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elementi per una valorizzazione del patrimonio artistico e storico

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LA SEZIONE DIDATTICA DELLA FONDAZIONE ANTONIO MAZZOTTA. L’APPROCCIO METODOLOGICONELLA PROGETTAZIONE E REALIZZAZIONE DI INTERVENTI MIRATI E DIFFERENZIATI SULL’ARTELa nozione di museo <strong>del</strong>la città, nell’accezione più complessa e articolata, connota gran parte <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>leistituzioni culturali <strong>del</strong> nostro paese. Musei <strong>del</strong>la città sono infatti, ad esempio, i numerosi musei civici fondatinegli anni immediatamente post-unitari in molte città <strong>del</strong>l’Italia settentrionale. Nel museo confluiscono, tra glialtri, i materiali di scavo, preromani e romani; gli <strong>elementi</strong> architettonici e i frammenti lapidei recu<strong>per</strong>ati aseguito degli interventi di ricostruzione urbana, come nel caso di Piacenza; tele, arredi sacri, anche strumenti emacchine <strong>del</strong>la nascente manifattura, come nel caso di Modena. Tutto ciò costituisce la memoria <strong>del</strong>la città e fa<strong>del</strong> museo il luogo privilegiato <strong>del</strong>la conservazione, ma anche un laboratorio di riflessione e di studio. Ancoraoggi, <strong>per</strong>correndo le antiche sale, in molti casi conservate nell’antico ordinamento ottocentesco, è possibilericostruire la storia <strong>del</strong>le città.Accanto ai resti dei più antichi insediamenti protostorici e classici si può ricostruire il volto medievale <strong>del</strong>la città,scandito dalle epigrafi e dalle decorazioni fantastiche, alcune <strong>del</strong>le quali sono ancora rintracciabili, in situ, neltessuto urbano. Agli arredi <strong>del</strong>le epoche più recenti, alle tele in molti casi provenienti da chiese soppresse inantico o da edifici religiosi scomparsi o abbandonati in tempi recenti, si affiancano i nuclei collezionistici chetestimoniano il gusto e i <strong>per</strong>corsi culturali <strong>del</strong>la società urbana. Ogni vetrina, ogni parete rimanda ad un edificio,ad un isolato, ad un palazzo e si ricostruisce il contesto culturale di quelle città che costituiscono – comesostiene il Cattaneo – «l’unico principio <strong>per</strong> cui possano i trenta secoli <strong>del</strong>le istorie italiane ridursi a esposizioneevidente e continua» 1 .Oggi il museo <strong>del</strong>la città di nuova istituzione si affianca al museo civico tradizionale e pur condividendone gliobiettivi generali – documentare la storia <strong>del</strong>la città e conservare la produzione artistica e storica mobile –spesso ne rafforza gli aspetti di divulgazione, <strong>valorizzazione</strong> <strong>del</strong> <strong>patrimonio</strong> e <strong>del</strong>le vicende cittadine. Alcuni poi,privi di materiali, magari conservati in altre istituzioni vicine, oppure anche non raggiungibili, hanno come unicoscopo l’informazione culturale. Con metodi tradizionali o con supporti tecnologici, si propongono di ricostruiredidatticamente un contesto, dei temi, <strong>una</strong> storia. Si recu<strong>per</strong>ano così con <strong>una</strong> flessibilità, non sempre facile in un<strong>per</strong>corso espositivo tradizionale, nessi e legami che le specifiche vicende <strong>del</strong> luogo e <strong>del</strong> <strong>patrimonio</strong> hannoreciso o attenuato. In molti casi, ove non esistano re<strong>per</strong>ti o ove questi siano assai scarsi, il lavoro di recu<strong>per</strong>o edi inquadramento <strong>storico</strong> consente di ricostruire <strong>una</strong> identità culturale comunque preziosa e altrimenti <strong>per</strong>duta 2 .Il caso di BobbioLa storia di Bobbio è ben nota. San Colombano lasciò questa terra nel novembre <strong>del</strong>l’anno 615; nello stessoanno morì Agilulfo, re dei Longobardi, sposo di Teodolinda, la regina cattolica che «tanto piaceva» (scrissePaolo Diacono) al suo popolo. Da re Agilulfo, ariano e tollerante quanto valoroso, il monaco venuto dallalontana Irlanda aveva ricevuto doni e benefici e la facoltà di fondare un monastero a Bobbio sull’Appenninosettentrionale, lungo un’importante via di comunicazione. San Colombano portò con sé <strong>una</strong> rigida regolamonastica e <strong>una</strong> grande considerazione <strong>per</strong> la cultura: nel cenobio o<strong>per</strong>ò fin dall’inizio quello scriptorium chefarà di Bobbio il più importante centro di diffusione culturale <strong>del</strong>l’Italia settentrionale, tanto da essere oggiricordato come la Monte Cassino <strong>del</strong> nord. Nel decimo secolo, secondo il catalogo redatto da Gerbertod’Aurillac, successore di San Colombano e futuro papa Silvestro II, la biblioteca <strong>del</strong> monastero contava circa700 codici, un’enormità <strong>per</strong> i tempi.Il favore dei re di Pavia fece di Bobbio anche un centro economico rilevante, con grandi proprietà sparse intutta l’Italia centro-settentrionale, con funzioni politiche di primo piano.La storia <strong>del</strong> cenobio conobbe <strong>per</strong>iodi di grandezza e potenza, cui seguirono secoli di decadenza, checulminarono nel 1801 con la soppressione <strong>del</strong> convento.FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIAPiazza Mercato <strong>del</strong> fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28P. Iva 02995900160 - museo<strong>storico</strong>@bergamoestoria.it


Nel 1803 i beni residui <strong>del</strong> monastero furono messi all’asta: tra essi figuravano gli ultimi codici <strong>del</strong>la bibliotecagià <strong>per</strong> altro ampiamente ‘visitata’ nei secoli precedenti. Non rimanevano che mute strutture architettonicheassegnate a vari enti e istituzioni: il comune, la parrocchia <strong>del</strong>la basilica, il demanio.Muti a dire il vero questi muri proprio non sono: rimane la basilica, con il sarcofago <strong>del</strong> santo e le splendidetransenne d’età longobarda, rimane il cinquecentesco loggiato prospiciente i locali un tempo occupati dalloscriptorium, rimangono le tracce <strong>del</strong>la prima basilica fatta erigere dall’abate Agilulfo nel nono secolo.Versi sparsi di <strong>una</strong> poesia <strong>per</strong>duta : l’antica unità <strong>del</strong> complesso monastico, oggi <strong>per</strong> il visitatore, è difficilmente<strong>per</strong>cepibile. Caduti o abbattuti muri di recinzione, a<strong>per</strong>ti nuovi passaggi, inagibili altri, risulta impossibileimmaginare gli antichi <strong>per</strong>corsi di preghiera, di lavoro e di studio dei taciturni monaci di San Colombano.Da tempo quindi si auspicava – nell’ottica esposta in premessa – il recu<strong>per</strong>o <strong>del</strong> nucleo più antico <strong>del</strong>monastero e la realizzazione di un apparato didascalico degno <strong>del</strong>l’importanza <strong>del</strong> complesso monumentale e<strong>del</strong> borgo circostante. E forse, direbbe San Colombano, «il tempo è venuto».Il restauro <strong>del</strong> nucleo dove meglio si sono conservati i caratteri originali è in corso: l’antico refettorio, decoratocon un importante affresco quattrocentesco e abbellito da un portale in pietra <strong>del</strong> tredicesimo secolo, è statocompletamente recu<strong>per</strong>ato e dal luglio <strong>del</strong> 1998 ospita la prima sezione <strong>del</strong> Museo <strong>del</strong>la città di Bobbio 3 .Il Museo è quindi <strong>una</strong> sorta di spazio ‘didattico’ che recu<strong>per</strong>a alla pubblica fruizione alcuni ambienti<strong>del</strong>l’abbazia, altrimenti chiusi, e al tempo stesso illustra la storia di Bobbio.Non vi sono custoditi materiali e o<strong>per</strong>e originali. Gli unici originali presenti sono infatti il contenitore stesso e isuoi apparati decorativi. Non è dunque luogo preminentemente di contemplazione estetica, a ciò sono vocati ilMuseo di San Colombano 4 , attiguo al Museo <strong>del</strong>la città e con possibilità di comunicazione diretta, le splendidechiese bobbiesi, gli edifici <strong>del</strong> centro <strong>storico</strong>, il fiume e i suoi paesaggi.Il museo <strong>del</strong>la città è piuttosto un luogo dove si comunicano idee, concetti, suggestioni, dove si ricostruisce,con la flessibilità consentita anche dall’impiego <strong>del</strong>le nuove tecnologie, il contesto culturale bobbiese. Si trattadi <strong>una</strong> sorta di aula didattica dove si recu<strong>per</strong>ano informazioni, si prepara <strong>una</strong> visita, si appagano curiosità che ilrigore di allestimento dovuto a manufatti originali di altissima qualità formale o le necessità conservative nonsempre consentono di soddisfare in un <strong>per</strong>corso museale tradizionale 5 .La prima sezione 6 , che nei primi mesi di a<strong>per</strong>tura ha visto <strong>una</strong> consistente presenza di pubblico e raccoltol’apprezzamento da parte dei visitatori, è interamente dedicata alle origini di Bobbio, alla figura di SanColombano e all’attività <strong>del</strong>lo scriptorium 7 .Sin dalle origini a Bobbio si intrecciano culture diverse: l’irlandese e la latina, la latina e la longobarda, lacolombaniana e la benedettina. Il Museo <strong>del</strong>la città quindi non poteva che prendere le mosse proprio da questilontani ma significativi sedimenti culturali e porre in luce le correlazioni e i reciproci influssi attraverso la letturadegli <strong>elementi</strong> più distintivi e connotanti (le scritture, gli schemi decorativi, i rimandi culturali, spesso nondichiarati, e le loro ambiguità interpretative).Il <strong>per</strong>corso è strutturato <strong>per</strong> isole tematiche a struttura simmetrica. Ogni momento è rappresentato da unpannello con testi e immagini. All’inizio di ogni area tematica un elemento testuale e grafico forniscel’immediata collocazione nello spazio e nel tempo <strong>del</strong> tema trattato 8 . Ogni pannello contiene rimandi visivi etestuali alla città e al territorio. In pratica si invita il visitatore a proseguire la visita ben oltre il <strong>per</strong>corso museale,nella città e nel territorio, segnalando resti e monumenti che ancora oggi testimoniano le vicende più anticheFONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIAPiazza Mercato <strong>del</strong> fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28P. Iva 02995900160 - museo<strong>storico</strong>@bergamoestoria.it


<strong>del</strong> sito. L’impaginazione generale consente <strong>una</strong> stretta sequenza di lettura tra i testi dei pannelli, le immagini ele didascalie, in modo che il filo <strong>del</strong> racconto risulti sempre evidente 9 .Elementi fotografici e testuali sono stati realizzati con procedimenti informatici e sono facilmente e rapidamentesostituibili <strong>per</strong> consentire <strong>una</strong> adeguata manutenzione ed un opportuno aggiornamento 10 .Il <strong>per</strong>corso di tipo tradizionale è integrato da due postazioni su calcolatore dedicate alla produzione <strong>del</strong>loscriptorium bobbiese. In questo punto <strong>del</strong> <strong>per</strong>corso sono previsti programmi didattici interattivi. I programmiconsentono al visitatore di simulare il contatto reale con i codici: sfogliare le pagine, ingrandire i dettagli eseguire <strong>una</strong> breve e semplice lezione di paleografia.Infatti attraverso l’analisi di alcuni codici prodotti a Bobbio tra il settimo e il dodicesimo secolo è possibileseguire l’evoluzione <strong>del</strong>la scrittura e analizzarne le caratteristiche, la decorazione <strong>del</strong>le pagine arricchite ancheda confronti con la produzione artistica coeva. Un capitolo è dedicato alla fabbricazione dei codici. I programmi,semplici e brevi, possono essere consultati con profitto nell’arco di dieci-quindici minuti. Il programma,disponibile in versione inglese, è corredato da interfacce specifiche <strong>per</strong> portatori di handicap visivi, uditivi emotori non gravi 11 .Le prospettive futureIn occasione <strong>del</strong>le celebrazioni <strong>del</strong> Giubileo, la città di Bobbio, in collaborazione con gli organi <strong>per</strong>iferici <strong>del</strong>lostato e la regione, ha già avviato il completamento <strong>del</strong> restauro <strong>del</strong>l’ambiente attiguo il refettorio e deisotterranei corrispondenti 12 dove il Museo <strong>del</strong>la città proseguirà il racconto <strong>del</strong>le vicende <strong>del</strong> potente monasteroe di Bobbio libero comune.Le linee guida <strong>del</strong>l’intervento 13 sono le stesse che già hanno contraddistinto il recu<strong>per</strong>o <strong>del</strong> refettorio: analisi <strong>del</strong>manufatto, ripristino degli <strong>elementi</strong> originari, rispetto <strong>del</strong>le caratteristiche volumetriche e architettoniche coninterventi conservativi compatibili con le peculiarità storiche <strong>del</strong>l’edificio. I criteri di allestimento si attengono aicriteri già individuati <strong>per</strong> l’arredo <strong>del</strong> refettorio: strutture espositive lievi e trasparenti <strong>per</strong> consentire la massimaleggibilità <strong>del</strong>le volumetrie architettoniche. L’arredo infatti non può che inserirsi con discrezione in uncomplesso monumentale che rimane il principale soggetto <strong>del</strong> lavoro di recu<strong>per</strong>o <strong>storico</strong>-architettonico.Contestualmente sono anche in corso i recu<strong>per</strong>i <strong>del</strong>le aree a chiostri e cortilizie, <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>are i <strong>per</strong>corsi internie garantire <strong>una</strong> visita adeguata <strong>del</strong> complesso.Nella sala attigua al refettorio viene svolto il tema <strong>del</strong>l’abbazia. Si intende affrontare il complesso dal punto divista monumentale e <strong>del</strong>l’organizzazione ed uso degli spazi, nelle sue relazioni con il contesto urbano, inun’ottica diacronica che tenga conto anche <strong>del</strong>le modificazioni recenti. Si intendono utilizzare ricostruzionitridimensionali e materiale fotografico appositamente realizzato.Il terzo nucleo occupa i sotterranei. La chiave di lettura è rappresentata dalla forma e dall’urbanistica di Bobbio:attraverso le trasformazioni, gli arricchimenti <strong>del</strong> centro urbano, le grandi fabbriche ecclesiastiche, gliabbellimenti e le sopraelevazioni secentesce, fino alle distruzioni di questo secolo.La forma urbis quindi indica il <strong>per</strong>corso, fisicamente concreto e visibile, <strong>per</strong> recu<strong>per</strong>are non solo la dimensionearchitettonica o <strong>storico</strong>-artistica, ma anche la dimensione politica e sociale <strong>del</strong>la storia bobbiese 14 . I lavorisaranno ultimati <strong>per</strong> l’ottobre 1999.L’obiettivo generale è realizzare un <strong>per</strong>corso unitario che, dopo <strong>una</strong> breve introduzione nel Museo <strong>del</strong>la città,comprenda la basilica, il Museo di San Colombano ed infine il centro <strong>storico</strong> di Bobbio, nel ricordo di <strong>una</strong>FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIAPiazza Mercato <strong>del</strong> fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28P. Iva 02995900160 - museo<strong>storico</strong>@bergamoestoria.it


famosa frase di Quatremère de Quincy: «Il vero museo nondimeno è composto dai luoghi, dai siti, dallemontagne, dalle strade, dalle vie antiche… dai rapporti geografici, …dai paragoni e dai confronti che non sipossono fare se non nel paese stesso» 15 .1 C. Cattaneo, La città considerata come il principio ideale <strong>del</strong>le istorie italiane , in “Crepuscolo”, 17 ottobre1858.2 M. L. Pagliani, Beni culturali e piccoli comuni, in “Bollettino <strong>storico</strong> piacentino”, 1997, fascicolo 1, p. 148.3 La realizzazione è stata resa possibile grazie alla collaborazione tra Comune di Bobbio,Soprintendenza <strong>per</strong> i beni artistici e storici di Parma e Piacenza, Soprintendenza <strong>per</strong> i beni ambientalie architettonici <strong>del</strong>l’Emilia Romagna, Regione Emilia Romagna, Istituto <strong>per</strong> i beni artistici culturali enaturali, Fondazione di Piacenza e Vigevano. Colgo l’occasione <strong>per</strong> ringraziare tutte le istituzioni chehanno garantito il loro sostegno, i collaboratori al progetto ed in particolare l’assessore alla cultura <strong>del</strong>Comune di Bobbio, professoressa Maria Elena Canevari.4 Il Museo custodisce alcune testimonianze di età romana, i materiali architettonici e iscritti provenienti dall’antica basilica,arredi sacri e tele Vedi M. Tosi, Bobbio, Bobbio, 1983; R. Cassanelli, Materiali lapidei altomedievali decorati e iscrittinell’Abbazia di San Colombano di Bobbio, in Storia di Piacenza dalle origini all’anno Mille, Piacenza, 1990, volume 1°, p.503-533. Per un aggiornamento <strong>del</strong>la ricca bibliografia su Bobbio si veda M. Rossi, Bibliografia bobiense, Bobbio, 1997.FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIAPiazza Mercato <strong>del</strong> fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28P. Iva 02995900160 - museo<strong>storico</strong>@bergamoestoria.it


5 M. L. Pagliani, Ipotesi di lavoro <strong>per</strong> il museo <strong>del</strong>la città, in a.v., Per un museo <strong>del</strong>la città, Bobbio, 1997, p. 19-23; idem, Antiche strade nuovi musei, in Istituto <strong>per</strong> i beni culturali <strong>del</strong>l’Emilia Romagna “Informazioni”, 1997,n. 3, p. 42-43; idem, Inedito esempio nel territorio piacentino: un Museo <strong>per</strong> la città a Bobbio, in “Bollettino<strong>storico</strong> piacentino”, 1997, fascicolo 2, p. 316-317; M. Pizzo, Dall’Abbazia di San Colombano al Museo <strong>del</strong>lacittà , in a.v., Per un museo <strong>del</strong>la città, cit., p. 25-286 P. Garbini, Montecassino <strong>del</strong> nord, in “Medioevo”, 1998, n.11, p. 7.7 M. Tosi, Bobbio e la valle <strong>del</strong> Trebbia, in Storia di Piacenza dalle origini all’anno Mille, cit., p. 395-497.8 A. Cerizza, Piano di comunicazione <strong>per</strong> il museo <strong>del</strong>la città, in a.v., Per un museo <strong>del</strong>la città, cit., p. 339 Ibidem, p. 34.10 Il tema ‘manutenzione’ è nodale <strong>per</strong> musei medi o piccoli ; le nuove tecnologie mettono a disposizionestrumenti utili <strong>per</strong> la soluzione <strong>del</strong> problema e consentono di ottenere buoni risultati a costi estremamentecontenuti; <strong>per</strong> le linee generali di comunicazione seguite nella realizzazione si veda anche A. Cerizza, M.L.Pagliani, Musei testi e contesti, Firenze, 1997..11 N. Castagni, Handicap e computer. Per l’inserimento dei disabili nella società di tutti, Milano, 1998.12 Il direttore dei lavori è l’architetto Antonella Bellocchio di Bobbio.13 A. v., Proposte <strong>per</strong> un piano di lavoro culturale, Bobbio, 1998.14 Il progetto di lavoro comprende anche alcune iniziative collaterali,strettamente legate al tema <strong>del</strong>lacittà: <strong>una</strong> guida aggiornata di Bobbio e un apparato didascalico <strong>per</strong> i monumenti <strong>del</strong> centro <strong>storico</strong>.Quest’ultimo intervento è finanziato dalla provincia di Piacenza nel quadro degli interventi <strong>del</strong>Giubileo fuori <strong>del</strong> Lazio, all’interno di un progetto generale di <strong>valorizzazione</strong> degli itinerari <strong>storico</strong>religiosi<strong>del</strong> territorio provinciale.15 M. Scolaro, Lo studio <strong>del</strong>le arti e il genio <strong>del</strong>l’Europa. Scritti di A.C. Quatremére de Quincy e di Pio VIIChiaramonti (1796-1802), Bologna, 1989, p. 126-127.FONDAZIONE BERGAMO NELLA STORIAPiazza Mercato <strong>del</strong> fieno, 6/a - 24129 Bergamo Italy - Tel. +39 035 24 71 16 ; +39 035 22 63 32 - Fax 035 21 91 28P. Iva 02995900160 - museo<strong>storico</strong>@bergamoestoria.it

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