mariella Guercio, Formazione econservazione delle risorse digitali, lezione/contributo all’interno del Corsodi formazione <strong>per</strong> “Responsab<strong>il</strong>i della conservazione di risorse digitali”,M<strong>il</strong>ano, Fondazione Feltrinelli, 6-7 ottobre 201065


3 Diciotto raccomandazioni e un consi<strong>gli</strong>oLa riflessione sv<strong>il</strong>uppata dal progetto MINERVA (http://www.minervaeurope.org) e le linee guida prodotte e <strong>per</strong>iodicamente aggiornateche ne sono <strong>il</strong> risultato tangib<strong>il</strong>e ha rappresentato un riferimentoineludib<strong>il</strong>e di confronto nella fase di elaborazione di questo <strong>documento</strong>.Le presenti raccomandazioni si ispirano, integrandoli, ai dodici obiettivipubblicati nel Manuale della qualità sui siti web culturali pubblici (2005)facendone propri alcuni e modificandone altri sulla base dell’analisi dellostato dell’arte in materia di mostre virtuali online, del confronto all’internodel gruppo di lavoro, dell’analisi della letteratura internazionale sul tema:1 Rappresentate attraverso la mostra l’identità del soggetto culturalevalorizzandone <strong>il</strong> patrimonio e le risorse professionali e culturali e contribuendoa rafforzarne la mission.2 Diffondete contenuti culturali assicurando diversi gradi di approfondimento,dal più semplice al più complesso.3 Favorite modelli di coo<strong>per</strong>azione attraverso <strong>il</strong> coinvolgimento delleistituzioni che si occupano delle stesse tematiche.4 Individuate <strong>il</strong> target di riferimento tenendo conto, quando è necessario,di eventuali categorie di utenti o delle fasce di età.5 Prevedete <strong>il</strong> mult<strong>il</strong>inguismo o almeno una seconda lingua: l’utentepuò essere ovunque.6 Consentite l’interazione dell’utente attraverso l’i<strong>per</strong>testo e l’i<strong>per</strong>mediae valutate <strong>il</strong> suo possib<strong>il</strong>e coinvolgimento come fornitore di contenuti.7 Indicate chiaramente l’argomento della mostra, definendo in modochiaro i confini entro cui si sv<strong>il</strong>uppa.8 Verificate che i contenuti provengano da fonti affidab<strong>il</strong>i, i cui riferimentisono forniti all’utente.9 Considerate le finalità didattiche come un criterio importante <strong>per</strong>definire contenuti, strumenti e servizi.10 Assicuratevi che le norme sul diritto d’autore siano rispettate sia inrelazione ai singoli documenti sia rispetto al prodotto finale, rendendoespliciti online le dichiarazioni di copyright e i termini di riuso.67


3 Diciotto raccomandazioni e un consi<strong>gli</strong>o11 Ut<strong>il</strong>izzate un linguaggio adatto alle caratteristiche del web e modulatosui target di riferimento individuati.12 Vivacizzate la narrazione attraverso un progetto grafico efficace e l’usodi media diversificati (testo, immagini, audio, video, 3D ecc.), selezionati<strong>per</strong> arricchire di senso <strong>il</strong> racconto.13 Valutate se la mostra che state progettando possa avere un impattosignificativo sull’indotto turistico-culturale e sul merchandisinge nel caso approfondite questo aspetto.14 Progettate un prodotto usab<strong>il</strong>e garantendo la massima accessib<strong>il</strong>itàalle informazioni e la piena fruib<strong>il</strong>ità dei servizi offerti, nel rispetto dellanormativa e delle linee guida vigenti, possib<strong>il</strong>mente coinvolgendo l’utentenella progettazione.15 Progettate la mostra all’interno di architetture di sistema scalab<strong>il</strong>i,che consentano l’arricchimento nel tempo dei contenuti e dei servizionline.16 Mettete le tecnologie al servizio dei contenuti e non viceversa, affinché<strong>il</strong> messaggio culturale prevalga sull’uso di applicazioni informatichefini a se stesse.17 Priv<strong>il</strong>egiate tecnologie riut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>i in progetti successivi e linguaggiinformatici che consentano l’intero<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>ità.18 Pubblicizzate la mostra all’esterno attraverso i media tradizionali, lapartecipazione attiva a portali tematici, siti web e blog di settore, socialnetworks, mondi virtuali.E infine un consi<strong>gli</strong>o:Divertitevi quando progettate la mostra virtuale: un risultato noioso<strong>per</strong> voi sarà noioso anche <strong>per</strong> l’utente.68


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezziQuesta parte delle linee guida ha un carattere pragmatico; fornisce informazionisintetiche <strong>per</strong> soluzioni o<strong>per</strong>ative, traduce i concetti sin qui espressiin effettivi strumenti di lavoro e in raccomandazioni pratiche.I primi tre paragrafi riguardano aspetti tecnici che fanno parte della fasedi progettazione.Una mostra è <strong>il</strong> risultato delle scelte e dei mezzi espressivi attraverso iquali <strong>il</strong> contenuto viene organizzato <strong>per</strong> essere comunicato.Secondo M.R. Kalfatovic (2002), chi progetta una mostra dovrebbe ut<strong>il</strong>izzareuna o più combinazioni di elementi basati su diversi approcci:• estetico: organizzato intorno alla bellezza di un oggetto• emotivo: scelto <strong>per</strong> sollecitare un’emozione nell’utente• evocativo: pensato <strong>per</strong> creare un’atmosfera• didattico: costruito <strong>per</strong> insegnare qualcosa di specifico• d’intrattenimento: progettato <strong>per</strong> essere un piacevole passatempo.Gli elementi che contribuiscono a rendere espressiva ed efficace la mostranelle sue singole “pagine” e nel suo complesso sono la grafica, lost<strong>il</strong>e del testo e l’ut<strong>il</strong>izzo di risorse multimediali.Un esempio di mostra virtuale efficace, usab<strong>il</strong>e e accessib<strong>il</strong>e(vedi 5.2.16)69


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.1 Grafica4.1 GraficaGli aspetti che caratterizzano le pagine di una mostra virtuale sono quattro:• <strong>il</strong> contenuto che rappresenta l’informazione che si vuole comunicareall’utente. Maggiore è <strong>il</strong> livello del contenuto, maggiore è <strong>il</strong> valore chel’utente attribuisce alla pagina• la struttura intesa sia come struttura di navigazione (insieme di linkche consentono all’utente di raggiungere le varie sezioni della mostravirtuale) sia come struttura logica della pagina• la presentazione, ovvero la modalità con cui la struttura viene presentataall’utente (grafica o di tipo visuale e non visuale <strong>per</strong> <strong>gli</strong> utentiche ut<strong>il</strong>izzano tecnologie assistive o browser alternativi)• <strong>il</strong> comportamento, che provoca l’alterazione della struttura e dellapresentazione in risposta ad azioni generate dall’utente (tramite lospostamento o la pressione di un tasto del mouse o della tastiera).Una buona progettazione grafica deve tener conto di tutti questi aspetti,focalizzandosi in particolare sulla presentazione e rispondendo a unalogica che crei equ<strong>il</strong>ibrio tra sensazione visiva e informazioni grafiche,garantendo sempre la riconoscib<strong>il</strong>ità e l’identità del soggetto proponente.Il progettista grafico del web è <strong>il</strong> web designer: non è detto che un bravografico sia anche competente di web designing.Ogni soluzione grafica sul web deve sempre rispettare <strong>gli</strong> standard diaccessib<strong>il</strong>ità (la capacità di un’applicazione web di essere fruib<strong>il</strong>e daqualsiasi utente indipendentemente dalle sue eventuali disab<strong>il</strong>ità e dallatipologia di browser ut<strong>il</strong>izzato) e di usab<strong>il</strong>ità (ovvero la capacità di unsito di essere ut<strong>il</strong>e all’utente e di venire incontro alle sue esigenze nelmi<strong>gli</strong>or modo possib<strong>il</strong>e).Una progettazione grafica di successo deve attirare l’utente verso <strong>il</strong>contenuto, salvaguardando l’equ<strong>il</strong>ibrio estetico. Va quindi pensata unagerarchia visiva forte e coerente, sottolineando <strong>gli</strong> elementi importanti ecollocando i contenuti in modo logico e prevedib<strong>il</strong>e.Es<strong>per</strong>imenti di usab<strong>il</strong>ità hanno dimostrato che quando l’utente visualizzauna pagina, innanzitutto viene attirato da una massa di forme e colori,dove alcuni elementi emergono rispetto allo sfondo. Solo in un secondotempo co<strong>gli</strong>e le informazioni specifiche, in primo luogo le immagini (dallepiù grandi alle più piccole), poi <strong>il</strong> testo, tenendo anche presente che neipaesi occidentali questo processo avviene in genere da sinistra a destrae dall’alto verso <strong>il</strong> basso.70


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.1 GraficaRaccomandazioni in p<strong>il</strong>loleGrafica• tenete conto dell’utenza cui <strong>il</strong> prodotto è destinato• non realizzate pagine zeppe di solo testo: respingono l’occhio• cercate <strong>il</strong> giusto equ<strong>il</strong>ibrio tra contenuti testuali e iconografici,ricordandovi che esso è strettamente legato ai <strong>per</strong>corsi naturali dell’occhio• cercare di inserire i diversi elementi secondo l’ordine d’importanza datodal <strong>per</strong>corso visivo• limitate o evitate del tutto l’ut<strong>il</strong>izzo di immagini a scopo puramente decorativo• usate immagini, elementi grafici o piccole animazioni, solo se a supportodel contenuto che volete comunicare• anche se i contenuti da inserire sono numerosi, lasciate respirare lapagina! Pure <strong>gli</strong> spazi bianchi hanno la loro importanza• priv<strong>il</strong>egiate uno schema di pagina modulare, in modo tale che sianogarantite omogeneità, ma anche flessib<strong>il</strong>ità nelle modifiche di contenutoe/o inserimento di nuovi contenuti• non pensate che una grafica coerente risulti noiosa o banale <strong>per</strong>l’utente. Una progettazione efficace <strong>gli</strong> consentirà di saltare tra le pagineindividuando con sicurezza i contenuti di suo interesse• non pensate di dover essere necessariamente originali e creativi,imprimendo uno st<strong>il</strong>e grafico <strong>per</strong>sonale: ricordate sempre che <strong>il</strong> vostroobiettivo è ottenere un risultato gradevole e funzionale con <strong>gli</strong> elementiche avete a disposizione• analizzate sempre le soluzioni trovate da altri, definendone punti di forzae debolezze, che possano essere di ispirazione <strong>per</strong> <strong>il</strong> vostro progetto• confrontatevi sempre con chi progetta l’architettura dell’informazione• una volta definito <strong>il</strong> layout, testatelo con potenziali utenti che non sono aconoscenza del vostro progetto. Sarà la prova del fuoco <strong>per</strong> verificare seè stata un’idea di successo• siate um<strong>il</strong>i e acco<strong>gli</strong>ete i suggerimenti de<strong>gli</strong> utenti. Non dimenticate maiche saranno loro a dover fruire dei contenuti in rete.E volendo entrare più in detta<strong>gli</strong>o:• cercate di ottenere un’interfaccia veloce da caricare e semplice da modificare• ottimizzate <strong>il</strong> ta<strong>gli</strong>o delle immagini rendendole <strong>il</strong> più leggere possib<strong>il</strong>i• implementate le soluzioni grafiche individuate tramite l’applicazionedel fo<strong>gli</strong>o st<strong>il</strong>e (CSS). Ciò ridurrà <strong>il</strong> peso della pagina e fac<strong>il</strong>iteràfuture modifiche• mantenete i testi come tali, invece che farne delle immagini, ciòmi<strong>gli</strong>orerà l’indicizzazione nei motori di ricerca.• valutate la scelta dei colori, orientata a ottenere un contrasto che facciabalzare in primo piano i contenuti, rispettando i criteri di accessib<strong>il</strong>ità• garantite l’adattab<strong>il</strong>ità a qualsiasi monitor, risoluzione videoe scheda grafica• non dimenticatevi mai dei requisiti dell’accessib<strong>il</strong>ità.71


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.2 St<strong>il</strong>e del testo4.2 St<strong>il</strong>e del testoL’efficacia e la <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>ità del testo, soprattutto quando sono affidate allepagine web, richiedono delle particolari accortezze legate al media, dicui bisogna assolutamente tener conto <strong>per</strong> non rischiare l’abbandonodella lettura da parte dell’utente.St<strong>il</strong>e testoRaccomandazioni in p<strong>il</strong>lole• scomponete concetti molto articolati in più unità informative (pagine)• adeguate lo st<strong>il</strong>e della scrittura – più colloquiale, più scientifico – in base alpubblico cui intendete rivolgervi (bambini, pubblico generico, ricercatori...)• chiaritevi su cosa intendete comunicare• trattate la pagina come una mappa con indicazioni precise: titoli, sottotitoli,testi brevi suddivisi in paragrafi, spazi bianchi, parole chiave, neretto...• ut<strong>il</strong>izzate, se possib<strong>il</strong>e, una struttura “a cascata” (nella parte inizialele informazioni essenziali, nei <strong>per</strong>iodi successivi un arricchimentodelle notizie, nel <strong>per</strong>iodo finale eventualmente un breve riep<strong>il</strong>ogo• l’incipit della pagina è molto importante, deve essere ut<strong>il</strong>izzato comeun’esca <strong>per</strong> attrarre <strong>il</strong> lettore• a meno che <strong>il</strong> contesto non lo richieda, cercate di evitare testi lunghi che nongiovano al ritmo della narrazione e possono causare lo scroll della pagina• leggete i testi più volte in diversi intervalli di tempo. Vedrete che ognivolta riuscirete a ta<strong>gli</strong>are parole inut<strong>il</strong>i o già dette• ut<strong>il</strong>izzate se possib<strong>il</strong>e uno st<strong>il</strong>e colloquiale <strong>per</strong> mantenere l’interesse,fornendo documentazione di approfondimento <strong>per</strong> contenuti più detta<strong>gli</strong>ati• evitate l’uso di aggettivi ridondanti e di incisi• r<strong>il</strong>eggete <strong>il</strong> testo della pagina a voce alta <strong>per</strong> verificare se funzionadal punto di vista comunicativo• evitate le sciatterie (refusi, link non funzionanti, brutali ta<strong>gli</strong>a e incollanon revisionati)• siate consapevoli che scrivendo al computer <strong>il</strong> testo non viene primapensato e poi scritto, ma “tastierizzato” mentre lo si pensa, con <strong>il</strong> rischiodi imprecisioni o revisioni frettolose• siate precisi e trasparenti (indicando con precisione <strong>gli</strong> autori dei testi,le fonti ecc.)• corredate <strong>gli</strong> oggetti digitali di opportune didascalie• preparate un manualetto di st<strong>il</strong>e con le norme redazionali che intendeteadottare (uso delle maiuscole, citazioni bibliografiche, formatodelle didascalie ecc.).E volendo entrare più in detta<strong>gli</strong>o:• ai fini dell’accessib<strong>il</strong>ità ut<strong>il</strong>izzate correttamente la sintassi del codice HTML• se fornite documentazione di approfondimento in PDF, ut<strong>il</strong>izzatepossib<strong>il</strong>mente <strong>il</strong> formato accessib<strong>il</strong>e.Per approfondireMaria Teresa Natale – Marzia Piccininno. Le parole nel Web: una questionea<strong>per</strong>ta, in: MINERVA, Manuale <strong>per</strong> la qualità dei siti web pubblici culturali.Seconda edizione aggiornata, dicembre 2005. http://www.minervaeurope.org/publications/qualitycriteria-i/indice0512/natalepiccininnoparolenelweb.htmlJacob Nielsen, Defer Secondary Content when Writing for Mob<strong>il</strong>e Users,Alertbox, August 1, 2011, http://www.useit.com/alertbox/mob<strong>il</strong>e-content.html72


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimediali4.3 Risorse multimedialiNella pagina web di una mostra le risorse multimediali hanno una funzionedeterminante al fine di una comunicazione efficace e sintetica.Inoltre, quasi sempre immagini, suoni e f<strong>il</strong>mati sono di <strong>per</strong> sé contenuticulturali fondamentali che danno valore e scientificità al prodotto.4.3.1 Immagini fisseTecnicamente, le immagini fisse digitali si dividono in “immagini raster” ein “immagini vettoriali”:• le immagini raster (o a matrice di punti o bitmap) ut<strong>il</strong>izzano <strong>per</strong> larappresentazione una gri<strong>gli</strong>a di punti immagine quadrati, detti pixel.Ogni immagine raster è costituita da un numero di pixel fisso, determinatodalla gri<strong>gli</strong>a (risoluzione: pixel lato lungo x pixel lato corto), e daquesto ne dipende la dimensione massima. A ciascun pixel vengonoassegnati una posizione specifica e un preciso valore cromatico• le immagini vettoriali sono caratterizzate da linee e curve definite daentità matematiche chiamate vettori. I vettori sono segmenti definiti daun punto di origine, una direzione ed un verso e descrivono un’immaginein base alle sue caratteristiche geometriche. La loro dimensioneè indipendente dalla risoluzione e possono quindi essere ut<strong>il</strong>izzatesenza <strong>per</strong>dita qualitativa a differenti livelli di ingrandimento.Immagini rasterImmagini vettorialiVantaggiSvantaggi• Sono adatte <strong>per</strong> riprodurre sfumaturesott<strong>il</strong>i di ombre e colore.Le foto che scattiamo abitualmentecon la nostra fotocamera digitale sonoimmagini raster• Sono fac<strong>il</strong>mente modificab<strong>il</strong>i• Sono lette da molti tipi di software• Sono poco scalab<strong>il</strong>i. Ogni modificaapplicata a un’immagine raster provocauna <strong>per</strong>dita di informazioni• Sono adatte <strong>per</strong> rappresentareimmagini con pochi colori (es. loghi,testi, immagini st<strong>il</strong>izzate)• Possono essere fac<strong>il</strong>mente scalate,modificate e adattate ai monitor,senza <strong>per</strong>dere risoluzione• Sono modificab<strong>il</strong>i con programmi dicomputergrafica, che <strong>per</strong>ò richiedonouna certa competenza• Vengono ut<strong>il</strong>izzate anche nelle animazioni<strong>per</strong> <strong>il</strong> web in quanto veloci da scaricare• Sono semplici da convertirein immagini raster.• Non sono adatte <strong>per</strong> rappresentareimmagini molto complesse dal puntodi vista delle sfumature cromatiche• La qualità dipende dal programmasoftware ut<strong>il</strong>izzato <strong>per</strong> la loro creazione73


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiPer una conoscenza completa, anche se su<strong>per</strong>ficiale, è opportuno sa<strong>per</strong>eche un’immagine digitale è anche caratterizzata da tre aspetti chedeterminano le dimensioni complessive del f<strong>il</strong>e: la dimensione, la risoluzione,la profondità di colore:• la risoluzione dell’immagine indica <strong>il</strong> numero di pixel visualizzato <strong>per</strong>unità di lunghezza misurata in PPI (Pixel Per Inch), cioè pixel <strong>per</strong> pollice.Maggiore è la risoluzione, maggiore è <strong>il</strong> numero di pixel. Non vaconfusa con la dimensione di stampa (misurab<strong>il</strong>e in DPI, Dot PerInch), la quale stab<strong>il</strong>isce quanti punti di colore un device di stampaapplicherà in un pollice quadrato del supporto usato• la dimensione del f<strong>il</strong>e (peso) è la dimensione digitale di un’immagine,misurata in multipli di byte (kB, MB, GB). È proporzionale al numerototale di pixel nell’immagine (risoluzione) e al formato (compresso omeno) in cui questa è stata salvata• la profondità di colore (bit depth) è <strong>il</strong> numero di bit a disposizione <strong>per</strong>rappresentare, in una scala di potenze al quadrato, <strong>il</strong> numero massimodi colori (o di livelli di grigio) dell’originale. L’unità di misura è <strong>il</strong> bpp(bit <strong>per</strong> pixel).RisoluzioneDimensioneConvenzionalmente, <strong>per</strong> la stampatipografica (formato A4 o A3) è necessariauna risoluzione minima di 300 PPI.Per la visualizzazione sul monitor sonosufficienti 72 PPI <strong>per</strong> <strong>il</strong> MAC, 96 PPI<strong>per</strong> <strong>il</strong> PC.Una volta che un’immagine è statadigitalizzata o creata con una determinatarisoluzione, l’aumento della risoluzione nonproduce un mi<strong>gli</strong>oramento della qualità.Le dimensioni di un’immagine digitaledipendono fondamentalmente da due fattori:• la combinazione tra la dimensione reale(base <strong>per</strong> altezza) e la risoluzione• <strong>il</strong> livello di compressione.Va inoltre tenuto presente che nel casodi immagini con alto numero di pixel mabassa dimensione di stampa (es. foto da4500x3000 px a 72 PPI), l’immagine puòfuoriuscire dal monitor. Per risolvere <strong>il</strong>problema è necessario o ridimensionarel’immagine abbassando <strong>il</strong> numero deipixel (es. 1200x800 px) oppure aumentarela risoluzione della stessa(es. da 72 a 300 PPI).74


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiProfonditàdi colore24 - bit color16 m<strong>il</strong>lion colors1.2 mb8 - bit color256 colors420 k8 - bit b/w256 grays320 k1 - bit b/w2 colors42 kLa profondità del colore vienecategorizzata in base al numero di bit.Se si ut<strong>il</strong>izza un’intensità del coloremaggiore, l’immagine conterrà più colorima le dimensioni del f<strong>il</strong>e aumenteranno.• 1 bit - Solo bianco e nero• 8 bit - 256 sfumature di grigio o 256 colori• 16 bit - 65.536 colori• 24 bit - 16.777.216 coloriIl numero dei bit va inteso <strong>per</strong> “canalecolore”: le immagini a colori (RGB) hannotre canali, quelle in scala di grigi uno.Un f<strong>il</strong>e jpg a colori è un f<strong>il</strong>e, quindi, a 24 bit(3 canali x 8 bit cadauno). Si noti che unf<strong>il</strong>e tiff salvato a 16 bit è, di conseguenza,un f<strong>il</strong>e a 48 bit.Esistono molti formati <strong>per</strong> i f<strong>il</strong>e immagine e ognuno ha uno scopoben preciso.Alcuni formati di f<strong>il</strong>e immagine adottano tecniche di compressione <strong>per</strong>ridurre lo spazio di memoria necessario <strong>per</strong> i dati di un’immagine.La compressione è uno schema matematico che riduce le dimensionidi un f<strong>il</strong>e rimuovendo le informazioni ridondanti. Esistono due tipi dicompressione:• la compressione senza <strong>per</strong>dita di dati (lossless) è uno schema chepunta a mantenere l’integrità dell’immagine originale. Quando l’immagineè compressa, mantiene la stessa risoluzione e qualità dell’immagineoriginale non compressa• la compressione con <strong>per</strong>dita di dati (lossy) è uno schema che puntaa ottenere un f<strong>il</strong>e di dimensioni minime, riducendo <strong>per</strong>ò la qualitàdell’immagine. I f<strong>il</strong>e immagine compressi in tal modo sono più piccolidi quelli ottenuti con la compressione senza <strong>per</strong>dite, ma quandol’immagine viene decompressa una parte dei dati dell’originale viene<strong>per</strong>sa e non può essere recu<strong>per</strong>ata.75


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiI formati delle immagini che interessano <strong>per</strong> la pubblicazione sul websono fondamentalmente tre e si differenziano <strong>per</strong> l’estensione del nomedel f<strong>il</strong>e: JPG, GIF e PNG.Titolo JPG - JPEG GIF – Graphical PNG – PortableInterchange Format Network GraphicsAutore Joint Photographic CompuServe Interactive World Wide WebEx<strong>per</strong>ts Group – Services Incorporate Consortium (W3C)Independent jpg GroupProduttore International CompuServe Interactive InternationalOrganization for Services Incorporate Organization forStandardization (ISO)Standardization (ISO)Data 1990 1987 2003Identificativo ISO/IEC10918-1:1984 Non disponib<strong>il</strong>e ISO/IEC15948:2003 (E)Diritti Standard a<strong>per</strong>to Patent on LZW Standard a<strong>per</strong>tocompression by UnisysDescrizione Colori supportati: Colori supportati: 256 Colori supportati:16.777.216 (immagine a 8 Bit) 16.777.216(immagine a 24 bit) Compressione: Sì, senza (immagine a 24 bit)Compressione: Si, con <strong>per</strong>dita di dati<strong>per</strong>dita di informazioni Trasparenza: sì Compressione: sì,(Lossy) Animazione: sì senza <strong>per</strong>dita di dati.Trasparenza: noAnimazione: no È indicato <strong>per</strong> immagini Trasparenza: sìcon pochi colori Animazione: noÈ <strong>il</strong> formato indicato <strong>per</strong> o in bianco e nero eimmagini fotografiche <strong>per</strong> disegni geometrici, Ha stentato ad acquisirea colori o b/n con molte testo, icone (vettoriali) popolarità a causa dellasfumature (raster)mancanza di un supportoIl formato GIF consente generalizzato da partedi realizzare piccole dei browser.animazioni (GIF animate),che non presentano Microsoft Internetproblemi di compatib<strong>il</strong>ità Explorer non leggecompletamentetutte le sue funzioni.76


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiI formati che contengono tutte le informazioni che possono servire <strong>per</strong>la stampa in alta risoluzione sono BMP e TIFF.Titolo BMP – BitMap TIFF - Tagged Image F<strong>il</strong>e FormatAutore Microsoft Corporation Aldus CorporationProduttore Microsoft Corporation Adobe Systems IncorporatedData 1987 1992Identificativo Non disponib<strong>il</strong>e Non disponib<strong>il</strong>eDiritti Copyright Microsoft Corporation Standard a<strong>per</strong>toDescrizione È uno dei formati più pesanti Le immagini TIFF memorizzanoin termini di kbyte.un’immagine raster singola aqualsiasi intensità di colore.Anche con l’inconveniente dellemaggiori dimensioni dei f<strong>il</strong>e, sono Il formato di f<strong>il</strong>e TIFF è <strong>il</strong> più diffusodiversi i fattori che hanno contribuito nel settore industriale della stampa.alla popolarità di questo formato:è semplice, ben documentato e non Supporta la compressione facoltativa.è tutelato da brevetti che nerestringano <strong>il</strong> libero uso. Soprattutto Non è indicato <strong>per</strong> i browser in quantoquest’ultimo punto ha fatto sì che <strong>il</strong> richiede l’installazione di librerieformato bitmap sia oggi supportato specializzate <strong>per</strong> la visualizzazioneda quasi tutte le applicazioni grafiche, online.inclusi molti programmi open source.Il formato bitmap, anche se <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>esul Web, è poco adeguato ad Internet<strong>per</strong> diverse ragioni: le immaginibitmap sono più grandi in termini dimemoria rispetto alle loro equivalentiin altri formati, <strong>per</strong>ciò richiedono piùtempo <strong>per</strong> la trasmissione;sui sistemi o<strong>per</strong>ativi diversi daWindows, molti browser e client diposta elettronica non sono in gradodi visualizzare le immagini in questoformato.Il formato bitmap non supporta alcuntipo di trasparenza, ponendo limitialle possib<strong>il</strong>ità del web design.Nel realizzare una mostra virtuale, è indispensab<strong>il</strong>e stab<strong>il</strong>ire la politicadi uso/riuso delle immagini da parte dell’utente.L’istituzione infatti può decidere di rendere disponib<strong>il</strong>i online:• solo immagini in bassa risoluzione• anche immagini in alta risoluzione (tutte o solo alcune).77


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiPuò altresì decidere:• di consentire all’utente di scaricare immagini in alta risoluzione (si vedaad esempio <strong>il</strong> sito della World Digital Library) a richiesta o a pagamento• di proteggere le immagini da un ut<strong>il</strong>izzo improprio.Gli accorgimenti tecnici più comuni che possono essere adottati <strong>per</strong> proteggerele immagini sono i seguenti:Immagini a bassarisoluzioneSono immagini la cui dimensione in pixel è estremamente ridotta al finedi pubblicare un’immagine non scalab<strong>il</strong>e pena un forte decadimentoqualitativo (ad es. 400x300 px).È tra i metodi meno onerosi ed è ut<strong>il</strong>e solo alla visualizzazione.Un errore ricorrente è <strong>il</strong> credere che una risoluzione di 72 o 96 PPI sia di<strong>per</strong> sé una “bassa risoluzione” in quanto coincidente con quella de<strong>gli</strong>schermi. In realtà <strong>il</strong> concetto di risoluzione è sempre legato al numero deipixel dell’immagine: un f<strong>il</strong>e da 6000x4000 pixel (all’incirca quantoprodotto da una moderna fotocamera professionale) resta sempre un f<strong>il</strong>eda 6000x4000 px, indipendentemente dal fatto che essa sia a 72 o 300PPI ! Ciò che cambia è solo la dimensione di stampa: a 300 PPI6000x4000 pixel consentono una stampa di 50,8 x 33,87 cm; a 72 PPIla stampa sarebbe addirittura di 211,67 x 141,11 cm.È quindi importante, in caso si vo<strong>gli</strong>a “proteggere” le proprie immaginisul web pubblicandole a “bassa risoluzione”, variare sia <strong>il</strong> numero deipixel che <strong>il</strong> valore dei PPI delle stesse ricampionandole.F<strong>il</strong>igrana digitale(watermarking)Immagini con watermark che non inficia la “lettura” dei singoli detta<strong>gli</strong>78


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiF<strong>il</strong>igrana digitale(watermarking)Tale metodologia prevede l’inserimento, nell’immagine, di una serie dicaratteri identificativi dell’autore e/o del detentore dei diritti della stessa(ad esempio <strong>il</strong> nome dell’autore accompagnato dal simbolo © delcopyright o <strong>il</strong> logo e <strong>il</strong> nome dell’istituzione).I vantaggi del watermark sono:1. Fac<strong>il</strong>ità del procedimento di watermarking: anche attraversosemplici software <strong>per</strong> l’elaborazione delle immagini è estremamenteagevole creare un proprio watermark <strong>per</strong>sonalizzato (in genereun’immagine in JPG o in PNG o del semplice testo) e applicarlo alleproprie foto.2. Assenza di costi: in rete è possib<strong>il</strong>e trovare decine di applicazioni oplug-in, anche gratuiti, che consentono la sovrapposizione delwatermark anche a interi gruppi di immagini.3. Difficoltà nella rimozione: “cancellare” un watermark ben fatto da unafoto comporta molto lavoro e ciò rende meno “appetib<strong>il</strong>e” l’appropriarsidella paternità di una foto così protetta.Gli svantaggi del watermark sono:1. Ridotta <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>ità dell’immagine: specialmente se applicato in batch(uso di script che eseguono in background <strong>il</strong> lavoro su diversi f<strong>il</strong>es),<strong>il</strong> watermark può cadere su parti importanti della foto (ad esempio unvolto o una frase significativa), pregiudicandone la comprensione e lagradevolezza.Pubblicare una foto <strong>per</strong> poi impedirne la giusta lettura oltre che uncontrosenso può addirittura divenire un autogol in termini dicomunicazione.2. Fac<strong>il</strong>ità nella rimozione: spesso chi usa <strong>il</strong> watermark, proprio <strong>per</strong> noncadere nel problema su descritto, lo posiziona in un angolo. Questocomporta la sua rimozione tramite un semplice crop (rita<strong>gli</strong>o) della foto,rendendo di fatto inut<strong>il</strong>e la sua applicazione.Il giusto compromesso, nell’ut<strong>il</strong>izzo del watermark, è in realtà fac<strong>il</strong>menteraggiungib<strong>il</strong>e: esso dovrebbe essere unico e posto al centro dell’immaginein maniera tale da risultare parallelo al lato lungo. Dovrebbe, inoltre, avereuna grandezza tale da toccare almeno i due lati corti.Fondamentale, <strong>per</strong> un watermark così fatto, diventa a questo punto latrasparenza: questa va ridotta al minimo (dal 10 al 20 % circa) in manierada risultare poco più di un’increspatura appena visib<strong>il</strong>e (come dice <strong>il</strong> suonome, un marchio d’acqua…).Così facendo la foto appare senza modificazioni evidenti acomprometterne la <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>ità ma, ad un più approfondito esame, lasciatrasparire nome e/o logo dell’autore.Firma digitaleSWFÈ un metodo più sicuro ed estremamente sofisticato, che sovrappone einserisce un’altra immagine invisib<strong>il</strong>e all’occhio umano tra i pixeldell’immagine digitale, ma che al momento della cattura dell’immagine odella stampa si rivela rendendo <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e inut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e in quanto evidentementeproprietario.Attraverso diversi applicativi, tra cui molti gratuiti, è possib<strong>il</strong>e trasformareuna o più immagini in un oggetto Flash (SWF). Ciò <strong>per</strong>mette divisualizzare due o più immagini in sequenza come fossero un video,impedendone <strong>il</strong> download o <strong>il</strong> trascinamento (grab). L’immagine <strong>per</strong>tanto èriproducib<strong>il</strong>e solo tramite lo screenshot.79


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiEsistono alcune applicazioni online che consentono di verificare se vi siastato un ut<strong>il</strong>izzo improprio di un’immagine. Esse si presentano come pagineweb da cui è possib<strong>il</strong>e caricare dal nostro computer l’immagine che vo<strong>gli</strong>amocontrollare. Il motore di ricerca, basandosi su sofisticati algoritmi,analizzerà da quel momento centinaia di siti e database alla ricerca dellastessa immagine o di una estremamente sim<strong>il</strong>e ad essa. A seconda delservizio fornito, è possib<strong>il</strong>e parametrare la ricerca stessa adeguando cosìi risultati alle proprie necessità. Molti di questi servizi di ricerca si presentanoanche come estensioni (plug-in) di Moz<strong>il</strong>la Firefox. In questo caso èsufficiente fare click col tasto destro sulla foto (già online) da controllare eselezionare la voce relativa al motore di ricerca <strong>per</strong> far partire <strong>il</strong> controllo.Di seguito i link delle applicazioni al momento più collaudate:• Tin Eye, Reverse Image Search: http://www.tineye.com/ [paginaweb ed estensione Firefox e Chrome]• IQDB Multi-service image search: http://iqdb.org/ [pagina web]• SauceNAO reverse image search engine: http://saucenao.com/[pagina web ed estensione Firefox]• GazoPa: http://www.gazopa.com/ [pagina web, estensione Firefoxe Apps <strong>per</strong> IPhone ed IPad]• Who stole my pictures?: https://addons.moz<strong>il</strong>la.org/en-US/firefox/addon/who-stole-my-pictures/ [estensione Firefox]• Image Search Options: https://addons.moz<strong>il</strong>la.org/en-US/firefox/addon/image-search-options/ [estensione Firefox cheracco<strong>gli</strong>e i servizi di cinque dei motori di ricerca succitati]• Da citare, in tema di motori di ricerca delle immagini, GiniPic (http://www.ginipic.com), un servizio di ricerca non inversa, che consentedi cercare contemporaneamente nei più grandi siti di stock imagesquali Flickr, Picasa, SmugMug ecc., fotografie basandosi su parolechiave, colori dominanti ecc. Il software, anch’esso gratuito, può tornareut<strong>il</strong>e quando si cercano immagini free da ut<strong>il</strong>izzare o anche, semplicemente,<strong>per</strong> cercare ispirazione tra le mi<strong>gli</strong>aia di risultati ottenib<strong>il</strong>i.Raccomandazioni in p<strong>il</strong>loleGeneriche• Stab<strong>il</strong>ite fin dall’inizio la politica di fruizionee riuso delle immagini da parte dell’utente• Corredate sempre le immagini delle opportune didascalie• Specificate <strong>il</strong> formato e <strong>il</strong> peso del f<strong>il</strong>e da scaricareRisorsemultimedialiTecniche• Se volete ottenere dei buoni risultati producete e lavorate su f<strong>il</strong>e ad altarisoluzione, ottimizzandoli successivamente in base all’ut<strong>il</strong>izzo che nedovete fare• Realizzate dei f<strong>il</strong>e leggeri, ovvero ridotti in termini di kbyte, affinché leimmagini siano caricate dal browser e scaricate dall’utente in tempi rapidi• Rendete disponib<strong>il</strong>i f<strong>il</strong>e le cui dimensioni consentano la <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>itàdelle immagini80


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimediali• Rendete disponib<strong>il</strong>i immagini d’insieme e di detta<strong>gli</strong>o, non solo di detta<strong>gli</strong>o• Rispettate i requisiti di accessib<strong>il</strong>ità, inserendo in ciascuna delle immaginipubblicate su web <strong>il</strong> testo alternativo (ALT) <strong>per</strong> descrivere l’immagineaffinché i non vedenti, che ut<strong>il</strong>izzano <strong>gli</strong> screen reader con sintesi vocale,al passaggio sull’immagine possano interpretarne <strong>il</strong> contenuto• Tenete presente che <strong>gli</strong> spider dei motori di ricerca indicizzano <strong>il</strong> testocontenuto nell’attributo ALT delle immagini, quindi è opportuno inserirloanche al fine di comparire nella lista dei loro risultati• Se possib<strong>il</strong>e, associate le informazioni relative alle immagini a dei f<strong>il</strong>eXML <strong>per</strong> poter visualizzare i metadati• Denominate i f<strong>il</strong>e con nomi che ne rappresentino effettivamente <strong>il</strong>contenuto, <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itarne <strong>il</strong> re<strong>per</strong>imento da parte de<strong>gli</strong> spiderRelative al diritto d’autore• Verificate i diritti di proprietà intellettuale associati a ogni immagine(vedi 4.4)• Ricordate che I diritti di ut<strong>il</strong>izzazione economica dell’o<strong>per</strong>a fotograficadurano sino al settantesimo anno dopo la morte dell’autore(legge 633/1941, art. 32 bis)• Nel caso di <strong>per</strong>sone rappresentate, considerate che in linea generale <strong>il</strong>ritratto di una <strong>per</strong>sona non può essere pubblicato senza <strong>il</strong> suo consensoo quello dei suoi eredi, tranne che non si tratti di un <strong>per</strong>sonaggio notorioo vi siano ragioni specifiche• Qualora ut<strong>il</strong>izziate sistemi di protezione delle immagini, fatelo in modotale da non disturbarne la letturaPer approfondireICCU. Linee di indirizzo <strong>per</strong> i progetti di digitalizzazione del materialefotografico. Documento di lavoro a cura del Gruppo di lavoro sulladigitalizzazione del materiale fotografico. Gennaio 2004.http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/Linee_guida_fotografie.pdfMINERVA. Linee guida tecniche <strong>per</strong> i programmi di creazione di contenuticulturali digitali, edizione italiana 2.0, a cura di Giuliana De Francesco. 2006.http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/servprov/documents/technicalguidelinesita1_8.pdfATHENA. Digitisation: standards landscape for european museums, archives,libraries. 2009.http://www.athenaeurope.org/index.php?en/110/promotional-material/11/10-booklet-digitisation-standards-landscape-for-european-museums-archiveslibraries4.3.1.1 OCR: trattamento del testoDurante la composizione di una mostra digitale può capitare di doverdigitalizzare un volume, una rivista, una cartolina ecc., o parti di essi. Atal fine è bene sa<strong>per</strong>e che lo si può fare acquisendo la sola immagine diuna o più parti di quel volume o, tramite un software OCR, ottenendoneanche la conversione testuale.81


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiGli OCR (Optical Character Recognition) sono sistemi di riconoscimento otticodei caratteri stampati e datt<strong>il</strong>oscritti, ovvero programmi ut<strong>il</strong>izzati <strong>per</strong> la conversionedel testo contenuto in un’immagine digitale in un testo digitale modificab<strong>il</strong>econ un programma di editing. Il livello di accuratezza raggiunto dai sistemiOCR nel riconoscimento dei caratteri su di un moderno <strong>documento</strong> è moltoelevato, ma è diffic<strong>il</strong>mente applicab<strong>il</strong>e quando si ut<strong>il</strong>izza su libri antichi o scrittia mano libera <strong>per</strong> i quali ad oggi non esiste ancora una tecnologia adeguata.La scansione tramite OCR, quale che sia <strong>il</strong> programma <strong>per</strong> cui si opta(i principali programmi di OCR oggi disponib<strong>il</strong>i sul mercato sono Omnipage,FineReader, ReadIris, TextBridge; in generale, <strong>gli</strong> attuali prodottiOpen ancora non si avvicinano alle prestazioni dei software commerciali),prevede le seguenti fasi:• acquisizione dell’immagine digitale a partire dall’oggetto analogico• definizione delle aree• scansione tramite OCR• riconoscimento del testo• verifica ortografica• esportazione e salvataggio in un formato testuale <strong>per</strong> <strong>il</strong> successivoediting (i formati .html e .pdf sono quelli più ut<strong>il</strong>izzati oltre ad essereformati pubblici, coerenti quindi con l’ottica della condivisione delle risorseweb; altri possib<strong>il</strong>i formati sono Microsoft Word, Microsoft Excel,Word Pro, WordPerfect, Clipboard, e-ma<strong>il</strong>, StarWriter ecc.).Ogni sistema <strong>per</strong> la conversione da immagini digitali in testo presentaalcune criticità e diffic<strong>il</strong>mente tutte le parole e la punteggiatura dei testipresenti nei documenti acquisiti saranno completamente prive di errori:è sempre indispensab<strong>il</strong>e, alla fine del processo di riconoscimento otticodei caratteri, un’attenta verifica manuale finale e una completa r<strong>il</strong>etturadel <strong>documento</strong> ottenuto confrontato con l’originale.I programmi di OCR effettuano un controllo ortografico sul testo riconosciutodall’immagine di origine e, in base ai dizionari in lingua dicui dispongono (francese, inglese, italiano ecc.), nel caso si trovino difronte ad una parola dalla decifrazione incerta, suggeriscono quale siaquella possib<strong>il</strong>e. Nel caso <strong>il</strong> sistema non offra <strong>il</strong> termine corrispondente,sarà compito dell’o<strong>per</strong>atore scrivere quello corretto. I dizionari dei programmiOCR hanno la “capacità” di implementarsi con i termini inseritidall’o<strong>per</strong>atore in modo che, ogni qualvolta viene riproposta al sistemadi riconoscimento la stessa immagine dello stesso termine (risultata incerta<strong>per</strong> <strong>il</strong> riconoscimento) all’interno di altre pagine del <strong>documento</strong> inlavorazione, <strong>il</strong> programma sarà in grado di riconoscerla.Nel caso si disponga unicamente di immagini acquisite a bassa risoluzione,oppure di immagini che riproducono delle pagine con una “cattiva”stampa all’origine (scolorita, invecchiata o rovinata), la procedura82


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialipuò trasformarsi in un vero tormentone <strong>per</strong> l’o<strong>per</strong>atore: una bassa <strong>per</strong>centualedi riconoscimento dei caratteri da parte del sistema necessitadi un controllo a vista e di un confronto totale di parole e punteggiatura.Formati e peso del f<strong>il</strong>e di testoUna copia tendenzialmente imitativa di un volume originale può essereriproposta digitalmente in diversi formati: .pdf, .html, .doc, .rtf ecc. Perottenere un buon risultato in un’o<strong>per</strong>azione di riconoscimento ottico deicaratteri è fondamentale che l’immagine di partenza sia acquisita a unarisoluzione minima di 300 dpi.L’o<strong>per</strong>a in formato testo ottenuta con procedure OCR “pesa” molto menorispetto alla stessa o<strong>per</strong>a in formato immagine; <strong>per</strong> questo motivo se nepuò più agevolmente fruire sul web, ad esempio all’interno di una mostravirtuale, memorizzandola in un unico f<strong>il</strong>e. La versione dello stesso <strong>documento</strong>in formato immagine, pur essendo più pesante, se messa in retedeve essere suddivisa in decine di f<strong>il</strong>e, consentendo così la riproduzionedell’o<strong>per</strong>a nella sua forma originale, con indubbi vantaggi, ad esempio,nel caso di edizioni pregiate.L’o<strong>per</strong>a in formato testo <strong>per</strong>mette l’uso dello strumento “Ricerca parole”,opzione ut<strong>il</strong>issima <strong>per</strong> lo studio, l’analisi o la navigazione all’interno del<strong>documento</strong>.Di seguito viene riportato un confronto dello stesso volume proposto siain formato immagine che in un formato testo ottenuto con OCR.Un esempio di o<strong>per</strong>a originaleottenuta tramite scansione della sola immagine83


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiUn esempio di o<strong>per</strong>atendenzialmente imitativadell’originale ottenuta con OCRIn questo caso l’intera o<strong>per</strong>a di278 pagine in formato testo ècontenuta in un f<strong>il</strong>e di soli 796KB, mentre in formato immagine,<strong>per</strong> renderla fruib<strong>il</strong>e sul web, èstata suddivisa in 136 f<strong>il</strong>e delladimensione complessiva di 55 MBPer ragioni ed esigenze diverse (obiettivi, software ut<strong>il</strong>izzati o disponib<strong>il</strong>i,risorse ecc.) è possib<strong>il</strong>e effettuare un OCR e salvare <strong>il</strong> testo riconosciutoanche sotto l’immagine originale.Il vantaggio offerto dal formato OCR è che si può ut<strong>il</strong>izzare la funzione Cercaparola nel testo mantenendo “in su<strong>per</strong>ficie” l’aspetto dell’o<strong>per</strong>a originale.Lo svantaggio è rappresentato inevitab<strong>il</strong>mente dalle elevate dimensioni.Nell’immagine precedente, l’interfaccia grafica è quella dell’immagineoriginale compressa e sotto l’immagine, non visib<strong>il</strong>e, è stato registrato <strong>il</strong>testo vero e proprio.84


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiNell’immagine seguente, è visib<strong>il</strong>e un esempio di testo in formato HTML.Come <strong>per</strong> altri tipi di f<strong>il</strong>e (ad esempio <strong>per</strong> le immagini), i documenti acquisiticon OCR in formato .pdf e .html possono essere corredati di elementiinterattivi (ad esempio: indici, link interni) sia <strong>per</strong> una più agevole navigazioneall’interno delle pagine del testo (inteso quindi come volume o partedi volume), sia <strong>per</strong> poter offrire informazioni aggiuntive non contenutenell’edizione analogica originale (ad esempio: note, commenti ecc.).Nell’esempio sottostante, vediamo un’edizione digitale realizzata con proceduraOCR: <strong>il</strong> testo è salvato sotto l’immagine originale. L’edizione è statacorredata di elementi interattivi quali link ed indici, sia <strong>per</strong> agevolare la navigazioneall’interno del <strong>documento</strong> sia <strong>per</strong> dare informazioni aggiuntive.Vantaggi derivanti dall’uso dell’OCRAttraverso la lettura di un testo convertito in formato pdf è possib<strong>il</strong>e anchemetadatare un <strong>documento</strong> con dei tag.85


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiPer poter eseguire tale o<strong>per</strong>azione, è possib<strong>il</strong>e aggiungere dei tag sfruttandoalcuni strumenti di Acrobat. Il motore di inferenza di Acrobat cerca di desumerei tag adatti analizzando le caratteristiche dei paragrafi presenti nel<strong>documento</strong>. Per documenti semplici <strong>il</strong> risultato è piuttosto soddisfacente, maquasi certamente sarà necessario effettuare de<strong>gli</strong> interventi sul PDF ottenuto.Inoltre, con tali finalità esistono dei crawler di tipo open source che<strong>per</strong>mettono, in base a un criterio statistico, di taggare in modo automaticoun <strong>documento</strong> scansionato con OCR.I testi ottenuti con OCR di volumi interamente o parzialmente riproposti all’internodi una mostra virtuale online presentano l’inconfutab<strong>il</strong>e vantaggio dipoter essere indicizzati e quindi risultare ricercab<strong>il</strong>i sui motori di ricerca (ades. Google), compresi quelli interni al portale/sito in cui quella mostra virtualerisiede. Ragion <strong>per</strong> cui non sarà solamente ricercab<strong>il</strong>e, come avviene <strong>per</strong> leimmagini non OCR di un volume, l’eventuale didascalia (testuale) posta acorredo di un’immagine, ma anche ciò che quel determinato volume contiene,con innegab<strong>il</strong>i vantaggi <strong>per</strong> la re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>ità di quel testo stesso nel web.OCRRaccomandazioni in p<strong>il</strong>loleGeneriche• Stab<strong>il</strong>ite subito la politica di acquisizione di un testo in formato digitalevalutandone vantaggi e svantaggi rispetto alla scansione della solaimmagine di una o più parti di un volume o alla conversione testualetramite un software OCR• Dopo aver effettuato la scansione in OCR, <strong>il</strong> risultato va ricontrollatodall’o<strong>per</strong>atore con un’attenta lettura: la qualità del testo originale èdirettamente proporzionale alla riconoscib<strong>il</strong>ità dei caratteri tramite unsistema OCR• Potete corredare <strong>il</strong> f<strong>il</strong>e in formato .pdf e .html ottenuto con OCR dielementi interattivi (ad es.: indici, link interni) <strong>per</strong> fac<strong>il</strong>itarne la letturae <strong>per</strong> poter offrire informazioni aggiuntive non contenute nell’edizioneanalogica originale (ad es.: note, commenti ecc.).Tecniche• Se volete ottenere un f<strong>il</strong>e più leggero in termini di Kbyte e quindi piùfruib<strong>il</strong>e sul web, è preferib<strong>il</strong>e scansionare <strong>il</strong> <strong>documento</strong> con sistemi OCR• La stessa o<strong>per</strong>a in formato immagine risulta notevolmente più pesantema al tempo stesso vi consente la riproduzione dell’o<strong>per</strong>a nella suaforma originale (ut<strong>il</strong>e nel caso di edizioni pregiate)• Associate didascalie e tag significativi rispetto al contenuto ottenuto conOCR, in modo da renderlo più fac<strong>il</strong>mente re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>e sui motori di ricerca• Se possib<strong>il</strong>e, aggiungete ai f<strong>il</strong>e in OCR dei metadati in modo daaccrescere le informazioni su<strong>gli</strong> stessi e renderli indicizzab<strong>il</strong>i su web.Relative al diritto d’autore• Verificate i diritti di proprietà intellettuale del testo oggetto discansione in modo da poterlo mettere a disposizione dell’utenzaweb solo dietro richiesta formale di autorizzazione a chi detiene quei diritti.86Per approfondireLivio Mondini. L’accessib<strong>il</strong>ità dei documenti elettronici (parte terza).Creare f<strong>il</strong>e pdf accessib<strong>il</strong>i e flessib<strong>il</strong>ihttp://www.pubbliaccesso.gov.it/biblioteca/manualistica/PDF.pdf


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimediali4.3.2 AudioIl suono è costituito da una sequenza di vibrazioni nel tempo, ognunacon una propria frequenza di osc<strong>il</strong>lazione e ampiezza.Esempio di sequenza di vibrazioni(asse orizzontale: tempo; asse verticale: osc<strong>il</strong>lazione di frequenza)Per digitalizzare <strong>il</strong> suono occorre attivare un processo di campionatura(sampling), che comporta la suddivisione del tempo in segmenti abbastanzapiccoli, all’interno dei quali si va a misurare <strong>il</strong> livello dell’intensità trasmesso.Durante <strong>il</strong> campionamento la forza del segnale analogico viene misurata inmodo numerico a intervalli di tempo predefiniti. I valori ottenuti del segnalesono quindi incamerati in forma sia compressa che non, secondo necessità.Esistono standard proprietari che offrono ottime <strong>per</strong>formance in termini divelocità di trasmissione e qualità del suono (come AIFF, WAV, WMA, REA-LAUDIO, AU), ma <strong>il</strong> formato standard open <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo di suoni compressisul web è l’MP3.Titolo MP3 – MPEG Layer 3Coding of Moving Pictures and Associated Audio for Digital Store MediaAutoreProduttoreData 1993IdentificativoDirittiDescrizioneITU –T (International Telecommunication Union - TelecommunicationStandardization Sector)International Organization for Standardization (ISO)ISO/IEC 11172:1993, Part 3: AudioISO/IEC 13818, Part 3: AudioISO/IEC 14496, Part 3: Audio(Amendment 1: Audio extension)Standard a<strong>per</strong>toMP3 è un algoritmo di compressione audio con <strong>per</strong>dita d’informazioni (lossy) in gradodi ridurre drasticamente la quantità di dati richiesti <strong>per</strong> memorizzare un suono,rimanendo comunque una riproduzione accettab<strong>il</strong>mente fedele del f<strong>il</strong>e originalenon compresso.87


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiRaccomandazioni in p<strong>il</strong>loleAudioGeneriche• Stab<strong>il</strong>ite fin dall’inizio la politica di fruizione e riuso dei f<strong>il</strong>e audio da partedell’utente• Valutate attentamente la durata dei f<strong>il</strong>e audio che volete rendere fruib<strong>il</strong>e<strong>per</strong> mantenere viva l’attenzione dell’utente• Specificate <strong>il</strong> formato e <strong>il</strong> peso del f<strong>il</strong>e da scaricare.Tecniche• Evitate di inserire musiche in background se non strettamente legateal contenuto che si vuole visualizzare al momento (es. Mostra su Verdi,va bene un sottofondo musicale di un’o<strong>per</strong>a di Verdi solo se strettamentelegato al libretto dell’o<strong>per</strong>a che si presenta)• Inut<strong>il</strong>i sottofondi possono essere fastidiosi <strong>per</strong> l’utente e potrebberointerferire con le tecnologie assistive• Date all’utente la possib<strong>il</strong>ità di attivare o disattivare manualmente<strong>il</strong> f<strong>il</strong>e audio• Rispettate i requisiti di accessib<strong>il</strong>ità, fornendo testo alternativo.Relative al diritto d’autore• Verificate i diritti di proprietà intellettuale associati a ogni f<strong>il</strong>e audio• In Italia, <strong>per</strong> inserire musica da scaricare o ascoltare in un sito webè necessario prima ottenere dalla SIAE una licenza e corrispondereun compenso <strong>per</strong> <strong>gli</strong> autori e <strong>gli</strong> editori delle musiche che si vo<strong>gli</strong>onout<strong>il</strong>izzare. Non si tratta di una tassa, ma di un compenso <strong>per</strong> <strong>il</strong> lavoro dichi crea una composizione musicale (da sito SIAE)• Oltre alla licenza della SIAE <strong>per</strong> la musica, se si ut<strong>il</strong>izzano registrazionioriginali delle o<strong>per</strong>e (tratte da cd-audio, dvd, siti internet) è necessarioprima contattare le case discografiche ed ottenere la loro autorizzazione(da sito SIAE)• Per musica libera da scaricare e ut<strong>il</strong>izzare gratuitamente senza doverepagare i diritti d’autore, si possono ut<strong>il</strong>izzare siti web specializzati.Questo è <strong>il</strong> modo più economico <strong>per</strong> disporre di brani musicali• Per la musica si può ricorrere a musiche composte ad hoc <strong>per</strong> <strong>il</strong> prodottoo a reinterpretazioni di o<strong>per</strong>e <strong>per</strong> le quali sono scaduti i diritti• In genere, <strong>gli</strong> spezzoni inferiori ai 30 secondi, equiparati a una citazione,possono essere ut<strong>il</strong>izzati senza dover pagare i diritti, purché a scoponon commerciale.Per approfondireMINERVA. Linee guida tecniche <strong>per</strong> i programmi di creazione di contenuticulturali digitali, edizione italiana 2.0, a cura di Giuliana De Francesco. 2006.http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/servprov/documents/technicalguidelinesita1_8.pdfATHENA. Digitisation: standards landscape for European museums,archives, libraries. 2009.http://www.athenaeurope.org/index.php?en/110/promotional-material/11/10-booklet-digitisation-standards-landscape-for-european-museums-archiveslibraries88


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimediali4.3.3 VideoLa digitalizzazione di f<strong>il</strong>e video aggiunge la dimensione del tempo alladigitalizzazione di immagini. Inizialmente <strong>il</strong> processo è sim<strong>il</strong>e alla produzionedi immagini raster che, in seguito, vengono riprodotte in una velocissimasuccessione di immagini. Il numero di tali immagini al secondoviene detto frame rate.La qualità di un video digitalizzato è definita attraverso tre fattori: risoluzione,profondità del colore e frame rate.I video digitalizzati possono dar luogo a enormi quantità di dati, questoè <strong>il</strong> motivo <strong>per</strong> <strong>il</strong> quale la compressione è estremamente importante.La compressione consiste nella considerazione che solo piccolissimeporzioni di immagini cambiano da un frame al successivo.Per quanto riguarda <strong>gli</strong> standard di codifica, la situazione è sim<strong>il</strong>e a quelladella codifica dei f<strong>il</strong>e audio, con la fami<strong>gli</strong>a de<strong>gli</strong> standard open MPEG econ <strong>gli</strong> insiemi di standard proprietari che offrono funzioni particolari.Un video può essere:• scaricato dal web e visualizzato off-line in qualsiasi momento• visualizzato in streaming video o streaming media.Lo streaming video è una sequenza di immagini inviate in formatocompresso attraverso <strong>il</strong> web, che vengono mostrate all’arrivo. Lo streamingmedia è lo streaming video con l’aggiunta del suono. Con questatecnica, l’utente non deve aspettare che <strong>il</strong> video venga totalmente scaricatosul suo dispositivo <strong>per</strong> poterlo visionare (e/o ascoltare), in quanto leinformazioni vengono inviate in un flusso continuo (stream) ed elaborateall’arrivo. Per fruire dello streaming, è necessario scaricare un softwareapposito, che decomprime le informazioni e invia <strong>il</strong> video e l’audio rispettivamenteal monitor e alla scheda audio.Una delle applicazioni di questa tecnica è la diretta. In questo caso <strong>il</strong>segnale video viene compresso in un segnale digitale e trasmesso inrete da un server speciale in grado di inviare lo stesso video a più utentiallo stesso tempo (multicasting).Per l’ut<strong>il</strong>izzo sul web, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>mato deve essere ottimizzato. I formati piùut<strong>il</strong>izzati oggi sono FLV, AVI, MOV Quicktime, WMV.Se invece si vuole <strong>per</strong>mettere la consultazione del f<strong>il</strong>mato in modalitàoff-line possono essere ut<strong>il</strong>izzati altri formati come: MPEG, MPEG2,MPEG4 e la sua variante proprietaria DIVX, che garantiscono un buonrapporto tra qualità e compressione.89


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiTitolo FLV - AVI - MOV -Flash Audio QuicktimeVideoVideoFormatInterleaveAutore Macromedia Microsoft Corporation Apple Computer Inc.(New Adobe)Produttore Adobe Systems Microsoft Corporation Apple Computer Inc.IncorporatedData Dal 2002 (?) Dal 1991Identificativo Non disponib<strong>il</strong>e Non disponib<strong>il</strong>e Non disponib<strong>il</strong>eDiritti Copyright Adobe Copyright Microsoft Copyright AppleSystems Incorporated Corporation Computer Inc.Descrizione Permette livelli di Formato audio/video MOV è <strong>il</strong> formatocompressione, tradizionalmente gestito di Apple Quicktimerisoluzione e da Windows, supporta dei sistemiqualità totalmente diversi livelli di Macintosh<strong>per</strong>sonalizzab<strong>il</strong>i, e compressione. ed equivalente advanta benefici sia Spesso viene identificato AVI <strong>per</strong> Windows.<strong>per</strong> l’utente sia <strong>per</strong> con i due più diffusi: Supporta molti<strong>il</strong> webmaster. DV e DivX. livelli diIl formato FLV e Se quest’ultimo non si compressionel’ut<strong>il</strong>izzo integrato presta molto alla fase di e molte funzionidelle funzionalità cattura, <strong>il</strong> DV è video avanzatedi Flash <strong>per</strong> i certamente <strong>il</strong> più adatto (compresa l’altavideo presenta <strong>per</strong> ottenere video di definizione).consistentiqualità (lo stessovantaggi.ut<strong>il</strong>izzato dallaLa tecnologiavideocamera).Flash è disponib<strong>il</strong>e Rimane <strong>il</strong> formato video<strong>per</strong> tutti i computer più adatto <strong>per</strong> chi lavorae sistemi o<strong>per</strong>ativi su sistemi Windowse, di fatto, si trova e coi software di editing.già installata sulla In pratica: se si intendequasi totalità difare editing delle propriecomputer ab<strong>il</strong>itati riprese è consi<strong>gli</strong>ataalla navigazione in la cattura direttamente inInternet, ed èformato MiniDV (AVI),compatib<strong>il</strong>e con la che conserva qualitàmaggior parte dei e quadro video originali.sistemi checonsentono dimettere onlinei video.90


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiTitolo MPEG/ MPEG2 – MPEG4 – WMV –Coding of Moving Coding of Moving WindowsPictures Ex<strong>per</strong>ts Pictures Ex<strong>per</strong>ts Media VideoGroup andGroup andAssociated Audio Associated Audiofor Digital Storage for Digital StorageMediaMediaAutore ITU-T Moving Picture Microsoft Corporation(InternationalEx<strong>per</strong>ts GroupTelecommunicationUnion TelecommunicationStandardization Sector)Produttore International International MicrosoftOrganization for Organization for CorporationStandardization Standardization(ISO)(ISO)Data 2000 1999 (versione 1) (?)2001 (versione 2)Identificativo ISO/IEC ISO/IEC 14496 Non disponib<strong>il</strong>e13818:2000Diritti Open Standard Open Standard Copyright MicrosoftCorporationDescrizione I formati MPEG e MPEG-4 o DivX, Formato di MicrosoftMPEG2 hanno <strong>il</strong> pregio attualmente molto <strong>per</strong> i progettidi aver decisamente ut<strong>il</strong>izzato, offre la multimediali soprattuttoridotto le dimensioni stessa qualità di in alta definizione.dei f<strong>il</strong>e mantenendo una MPEG-2 con una Molto versat<strong>il</strong>enotevole qualità di compressione circa e “a<strong>per</strong>to” <strong>per</strong> la varietàimmagine, NON si tre volte su<strong>per</strong>iore. dei livelli diprestano ai progetti Ideale <strong>per</strong> i video compressionecomplessi di editing sul Web e supportati.<strong>per</strong>ché memorizzano Podcasting. Se si vuole fare videosolo alcuni fotogrammi.editing in altaSono un ottimodefinizione può esserecompromesso trauna valida scelta.dimensioni e qualitàvideo, tanto da esserestati scelti come standardsia <strong>per</strong> i DVD che <strong>per</strong> letrasmissioni televisivedigitali. In pratica: <strong>per</strong>chi deve riversare subitoda videocamera a DVDnon necessita di unprocesso diricodificazione.91


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiSi possono trovare online numerosi software open source, freeware o a pagamentoche consentono di convertire e comprimere i f<strong>il</strong>e video (ad esempio,AVS Converter, Imtoo FLV Converter, Total Video Converter ecc.).Un altro parametro da considerare è <strong>il</strong> formato dello schermo (aspectratio) col quale si intende visualizzare <strong>il</strong> video.L’aspect ratio è <strong>il</strong> rapporto tra larghezza/altezza dell’immagine. In tuttele fasi (ripresa con la videocamera, editing e riversamento) l’aspect ratiodeve essere rispettato. Questo parametro è sempre presente tra le impostazionidel progetto nel software di video editing ut<strong>il</strong>izzato.4:3 (Quattro terzi)Formato schermo standard della televisione dalla sua nascita.È adottato in quasi tutte le trasmissioni televisive anche secon la nascita dei Dvd e dei nuovi formati televisivi digitaliè destinato a scomparire.16:9 (Widescreen)Formato caratterizzato dalle dimensioni orizzontali più ampiedel classico schermo televisivo, con le proporzioni panoramichedel grande schermo cinematografico. Ne esistono variantipiù o meno allargate.LetterboxTecnica che <strong>per</strong>mette di visualizzare <strong>il</strong> formato widescreen suinormali schermi 4:3. Il rapporto tra altezza e larghezza rimaneuguale, ma l’immagine viene scalata fino a rientrare nello schermocon le conseguenti due bande nere orizzontali sopra e sotto <strong>il</strong> video.Pan&ScanTecnica che <strong>per</strong>mette di visualizzare f<strong>il</strong>m widescreen su 4:3.La differenza col letterbox sta nel mostrare solo la parte centraledell’immagine ta<strong>gli</strong>andola sui lati.I formati dello schermo più ut<strong>il</strong>izzatiUn video memorizzato su una piattaforma esterna può essere incorporatonel proprio sito web attraverso la procedura dell’embedding.I principali siti web dedicati alla visualizzazione e condivisione di video(Youtube, Vimeo ecc.) forniscono una stringa di codice html associataa ogni videoclip che si intende incorporare nella propria pagina web,facendo un semplice “copia e incolla” all’interno del codice sorgente delsito. Si crea così un player incorporato, che potrà anche essere modificatorelativamente a<strong>gli</strong> attributi di larghezza e altezza e al colore deibordi. Il video verrà riprodotto all’interno del sito quando l’utente farà clicsul pulsante di riproduzione.92


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiOgni supporto può essere incorporato nelle pagine web: RealMedia (adesempio, RealVideo, RealAudio), F<strong>il</strong>mati QuickTime, Animazioni Flash ecc.Raccomandazioni in p<strong>il</strong>loleGeneriche• Stab<strong>il</strong>ite fin dall’inizio la politica di fruizione e riuso dei f<strong>il</strong>e videoda parte dell’utente• Valutate attentamente la durata dei f<strong>il</strong>e video che volete rendere fruib<strong>il</strong>i<strong>per</strong> mantenere viva l’attenzione dell’utente• Specificare <strong>il</strong> formato e <strong>il</strong> peso del f<strong>il</strong>e da scaricare, indicando la duratadel downloading in base alla connessione ut<strong>il</strong>izzata.Tecniche• Date all’utente la possib<strong>il</strong>ità di attivare o disattivare manualmente<strong>il</strong> f<strong>il</strong>e video• Rispettate i requisiti di accessib<strong>il</strong>ità, fornendo testo alternativoe sottotitoli.VideoRelative al diritto d’autore• Verificate i diritti di proprietà intellettuale associati a ogni f<strong>il</strong>e video• In genere, <strong>gli</strong> spezzoni inferiori ai 30 secondi, equiparati a una citazione,possono essere ut<strong>il</strong>izzati senza dover pagare i diritti, purché ut<strong>il</strong>izzatia scopo non commerciale• L’embedding può costituire una forma di infrazione della proprietàintellettuale. Verificate sempre i termini d’uso legati alla risorsache si intende incorporare.Per approfondireMINERVA. Linee guida tecniche <strong>per</strong> i programmi di creazione di contenuticulturali digitali, edizione italiana 2.0, a cura di Giuliana De Francesco. 2006.http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/servprov/documents/technicalguidelinesita1_8.pdfATHENA. Digitisation: standards landscape for european museums,archives, libraries. 2009.http://www.athenaeurope.org/index.php?en/110/promotional-material/11/10-booklet-digitisation-standards-landscape-for-european-museumsarchives-libraries4.3.4 3DNel sempre maggiore affermarsi del 3D nel campo della comunicazione<strong>per</strong> immagini, è necessario fare un distinguo <strong>per</strong> ciò che concerne lanatura (e la successiva fruizione) di tale mezzo tecnologico.Per 3D si intende generalmente la possib<strong>il</strong>ità di riprodurre su una su<strong>per</strong>ficie2D un’immagine o una sequenza di immagini in maniera taleda far apparire quanto rappresentato come dotato di una profondità. Le93


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialitecnologie <strong>per</strong> arrivare a ciò sono disparate e vanno dalla complessaricostruzione tramite modelli matematici in grafica computerizzata allasemplice (e ormai antica…) fotocamera stereoscopica.È proprio su questi due modelli che bisogna o<strong>per</strong>are <strong>il</strong> primo grandediscernimento tra i diversi tipi di 3D, i quali si distinguono innanzitutto inbase alla loro possib<strong>il</strong>ità di fruizione: da un lato quelli che possono esserevisti senza l’aus<strong>il</strong>io di dispositivi integrativi (occhialini, stereoscopiecc.), dall’altro quelli che invece non possono farne a meno.Anche la natura stessa del 3D è profondamente diversa, essendoviquello creato al computer e quello che nasce in ripresa (foto e/o videoche sia). I due sistemi sono successivamente integrab<strong>il</strong>i <strong>per</strong> fornire unprodotto da visualizzarsi con particolari occhiali, metodologia, questa,oggi normalmente usata dall’industria cinematografica.Senza voler entrare in detta<strong>gli</strong> tecnici inerenti i differenti tipi di 3D in usonel cinema e nella televisione (3D attivo, passivo, polarizzato) e volendorestare alla sola rappresentazione tridimensionale di un contenutotramite un “semplice” schermo di computer, bisogna comunque prenderein considerazione – oltre alla grafica computerizzata – <strong>gli</strong> ana<strong>gli</strong>fi,fac<strong>il</strong>mente interpretab<strong>il</strong>i tramite l’uso di occhialini con lenti dotate di f<strong>il</strong>tricolorati e re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>i a basso costo o addirittura costruib<strong>il</strong>i in proprio.L’integrazione in una mostra virtuale di immagini, ambienti e/o <strong>per</strong>corsitridimensionali deve, principalmente <strong>per</strong> ragioni tecniche, ma anche <strong>per</strong>i costi, confrontarsi esclusivamente con queste due metodologie.Prima di entrare un po’ più nel detta<strong>gli</strong>o bisogna aggiungere che esisteun terzo, “falso”, modo di inserire la tridimensionalità in una mostravirtuale e fare una piccola considerazione su vantaggi e svantaggi diquesti procedimenti.Tramite una particolare tecnica di ripresa fotografica, la panografia, sipossono infatti successivamente unire – con particolari software – lefoto scattate e ottenere la rappresentazione di un ambiente sotto formadi una sfera (o di un cubo) entro la quale si è “sospesi” in un punto centraleda cui è possib<strong>il</strong>e osservare ciò che ci circonda in ogni direzionesenza soluzione di continuità. Questo effetto, generalmente chiamatoanch’esso 3D, è in realtà un “finto 3D”, in quanto nasce da immagini pianeunite e proiettate in modo da formare un planisfero <strong>il</strong> quale, una volta“chiuso”, pur lasciando la possib<strong>il</strong>ità di osservare ogni punto tutt’intornoa sé, non dà l’<strong>il</strong>lusione della profondità de<strong>gli</strong> oggetti (vedi 2.2.4).Trattandosi di tecnologie 3D da ut<strong>il</strong>izzarsi all’interno di una mostra virtuale,si è volutamente, in questa sede, soprasseduto alla descrizionedelle caratteristiche e potenzialità derivanti dall’uso dello scanner laser94


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialinella costruzione di un modello 3D di un ambiente o di un re<strong>per</strong>to inquanto, visti <strong>gli</strong> alti costi e la complessità di ut<strong>il</strong>izzo, la fruizione di talemezzo è <strong>per</strong> lo più riservata a un uso esclusivamente scientifico.VANTAGGISVANTAGGIGrafica • Possib<strong>il</strong>ità di ricostruire ambienti • Alti costicomputerizzata e beni anche non più esistenti • Texture “disegnata” o, secon un’alta valenza scientifica. fotografica, di bassa qualità:• Possib<strong>il</strong>ità di mostrare uno spesso l’utente medio –spaccato o un esplosoignaro del lavoro scientifico diassonometrico al fine di una costruzione del modello 3D –mi<strong>gli</strong>or comprensionesottovaluta la ricostruzionedelle architetture.equiparandola ad un videogioco.• Una fruizione ottimale richiedeuna scheda video di qualità e unprocessore veloce.Panografia • Visione dei luoghi “naturale”, come • Produzione “ad hoc” delle immagini.attraverso l’occhio umano.• Necessita <strong>per</strong> la visualizzazione• Perfetta corrispondenza cromatica di un plug-in. Generalmente(se ben eseguiti sia in ripresa Adobe Flash Player (nativo sul 97%che in post produzione).dei PC) o Quick Time. In altri,• Possib<strong>il</strong>ità di inserire contenuti rari casi, si tratta di plug-inmultimediali di varia natura in ogni proprietari.ambiente ripreso.• Una fruizione ottimale richiede• Modularità del “tour interattivo” una scheda video di qualitàottenib<strong>il</strong>e e dei conseguenti costi. e un processore veloce.• Impossib<strong>il</strong>ità di ricostruireambienti non più esistenti.Ana<strong>gli</strong>fi • Bassi costi. • Uso di occhialini (a lenti colorate)• Possib<strong>il</strong>ità di ricavare <strong>il</strong> 3D anche • Perdita di fedeltà cromaticada un’immagine singola in archivio. (inadatti <strong>per</strong> un uso scientifico• Sul web sono ancora una “novità” delle immagini).e se adeguatamente usati possonofornire un traino alla visita <strong>per</strong>utenze differenti da quelleistituzionali.• Disponib<strong>il</strong>ità di software gratuiticon cui creare rapidamentei diversi tipi di ana<strong>gli</strong>fi.4.3.4.1 La grafica computerizzataIl 3D è un componente della grafica computerizzata che si basa sull’elaborazionedi modelli virtuali.La grafica computerizzata tridimensionale è bas<strong>il</strong>armente la scienza, lo studioe <strong>il</strong> metodo di proiezione della rappresentazione matematica di oggettitridimensionali tramite un’immagine bidimensionale attraverso l’usodi tecniche come la prospettiva e l’ombreggiatura <strong>per</strong> simulare la <strong>per</strong>cezionedi questi oggetti da parte dell’occhio umano.95


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiOgni sistema 3D deve fornire due elementi: un metodo di descrizionedel sistema 3D stesso (“scena”), composto di rappresentazioni matematichedi oggetti tridimensionali (dette “primitive”), e un meccanismo diproduzione di un’immagine 2D dalla scena, detto renderer.Il rendering <strong>per</strong>ciò è <strong>il</strong> processo di produzione dell’immagine finale apartire dal modello matematico del soggetto (scena). Esistono molti algoritmidi rendering, ma tutti implicano la proiezione dei modelli 3D suuna su<strong>per</strong>ficie 2D.Lo shading (lett. “ombreggiatura”) è <strong>il</strong> processo di determinazione delcolore di un determinato pixel dell’immagine. Esso comprende in genere<strong>il</strong> processo di <strong>il</strong>luminazione (lighting), che ricostruisce l’interazione tra<strong>gli</strong> oggetti e le sorgenti di luce.La diffusione su web di modelli computerizzati 3D può avvenire attraverso:• immagini, anche a 360°• f<strong>il</strong>mati e animazioni• modelli 3D fruib<strong>il</strong>i in tempo reale.L’ut<strong>il</strong>izzo dei modelli 3D attraverso immagini è sicuramente diffuso e immediato;ovviamente non ci sono indicazioni particolari <strong>per</strong> le modalità difruizione <strong>per</strong>ché le immagini generate sono del tutto equivalenti alle normaliimmagini ut<strong>il</strong>izzate nel web e in generale nelle applicazioni multimediali.Un ut<strong>il</strong>e strumento di modellazione 3D è sicuramente <strong>il</strong> software opensource Google Sketch up (http://sketchup.google.com/intl/it/).Un modello 3D reso attraverso un’immagine96


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiLa generazione di f<strong>il</strong>mati a partire dalle ricostruzioni 3D realizzate èprobab<strong>il</strong>mente la pratica più diffusa, sia nella fruizione multimediale on-lineche off-line. Caratteristica dei f<strong>il</strong>mati è quella di non essere interattivi ameno di una programmazione specifica all’interno di applicazioni multimediali,e di essere d’altra parte fruib<strong>il</strong>i nella totalità delle diverse piattaformehardware e software e su diversi media in modalità on-line e off-line.Nella generazione dei f<strong>il</strong>mati, come <strong>per</strong> le immagini, è fondamentale laqualità artistica del media prodotto, così come la sceneggiatura e regiadel <strong>per</strong>corso di visita che deve essere generato. Devono essere inoltreanalizzati <strong>gli</strong> obiettivi di ut<strong>il</strong>izzo del f<strong>il</strong>mato che possono essere: didattici,divulgativi, promozionali ecc. Sulla base di questi, <strong>il</strong> f<strong>il</strong>mato va integratocon audio, animazioni scritte, sovrapposizione di elementi grafici 2D oimmagini reali che hanno lo scopo di arricchire i contenuti informativi.Quasi sempre quindi sarà necessario oltre alla generazione del <strong>per</strong>corsodella visita con un motore di rendering, prevedere una fase di postproduzione <strong>per</strong> l’aggiunta di quelle informazioni necessarie alla comprensionedi ciò che si sta vedendo.Esempio di f<strong>il</strong>mato a partireda una ricostruzione 3DIl f<strong>il</strong>mato <strong>per</strong> una fruizione su web dovrà poi essere ottimizzato (vedi 4.3.3).Per quanto riguarda i modelli 3D fruib<strong>il</strong>i in tempo reale, esistono formati<strong>per</strong> la definizione e descrizione dei modelli che <strong>per</strong>ò non hannoavuto un grande riscontro da parte del mercato <strong>per</strong>ché poco efficacinella resa foto realistica.Per i programmi di fruizione di modelli 3D in tempo reale (player 3D) nonesistono soluzioni così affermate da poter essere considerate come riferimentoo standard de facto. Ad oggi esistono solo soluzioni proprietarierealizzate da società che producono motori di rendering in tempo realee che necessitano l’installazione di plug-in.97


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiProgetto BabelsWarm: esempio di modello 3D fruib<strong>il</strong>e in tempo reale su Second LifeL’ut<strong>il</strong>izzazione di animazioni e rappresentazioni 3D può essere in contrastocon l’accessib<strong>il</strong>ità dei contenuti in rete. I tempi di caricamento,la necessità di scaricare dei plug-in <strong>per</strong> la visualizzazione, ma anche <strong>il</strong>fatto che un’animazione venga considerata dai motori di ricerca comeun’immagine, <strong>per</strong> cui i contenuti non vengono indicizzati, sono alcunide<strong>gli</strong> aspetti negativi <strong>per</strong> quanto riguarda l’usab<strong>il</strong>ità e l’accessib<strong>il</strong>ità diqueste applicazioni. Queste infatti dovrebbero essere supportate da misuree strumenti <strong>per</strong> la fruizione alternativa (comunque non <strong>per</strong>fetta) deicontenuti da parte di soggetti svantaggiati.4.3.4.2 La fotografia immersivaLa panografia, o “fotografia immersiva”, rappresenta l’attuale sintesi trala tradizionale fotografia statica e <strong>il</strong> videoclip. Permette di avere una completaosservazione dell’ambiente circostante, con la comodità di visionarlosenza subire imposizioni di natura visiva (<strong>il</strong> solo punto di vista del fotografo)o di natura funzionale (guardare un f<strong>il</strong>mato subendone la regia). Inoltre,consente di “navigare” – a proprio piacimento – su<strong>gli</strong> assi verticali e orizzontalisenza soluzione di continuità tramite una rotazione di 360°X360°.Questo genere di fotografia, che può essere definito anche VR (VirtualReality), offre, quindi, la massima veridicità di quanto osservato,inducendo l’utente a esplorare l’immagine con <strong>il</strong> mouse come se fossefisicamente presente in un ambiente che si presenta fotografato, nonricostruito virtualmente con applicativi di grafica computerizzata. In talmodo si viene a ottenere una panoramica completa della realtà nellasua forma più nota e “rassicurante”: l’equivalente dell’occhio umano.98


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiInoltre, l’ambiente viene “visitato” in completa autonomia senza che l’utentesi senta “obbligato” da “vincoli” progettuali a soffermarsi su qualcosa,piuttosto che su altro, così come farebbe se fosse fisicamente all’internodel luogo rappresentato. Per semplificare, l’utente può decidere difermare l’immagine e approfondire talune zone, attraverso uno zoom ingrado di ingrandire – o allargare – la scena, assecondando così i suoiinteressi e leggere un determinato particolare fin nel detta<strong>gli</strong>o.Ogni singolo ambiente così ripreso, detto “nodo”, può essere linkato adaltri nodi formando una “scena”, o “tour interattivo”, che dà vita a un <strong>per</strong>corsoarticolato nel quale è possib<strong>il</strong>e riprodurre <strong>il</strong> tragitto che <strong>il</strong> visitatoresi troverebbe a intraprendere visitando fisicamente la mostra, nel pienorispetto dei concetti espositivi.Panografia delle Grotte di Pastena(cortesia Alfredo Corrao)A questo primo livello, corrispondente alla visita della mostra reale, èpossib<strong>il</strong>e aggiungerne altri, di diversa natura mediatica, che consentonoun approfondimento, una condivisione e un dialogo con le varietipologie di visitatori.È possib<strong>il</strong>e, ad esempio, porre un link (hotspot) – visib<strong>il</strong>e o nascosto –presso un particolare punto che, una volta attivato, apre una specifica paginaweb o un contenuto audio o testuale esplicativo di quanto si sta inquel momento osservando. Laddove nell’ambiente reale esista una postazionemultimediale <strong>per</strong> video didattici, è possib<strong>il</strong>e – grazie all’aus<strong>il</strong>io de<strong>gli</strong>sprites – inserire <strong>gli</strong> stessi f<strong>il</strong>mati (anche in formato Flash) al fine di renderecompleta la sensazione di essere realmente in “visita” alla mostra.Uno de<strong>gli</strong> hotspot di sicura ut<strong>il</strong>ità è <strong>il</strong> collegamento a gallerie fotografiche,preventivamente realizzate, che contengono una raccolta di immaginicon cui si decide di priv<strong>il</strong>egiare <strong>il</strong> punto (o argomento) in cui99


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedial<strong>il</strong>’hotspot stesso è stato posizionato. Supponendo, ad esempio, di averenell’ambiente una parete affrescata, si può realizzare un “foto-album”che consenta la visione detta<strong>gli</strong>ata delle singole figure o scene in essarappresentate. In alternativa, è possib<strong>il</strong>e linkare un’unica immagine inLHR (Large High Resolution), realizzata tramite la tecnica del t<strong>il</strong>ing, che<strong>per</strong>mette la visione di quanto ripreso fin nel più minuto detta<strong>gli</strong>o graziea un procedimento di suddivisione dell’immagine in una gri<strong>gli</strong>a regolare(vedi, a questo proposito, la parte del Google Art Project – a cui <strong>il</strong><strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i beni e le attività culturali partecipa – dedicata alla riproduzionedi alcune o<strong>per</strong>e d’arte come, ad es., la Nascita della Veneredi Botticelli, http://www.googleartproject.com/museums/uffizi/the-birth-of-venus).La tecnica del t<strong>il</strong>ing applicata alla riproduzionedella Nascita della Venere di BotticelliÈ inoltre opportuno specificare che ciascun “foto-album” può essere visionato– sempre in modo del tutto indipendente dall’ambiente VR dacui l’utente è entrato – come uno slideshow, con effetti, transizioni etracce audio, o come una serie di singole immagini.A tali immagini – ciò è fondamentale <strong>per</strong> differenziare le tipologie di fruitori– è possib<strong>il</strong>e correlare, rendendole visib<strong>il</strong>i grazie ai metadati, una serie diinformazioni specifiche che possono andare dalla semplice didascalia allascheda scientifica del bene.Anche la singola panografia può oggi essere in alta definizione (MultiRes)e – attraverso <strong>il</strong> linguaggio html5 – distribuita ai vari dispositivimob<strong>il</strong>e (smartphone, IPad ecc.).Il procedimento di lavorazione di una fotografia immersiva prevede laripresa dell’ambiente sul punto nodale anteriore della coppia fotocamera/obiettivousata e la successiva lavorazione dei f<strong>il</strong>e così ottenuti in unflusso di lavoro che può prevedere anche l’ut<strong>il</strong>izzo di diversi software dielaborazione immagini, di cui almeno uno specifico <strong>per</strong> lo stitching, unprogramma, cioè, in grado di “cucire” insieme le foto al fine di ottenereuna proiezione piana dell’ambiente ripreso.100


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiDietro le quinte della panografiaUna panografia, o fotografia panoramica immersiva, altro non è che un’immagine fotografica(interattiva) che copre un campo visivo totale di 360x180°.Questa può essere esplorata in ogni direzione, sul monitor di un computer, mediante l’ut<strong>il</strong>izzodel mouse e/o di alcuni tasti della tastiera. L’immagine, singola o montata in sequenza a formareun virtual tour, può richiedere – a seconda dei contenuti multimediali in essa integrati– la connessione a Internet <strong>per</strong> una completa e appagante fruizione o essere navigata inlocale, sul proprio PC o su quello del sito o museo che si sta visitando.Ma quali sono i passi necessari alla realizzazione di una panografia? Cerchiamo di dare unarisposta (<strong>per</strong> forza di cose sintetica) indicando <strong>il</strong> “flusso lavorativo” corretto e <strong>gli</strong> strumenti(alcuni imprescindib<strong>il</strong>i) da usare.1. La ripresaFotografare immagini immersive, o <strong>per</strong>lomeno c<strong>il</strong>indriche (i 360° solo sull’asse orizzontale)può sembrare semplice, visto che esistono addirittura diverse apps gratuite <strong>per</strong> cellulari chene consentono la realizzazione. In verità, una foto panoramica ben fatta – pur se alla portatadi tutti – necessita di particolari conoscenze e strumenti.Innanzitutto la conoscenza del punto nodale anteriore di una data coppia macchina fotografica/ obiettivo (vedi l’ampia letteratura disponib<strong>il</strong>e anche in rete <strong>per</strong> sa<strong>per</strong>ne di più…)e dei problemi legati all’errore di parallasse. Occorre poi avere fam<strong>il</strong>iarità con i principidell’esposizione in manuale, della profondità di campo e dell’i<strong>per</strong>focale.Indispensab<strong>il</strong>e l’uso del treppiede e di una particolare testa detta “panoramica”(pano head). Questa testa consente di muovere la fotocamera lungo i 3 assi X, Y, Z e dispostare <strong>il</strong> punto di aggancio della stessa al cavalletto quel tanto che basta da <strong>per</strong>metternela rotazione non sull’asse nodale posteriore (di solito corrispondente al foro di attacco delcavalletto) ma su quello anteriore (spesso vicino alla lente frontale dell’obiettivo).È proprio la rotazione sul punto nodale anteriore a <strong>per</strong>mettere poi la <strong>per</strong>fetta fusione delleimmagini che comporranno la panografia: l’errore di parallasse, di norma presente nelle“classiche” rotazioni, è in tal modo azzerato.Il numero de<strong>gli</strong> scatti necessari <strong>per</strong> una panografia varia a seconda dell’angolo di campoco<strong>per</strong>to dall’ottica (in posizione portrait) usata e dalla <strong>per</strong>centuale di sovrapposizione (tra <strong>il</strong>25 ed <strong>il</strong> 35%) tra le foto. A quelli ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> l’asse orizzontale si aggiungono poi <strong>gli</strong> scatti <strong>per</strong> lozenit e <strong>il</strong> nadir (cielo e terra).2. La post produzioneUna volta effettuate le riprese (assolutamente nel formato RAW nativo della fotocamera),inizia la fase della post produzione. Questa si apre con lo sv<strong>il</strong>uppo del f<strong>il</strong>e RAW: possonoessere usati i software proprietari dati in dotazione con la fotocamera o un applicativo diterze parti quale Adobe Lightroom (Camera Raw) o Apple A<strong>per</strong>ture.I f<strong>il</strong>e andranno trattati tutti nello stesso modo, uniformandone tonalità, luminosità e contrasti.A tutti andrà applicata una riduzione del rumore elettronico ingenerato dalla fotocamera, unosharpening d’input <strong>per</strong> rendere più <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>i i detta<strong>gli</strong> fini di quanto ripreso.Una volta finite le varie regolazioni dei RAW si esporteranno dei TIFF non compressi a 16 bit<strong>per</strong> mantenere <strong>il</strong> massimo livello qualitativo durante <strong>il</strong> ciclo di lavorazioni. Questi andranno101


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiora a<strong>per</strong>ti in un programma di stitching. Per la fotografia immersiva la proiezione scelta saràsempre la equirettangolare dovendo rappresentare una panoramica sferica su di un pianobidimensionale (come <strong>il</strong> planisfero delle mappe geografiche, <strong>per</strong> intenderci).Il software (PTGui, Autopano Pro, Pure Tools, Hugin e molti altri…) provvederà a correggerele deformazioni ottiche (indotte dalla lente usata) e prospettiche (dovute alla posizionedella fotocamera nello spazio al momento dello scatto) e a giuntare le foto tramitel’individuazione di decine e decine di coppie di punti di controllo nelle aree di sovrapposizionedelle foto contigue. Una volta raggiunto un soddisfacente livello di precisione nelle giunzioni(<strong>il</strong> programma calcola tale precisione dandone anche un giudizio), si può finalmenteesportare la foto che useremo <strong>per</strong> creare la panografia.A questo punto si può, se necessario, aprire la nostra equirettangolare in Photoshop <strong>per</strong>le ultime regolazioni e rifinirne <strong>il</strong> contrasto. Fatto ciò si passa all’uso di un applicativo checonsenta di trasformare <strong>il</strong> nostro lavoro in un formato <strong>leggi</strong>b<strong>il</strong>e da un browser <strong>per</strong> poterlo poipubblicare sul nostro sito.I player <strong>per</strong> le fotografie immersive e le panografie sono molteplici e <strong>il</strong> loro uso è più o menosemplice: alcuni infatti si presentano senza interfaccia grafica, sono cioè a riga di comando(KRPano), altri ne sono dotati e risultano più intuitivi nell’uso (Pano2VR ecc.).Tramite questi applicativi è possib<strong>il</strong>e trasformare la foto in una combinazione di f<strong>il</strong>es immagine(le 6 facce del cubo diversamente disposte) o in un f<strong>il</strong>mato (.SWF, .MOV) che saràrichiamato dalla pagina html ad esso collegato. Sempre attraverso tali software è possib<strong>il</strong>einserire i vari contenuti multimediali: mappe, gallerie fotografiche, link, video, contributi audio,ecc.Giunti a questo punto <strong>il</strong> lavoro è fatto: non resta che caricare <strong>il</strong> tutto sul proprio server emostrare al mondo quanto realizzato.4.3.4.3 Gli ana<strong>gli</strong>fiFin dalla nascita della fotografia nella prima metà del XIX secolo, e ancorprima tramite coppie di disegni, l’uomo ha cercato di riprodurre su cartala sensazione di tridimensionalità che la distanza interpup<strong>il</strong>lare dei suoiocchi consente. La ripresa fotografica, simultanea o meno, di uno stessosoggetto da un punto di vista decentrato di circa 6/7 centimetri (la stessa,mediamente, che c’è tra i nostri occhi) e la successiva lettura della coppiadi immagini così ottenute con un apparecchio detto stereoscopio, ha datofin da subito l’<strong>il</strong>lusione della profondità della scena inquadrata.L’ana<strong>gli</strong>fo è la sovrapposizione, a registro non <strong>per</strong>fetto, delle due fotof<strong>il</strong>trate una di rosso e l’altra del suo complementare, <strong>il</strong> ciano. Altre coppiedi colori generalmente usate sono <strong>il</strong> magenta e <strong>il</strong> verde e, anche se piùraramente, <strong>il</strong> giallo e <strong>il</strong> blu. La prima combinazione è quella che me<strong>gli</strong>orestituisce i colori, anche quelli dell’incarnato, e si ut<strong>il</strong>izza <strong>per</strong> le immagini3D stampate (poster, cartoline...) o a monitor, la combinazione deicolori verde/magenta si usa <strong>per</strong> la visualizzazione di f<strong>il</strong>m 3D nelle muradomestiche con tv e riproduttori video senza 3D nativo.102


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiL’immagine così ottenuta va vista attraverso de<strong>gli</strong> occhialini aventi ledue lenti – in plastica o in gelatina – con la stessa coppia di colori.Occhialini <strong>per</strong> la visione di ana<strong>gli</strong>fiCiò consente di vedere con ciascun occhio una sola delle due immaginie ottenere quindi l’impressione di una visione stereoscopica.La sequenza di colore con cui si sono accoppiate le immagini deve essererispettata ne<strong>gli</strong> occhialini: se la foto di sinistra è f<strong>il</strong>trata di rosso equella destra di verde, le lenti debbono avere <strong>il</strong> rosso a sinistra e <strong>il</strong> verdea destra. La coppia con <strong>il</strong> rosso a destra e <strong>il</strong> ciano a sinistra è co<strong>per</strong>tada brevetto (Deep Vision) e <strong>per</strong> questo motivo molte aziende produconoimmagini, f<strong>il</strong>mati e conseguenti occhialini con i due colori invertiti.Ana<strong>gli</strong>fi di oggetti(cortesia Alfredo Corrao)103


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiAna<strong>gli</strong>fo di un ambiente interno(cortesia Alfredo Corrao)Ana<strong>gli</strong>fo di un ambiente esternoUrbania (PU), piazza San Cristoforo, <strong>il</strong> Teatro Bramante(cortesia Alfredo Corrao)Con l’avvento del digitale sono molti i metodi <strong>per</strong> unire le due immaginie formare l’ana<strong>gli</strong>fo: si va da programmi come Photoshop, che non offreuna funzione ad hoc ma, con un po’ di conoscenza del software, produceottimi risultati, ad applicativi dedicati, molti dei quali gratuiti. Tra questiultimi alcuni offrono molteplici opzioni <strong>per</strong> l’allineamento delle immaginie/o <strong>per</strong> la scelta della coppia colore e della loro posizione.Si distingue, in questo caso, Stereophoto Maker (http://stereo.jpn.org/eng/stphmkr/index.html) che consente anche <strong>il</strong> salvataggioin formato .jps, ormai universalmente riconosciuto come <strong>il</strong> più diffusoe pratico da ut<strong>il</strong>izzare <strong>per</strong> <strong>il</strong> 3D, oltre che <strong>il</strong> noto .jpg.104


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiPiù semplici nell’uso, ma con poche possib<strong>il</strong>ità di settaggi, sono Z-Anaglyph(http://rosset.org/graphix/anaglyph/zanag_en.htm) oFree 3D Photo Maker (http://dvdvideosoft.com/it/index.htm).Fotografare <strong>per</strong> un effetto 3D significa fotografare o con una sola macchina,la quale – lasciando invariati i settaggi – viene traslata su di una slittamicrometrica <strong>per</strong> una distanza che indicativamente è pari alla distanza delsoggetto più vicino alla fotocamera diviso 20, o con una coppia di macchine– identiche anche nell’ottica usata – poste su particolari staffe.L’uso di una sola fotocamera non <strong>per</strong>mette, logicamente, la ripresa disoggetti in movimento in quanto nel tempo necessario allo spostamentodella macchina questi avrebbero cambiato posizione. La coppia di fotocamere,invece, fatte scattare in sincrono tramite semplici accessori,consente di fotografare senza alcuna limitazione.Estremamente interessante è la possib<strong>il</strong>ità, offerta esclusivamente dal digitale,di creare un ana<strong>gli</strong>fo partendo da una sola immagine <strong>per</strong>mettendodi usare in un modo nuovo e stimolante materiale d’archivio. In questocaso la procedura di post produzione dell’immagine è leggermente più articolatae quasi mai consentita dai software free dedicati al 3D fotografico.Photoshop o Gimp, offrendo la possib<strong>il</strong>ità di lavorare sui canali colore dicui è composta un’immagine RGB, sono la soluzione ideale. In rete è possib<strong>il</strong>etrovare decine di tutorial in tal senso ma <strong>il</strong> consi<strong>gli</strong>o è che, una voltacapito <strong>il</strong> meccanismo alla base, che parte sempre dalla duplicazione dellafoto, ci si abbandoni un po’ alla s<strong>per</strong>imentazione al fine di comprenderequal è la mi<strong>gli</strong>ore <strong>per</strong>centuale di traslazione dell’immagine duplicata <strong>per</strong>ogni tipologia di soggetto (ritratti, paesaggi urbani ecc.).Ricapitolando, <strong>gli</strong> ana<strong>gli</strong>fi sono semplici da realizzare, di basso costo –anche volendo farli con una coppia di fotocamere, si può partire dall’usodi due buone compatte – e di impatto. Offrire la possib<strong>il</strong>ità, al passaggiodel mouse o in un’apposita sezione, di godere di immagini o f<strong>il</strong>mati chesembrano staccarsi dallo schermo del PC potrebbe rivelarsi un buonmodo di aumentare le visite della propria mostra virtuale.Il costo, <strong>per</strong> discrete quantità, di un occhialino <strong>per</strong> ana<strong>gli</strong>fi si aggira attornoai 50 centesimi, cifra che in taluni casi potrebbe giustificarne la distribuzionegratuita ai visitatori della mostra reale, <strong>per</strong> invo<strong>gli</strong>arli a riviveresu internet l’es<strong>per</strong>ienza della visita, o direttamente ad utenti web a cui sitiene particolarmente.Consi<strong>gli</strong>amo, comunque, di chiarire quale coppia di colori sia stata ut<strong>il</strong>izzatanella produzione dell’ana<strong>gli</strong>fo in maniera tale che l’utente possausare <strong>gli</strong> stessi colori nei suoi occhialini oppure possa comprendere <strong>per</strong>chél’effetto 3D non è così marcato o si presenta con i colori sdoppiatise si trova ad usarne di diversi. Ricordiamo, inoltre, di sottolineare che105


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.3 Risorse multimedialiquesto tipo di 3D trova sì diverse applicazioni di tipo anche scientificoma che nello specifico della riproduzione d’arte la resa del colore nonpuò essere rigorosa quanto uno studio o un confronto necessiterebbe.Raccomandazioni in p<strong>il</strong>lole3D• Se applicate la funzionalità dello zoom alle immagini,tenete conto della risoluzione <strong>per</strong> evitare spiacevoli effetti di “sgranatura”• Priv<strong>il</strong>egiate software che evitino <strong>il</strong> download di plug-in proprietari• Priv<strong>il</strong>egiate soluzioni che garantiscano la maggior compatib<strong>il</strong>ità possib<strong>il</strong>econ browser, sistemi o<strong>per</strong>ativi e piattaforme hardware esistenti• Affiancate a oggetti in 3D e animazioni una dichiarazione in cui si fariferimento alle difficoltà <strong>per</strong> quanto riguarda l’accessib<strong>il</strong>ità.Per approfondireMINERVA. Accessib<strong>il</strong>ità e multimedialità.http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/userneeds/prototipo/progproto/accessib<strong>il</strong>ita/multimedialita.html106


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accesso4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accessoIn questa seconda parte della cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi si cerca di darerisposta a<strong>gli</strong> interrogativi più frequenti di carattere giuridico che riguardanola diffusione e <strong>il</strong> riuso del prodotto nel suo complesso e dei singolidocumenti che lo compongono.Quando si progetta una mostra virtuale online è fondamentale rispettarele norme sul diritto d’autore <strong>per</strong> ognuna delle risorse digitali ut<strong>il</strong>izzate(testi, immagini, suoni, musica, grafica, video, 3D).4.4.1 Legislazione di riferimentoIn Italia <strong>il</strong> diritto d’autore è disciplinato dalla legge 22 apr<strong>il</strong>e 1941, n. 633(Protezione del diritto d’autore e di altri diritti connessi al suo esercizio)e successive modifiche.Per quanto riguarda la riproduzione di beni culturali di proprietà stataleoccorre riferirsi anche al Codice dei beni culturali e del paesaggio(Decreto Legislativo 22 gennaio 2004, n. 42) che racco<strong>gli</strong>e l’ereditàcompleta di regolamentazione del campo prima presente nella legge 14novembre 1992, n. 422, convertita dalla legge 14 gennaio 1993, n. 4(allora nota come legge Ronchey).La legge 9 gennaio 2008 n. 2, Disposizioni concernenti la Società italianade<strong>gli</strong> autori ed editori, ha aggiunto <strong>il</strong> comma 1-bis all’articolo 70 della leggesul diritto d’autore: «È consentita la libera pubblicazione attraverso larete internet, a titolo gratuito, di immagini e musiche a bassa risoluzione odegradate, <strong>per</strong> uso didattico o scientifico e solo nel caso in cui tale ut<strong>il</strong>izzonon sia a scopo di lucro. Con decreto del Ministro <strong>per</strong> i beni e le attività culturali,[…] sono definiti i limiti all’uso didattico o scientifico di cui al presentecomma». La legge non fornisce un’esatta definizione di cosa debba intendersi<strong>per</strong> bassa risoluzione, <strong>il</strong> che porta a gravi e seri problemi interpretatividi tale legge (vedi anche 4.3.1, Immagini a bassa risoluzione).Si tenga inoltre conto della legge n. 675 del 31 dicembre 1996, Tuteladelle <strong>per</strong>sone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati <strong>per</strong>sonali(testo consolidato con <strong>il</strong> d.lg. 28 dicembre 2001, n. 467), cosiddetta “leggesulla privacy”.4.4.2 Verifica dei diritti di proprietà intellettualeNel progettare una mostra virtuale, quindi, <strong>per</strong> ognuna delle risorse digitaliche si intende ut<strong>il</strong>izzare va verificato preventivamente se si tratta di:• un’o<strong>per</strong>a protetta dal diritto d’autore/copyright• un’o<strong>per</strong>a <strong>per</strong> cui siano previste eccezioni e limitazioni al copyright• un’o<strong>per</strong>a di pubblico dominio, ovvero libera da quelle barriere all’ac-107


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accessocesso o al riuso generalmente associate alla tutela del copyright, sia inquanto libera da ogni tutela sul diritto d’autore oppure <strong>per</strong>ché i detentoridei diritti hanno volontariamente deciso di rimuovere tali barriere• un’o<strong>per</strong>a orfana, ovvero i cui autori sono sconosciuti o introvab<strong>il</strong>i mache si presume non sia di pubblico dominio.Di conseguenza, <strong>per</strong> ognuna delle risorse digitali selezionate si procederàalla richiesta di eventuali liberatorie alla pubblicazione in rete o alpagamento <strong>per</strong> eventuali diritti di ut<strong>il</strong>izzazione economica.Nel verificare la paternità dei diritti di un’o<strong>per</strong>a bisogna tenere presenteche l’autore può aver deciso di curare direttamente i rapporti con <strong>gli</strong>ut<strong>il</strong>izzatori <strong>per</strong> tutelare i propri diritti, oppure può essersi affidato all’intermediazionedi un’organizzazione specializzata. In Italia, quest’attivitàdi intermediazione è svolta dalla SIAE (Società italiana de<strong>gli</strong> autori ededitori), la quale concede le autorizzazioni <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzazione delle o<strong>per</strong>eprotette, riscuote i compensi <strong>per</strong> <strong>il</strong> diritto d’autore e ripartisce i proventiche ne derivano.Sul sito web della SIAE (ultima consultazione: lu<strong>gli</strong>o 2011) è predispostala pagina “Modulistica ut<strong>il</strong>izzatori” (http://www.siae.it/URP.asp?click_level=1800.0620&link_page=Urp_Ut<strong>il</strong>izzatoriModulistica.htm),nella cui sezione “Multimedialità” è possib<strong>il</strong>e scaricare imoduli relativi alle licenze che consentono l’uso di brani musicali nel web:• Modulo di licenza <strong>per</strong> ut<strong>il</strong>izzo prevalente di musica su siti Internet• Modulo di licenza web radio (Mod. AWR)• Modulo di licenza web tv (Mod. AWTV)• Modulo di licenza <strong>per</strong> ut<strong>il</strong>izzo musica di sottofondo su siti Internet(Mod. AMC)• Modulo di licenza podcast (Mod. APOD).Dette licenze SIAE autorizzano i fornitori di contenuti alle ut<strong>il</strong>izzazioni inmodalità streaming on demand (trasmissione di contenuti audio/videosu richiesta), streaming download via web (scaricamento di audio/videoin streaming), webcasting (trasmissione di segnale audio o videoin diretta sul web).Ognuna di queste licenze ha una diversa funzione:• la licenza streaming on demand consente all’utente di richiedere lafruizione dei contenuti multimediali disponib<strong>il</strong>i sui database del serverweb. Tramite questa licenza l’utente “seleziona” <strong>il</strong> contenuto di suointeresse e può ascoltarlo• la licenza streaming download consente all’utente di scaricare <strong>il</strong> f<strong>il</strong>esul proprio computer. Tramite questa licenza l’utente “scarica” <strong>il</strong> contenutodi suo interesse e acquista un diritto <strong>per</strong>manente all’ascolto deif<strong>il</strong>e senza essere condizionato da connessioni a server. L’utente potràriprodurre l’o<strong>per</strong>a ma solo <strong>per</strong> uso esclusivamente <strong>per</strong>sonale108


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accesso• la licenza webcasting (cosiddetto streaming live) comporta la trasmissionein diretta di contenuti multimediali. Tramite questa licenzal’utente “fruisce” del contenuto di suo interesse. Può ascoltare i branipassivamente, come in una trasmissione radiofonica.Altre licenze SIAE, ugualmente scaricab<strong>il</strong>i dalla pagina “Modulistica ut<strong>il</strong>izzatori”,sono inerenti l’ut<strong>il</strong>izzo di o<strong>per</strong>e letterarie su Internet:• Licenza s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo su Internet di o<strong>per</strong>e letterarie (letturae recitazione) – streaming gratuito• Licenza s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo su Internet di o<strong>per</strong>e letterarie (letturae recitazione) – streaming a pagamento• Licenza s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo su Internet di o<strong>per</strong>e letterarie (letturae recitazione) – downloading gratuito• Licenza s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> l’ut<strong>il</strong>izzo su Internet di o<strong>per</strong>e letterarie (letturae recitazione) – downloading a pagamento• Infine, è presente anche una Licenza s<strong>per</strong>imentale <strong>per</strong> la riproduzionein Internet di o<strong>per</strong>e delle arti visive.Nel caso in cui nella mostra virtuale online sia previsto che i contenuti sianocreati e/o immessi direttamente da<strong>gli</strong> utenti (user-generated content) questiultimi dovranno fornire all’istituzione curatrice la garanzia di non violarealcuna norma di legge e conferire tutti o parte dei loro diritti d’autore.4.4.3 Riuso dei contenuti e modalità di accessoIn merito al riuso dei contenuti, <strong>il</strong> gestore della mostra può applicare:• un modello chiuso (copyright) che vieta di copiare e ridistribuire i contenuti,limitando l’accesso e la consultazione al solo uso <strong>per</strong>sonale• un modello a<strong>per</strong>to, basato sulla condivisione e regolato da una licenzache stab<strong>il</strong>isce i diritti concessi e le condizioni da rispettare. Si vedano aquesto proposito, ad esempio, i modelli di licenze Creative Commons.«Le licenze Creative Commons offrono sei diverse articolazioni del dirittod’autore <strong>per</strong> artisti, giornalisti, docenti, istituzioni e, in genere, creatoriche desiderino condividere in maniera ampia le proprie o<strong>per</strong>e secondo<strong>il</strong> modello “alcuni diritti riservati”». Il detentore dei diritti può nonautorizzare a priori usi prevalentemente commerciali dell’o<strong>per</strong>a (opzioneNon commerciale, acronimo inglese: NC) o la creazione di o<strong>per</strong>e derivate(Non o<strong>per</strong>e derivate, acronimo: ND); e se sono possib<strong>il</strong>i o<strong>per</strong>e derivate,può imporre l’obbligo di r<strong>il</strong>asciarle con la stessa licenza dell’o<strong>per</strong>aoriginaria (Condividi allo stesso modo, acronimo: SA, da “Share-Alike”).Le combinazioni di queste scelte generano le sei licenze CC, disponib<strong>il</strong>ianche in versione italiana” [da http://www.creativecommons.it/].109


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accessoAttribuzione(Attribution)Altri possono farneuso commerciale?Altri possonorealizzarne nuoveversioni?Condividi allo stesso modo(Share alike)Non o<strong>per</strong>e derivate(Non derivatives)Sì, e devonolicenziare la nuovao<strong>per</strong>a con licenzaCondividi allo stessomodo (Share alike)Non commerciale(Non-commercial)Non commerciale - Condividiallo stesso modo(Non-commercialShare alike)Non commerciale Non o<strong>per</strong>ederivate(Non- commercialNon derivatives)Sì, ma la nuovao<strong>per</strong>a deve esserenon commerciale epuò essere licenziatasecondo qualsias<strong>il</strong>icenza Noncommerciale (Noncommercial)Sì, ma devonolicenziare lanuova o<strong>per</strong>asecondo unalicenza Noncommerciale -Condividi allo stessomodo(Non-commercialShare alike)Sintesi delle licenze Creative Commons con specifica dei diritti e simboli associatiFonte: http://www.artremote.com/creative-commons-new-free-way/110


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accessoDi recente Creative Commons ha presentato <strong>il</strong> Public Domain Mark 1.0,un nuovo strumento concepito <strong>per</strong> etichettare le o<strong>per</strong>e «che si ritenganonon più soggette alle limitazioni previste dalle norme di diritto d’autore (edeventuali diritti connessi)», essendo o<strong>per</strong>e entrate in pubblico dominio.Adottando questo marchio, l’istituzione potrà comunicare chiaramentea<strong>gli</strong> utenti che l’o<strong>per</strong>a è accessib<strong>il</strong>e e riusab<strong>il</strong>e senza rischio di incorrere inviolazioni di copyright, contribuendo quindi alla sua diffusione e re<strong>per</strong>ib<strong>il</strong>ità.L’utente potrà quindi copiare, modificare, distribuire o eseguire un’o<strong>per</strong>a,anche <strong>per</strong> scopi commerciali, senza dover chiedere autorizzazioni. Immagine di sintesi dei modelli di gestione dei dirittiFonte: http://www.aliprandi.org/manuale-cc/html/index.html#cap1_par1Loghi relativi alle licenze Creative Commons111


4 Cassetta de<strong>gli</strong> attrezzi4.4 Diritto d’autore, riuso dei contenuti e modalità di accessoNella navigazione di servizio della mostra virtuale online, oppure in quella delsito che la ospita, deve essere presente una dichiarazione sul copyright(copyright notice) che <strong>il</strong>lustri con chiarezza la politica del gestore della mostraonline al riguardo. Nel caso in cui la mostra online includa anche contenuti generatidall’utente, andranno specificati i diritti che questo concede in licenza.Raccomandazioni in p<strong>il</strong>loleDiritto d’autoree riuso• Siate consapevoli che i diritti di proprietà intellettualevanno verificati su tutti i materiali, sia quelli digitalizzati, sia quelli nati digitali• Verificate se siano scaduti i termini dei diritti di ut<strong>il</strong>izzazione economica,poiché in tal caso le o<strong>per</strong>e sono considerate “di pubblico dominio” epossono essere liberamente diffuse on-line• Nel caso di o<strong>per</strong>e non di pubblico dominio, identificate e contattate <strong>il</strong>titolare del diritto di ut<strong>il</strong>izzo economico o l’istituzione di rappresentanza<strong>per</strong> procurarvi le necessarie liberatorie o regolare i compensi dovuti• Rispettate sempre i diritti morali, menzionando esplicitamentel’autore/<strong>gli</strong> autori• Siate consapevoli che rielaborare, tradurre o adattare un’o<strong>per</strong>a soggettaa tutela giuridica richiede la preventiva autorizzazione dell’autore, <strong>per</strong>evitare di commettere un <strong>il</strong>lecito, <strong>per</strong>seguib<strong>il</strong>e ai sensi di legge• Rendete espliciti online la dichiarazione di copyright e i termini <strong>per</strong> <strong>il</strong> riusodei contenuti da parte de<strong>gli</strong> utenti.Per approfondireGiuliana De Francesco. Siti web e diritti di proprietà intellettuale.In: Manuale <strong>per</strong> la qualità dei siti Web pubblici culturali. 2005.http://www.minervaeurope.org/publications/qualitycriteria-i/indice0512/defrancescositiwebipr.htmlMarina Giannetto. Valorizzazione del patrimonio documentario e tutela deldiritto d’autore. Presentazione PPT. 21 giugno 2010.http://www.icpal.beniculturali.it/allegati/21_giugno_Valorizzazione_e_diritto_dxautorex28giu10x.pdfICCU. Linee di indirizzo <strong>per</strong> i progetti di digitalizzazione del materialefotografico. Documento di lavoro a cura del Gruppo di lavoro sulladigitalizzazione del materiale fotografico. Gennaio 2004, n. 10.http://www.iccu.sbn.it/upload/documenti/Linee_guida_fotografie.pdfPer <strong>il</strong> diritto d’autore: http://punto-informatico.it/1395728/PI/Commenti/f<strong>il</strong>e-musicali-diritto-autore.aspxSimone Aliprandi, Creative Commons: manuale o<strong>per</strong>ativo. Guida all’uso dellelicenze e de<strong>gli</strong> altri strumenti CC, versione 2.0, ottobre 2010, Viterbo: Stampaalternativa, 2010, http://www.aliprandi.org/manuale-cc112


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici”<strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeMuseo & Web CMS open source, realizzato nell’ambito delle attivitàdel progetto MINERVA, è un Content Management System <strong>per</strong> larealizzazione di siti web, prodotto e distribuito dal <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i benie le attività culturali, progettato <strong>per</strong> me<strong>gli</strong>o rispondere alle diverse esigenzede<strong>gli</strong> istituti culturali quali la diffusione dei contenuti culturali, lavalorizzazione e promozione delle risorse, l’offerta di contenuti didatticie servizi <strong>per</strong> la ricerca scientifica, la promozione e valorizzazione delpatrimonio culturale, la promozione del turismo culturale. Il kit includeuna serie di modelli di riferimento <strong>per</strong> progettare l’architettura dei contenutidei singoli siti web.Chiunque può ut<strong>il</strong>izzare Museo & Web CMS, adattandolo e <strong>per</strong>sonalizzandolosecondo le proprie esigenze, nel rispetto della licenza d’uso. Il softwareè distribuito con licenza GNU GPL.A oggi più di 170 istituzioni culturali hanno già ut<strong>il</strong>izzato Museo & WebCMS <strong>per</strong> la realizzazione di siti web di musei, archivi, biblioteche,monumenti, soprintendenze, aree archeologiche, direzioni regionali,associazioni culturali e fondazioni, itinerari culturali, musei virtuali,eventi e progetti.Tutte le informazioni su Museo & Web CMS open source sono disponib<strong>il</strong>isul sito web di MINERVA:http://www.minervaeurope.org/structure/workinggroups/userneeds/prototipo/cms.html5.1.1 Il Modulo Percorsi tematiciIl CMS include un modulo specifico, denominato PERCORSI TEMATICI,ut<strong>il</strong>izzab<strong>il</strong>e dall’istituzione <strong>per</strong> pubblicare mostre virtuali e <strong>per</strong>corsi diapprofondimento.Il modulo Percorsi tematici è intero<strong>per</strong>ab<strong>il</strong>e con PICO, l’applicationprof<strong>il</strong>e di CulturaItalia, <strong>il</strong> portale della cultura italiana.113


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeIl modulo è strutturato su tre livelli:1) GRUPPITramite questa funzionalità è possib<strong>il</strong>e categorizzare i <strong>per</strong>corsi tematici ele mostre virtuali (ad. es. Percorsi didattici, Mostre virtuali, Approfondimentitematici ecc.). Contiene i seguenti campi: Titolo, autore, descrizione.2) PERCORSITramite questa funzionalità è possib<strong>il</strong>e descrivere la mostra/<strong>per</strong>corsovera e propria. Ogni mostra/<strong>per</strong>corso è fi<strong>gli</strong>a di un gruppo. Contiene iseguenti campi: Titolo, autore, descrizione.3) TEMIA ogni Percorso sono associati “n” Temi, attraverso i quali declinare idiversi argomenti. Ogni tema contiene i seguenti campi: Titolo, autore,descrizione.Il CMS include anche tre moduli che consentono di “schedare” le risorsepiù significative di una collezione, corredandole di immagini e documentazioneallegata (OPERE, DOCUMENTI D’ARCHIVIO, DOCUMENTITESTUALI MULTIMEDIALI) e <strong>il</strong> modulo ITINERARI che consente dipubblicare itinerari turistico-culturali, strutturati in TAPPE. Ogni risorsaha quindi l’opportunità di essere contestualizzata rispetto al territorio.Sia <strong>il</strong> modulo PERCORSI che <strong>il</strong> modulo TEMI possono essere collegatiai moduli OPERE, DOCUMENTI D’ARCHIVIO, DOCUMENTI TESTUA-LI MULTIMEDIALI, TAPPE.GRUPPO 1Es. Percorsi didatticiGRUPPO 2Es. Mostre virtualiPERCORSO 1Es. Breve storiadella ricercaarcheologica inSardegnaPERCORSO 2Es. La vitaquotidiananell’etànuragicaPERCORSO 1Es. Gli ornamentidi epoca prenuragicaPERCORSO 2Es. I bronzettinuragiciTEMA 1Es.L’OttocentoTEMA 2Es.Il NovecentoTEMA 1Es.Il ciboTEMA 2Es.La religioneTEMA 1Es.Le collaneTEMA 2Es.Gli orecchiniTEMA 1Es.I guerrieriTEMA 2Es.Le navicelleIl modulo Percorsi tematici114


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualePERCORSO 1 / TEMA 1Es. La religioneMODULOOPEREEs. StatuettaMODULODOCUMENTOD’ARCHIVIOEs. Pagina diariodi scavoMODULODOCUMENTOTESTUALEMULTIMEDIALEEs. F<strong>il</strong>matoMODULOTAPPAEs. Monumentoo scavoarcheologico xyAssociazione di Percorsi e Temi a O<strong>per</strong>e, Documenti d’archivio,Documenti testuali/multimediali, TappePer approfondireMaria Teresa Natale - Rubino Saccoccio. Museo & Web: un Kit pratico<strong>per</strong> le istituzioni culturali che vo<strong>gli</strong>ono realizzare un sito web di qualità.“Archeologia e Calcolatori”, 21 (2010), p. 27-47.http://soi.cnr.it/archcalc/indice/PDF21/02_Natale_Saccoccio.pdfCulturaItalia. Documentazione tecnica.http://www.culturaitalia.it/pico/FootMenu/documentazione/it/index.html115


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtuale5.1.2 Schemi di metadati dei moduli O<strong>per</strong>e, Documento d’archivio, <strong>documento</strong>testuale multimedialeSi ritiene ut<strong>il</strong>e pubblicare in questo contesto <strong>gli</strong> schemi di metadati relativi aimoduli suddetti, presenti nel CMS Museo & Web, release 1.5.0 beta. Nelleversioni precedenti dell’applicazione era presente solo <strong>il</strong> modulo OPERE.Modulo OPERE (versione 1.5.0 del CMS Museo & Web)Elaborato parzialmente sulla base delle schede OA/RA dell’ICCDEtichetta Modalità SpiegazioneData di comp<strong>il</strong>azione Calendario Data di comp<strong>il</strong>azioneObbligatoriodella schedaOggetto/titolo Testo corto Titolo o denominazioneObbligatoriodell’oggettoOggetto del Museo Proprio Flaggare se l’oggetto èAltruidell’istituzione.Nel caso in cui si schedi unoggetto appartenente ad un’altraistituzione, si selezioni “Altrui”PICOConsente di associarela risorsa alle voci di thesaurusdi CulturaItaliaCategoria Lista a<strong>per</strong>ta Per categorizzare l’oggetto inObbligatoriobase alle proprie finalitàNazione Lista a<strong>per</strong>ta Nazione in cui è conservatol’oggettoCittà Lista a<strong>per</strong>ta Città in cui è conservatol’oggettoLuogo di conservazione Lista a<strong>per</strong>ta Luogo in cui è conservatol’oggettoLuogo di collocazione Lista a<strong>per</strong>ta Luogo specifico in cui l’oggettoè collocatoCollezione Lista a<strong>per</strong>ta Collezione di appartenenzaInventario Testo corto N. inventario dell’oggettoMateria e tecnica Lista a<strong>per</strong>ta Materia e tecnica d’esecuzioneAutore Lista a<strong>per</strong>ta Eventuale autore dell’oggettose conosciutoProvenienza Testo corto Luogo di provenienzadell’oggettoDimensioni Testo corto Dimensioni dell’oggettoDatazione Testo corto Datazione dell’oggettoSito collegato Collegamento a Modulo Tappa Avviene se prima è statacreata una tappaDescrizione breve Testo HTML Descrizione dell’oggettoin formato testualeBibliografia Testo HTML Riferimenti bibliograficisull’oggettoCopyright immagine Testo corto Copyright immagine iconaImmagine Immagine icona La più significativa <strong>per</strong>identificare l’oggettoAltre immagini Funzione galleria Aggiunta n. immaginicon possib<strong>il</strong>ità di spostarleavanti e indietro116


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeModulo Documento d’archivio (versione 1.5.0 del CMS Museo & Web)Elaborato parzialmente sulla base de<strong>gli</strong> standard ISAD(G) e ISAAR(CPF) e mappato con elementi METSElemento METS Etichetta Museo & Web Modalità SpiegazioneElemento 3 Data di comp<strong>il</strong>azione Calendario Data di comp<strong>il</strong>azione“Data di generazione Obbligatorio della schedadel record”Elemento 1b Identificativo nel Testo corto Questo è <strong>il</strong> campo che“Codice identificativo sistema di provenienza identifica univocamentedel record nel sistemal’oggetto digitale neldi provenienza”sistema di provenienza.Identificativo progetto Testo corto Questo è <strong>il</strong> campo chedi digitalizzazioneidentifica univocamentel’oggetto digitalenel progetto didigitalizzazioneElemento 7 Titolo Testo corto Titolo esplicito o“Denominazione o titolo” Obbligatoriocritico del <strong>documento</strong>Elemento 19 Area tematica Lista a<strong>per</strong>ta Per tematizzare <strong>il</strong>“Indicizzazione: termini” Obbligatorio <strong>documento</strong> in basealle proprie finalitàAttributinome= Valore del campoidentificativo= ”area tematica”Elemento ripetib<strong>il</strong>eOggetto dell’istituto Flag se sì Flaggare se <strong>il</strong><strong>documento</strong> èdell’istituzione.Ciò consente diattribuirlo al catalogodi modulo onlinePICOConsente di associarela risorsa alle voci dithesaurus di CulturaItaliaElemento 22 <strong>Istituto</strong> di Lista a<strong>per</strong>ta Istituzione in cui è“Relazione con conservazione conservato <strong>il</strong> <strong>documento</strong>soggetto conservatore”da esprimere nellaAttributiforma: Nome delnome del soggetto,soggetto e Identificativosigla e identificativo deldel soggettosoggetto conservatoreconservatoreNazione Lista a<strong>per</strong>ta Nazione in cui èconservato <strong>il</strong> <strong>documento</strong>Città Lista a<strong>per</strong>ta Città in cui è conservato<strong>il</strong> <strong>documento</strong>Elemento 23 Complesso archivistico Lista a<strong>per</strong>ta Titolo del complesso“Relazione conarchivistico di cui è partecomplesso di livello<strong>il</strong> <strong>documento</strong> e suosu<strong>per</strong>iore”;codice identificativo,Elemento 24quest’ultimo tra“Relazione con livelliparentesi tondearchivistici intermedi”117


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeElemento METS Etichetta Museo & Web Modalità SpiegazioneElemento 14 Segnatura Testo corto Posizione del <strong>documento</strong>“Segnatura archivistica”nell’ambito del complessoElemento ripetib<strong>il</strong>eElemento 9 Estremi cronologici Testo corto Data testuale, espressa“Data testuale”secondo le convenzioniarchivistiche adottate,con estremi cronologicidel <strong>documento</strong>Soggetto produttore Lista a<strong>per</strong>ta Denominazione dell’ente,della fami<strong>gli</strong>a o della<strong>per</strong>sona che ha posto inessere, accumulatoe/o conservato ladocumentazione nellosvolgimento della propriaattività <strong>per</strong>sonale oistituzionale e suo codiceidentificativo,quest’ultimo tra virgoletteElemento 19 Categoria Lista a<strong>per</strong>ta Per categorizzare un“indicizzazione: termini”complesso archivisticoAttributiin base alla proprianome=valore del campoidentitàidentificativostorico-istituzionale= “categorizzazione”Elemento ripetib<strong>il</strong>eElemento 16 Autore Lista a<strong>per</strong>ta Denominazione“Indicizzazione: Persone”dell’autore del<strong>documento</strong>Attributi:(es. Rossi Mario)nomeidentificativo = Valoredel camporuolo nel <strong>documento</strong> =da definirevocabolario controllatosecondo quanto definitoa titolo dal sottogruppoMets-VocElemento 13 Lingua Lista a<strong>per</strong>ta Linguaggio del contenuto“Lingua delladel <strong>documento</strong> indocumentazione” formato ISO 639-2bElemento 8“Descrizione” Descrizione breve Testo HTML Comprende <strong>il</strong> Regesto(o breve riassunto\abstract) del <strong>documento</strong>Elemento 19 Voci d’indice Testo corto Parole chiave separate“Indicizzazione: termini”da virgoleAttributinome =Valore del campoidentificativo= “voci d’indice”118


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeElemento METS Etichetta Museo & Web Modalità SpiegazioneElemento 12 Tipologia dei materiali Lista a<strong>per</strong>ta Riguarda <strong>il</strong> supporto del“Tipologia dei materiali”<strong>documento</strong>: es. papiro,<strong>per</strong>gamena ecc.Elemento ripetib<strong>il</strong>e avocabolario controllatosecondo quanto definitoa titolo esemplificativodal sottogruppoMets-Voc:• Sig<strong>il</strong>li• Pergamene• Carteggi• Cartografia storicae catastale• Disegni• Disegnitecnico-architettonici• Miniature• Spartiti musicali• Bandi a stampa• Liste di leva o attidi stato civ<strong>il</strong>e• Manifesti• Fotografie• Audiovisivi• Documenti sonori• Scritture notar<strong>il</strong>i• Scritture pubbliche• Scritture privateElemento 11, Formato e consistenza Testo corto Descrizione fisica e“Descrizione fisica”dimensione delComprensiva di<strong>documento</strong>consistenza edimensioni se <strong>per</strong>tinentiNote Testo corto Annotazioni relative allatipologia del soggettoproduttore (Ente erelative tipologie,Fami<strong>gli</strong>a, Persona)Disponib<strong>il</strong>ità Lista a<strong>per</strong>ta Per indicare se inprestito, in restauro, ecc.Bibliografia Riferimenti bibliografici Riferimenti bibliograficisull’oggettosul <strong>documento</strong>Luogo collegato Collegamento a Avviene se prima è stataModulo Tappacreata una tappaCoordinate geografiche Testo corto Latitudine e longitudineDa riportare nei 4 Diritti oggetto digitale Testo corto Copyright dell’immagineseguenti elementiicona e delle altreElemento 28 b:immagini. Informazioni“Tipologia diritti”sui titolari dei dirittiElemento 29 b:e sul tipo di diritti“Titolare dei dirittiesercitatiElemento 30 b:“Restrizione sull’accesso”Elemento 31 b:“Restrizione sull’uso”119


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeElemento METS Etichetta Museo & Web Modalità SpiegazioneDa riportare nei 4 Diritti oggetto analogico Testo corto Copyright dell’originaleseguenti elementianalogico dell’immagineElemento 28 a:icona e delle altre“Tipologia diritti”immagini. InformazioniElemento 29 a:sui titolari dei diritti“Titolare dei diritti”e sul tipo di dirittiElemento 30 a:esercitati“Restrizione sull’accesso”Elemento 31 a:“Restrizione sull’uso”Link esterno Link a sito esterno Possib<strong>il</strong>ità di effettuareun solo link a un sitoesterno, <strong>per</strong> es. ad uncomplesso archivistico,ad uno strumento diricerca edito e non, aduna banca datiLink interno Link a pagina interna Possib<strong>il</strong>ità di effettuareun link a una pagina giàcreata, <strong>per</strong> esempio auna pagina galleriafotograficaDocumenti da scaricare Aggiungi nuovo recordda archivio media(vedi es. Modulo Mostre)Per allegare n. f<strong>il</strong>e dascaricareElemento 32 Immagine Immagine icona La più significativa <strong>per</strong>Immagine campioneidentificare l’oggettoAltre immagini Funzione galleria Scelta consi<strong>gli</strong>ata nelcon possib<strong>il</strong>ità di caso in cui sianospostarle avanti e indietro presenti documentisignificativi nell’unitàarchivistica e\o correlatialla immagine icona120


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeModulo Documento testuale/multimediale (versione 1.5.0 del CMS Museo & Web)Elaborato parzialmente su base DC (versione 2005)DublinCore Etichetta Modalità SpiegazioneIdentificativonel sistema diprovenienzaTesto cortoData di comp<strong>il</strong>azione Calendario Data di comp<strong>il</strong>azioneObbligatoriodella schedaOggetto dell’istituto Flag se sì Flaggare se <strong>il</strong><strong>documento</strong> èdell’istituzione.Ciò consente di attribuirloal catalogo di moduloonlineType Tipo di risorsa Lista a<strong>per</strong>ta Genere del contenuto.ObbligatorioInclude termini chedescrivono categoriegenerali, funzioni, generi,o livelli di aggregazione<strong>per</strong> contenuti.Es.: Monografia,<strong>per</strong>iodico ecc.Immagine, Suono,Simulazione, ecc.PICOConsente di associarela risorsa alle vocidi thesaurus diCulturaItaliaLanguage Lingua Lista a<strong>per</strong>ta Linguaggio del contenutodel <strong>documento</strong>Title Titolo Testo corto Titolo o denominazioneObbligatoriodel <strong>documento</strong>“Alternative”, che è un Altro titolo Testo corto Titolo parallelo, uniforme,Qualificatore (Elementdi header, alternativo ecc.Refinement) di “Title”Creator Autore Lista a<strong>per</strong>ta Entità con responsab<strong>il</strong>itàprincipale nella creazionedel contenuto(es. Rossi Mario)Contributor Nomi Testo corto Persone o entitàcoautori o responsab<strong>il</strong>idi contenuti secondarinella creazione delcontenutoNazione Lista a<strong>per</strong>ta Nazione in cui èconservato <strong>il</strong><strong>documento</strong>Luogo di edizione Lista a<strong>per</strong>ta Luogo di edizionePublisher Editore Lista a<strong>per</strong>ta Entità responsab<strong>il</strong>edella pubblicazionedella risorsa121


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeDublinCore Etichetta Modalità SpiegazioneDate Data Testo corto Data di creazione,(Prevede 8 Qualificatoriedizione ecc.di Refinement:“Created”; “Valid”;“Ava<strong>il</strong>able”; “Issued”;“Modified”; “Date”;“Accepted”;“Date Copyrighted”;“Date Submitted”).RightsHolder e Diritti Testo corto Informazioni sui titolariRightsdei diritti e sul tipo(quest’ultimo prevede idi diritti esercitatidue Qualificatori diRefinement“AccessRights”e “License”)Relation Risorse correlate Testo HTML Campo descrittivo che(Prevede 13include info su: fonte,Qualificatori direlazione, versione diRefinement:(cambiamenti sostanziali),“Is Version Of”;sostituisce, è sostituita“Has Version”;da, continua con o è“Is Replaced By”;continuata da, richiede,“Replaces”;fa parte di (fisicamente“Is Required By”;o logicamente), contiene,“Requires”; “Is Part Of”;ha lo stesso contenuto,“Has Part”;pur presentando un“Is Referenced By”;altro formato, di“References”;“Is Format Of”;“Has Format”;“Conforms To”)Subject and keywords Soggetti Testo corto Un soggetto è costituito(o anche “Coverage”, da una parola chiave oche serve a indicare ida una stringa di parolelimiti spaziali o temporaliche sintetizzano <strong>il</strong>del contenuto.contenuto del <strong>documento</strong>Es.: “1939-1945”;o un suo carattere“Rinascimento”;specifico. I diversi“Campania” ecc.soggetti sono separatitra loro da punto evirgolaDescription Descrizione breve Testo HTML Spiegazione del(Prevede i duecontenutoqualificatori “Abstract”(eventualmente cone “ToC”)ToC) e altre informazionisul <strong>documento</strong>Audience Destinatari Una classe di entità alla(Prevede i duequale è indirizzata laQualificatori dirisorsa o <strong>per</strong> la qualeRefinement “Mediator”è ut<strong>il</strong>e. Si può anchee “Education Level”).individuare un’entità chemedia la risorsa aifruitori finali o descrivere<strong>il</strong> contesto di educationo training122


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeDublinCore Etichetta Modalità SpiegazioneIn qualche caso può <strong>Istituto</strong> di Lista a<strong>per</strong>ta Luogo in cui èintendersi Provenance, conservazione conservato <strong>il</strong> <strong>documento</strong>.che <strong>per</strong>ò ha unAndrebbe comp<strong>il</strong>atosignificato diverso,sempredel tipo: “faceva partedella bibliotecadi Pavese”,ecc.)In qualche caso può Fondo Lista a<strong>per</strong>ta Fondo di appartenenzaintendersi Provenance,(es. Fondo Falqui)se <strong>il</strong> Fondo coincidecon <strong>il</strong> possessoreoriginario, ecc.Format Formato Lista a<strong>per</strong>ta La manifestazione fisica(Prevede i 2 Qualificatorio digitale della risorsadi Refinement “Extent”(es.: “immagine/jpg;”e “Medium”).“pdf”)Formato può essereVed. appressousato <strong>per</strong> determinare“Dimensioni”<strong>il</strong> software, l’hardwareo altro apparatonecessario allavisualizzazione oall’elaborazione dellarisorsa.Format Dimensioni Testo corto Riporta le dimensioni(Prevede i 2 Qualificatoridella risorsa, sia indi Refinement “Extent”relazione alla grandezzae “Medium”).che alla durata.Es.: 12,6 Mb;40 x 512 pixels;cm 25; 1 h e 32 m; ecc.Il campo include <strong>il</strong> tipodi supporto (es.: DVD;CD; Memoria dimassa). Es.Es.: 1 DVD (920 Mb)In qualche caso si può Collocazione Testo corto Sigla (alfanumerica)ut<strong>il</strong>izzare “Source”di collocazionedel <strong>documento</strong>Disponib<strong>il</strong>ità Lista a<strong>per</strong>ta Per indicare se inprestito, in restauro,ecc.Luogo collegato Collegamento a Modulo Avviene se prima è stataTappacreata una tappa(In qualche caso si può Bibliografia Riferimenti bibliografici Riferimenti bibliograficiut<strong>il</strong>izzare “Identifier”) sul <strong>documento</strong> sul <strong>documento</strong>Copyright immagine Testo corto Copyright immagineiconaImmagine Immagine icona La più significativa <strong>per</strong>identificare l’oggettoAltre immagini Funzione galleria Aggiunta n.con possib<strong>il</strong>ità diimmaginispostarle avanti eindietro123


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeDublinCore Etichetta Modalità SpiegazioneCoordinate geografiche Testo corto Latitudine elongitudineLink esterno Link a sito esterno Possib<strong>il</strong>ità dieffettuare un solo link aun sito esterno,<strong>per</strong> es. a una bancadatiLink interno Link a pagina interna Possib<strong>il</strong>ità di effettuareun link a una pagina giàcreata, <strong>per</strong> esempio auna pagina galleriafotograficaDocumenti da scaricare Aggiungi nuovo record Per allegare n. f<strong>il</strong>e dada archivio media scaricare(vedi es. Modulo Mostre)5.1.3 Esempi pratici di istituzioni che hanno s<strong>per</strong>imentato <strong>il</strong> modulo Percorsitematici di Museo&Web<strong>Archivi</strong>o di Stato di RomaPercorsi tematicihttp://www.archiviodistatoroma.beniculturali.it/index.php?it/218/<strong>per</strong>corsi-tematici/8/0/0Biblioteca comunale città di SpineaNuovi arrivi e suggerimenti di letturahttp://www.biblioteca-spinea.it/index.php?it/12/nuovi-arrivi-e-suggerimenti-di-letturaDirezione regionale <strong>per</strong> i beni culturali e paesaggistici della LiguriaPercorsi tematiciLa prima umanità in LiguriaPolicromia e uso del colore in LiguriaSu<strong>per</strong>ba antiqua: gusto e antiquaria nel territorio genovesehttp://www.liguria.beniculturali.it/index.php?it/136/<strong>per</strong>corsi-tematiciBiblioteca pubblica statale con annesso archivio del Monumentonazionale di Montevergine (Avellino)Mostre virtualiGiuseppe GaribaldiGiuseppe Ramiro MarconeGli erbariLegature barocchehttp://www.montevergine.librari.beniculturali.it/index.php?it/154/<strong>per</strong>corsitematici/36/0/0Galleria nazionale d’arte modernaMateriali didatticiSuggerimenti di visita alle scuole e ai gruppi di adultihttp://www.gnam.beniculturali.it/index.php?it/89/<strong>per</strong>corsi-di-visita/4/55/0124


5 Appendici5.1 Museo & Web: uso del modulo “<strong>per</strong>corsi tematici” <strong>per</strong> realizzare una mostra virtualeLascia <strong>il</strong> segno: Museo virtuale dell’effimero: street art, graffiti, muralesin Italia e nel mondoMostre virtuali (vedi 5.3.10)Personali su artistiStoria del writinghttp://www.lascia<strong>il</strong>segno.it/index.php?it/96/mostre-virtualiMuseo Mario PrazPercorsi tematiciLe vedute d’internoLe vedute di paesaggiohttp://www.museopraz.beniculturali.it/index.php?it/119/<strong>per</strong>corsi-tematiciMuseo nazionale etrusco di V<strong>il</strong>la GiuliaPercorsi tematiciIl vino e <strong>il</strong> simposio nel mondo classicoLo sport nell’antichitàModa e bellezzahttp://v<strong>il</strong>lagiulia.beniculturali.it/index.php?it/96/<strong>per</strong>corsi-tematiciMuseo nazionale G.A. Sanna, SassariPercorsi nel museoGli ornamenti nella Sardegna centro-settentrionaleImmagini dell’uomo: la civ<strong>il</strong>tà nuragica nella Sardegna centro-settentrionaleImmagini dell’uomo: la preistoria nella Sardegna centro-settentrionaleL’ipogeismo preistorico nella Sardegna centro-settentrionalehttp://www.museosannasassari.it/index.php?it/102/<strong>per</strong>corsi-didattici/2/0/0Percorsi tematiciBreve storia della ricerca archeologica in SardegnaLa Sardegna preistorica e nuragicaLa vita quotidiana in età nuragica: la capannahttp://www.museosannasassari.it/index.php?it/102/<strong>per</strong>corsi-didattici/1/0/0Progetto Du<strong>il</strong>ioship (vedi 5.3.14)Percorsi nel museoNavi cantieri e arsenaliPeriodici della RSSNPersonaggi <strong>il</strong>lustri della RSSNPercorsi attraverso <strong>il</strong> fondo anticoIl problema della longitudinehttp://www.du<strong>il</strong>ioship.it/index.php?it/133/<strong>per</strong>corsi-tematici125


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtuali5.2 Esempi di mostre virtualiIl gruppo di lavoro ha elaborato una scheda s<strong>per</strong>imentale (vedi 5.3) <strong>per</strong> racco<strong>gli</strong>erele informazioni e descrivere le principali caratteristiche delle mostrevirtuali selezionate. Di seguito si riporta un breve abstract di ognunadi esse, mentre la scheda completa viene resa disponib<strong>il</strong>e online sul sitodell’Osservatorio tecnologico <strong>per</strong> i beni e le attività culturali: http://www.otebac.it/index.php?it/324/schede-mostre-virtuali-online.5.2.1 Tim BurtonThe Museum of Modern Art (MoMA), USAhttp://www.moma.org/interactives/exhibitions/2009/timburton/Divertente e completo sito web della mostra virtuale costituito da trearee: Exhibition, Works, About Tim Burton. Il sito web offre la possib<strong>il</strong>itàdi vedere f<strong>il</strong>mati, scorrere gallerie d’immagini e leggere schede di approfondimentosu Tim Burton e la sua attività. Sono, inoltre, consultab<strong>il</strong><strong>il</strong>’Exhibition checklist e la Fam<strong>il</strong>y activity guide. Una musica di sottofondoadeguata accompagna l’esplorazione dei contenuti. Dal sito web delMoMA sono accessib<strong>il</strong>i le pagine dedicate a<strong>gli</strong> eventi correlati alla mostra.La grafica è molto accattivante, i materiali da esplorare sono numerosie ben organizzati. Sono disponib<strong>il</strong>i servizi aggiuntivi (Buy tickets,Publication). I requisiti <strong>per</strong> la corretta visualizzazione del sito vengonoespressi nella cover.5.2.2 Passione Argentina: Il Tango in Italia ne<strong>gli</strong> anni ‘30Museo dell’audiovisivo, Discoteca di Stato(ora <strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> i beni sonori e audiovisivi)Universidad de Valladolid. Aula de Música Vicerectoradode Extension Universitaria – Spagnahttp://www.icbsa.it/mostrevirtuali/passione_argentina/index.htmlMostra virtuale, che ri<strong>per</strong>corre la storia del Tango, articolata in tre areetematiche: Le origini, Arrivo in Italia, Il ventennio fascista. Ciascuna areadispone di un menu a tendina che consente di raggiungere la sezionedesiderata. La mostra contiene immagini, riproduzioni fotografichee trentasei brani da ascoltare, ciascuno corredato di testo (raccolti nellasezione Gli ascolti).La sezione St<strong>il</strong>emi musicali contiene approfondimenti riguardanti lacomposizione accompagnati da brevi riproduzioni audio a scopo esemplificativo.I testi sono ben scritti e la notevole quantità di materiale da ascoltare eleggere, attraverso l’i<strong>per</strong>media, rende piacevole e chiaro <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso. Leimmagini contenute nella mostra sono <strong>per</strong>ò molto piccole e prive di didascalia.L’accessib<strong>il</strong>ità è poco curata. Per una fruizione completa dellamostra virtuale è necessario scaricare plug-in.126


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtuali5.2.3 Giotto da Bondone, Cappella Scrovegni (1303-1305), PadovaHaltadefinizione marchio HAL9000 S.r.l. su concessionedel Comune di Padova – Direzione MuseiMusei civici a<strong>gli</strong> Eremitanihttp://www.haltadefinizione.com/magnifier.jsp?ido<strong>per</strong>a=15Riproduzione effettuata mediante la tecnologia LHR (Large Hight Resolutionsv<strong>il</strong>uppata da Haltadefinizione) de<strong>gli</strong> affreschi della Cappella de<strong>gli</strong>Scrovegni. Le immagini raffigurate sono riprodotte ad alta risoluzione.Ciascun affresco è dotato di hotspot che identificano la scena nel complessoe di punti d’informazione che forniscono notizie sui detta<strong>gli</strong>.Cliccando sul tasto i, disponib<strong>il</strong>e <strong>per</strong> ogni raffigurazione, si possono ottenereulteriori indicazioni. Attraverso i comandi è possib<strong>il</strong>e avvicinarsiall’immagine <strong>per</strong> saggiarne i detta<strong>gli</strong>, allontanarsi <strong>per</strong> visualizzarla nelcomplesso e navigare con l’aus<strong>il</strong>io di frecce direzionali. La visuale puòessere ripristinata sia tornando all’affresco, sia al centro della Cappella.Sono offerti, inoltre, strumenti ut<strong>il</strong>i <strong>per</strong> visualizzare l’immagine in fullscreen,valutare le dimensioni reali dei detta<strong>gli</strong> dell’affresco e disab<strong>il</strong>itare i puntid’informazione. La barra dei comandi è disponib<strong>il</strong>e in qualsiasi momentodella navigazione. Le immagini possono essere osservate nei minimi particolarimantenendo una qualità molto alta anche su piccolissimi detta<strong>gli</strong>.5.2.4 Le stanze di Elsa. Dentro la scrittura di Elsa MoranteInternet Culturale. <strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unicodelle biblioteche italiane e <strong>per</strong> le informazioni bibliografiche (ICCU)Percorso di approfondimento: Biblioteca Nazionale <strong>Centrale</strong> di Roma,promosso dalla Provincia di Romahttp://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/pagine/mostre/pagina_965.htmlContiene anche un <strong>per</strong>corso di approfondimento su sito esternohttp://193.206.215.10/morante/index.html?l=itVersione digitale della mostra realizzata dalla Biblioteca nazionale centraledi Roma.La mostra <strong>il</strong>lustra la vita e le o<strong>per</strong>e di Elsa Morante. Il sommario elencale quattordici sezioni in cui è ripartito <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso. La mostra, checontiene immagini, citazioni e riproduzioni di documenti, è ulteriormenteaccresciuta e integrata dal Percorso d’approfondimento (situato su unsito diverso) che comprende materiale originale riguardante l’o<strong>per</strong>a dellascrittrice. L’approfondimento è suddiviso in quattro aree tematiche:Cronologia, I romanzi, Dalla stampa <strong>per</strong>iodica, Bibliografia. Il materialedisponib<strong>il</strong>e in formato digitale è accessib<strong>il</strong>e tramite i link presenti neitesti dell’area Romanzi (principalmente esemplari di pagine manoscrittee riproduzioni di co<strong>per</strong>tine dei libri) oppure nelle sezioni Dalla stampa<strong>per</strong>iodica e Bibliografia (riproduzione di testi stampati).Completa <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso, una cronologia della vita e la bibliografia ripartitain due sezioni: Bibliografia di Elsa Morante, Bibliografia su Elsa Morante.127


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualiLa mostra offre la possib<strong>il</strong>ità di visionare molte immagini e materiali documentari,in particolar modo carte autografe dell’autrice, tuttavia non tuttele immagini presenti nella mostra recano una didascalia. Il Percorso d’approfondimento,sebbene ricchissimo, è dotato di una grafica poco curata.5.2.5 Mario Soldati - La scrittura e lo sguardoInternet Culturale. <strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianee <strong>per</strong> le informazioni bibliografiche (ICCU)http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/it/pagine/mostre/pagina_1097.htmlVersione digitale della mostra allestita dalla Biblioteca nazionale centraledi Roma.La mostra virtuale dedicata a Mario Soldati si articola in diverse sezionielencate nel sommario e comprende quattro approfondimenti dedicatia temi specifici: Soldati e la letteratura, Soldati e <strong>il</strong> cinema, Soldati e latelevisione, Soldati e <strong>il</strong> gusto.Gli approfondimenti, che completano la mostra virtuale costituita da testie immagini, offrono la possib<strong>il</strong>ità di visionare schede bibliografiche dei libridi Soldati attraverso i link diretti al Catalogo SBN (in Soldati e la letteratura),schede descrittive riferite alla sua f<strong>il</strong>mografia (in Soldati e <strong>il</strong> cinema),videoregistrazioni d’epoca (in Soldati e la televisione e Soldati e <strong>il</strong> gusto).Dall’ultimo approfondimento citato è possib<strong>il</strong>e accedere attraverso unlink diretto al sito Percorsi enogastronomici, viaggio nelle regioni italiane,parte de<strong>gli</strong> itinerari di Internet Culturale . La mostra virtuale consente disce<strong>gli</strong>ere le sezioni attraverso <strong>il</strong> sommario o semplicemente procedendocon <strong>il</strong> cursore (pagina successiva, pagina precedente). I quattro approfondimentisono selezionab<strong>il</strong>i nella parte inferiore dello schermo. La mostraoffre una panoramica concisa ed esaustiva sull’attività dell’autore, tuttaviale foto ut<strong>il</strong>izzate spesso non hanno didascalia.5.2.6 Viaggi nel testo: <strong>il</strong> mondo di PetrarcaInternet Culturale. <strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle biblioteche italianee <strong>per</strong> le informazioni bibliografiche (ICCU)http://www.internetculturale.it/opencms/opencms/directories/ViaggiNelTesto/petrarca/petrarca.htmlViaggio nel mondo di Petrarca articolato in tre aree: Percorso geografico(può essere esplorato attraverso una mappa sensib<strong>il</strong>e dell’Europa),Percorso biografico (articolato in otto sezioni), Percorso tematico (articolatoin cinque sezioni). Le schede <strong>il</strong>lustrative contengono link attiviche consentono di passare da una voce all’altra. Le immagini, presentiin formato miniatura nelle schede <strong>il</strong>lustrative, possono essere ingranditecliccandovi: sarà visualizzata l’immagine stessa in formato esteso corredatadi didascalia.Navigando i <strong>per</strong>corsi è possib<strong>il</strong>e accedere alle banche dati Opac Sbn edEdit 16. I testi citati nell’area Percorso tematico, sezione Le o<strong>per</strong>e di Pe-128


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualitrarca, sono quasi tutti consultab<strong>il</strong>i e sono resi disponib<strong>il</strong>i integralmenteattraverso la Biblioteca Italiana (BibIT).I <strong>per</strong>corsi su Petrarca rientrano in una collezionE più ampia presente inInternet Culturale che racco<strong>gli</strong>e viaggi attraverso le o<strong>per</strong>e dei maggioriscrittori italiani. I testi che compongono Il mondo di Petrarca sono chiari,ben ripartiti e vi sono numerose possib<strong>il</strong>ità di approfondimento attraversoi link esterni. La presenza di pop-up non accessib<strong>il</strong>i penalizza <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso.Presente <strong>il</strong> marchio W3C, sebbene alcune pagine non siano validate.5.2.7 La légende du roi ArthurBibliothèque nationale de France. In testa alla cover sono presenti anche i logodi: Les Champs Libres, Médiatèque du grand Troyes, Franciahttp://expositions.bnf.fr/arthur/index.htmEsposizione virtuale ricca, articolata, ben suddivisa, accurata in tutti isuoi particolari ed efficace <strong>per</strong> differenti tipi di pubblico. La cover inizialepropone le diverse aree in cui è suddivisa l’esposizione. Nell’areaExposition è possib<strong>il</strong>e consultare una sezione denominata De l’histoireà la littérature contenente immagini e brevi testi: cliccando su ciascunaimmagine è possib<strong>il</strong>e visualizzarla in formato esteso, corredata di didascaliae di una scheda descrittiva approfondita. Per alcune di queste èpossib<strong>il</strong>e sfo<strong>gli</strong>are <strong>il</strong> libro da cui sono state tratte riprodotto in formato digitale.I nove libri digitalizzati sono tutti consultab<strong>il</strong>i nell’area denominataLivres à feu<strong>il</strong>leter: Per ciascun libro è disponib<strong>il</strong>e: un’introduzione audiovisuale, didascalie <strong>per</strong> le pagine, la trascrizione del testo e la riproduzioneaudio, commenti e funzione lente d’ingrandimento (loupe). È possib<strong>il</strong>eapprofondire <strong>il</strong> tema trattato nel manoscritto attraverso un collegamentoofferto nella stessa pagina. Nell’area Arrêt sur si trovano scrittispecifici suddivisi in sei argomenti a loro volta ripartiti in più parti. Ai testisono affiancate immagini che, se cliccate, riconducono alle schede descrittivee offrono nuovamente, ove possib<strong>il</strong>e, l’opportunità di sfo<strong>gli</strong>are<strong>il</strong> testo digitalizzato da cui sono tratte. L’esposizione virtuale contiene,inoltre, quattro Gros plans (Les romans de la Table rond, La légende duRoi Arthur, L’ésprit des lieux, Ecouter, Voir enluminures) che consentonodi: guardare riproduzioni di miniature, leggere antologie e trascrizionidi testi, ascoltare tracce audio e vedere diaporami. Nell’area Sur Gallicaè possib<strong>il</strong>e consultare digitalizzazioni di manoscritti, textes originaux,postérité littéraire, études et critiques. Sono disponib<strong>il</strong>i nell’area Visiteguidée: un f<strong>il</strong>mato con <strong>il</strong> curatore della mostra, o<strong>per</strong>e commentate contesto trascritto, l’audio guida completa o immagine <strong>per</strong> immagine. L’areaActivités pédagogiques contiene un <strong>per</strong>corso specifico <strong>per</strong> <strong>gli</strong> utenti piùgiovani, composto di immagini, testi, antologia e dizionario, ma soprattuttodi giochi che consentono di imparare senza mai rendere noiosele tematiche trattate. Innovativa e divertente è la proposta di creare un“Lais” (breve componimento) aiutati dallo schema fornito dal sito web.La mostra virtuale propone, infine, un gioco di ruolo e una sezione de-129


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualidicata interamente al materiale da scaricare, resource à télécharger,inerente all’area didattica (schede dell’esposizione, schede didattiche,<strong>per</strong>corso a tappe, commenti audio, gioco di ruolo e bibliografia). Sonofornite informazioni sulla mostra reale e sulle attività a essa correlate.5.2.8 Art Nouveau virtual exibitionEuropeana Foundationhttp://exhibitions.europeana.eu/exhibits/show/art-nouveau/introductionMostra virtuale, realizzata con <strong>il</strong> software Omeka, che ri<strong>per</strong>corre e raccontal’Art Nouveau declinandola in molte delle sue espressioni. La mostravirtuale si suddivide nelle seguenti aree tematiche: Mastercrafts,In Print, Influences & Inspirations, Commerce e Collectives, World ofNew Interiors, Architecture & City Scapes, Muses & Mysticism, Context.Ciascuna area è composta di brevi testi e immagini. Ogni immagineè corredata da una scheda informativa (i), composta di diversi campidescrittivi. Attraverso la scheda, mediante un link, si può raggiungerel’oggetto rappresentato in Europeana. Gli oggetti riprodotti nella mostravirtuale possono essere esplorati sia secondo <strong>il</strong> <strong>per</strong>corso tematico, siasecondo la modalità browse all items, che consente di visualizzare unodi seguito all’altro <strong>gli</strong> ottantuno oggetti (items) in formato miniatura conla scheda in didascalia e con un’ulteriore possib<strong>il</strong>ità di ingrandire l’immaginee di sfo<strong>gli</strong>are la stessa e le successive in formato esteso. Nellasezione Credits è possib<strong>il</strong>e copiare e incollare i codici <strong>per</strong> l’embeddingdei banner della mostra virtuale.Le schede informative riferite alle immagini sono disponib<strong>il</strong>i solamentenella lingua del content provider. La mostra, ancorché ben strutturata edotata di una buona grafica, è costituita di sole immagini e testi, manca<strong>per</strong>tanto di elementi che la rendano più ricca e varia (video, tracce audio,<strong>per</strong>corsi specifici e materiale d’approfondimento).5.2.9 Chaos and Classicism: Art in France, Italy, and Germany, 1918-1936Solomon R. Guggenheim Museum, USAhttp://www.guggenheim.org/new-york/exhibitions/past/exhibit/3728/2La mostra online si articola in sette temi (themes) <strong>il</strong>lustrati attraversotesti e immagini. È possib<strong>il</strong>e consultare da ogni area visitata la timelineche offre sia informazioni storiche sia riferite ai movimenti artistici.È disponib<strong>il</strong>e la lista delle o<strong>per</strong>e esposte nella mostra (Checklist) e laBrochure. È possib<strong>il</strong>e, inoltre, prenotare <strong>il</strong> bi<strong>gli</strong>etto (Advance tickets) eacquistare <strong>il</strong> catalogo (Catalogue). L’online exhibition può essere visualizzataa schermo intero, dispone del comando Share e consente di inviaree- card con quadri rappresentati nella mostra (la specifica sezionecontiene informazioni relative a termini e condizioni d’uso terms andconditions). Nella sezione del sito Guggenheim dedicata all’esposizione130


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualionline vengono proposti ulteriori strumenti di approfondimento come, adesempio, f<strong>il</strong>mati e testi: cliccando sul nome di artisti o correnti artistichecitati nei brani si accede alla collezione online del Guggenheim e alleo<strong>per</strong>e possedute dal Museo. Ulteriori sezioni offrono: lista di libri e f<strong>il</strong>minerenti <strong>il</strong> tema della mostra (Books And F<strong>il</strong>ms) ed estratti di 3 audioguide (Audio Tour). La mostra è chiara, fac<strong>il</strong>mente consultab<strong>il</strong>e e riccadi approfondimenti e proposte.5.2.10 Inseguendo l’OrmaLascia <strong>il</strong> segno. Museo virtuale dell’effimero.http://www.lascia<strong>il</strong>segno.it/index.php?it/96/mostre-virtuali/2/8/0La mostra virtuale, realizzata con <strong>il</strong> modulo Percorsi tematici di Museo& Web, è costituita da video, immagini e sintetiche schede di catalogo<strong>per</strong> le o<strong>per</strong>e <strong>il</strong>lustrate. La mostra offre una panoramica ampia e chiara riguardolo street artist Orma e la sua attività. Il <strong>per</strong>corso si articola in settesezioni dedicate a specifici temi affrontati da Orma: Alter ego; Mordi efuggi; Con discrezione; Pensieri sciolti; La satira; Orma istituzionale. Lasettima sezione rimanda, infine, a un’altra area del sito web contenentedocumentazione sull’artista. I video, presenti in a<strong>per</strong>tura della mostravirtuale e <strong>per</strong> ogni tema affrontato, sop<strong>per</strong>iscono pienamente alla mancanzadi testo, fungendo da introduzione alle gallerie d’immagini.L’artista stesso, mediante le video interviste, guida l’utente nella comprensionedelle sue o<strong>per</strong>e. L’elemento positivo della mostra è sicuramentel’immediatezza dei contenuti.5.2.11 The Life and Works of W<strong>il</strong>liam Butler YeatsThe National Library of Ireland, Irelandhttp://www.nli.ie/yeats/main.htmlMostra virtuale sulla vita e le o<strong>per</strong>e di W<strong>il</strong>liam Butler Yeats, poeta edrammaturgo irlandese. La sensazione trasmessa è di camminare realmenteall’interno della mostra.L’interfaccia offre diverse opportunità di navigazione a 360°. La mostradispone di un menu che consente di: esplorare la mostra <strong>per</strong> aree(areas), sce<strong>gli</strong>ere le singole “vetrine” allestite (interactives), compierericerche <strong>per</strong> parola. È, inoltre, sempre possib<strong>il</strong>e conoscere la propriaposizione rispetto al <strong>per</strong>corso grazie alla mappa.La mostra virtuale, composta da video, immagini e testi e contenenteuna timeline molto detta<strong>gli</strong>ata, è altamente interattiva. Per una correttanavigazione del sito sono necessari Flash e banda larga.131


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtuali5.2.12 Eggs. A Virtual ExhibitionRoyal Alberta Museum, Canadahttp://www.royalalbertamuseum.ca/vexhibit/eggs/vexhome/egghome.htmLa mostra virtuale <strong>il</strong>lustra le uova provenienti da tutto <strong>il</strong> mondo evidenziandoin particolar modo quelle provenienti dall’Alberta in Canada. Il Royal AlbertaMuseum ospita una delle più complete collezioni del nord America. L’esposizionevirtuale include più di 300 immagini di uova, informazioni scientifichee curiosità. La mostra è ben strutturata, fac<strong>il</strong>e da esplorare e offre unavasta panoramica sul tema sia attraverso le immagini sia attraverso i testi.L’argomento trattato è interessante <strong>per</strong> un pubblico generico ed anche <strong>per</strong>appassionati. La mostra è corredata di una breve sitografia tematica.Alcune pagine dell’esposizione contengono solo testo, assente l’i<strong>per</strong>testo,anche se la sua funzione è svolta dal menu di navigazione verticalemolto esaustivo.5.2.13 Serie di mostre virtualiFreer Sackler. The Smithsonian’s Museum of Asian Art, USAhttp://www.asia.si.edu/exhibitions/online.aspMostre online realizzate dal Museo <strong>per</strong> esporre le ricche collezioni d’arteasiatica, islamica e americana dall’antichità ai giorni nostri. Grafica vivaceed esteticamente gradevole. Gli utenti possono esplorare le collezioni<strong>per</strong> soggetti, luoghi e compiere una ricerca semplice.Le mostre sono ricche di funzionalità, come ad esempio timeline, audioclip d’introduzione, video, ma talvolta si rivelano poco accessib<strong>il</strong>i, dato <strong>il</strong>grande uso di Flash e la necessità di scaricare plug-in.5.2.14 Progetto Du<strong>il</strong>ioship. Percorsi tematiciUniversità de<strong>gli</strong> studi di Genova. Centro di servizio bibliotecarioFacoltà di ingegneria.Università de<strong>gli</strong> studi di Genova. Dipartimento di ingegneria navalee tecnologie marine.Associazione Italiana di tecnica Navale ATENAhttp://www.du<strong>il</strong>ioship.it/index.php?it/133/<strong>per</strong>corsi-tematiciSito web che presenta due sezioni dedicate ai <strong>per</strong>corsi: Percorsi tematici;Percorso <strong>per</strong> studenti delle scuole medie.La prima sezione offre la possib<strong>il</strong>ità di esplorare cinque itinerari tematici:Il problema della longitudine; Navi, cantieri e arsenali; Percorsi attraverso<strong>il</strong> fondo antico; Periodici della RSSN (in costruzione); Personaggi<strong>il</strong>lustri della RSNN.Ciascun argomento si sv<strong>il</strong>uppa in profondità secondo diversi livelli (Argomentidisponib<strong>il</strong>i, Temi e Schede), fornendo di volta in volta: testi <strong>il</strong>lustrativi,immagini, schede di catalogo delle o<strong>per</strong>e collegate, bibliografiao riferimenti ut<strong>il</strong>i (link a testi, a siti web, documenti in PDF).132


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualiConsultando la scheda di catalogo di un’o<strong>per</strong>a (associata a un’immaginee a una breve descrizione), si potrà accedere attraverso <strong>il</strong> link Vaialla ricerca, alla sezione del sito web dove sono raccolti tutti <strong>gli</strong> oggetticatalogati e inseriti nei <strong>per</strong>corsi tematici.Il Percorso <strong>per</strong> <strong>gli</strong> studenti delle scuole medie consente di visualizzareuna presentazione su SlideShare e scaricare materiale di supporto (domande,spunti di riflessioni, sitografia, immagini e mappe). Conclude <strong>il</strong><strong>per</strong>corso didattico, una galleria d’immagini scattate nel corso di attivitàsvolte con <strong>gli</strong> studenti.5.2.15 Archipedia. Argomenti e strumenti <strong>per</strong> nuove esplorazioni in archivio<strong>Archivi</strong>o di Stato di Firenzehttp://www.archiviodistato.firenze.it/archipedia/Proposta didattica dell’<strong>Archivi</strong>o di Stato di Firenze. Attraverso <strong>il</strong> sito web,realizzato grazie al contributo di una banca locale, si vo<strong>gli</strong>ono offriremateriali di conoscenza e incuriosire <strong>gli</strong> studenti delle scuole di ogniordine e grado. Attualmente sono presenti sul sito i seguenti <strong>per</strong>corsidi approfondimento: Leoni rampanti, aqu<strong>il</strong>e a due teste..., <strong>leggi</strong>amo <strong>gli</strong>antichi stemmi di fami<strong>gli</strong>a; Cos’è un albero genealogico?; Un diario, untestamento sig<strong>il</strong>lato, una lettera al marito lontano... le strategie di sopravvivenzadi una grande fami<strong>gli</strong>a; Una casa <strong>per</strong> una..... casata: sei secolidi storia di un palazzo fiorentino; Da una scritta segreta sul muro...chi cosa e come si scriveva nel Medioevo; Luoghi <strong>per</strong>sone e mestieridi una città che cambia; Il linguaggio delle carte geografiche. Inoltre c’èun collegamento con altri progetti in collaborazione con <strong>il</strong> Polo musealefiorentino: Itinerari dentro e fuori le mura di Firenze al tempo dell’Unitàd’Italia; Le chiavi della città. L’utente ha a disposizione, sebbene nonintegrati nei <strong>per</strong>corsi, una serie di strumenti ut<strong>il</strong>i: glossario, bibliografia eindice delle fonti.5.2.16 A voyage with the gods. AthenaATHENA projecthttp://151.12.58.141/virtualexhibition/La mostra virtuale, realizzata nell’ambito del progetto europeo ATHE-NA, coordinato dall’<strong>Istituto</strong> centrale <strong>per</strong> <strong>il</strong> catalogo unico delle bibliotecheitaliane, racconta attraverso video, immagini e testi <strong>il</strong> mito diAthena. Il <strong>per</strong>corso della mostra è ripartito in dieci sezioni. Dalla homepageè possib<strong>il</strong>e scorrere, mediante slide-show o manualmente,immagini di o<strong>per</strong>e e oggetti che raffigurano la Dea. Ogni sezione dellamostra virtuale affronta una tema o una leggenda legata ad Athenaed è composta da un video e dalla trascrizione testuale dell’audioaffinché i medesimi contenuti possano essere ascoltati o letti.Le sezioni sono elencate nel menu presente nella barra a sini-133


5 Appendici5.2 Esempi di mostre virtualistra. I temi affrontati sono i seguenti: Welcome to Athena; The spectacularbirth of Athena; Athena and Poseidon’s contest for Athens;Erikhthonios: Athena’s adopted son; Athena’s quests; Why Athenaturns Arakhne into a spider; Athena and Minerva in today’s world.La mostra virtuale, attraverso i miti e le rappresentazioni iconografichelegate ad Athena, individua la presenza costante di riferimenti alla deanel corso dei secoli dall’antichità ai giorni nostri. Il <strong>per</strong>corso è completatoda un quiz a risposte multiple (composto di quindici quesiti) ut<strong>il</strong>e averificare le proprie conoscenze riguardo Athena giocando. Alla fine delquestionario è possib<strong>il</strong>e visualizzare un elenco delle risorse derivanti daEuropeana ut<strong>il</strong>izzate <strong>per</strong> creare <strong>il</strong> quiz e i video.È fornita, inoltre, una lista che elenca <strong>il</strong> nome Athena declinato in diverselingue europee.Per le immagini ut<strong>il</strong>izzate che provengono da Europeana, la didascaliapresenta un link attivo che conduce alla scheda dell’immagine o dell’oggettonel portale.134


5 Appendici5.3 Scheda di benchmarkingScheda di benchmarking Mostre virtuali/Percorsi tematiciIstituzione/i responsab<strong>il</strong>e/i e nazione/i –––––––––––––––––––––––––––––––––Titolo Mostra virtuale/Percorso tematico –––––––––––––––––––––––––––––––––URL Mostra virtuale/Percorso tematico –––––––––––––––––––––––––––––––––Data realizzazione mostra virtuale/Percorso tematico –––––––––––––––––––––––––––––––––Sponsor –––––––––––––––––––––––––––––––––Equivalente reale della mostra□Autodefinizione nel sito• Mostra virtuale• Percorso tematico• Altro (specificare)Caratteristiche tecniche• Sito statico• CMS• Visualizzatore ad hoc• Funzioni di ricerca semplice• Funzioni di ricerca avanzata• Ricerche in banche datiCoverMenu/sommarioArea dei contenuti• Testi• Schede <strong>il</strong>lustrative• Approfondimenti• Immagini• Gallerie di immagini• Interviste• Storytelling• F<strong>il</strong>mati• Animazioni• Registrazioni di brani parlati• Registrazioni di brani musicali• Materiali documentali (rita<strong>gli</strong> giornali, ecc.)• Carte geografiche e mappe• Tabelle e tavole sinottiche• Contenuti 3D• Didascalie• Sottofondo musicale• Altro (specificare)□□ ______________________________□□□□ ______________________________135


5 Appendici5.3 Scheda di benchmarkingsegue Scheda di benchmarking Mostre virtuali/Percorsi tematiciApparati di approfondimento• Indici (luoghi, nomi ecc.)• Bibliografie tematiche• Sitografie tematiche• Cronologie• Fonti• Glossari• Pubblicazioni e cataloghi• Altro (specificare)□□ ______________________________Area dei servizi• Servizi didattici• Giochi• Acquisto bi<strong>gli</strong>etti online• Acquisto immagini• Book-shop• Risorse digitali da scaricare in bassa risoluzione • Risorse digitali da scaricare in alta risoluzione• Altro (specificare)□ ______________________________Altre informazioni(indicare se specifiche della mostra Specifiche Genericheo generiche del sito)• Crediti • Info sulla tecnologia ut<strong>il</strong>izzata • Condizioni d’uso ecc. • Copyright □ □• Altro (specificare)________________________________Software ut<strong>il</strong>izzati• Timeline• Tag cloud• Tagging• Geotagging• Slideshow• OCR• Magnificatore di immagini• Sfo<strong>gli</strong>atore• Virtual Reality• Add this• Altro (specificare)Mult<strong>il</strong>inguismo(se sì, indicare lingue)Pubblico• Generico• Ricercatori• Scuole• Bambini• Altro (specificare)□□ ______________________________□ ______________________________□□ ______________________________136


5 Appendici5.3 Scheda di benchmarkingsegue Scheda di benchmarking Mostre virtuali/Percorsi tematiciQualità Alta Media Bassa• Usab<strong>il</strong>ità • Accessib<strong>il</strong>ità • St<strong>il</strong>e del testo • Immagini • Didascalie • Grafica • I<strong>per</strong>testo/i<strong>per</strong>media □ □ □Contenuti generati da<strong>gli</strong> utenti□Promozione• Su social netwoks (Facebook, You Tube,Twitter, etc.)• Enbed code□Versione mob<strong>il</strong>e• Per iPhone• Per iPad• Per Android□Breve descrizione della mostra virtuale/Percorso tematico ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––Breve commento elementi positivi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––Breve commento elementi negativi ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––Data consultazione sito –––––––––––––––––––––––––––––––––Comp<strong>il</strong>atore scheda –––––––––––––––––––––––––––––––––Allega uno o più screenshots137


5 Appendici5.4 Acronimi2D3DASCIIAIFFAPODATHENACDDVDPICOAVIAWRAWTVCC NCCC NDCC SACCCMSCMSCSSDCDPIFLVGBGIFHTMLICARICCUINDICATEIPRISAAR(CPF)ISAD(G)ISOJPG/JPEGPNGkB2 Dimensional3 DimensionalAmerican Standard Code for Information InterchangeAudio Interchange F<strong>il</strong>e FormatAutorizzazione PodcastAccess To cultural HEritage Networks Across EuropeCompact DiscDigital Versat<strong>il</strong>e Disc o Digital Video DiscPortale Italiano della Cultura OnlineAudio Video InterleaveAutorizzazione Web RadioAutorizzazione Web TVCreative Commons NonCommercialCreative Commons NoDerivsCreative Commons ShareAlikeCreative CommonsContent Management SystemContent Management SystemCascading Style SheetsDublin CoreDots Per InchFlash Video FormatGigabyteGraphical Interchange FormatHy<strong>per</strong>Text Markup Language<strong>Istituto</strong> <strong>Centrale</strong> <strong>per</strong> <strong>gli</strong> <strong>Archivi</strong><strong>Istituto</strong> <strong>Centrale</strong> <strong>per</strong> <strong>il</strong> Catalogo Unico delle biblioteche italianee <strong>per</strong> le informazioni bibliograficheInternational Network for a Digital Cultural Heritage e-InfrastructureIntellectual Pro<strong>per</strong>ty RightsInternational Standard Archival Authority Record for Corporate bodies,Persons and Fam<strong>il</strong>iesGeneral International Standard Archival DescriptionInternational Organization for StandardizationJoint Photographic Ex<strong>per</strong>ts GroupPortable Network GraphicsK<strong>il</strong>oByte138


5 Appendici5.4 AcronimiLHR Large High ResolutionMARC MAchine-Readable CatalogingMB MegabyteMETS Metadata Encoding and Transmission StandardMiBAC <strong>Ministero</strong> <strong>per</strong> i Beni e le Attività CulturaliMICHAEL Mult<strong>il</strong>ingual Inventory of Cultural Heritage in EuropeMINERVA MInisterial NEtwoRk for Valorising Activities in digitizationMP3 Moving Picture Ex<strong>per</strong>t Group-1/2 Audio Layer 3MPEG Moving Picture Ex<strong>per</strong>ts GroupOCR Optical Character RecognitionOPAC Online Public Access CataloguePD Public DomainPDA Personal Digital AssistantPDF Portable Document FormatPPI Pixels <strong>per</strong> inchQR Quick ResponseRGB Red Green BlueSAN Sistema <strong>Archivi</strong>stico NazionaleSBN Servizio Bibliotecario NazionaleSIAE Società Italiana de<strong>gli</strong> Autori ed EditoriTEL The European LibraryTIFF Tagged Image F<strong>il</strong>e FormatURI Uniform Resource IdentifierVR Virtual RealityW3C World Wide Web ConsortiumWAV WAVEform audio f<strong>il</strong>e formatWMA Windows Media AudioWMV Window Media VideoXHTML eXtensible Hy<strong>per</strong>Text Markup LanguageXML eXtensible Markup LanguageMOV http://www.dizionarioinformatico.com/cgi-lib/diz.cgi?name=movWI-FIDIVxAMCAVS converter Audio Video Standard (pag 88)BMP BitMap139


Finito di stampare nel mese di ottobre 2011.Reprostampa Industria Grafica, Roma.

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