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Indagine sulle problematiche sanitarie di Haliotis tuberculata ... - SIPI

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ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18PREMIO TESI “S.I.P.I. 2011”<strong>Indagine</strong> <strong>sulle</strong> <strong>problematiche</strong> <strong>sanitarie</strong> <strong>di</strong> <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>in allevamento con focus particolare <strong>sulle</strong> infestazioni dapolicheti perforanti #Survey on health problems of cultured <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> witha particular focus on infestations by boring polychaetes #Erika Astrid Virginie Burioli 1* , Maria Letizia Fioravanti 2 ,Oliviero Mordenti 2 , Sylvain Huchette 31 Corso <strong>di</strong> Laurea in Acquacoltura ed Ittiopatologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orumUniversità <strong>di</strong> Bologna; 2 Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che Veterinarie, Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum Università <strong>di</strong>Bologna; 3 France <strong>Haliotis</strong> SCEA, Lilia Kérazan, 29880 Plouguerneau, France._______________________________RIASSUNTO – Recentemente l’allevamento del mollusco gasteropode <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>, abalone europeo, è statointrapreso in Irlanda ed in Francia. In generale, le acque fredde proteggono questo mollusco dall’insorgenza <strong>di</strong>malattie batteriche e parassitarie, ma la colonizzazione della conchiglia da parte <strong>di</strong> policheti perforanti rappresenta unimportante problema in grado <strong>di</strong> causare una riduzione del valore commerciale e degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> crescita. Nel corso <strong>di</strong>questo stu<strong>di</strong>o, condotto in Bretagna su animali allevati con <strong>di</strong>fferenti tecniche, si è <strong>di</strong>mostrato che l’età ed il sistemad’allevamento sono importanti fattori che influenzano l’intensità della infestazione. I policheti raccolti dagli abaloniappartenevano a due <strong>di</strong>verse famiglie: Spionidae, come già descritto in precedenti stu<strong>di</strong> (Clavier, 1992) e Sabellidae,qui riportata per la prima volta nell’abalone europeo. Gli stu<strong>di</strong> morfologici hanno in<strong>di</strong>cato che i policheti Spionidaeappartenevano a <strong>di</strong>verse specie dei generi Polydora/Boccar<strong>di</strong>a. Sebbene non sia stato possibile condurre me<strong>di</strong>anteosservazione morfologica l’identificazione tassonomica dei Sabellidae a livello <strong>di</strong> genere e specie, almeno due<strong>di</strong>stinte specie erano presenti. La prevalenza e l’intensità dei Sabelli<strong>di</strong> era molto bassa, ma un solo esemplare era ingrado <strong>di</strong> causare lesioni della conchiglia molto gravi. I risultati <strong>di</strong> questo stu<strong>di</strong>o hanno mostrato come la prevalenzasia positivamente correlata all’età dell’ospite e come il sistema d’allevamento possa influenzare fortemente l’intensitàd’infestazione dei policheti perforanti: molto bassa negli allevamenti a terra, dove l’acqua viene filtrata e le procedureigieniche vengono applicate routinariamente alle vasche e più elevata in maricoltura, in particolare se condotta inpolicoltura ed in aree a basso ricambio idrico, con crescita rallentata e performance produttive ridotte.SUMMARY – In recent years, shellfish farming of <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>, the European abalone, has started in Irelandand France. In general, cold waters protect the gastropod from bacterial and parasitic <strong>di</strong>seases but the shellcolonization by boring polychaetes is an important problem causing a reduction of marketability and growth rate.During this study conducted in Brittany on animals reared with <strong>di</strong>fferent culture techniques we showed that age andfarming methods are determinant factors that influence the intensity of infestation. The polychaetes collected fromabalone shells belonged to two <strong>di</strong>fferent families: Spionidae, as referred in previous works (Clavier, 1992) andSabellidae, reported for the first time in European abalone. Morphological stu<strong>di</strong>es in<strong>di</strong>cated that Spionidaepolychaetes belonged to <strong>di</strong>fferent species of the genera Polydora/Boccar<strong>di</strong>a. The taxonomic identification ofSabellidae at genus/species level was not reached by morphological exam, but at least two <strong>di</strong>stinct species seemed tobe present. Prevalence and intensity of infestation by Sabellidae were low but a single specimen was able to causevery heavy lesions of the shell. The results of this study showed that prevalence is positively linked to host age andthat the farming system can strongly influence the infection intensity of boring polychaetes: very low in in-land farms,where water is filtered and hygienic procedures are routinely applied to tanks, and higher in mariculture, inparticular in polyculture and areas with a low water turnover, with slow growth and performance indexes reduction.#Sintesi della tesi: "<strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>: allevamento e <strong>problematiche</strong> <strong>sanitarie</strong>”.Key words: <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>; Farming methods; Boring polychaetes; Spionidae; Sabellidae._______________________________* Correspon<strong>di</strong>ng author: c/o Corso <strong>di</strong> Laurea in Acquacoltura ed Ittiopatologia, Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria,Alma Mater Stu<strong>di</strong>orum Università <strong>di</strong> Bologna; E-mail: erikaastrid.burioli@stu<strong>di</strong>o.unibo.it.5


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18genere per la captazione delle larve <strong>di</strong> ostriche e la densità è abbastanza ridotta, inme<strong>di</strong>a 10-15 kg/m³. Le gabbie sono rifornite <strong>di</strong> alghe fresche ogni due settimane. Nelleconcessioni, il forte idro<strong>di</strong>namismo dovuto alle maree ed alle correnti garantisce sempreun’acqua <strong>di</strong> buona qualità.Un’altra tecnica consiste nell’utilizzare, per la fase d’ingrasso in mare, delle sacche <strong>di</strong>rete plastificata con maglie da 0,8 cm ponendo gli abaloni in policoltura con ostriche eLittorina littorea a bassa densità <strong>di</strong> allevamento. Le sacche, all’interno delle quali sono<strong>di</strong>sposte coppette identiche a quelle usate nelle gabbie, sono <strong>di</strong>sposte su speciali tavoleposte a 0,5 m dal fondale. L’alimentazione anche in questo caso è costituita damacroalghe fresche. Le concessioni si trovano in una zona riparata dalle correnti e sottouna colonna d’acqua <strong>di</strong> 0-6 metri.Infine, l’allevamento a terra permette un management più regolare delle con<strong>di</strong>zionid’allevamento e una somministrazione più facile del cibo: nella zona in stu<strong>di</strong>o si tratta<strong>di</strong> piccole unità <strong>di</strong> produzione, con densità d’allevamento me<strong>di</strong>a (21 kg/m³) edalimentazione artificiale.Malattie <strong>di</strong> <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong>Anche se le acque relativamente fredde del Nord Atlantico limitano l’insorgenza <strong>di</strong>malattie, gli abaloni possono essere colpiti da <strong>di</strong>versi agenti patogeni. Alcune malattiedegli alioti<strong>di</strong> sono incluse nella lista della World Organisation for Animal Health (OIE):infezioni da Perkinsus olseni, da Xenohaliotis californiensis e da Herpesvirus. Nessuno<strong>di</strong> questi agenti rientra nella lista <strong>di</strong> malattie inserita nella legislazione comunitaria(Direttiva 2006/88/CE).In H. <strong>tuberculata</strong> gli episo<strong>di</strong> <strong>di</strong> mortalità in allevamento sono stati attribuiti quasisempre a Vibrio harveyi (sin. V. carchariae) (Nicolas et al., 2002). I sintomi dellavibriosi (Blister Disease) sono rappresentati principalmente dalla presenza <strong>di</strong> macchiechiare a livello degli organi e, soprattutto, <strong>di</strong> pustole bianche sul piede. Possono ancheessere presenti dei rigonfiamenti a livello del pericar<strong>di</strong>o e l’emolinfa assume un coloregiallo-marrone. La mortalità può raggiungere il 60% del lotto colpito. Gli episo<strong>di</strong>avvengono in genere tra settembre ed ottobre. V. harveyi rappresenta il patogeno piùtemibile nell’acquacoltura <strong>di</strong> H. <strong>tuberculata</strong>.La Withering Syndrome-Rickettsia Like Procaryote (WS-RLP) (Balsiero et al., 2006) ècausata da una Rickettsia, Can<strong>di</strong>datus Xenohaliotis californiensis. La malattia simanifesta con atrofia del tessuto muscolare, seguita dalla morte dell’animale colpito. Alivello istologico si osserva l’inclusione del patogeno nelle cellule epiteliali, cheassumono una forma ovoidale <strong>di</strong> 17 x 55 μm. L’infezione si localizza principalmentenella parte posteriore dell’esofago, nella ghiandola <strong>di</strong>gestiva e nell’intestino.Sono state inoltre descritte <strong>di</strong>verse malattie parassitarie sostenute da protozoi in abaloni,ma nella specie H. <strong>tuberculata</strong> solo Haplospori<strong>di</strong>um montforti è stato rinvenuto in<strong>di</strong>versi tessuti ed organi: connettivo, branchie, ghiandola <strong>di</strong>gestiva e muscolo (Ford etal., 2001; Balsiero et al., 2006). Alcune infestazioni da metacercarie <strong>di</strong> tremato<strong>di</strong> <strong>di</strong>geneisono state inoltre descritte in H. <strong>tuberculata</strong> (Marino et al., 2005).La conchiglia degli abaloni è spesso colonizzata da epibionti, ma in caso <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong>policheti perforanti e <strong>di</strong> infestazioni molto intense, lo stato sanitario e la crescitadell’ospite possono essere compromessi. L’epibionte <strong>di</strong>venta allora un parassita. Ipolicheti sono vermi anelli<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusi quasi esclusivamente in ambiente marino. Alcune7


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18specie sedentarie ricavano una galleria nei substrati calcarei (e quin<strong>di</strong> anche nelleconchiglie dei molluschi) e si nutrono <strong>di</strong> particelle organiche in sospensione nell’acqua.Sono state descritte <strong>di</strong>verse famiglie <strong>di</strong> policheti perforanti quali spioni<strong>di</strong>, terebelli<strong>di</strong> esabelli<strong>di</strong>. I caratteri tassonomici più evidenti per determinare la famiglia <strong>di</strong> appartenenzasono rappresentati da: presenza <strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> tentacoli scanalati e primi metameri dotati<strong>di</strong> un paio <strong>di</strong> branchie - per gli spioni<strong>di</strong>; presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi tentacoli - per i terebelli<strong>di</strong>;presenza <strong>di</strong> un “ventaglio” molto ramificato - per i sabelli<strong>di</strong>. I parapo<strong>di</strong> sono mo<strong>di</strong>ficati:il notopo<strong>di</strong>o è atrofizzato e le setole ventrali formano degli uncini. I caratteritassonomici principali utilizzati per determinare il genere negli spioni<strong>di</strong> sono: la formadelle setole e degli uncini, la forma della caruncola del protostomio, il numero dellebranchie, la forma del pigi<strong>di</strong>o. Per i sabelli<strong>di</strong>, oltre ai caratteri appena elencati, siconsidera anche la forma dei ra<strong>di</strong>oli.MATERIALI E METODICampionamentoNel mese <strong>di</strong> settembre 2010 sono stati condotti <strong>di</strong>versi campionamenti <strong>di</strong> soggetti <strong>di</strong><strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> nelle gabbie <strong>di</strong> maricoltura <strong>di</strong> France <strong>Haliotis</strong> (FH) (Plouguerneau,Francia) al fine <strong>di</strong> rilevare i dati <strong>di</strong> prevalenza, intensità d’infestazione ed entità dellelesioni causate da policheti perforanti in relazione all’età degli esemplari. Sono statiprelevati in totale 53 esemplari appartenenti a 5 <strong>di</strong>versi cicli produttivi, dallagenerazione del 2005 a quella del 2009 (Tabella 1). Le gabbie da sottoporre al prelievosono state in<strong>di</strong>viduate in funzione dell’età e della densità degli animali contenuti,sempre <strong>di</strong> almeno 10 kg/m³. Il campionamento è stato eseguito usando unarandomizzazione sistematica, con 1 in<strong>di</strong>viduo prelevato ogni 10. Per evitare che fattoriambientali quali le correnti potessero influenzare il risultato, si è preferito selezionaregabbie situate nella stessa area delle concessioni. Nello stesso periodo, per verificare seesiste una correlazione tra tipo <strong>di</strong> allevamento e prevalenza/intensità d’infestazione,sono stati raccolti campioni <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidui della stessa età (nati nel 2006) da tre aziendealioticole della zona caratterizzate da tipologie <strong>di</strong> allevamento <strong>di</strong>verse. Inoltre è statoesaminato un campione <strong>di</strong> 8 abaloni selvatici con <strong>di</strong>mensioni >9 cm per i quali però nonè stato possibile determinare con esattezza l’età (Tabella 2).N. Id. lottoN. Id.gabbiaAnno <strong>di</strong>nascitadegliin<strong>di</strong>viduiN. in<strong>di</strong>viduicampionatiDensità <strong>di</strong>animali ingabbiaF1 38 2008 13 10 kg/m³F2 34 2007 8 10 kg/m³F3 35 2006 8 10 kg/m³F4 28 2005 12 10 kg/m³F5 53 2009 12 10 kg/m³N. Id.lottoLuogo <strong>di</strong>campionamentoTipologia <strong>di</strong>allevamentoN.in<strong>di</strong>viduicampionatiG1-2 Ile de Groix A terra 15F3 Aber Wrac’h Maricoltura/gabbie 8A1Aber Wrac’hMaricoltura/saccheretate in policolturacon ostricheS1 Baia <strong>di</strong> Roscoff Selvatici 810Tabella 1 – Campionamento <strong>di</strong> abaloni dalle gabbie<strong>di</strong> maricoltura.Table 1 – Samplings of abalones from cages.Tabella 2 – Campionamento <strong>di</strong> abaloni da<strong>di</strong>versi sistemi d’allevamento.Table 2 – Samplings of abalones from <strong>di</strong>fferentfarming systems.8


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18Nell’azienda in policoltura situata a tre km da FH sono stati prelevati anche 6 esemplari<strong>di</strong> Crassostrea gigas per poter paragonare l’epifauna presente nei soggetti <strong>di</strong> questaspecie con quella osservata in <strong>Haliotis</strong>. Durante il trasporto gli in<strong>di</strong>vidui sono statimantenuti in acqua marina, posti in contenitori isotermici muniti <strong>di</strong> aeratore edesaminati entro le 24 ore successive.Esami <strong>di</strong> laboratorioOgni in<strong>di</strong>viduo è stato privato della conchiglia e le parti molli del gasteropode sonostate poste in formalina tamponata al 10% dopo un’attenta osservazione volta a rilevarela presenza <strong>di</strong> eventuali anomalie morfologiche e alterazioni patologiche. La conchigliaveniva immersa in acqua marina ed imme<strong>di</strong>atamente osservata allo stereomicroscopio.I policheti, grazie ai loro tentacoli molto mobili, risultano facilmente rilevabili e perogni conchiglia ne è stato rilevato il numero, con due conte successive, e la famiglia <strong>di</strong>appartenenza, determinabile dal tipo <strong>di</strong> appen<strong>di</strong>ci del capo, annotando la zona dellaconchiglia colpita.Il calcolo dei valori <strong>di</strong> prevalenza (N° animali parassitati/N° animali esaminati),intensità d’infestazione (N° parassiti per ospite) ed intensità d’infestazione me<strong>di</strong>a (N°totale parassiti/N° soggetti parassitati) è stato effettuato secondo le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> Bushet al. (1997).Ogni conchiglia è stata poi asciugata, marcata e fotografata per evidenziare le lesionimacroscopiche ed alcune sono state sottoposte ad esame ra<strong>di</strong>ografico presso l’exDipartimento Clinico Veterinario (ora Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Me<strong>di</strong>che Veterinarie)della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria dell’Università <strong>di</strong> Bologna. Per poter isolare efissare i policheti ai fini <strong>di</strong> una loro successiva identificazione si è dovuto ricorreretalvolta alla frantumazione della conchiglia. Gli esemplari <strong>di</strong> policheti vivi ed integrisono stati fotografati ed in seguito fissati in alcool etilico 70%. In laboratorio sono statipoi stu<strong>di</strong>ati alcuni caratteri tassonomici me<strong>di</strong>ante osservazione <strong>di</strong> uncini, pigi<strong>di</strong>o,tentacoli, branchie e prostomio, previa chiarificazione in alcool glicerinato (1:1).I risultati ottenuti sono stati sottoposti ad elaborazione statistica, ponendo particolareattenzione alle prevalenze ed alle intensità <strong>di</strong> infestazione in relazione a sito <strong>di</strong>prelievo/allevamento, età, sesso e taglia dell’ospite. Non sono stati inclusinell’elaborazione statistica gli 8 soggetti selvatici in quanto non era possibilein<strong>di</strong>viduarne l’età esatta e non risultavano essere rappresentativi delle <strong>problematiche</strong>derivanti dalle infestazioni da policheti nell’allevamento dell’abalone. Non sono staticonsiderati anche 5 soggetti dell’allevamento a terra provenienti dall’Irlanda e conpregressi problemi <strong>di</strong> mineralizzazione della conchiglia estranei alla parassitosi.L’elaborazione statistica dei dati è stata condotta me<strong>di</strong>ante analisi della varianza(ANOVA), test del 2 , McNemar e test <strong>di</strong> Mann-Whitney; le valutazioni statistiche sonostate effettuate me<strong>di</strong>ante l’utilizzo del programma statistico per PC SPSS13.0, mentreper quanto concerne la significatività dei risultati ottenuti è stato assunto quale limite ilvalore <strong>di</strong> probabilità a due code pari a 0,05 (P 0,05).9


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18RISULTATIIn base alla rilevazione dei valori d’intensità d’infestazione nei lotti <strong>di</strong> abaloni <strong>di</strong> <strong>di</strong>versaetà (da 1 a 5 anni) prelevati presso la maricoltura <strong>di</strong> FH, si osserva un incrementoprogressivo dell’intensità d’infestazione me<strong>di</strong>a nell’arco dei primi 4 anni ed una leggeraflessione nei soggetti <strong>di</strong> 5 anni <strong>di</strong> età (Grafico 1).Grafico 1 – Intensità d'infestazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> policheti perforanti in relazione all'età degli abaloni prelevatipresso France <strong>Haliotis</strong>.Graphic 1 – Mean infection intensity of boring polychaetes with reference to age of <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> fromFrance <strong>Haliotis</strong>.L’elaborazione statistica ha evidenziato una prevalenza e un’intensità me<strong>di</strong>asignificativamente maggiori nei soggetti <strong>di</strong> taglie >20 grammi e 43 mm, con una buonacorrispondenza con l’andamento dei valori in base all’età, mentre non ha rilevato<strong>di</strong>fferenze significative per quanto concerne il sesso.L’indagine svolta invece nei <strong>di</strong>versi allevamenti è stata condotta su un totale <strong>di</strong> 91soggetti. In Tabella 3 sono riportati i dati relativi alle percentuali <strong>di</strong> positività perpolicheti evidenziate negli abaloni esaminati in relazione alla provenienza, conin<strong>di</strong>cazione dei valori <strong>di</strong> prevalenza relativi alla famiglia <strong>di</strong> appartenenza dei polichetireperiti. Ai fini dell’elaborazione statistica, come già specificato in Materiali e Meto<strong>di</strong>,non sono stati presi in considerazione 5 soggetti provenienti dall’estero e caratterizzatida gravi problemi pregressi <strong>di</strong> demineralizzazione e gli 8 soggetti selvatici esaminati.10


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18Tipologiasistema <strong>di</strong>produzioneNumerosoggettiPositivi xpolicheti%Positivi xSpioni<strong>di</strong>%Positivi xSabelli<strong>di</strong>%Coinfezione%A terra 20* 15 75 15 75 0 0 0 0FHMaricoltura 53 27 50,9 27 50,9 0 0 0 0in gabbieMaricolturain sacche in 10 10 100 10 100 8 80 8 80policolturaSelvatici 8* 8 100 8 100 4 50 4 50Totale 91 60 65,9 56 61,5 16 17,6 12 13,1Tabella 3 – Prevalenze <strong>di</strong> policheti Spioni<strong>di</strong> e Sabelli<strong>di</strong> rilevate negli abaloni esaminati in relazione a sistemad’allevamento (* non inclu<strong>di</strong> nell’analisi statistica).Table 3 – Prevalence of Spionid and Sabellid Polychaetes in <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> with reference to farming system(* not included in statistical analysis).Per poter meglio valutare l’influenza del sistema d’allevamento sull’entitàdell’infestazione da policheti perforanti, sono stati posti in comparazione solo i valori <strong>di</strong>intensità d’infestazione rilevati nei soggetti <strong>di</strong> pari età (generazione 2006) allevati nei<strong>di</strong>versi sistemi produttivi, evidenziando valori <strong>di</strong> intensità me<strong>di</strong>a significativamente piùalti (p


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18Grafico 2 – Intensità d’infestazione me<strong>di</strong>a <strong>di</strong> policheti in abaloni della stessa generazione (4 anni)provenienti da <strong>di</strong>versi sistemi <strong>di</strong> allevamento.Graphic 2 – Mean infection intensity of boring polychaetes in <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> of same age (4 years)coming from <strong>di</strong>fferent farming systems.A livello macroscopico non sono state riscontrate lesioni o alterazioni a carico delleparti molli. Tuttavia, in un esemplare proveniente dalla policoltura che presentava unaforte intensità d’infestazione da policheti e una conchiglia molto danneggiata, sono stateritrovate nel mantello tre perle <strong>di</strong> forma irregolare <strong>di</strong> circa 2 mm.Le gallerie dei policheti sono ben visibili all’interno della conchiglia: quelle deglispioni<strong>di</strong> hanno una forma a U o intricata, quelle dei sabelli<strong>di</strong> sono spesso situate nellazona della columella ed in genere sono dritte. I pori respiratori presentano spesso delledeformazioni che possono condurre alla formazione <strong>di</strong> una singola fessura lungo tutta laconchiglia, lasciando vulnerabili gli organi della cavità palleale. In casi estremi, laconchiglia è talmente fragile e porosa da frantumarsi. Quando il polichete perforaaccidentalmente la parete interna della conchiglia, il gasteropode deposita uno strato <strong>di</strong>conchiolina marrone per riparare velocemente la lesione (Fleury et al., 2008). Inseguito, dopo qualche mese si forma uno strato calcareo che può raggiungere unospessore importante mo<strong>di</strong>ficando notevolmente la forma della conchiglia. Anche se laprevalenza <strong>di</strong> sabelli<strong>di</strong> è risultata essere molto bassa, va evidenziato come un singoloesemplare sembri essere in grado <strong>di</strong> causare lesioni molto importanti. Nel casodocumentato (Figura 1) un esemplare <strong>di</strong> sabellide, lungo circa 4 cm, aveva perforato laconchiglia e sulla superficie interna si era depositato un importante strato <strong>di</strong> conchiolinafino alla formazione <strong>di</strong> una cavità piena <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti maleodoranti, comunementechiamata “mud blister”.Sulla parte esterna della conchiglia si potevano osservare talvolta piccolissimi fori,molto più evidenti all’interno della conchiglia e <strong>di</strong> colore giallo, che potevano essereattribuibili alla presenza <strong>di</strong> un porifero perforante riferibile al genere Cliona.La forma delle gallerie causate dai policheti perforanti risulta ben visibile nelleimmagini ottenute dalle ra<strong>di</strong>ografie (Figura 2). Ne possiamo <strong>di</strong>stinguere <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse12


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18forme: alcune sono molto intricate, altre hanno una forma ad U caratteristica, secondoMcDiarmid et al. (2004), <strong>di</strong> Polydora/Boccar<strong>di</strong>a. Le lesioni dovute a Cliona sp. sipresentano come dei piccoli fori nella conchiglia, collegati uno all’altro.ABFigura 1 – Deposito <strong>di</strong> conchiolina (A) e formazione <strong>di</strong> blister (B) con perforazione dovutaad un singolo esemplare <strong>di</strong> polichete sabellide.Figure 1 – Conchiolin deposit (A) and blister formation (B) with shell perforation due to a singlesabellid polychaetes.A B C DFigura 2 – Immagini ra<strong>di</strong>ografiche che schematizzano l’evoluzione delle lesioni causate da polichetiperforanti nell’abalone (da in<strong>di</strong>viduo integro, A, a completa <strong>di</strong>struzione della conchiglia, D).Figure 2 – Ra<strong>di</strong>ographic images which show the development of lesions caused by boring polychaetes inabalone (from intact specimen, A, to shell destruction, D).L’osservazione dei caratteri morfologici dei policheti perforanti riscontrati negli abaloniesaminati ha permesso <strong>di</strong> riferirli alle famiglie Spionidae e Sabellidae. Per quantoconcerne gli spioni<strong>di</strong>, le caratteristiche rilevate a livello <strong>di</strong> prostomio (Figura 3A),pigi<strong>di</strong>o (Figura 3C) e, soprattutto, l’assetto delle chete presenti nel 5° segmento (Figura3B), ha permesso <strong>di</strong> farli riferire al genere Polydora grazie anche al supporto fornito dal13


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18dr. Massimo Ponti del Dipartimento <strong>di</strong> Ecologia Ambientale <strong>di</strong> Ravenna, esperto <strong>di</strong>macrobenthos e policheti.Non è stato invece possibile condurre una classificazione più precisa dei sabelli<strong>di</strong>, cherichiedono un’elevata competenza per un’identificazione su base morfologica. Sonostati raffigurati rispettivamente il caratteristico prostomio dotato <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>ole (Figura 3F),il pigi<strong>di</strong>o (Figura 3G) ed il 5° segmento (Figura 3D). Le indagini molecolari eseguite inseguito dalla Dott.ssa Martina Merighi hanno confermato, nel caso della famigliaSpionidae, l’appartenenza al genere Polydora (syn. Boccar<strong>di</strong>ella) all’interno del qualesono, con elevata probabilità presenti 6 specie <strong>di</strong>stinte, evidenziabili dai valori <strong>di</strong><strong>di</strong>vergenza variabili da 1,2% a 2,6% e nella famiglia Sabellidae si sospetta la presenza<strong>di</strong> due specie <strong>di</strong>stinte, ma l’assenza <strong>di</strong> sequenze <strong>di</strong>sponibili non ha permesso <strong>di</strong>determinare il genere <strong>di</strong> appartenenza.L’esame istologico non ha evidenziato quadri patologici <strong>di</strong> rilievo. Tuttavia unesemplare <strong>di</strong> 4 anni proveniente dalla maricoltura presentava un ascesso a livello delmuscolo del piede con una forte infiltrazione emocitaria ed un rammollimento deltessuto circostante molto simile a quelle descritte nella Blister Disease riferibile a<strong>di</strong>nfezioni da Vibrio spp. Lo stesso in<strong>di</strong>viduo presentava nel rene una congestioneemocitaria con essudato eosinofilo ed un’importante necrosi dei tubuli renali consospetta presenza <strong>di</strong> batteri. In alcuni esemplari selvatici erano presenti aree <strong>di</strong>degenerazione delle fibre muscolare e del tessuto connettivo, senza infiltrazioneemocitaria, ma con la sospetta presenza <strong>di</strong> cocchi. Nel tessuto muscolare e nel mantello<strong>di</strong> alcuni in<strong>di</strong>vidui provenienti da maricoltura e policoltura erano presenti zoneotticamente vuote, non ben delimitate, all’interno delle quali si osservano colonie miste<strong>di</strong> batteri filamentosi e bacilli.DISCUSSIONE E CONCLUSIONIDal nostro stu<strong>di</strong>o risulta che la prevalenza <strong>di</strong> infestazione da policheti è estremamenteelevata (fino al 100%) negli in<strong>di</strong>vidui <strong>di</strong> più <strong>di</strong> tre anni d’età.Gli esemplari con conchiglia inferiore ai 43 mm non sembrano essere colpiti dallaparassitosi. Lo stu<strong>di</strong>o effettuato <strong>sulle</strong> cinque generazioni della maricoltura ha stabilitouna relazione positiva tra età degli abaloni ed intensità d’infestazione, come è già statoosservato in H. rubra (McDiarmid et al., 2004) e in H. <strong>tuberculata</strong> (Clavier, 1992).Il risultato osservato nella generazione 2005, ovvero un’intensità d’infestazione me<strong>di</strong>ainferiore rispetto al 2006 potrebbe essere spiegato dal fatto che questo lotto rappresenta lerimanenze <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta, ovvero gli in<strong>di</strong>vidui con crescita lenta che presentavano in me<strong>di</strong>a una<strong>di</strong>mensione della conchiglia inferiore a gli in<strong>di</strong>vidui del 2006.Osservazioni <strong>di</strong>rette delle lesioni e ra<strong>di</strong>oscopie hanno evidenziato come la colonizzazionedella conchiglia inizi dalle zone più spesse (apice e columella) per poi <strong>di</strong>ffondersi a tutta lasuperficie in caso <strong>di</strong> forte infestazione. Questo porta a presupporre che sia necessario un certospessore della conchiglia per fornire un habitat idoneo al polichete. Le conchiglie chepresentano una struttura intrinseca irregolare sembrano essere maggiormente colpite. In casi<strong>di</strong> forte infestazione è da supporre che la crescita sia rallentata nel tentativo <strong>di</strong> riparare lelesioni.14


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18ABCFDEGFigura 3 - A) prostomio <strong>di</strong> Spionidae; B) pigi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Spionidae; C) uncini del 5° segmento <strong>di</strong> Spionidae; D) uncini echete del 5° segmento <strong>di</strong> Sabellidae; E) prostomio <strong>di</strong> Sabellidae con ra<strong>di</strong>oli; F) esemplare in toto <strong>di</strong> Sabellidae;G) pigi<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Sabellidae.Figure 3 – A) prostomium of Spionidae; B) pygi<strong>di</strong>um of Spionidae; C) hooks of 5° segment from Spionidae; D) hooksand chaetes of 5° segment from Sabellidae; E) prostomium of Sabellidae with ra<strong>di</strong>oli; F) Sabellid specimen in toto;G) pygi<strong>di</strong>um of Sabellidae.15


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18Le ra<strong>di</strong>ografie hanno inoltre permesso <strong>di</strong> osservare come il porifero Cliona sp. non sia unproblema da sottovalutare. Nonostante le lesioni siano poco visibili dall’esterno, il poriferoperforante si sviluppa nello spessore della conchiglia, rendendola fragile. Si nota inoltre comegli abaloni colpiti da Cliona sp. o ricoperti da cirripe<strong>di</strong> presentino infestazioni da polichetimolto più blande, fatto che potrebbe essere spiegabile da meccanismi <strong>di</strong> competizione per lospazio.I risultati ottenuti hanno <strong>di</strong>mostrato come la tipologia <strong>di</strong> allevamento influenzifortemente l’intensità d’infestazione da policheti perforanti: molto bassa nel caso degliallevamenti a terra, dove l’acqua è filtrata ed il fondo delle vasche accuratamente pulito,maggiore in maricoltura, ma con valori più elevati in policoltura, compromettendo lacrescita degli abaloni.Le sacche della policoltura, formate da una rete a maglie strette, si riempionovelocemente <strong>di</strong> detriti impedendo una buona circolazione dell’acqua e sono <strong>di</strong>spostemolto vicine al fondale, in una zona a bassa profon<strong>di</strong>tà con scarso flusso idro<strong>di</strong>namico.In effetti, le gabbie della maricoltura permettono un migliore ricambio idrico e sono<strong>di</strong>sposte in una zona <strong>di</strong> corrente dove il fondale sabbioso è privo <strong>di</strong> detriti.Dagli ultimi stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Sato-Okoshi et al. (2008) risulta che quando il giovane policheteesce nell’ambiente esterno possiede già i due palpi alimentari e cinque segmenti.Sembra capace <strong>di</strong> nuotare solo per un breve periodo e si fissa quin<strong>di</strong> al supporto piùvicino che incontra. Considerando questo comportamento, sembra ovvio che un riciclodell’acqua limitato, un basso profilo idro<strong>di</strong>namico, la vicinanza del fondale el’accumulo <strong>di</strong> se<strong>di</strong>menti e materiale organico possano favorire la parassitosi dapolicheti. Non si sa molto invece della riproduzione e del ciclo larvale dei sabelli<strong>di</strong>perforanti.L’identificazione tassonomica dei policheti campionati su base morfologica risulta inlinea con lavori precedenti (Clavier, 1992), che hanno descritto nell’abalone spioni<strong>di</strong>appartenenti al genere Polydora/Boccar<strong>di</strong>a.Durante la nostra indagine sono stati rinvenuti inoltre alcuni sabelli<strong>di</strong> perforanti. Nessunappartenente a questa famiglia era stato fino ad ora descritto in abaloni nel continente europeoe gli esemplari rinvenuti appaiono morfologicamente <strong>di</strong>versi dalle specie descritte in H. <strong>di</strong>scushannai (Aviles et al., 2007) ed in H. rufescens (Moore, 2007).La prevalenza e l’intensità <strong>di</strong> infestazione dei policheti sabelli<strong>di</strong> si sono attestati intornoa valori molto bassi, ma da un punto <strong>di</strong> vista sanitario questa problematica è da tenere indebita considerazione in quanto la presenza <strong>di</strong> un singolo in<strong>di</strong>viduo può provocarelesioni molto più importanti rispetto a quelle causate dagli spioni<strong>di</strong> anche perché gliin<strong>di</strong>vidui possono raggiungere, secondo osservazioni effettuate su un soggetto selvatico,<strong>di</strong>mensioni ragguardevoli (>4 cm). L’assenza <strong>di</strong> sabelli<strong>di</strong> nelle ostriche campionate fapresupporre che la parassitosi osservata negli abaloni in policoltura non sia correlabilealla convivenza con le ostriche, ma bensì alla tecnica e/o al sito <strong>di</strong> allevamento.Poiché le tecniche <strong>di</strong> allevamento a terra sembrano influenzare negativamente leproprietà organolettiche dell’abalone, la maricoltura in gabbia potrebbe rappresentare unidoneo sistema <strong>di</strong> produzione alternativo, ma in tal caso i problemi sanitari causati daipolicheti perforanti andranno tenuti in opportuna considerazione.16


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18RINGRAZIAMENTIL’indagine è stata effettuata grazie alla collaborazione della società France <strong>Haliotis</strong> ed èstata inserita all’interno del progetto SUDEVAB. Si ringraziano il Prof. FrancescoQuaglio dell’Università <strong>di</strong> Padova, il Prof. Fabio Marino dell’Università <strong>di</strong> Messina el’ex-Dipartimento Clinico Veterinario della Facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Veterinaria <strong>di</strong> OzzanoEmilia (BO). Si ringrazia inoltre il dr. Massimo Ponti del Dipartimento <strong>di</strong> EcologiaAmbientale <strong>di</strong> Ravenna per il supporto offerto nell’identificazione dei policheti.BIBLIOGRAFIAAviles F., Rozbaczylo N., Herve M. & Godoy M. (2007). First report of polychaetes from the genusOriopsis (Polychaeta: Sabellidae) associated with the Japanese abalone <strong>Haliotis</strong> <strong>di</strong>scus hannai and othernative molluscs in Chile. J. Shellfish Res., 26, 3: 863-867.Balsiero P., Aranguren R., Gestal C., Novoa B. & Figueras A. (2006). Can<strong>di</strong>datus Xenohaliotiscaliforniensis and Haplospori<strong>di</strong>um montforti associated with mortalities of abalone H. <strong>tuberculata</strong>cultured in Europe. Aquaculture, 258: 63-72.Bush A.O., Lafferty K.D., Lotz J.M. & Shostak A.W. (1997). Parasitology meets ecology on its ownterms: Margolis et al. revisited. J. Parasitol., 83: 575-583.Clavier J. (1992). Infestation of <strong>Haliotis</strong> <strong>tuberculata</strong> shells by Cliona celata and Polydora species. In:Shepherd S.A., Tegner M.J., Guzman del Proo S.A. (Eds), Abalone of the world: biology, fisheries andculture, Procee<strong>di</strong>ngs of the 1 st International Symposium on Abalone. Fishing News Books, Cambridge,MA, La Paz, Baja California Sur, Mexico, September 21-25 1989: 16-20.Fleury C., Marin F., Marie B., Luquet G., Thomas J., Josse C., Serpentini A. & Lebel J.M. (2008). Shellrepair process in the green ormer H. <strong>tuberculata</strong>: a histological and microstructural study. Tissue andCell, 40, 3: 207-218.Ford S.E., Xu Z. & Debrosse G. (2001). Use of particle filtration and UV irra<strong>di</strong>ation to prevent infectionby Haplospori<strong>di</strong>um nelsoni and Perkinsus marinus in hatchery-reared larval and juvenile oysters.Aquaculture, 94: 37-49.Marino F., Bambir S., Lanteri G., Rapisarda G. & Macrì B. (2005). Contributo alla conoscenza <strong>di</strong> alcunepatologie dell’abalone in allevamento sperimentale. Ittiopatologia, 3: 217-222.McBride S. & Conte F.S. (2001). California abalone aquaculture. Bulletin of University of California,Davis. Department of Animal Science, 6: 96-104.McDiarmid H., Day R. & Wilson R. (2004). The ecology of polychaetes that infest abalone shells inVictoria, Australia. J. Shellfish Res., 23, 4: 1179-1188.Moore J.D., Robbins J.C.I., Grosholz T.T. & Edwin D. (2007). The introduced sabellid Terebrasabellaheterouncinata in California: transmission, methods of control and survey. J. Shellfish Res., 26, 3: 869-876.Nicolas J.L., Basuyaux O., Mazurie J. & Thebault A. (2002). Vibrio carchariae, a pathogen of the abaloneH. <strong>tuberculata</strong>. Dis. Aquat. Org., 50: 35-43.17


ITTIOPATOLOGIA, 2012, 9: 5-18Sato-Okoshi W., Okoshi K. & Shaw J. (2008). Polydorid species (Polychaeta: Spionidae) in southwesternAustralian waters with special reference to Polydora uncinata and Boccar<strong>di</strong>a knoxi. J. MarineBiological Association of the United Kingdom, 88, 3: 491-501.Tesi 1 a classificata al Premio “<strong>SIPI</strong> 2011”18

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