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Foglio di informazione per Soci e Sostenitori N° 88 ... - cav mangiagalli

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Intanto i nostri progetti vanno avanti: vi avevo già annunciato la probabilità <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre,grazie alla lungimiranza <strong>di</strong> una Congregazione <strong>di</strong> religiose, <strong>di</strong> una residenza <strong>per</strong> fare accoglienzaalle coppie che, <strong>per</strong> questa possibilità, avessero rinunciato a interrom<strong>per</strong>e la gravidanza.Bene, quella che sembrava una possibilità remota, è <strong>di</strong>ventata una certezza, visto che il nostroprogetto è stato accettato.Che paura, <strong>per</strong>ò!Accogliere quin<strong>di</strong>ci-<strong>di</strong>ciotto coppie, aiutarle a vivere da buoni vicini sembra un’impresa titanica.Per fortuna la nostra “follia” è sostenuta anche dai ricor<strong>di</strong> positivi dell’es<strong>per</strong>ienza precedentecostituita dal “residence dei fiori” <strong>di</strong> cui forse alcuni si ricorderanno.Vi propongo, al proposito, uno stralcio da “Oggi è nata una mamma”:Gli appartamentini del “residence” erano do<strong>di</strong>ci; avevamo pensato <strong>di</strong> riservarne uno <strong>per</strong> il lavorodegli o<strong>per</strong>atori e <strong>per</strong> raccogliere il materiale da utilizzare in seguito; “conti senza l’oste” visto cherimase vuoto <strong>per</strong> non più <strong>di</strong> una settimana. Eravamo verso la metà <strong>di</strong> luglio, il solito luglio afoso eappiccicaticcio dell’estate milanese.Credo che il maggior desiderio <strong>di</strong> quel giorno fosse <strong>di</strong> arrivare a casa nel più breve tempo possibile<strong>per</strong> potersi infilare sotto una doccia appena tiepida.Oggi al CAV hanno installato i con<strong>di</strong>zionatori, ma a quel tempo …Il nostro soffitto è costituito dal tetto dell’ospedale dove trovano posto i vari compressori cheservono i reparti della clinica e, così, il caldo e il rumore fanno una combinazione vincente.Siamo sempre stati attenti a non rimandare nessuna delle <strong>per</strong>sone arrivate all’improvviso e nelcaso <strong>di</strong> Maria sarebbe stato impossibile visto che aveva prenotato l’intervento <strong>di</strong> interruzionedella gravidanza <strong>per</strong> il giorno dopo.Maria non era sola: con lei c’erano il marito Sergio e un piccolo <strong>di</strong> circa tre anni.Lei e Pietro erano da poco arrivati in Italia mentre il marito era a Milano da un anno o poco più.Erano originari <strong>di</strong> una terra lontana dove la popolazione era stata invasa da truppe <strong>di</strong> altro stato;avevano <strong>per</strong>ciò richiesto asilo politico in Italia.Maria non conosceva la nostra lingua ma da come interveniva con Sergio, si capiva benissimoquanto fosse determinata ad interrom<strong>per</strong>e la gravidanza.I motivi che venivano portati erano certamente la precarietà della loro situazione e in particolarela mancanza <strong>di</strong> alloggio.Sergio fino a quel momento, era stato accolto in una comunità nella quale da qualche settimanaviveva anche Maria con il piccolo Pietro.La <strong>di</strong>s<strong>per</strong>azione, il senso <strong>di</strong> vergogna, la paura, aleggiavano nella mia stanza: che cosa si potevafare e <strong>di</strong>re in quella situazione estrema?Feci un velocissimo calcolo delle <strong>per</strong>sone ancora presenti in sede; Francesco stava finendo la suacontabilità, aveva l’automobile parcheggiata lì vicino, ed io sapevo che c’era ancora un bilocalelibero al residence.Dissi, allora: “E se noi potessimo offrirvi un’accoglienza?”Avevo il cuore che faceva i salti mortali; si era fatto un gran silenzio che non osavo rom<strong>per</strong>e.Sui visi dei miei interlocutori si era <strong>di</strong>segnata un’espressione <strong>di</strong> stupore che andava trasformandosiin incredulità.“Ma abbiamo già la prenotazione <strong>per</strong> l’intervento!”Mi sentii <strong>di</strong>re che la prenotazione si sarebbe sempre potuta <strong>di</strong>s<strong>di</strong>re, ma, volevano venire a vederequell’appartamentino <strong>di</strong> cui parlavo?Altro lungo momento <strong>di</strong> silenzio, uno sguardo tra loro, e poi: “Se c’è davvero, potremmo venire”.Fu così che, in tutta fretta, chiamai Francesco, gli esposi la mia intenzione, raccattai la mia cartellae loro, e ci infilammo nel traffico.Pietro non era abituato ad andare in macchina e, quin<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>vertiva un mondo mentre noicer<strong>cav</strong>amo <strong>di</strong> riempire i silenzi con parole <strong>di</strong> circostanza.

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