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Foglio di informazione per Soci e Sostenitori N° 88 ... - cav mangiagalli

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AGLI AMICI DEL CAV MANGIAGALLI<strong>Foglio</strong> <strong>di</strong> <strong>informazione</strong> <strong>per</strong> <strong>Soci</strong> e <strong>Sostenitori</strong> - N. <strong>88</strong> - gennaio 2012Cari Amici,è augurando un nuovo anno, che ci <strong>per</strong>metta <strong>di</strong> vivere con semplicità e con serenità, che mipiace iniziare questa comunicazione.Restare in vostra compagnia anche solo <strong>per</strong> il tempo <strong>di</strong> una lettera, mi fa risalire alla memoria lemolteplici cose accadute in questi ultimi mesi.Cercando <strong>di</strong> non farmi prendere da falsi pudori, comincio con il mettervi a parte della premiazionedel mio libro “Oggi è nata una mamma”, scritto <strong>per</strong> i venticinque anni del Centro <strong>di</strong> Aiuto alla VitaMangiagalli e premiato a Pontremoli il 24 settembre scorso.La manifestazione, promossa dall’Associazione “Scienza e Vita” che <strong>per</strong> un’altra volta ringrazio,è stata ambientata in una stupenda cornice, uno splen<strong>di</strong>do palazzo rinascimentale, da <strong>per</strong>sonedeliziose che mi sarei voluta portare con me <strong>per</strong> continuare a godere della loro simpatia ecompetenza.Il premio era intitolato a santa Gianna Beretta Molla e la cosa mi ha reso felice pur facendomisentire piccola piccola al confronto.Mi è stata regalata una targa ma soprattutto tanta cor<strong>di</strong>alità e interesse <strong>per</strong> il nostro lavoro.Era stato un settembre faticoso ma questo evento mi ha ridato vigore.Pochi giorni prima, ci eravamo recati a Roma dove abbiamo incontrato il car<strong>di</strong>nal Camillo Ruinidurante un pomeriggio organizzato dalla Fondazione Vita Nova sul tema raccolta fon<strong>di</strong>.Sono rimasta colpita dalla sua freschezza e dalla sua capacità <strong>di</strong> andare subito al cuore deiproblemi, sinceramente preoccupato del benessere delle neo-mamme.Tornando, ho provato la sensazione <strong>di</strong> essere meno soli e che ciò <strong>per</strong> cui ci spen<strong>di</strong>amo tutti igiorni è davvero qualcosa <strong>di</strong> irrinunciabile: se, infatti, non si favorisce la vita nascente, anchetutte le altre problematiche è come se <strong>per</strong>dessero <strong>di</strong> consistenza.Che regalo i bambini! Sono come i colori della vita; ho trovato questa fantasiosa frase:“Quando il primo bambino ha riso <strong>per</strong> la prima volta, la sua risata è andata in mille pezzi che sonoschizzati dap<strong>per</strong>tutto... è da lì che sono nate le fate”.A questo proposito è importante sottolineare il grande numero <strong>di</strong> donne che hanno potutoscegliere <strong>per</strong> la vita del proprio figlio grazie all’aiuto del Fondo Nasko regionale; noi ne abbiamosegnalate circa seicento e i primi bimbi nati hanno ormai sei-sette mesi e, incontrarli insieme alleloro madri, procura una notevole sod<strong>di</strong>sfazione oltre, naturalmente, che una particolare gioia.Può sembrare strano ma quando un bimbo è ancora dentro la suamamma non ci interpella come quando lo osserviamo muoversisul nostro tavolone del Gruppo-bebè o quando ascoltiamotutti i suoi tentativi <strong>di</strong> conversazione. Siamo fatti così, <strong>di</strong>ventaimportante ciò che ve<strong>di</strong>amo e tocchiamo.Ho bisogno del tuo CINQUE <strong>per</strong> MILLE


Intanto i nostri progetti vanno avanti: vi avevo già annunciato la probabilità <strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre,grazie alla lungimiranza <strong>di</strong> una Congregazione <strong>di</strong> religiose, <strong>di</strong> una residenza <strong>per</strong> fare accoglienzaalle coppie che, <strong>per</strong> questa possibilità, avessero rinunciato a interrom<strong>per</strong>e la gravidanza.Bene, quella che sembrava una possibilità remota, è <strong>di</strong>ventata una certezza, visto che il nostroprogetto è stato accettato.Che paura, <strong>per</strong>ò!Accogliere quin<strong>di</strong>ci-<strong>di</strong>ciotto coppie, aiutarle a vivere da buoni vicini sembra un’impresa titanica.Per fortuna la nostra “follia” è sostenuta anche dai ricor<strong>di</strong> positivi dell’es<strong>per</strong>ienza precedentecostituita dal “residence dei fiori” <strong>di</strong> cui forse alcuni si ricorderanno.Vi propongo, al proposito, uno stralcio da “Oggi è nata una mamma”:Gli appartamentini del “residence” erano do<strong>di</strong>ci; avevamo pensato <strong>di</strong> riservarne uno <strong>per</strong> il lavorodegli o<strong>per</strong>atori e <strong>per</strong> raccogliere il materiale da utilizzare in seguito; “conti senza l’oste” visto cherimase vuoto <strong>per</strong> non più <strong>di</strong> una settimana. Eravamo verso la metà <strong>di</strong> luglio, il solito luglio afoso eappiccicaticcio dell’estate milanese.Credo che il maggior desiderio <strong>di</strong> quel giorno fosse <strong>di</strong> arrivare a casa nel più breve tempo possibile<strong>per</strong> potersi infilare sotto una doccia appena tiepida.Oggi al CAV hanno installato i con<strong>di</strong>zionatori, ma a quel tempo …Il nostro soffitto è costituito dal tetto dell’ospedale dove trovano posto i vari compressori cheservono i reparti della clinica e, così, il caldo e il rumore fanno una combinazione vincente.Siamo sempre stati attenti a non rimandare nessuna delle <strong>per</strong>sone arrivate all’improvviso e nelcaso <strong>di</strong> Maria sarebbe stato impossibile visto che aveva prenotato l’intervento <strong>di</strong> interruzionedella gravidanza <strong>per</strong> il giorno dopo.Maria non era sola: con lei c’erano il marito Sergio e un piccolo <strong>di</strong> circa tre anni.Lei e Pietro erano da poco arrivati in Italia mentre il marito era a Milano da un anno o poco più.Erano originari <strong>di</strong> una terra lontana dove la popolazione era stata invasa da truppe <strong>di</strong> altro stato;avevano <strong>per</strong>ciò richiesto asilo politico in Italia.Maria non conosceva la nostra lingua ma da come interveniva con Sergio, si capiva benissimoquanto fosse determinata ad interrom<strong>per</strong>e la gravidanza.I motivi che venivano portati erano certamente la precarietà della loro situazione e in particolarela mancanza <strong>di</strong> alloggio.Sergio fino a quel momento, era stato accolto in una comunità nella quale da qualche settimanaviveva anche Maria con il piccolo Pietro.La <strong>di</strong>s<strong>per</strong>azione, il senso <strong>di</strong> vergogna, la paura, aleggiavano nella mia stanza: che cosa si potevafare e <strong>di</strong>re in quella situazione estrema?Feci un velocissimo calcolo delle <strong>per</strong>sone ancora presenti in sede; Francesco stava finendo la suacontabilità, aveva l’automobile parcheggiata lì vicino, ed io sapevo che c’era ancora un bilocalelibero al residence.Dissi, allora: “E se noi potessimo offrirvi un’accoglienza?”Avevo il cuore che faceva i salti mortali; si era fatto un gran silenzio che non osavo rom<strong>per</strong>e.Sui visi dei miei interlocutori si era <strong>di</strong>segnata un’espressione <strong>di</strong> stupore che andava trasformandosiin incredulità.“Ma abbiamo già la prenotazione <strong>per</strong> l’intervento!”Mi sentii <strong>di</strong>re che la prenotazione si sarebbe sempre potuta <strong>di</strong>s<strong>di</strong>re, ma, volevano venire a vederequell’appartamentino <strong>di</strong> cui parlavo?Altro lungo momento <strong>di</strong> silenzio, uno sguardo tra loro, e poi: “Se c’è davvero, potremmo venire”.Fu così che, in tutta fretta, chiamai Francesco, gli esposi la mia intenzione, raccattai la mia cartellae loro, e ci infilammo nel traffico.Pietro non era abituato ad andare in macchina e, quin<strong>di</strong>, si <strong>di</strong>vertiva un mondo mentre noicer<strong>cav</strong>amo <strong>di</strong> riempire i silenzi con parole <strong>di</strong> circostanza.


Finalmente piazza Firenze e il nostro residence.Un gran mazzo <strong>di</strong> chiavi <strong>per</strong> il cancello e il portone <strong>di</strong> ingresso, le scale <strong>per</strong> arrivare al secondopiano con qualche pianto <strong>di</strong> bimbo ed eccoci alla chiave dell’appartamento “Margherita”.“Margherita”, <strong>per</strong>ché il nostro piccolo condominio era il “Residence dei Fiori” e ad ogni alloggioavevamo dato il nome <strong>di</strong> un fiore: quelli del primo piano finivano in E, quelli del secondo in A equelli del terzo in O.Tutto ciò derivava da una storia:- Per arredare e corredare quegli appartamenti, avevamo pre<strong>di</strong>sposto una specie <strong>di</strong> “tam-tam”e così arrivò la telefonata <strong>di</strong> una coppia <strong>di</strong> nonni che avevano atteso con gioia una nipotina nonnata a causa <strong>di</strong> una patologia della gravidanza. Sapevano che sarebbe stata una bimba e chei suoi genitori l’avrebbero voluta chiamare Margherita. Così, annunciandoci un’offerta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimilioni delle vecchie lire, ci chiesero in cambio <strong>di</strong> de<strong>di</strong>care questa casa a Margherita. Potevamolasciare gli altri appartamenti anonimi? -A<strong>per</strong>ta la porta Pietro che non capiva bene che cosa stesse succedendo, dopo un momento <strong>di</strong><strong>per</strong>plessità, fece il giro dell’alloggio, tutto <strong>di</strong> corsa e <strong>per</strong> un paio <strong>di</strong> volte, <strong>per</strong> <strong>di</strong>re d’un fiato: “Bellala casa!”Inutile <strong>di</strong>re che Maria, con una grande luce negli occhi, annunciò la sua decisione <strong>di</strong> non abortiree che nel giro <strong>di</strong> due o tre giorni, si erano già installati al residence.SORRIDERE ALLA VITA!E ancora accoglienza: un amico, il dottor Grillo, ci ha interpellati <strong>per</strong> offrirci la possibilità <strong>di</strong>organizzare, in una struttura in Val Tidone, l’ospitalità <strong>per</strong> una decina <strong>di</strong> mamme; dovremoinventare una “gita” <strong>per</strong> incominciare a immaginare una vita <strong>di</strong> comunità che aiuti le <strong>per</strong>sonenon solo ad avere un posto dove stare, ma, forse, soprattutto un posto anche <strong>per</strong> crescere nellarelazione con gli altri, in particolare con il proprio bambino.Le cose che ci sembrano così naturali non sono, poi, così scontate; dovremo stu<strong>di</strong>are laformula migliore <strong>per</strong> una convivenza che aiuti le nostre mamme a crescere anche in desiderio <strong>di</strong>integrazione e <strong>di</strong> autonomia. Vedremo!E il Centro <strong>di</strong> Aiuto alla Vita Mangiagalli ha compiuto ventisette anni. Quante storie <strong>di</strong> donnee <strong>di</strong> coppie e <strong>di</strong> bambini!Quando mi soffermo a ricordare la nostra presenza <strong>di</strong> questi anni nell’ospedale, mi si svolgecome un nastro nel pensiero, credo, ma ancora <strong>di</strong> più nel cuore, nel cuore dove sono rimasteimpigliate le emozioni più <strong>di</strong>verse.Il compleanno è stato festeggiato con l’assemblea programmatica in cui abbiamo presentato ilnostro piano <strong>di</strong> lavoro <strong>per</strong> il 2011-2012 e il bilancio preventivo che, secondo la migliore tra<strong>di</strong>zionedel CAV, è naturalmente preoccupante <strong>per</strong> la carenza <strong>di</strong> fon<strong>di</strong>. Niente <strong>di</strong> nuovo, ma bisogneràprovvedere, se vogliamo che quest’o<strong>per</strong>a vada avanti.Dopo la relazione del presidente Matteo Castelli e la presentazione del bilancio, Sara, Caterina,Roberta e Valentina hanno illustrato il loro lavoro nel reparto <strong>di</strong> neonatologia volto a incontrarele puer<strong>per</strong>e.Le nostre psicologhe svolgono colloqui clinici con la neo-mamma, tra la prima e la quintagiornata dopo il parto, con particolare attenzione al coinvolgimento del partner/padre.Tali colloqui avvengono, generalmente, su segnalazione <strong>di</strong> neonatologi, puericultrici e infermierepe<strong>di</strong>atriche, ostetriche, ginecologi, o su richieste spontanee.Tra le finalità dei colloqui clinici vi è quella <strong>di</strong> dare senso alla paura, alla confusione, al<strong>di</strong>sorientamento che possono comparire; non “patologizzare” quanto è fisiologico.Lo scopo è certamente quello <strong>di</strong> cogliere gli eventuali primi segnali della “depressione postpartum”e le nostre professioniste hanno anche avviato, a tal fine, una ricerca scientificasull’argomento, ricerca che potrà essere pubblicata e che riscuote grande interesse e aspettative.


Abbiamo festeggiato con gli amici de “La bussola quoti<strong>di</strong>ana”, giornale “on line”, il loroprimo compleanno, presso il Circolo della Stampa; ci siamo sentiti a casa e abbiamo partecipatoalla “tavola rotonda” <strong>per</strong> portare la nostra es<strong>per</strong>ienza. Ne è nata una bella collaborazione e, così,ogni sabato viene pubblicata una storia del nostro Centro <strong>di</strong> Aiuto alla Vita che potrete leggerenella rubrica “La vita è semplice”.Siamo così arrivati in prossimità del Natale: alla Mangiagalli si festeggia il Natale con la Messadei Santi Innocenti ai quali è intitolata la cappella.Quest’anno la celebrazione è stata del tutto particolare visto che è intervenuto il nostroarcivescovo, car<strong>di</strong>nal Angelo Scola che ha avuto parole affettuose <strong>per</strong> le <strong>per</strong>sone sofferenti e lemadri in attesa del loro bambino.E, ora, fiori, fiori, fiori. Infatti in men che non si <strong>di</strong>ca, la prima domenica <strong>di</strong> febbraio arriverà <strong>per</strong>riproporci, con i colori delle primule, la festa <strong>per</strong> la vita nascente.Ci manca il nostro amico Giancarlo! Abbiamo continuato a usare le sue annotazioni e i suoiappunti precisi ed or<strong>di</strong>nati <strong>per</strong> l’organizzazione della Giornata e ci è sembrato che ancora cistesse dando una mano preziosa. Ciao Giancarlo.Due semplici rime <strong>per</strong> sorridere:Racconti sull’inverno <strong>di</strong> B. Fo Garambois: La primula frettolosaL’inverno <strong>di</strong>sse: «Tra poco me ne andrò».E una primula gialla subito spuntò.Allora il vecchio fico si mise a brontolare«Questi giovani non sanno mai aspettare, non è il tuo turno, non c’è la primavera,sentirai che freddo questa sera!».La primula confusa, tutta si rannicchiò ma il vento quella sera nemmeno la sfiorò.E il giorno dopo il piccolo prato era tutto <strong>di</strong> giallo colorato.Che sogno pensare alla nostra città che sorride alla Vita!I sagrati delle chiese, le finestre e i balconi delle case, tutti fioriti <strong>per</strong> la solidarietà con i più debolitra i deboli, i bambini non ancora nati che chiedono un posto tra noi facendoci, così, ancoracapaci <strong>di</strong> s<strong>per</strong>are.Ora non mi resta che salutarvi affettuosamente, invitandovi a restare con noi.A nome del consiglio <strong>di</strong>rettivoPaola Marozzi BonziHo bisogno del tuo CINQUE <strong>per</strong> MILLEco<strong>di</strong>ce fiscale 97034480158CINQUE PER MILLE DELL’IRPEF ALLE ONLUS20122 MILANO via della Commenda,12 tel. 02/5461477-55181923 co<strong>di</strong>ce fiscale 97034480158 conto corrente postale 36114205Associazione Iscritta al n. 20/77 Sezione <strong>Soci</strong>ale del Registro Generale Regionale del Volontariato Decreto n. 50364 dell’11/1/1994

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