sposta certa all’incerto de<strong>si</strong>derio di comunicazione tra gli uomini: laconsapevolezza del tempo che passa. Un tempo umanizzato e scanditoin frazioni fin troppo umane dal dialetto.Ascoltare le parole come suoni, e attribuire a questi suoni dei<strong>si</strong>gnificati sulla base di libere associazioni, è naturalmente un’attivitàludica, a cui però non <strong>si</strong> può negare un potenziale di conoscenza.“Filou, filou / Wieviel Uhr?”. Questi suoni potrebbero essere i ver<strong>si</strong>di <strong>una</strong> filastrocca. Quante ninne nanne, in ogni lingua e idioma, nonci parlano di bimbi “filou” e del tempo che passa? Qualche volta <strong>si</strong>tratta di preghiere. Una poe<strong>si</strong>a di Christian Morgenstern ci spiegache anche i piccoli caprioli pregano di notte, giungendo “i piedinipiccolini”, “die kleinen Zehlein”, che in tedesco fanno rima con i“Rehlein”, i “capriolini”.Die Rehlein beten zur Nacht,hab acht!Halb neun!Halb zehn!Halb elf!Halb zwölf!Zwölf! 3Morgenstern gioca sulla somiglianza tra l’imperativo “hab acht”(“fa’ attenzione”), che rima con “Nacht”, “notte”, e l’espres<strong>si</strong>one“halb acht”, le “sette e mezzo”. Nell’enumerazione del tempo checostituisce la preghiera dei caprioli <strong>si</strong> può così passare indisturbatida “hab acht!” a “Halb neun!”, da “<strong>si</strong>i attento” a “le otto e mezzo”,fino alla mezzanotte, l’ora in cui un piccolo capriolo deve fare certopiù attenzione. “O Mensch! Gib acht! Was spricht die tiefeMitternacht?” – “Uomo, <strong>si</strong>i attento! Cosa dice la mezzanotte profonda?”aveva scritto Nietzsche nello Zarathustra, e Mahler aveva messoin mu<strong>si</strong>ca questi celebri ver<strong>si</strong> nella III <strong>si</strong>nfonia. Forse Morgensternnon intendeva parodiare Nietzsche, ma il suo testo vi conduce perassociazione. La preghiera non è solo scan<strong>si</strong>one delle ore, come san-3C. MORGENSTERN, Werke und Briefe, vol. III, Humoristische Lyrik, a cura di vonMaurice Cureau, Stuttgart, Urachhaus, 1990, p. 61.174