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Landgrabbing-in-Italia

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Concentrazione dei terreni e i casi dei “ladri di terra” <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>:L'episodio del Furtovoltaico <strong>in</strong> Sardegna.di Anton<strong>in</strong>o Onorari e Chiara Pierfederici(traduzione dall'<strong>in</strong>glese di Sabr<strong>in</strong>a Eva Luna) Navarra)1. Introduzione: “I ladri di terra”, il caso di NarboliaL'<strong>in</strong>trecciarsi di cambiamenti climatici, di crisi ambientali ed economiche edell'<strong>in</strong>stabilità del costo dei beni alimentari <strong>in</strong>cide <strong>in</strong> maniera molto seria sullaproduzione agricola, che sta diventando sempre più estesa ed <strong>in</strong>vasiva nelNord.Questo fa notare come ci sia un bisogno urgente di un sistema di coltivazionepiù sostenibile, decentralizzato e basato anche sulle caratteristiche della zonadi produzione, che sia capace di affrontare i correnti rischi e la concorrenza.Tutto ciò significa che bisogna concentrarsi sulla riduzione delle emissioni dicarbonio, sull'importanza del cibo a km 0, sul potenziamento della produzionedegli alimenti tipici di ogni territorio e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, sul bisogno di migliorarel'accessibilità all'acquisto di terre e il riconoscimento del diritto di esistere e digarantire un futuro alle aziende agricole su scala m<strong>in</strong>ore, e alle famiglie che cilavorano.Il valore dei terreni coltivabili sta aumentando <strong>in</strong> tutta Europa ma, più <strong>in</strong>particolare, <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, con il conseguente aumento della concentrazione delleterre. Ora più che mai tutto il settore agricolo sta passando sotto il controllo diun ristretto numero di grandi aziende agricole o di note compagnie.L'importanza dei terreni agricoli si sta allontanando da quello che è il loro2


attuale uso: il capitale specula sulle terre per fare sempre più affari esoprattutto per appropriarsi della rendita, ma sta anche <strong>in</strong>iziando a mettere lemani sul valore ambientale dei terreni (attraverso meccanismi di sequestro dicarbonio, così come attraverso la produzione di energie r<strong>in</strong>novabili) e sulvalore delle risorse naturali, quali l'acqua e le biodiversità.In questo processo, l'utilizzo dei terreni va sempre più velocemente verso unmodello estrattivo, lontano dalle famiglie di agricoltori che potevano fornire lebasi per un sistema agricolo più sostenibile e localizzato.L'agricoltura estrattiva si basa sullo sfruttamento delle risorse (senzaovviamente tenere conto delle loro necessità di rigenerarsi), sullemonoculture e sul consumo elevato di energie.Questo modello aliena le persone dalle campagne e concentra la ricchezzafuori dall'aria che sfrutta, attraverso pratiche che oscillano tra il libero mercatoe il protezionismo, che sono parti <strong>in</strong>erenti di come funzionano i modellieconomici dom<strong>in</strong>anti.La tendenza della concentrazione dei terreni mostra i limiti cruciali dellepr<strong>in</strong>cipali correnti politiche, specialmente:‣ le politiche agricole che favoriscono le grandi aziende o le corporazionie che utilizzano un modello estrattivo più che un modello che pensi allasalvaguardia dei piccoli agricoltori e ai metodi eco-sostenibili. Sia lalegislazione europea che quella nazionale hanno supportato lacapitalizzazione e l'<strong>in</strong>dustrializzazione della produzione agricola,<strong>in</strong>coraggiando lo sfruttamento <strong>in</strong>tensivo a favore del capitale e le grandi<strong>in</strong>dustrie;‣ la politica del territorio che ha come privilegio il “diritto di possesso” piùche il “diritto di produrre” e il “diritto di coltivare”. L'accesso alle terre per3


la concentrazione di questi.La seconda parte prende <strong>in</strong> considerazione tutto questo ma <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>,sottol<strong>in</strong>eando che coloro i quali ci rimettono nella concentrazione e nellacapitalizzazione dell'agricoltura sono gli stessi che, nonostante i v<strong>in</strong>coli dellapolitica, contribuiscono maggiormente ad affrontare la crisi, garantendo lasovranità alimentare e l'occupazione rurale, e anche riducendo le emissioni dicarbonio. Inf<strong>in</strong>e, il documento torna sulle realtà regionali, concentrandosi suimodelli di proprietà terriera e sulla situazione agricola, <strong>in</strong> relazione al sistemaalimentare globale e alla promozione di un progetto di energie r<strong>in</strong>novabili <strong>in</strong>Sardegna, voluto sua dal governo centrale che da quello locale.La parte successiva esam<strong>in</strong>a il caso del comune di Narbolia, sito di unenorme impianto ad energia solare della Enervitabio Ldt, l'opposizione dellecomunità locali a questo progetto, le loro lotte e la loro resistenza.Il paragrafo conclusivo fa un breve sommario di ciò che è successo aNarbolia, tira fuori gli <strong>in</strong>segnamenti <strong>in</strong> relazione alle tendenze generali e allepreoccupazioni <strong>in</strong>dividuate nella premessa e presenta alcuneraccomandazioni politiche da seguire se si vuole cambiare.2. Politiche agricole e del territorio: tendenze comuni a livello nazionale,<strong>in</strong>ternazionale ed Europeo:A. Il contesto <strong>in</strong>ternazionaleI. Un land grabb<strong>in</strong>g globaleIl term<strong>in</strong>e “land grabb<strong>in</strong>g” è entrato a far parte della scena <strong>in</strong>ternazionalecontemporaneamente alla crisi economica, f<strong>in</strong>anziaria, energetica e6


(come le monoculture), alle estrazioni di materie prime e alla produzione sularga scala di energia idroelettrica – <strong>in</strong>tegrata ad una <strong>in</strong>frastruttura crescenteche collega i luoghi di estrazione alle metropoli e ai mercati esteri” (TNI2013).Questo capitolo spiega che i terreni agricoli <strong>in</strong> Europa, come <strong>in</strong> quasi tutti glialtri paesi del mondo, sono diventati oggetto di speculazioni f<strong>in</strong>anziarie daquando il valore dei terreni ha <strong>in</strong>iziato a spostarsi dal suo attuale uso.Il capitale f<strong>in</strong>anziario specula sui terreni, quasi sempre per ottenerne unarendita, ma anche per il valore ambientale, attraverso delle presunte pratichesostenibili, come quella del sequestro di carbone e la produzione di energier<strong>in</strong>novabili, <strong>in</strong> aggiunta al valore delle risorse naturali proprie del terreno, <strong>in</strong>primo luogo acqua e biodiversità.La rapida crescita della domanda di terreni è dovuta all'acquisizione su vastascala di risorse ed appezzamenti da parte delle <strong>in</strong>dustrie m<strong>in</strong>erarie e dicostruzione, e alla crescita agro-<strong>in</strong>dustriale del bisogno di “flex crop” - e tuttociò contribuisce alla crescita della speculazione.concentrazioneII. La riduzione degli accessi ai terreni e la loro area diI modelli <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua evoluzione nell'utilizzo e nel possesso di appezzamentiterrieri evidenziano due tendenze concomitanti sia a livello Europeo che alivello nazionale <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>: la dim<strong>in</strong>uzione della possibilità di avere uno spazioda coltivare, specialmente per le persone a basso reddito, e l'<strong>in</strong>crementodella concentrazione di sempre più spazio nelle mani delle aziende che sistanno <strong>in</strong>teressando, anno dopo anno, a possedere grandi appezzamenti8


coltivabili.Queste tendenze sono mostrate della Tabella 1 e nella Figura 1.Tabella 1: Numero totale di aziende agricole nell'Unione Europea (1995-2010)DataNumero totale diAziende con < 5Aziende con > 5aziendeettariettari1995 (EU 15) 7.370.000 4.193.590 585.7302007 (EU 15) 5.662.420 3.087.070 616.9202010 (EU 15) 5.225.340 2.784.800 610.0702003 (EU 27) 15.021.030 10.959.000 688.4202007 (EU 27) 13.700.400 9.644.000 698.0002010 (EU 27) 12.014.800 8.314.150 716.490Come mostrato nella Tabella 1, nel 1995 nell'UE-15 vi erano 7,4 milioni diaziende agricole, che sono diventate 5,7 milioni nel 2007; nel 2003 nellanuova UE-27 vi erano 15 milioni di aziende, che sono diventate 13 nel milion<strong>in</strong>el 2007. Nel 1995 nell'UE-15 c'erano 4 milioni di aziende con meno di 5ettari, e nel 2007 erano 3 milioni. L'UE-27 constava di 11 milioni di aziendenel 2003 e di meno di 10 milioni nel 2007. In totale, questo denota unaperdita del più del 70% delle aziende dell'Unione Europea. L'UE-27 contavaapprossimativamente 12 milioni di fattorie, e 170 milioni di ettari dest<strong>in</strong>ati aduso agricolo (Used Agricultural Area, UAA).Nel 1995 c'erano 585.730 aziende agricole di più di 50 ettari (EU-15) e il2007 ha visto una forte crescita che le ha fatte diventare 616.920.9


Se si prende <strong>in</strong> considerazione la situazione dell'UE-27 del 2003, c'erano688.420 vaste aziende agricole, che sono diventate 716.490 nel 2010.Ci sono molti soggetti co<strong>in</strong>volti <strong>in</strong> queste acquisizioni, che possono essereclassificati sotto diverse categorie legali e di <strong>in</strong>teressi economici.Alcune delle corporazioni co<strong>in</strong>volte sono “Allianz RCM Global AgriculturalTrends, Germania)”, “Bar<strong>in</strong>g Global Agriculture Fund (Crédit Agricole andSociété Générale, Francia)” e “Robeco Agribus<strong>in</strong>ess Equities D EUR(Rabobank,Olanda)”.B. Il Contesto nazionaleI. La concentrazione degli appezzamenti agricoli <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>La dim<strong>in</strong>uzione della possibilità di avere un terreno a livello globale edEuropeo è stata è stata accompagnata da difficoltà simili per gli agricoltoriitaliani. Le politiche nazionali hanno esacerbato la situazione permettendo lacorsa alla privatizzazione di ciò che era ancora pubblico.L'<strong>Italia</strong> sta promuovendo la creazione di nuove aziende agricole attraverso lavendita di terreni pubblici che appartengono, formalmente, allo stato o sonogestiti collettivamente dalle municipalità o dalle autorità locali. Questi terrenirappresentano una grande parte della disponibilità dell'UAA.Tabella 2: Terreni dest<strong>in</strong>ati ad uso agricolo (UAA) <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> (<strong>in</strong> ettari).Amm<strong>in</strong>istrazione pubblica 269.375,50Istituzioni o municipalità che gestiscono beni 445.123,65pubblici10


Totale 714,500(fonte: ISTAT, 2011)Tabella 3: Totale dell'Area Agricola (TAA) <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.Amm<strong>in</strong>istrazione pubblica 852.643,99Istituzioni o municipalità che gestiscono benipubblici1.103.090,72Totale 1.955.735(fonte: ISTAT, 2011)In aggiunta ai dati mostrati nella nelle tabelle viste f<strong>in</strong>o ad ora, l'UAA <strong>Italia</strong>no,di 714.500 ettari, co<strong>in</strong>cide con i 1.955.735 ettari di TAA, divisi <strong>in</strong> più di 2.600aziende agricole. Più di un milione è passato sotto la gestione comunale.Queste terre appartengono ai cittad<strong>in</strong>i, che le rendono <strong>in</strong>alienabili. L'unicoruolo delle Municipalità è quello di proteggere i diritti collettivi dei cittad<strong>in</strong>isulle proprietà.In questo momento, i terreni agricoli italiani sono caratterizzati da unaconcentrazione della proprietà, per cui 22,000 fattorie con più di 100 ettaripossiedono più di 6,56 milioni di ettari del TAA.A parte le terre pubbliche, i restanti 4,5 milioni di ettari sono concentrati nellemani di 19.000 compagnie o aziende private, ognuna delle quali possiede piùdi 100 ettari.Tra il 2000 e il 2010, queste compagnie hanno visto aumentare la lorosuperficie coltivabile del 8% e hanno rafforzato il loro numero del 16%.11


Tabella 4: Aziende agricole <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> con meno di 100 ettari.Anno Aziende Agricole(% del totale)TAA(% del totale)1948 0,22 25,81980 0,69 361990 0,72 36,82000 0,52 292010 0,95 29,8(fonte: ISTAT, 2011)Durante gli ultimi 60 anni, il sistema agricolo italiano ha subito una profondatrasformazione.La cosiddetta Riforma Agraria italiana, approvata il 21 ottobre 1950, con lalegge 841, è poco più che una riforma.Fu attuata quando le aziende agricole di meno di 2 ettari rappresentavanol'83% del totale del 17,4% delle terre coltivate.In quel momento, solo lo 0,22% delle aziende agricole aveva più di 100 ettari,approssimativamente il 26% del TAA.La Tabella 4 mostra l'evoluzione delle grandi aziende agricole. (ISTAT,2011).Le grandi aziende con più di 100 ha non hanno conosciuto solamente unaumento nel numero, ma anche un <strong>in</strong>cremento del 10% nell'ammontare dellaterra negli ultimi 40 anni. Alle soglie del 2000 possedevano circa il 30% delTAA.12


Tutto questo contraddice i vantaggi che la riforma agraria dovrebbe – epotrebbe – aver portato r<strong>in</strong>forzando il processo di concentrazione dei terreniagricoli <strong>in</strong> atto nel paese.Poco più della metà (51%) delle fattorie avevano meno di 2 ettari nel 1996 econtrollavano il 7,2% del TAA.Nel 2000 erano il 57%, ma controllavano solo il 6% del TAA (ISTAT, 2011).Come mostrato nella tabella 5, tra il 2000 e il 2010 si è verificata unariduzione del 31.6% mentre le giornate di lavoro sono dim<strong>in</strong>uite del 24.8%.Ciò vuol dire che coloro i quali cont<strong>in</strong>uavano a lavorare nell'azienda familiarehanno lavorato maggiormente, anche se erano di meno: l'auto-sfruttamentodei membri familiari nelle aziende agricole è aumentato.Tabella 5: Manodopera agricola e giornate di lavoro <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>.Tipi di manodoperaGiornateGiornateVariazioniVariazionilavorativenellavorativenelassolute20102000Titolare 94.562.603 125.277.639 -30.715.036 -24,5 %Coniuge che lavora <strong>in</strong>aziendaAltri membri dellafamiglia23.751.754 38.563.848 -14.812.094 -38,4 %18.617.301 28.983.097 -10.365.796 -35,8 %Parenti 8.292.870 11.087.988 -2.795.118 -25,2 %Manodopera familiare <strong>in</strong>azienda145.224.528 203.912.572 -58.688.044 -28,8 %Altra manodopera 32.797.380 32.777.552 19.828 0,1 %Manodopera totale 178.021.908 236.690.124 -58.668.216 -24,8 %13


II. L'impatto della concentrazione dei terreniF<strong>in</strong> dal 1990 è diventato realmente impossibile per i piccoli agricoltoriottenere appezzamenti di terreno <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>. Gli sfratti aumentano, con unariduzione massiccia del numero di lavoratori agricoli. La situazione èpericolosamente vic<strong>in</strong>a all'impoverimento di tutte le dimensioni dellaproduzione, comprese le risorse umane e naturali, m<strong>in</strong>acciando di alteraredrammaticamente non solo il settore agricolo, ma anche tutta la produzionealimentare.Questa tendenza viene alimentata dall'elevata concentrazione di terreniagricoli nelle mani di un ristretto numero di aziende agricole. Negli ultimi 10anni, il processo di concentrazione del terreni <strong>in</strong> <strong>Italia</strong> è nettamenteaumentato: il percentile più alto controlla un terzo di tutti i terreni agricoli. Allaf<strong>in</strong>e della II Guerra Mondiale, le aziende agricole con più di 100 ha erano lo0,22% del totale, nonostante controllassero il 25% degli appezzamentiagricoli.Ora, circa 22.000 aziende agricole controllano più di 6,5 milioni di ettari, enell'ultima decade le compagnie con meno di 20 ettari ha hanno subito ungrosso calo (ISTAT, 2011).Tabella 6: Aziende agricole <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, dal 2000 al 2010.Numero delle aziendeagricoleUAA (ettari) 2010 2000 VariazioneassolutaVariazione(%)Senza terreno 6.130 3.412 2.718 79,714


Meno di 1,00 504.609 1.012.806 -508.197 -50,21,00 - 1,99 326.078 462.558 -136.480 -29,52,00 - 4,99 356.366 459.988 -103.622 -22,55,00 - 9,99 185.323 218.008 -32.685 15,010,00 - 19,99 119.737 129.234 -9.497 -7,420,00 - 29,99 46.594 46.219 375 0,830,00 - 49,99 40.853 36.688 4.165 11,450,00 - 99,99 29.221 23.944 5.277 22,0100,00 e oltre 15.509 12.596 2.913 23,1Totale 1.630.420 2.405.453 -775.033 -32,2(fonte: ISTAT, 2011)Tra il 2000 e il 2010, più di 700.000 aziende agricole con meno di 30 ettarisono scomparse.Le aziende più grandi sono aumentate sia <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i assoluti che <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i didimensione degli appezzamenti coltivabili. Nello specifico, quelle cheavevano un UAA superiore ai 100 ha sono aumentate del 23% nel numero ela loro area coltivabile è aumentata del 8,9%: oggi ci sono 15.000 aziendeagricole con più di 100 ettari che controllano pressappoco 3,5 milioni di ettari(il 26.6% del totale), mentre 1,5 milioni di aziende m<strong>in</strong>ori, con meno di 30ettari (cioè il 94,7% di tutte le aziende) controllano meno di 6 milioni di ha(46,6% dei terreni coltivabili).Nonostante la modernizzazione, la capitalizzazione e la f<strong>in</strong>anziarizzazionehanno guidato sia le Politiche Agrarie Comunali (CAP) che quelle nazionali; leaziende familiari di piccole dimensioni rimangono quelle dom<strong>in</strong>ati e <strong>in</strong>fatti illoro numero è cresciuto del 15% tra il 1950 e il 1990, mentre i lavoratori15


impiegati sono dim<strong>in</strong>uiti del 2,5%. Inoltre, mentre il TAA delle piccole aziendecresceva del 20% nello stesso periodo, queste perdevano il controllo di piùdel 5% dei terreni (ISTAT, 2011).Ciò che emerge è che l'agricoltura familiare, che convenzionalmente controllaun area m<strong>in</strong>ore di 20 ettari, è la forza tra<strong>in</strong>ante della produzioneagroalimentare italiana. Il mito della grande azienda agricola ad alta <strong>in</strong>tensitàdi capitale agro-<strong>in</strong>dustriale crolla, e assieme crolla anche l'idea che questasia dest<strong>in</strong>ata a trionfare sull'arretratezza delle piccole aziende. Un'accurata<strong>in</strong>dag<strong>in</strong>e dell'agricoltura tenuta da uno solo, <strong>in</strong> modo da identificarne forza edespansione, diviene la chiave fondamentale dell'analisi.Per essere produttive, le aziende necessitano alcuni elementi basilari per laloro sopravvivenza: pr<strong>in</strong>cipalmente acqua e forza lavoro. Nelle aziende adalta <strong>in</strong>tensità di capitale, anche note con il famigerato nome di “aziende senzaterra” (che allevano maiali, polli e bestiame con alimenti <strong>in</strong>dustriali e litengono <strong>in</strong> gabbie e rec<strong>in</strong>ti), il capitale è notoriamente il card<strong>in</strong>e per lasopravvivenza economica.Il capitale f<strong>in</strong>anziario, economico e tecnico può essere generato dentro o fuoril'<strong>in</strong>dustria. Le risorse m<strong>in</strong>erarie possono venire da <strong>in</strong>vestimenti privati o daspese pubbliche, pr<strong>in</strong>cipalmente quelle delle CAP.Malgrado il ruolo vitale nel fornire occupazione, garantire la sovranitàalimentare e offrire valide alternative <strong>in</strong> un contesto di crisi economica eambientale (a livello mondiale), i governi cont<strong>in</strong>uano a sottovalutarel'agricoltura su piccola scala: la maggior parte delle politiche viene strutturatae attuata sulla base della concezione del settore agricolo come un peso,<strong>in</strong>vece se ne dovrebbe comprendere il potenziale, specialmente per lacrescita economica, lo sviluppo sociale e l'occupazione.16


Oltretutto, le politiche pubbliche sono basate, solitamente, sul presuppostoche ridurre il numero di aziende agricole renderebbe più efficiente l'attivitàagricola.I sussidi delle Politiche Agrarie Comunali (CAP) ne sono un caso da prendere<strong>in</strong> questione.Nel 2011, lo 0,29% delle aziende agricole ha ottenuto il 18% di tutti i sussidiitaliani, e lo 0,0001% (150 aziende) ne ha ottenuto il 6%.Il restante 93,7% ha ricevuto il 39% dei sussidi (EUROSTAT, 2013).Qu<strong>in</strong>di concordiamo nel dire che la questione fondamentale sia l'accesso aiterreni richiesti dalle aziende che stanno nascendo, specialmente quellegestite da giovani, assieme al supportare l'agricoltura su piccola scala.C. Il contesto regionale: la SardegnaI. Una visione della situazione territorialeNel 2010, la Sardegna aveva 50.447 aziende di piccole dimensioni, su untotale di 60.610. Tutto ciò ha però subito un decl<strong>in</strong>o del 44,9% s<strong>in</strong> dal 2000,quando vi erano 106.012 aziende <strong>in</strong>dividuali.Nel 2010, 1.151.000 ettari di terreno del UAA sardo erano dest<strong>in</strong>atiall'agricoltura, un aumento del 13% se questo viene comparato ai dati del2000. Allo stesso tempo, per quanto riguarda il TAA sardo, più di 131.000ettari erano persi, con un ribasso dell'8,2% (ISTAT, 2011).È anche degno di nota che le aziende a capitale <strong>in</strong>tensivo che impiegavanomanodopera salariata hanno perso il 71% del TAA e il 42% dell'UAA tra il2000 e il 2010, mentre i piccoli proprietari hanno perso solo lo 0,5% del TAAe hanno accresciuto il loro UAA del 12%.La dim<strong>in</strong>uzione della disponibilità di terreno ha avuto effetti critici sulla17


produttività dell'agricoltura familiare. Malgrado la rigida crisi economica ef<strong>in</strong>anziaria, e nonostante il numero di aziende <strong>in</strong>dividuali o familiari si siaridotto tra il 2000 e il 2010, la cifra di terreni dest<strong>in</strong>ati all'uso agricolo (UAA)dimostra che questi agricoltori hanno preferito massimizzare il loro uso delterreno. Questa strategia ha difeso le piccole aziende dai cambiamenti delcontesto agro-economico, e gli ha reso possibile l'adottare meccanismi perresistere alla crisi. Ancora una volta, i piccoli proprietari terrieri hannoconcentrato i loro sforzi e hanno rivisto i loro consumi economici e l'uso deimacch<strong>in</strong>ari al f<strong>in</strong>e di proteggere il loro lavoro, e di produrre anche con unamaggiore crisi.L'agricoltura su piccola scala appare, dunque, sia la migliore scelta perquanto riguarda la sostenibilità agro-ecologica che per quanto riguarda laproduzione agricola riferita all'efficienza economica.Non solo le aziende ad alto impiego di capitale sono meno efficientieconomicamente, ma aumentano il perverso meccanismo <strong>in</strong>nescato dallacrisi, tagliando posti di lavoro e sussidi delle CAP.Inoltre, cedono spesso il loro terreno ai fattori, aff<strong>in</strong>ché lo us<strong>in</strong>o per il pascolo,ricevendo un pagamento non lecito e <strong>in</strong>grandendo, così, le entrate.Per ciò che riguarda la natura giuridica della proprietà terriera, il numero delleaziende si è duplicato tra il 2000 e il 2010, andando da 757 a 1.512, mentre ilnumero delle corporazioni che gestiscono aziende agricole, nello stessoperiodo, si è triplicato, passando da 49 a 126. Nonostante il secondo sia unfenomeno modesto, è parte di una tendenza globale. Per una piccola isola,che non ha molta terra fertile, il fatto potrebbe anche generare conflittiriguardanti l'accesso ai terreni.18


Tabella 7: UAA totale per ogni tipo di azienda <strong>in</strong> Sardegna.Tipo di azienda 2000 2010 Variazione Variazione (%)Aziende <strong>in</strong>dividuali 893.109,09 1.006.231,60 113.122,51 12,7%Aziendemanodoperasalariatacon124.159,95 71.041,27 - 53,118,68 - 42,8%Altre 2.688,77 74.547,34 71,858,57 ?Totale 1.019.957,811.151.820,21 131.862,40 12,9%II. Produzione agricola e commercio regionaleNegli ultimi decenni, la Sardegna ha fatto esperienza di forti evoluzioni nelsistema agricolo e nella riduzione di ogni tipo di coltivazione, eccetto che perl'orticoltura, che ha visto un <strong>in</strong>cremento del 10% (vedi Tabella 8).Ci sono molte ragioni per giustificare questa tendenza positiva macontraddittoria.Per prima cosa, l'orticoltura richiede molta manodopera, poi non ha bisognodi grandi <strong>in</strong>vestimenti di capitale per avere un buon rendimento.Secondo, ogni stagione dura solo tre mesi, e questo permette quattro raccoltiad anno, anche <strong>in</strong> una piccola superficie.Terzo, beneficia di un mercato <strong>in</strong>terno d<strong>in</strong>amico, che è l'unico modo percrescere dato i limitati f<strong>in</strong>anziamenti delle CAP per l'orticoltura.Tabella 8: Produzione agricola <strong>in</strong> Sardegna.19


Aziende agricoleProduzione 2010 2000 Variaz. Variaz.(%)Area <strong>in</strong>teressata2010 2000 Variaz. Variaz. (%)Cereali 10.769 18.996 -8.227 -43,3 104.453,64 146.009,63 -41.555,99 -28,5Orticultura 5.372 13.017 -7.645 -58,7 14.749,71 13.460,71 1.289,00 9,6Uva 18.300 41.721 -23.421 -56,1 18.839,68 26.301,44 -7.461,76 -28,4Ulivi 31.103 49.699 -18.596 -37,4 36.467,63 39.945,49 -3.477,86 -8,7Limoni 4.938 13.306 -8.368 -62,9 4.089,18 5.797,80 -1.708,62 -29,5Frutta 6.224 21.260 -15.036 -70,7 4.859,54 8.982,64 -4.123,10 -45,9UAA 60.138 106.789 -46.651 -43,7 1.151.820,21(Fonte: ISTAT, 2011)1.019.957,81131.862,40 12,9Il collegamento tra a produzione agricola regionale e il commercio<strong>in</strong>terregionale dà una visione strategica della forza ma anche della debolezzadel sistema agroalimentare sardo, che sbatte contro il contesto globale, moltopiù complesso, creato dalla crisi. È essenziale sottol<strong>in</strong>eare la dipendenzaalimentare della Sardegna, a causa del suo impatto sulla sovranità alimentaree sul sistema agricolo regionale. Il valore economico dell'agricoltura sarda èmostrato nella Tabella 9.Tabella 9: Valore dell'agricoltura sarda tra il 1980 e il 2011 (<strong>in</strong> migliaia dieuro)1980 1990 2000 2005 2010 2011Coltivazioniagricole250.421 405.665 625.869 669.033 641.595 656.059Bestiame 236.775 471.907 670.381 686.117 683.622 700.88720


Attività disostegnoall'agricoltura78.411 135.422 185.490 206.323 249.340 262.124Beni e servizi565.607 1.012.991.481.741.561.471.574.551.619.070agricoli4137Beni e servizidellaSilvicoltura6,101 7,250 24,556 19,660 29,428 25,835Totale 1,137,315 2,033,238 2,988,037 3,142,606 3,151,542 3,263,975Il valore delle esportazioni dal settore primario rimase stabile tra il 1998 e il2011, quello delle importazioni crebbe del 22%. Nel 1998, il valore delleesportazioni superò quello delle importazioni del 3%, e nel 2011 del 2,6%: <strong>in</strong>altre parole, qualcosa di <strong>in</strong>significante, contando il bilancio negativo di più di167 milioni di euro.Uno sguardo ravvic<strong>in</strong>ato agli ultimi anni dimostra un collasso delleesportazioni agroalimentari, specialmente nella frutta e nelle verdureprecedentemente lavorate: nel 2011 ci fu un bilancio sei volte più negativo traimportazioni ed esportazioni.III. Promozione dell'energia solare e la legge <strong>Italia</strong>naIl M<strong>in</strong>istero delle Attività Produttive emanò un decreto, il 5 agosto 2005, chesanciva una struttura legale per il sistema delle tariffe feed-<strong>in</strong>, conosciutocome “Conto Energia”. A luglio 2011, un nuovo sistema di <strong>in</strong>centivi perl'energia fotovoltaica divenne legge, entrando <strong>in</strong> vigore dal 27 agosto dello21


stesso anno. Il cambiamento più importante per il feed-<strong>in</strong>, che fu amaramentecriticato da molte organizzazioni di agricoltori, fu che chi con quel sistemasuperava i 12 khilowatt di picco (kWp) doveva essere registrato per ottenere<strong>in</strong>centivi. Il registro dava le priorità <strong>in</strong> base ai criteri specificati nel decreto, nelseguente ord<strong>in</strong>e:1. sistemi <strong>in</strong>stallati al posto di coperture eternit;2. sistemi <strong>in</strong>stallati su edifici recentemente aggiornati;3. sistemi <strong>in</strong>stallati fatti con componenti prodotte <strong>in</strong>teramente <strong>in</strong> paesidell'UE o dell'Unione Economica Europea;4. sistemi <strong>in</strong>stallati su siti contam<strong>in</strong>ati precedentemente di proprietà delleforze armate o su m<strong>in</strong>e e discariche esaurite;5. sistemi <strong>in</strong>stallati con potenza non superiore ai 200 kW utili alle attivitàproduttive;6. sistemi istallati (<strong>in</strong> ord<strong>in</strong>e decrescente) su serre, pergolati, tettoie, tetti asbalzo e barriere acustiche.Il decreto sembrava fatto per favorire le grandi compagnie nell'ottenere<strong>in</strong>centivi, ma con questi meccanismi frettolosi e rigidi non si riusciva a seguirei term<strong>in</strong>i imposti dal M<strong>in</strong>istero.Per queste ragioni, a Narbolia il Comune ha elargito permessi pr<strong>in</strong>cipalmentesulla base di autocertificazioni e senza tenere conto di piani dettagliati delleattività agricole <strong>in</strong> questione.Attenendosi alla Risoluzione n. 27/16 del 1 giugno 2001 del Governoregionale, al f<strong>in</strong>e di riconoscere la natura agricola delle serre ad energiasolare, queste dovevano avere tre caratteristiche specifiche: Il riconoscimento dello stato di “agricoltore” come imprenditore; Adeguata capacità produttiva; Almeno un livello di illum<strong>in</strong>azione del 75% nella serra;22


In aggiunta, come richiesto da un decreto congiunto del M<strong>in</strong>isterodell'Ambiente e dello Sviluppo Economico, emanato il 5 maggio 2010 perottenere <strong>in</strong>centivi per l'energia solare, le serre dovrebbero essere coperte almassimo per il 50% di pannelli solari.In più, la capacità agricola, che deve essere stabilita per gli impianti con unacapacità superiore ai 20 kW, deve essere esposta <strong>in</strong> un documentocontenente le relazioni agronomiche; i redditi agricoli al 31 dicembre dell'annoprecedente la presentazione della domanda (nel caso di attività già esistenti);il reddito agricolo lordo relativo alla durata delle serre solari (decretodell'Agenzia delle Entrate n. 32/E, 6 giugno 2009); la stima delle entratederivanti dalla produzione di energia fotovoltaica; la potenziale produzione dicolture <strong>in</strong> serre; la commercializzazione della produzione agricola edenergetica; un piano di <strong>in</strong>vestimenti illustrante le prospettive di impiego, costie ricavi, così come dimostrazione che il reddito derivante dall'agricoltura saràalmeno pari a quello derivante dall'energia.3. Il Furtovoltaico di Narbolia.A. Il comune di Narbolia: un punto chiave nello sviluppo delle megaserresolariSecondo il sito del Comune, “Narbolia è un paes<strong>in</strong>o di circa 1.800 abitanti,sito ai piedi del Montiferru, 57 m. sopra il livello del mare e a 18 km. daOristano. Nonostante non sia molto grande, la sua superficie di 4.000 ettariha un ambiente e dei paesaggi variop<strong>in</strong>ti, come le rocce vulcaniche di MonteRassu, il tavolato di Cadreas conf<strong>in</strong>ante con la piana di Campidano, la p<strong>in</strong>etadi Is Arenas proprio sopra il mare e splendide spiagge.23


Il suolo è fertile poiché al riparo da correnti fredde e irrigato sufficientemente,e questo permette alla regione di produrre agrumi, grano e vegetali; il clima èanch'esso eccellente per la coltivazione di ulivi e vigneti. Un area ricca distoria, ha svariati siti archeologici.”Il comune di Narbolia fornisce <strong>in</strong>formazioni circa le attività agricole e la suaricchezza ambientale, ma non fa parola delle mega-serre ad energia solareper la produzione agricola locate nelle stessa area. Questo sistema è il piùgrande di tutti quelli <strong>Italia</strong>ni e ha un target produttivo di 27 mW: l'impianto di64 ettari comprende 107 pannelli già <strong>in</strong>stallati, 1.614 sezioni serra di 200 m²ciascuna, sostenute da 33.000 pilastri di cemento collocati nel terreno piùirrigato della zona.Per questo progetto, la società avrebbe dovuto ricevere più di € 7 milioni <strong>in</strong><strong>in</strong>centivi ogni anno per 20 anni, e altri € 3,5 milioni all'anno durante lo stessoperiodo attraverso la vendita di energia all'ENEL.I terreni agricoli, posseduti precedentemente da s<strong>in</strong>goli agricoltori percoltivare piante e provvedere al pascolo, vennero stimati 12.000/15.000 € perettaro. La EnerVitaBio Ltd pagò 40.000 € ad ettaro, rispettando i diritti legalidelle aziende limitrofe.Per quanto riguarda la distribuzione dei terreni, nei comuni di Narbolia e Milis,il periodo che va dal 2000 al 2010 va approfondito (vedi Tabella 10). Nel 2000l'11,7% dell'UAA di Narbolia era coltivato da aziende che andavano dai 3 ai20 ettari. Dieci anni dopo, queste aziende controllavano l'11.2% dell'UAA.Dall'altra parte, aziende di più di 100 ettari controllavano il 34,3% dell'UAA nel2000, diventato il 40,1% nel 2010.Tabella 10: Comuni di Milis e Narbolia, dimensioni delle aziende agricole <strong>in</strong>ettari.24


MilisNarbolia2000 2010 2000 20103-4.99 3 2.3 2 1.75-9.99 5.7 10.2 2.6 2.80-19.99 8.8 15.2 7.1 6.7> 100 33.2 34.3 33 40.1(Fonte: ISTAT 2011)Il processo della concentrazione dei terreni <strong>in</strong> nelle aziende di più di 100 ettariha assorbito le grandi aziende agricole, come mostrato nella Tabella 11.Tabella 11: Comuni di Milis e Narbolia, numero di aziende agricole tra i 50 e i99.99 ettari.MilisNarboliaAnno 2000 2010 2000 2010Numeroaziendedi141 577 655 477(Fonte: ISTAT, 2011)Le aziende agricole con un terreno che va dai 50 ai 99.99 ettari si sonoquadruplicate a Milis, ma sono dim<strong>in</strong>uite del 27% a Narbolia. Il motivi sono ilimitati appezzamenti agricoli <strong>in</strong> entrambi i comuni, e il fatto che la terra fertilesia concentrata <strong>in</strong> mano a pochi. Anche una piccola riduzione nella possibilitàdi avere un appezzamento ha avuto implicazioni di ampio raggio sullaproduzione agricola di entrambi i comuni, e, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, anche sulle loro capacità25


di produrre cibo e lavoro su tutta l'isola.Narbolia non è l'unico centro di <strong>in</strong>teresse per i cosiddetti progetti di energiar<strong>in</strong>novabile. La serie di impianti riconosciuti e registrati iscritti nel registro delGSE per ottenere <strong>in</strong>centivi o sussidi (a partire da settembre 2011, ma <strong>in</strong>cont<strong>in</strong>ua evoluzione) <strong>in</strong>clude 22 società co<strong>in</strong>volte nella produzione di energiafotovoltaica <strong>in</strong> Sardegna, con una produzione stimata di più di 1.000chilowatts.Le autorità giudiziarie sarde stanno attualmente conducendo <strong>in</strong>dag<strong>in</strong>i evalutazioni su una serie di progetti riguardanti serre ad energia solare, cheormai già coprono cent<strong>in</strong>aia di ettari di terreno agricolo.Un totale di 39 richieste provenienti da 22 società per l'accesso al“responsabile dell'energia”, il GSE, che è la fonte dei sussidi per le aziende“agricole”, sono state accettate.Secondo la direttiva Europea, e come attuato tramite disposizioni nazionalidal M<strong>in</strong>istro <strong>Italia</strong>no delle Politiche Agricole, la produzione agricola devenecessariamente essere garantita nelle serre. Ma, <strong>in</strong> quasi tutte quellecostruite f<strong>in</strong>ora, sembra non esserci alcun tipo di coltivazione.Allo stesso modo, le opportunità di lavoro, orig<strong>in</strong>ariamente contrassegnatecome un esito positivo di questi <strong>in</strong>vestimenti, sono <strong>in</strong>esistenti.Il meccanismo che ha permesso al governo italiano e al GSE di forniresussidi si chiama “Quarto Conto Energia” ed era riservato agli stabilimentiche dovevano, <strong>in</strong> teoria, entrare <strong>in</strong> funzione dopo il 31 maggio 2011. Loscopo era quello di “all<strong>in</strong>eare gradualmente gli <strong>in</strong>centivi pubblici con i costidella tecnologia, e mantenere la stabilità e l'affidabilità del mercato”, comespiegato dal Decreto M<strong>in</strong>isteriale del 5 maggio 2011. Il meccanismo forniscesovvenzioni costanti per 20 anni, assieme al pagamento di una partedell'energia prodotta, che deve essere ceduta al GSE.I term<strong>in</strong>i legali per i sussidi che devono essere approvati a livello regionale26


sono stati fissati dal Decreto n. 1116 del 27 luglio 2011, firmato dal M<strong>in</strong>istroRegionale all'Agricoltura sardo, Oscar Cherchi. Il decreto sembrava essere ilrisultato di una procedura di regolarizzazione che ha permesso alle grandisocietà di ottenere l'accesso alle sovvenzioni, ma <strong>in</strong> un modo sconsiderato, esenza tempo sufficiente per rispettare le scadenze imposte dal M<strong>in</strong>isteronazionale. Il comune ha qu<strong>in</strong>di rilasciato permessi pr<strong>in</strong>cipalmente sulla basedi autocertificazioni, senza pretendere dalle aziende un piano agronomicodettagliato sulle attività agricole.B. Il progetto delle serre ad energia solare della EnerVitaBio Ldt.I. Fatti e cifreLa EnerVitaBio Ltd di Ravenna, di proprietà di Paolo Magnani, è arrivata <strong>in</strong>Sardegna nel 2008, dopo che i lavori per le serre solari vennero completati.L'impianto è stato venduto a una hold<strong>in</strong>g, la W<strong>in</strong> Sun di Hong Kong,controllata dalla Sun W<strong>in</strong> del Lussemburgo, una società a responsabilitàlimitata con un capitale di 30.000 euro e una sede <strong>in</strong> Lussemburgo,amm<strong>in</strong>istrata da Mr. Qu Fajun, nato <strong>in</strong> C<strong>in</strong>a e residente <strong>in</strong> Belgio.In Sardegna, la EnerVitaBio Ltd ha costruito sette impianti <strong>in</strong> sette comuni,ognuno chiamato con il nome del santo patrono locale, forse per entrare nellegrazie dei cittad<strong>in</strong>i. Questi comuni sono San Vero Milis, Giave, Narbolia,Padria, Santadi, San Giovanni Suergiu e Galtellì. La EnerVitaBio Ltd hacostruito impianti per produrre un totale di circa 80 megawatts, permettendoalla società di guadagnare almeno 22 milioni di sussidi annuali per 20 anni,secondo le banche dati della GSE.La EnerVitaBio di Santa Reparata, con sede nel comune di Narbolia, hamesso a punto un impianto di energia fotovoltaica che si trova circa a 1 km27


dal centro di Narbolia, e a 1,5 km da San Vero Milis.Le <strong>in</strong>formazioni accessibili e/o i documenti sulle autorizzazioni rilasciate dalleautorità pubbliche <strong>in</strong>cludono: un “Provvedimento Unico”, n. 1 rilasciato <strong>in</strong> data 11 novembre 2009 dalcomune di Narbolia; una “Autorizzazione”, n. 2, rilasciata il 18 novembre 2010 per lacostruzione di tre l<strong>in</strong>ee di alimentazione di 15 kw rilasciato dalDipartimento di Ingegneria di Narbolia. la Determ<strong>in</strong>azione, n. 4, rilasciata dal dipartimento tecnico del comunedi Narbolia il 12 gennaio 2012.II. Procedure discutibili: come il progetto ha arg<strong>in</strong>ato la leggeUfficialmente, per essere riconosciute come serre solari ad attività agricola,queste devono soddisfare requisiti specifici, già menzionati prima:1. Il riconoscimento dello stato di “agricoltore professionista” agliimprenditori. Il decreto legislativo n. 99 del 20 marzo 2004, afferma chequesto stato può essere concesso su domanda di un imprenditoreagricolo che gestisce una s<strong>in</strong>gola azienda;2. Un livello di illum<strong>in</strong>azione di almeno il 75% nelle serre;3. Per impianti che superano i 20 kw, la capacità agricola va dimostrata <strong>in</strong>un documento <strong>in</strong>cludente: il reddito annuo derivante dalla produzione agricola dal 31 dicembredell'anno precedente la presentazione della domanda (nel caso diattività già esistenti); il reddito agricolo lordo relativo alla durata delle serre solari (decretodell'Agenzia delle Entrate n. 32/E, 6 giugno 2009); la stima delle entrate derivanti dalla produzione di energia28


fotovoltaica; la stima della produzione di colture <strong>in</strong> serra; un piano di <strong>in</strong>vestimenti illustrante le prospettive di impiego, costi ericavi, così come dimostrazione che il reddito derivantedall'agricoltura sarà almeno pari a quello derivante dall'energia.In aggiunta, secondo il decreto del M<strong>in</strong>istero Regionale dell'Agricoltura n.1820 del 20 luglio 2010, gli imprenditori che avevano ottenuto autorizzazionidallo Sportello Unico per le Attività Produttive, S.U.A.P, tra il 18 agosto 2009e il 1 aprile 2010 potevano presentare una richiesta per una convalida entro il2 settembre 2010.Noi siamo dell'idea che se il processo fosse stato approvato a livelloregionale, non sarebbe stato approvato <strong>in</strong> quanto mancava di: prove legali che il proponente del progetto fosse un “solo unagricoltore”, <strong>in</strong> quanto secondo il registro della Camera di Commerciodell'Industria e dell'Agricoltura Magnani è il proprietario e/o manager divarie aziende agricole sparse <strong>in</strong> tutta <strong>Italia</strong>, di cui sette <strong>in</strong> Sardegna,c<strong>in</strong>que <strong>in</strong> Sicilia, c<strong>in</strong>que <strong>in</strong> Puglia e una <strong>in</strong> Basilicata; m<strong>in</strong>imo grado di illum<strong>in</strong>azione richiesto per le serre ad energia solare; prove della gestione economica e delle capacità imprenditoriali, comeun bus<strong>in</strong>ess plan mostrante gli impatti positivi del progettosull'occupazione e sull'economia locale; un piano dettagliato sullo smantellamento, la bonifica dei siti e losmaltimento dei materiali; una dichiarazione di impegno al versamento di una caparra al f<strong>in</strong>e direcuperare il sito.29


I manager della EnerVitaBio sembrano consapevoli di tutte le irregolarità <strong>in</strong>quanto la società non ha mai chiesto di convalidare il progetto. Pertanto, ipermessi di costruzione delle serre, così come per l'energia solare, sono, aquanto si dice, stati rilasciati senza soddisfare i m<strong>in</strong>imi requisiti legali, e senzaalcun riferimento a un possibile piano produttivo che dimostri la prevalenzadella produzione agricola, o di una bonifica, smaltimento e piano dirisanamento per i siti dopo 20 anni dalla costruzione. Inoltre, le anomaliedella competenza e della legittimità hanno <strong>in</strong>taccato le autorizzazioni. IlDecreto Legislativo n. 387/2003 stabilisce che l'autorizzazione f<strong>in</strong>ale deveessere rilasciata dalla Regione, non dal Comune, come è stato <strong>in</strong> questocaso, e comprende l'obbligo di adottare misure per il recupero del sitoquando term<strong>in</strong>ato.C. Risposta e resistenza della comunitàI. Consapevolezza crescente: il comitato “S’Arrieddu per Narbolia”Ci sono state forti critiche riguardo la costruzione della serra solare da partedella EnerVitaBio Ltd, unito alle presunte irregolarità sia nell'ottenere leautorizzazioni sia nella gestione dell'attività aziendale.Noi sosteniamo che le mega serre stanno danneggiando il sistema agrariocomunale, riducendo i terreni disponibili per scopi agricoli. L'impianto va a<strong>in</strong>taccare l'<strong>in</strong>tera produzione alimentare e il mercato del lavoro <strong>in</strong> tutta laSardegna. Questo pone seri freni al diritto di produrre cibo locale e qu<strong>in</strong>di allasovranità alimentare.In aggiunta, il caso di Narbolia è un esempio della concentrazione dei terren<strong>in</strong>el settore aziendale, spesso sostenuto da gruppi f<strong>in</strong>anziari. Siamo dell'ideache questi <strong>in</strong>vestimenti non danno beneficio al settore agricolo locale e non30


danno neanche lavoro, o altri vantaggi simili.Tutti questi problemi hanno portato a varie proteste da parte della comunità.Dal 2012 le opposizioni e le mobilitazioni locali si esprimono attraverso ilcomitato “S'Arrieddu per Narbolia”.S'Arieddu è una parte di Narbolia, proprio dove sono state costruite le serre.Il comitato ha unito le forze con le associazioni ambientaliste locali, quali“<strong>Italia</strong> Nostra” e “Adiconsum Sardegna”. Questi gruppi sono stati molto attiv<strong>in</strong>el fare <strong>in</strong>formazione e hanno anche portato avanti procedimenti legali controle irregolarità elencate <strong>in</strong> precedenza.“S'Arieddu per Narbolia”, come descritto da chi ci milita, è stato fondato alf<strong>in</strong>e di salvaguardare il territorio, tenendo contro delle sue particolarità, dellastoria del suo sviluppo economico così come delle sue vocazioni e dei suoipiani per il futuro. Questo è il motivo per cui si oppone al progetto delle serresolari, che danneggerà la società locale, l'ambiente e l'economia, e avràanche conseguenze maggiori all'<strong>in</strong>terno della regione.La battaglia del comitato va oltre le semplice costruzione di questo “terribilemostro”, e rappresenta un impiego a lungo term<strong>in</strong>e per proteggere i benicomuni, quali territorio, energia ed acqua.Si oppone a ogni forma di vendita e di furto delle risorse primarie, come laterra fertile, perché questo riguarda strettamente le d<strong>in</strong>amiche della proprietàe dell'accesso al terreno, specialmente per quello che riguarda i giovani e ipiccoli proprietari, e qu<strong>in</strong>di alla sovranità alimentare. Si raccomanda <strong>in</strong>oltre diun modello partecipativo e democratico della produzione energetica, al f<strong>in</strong>e digarantire la sovranità energetica.Inf<strong>in</strong>e, promuove la democrazia partecipata e meccanismi di <strong>in</strong>clusione, chesono stati nettamente violati rispettando questi <strong>in</strong>vestimenti, poiché lapopolazione non era <strong>in</strong>formata né co<strong>in</strong>volta nella decisione di fare questo31


progetto. Il comitato non rifiuta ciecamente l'energia fotovoltaica né altreforme di energie r<strong>in</strong>novabili, ma chiede che queste attività siano fatte <strong>in</strong> mododemocratico e partecipativo, e che guard<strong>in</strong>o sempre alla salvaguardiaambientale, sociale ed economica.II. Strategie ed azioni di lotta e di resistenzaNel febbraio 2010, quando venne a conoscenza dell'esistenza dell'impianto, ilcomitato “S'Arieddu per Narbolia”, pretese <strong>in</strong>formazioni sulle serre ad energiasolare dal S<strong>in</strong>daco di Narbolia. In particolare, chiedeva di poter visionaredocumenti ed autorizzazioni, e una prima Assemblea Cittad<strong>in</strong>a.EnerVitaBio <strong>in</strong>iziò la costruzione dell'impianto il 17 febbraio 2010. Il comitatochiese al s<strong>in</strong>daco di convocare <strong>in</strong> fretta una riunione del Consiglio Municipale,al f<strong>in</strong>e di discutere la questione a livello locare. Dopo un po' di giorni, ils<strong>in</strong>daco organizzò un'assemblea pubblica permettendo alla EnerVitaBio dipresentare i suoi piani ai cittad<strong>in</strong>i. Delle slide di presentazioneaccompagnarono l'op<strong>in</strong>ione di <strong>in</strong>gegneri, agronomi e altri esperti, che furonosostenuti da una delegazione della W<strong>in</strong>Sun da Hong Kong, che era appenasubentrara alla EnerVitaBio. Il comitato ha sollevato forti critiche alla società eal s<strong>in</strong>daco riguardo il progetto, dicendo “Noi <strong>in</strong>tendiamo buttare giù questeserre quando verranno costruite”. Qu<strong>in</strong>dici giorni dopo, “S'Arieddu perNarbolia” ottenne una copia del progetto per la costruzione dell'impianto, chemancava dei permessi chiave e dei documenti allegati.Due dei primi promotori del Comitato, l'agricoltore Nello Schirru e suo figlioAlexander, furono arrestati durante una manifestazione pacifica, e <strong>in</strong> seguitoprocessati e condannati a tre mesi di libertà vigilata. Avevano cercato difermare la betoniera per la costruzione di 33.300 pilastri di cemento armato(che coprono circa 3,5 ettari), le basi per le 1.614 celle ad effetto serra di 20032


m².La Consigliera Regionale Claudia Zuncheddu disse che fu un “gravissimoatto <strong>in</strong>timidatorio, che fa scaturire la tendenza repressiva verso tutti imovimenti nati dalle necessità e dalle criticità locali, e che come tali non sonocontrollati né da partiti politici né istituzionalizzati dai s<strong>in</strong>dacati” (Zuncheddu,2012).Il 7 marzo 2012, il comitato “S'Arieddu per Narbolia” mandò al capo delDipartimento Tecnico del comune di Narbolia, e ad altri membri delleistituzioni (quali consiglieri regionali, il M<strong>in</strong>istro dell'Ambiente edell'Agricoltura, il GSE e il Pubblico M<strong>in</strong>istero di Oristano) una richiesta diannullamento come mezzo di auto-tutela dei permessi concessi allaEnerVitaBio.Il 14 Marzo 2012, assieme ad una nuova Assemblea Cittad<strong>in</strong>a chiamata dalComitato per <strong>in</strong>formare i cittad<strong>in</strong>i della procedura d'appello che era stataavviata, una nota dal M<strong>in</strong>istero dell'Ambiente annunciava che laprogettazione delle serre solari a Narbolia era tra i progetti soggetti ad unaValutazione d'Impatto ambientale (VIA) e di una autorizzazione f<strong>in</strong>ale dicompetenza regionale.Il 26 marzo 2012, “S'Arieddu per Narbolia” presentò una richiesta aiCarab<strong>in</strong>ieri di Cagliari e alla Procura di Oristano, e a tutte le altre istituzionimenzionate sopra, di <strong>in</strong>tervenire per fermare i lavori e chiudere il cantiere.Nel frattempo, l'impianto prendeva forma rapidamente, e chi ci lavora eracostretto a stare lì anche nei periodi di vacanza. Alcuni dei lavoratori eranomigranti, e venivano specialmente dalla Romania e dalla Moldavia, o da altreparti d'<strong>Italia</strong>. Il comitato convocò una commissione il 16 aprile 2012, pressol'aula del Consiglio Prov<strong>in</strong>ciale di Oristano: gli <strong>in</strong>viti ai rappresentati delleistituzioni regionali e ai soggetti <strong>in</strong>teressati furono decl<strong>in</strong>ate <strong>in</strong> massa, e solopochi politici, cioè due s<strong>in</strong>daci, e nessun rappresentante s<strong>in</strong>dacale vi prese33


parte.Lo scopo era soprattutto aumentare la consapevolezza del progetto, maanche di illustrare a un pubblico più ampio, comprese le pr<strong>in</strong>cipali personalitàdella regione, la ragione di questa netta opposizione, basata sulle evidentiirregolarità nelle procedure e la non-conformità con i requisiti legali presentatiprecedentemente.In f<strong>in</strong>e, il 17 aprile 2012, il Comitato, assieme ad alcuni agricoltori<strong>in</strong>dipendenti di Narbolia, presento un reclamo al TAR contro il Comune diNarbolia e la EnerVitaBio, aff<strong>in</strong>ché le autorizzazioni venissero annullatepoiché concesse erroneamente.Il reclamo voleva anche l'immediata sospensione dei lavori, per porre f<strong>in</strong>e a<strong>in</strong>umerosi danni ambientali che si stavano creando.Dopo aver sospeso i lavori, il TAR revocò tutto <strong>in</strong> seguito ad un appello fattodalla EnerVitaBio.A seguito dell'udienza, il 9 maggio 2012 il Tribunale decise di non concederela sospensione cautelare, <strong>in</strong> quanto i lavori erano già <strong>in</strong>iziati, rievocandoqualsiasi decisione <strong>in</strong> merito alla prossima udienza, che avrebbe dovuto venirconvocata “rapidamente”.Il 2 marzo 2013, il Comitato “S'Arieddu per Narbolia”, organizzò un <strong>in</strong>contro acui parteciparono 12 gruppi e comitati regionali.A causa delle specificità delle politiche territoriali sarde, i comitati cheagiscono <strong>in</strong> difesa dei diritti sulla terra e dell'uso agricolo del suolo sono benradicati nel tessuto politico e sociale.Ognuno ha la sua propria struttura e la sua agenda politica e legale. Perquesto l'assemblea a Narbolia marcò un momento unico nella storia di tutti imovimenti sardi. Le esperienze vennero condivise e si discussero le azioni dafare.34


“La terra deve essere data a chi lavora per il bene di tutta la comunità e a chi<strong>in</strong>terviene contro l'abbandono della nostra regione, la conseguente erosionedella sua capacità e contro la concentrazione e il controllo da parte dei grandigruppi f<strong>in</strong>anziari, che <strong>in</strong>ibiscono il nostro diritto di produrre cibo e accentuanola nostra dipendenza alimentare”.“Crediamo che sarebbe molto più efficiente e democratico che questi<strong>in</strong>centivi, che vanno sempre a chi ha già troppi soldi, vengano distribuiti tra icittad<strong>in</strong>i. Un qu<strong>in</strong>to dei 140 milioni, che saranno erogati nei prossimi 20 anni abeneficio di tasche già piene, non vuote, avrebbe consentito ai comuni deldistretto – l'Unione dei Comuni, ad esempio - di costruire i loro impiantifotovoltaici per produrre l'energia necessaria a soddisfare i bisogni di tutta lapopolazione e di tutte le imprese e le aziende della zona. Se i pannellifotovoltaici venissero <strong>in</strong>stallati sui tetti di ogni abitazione e di ogni edificio<strong>in</strong>dustriale, tutti ne trarrebbero beneficio, senza il rischio di scivolare verso unmonopolio. Con un approccio democratico più partecipato, gli effetti di questi<strong>in</strong>vestimenti avrebbero favorito il welfare locale e avrebbero creatoopportunità di lavoro, che oggi come oggi non sono qualcosa di irrilevante.”(Comitato “S'Arieddu per Narbolia”)4: La strada da seguire: la priorità va data all'uso agricolo del suoloI modelli <strong>in</strong> cont<strong>in</strong>ua evoluzione dell'uso che si fa del suolo e della proprietàdel terreno denotano due tendenze concomitanti, sia <strong>in</strong> Europa maspecialmente <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>: un calo nell'accesso ai terreni specialmente per ipiccoli proprietari, e un aumento nella concentrazione dei terreni, soprattuttonelle mani di aziende e imprese sempre più <strong>in</strong>teressate alle risorse delterritorio.35


Secondo noi, i terreni agricoli <strong>in</strong> Europa, come <strong>in</strong> molti altri paesi, donodiventati oggetto di speculazioni f<strong>in</strong>anziarie e il loro valore si sposta dal lorocorrente uso. Il capitale f<strong>in</strong>anziario specula sui terreni per il valore monetario,ma anche per il valore ambientale di questi, attraverso presunte pratichesostenibili come il sequestro di carbonio e la produzione di energier<strong>in</strong>novabili, assieme al valore delle risorse naturali proprie del territorio, comeacqua e biodiversità.La produzione di energia fotovoltaica per supportare i piccoli agricoltoriattraverso i sussidi che il Governo <strong>Italia</strong>no fornisce per <strong>in</strong>stallare pannellisolari è diventato un pretesto per ottenere cent<strong>in</strong>aia di ettari di terreno, chesono di importanza cruciale per le necessità locali, regionali e nazionali. InSardegna, 39 richieste di accesso al GSE sono state accettare, e altre stannovenendo valutate.Il caso delle serre solari di Narbolia dimostra come grandi gruppi <strong>in</strong>dustrialiesteri stanno traendo vantaggio dai sussidi del governo e dalle leggi nazionaliper aumentare i loro profitti, senza tener conto dell'impatto tremendo chehanno sull'agricoltura sarda. Il dannoso impatto ambientale e la presa diterra coltivabile sono la conseguenze che nascono quando il diritto diprodurre viene rubato agli agricoltori e agli allevatori.È un dato di fatto che, secondo la legge italiana, <strong>in</strong> qualsiasi momento iterreni possono venir confiscati per produrre energia r<strong>in</strong>novabile. Qu<strong>in</strong>di ilvero problema è quello dell'accesso ai terreni per chi vuole <strong>in</strong>iziare un'attività,specialmente per i più giovani, <strong>in</strong>sieme con la capacità di sostenerel'agricoltura su piccola scala.Negli ultimi 10 anni, la piccola agricoltura ha sofferto degli effetti comb<strong>in</strong>atidelle politiche pubbliche, pr<strong>in</strong>cipalmente delle sovvenzioni delle CAP, basatetutte sul fatto che la riduzione del numero di aziende avrebbe reso l'attivitàagricola più efficiente.36


L'effettivo accesso ai terreni per i più giovani e i piccoli proprietari non deveobbligatoriamente essere garantito attraverso la proprietà: la vendita el'acquisto dei terreni possono coesistere con norme che promuovano eproteggano l'uso a f<strong>in</strong>i agricoli dei terreni e non il possesso.Come scritto nell'Articolo 42 della Costituzione <strong>Italia</strong>na, “La proprietà èpubblica o privata, i beni economici appartengono allo Stato, ad enti o aprivati. La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che nedeterm<strong>in</strong>a i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo di assicurarnela funzione sociale e di renderla accessibile a tutti.” Pertanto, le politichepubbliche possono limitare la proprietà privata “ allo scopo di assicurarne lafunzione sociale e di renderla accessibile a tutti”.Per quanto riguarda l'uso agricolo, l'Articolo 44 recita: “Al f<strong>in</strong>e di conseguire ilrazionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali, la leggeimpone obblighi e v<strong>in</strong>coli alla proprietà terriera privata, fissa limiti alla suaestensione secondo le regioni e le zone agrarie, promuove ed impone labonifica delle terre, la trasformazione del latifondo e la ricostituzione delleunità produttive; aiuta la piccola e la media proprietà”.Tali disposizioni di legge lasciano il giusto spazio per garantire ai piccoliagricoltori un migliore accesso alla terra, e i term<strong>in</strong>i per proteggere i loromezzi di sussistenza. Contribuendo alla sovranità alimentare, l'agricolturacontribuisce anche nella risoluzione delle crisi che stanno piegando l'<strong>Italia</strong>, epiù <strong>in</strong> generale tutta l'Europa, da una prospettiva economica, f<strong>in</strong>anziaria,ambientale e sociale. Le aziende agricole che vengono smantellate nonpossono poi essere ricreate e la sofferenza che ne scaturisce non saràricompensata. Ma è comunque possibile rafforzare le piccole aziendeesistenti e crearne di nuove al f<strong>in</strong>e di ostacolare ed impedire il processo didesertificazione agraria, economica e sociale che sta prendendo piede <strong>in</strong><strong>Italia</strong>.37


Qu<strong>in</strong>di noi chiediamo i seguenti impegni e cambiamenti politici, al f<strong>in</strong>e diridare vita allo sviluppo agricolo e all'occupazione, a livello italiano edeuropeo: supportare le medie, piccole, e piccolissime aziende agricole, che sonopiù di un milione <strong>in</strong> <strong>Italia</strong>, e sono il cuore della sia produzionealimentare. Avendo dimostrato una forte capacità di adattamento perdiventare più resistenti e per far fronte alla crisi attuale, riteniamo cheavrebbero potuto reagire molto più velocemente a queste avversità condelle nuove politiche di sostegno strutturali e legislative, che noncomporterebbero un aumento della spesa pubblica; dare maggiore priorità all'uso agricolo del suolo, con una forteresistenza alle d<strong>in</strong>amiche della sua f<strong>in</strong>anziarizzazione ecapitalizzazione, che <strong>in</strong>coraggiano le compagnie a speculare suiterreni, per prendere il suo valore e le risorse ad esso associate; riconoscere che l'<strong>in</strong>treccio tra le politiche europee e nazionali a livelloagricolo, territoriale ed energetico, è il pr<strong>in</strong>cipale meccanismo attraversoil quale il suolo resta avv<strong>in</strong>ghiato nelle mani del “nord del mondo”; promuovere una “Direttiva sul Suolo” a livello europeo, che spiani lastrada per una nuova riforma agraria europea, che dovrebbe esserefondata sulle disposizioni delle l<strong>in</strong>ee guida per il possesso, per facilitarel'accesso ai terreni per i giovani che aspirano a creare nuove aziende eper le piccole aziende esistenti che cercano di crescere. F<strong>in</strong>o adadesso tutte le politiche hanno favorito l'agro<strong>in</strong>dustria su larga scala,che è ad alto impiego di capitale e non crea opportunità di lavoro.L'Unione Europea ha ratificato le le l<strong>in</strong>ee guida per il possesso, il chesignifica che l'<strong>Italia</strong> e gli altri membri dell'UE sono responsabili della loroattuazione e applicazione attraverso le leggi nazionali. Inoltre, l'UE38


dovrà adottare una Direttiva che <strong>in</strong>clude le l<strong>in</strong>ee guida per il possessodei terreni come parte della sua base giuridica.39

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