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LETTERA DOMINICAE CENAE DEL PAPA GIOVANNI PAOLO II A ...

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verba consecrationis, ad quae animos componunt: cfr. «La divina Liturgia del santo nostroPadre Giovanni Crisostomo», Roma - Grottaferrata 1967, pp. 104ss)Si rivolge anche nello Spirito Santo a quel Figlio incarnato, nell'economia di salvezza,soprattutto in quel momento di suprema dedizione e di abbandono totale di se stesso, alquale si riferiscono le parole pronunciate nel cenacolo: «Questo è il mio corpo dato pervoi»... «questo è il calice del mio sangue versato per voi...» (cfr. Mt 26,26ss; Mc 14,22-25;Lc 22,18ss; 1Cor 11,23ss; cfr. etiam «Preces eucharisticae» Liturgiae). L'acclamazioneliturgica: «Annunciamo la tua morte, Signore!» ci riporta proprio a quel momento; e colproclamare la sua risurrezione abbracciamo nello stesso atto di venerazione il Cristo risortoe glorificato «alla destra del Padre», come anche la prospettiva della sua «venuta nellagloria». Tuttavia è l'annientamento volontario, gradito dal Padre e glorificato con larisurrezione, che, sacramentalmente celebrato insieme con la risurrezione, ci portaall'adorazione di quel Redentore «fattosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce»(Fil 2,8).E questa nostra adorazione contiene ancora un'altra particolare caratteristica. Essa ècompenetrata dalla grandezza di questa morte umana, nella quale il mondo, cioè ciascuno dinoi, è stato amato «sino alla fine» (Gv 13,1). Così essa è anche una risposta che vuolripagare quell'amore immolato fino alla morte di croce: è la nostra «eucaristia», cioè ilnostro rendergli grazie, il lodarlo per averci redenti con la sua morte e resi partecipi dellavita immortale per mezzo della sua risurrezione.Un tale culto, rivolto dunque alla Trinità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,accompagna e permea innanzi tutto la celebrazione della liturgia eucaristica. Ma esso devepure riempire i nostri templi anche al di là dell'orario delle sante messe. Invero, poiché ilmistero eucaristico è stato istituito dall'amore, e ci rende Cristo sacramentalmente presente,esso è degno di azione di grazie e di culto. E questo culto deve distinguersi in ogni nostroincontro col santissimo sacramento, sia quando visitiamo le nostre chiese, sia quando lesacre specie sono portate e amministrate agli infermi.L'adorazione di Cristo in questo sacramento d'amore deve poi trovare la sua espressione indiverse forme di devozione eucaristica: preghiere personali davanti al Santissimo, ore diadorazione, esposizioni brevi, prolungate, annuali (quarantore), benedizioni eucaristiche,processioni eucaristiche, congressi eucaristici (cfr. Ioannis Pauli PP. <strong>II</strong> «Allocutio Dublinihabita in hortis, quibus nomen "Poenix Park"», 7, die 29 sept. 1979: AAS 71 [1979] 1074ss;Sacrae Rituum Congregationis «Eucharisticum Mysterium»: AAS 59 [1967] 539-573;«Rituale Romanum», «De sacra communione et de cultu Mysterii eucharistici extraMissam». Notandum est cultus pondus et vim sanctificationis harum pietatis formarum inEucharistiam non ex ipsis formis sed potius ex intimis mentis rationibus pendere). Unparticolare ricordo merita a questo punto la solennità del «Corpo e Sangue di Cristo» comeatto di culto pubblico reso a Cristo presente nell'eucaristia, voluta dal mio predecessoreUrbano IV in memoria dell'istituzione di questo grande mistero (cfr. Urbani IV «Transiturusde hoc mundo», die 11 aug. 1264: Aemilii Friedberg «Corpus Iuris Canonici», Pars <strong>II</strong>.«Decretalim Collectiones», Leipzig 1881, pp. 1174-1177; «Studi eucaristici», V<strong>II</strong> centenariodella Bolla «Transiturus» 1264-1964, Orvieto 1966, pp. 302-317). Tutto ciò corrispondequindi ai principi generali e alle norme particolari già da tempo esistenti, ma nuovamenteformulate durante o dopo il Concilio Vaticano <strong>II</strong> (cfr. Pauli VI «Mysterium Fidei»: AAS 57[1965] 753-774; Sacrae Rituum Congregationis «Eucharisticum Mysterium»: AAS 59[1967] 539-573; «Rituale Romanum»Pag. 3 di 19

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