13.07.2015 Views

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

Scarica PDF - Ufficio Stampa Rai - Rai.it

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

in questo numeroed<strong>it</strong>orialeFabrizio Casinelli16MarcoCIVOLI22FabriFIBRATV RADIOCORRIERESETTIMANALE DELLA RAIRADIOTELEVISIONE ITALIANAReg. Trib. n. 673del 16 dicembre 1997Numero 8 - Anno 8222 febbraio 2013Direttore responsabileFABRIZIO CASINELLIRedazione - <strong>Rai</strong>,Viale Mazzini, 1400195 RomaTel. 06 36864313 - fax 06 3242420www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>ufficiostampa@rai.<strong>it</strong>28MetisDI MEO30VivaLA LIBERTàA cura dell'<strong>Ufficio</strong> <strong>Stampa</strong> <strong>Rai</strong>Anna Fraschetti (c.r.),Serena Iannicelli (c.r.),Dante Fabiani (vc.r.),Carlo Casoli (c.s.),Mauro Scaramuzzo (c.s.)Coordinamento DeskMarina Cocozza (c.s.)In redazioneSilvia Battazza, Antonio Caggiano,Stefano Corradino, Rossella Ferruzza,Emilio Fuccillo, Lucilla Perelli Rizzo,R<strong>it</strong>a Pernarella, Scina SantacatterinaSegreteriaGian Marco Fabretti, Marina MatteucciR<strong>it</strong>a Burghi, Valentina Dragani,Claudia ToreA questo numero ha collaboratoBetty GiulianiRealizzazione grafica, impaginazionee s<strong>it</strong>o internetValerio Rosati, Cinzia Geromino, LucaRomanelliFotograficoBarbara Pellegrino, Fabiola SanesiPalinsestiMichele Trobbiani, Filippo Blandino,Anna PentaSommarionumero 804. lucrezia lante dellarovere10. gianni morandidedicato a Lucio12. veronica pivettiPer un pugno di libri18. tutto dante 2012Roberto Benigni20. eros ramazzottiNoi24. sei lezioni di salvatoresettis26. francesca nesler34. La settimana dello Sport36. dicono DI noiCare amiche e cari amici,negli ultimi giorni sono stato messo KO da una bruttissimainfluenza accompagnata da una sciatalgia, una di quelle chenon ti permette di scendere dal letto. La cosa pos<strong>it</strong>iva è chemi sono riposato dormendo come un ghiro e nei momenti di"lucid<strong>it</strong>à", poca, ho provato a guardare la tv, imbattendomi inuno di quei programmi dove i sentimenti, gli affetti vengonomessi in pubblica piazza.Premesso che sono un grande sosten<strong>it</strong>ore dei 15 minuti dinotorietà come affermava Andy Warhol, ma quello a cui hoassist<strong>it</strong>o lo trovo demenziale e a dir poco irriguardoso neiconfronti dell'essere umano.Non voglio apparire come un vecchio perbenista, perchéquesto t<strong>it</strong>olo non mi si addice, ma secondo voi è pensabile cheoggi un ragazzo o una ragazza per trovare l'anima gemelladeve ricorrere ad una trasmissione televisiva ed esseresottoposto ad un vero e proprio controllo come succede almercato della vacche?Capisco che in ognuno è forte l'idea di cambiare la propriav<strong>it</strong>a in meglio e che la televisione è il classico specchiettoper allodole, ma arrivare ad offrirsi ad un ragazzo che sedutosulla sua poltrona rossa, modello cardinalizio, esprime il suogiudizio come un Ponzio Pilato ruotando il pollice della manodestra verso l'alto o verso il basso, lo trovo di cattivo gusto esinceramente poco educativo.Non è questa la televisione che mi piace. Non sono queste letrasmissioni che aiutano a crescere un Paese.Invece ho trovato meravigliosa la fiction dedicata a DomenicoModugno. Nella sua semplic<strong>it</strong>à, Beppe Fiorello ha regalatouna interpretazione maiuscola. A tratti mi è sembrato dirivedere il Mimmo nazionale. Grande Beppe.Infine vorrei, e scusate se ne approf<strong>it</strong>to, ringraziare l'interaredazione che ha lavorato alla realizzazione del numerospeciale, andato a ruba a Sanremo e di quello che abbiamomesso online lunedì scorso con tutte le immagini del dietrole quinte del Teatro Ariston…Grazie ragazzi!


modo, con tatto. In sostanza credoche dire la propria ver<strong>it</strong>à significhi,in senso lato, saper comunicare congli altri. Ed è il miglior modo divivere.L'Ignota è una donna in continuaevoluzione, in pieno stilepirandelliano. Ha mai desideratoessere diversa?Sono soddisfatta di quella che sono,con tutte le mie sensibil<strong>it</strong>à e le miefragil<strong>it</strong>à. L'Ignota è, invece, unadonna che continua a levarsi e alevare agli altri le maschere. è allaricerca della sua ver<strong>it</strong>à, ma la ver<strong>it</strong>ànon è mai una sola: è sempre diversaa seconda di chi la guarda. Pirandellososteneva che la v<strong>it</strong>a è vento, acquae fuoco. Sono tutti elementi che siplasmano, che non hanno unaconsistenza fissa, rigida. Dalmomento che diventi crosta terrestee prendi una forma, dicevaPirandello, sei morta.La sua è un'immagine di donnaforte. C'è qualcosa che riesce adisorientarla?Con il tempo ho sviluppato unapersonal<strong>it</strong>à forte, ma sono piena difragil<strong>it</strong>à, di insicurezze, di paure.Ma chi non le ha? Ho il vantaggio diessere un'attrice e, di volta in volta,posso esternare queste venature delmio carattere facendole tirare fuoriproprio al personaggio cheinterpreto: le racconto, le rivivo neipanni di un'altra persona e quindi,in qualche modo, le esorcizzo. Poi,comunque, negli anni, ho imparatoa gestire le mie fragil<strong>it</strong>à e ho cap<strong>it</strong>oanche a chi farle vedere. In questomodo ho trasformato le mie paure inun punto di forza. Chi non hainsicurezze può essere solo unorrendo mostro sicuro di sé.Noiosissimo.Il più bel complimento che haricevuto?Quando mi dicono che sono unapersona diretta e sincera. Devo diremi fa piacere, perché mi corrisponde.E il più bel complimento che hafatto lei a chi era indirizzato?A Francesco Zecca con cui stolavorando adesso. È il regista dellospettacolo teatrale "Come tu mivuoi" ed è anche la persona con laquale vivo. Un uomo meraviglioso,pieno di grandi qual<strong>it</strong>à. Se io glidico di fare un buco nel cielo, luinon dice di no. Mi dice sempre di sì.Poi ovviamente il buco non si puòfare, ma lui non si tira mai indietro.Le piace la v<strong>it</strong>a mondana?No, mi annoia abbastanza.Sono van<strong>it</strong>osa, mi piace indossarebei vest<strong>it</strong>i, a volte anche sopra lerighe. In questi casi non vado alcinema o fare la spesa, ma attendouna serata particolare. Poi peròfinisce lì. Come mi apparecchio, misparecchio in un attimo perché misono già annoiata.Tacco a spillo o scarpa daginnastica?Sono pratica, ma mai sciatta. Magariporto fuori il cane e mi r<strong>it</strong>rovo pienadelle sue sbavature, ma indossomagari pantaloni leopardati!Che cani ha?Un bracco e un levriero afghano.Uno si chiama Arturo e l'altro Shiva.Sono davvero di grande compagnia,forse di più: sono droga pura.Sfoggia un fisico perfetto. è una diquelle donne sempre a dieta o ègolosa e fortunata?Se si riferisce ai cartelloni dellospettacolo teatrale che tappezzanoRoma, c'è stato l'intervento di unfantastico grafico che mi ha reso,come dire, statuaria.Sfido chiunque, a quarantasei anni,ad essere come in quella foto.Comunque sono molto fortunata:sono nata alta, ho una bella pelle eun bel collo. Diciamo che ho deibuoni geni che mi sono stat<strong>it</strong>ramandati dai miei gen<strong>it</strong>ori chesono bellissimi.Mio padre è morto, ma mia madre,la conoscete tutti, è stata ed è ancheoggi una donna di strep<strong>it</strong>osabellezza. Lei scrive ancora libriLucrezia Lante della Rovere eMarina Ripa di Meanadicendo: invecchierò, ma con calma.Questa è la base, poi faccio ancheun po' di attenzione, ovviamente:bevo tanta acqua e passeggio un'oracon i cani tutti i giorni. Insomma, hodelle accortezze, ma non sono unafanatica.A tavola a cosa non resiste?Al vino.Parafrasando il t<strong>it</strong>olo di un libroscr<strong>it</strong>to da sua madre, come rivede isuoi primi quarant'anni?Il bilancio è assolutamente pos<strong>it</strong>ivo.Sono molto contenta, faccioesattamente la v<strong>it</strong>a che voglio fare eche ho sempre voluto fare.Non posso lamentarmi. Sonofortunata. •6 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE7


TORNA SUOR ANGELA CON TANTE NUOVE AVVENTUREDopo il grande successo di ascolti della scorsa stagione, torna su <strong>Rai</strong>1 la fortunata serie "Che Dio ci aiuti",un originale mix di dramma, commedia e storie sentimentali. R<strong>it</strong>roveremo la "m<strong>it</strong>ica "Suor Angela alle presecon nuove avventure, tante nov<strong>it</strong>à e altrettanti nuovi ingressi. «Suor Angela - racconta Elena Sofia Ricci,volto e anima della serie - continuerà sempre a farsi i fatti degli altri, è più forte di lei. Ma le indaginipoliziesche, in questa nuova stagione, lasceranno il posto a problematiche sociali e A vicende umane checoinvolgeranno fortemente tutto il convento». Accanto alla protagonista ci sarà sempre Suor Costanza,interpretata da una straordinaria Valeria Fabrizi. Primo appuntamento giovedì 21 febbraio in prima seratasu <strong>Rai</strong>1.


«Lo conobbi nel 1963 e da alloranon ci siamo mai persi di vista».Gianni Morandi condurràil concerto dedicato all'amicoLucio Dalla, che <strong>Rai</strong>1 trasmetteràin diretta da piazza Grande aBologna il 4 marzo. «Era legatissimoalla sua c<strong>it</strong>tà - affermaMorandi -, ne conosceva ogniangolo. Girava a piedi o in bicie si fermava a parlare con tutti».Poi ne ricorda il carattere:«Aveva uno spir<strong>it</strong>o innovativo,un'infin<strong>it</strong>a voglia di sperimentare.Pensava sempre al futuro,gli piaceva conoscere gentenuova e questo lo ha aiutato ascoprire tanti talenti«di Marina CocozzaMORANDI raccontaDALLAdi festeggiarlocon la sua musica,insieme ai tanti«Cercheremoartisti che verranno arendergli omaggio. Canteremo le suecanzoni". Gianni Morandi condurrà laserata evento dedicata all'amico LucioDalla da Piazza Maggiore a Bologna. Ilconcerto, a settanta anni dalla nasc<strong>it</strong>ae a un anno dalla scomparsa dell'indimenticabilecantautore, verrà trasmessoin diretta nella prima serata di <strong>Rai</strong>1lunedì 4 marzo.Morandi, come è nata la vostra amicizia?L'ho conosciuto nel 1963 a Taormina.Lui suonava il clarinetto e non cantavaancora, mentre io avevo già incisoalcune canzoni che mi avevano resopopolare. Mi ricordo di questo ragazzobarbuto e pieno di capelli. Lui bolognesee io di Monghidoro, stesso terr<strong>it</strong>oriodi origine. Facemmo sub<strong>it</strong>o amiciziae mi inv<strong>it</strong>ò a rivederci per andareallo stadio. In quarantanove anni nonci siamo mai persi di vista.Poi anche Lucio cominciò a cantare.L'anno successivo al nostro primo incontrofu Gino Paoli a spingerlo a cantareuna canzone di Ray Charles e daquel momento non smise più.Una grande voce…E anche un grande talento. In pochianni divenne il cantautore più importanted'Italia, ma non si montò mai latesta. Per lui l'amicizia ha sempre rappresentatoun valore prior<strong>it</strong>ario: ricordoquando la mia carriera attraversò unperiodo di crisi e lui mi aiutò come unfratello. Mi volle in tournée in giro peril mondo e mi propose il disco "DallaMorandi", che ha venduto un milionedi copie. La band di Lucio era di grandequal<strong>it</strong>à, quella che poi ha dato v<strong>it</strong>a algruppo degli Stadio.Lucio Dalla è simbolo di tanti messaggipos<strong>it</strong>ivi. Ne vuole ricordarequalcuno?Penso al suo spir<strong>it</strong>o innovativo, allasua infin<strong>it</strong>a voglia di sperimentare: siè cimentato nella lirica, ha fatto regieper il teatro, ha scr<strong>it</strong>to musiche perfilm. Aveva sempre progetti, non sifermava mai. Pensava sempre al futuro.Gli piaceva conoscere gente nuovae questo lo ha portato a scoprire tant<strong>it</strong>alenti come Ron, Samuele Bersani eLuca Carboni.L'ultimo è stato Pierdavide Carone?Sì. Lo scorso anno, mentre stavo preparandol'edizione di Sanremo 2012,mi telefonò dicendomi che accettava ilmio inv<strong>it</strong>o al Festival e che avrebbe accompagnatocon la sua musica questogiovanissimo artista. Ricordo il giornodell'esibizione con emozione e grandeaffetto.Quanto era legato Dalla alla sua Bologna?Tantissimo. Quando venne a vivere aRoma, a Trastevere, dopo un po' volletornare a casa perché Bologna gli mancava.Ne conosceva tutti gli angoli,tutti i vicoli. Ab<strong>it</strong>ava praticamente apiazza Maggiore, la sua piazza Grande,quella che lo ha ispirato per una dellecanzoni più belle. Era molto orgogliosodei tanti aspetti culturali della sua c<strong>it</strong>tà:l'univers<strong>it</strong>à, la p<strong>it</strong>tura di Guido Reni.Girava a piedi o in bici e salutava tutti,si fermava a parlare con tutti.Si dice che fosse molto generoso.è vero. I barboni della c<strong>it</strong>tà erano suoiamici e, ogni anno, faceva preparareper loro il pranzo di Natale e dell'Epifania.Era una sorta di capofamiglia perquelli che la famiglia non ce l'avevano.La madre ha rappresentato una figuraimportantissima, non a caso le ha dedicatouna delle canzoni più belle…La signora Dalla Melotti ha avuto unruolo fondamentale nella v<strong>it</strong>a di Lucio.L'ho conosciuta personalmente e vi garantiscoche era un'ottima cuoca. Il suolavoro, simile a quello di una stilista dimoda, la faceva viaggiare per l'Italia eportava con sé Lucio già da piccolo.Erano legatissimi e lui le dedicò il suoprimo successo "4 marzo 1943", tral'autobiografico e l'ironico, scr<strong>it</strong>to conla poetessa bolognese Paola Pallottino.Se Morandi dovesse scegliere nel repertoriodi Dalla, quale brano metterebbeal primo posto?è difficile fare una scelta, ma mi piacemolto "Futura" perché la trovo davveroinnovativa, soprattutto se pensiamoche l'ha scr<strong>it</strong>ta negli anni Ottanta. E poi"L'anno che verrà": la cantano ancoraallo stadio "Renato Dall'Ara" alla fine diogni part<strong>it</strong>a.Quando ha visto Lucio l'ultima volta?Due giorni prima che se ne andasse.Eravamo allo stadio a vedere il Bologna.Lui mi annunciò che stava partendo perun tour europeo e allora gli proposi diraggiungerlo a Francoforte o a Berlino.Gli dissi: "Ti farò una sorpresa e magaricantiamo qualcosa insieme". Lui ne fufelicissimo e sorrise. •10 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE11


Marco CivoliIO NELLA STORIA?NON SPETTA A ME DIRLONel 2006 fu la voce di Marco Civoli a consacrare l'Italia campione del mondo a Berlino:«Se ci ripenso, mi sembra passata un'etern<strong>it</strong>à. Fu una notte particolare, in cui nessunoha dorm<strong>it</strong>o. Ricordo il viaggio di r<strong>it</strong>orno insieme a tutta la squadra <strong>Rai</strong> in pullman:indimenticabile». La sua è una presenza fissa nei programmi di <strong>Rai</strong> Sport "La DomenicaSportiva" e "Sabato Sprint": «Oggi faccio l'opinionista, ma mi mancano le telecronache».Tra i suoi maestri, Pizzul e Martellini: «Hanno fatto la storia di questo mestiere». Poiuno sguardo al prossimo Mondiale del 2014 in Brasile: «Prandelli è l'uomo giusto nelposto giusto al momento giusto»di Emilio FuccilloPochi, pochissimi telecronisti hanno nella lorocarriera la fortuna di poter raccontare la part<strong>it</strong>ache incorona la propria Nazionale campione delmondo. Tra questi fortunati Marco Civoli, la vocedegli azzurri a Germania 2006.In un certo senso lei è passato alla storia con quellatelecronaca, almeno alla storia dello sport?Qualcuno mi dice che sono entrato nella storia, ma nonspetta a me dirlo. Da quella part<strong>it</strong>a, da quel Mondiale,quando ci ripenso, mi sembra passata un'etern<strong>it</strong>à. Invecesono trascorsi appena sei anni e mezzo. Certo è stata unanotte particolare, una notte in cui nessuno ha dorm<strong>it</strong>o.Ricordo il viaggio di r<strong>it</strong>orno insieme a tutta la squadra <strong>Rai</strong>,siamo tornati in pullman nel nostro r<strong>it</strong>iro che era a centinaiadi chilometri da Berlino, un viaggio indimenticabile.Sei anni in cui professionalmente è per lei cambiato molto.Oggi è impegnato con "Sabato Sprint" e una trasmissioneche si può a pieno t<strong>it</strong>olo definire storica come "La DomenicaSportiva"?"La Domenica Sportiva" è un programma nato nel 1954,praticamente insieme alla televisione, ed è una trasmissionein cui mi diverto molto, grazie anche al cast veramenteaffiatato. Oltre alla sintesi del posticipo faccio, come va dimoda dire oggi, l'opinionista. "Sabato Sprint" è una sortadi piccola domenica sportiva.Le mancano le telecronache?Sarei un ipocr<strong>it</strong>a se dicessi di no.Certo mi mancano, ma ora faccioaltro e in ventiquattro anni di <strong>Rai</strong>ho fatto praticamente di tutto equesto per me è motivo diorgoglio.Quali sono stati i suoi maestri oi suoi modelli?Sono cresciuto al fianco di BrunoPizzul. Una grande voce e uncollega splendido, uno deimigliori tra quelli incontratinella mia v<strong>it</strong>a. Ho segu<strong>it</strong>o i suoiconsigli, ma lui rimaneinim<strong>it</strong>abile. Ecco, lui e NandoMartellini, sono quelli chehanno fatto la storia di questosport e di questo mestiere.E un suo erede?Non dovete chiederlo a me. Orasono un caporedattore, anchese mi sento sempre untelecronista. Ho tanti bravicolleghi, giovani e menogiovani. La scuola <strong>Rai</strong> rimanesempre la migliore.Tra un anno i Mondiali, gliAzzurri sono pronti?Prandelli è l'uomo giusto nelposto giusto al momento giusto.Balotelli, El Shaarawi, Verratti,possiamo fare un grandeMondiale. Nel 2010 la sensazioneera quella di un'armataBrancaleone, anche sedifendevamo il t<strong>it</strong>olo conquistatoquattro anni prima: troppecongiunture negative. Quellabrasiliana è invece un'avventurainiziata bene che può finiremeglio…Il calcio è stretto oggi tra milleproblemi, a partire dal calcioscommesse. Sotto la lente deigiudici molte part<strong>it</strong>e ancheeuropee?Una piaga che non vorrei siallargasse. Dietro ci sono dellevere e proprie multinazionali delcrimine. Bisogna fare chiarezza.Credo che il calcio <strong>it</strong>aliano abbiagià pagato, anche perché,conoscendo l'ambiente, possodire che la maggior parte deigrandi calciatori sono onesti.Rischia però di diventare come ildoping nel ciclismo, cioè unproblema di ogni giorno.E poi il razzismo. Come dovrebbecomportarsi il telecronista difronte a questi episodi?Deve raccontare quello che vedee sente, senza strumentalizzare.Ogni tanto è cap<strong>it</strong>ato chequalcuno passasse sopra magaria qualche coro.è giusto lasciare il campo inpresenza di episodi di razzismoo di insulti a sfondo razziale?Ci sono delle regole che devonoessere rispettate, e applicate.Lo stesso Platini ha sottolineatol'importanza delle regole.Certo, i calciatori devono darel'esempio e da loro devonoarrivare dei segnali. è unproblema legato anche alcosiddetto "tifo contro".Quando le tifoserie smetterannodi tifare contro gli avversari etiferanno solo per inc<strong>it</strong>are lapropria squadra sarà una dellepagine più belle per il calcio.Veniamo alla stretta attual<strong>it</strong>à.Chi vince lo scudetto?Ad oggi, 4 febbraio (datadell'intervista ndr), miraccomando specificalo, al 60%la Juve e al 40% il Napoli. Anzino 55% Juve, 40% Napoli e 5%Milan.E la Lazio? Nessuna chance perla squadra di Lot<strong>it</strong>o?La Lazio è una squadra quadrata,ma non credo possa aspirare alt<strong>it</strong>olo. Arriverà forse terza oquarta, non seconda.In casa Roma, Zeman è statoappena esonerato…Tutti a parole, a iniziocampionato, avrebbero voluto ilboemo che ha fatto benissimoanche a Pescara lo scorso anno.Ma poi, alla prova dei fatti, nonva bene e non andava bene perla Roma.Non era più il suo tempo o igiallorossi si sono illusi.Guardando la Roma di Zeman, hosempre pensato che fosseperfetta da vedere per chi ama ilcalcio: divertente,imprevedibile, ma terribile perchi per la Roma tifa.•16 TV RADIOCORRIERE17


icomincia daDopo tre anni di assenzadalle scene, Ramazzotti èstato recentemente protagonistasu <strong>Rai</strong>2 di unlive che prende il nomedal suo ultimo album: unprezioso documento dimusica e immagini che haconquistato, ancora unavolta, i suoi fans.Sul palco anche l'attoreGiancarlo Giannini, vocerec<strong>it</strong>ante nel brano "Iosono te"Eros Ramazzotti è tornato su <strong>Rai</strong>2 il 21 febbraio in seconda serata con l'esclusivo concerto "Noi",che prende il nome dal suo nuovo album presentato, lo scorso novembre, in anteprima mondialenegli studios di Cinec<strong>it</strong>tà a Roma. Un prezioso documento, in musica e immagini, del r<strong>it</strong>orno discograficoe live dell'artista dopo tre anni di assenza dalle scene. Ad applaudirlo, tanti fans arrivatida ogni parte del mondo e amici anche d'infanzia. Nell'insol<strong>it</strong>a scenografia della Roma Antica riprodottanegli studi di Cinec<strong>it</strong>tà, Ramazzotti ha dato v<strong>it</strong>a ad un'esibizione ricca di emozioni, tra brani che sonoentrati nella memoria collettiva come "Adesso tu", "Stella gemella", "Più bella cosa", "Una storia importante"e le canzoni contenute nel nuovo album "Noi", già doppio disco di platino in Italia che ha vendutooltre 500 mila copie in tutto il mondo in soli due mesi. Dal primo singolo "Un angelo disteso al sole", a"Questa nostra stagione", "Abbracciami", "Infin<strong>it</strong>amente", il brano che l'artista ha dedicato agli amici Alexe Giò, "Una tempesta di stelle", dedicata a sua figlia Raffaela Maria, fino a "Polaroid", un omaggio allastessa Cinec<strong>it</strong>tà, il quartiere in cui è cresciuto e che gli ha insegnato a inseguire, con tenacia e passione,i suoi sogni. Uno show coinvolgente, che ha visto osp<strong>it</strong>e sul palco anche Giancarlo Giannini: l'attore è lavoce rec<strong>it</strong>ante nel brano "Io sono te". •20www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>


FABRI FIBRAIL MIO STILE DI VITAA TEMPO DI RAP«Per i testi scelgo quasi esclusivamente termini in <strong>it</strong>aliano inmodo che tutti possano capire le parole. Non uso neppure loslang per far arrivare le rime a quante più persone possibile».Fabri Fibra, dal 18 febbraio, conduce su Radio2 il suo nuovoprogramma "Guerra e Pace". Dieci strisce quotidiane cheprendono il nome dall'ultimo album del rapper. L'obiettivo è diraccontare agli ascoltatori aneddoti e ricordi personali, che siintrecciano con la sua evoluzione artistica e umana.«La bellezza del rap è quella di non lasciare mai che una moda ti passidavanti senza coglierne degli aspetti, acquisirne dettagli. Quandofai rap tutto quello che ti succede intorno finisce nei tuoi testi eanche nella tua musica». Così Fabri Fibra parla dell'atmosfera chefa da sfondo al suo nuovo programma su Radio2 "Guerra e pace", dieci striscequotidiane di un quarto d'ora che accompagnano l'usc<strong>it</strong>a del suo ultimo album,nelle quali il rapper di Senigallia racconta i suoi sentimenti più intimi, come nascela sua musica, la scr<strong>it</strong>tura dei suoi testi. In onda dal 18 febbraio, dal lunedì alvenerdì, alle 16.00. Una narrazione ricca di aneddoti e ricordi personali che siintrecciano con l'evoluzione artistica e umana di Fibra: dall'ascolto di Neffa e delsuo "socio" Deda negli anni Novanta ai film in bianco e nero di Risi, Fellini eMonicelli, che hanno contribu<strong>it</strong>o ad ispirare il suo album "Guerra e pace", dallalettura di Tolstoj a quella di Paolo Giordano. «La sol<strong>it</strong>udine dei numeri uno è statala mia reinterpretazione - dice Fibra - e quando parlo con i giornalisti spesso mirendo conto che il rap in sé ha un'immagine di musica di protesta. Quando, invecepotrebbero essere canzoni in cui si descrive semplicemente una c<strong>it</strong>tà, una personao uno stato d'animo, la protesta non è necessaria soprattutto se la partestrumentale non comunica violenza nella musica, ma qualcosa di più riflessivo».Fibra racconta a Radio2 "rime e pensieri scr<strong>it</strong>ti in pace e in guerra con se stesso",in modo immediato, senza mediazioni, proprio come avviene con la sua musica.«Nei miei testi - afferma - uso quasi esclusivamente termini in <strong>it</strong>aliano perché tuttipossano capire le parole, non uso neppure lo slang per fare in modo che le rimearrivino a quante più persone possibile». L'immagine che più gli piace è quella delprincipe Andrej, uno dei protagonisti del grande romanzo di Tolstoj, che fer<strong>it</strong>o sulcampo di battaglia riflette sul valore della felic<strong>it</strong>à, della v<strong>it</strong>a stessa: «Ho volutoriportare in rima la necess<strong>it</strong>à di far valere le proprie virtù, l'ho trovato unmessaggio molto forte per le nuove generazioni e anche per quegli adulti cheascoltano la mia musica». Il programma sarà disponibile in podcast sul s<strong>it</strong>oRadio2.<strong>Rai</strong>.<strong>it</strong> (Mari.Co.) •


SIAMO FIGLIDIcapac<strong>it</strong>à di difendere bellezza eintegr<strong>it</strong>à dei beni paesaggistici,rappresentano il valore aggiuntodi un ciclo che vede nella CentraleMontemartini, sede aggiuntivadei Musei Cap<strong>it</strong>olini, dove le statueantiche sono collocate in uncontesto di archeologia industriale,lo sfondo perfetto per rappresentareal meglio un messaggio,quello della cultura classica, chepuò ancora parlare al nostro presente.Settis, aiutato da immaginiche accompagnano il racconto,evidenzia la capac<strong>it</strong>à del "classico"di evolversi e mutare neltempo, contraddicendo i concettistatici e immobili che, per lungotempo, lo avevano caratterizzato.Strumenti di approfondimentoed evoluzione di questo <strong>it</strong>inerariosono testimonianze e repertidisponibili nel Rinascimento,ampliati poi dalle scoperte delSettecento e successivamente dascavi e r<strong>it</strong>rovamenti dall'Ottocentoad oggi. • (Mari.Co.)UNA GRANDE CIVILTàLE "SEI LEZIONI DI SALVATORE SETTIS""Sei lezioni di Salvatore Settis - L'arte classica tra passato e futuro".Uno tra i nomi più alti della cultura <strong>it</strong>aliana è anche l'autoredel nuovo programma di <strong>Rai</strong> Educational, in sei puntate dal 2marzo al 6 aprile ogni sabato pomeriggio su <strong>Rai</strong> Storia. Settispropone un interessante percorso che vede protagonista la culturaclassica: «L'obiettivo è far comprendere che tra la cultura grecae quella contemporanea esiste una continu<strong>it</strong>à e che per capireil nostro presente è necessaria la conoscenza del passato».«Ci portiamo la Greciain testa, soprattuttoperché siamo figlidi questa civiltà».Lo afferma Salvatore Settis, unodei massimi studiosi di archeologia,autore del nuovo programmadi <strong>Rai</strong> Educational "Sei lezioni diSalvatore Settis - L'arte classicatra passato e futuro". «Questa trasmissione- spiega lo studioso - sicollega al mio libro "Futuro delclassico" ed<strong>it</strong>o da Einaudi, tradottoin dodici lingue». In tuttosei puntate in onda dal 2 marzoal 6 aprile ogni sabato alle 18.00su <strong>Rai</strong> Storia e, in replica, il venerdìdall'8 marzo all'1.10 su <strong>Rai</strong>3.«Le puntate si articolano lungo ununico filo conduttore. Ciascuna -afferma Settis - ha la propria indipendenza,ma tutte sono collegatetra loro. L'ultima rappresenta ilculmine di un percorso. L'obiettivoè far comprendere che tra lacultura greca e quella contemporaneaesiste una continu<strong>it</strong>à e cheper capire il nostro presente è necessariala conoscenza del passato».Un percorso che vede prota-gonista la cultura classica che simisura con quella tecnologica, latrasformazione di templi pagani inchiese cristiane come meccanismodi sopravvivenza delle arch<strong>it</strong>ettureantiche e infine un nuovo sguardoalle statue della Grecia classica,riscoperte oggi come coloratee brillanti, contro una tradizioneche le vuole bianche e fredde.Ad accompagnare i telespettatoriin questo particolare approfondimentoè l'esperienza di Settis,già direttore della"Normale" di Pisae nome tra i piùalti del panoramaculturale <strong>it</strong>aliano:un'opportun<strong>it</strong>à perscoprire le attrattivee le potenzial<strong>it</strong>àancora nascostenell'arte classica,ma anche per capireal meglio l'affascinantemondodella cultura greca.«Mi occupo di temi- precisa lo studioso- che riguardanola tutela del patrimonio culturalee non si può prescindere dal rapportotra cultura contemporaneae il senso della storia e della memoriache ci portiamo dietro». Siparte dalle origini per arrivare finoalle numerose occasioni di riscopertae recupero che, nel corso deisecoli, sono state proposte. Unvero e proprio viaggio nel qualelo studioso aiuta a scoprire il concettodi "classico". La sua competenzadi arte antica, insieme allaSalvatore SettisTRACCE DI CLASSICISMO INTORNO A NOI - 2 marzoNella prima lezione vengono esaminate le tracce della presenza di temi greci e romani in regioni assai lontane, oltre adelementi dell'arch<strong>it</strong>ettura greca che fanno parte del lessico progettuale di edifici e monumenti a Berlino, a Londra, inAmerica (basti pensare alla Casa Bianca) e addir<strong>it</strong>tura in Giappone. Ispirazioni basilari per la formazione di arch<strong>it</strong>etti delNovecento come Le Corbusier o Loos.RISCOPERTA DELL'ARTE GRECA DAL SETTECENTO AL NOVECENTO - 9 marzoFino al Settecento l'arte classica veniva vista come un blocco unico in cui greci e romani non si distinguevano. Lo stessoGrand Tour finiva a Napoli, più raramente in Sicilia. Paestum non era stata ancora scoperta e i viaggi nella Grecia ottomanaquasi impossibili. Con il passare del tempo è emersa una grec<strong>it</strong>à diversa, un ordine dorico ad Atene differente da quello de<strong>it</strong>empli di Selinunte. Questo ha dato il via a una serie di ipotesi e di punti di vista, a volte campanilistici, sulla maggiore ominore "autentic<strong>it</strong>à" dei romani rispetto ai greci e viceversa. Un dibatt<strong>it</strong>o destinato a durare nel tempo anche per la suainfluenza in campo morale e pol<strong>it</strong>ico.ARTE CLASSICA, LIBERTà, RIVOLUZIONI: LA LEZIONE DI WINCKELMANN - 16 marzoWinckelmann è stato un grandissimo personaggio del Settecento. Bibliotecario in Germania, poi alla corte pontificia, antiquariodel papa, ha cambiato la visione della storia dell'arte antica in modo radicale costruendo una storia dell'arte basatasulla sua conoscenza dei reperti che man mano venivano r<strong>it</strong>rovati. Mettendoli a confronto con i testi classici, elaborò unmodello quasi "biologico" dell'arte greca, che ne assimila lo sviluppo a quello di una v<strong>it</strong>a umana e vede la sua fase finale,la vecchiaia, nell'arte romana.DALLE ROVINE AL MUSEO: L'ARTE CLASSICA RISORGE NEL RINASCIMENTO - 23 marzoOggi troviamo l'arte classica nei musei, ma i nostri musei pubblici nascono come evoluzioni delle collezioni dei sovrani. Leraccolte private, di Papi o nobili che per proprio piacere acquistavano marmi o bronzi e le mostravano a ristrette cerchie diamici, furono una "nov<strong>it</strong>à" culturale del Rinascimento. Fu vis<strong>it</strong>ando queste collezioni, anche quelle in piccole case private,che gli artisti cominciarono ad interessarsi all'antico, prendendo a modello gesti, schemi rappresentativi, posizioni cheprovengono dagli antichi, e seppero farle proprie. Il gesto di dolore di una figura dei sarcofagi con la "Morte di Meleagro"viene ripreso tale e quale da Nicola Pisano e il braccio inerte di Meleagro morto diventa un paradigma per "illustrare" lamorte che r<strong>it</strong>roviamo in Raffaello e poi in Caravaggio e poi nel Marat di David. La gestual<strong>it</strong>à antica giunge così dai sarcofagiriutilizzati nelle chiese medioevali fino a Picasso e a Guttuso.PERCHè I GRECI HANNO INVENTATO L'IDEA DI "CLASSICO" - 30 marzoIl temine "classicus" in latino è legato alla parola "classis", che voleva dire classe anche nel senso di classe di contribuenti.Classicus era il contribuente che pagava di più, quello che pagava più tasse e, come tale, il più prezioso, il più importante.E i greci, avevano una loro classic<strong>it</strong>à? Guardavano verso il passato in qualche modo? All'epoca della polis il popolo grecopensava al futuro e in parte al presente. Solo con il declino dell'indipendenza, con la sudd<strong>it</strong>anza a imperi come quellomacedone e poi quello romano si comincia a guardare al passato con nostalgia, ma anche come a un depos<strong>it</strong>o perpetuodi idee ed energie per il futuro.L'ARTE CLASSICA, L'EUROPA E LE ALTRE CULTURE - 6 aprile"L'arte greca ci obbliga a una costante ginnastica spir<strong>it</strong>uale, perché dobbiamo pensarla guardando all'arte moderna. Nell'unae nell'altra, nell'arte greca come nell'arte moderna, vediamo un gusto per gli slanci istintivi e per la regola. Un'audaciadell'invenzione e un attaccamento alla passione che sono, anche nell'arte greca, del più puro e incontestabile spir<strong>it</strong>omoderno".24 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE25


UN "TAVOLO" PER OTTIMIZZARE LE RISORSE"Prevediamo tra poco sei puntate sulla storia della lirica prendendo in esamei temi principali delle opere: amore, morte, tradimento". Francesca Neslerè l'autrice de "La Musica di <strong>Rai</strong>3", una trasmissione per intend<strong>it</strong>ori: "Puressendo un programma di "nicchia" anche per l'ora di diffusione, cerchiamodi trasmettere ai telespettatori l'emozione che c'è in teatro. Cerchiamo diraccontare un po' di più cosa succede nell'orchestra. è un grande lavoro peravvicinare bambini e giovani alla musica, coinvolgendoli"Un cartellone di tuttorispetto nel biglietto davis<strong>it</strong>a de "La Musica di<strong>Rai</strong>3". Il prossimoappuntamento è per il 28 febbraiodal Teatro alla Scala di Milano conla Filarmonica della Scala direttadal maestro Myung Chung, chepropone la sinfonia n. 4 in miminore di Johannes Brahms. Riccadi spunti melodici e curata in ognisingolo timbro orchestrale è unadelle opere più complesse diBrahms ed è da molti consideratauno dei suoi più grandi capolavori.Francesca Nesler è l'autrice delprogramma in onda su <strong>Rai</strong>3 ilgiovedì all'1.40.Da regista ad autrice. Ci raccontacome è andata?Facevo la regista dei concerti edelle opere per la "Musica di <strong>Rai</strong>3"e "Prima della Prima". Quandol'ideatrice del programma NinìPerno nel 2009 andò in pensione,sono subentrata a lei. Ilcapostruttura di allora scelse me,che ero la più giovane, con lavolontà di rendere il prodotto piùtelevisivo.In onda da quasi quindici anni.Come lo spiega?di Lucilla Perelli RizzoDa quindici anni sulla breccia nelrapporto con le grandi orchestre ei grandi teatri per svolgere quelruolo da vero servizio pubblicocon la produzione di concerti edopere liriche, disponendo di unbudget "protetto" per la musicaseria. La musica in fondo è neldna degli <strong>it</strong>aliani.Noi, pur essendo un programma di"nicchia" nel genere ed anchenell'ora di diffusione, cerchiamodi trasmettere al telespettatorel'emozione che c'è in teatro.Qualcuno ha detto costoso peressere di "nicchia"Quella è la strana sorte contro cuidobbiamo combattere percontinuare a nutrire quel dnamusicale che ci ha distinti nelmondo. Stiamo lavorando su piùfronti: cerchiamo di raccontare unpo' di più cosa succedenell'orchestra. è un grande lavoroper avvicinare bambini e giovanialla musica, coinvolgendoli. Poiabbiamo rinnovato e proseguiremoa rinnovare sempre più le modal<strong>it</strong>àdi ripresa. Inoltre, all'interno delprogramma, trovano spazio deglispeciali sui Festival di musica checi consentono di documentarel'offerta musicale sul terr<strong>it</strong>orionazionale. I cicli di "SostieneBollani" sono un altro tentativoper approcciare il repertorioclassico al maggior numero dipersone, un modo per apprezzareil Bolero di Ravel senza frac.Altro grande tentativo è quellodella diretta: stiamo cercando d<strong>it</strong>rasmettere in questo modo ilnovanta per cento dellaproduzione. Infine, amplifichiamoalla grande i posti a sedere ne<strong>it</strong>eatri.Quindici anni, buoni ascolti, ma"alla grande" non è esagerato?Per quante repliche ci siano state,di un concerto o di un opera, ne<strong>it</strong>eatri avranno trovato spazio almassimo diecimila spettatori.Noi con la trasmissione, i dvd, ilmicrocircu<strong>it</strong>o di salecinematografiche in tutto ilmondo, riusciamo a raggiungerenon meno di trecentomilapersone. Inoltre c'è il nostro s<strong>it</strong>ointernet che propone concerti inversione integrale, interviste,speciali, approfondimenti, blog ecurios<strong>it</strong>à. Uno spazio virtuale pergli appassionati di musica in gradodi avvicinare anche un pubblicodiverso.C'è qualcosa di nuovo in arrivo?Prevediamo tra poco sei puntatesulla storia della lirica prendendoin esame i temi principali delleopere: amore, morte, tradimento.A condurle avremo un personaggiospeciale, che non rivelo, in gradodi avvicinare i giovani e farriscoprire quel dna <strong>it</strong>aliano chedimora proprio nel melodramma.Grande attenzione alla"produzione" dell'Orchestra <strong>Rai</strong>.Oltre a questo saremo impegnatisul campo per le riprese de"L'olandese volante" a Bologna edella "Traviata" per l'apertura delprossimo 7 dicembre alla Scala diMilano. Tutto realizzato in casa<strong>Rai</strong>.A propos<strong>it</strong>o di orchestra <strong>Rai</strong> conloro il rapporto è "privilegiato"?è un rapporto rodato nel tempoper questo i musicisti, tutti, sonopiù disponibili a mettersi in giocoe ad accettare qualche piccolocompromesso, come la presenzadelle luci o l'ubicazione, utile alleriprese.L'approccio con i giovani comeva?Stiamo seguendo anche molto igiovani perché la gente èaffascinata dal talento e, quandoc'è, lo riconosce.Si crea una sorta di magia,d'incanto, un'attrazionestraordinaria tra interpreti espettatori. Ad esempio c'è ungiovane talento, già direttore aventicinque anni.Si chiama Battistoni ed è statauna grande emozione vederlodirigere alla Scala. I giovani ci"cliccano" e sono in aumento. Iprezzi dei biglietti, anche quellipopolari, non sono bassissimi, maper fortuna c'è il nostro s<strong>it</strong>o.La cosa bella è vedere che alcuni diloro che si approcciano allaclassica ascoltano anche altro e siaprono alla musica a tutto tondo.Certo, l'orario di messa in onda èun po' penalizzante…Sicuramente si, ma stiamoprovando ad avere uno spazio per iconcerti del mattino,possibilmente nel fine settimana.Cosa può fare la <strong>Rai</strong> per la musica?Molto. E la musica può fare moltoper la <strong>Rai</strong>. Deve diventare il veicolodi questa nuova <strong>Rai</strong>, parlare aigiovani e proporre contenuti conil loro linguaggio. Se ci si credenel prodotto, questo si ripagaanche nella percezione che ilpubblico ha del lavoro della <strong>Rai</strong>.Molte dirette che <strong>Rai</strong>5 trasmettesono una vostra produzione.Come va questa collaborazione?Queste dirette hanno dimostratoche la collaborazione è unagrande risorsa. La sinergiaaziendale paga e crea prospettivedi cresc<strong>it</strong>a. Per esempio laproduzione per il microcinemacrea anche risorse per le reti.Coordinare e ottimizzare tutti glisforzi produttivi è una stradavincente. Da un paio d'anni tuttele persone che in <strong>Rai</strong> si occupanodi diffondere la "buona musica"si sono autoconvocate per un"tavolo della musica" dove ci siconfronta per ottimizzare almeglio tutte le risorse, Milano,Torino. è un team "tecnico, unasquadra vera.Chi comanda a quel tavolo?è un tavolo di confronto, dicollaborazione, però speriamo diaver trovato un vero cap<strong>it</strong>ano nelDirettore Generale Gub<strong>it</strong>osi.A giorni ha convocato il "nostrotavolo" ed è la prima volta chesuccede, la prima in assoluto. Unbel segnale.Peggior difetto e miglior pregiodi Francesca NeslerSono forse la stessa cosa perchémetto una passione sconfinata inquello che faccio e allora vadosulle cose "a muso duro". •Francesca Nesler26 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE27


METIS DI MEOBASTA UN PO' DIBUON SENSOMetis Di Meo torna in conduzione con ilnuovo programma domenicale di <strong>Rai</strong>5"Lezioni di Bon Ton", di cui è ancheautrice. è convinta che le buone manierepossano semplificare molto la v<strong>it</strong>a:«Spesso le difficoltà dipendono più dalmodo di porsi che dai reali problemi concui ci si deve confrontare. E questo valeun po' per tutti gli amb<strong>it</strong>i, a cominciaredalla famiglia». Le regole del Galateo sonofondamentali sul lavoro: «è importante- spiega - presentarsi nel modo giusto erapportarsi nella giusta maniera con isuperiori e i sottoposti»di Paolo CairoliPensavate che il Galateo fosse un libropolveroso, pieno di regole inutili edemodé? Non lo è affatto, come dimostranole "Lezioni di Bon Ton" in onda la domenicasera su <strong>Rai</strong>5, alle 20.45 dal 24 febbraio. Il nuovoprogramma fornisce tutte le istruzioni per capire illinguaggio corporeo e saper gestire le proprieemozioni, per conoscere i codici di comportamentoe sentirsi padroni di sé in ogni circostanza. Unviaggio divertente all'insegna del galateo moderno,attraverso i consigli degli esperti e i segreti svelatidai tutor, perché conoscere l'arte delle buonemaniere può essere l'arma vincente per affrontarecon stile ogni s<strong>it</strong>uazione. Metis Di Meo, oltre checonduttrice, è anche autrice di "Lezioni di BonTon".Come nasce l'idea del programma?Da una vera e propria necess<strong>it</strong>à, quella di trovareuno stile di v<strong>it</strong>a adatto alla società moderna. Perquesto mi sono rifatta a un'idea apparentementeretrò come quella del bon ton, ma che in realtà èattualissima. Perché oggi più che mai è importantetrovare il modo giusto di porsi e di relazionarsi conil prossimo.Quali sono gli amb<strong>it</strong>i della nostra v<strong>it</strong>a che più necess<strong>it</strong>ano di buone maniere?Spesso le difficoltà dipendono più dal modo di porsi che dai reali problemi con cuici si deve confrontare. E questo vale un po' per tutti gli amb<strong>it</strong>i: la v<strong>it</strong>a in famiglia,il lavoro, la coppia, l'educazione stradale, lo svago, lo shopping. E poi ci sono leoccasioni importanti: i matrimoni, le feste, i regali. Le buone maniere possonosemplificare molto la v<strong>it</strong>a.Il "Galateo" di Monsignor Giovanni Della Casa continua a essere un riferimento?Sì, perché già nel XVI secolo quello che si cercava era un'etichetta, un'indicazioneche permettesse di non sentirsi in soggezione o imbarazzo in nessuna s<strong>it</strong>uazione.Che è esattamente lo scopo del programma.Le regole del bon ton nascono quindi da una riflessione psicologica?Si, e infatti una parte del programma è dedicataall'analisi del linguaggio corporeo, dellacomunicazione non verbale. Ci siamo addentratipoi nel mondo del folclore e delle tradizioni, cheprevedono tutta una serie di regole e indicazioniparticolari. Abbiamo considerato addir<strong>it</strong>tura ilsenso di alcune superstizioni.Quali obiettivi vi proponete?Il programma in genere prende spunto da s<strong>it</strong>uazioniche si verificano nella v<strong>it</strong>a di tutti i giorni, non acaso abbiamo voluto iniziare con il lavoro, cheoccupa una grossa fetta delle nostre giornate. Lariflessione parte dal giusto modo di presentarsi, discrivere un curriculum, per spingersi fino alrapporto con il proprio capo, o con i sottoposti. Unvero corso di "business etiquette".Vi occupate anche dei social network?Certo, sono il soggetto principale di quella cheviene defin<strong>it</strong>a "Netiquette". Quella dei socialnetwork è una social<strong>it</strong>à a parte, nuova, un po'tutta da creare. Non esistono regole ferree e vannocostru<strong>it</strong>e. In generale il problema dell'immagineche rest<strong>it</strong>uisce di noi il web è piuttosto delicato,occorre fare molta attenzione. Il garbo e il bon tonsono essenziali.Vi siete avvalsi della consulenza di specialisti?Abbiamo coinvolto esperti internazionali dietichetta e galateo, Nicola Santini e Tommaso DeMottoni y Palacios, che sono la colonna portantedel programma. Ci siamo anche rivolti a profondiconosc<strong>it</strong>ori di mondi specifici che abbiamo volutoaffrontare di volta in volta, come ad esempioquello musulmano o indiano. Senza tralasciare letradizioni gastronomiche e nutrizionali, cheaffrontiamo in ogni puntata con Gianluca Mech.Che differenza c'è tra buon senso e bon ton?Il bon ton è il buon senso, ma con l'aggiunta di un pizzico di stile e "savoir faire".Perché si può essere semplicemente educati o educati con stile.Lei ha lavorato in un programma per ragazzi come "Social King", trasmesso da<strong>Rai</strong>2 e <strong>Rai</strong> Gulp. Cosa porta di quest'esperienza nel suo nuovo programma?"Lezioni di Bon Ton" ha un taglio lieve e divertente, usa un linguaggio giovane,una fotografia luminosa e una grafica dai colori pastello. Io ho cercato di giocaresul filo dell'ironia, e anche dell'autoironia. La mia esperienza con la tv dei ragazziè stata fondamentale: anche in questo programma scherzo, gioco, uso la mimicafacciale. Il mio intento è quello di insegnare qualcosa divertendo e stimolando lacurios<strong>it</strong>à. •da domenica 24 febbraio alle 20.4528 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE29


UNA SPERANZATUTTA DA INVENTARERoberto Andò firma la regia di "Viva la libertà", una commedia brillantecon tanti riferimenti alla pol<strong>it</strong>ica attuale, tratta dal suo romanzo "Iltrono vuoto". Un bravissimo Toni Servillo interpreta il doppio ruolo diun pol<strong>it</strong>ico che decide di sparire dopo un'ennesima contestazione e delsuo gemello affetto da depressione bipolare. Imprevedibilmente, saràproprio quest'ultimo a far r<strong>it</strong>ornare le speranze tra i delusi convintoche occorre "liberare il Paese dalla paura". Andò aggiunge: «Un Paeseche non è rassegnato, sta solo cercando una strada, un'ident<strong>it</strong>à checorrisponde al gemello del film. Un'idea che mi piace tanto»di Betty GiulianiPassione e speranza sonole parole chiave di "Viva lalibertà" di Roberto Andò,una commedia brillantecon tanti richiami alla pol<strong>it</strong>ica<strong>it</strong>aliana di oggi, interpretata daToni Servillo in uno straordinariodoppio ruolo. Il film è tratto dalromanzo dello stesso regista "Iltrono vuoto". "La vergogna tiparalizzerà, te ne devi andare.L'opposizione è morta e la colpa ètua", gridano i contestatoriall'indirizzo di Enrico Olivieri, ilsegretario del principale part<strong>it</strong>od'opposizione, alla vigilia di unconvegno della sinistra europea. Elui si dilegua in silenzio,rifugiandosi all'estero da unavecchia amica (Bruni Tedeschi),mentre il suo fedele e ligio factotumAndrea Bottini (Mastandrea) cercadisperatamente di rintracciarlo.Nessuno sa dove sia, neppure lamoglie (Cescon), che affermarassegnata: "un uomo pol<strong>it</strong>ico nonha amici". Bottini, disperato,chiede aiuto al gemellodell'onorevole, un filosofo geniale,affetto da turbe psichiche, appenausc<strong>it</strong>o da una clinica psichiatrica.«Stai mettendo il part<strong>it</strong>o nellemani di un pazzo», si preoccupa lamoglie del leader, che accetta diosp<strong>it</strong>are il cognato in casa perrendere ancor più credibilel'inganno. «Sì, ma ha metodo, èsimpatico», si schermisce Bottini.A un avversario pol<strong>it</strong>ico chesostiene «questo è un paesemarcio, che fa paura», il sosiareplica di voler «liberare la gentedalla paura». E avrà presto ragione.Il gradimento del part<strong>it</strong>o risaliràvertiginosamente: persino ilpresidente della Repubblica cadrànell'inganno, restando affascinatodal "nuovo corso" imboccato dalsuo vecchio amico, che giocheràcon lui a nascondino nelle austeresale del Quirinale e "ammorbidirà"la cancelliera tedesca con unvoluttuoso tango. Tutti siconvincono che la musica stiacambiando. «Sta succedendoqualcosa di grande - dicono i suoi -.Stavolta vinciamo».Roberto Andò, lei sostiene che ilfilm è un atto di speranza.Corrisponde, come il romanzo, aldesiderio di immaginare qualcosache sulla scena pol<strong>it</strong>ica non c'è.L'elettorato ha nelle mani lapropria coscienza, non sonopessimista, il Paese non èrassegnato, sta cercando unastrada, un'ident<strong>it</strong>à che corrispondeal gemello del film, un'idea che mipiace tanto. Quando la speranzanon c'è, bisogna inventarla.Per questo ha scelto il tono dellacommedia brillante?Una storia senza lamentele, con unpersonaggio che arrivaall'improvviso col vento delcambiamento e un finale ambiguorappresntano un meccanismo cheha una sua leggerezza.Come mai ha scelto Toni Servillo?Cercavo un attore che desseconsistenza a questa immaginedoppia e ho sub<strong>it</strong>o pensato a Toni.Non avrei fatto il film senza di lui:ha nel volto qualcosa di concreto edi molto ipotetico, proiettaqualcosa che non c'è, come ilpensiero che il suo personaggioimpersona.Cos'è cambiato in pol<strong>it</strong>ica daquando ha scr<strong>it</strong>to il libro?Il clima è lo stesso: diciamo tanteparole cr<strong>it</strong>iche, la speranza èsoffocata dalla stanchezza, il Paeseè luogo di predatori. Ti chiedi comesia possibile che tutto questoaccada in Europa.A chi ha pensato creando questopol<strong>it</strong>ico-filosofo?È un intellettuale eccentrico chenon ha riferimenti con la realtà.Ogni pol<strong>it</strong>ico porta dentro unapiccola storia romanzesca, comespesso è la pol<strong>it</strong>ica.In scena campeggia un poster diEnrico Berlinguer…Berlinguer, come Moro, ha vissutomomenti difficili alla fine, isolatonel suo part<strong>it</strong>o. Io scommetto sulfuturo: stiamo scavalcando unmomento difficile, insidioso e lui èuna sorta di talismano.C'è anche Fellini che attacca leinterruzioni pubblic<strong>it</strong>arie nei filmin tv.Aveva cap<strong>it</strong>o che facevano franarequalcosa di prezioso, le sue paroleraccordano la cultura e la pol<strong>it</strong>ica,che deve ripartire proprio dallacultura per r<strong>it</strong>rovare i propri dei.Il film esce alla vigilia delleelezioni. Aiuterà la sinistra nelvoto?Il comizio finale del candidato èispirato alla poesia di Brecht "A chies<strong>it</strong>a", mette la pol<strong>it</strong>ica nelle manidei c<strong>it</strong>tadini dicendo:«Non aspettarti nessuna rispostaoltre la tua». Rest<strong>it</strong>uisce la pol<strong>it</strong>icaalla loro anima, senza esseredelegata a una figura carismatica.Per questo non si puòstrumentalizzare. Certo, il film sicolloca pol<strong>it</strong>icamente, ma se neappropri chi se ne vuoleappropriare. •30 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE31


TONI SERVIILO«I MIEI DUE GEMELLI, OCCASIONE GHIOTTA»un attore che fa teatro l'occasione diinterpretare due gemelli è ghiotta,applicata alla pol<strong>it</strong>ica moltiplica le«Persorprese. Il fascino della sceneggiaturaera raccontare una pol<strong>it</strong>ica d'azione connessa allacultura, intesa anche come slancio morale, legataconcretamente alla v<strong>it</strong>a, agli inciampi dell'esistenza».Così Toni Servillo spiega le motivazioni che lo hannospinto a partecipare al film di Andò. Del gemello cheimpersona dice: «Non è un pazzo, è un lucido, eccentricointellettuale. Non ho pensato a nessuno dei pol<strong>it</strong>iciattuali, i riferimenti li ho presi nell'immaginazione,concentrandomi su certi scr<strong>it</strong>tori e docenti univers<strong>it</strong>ari».Afferma di condividere la scelta di rappresentare unargomento così complesso col tono della commediasurreale e divertente: «Nel film circola aria allegra, purnel rispetto dell'argomento. Si voleva buttare un sassoper muovere le acque, sarebbe stato inutile mettere inmoto energie v<strong>it</strong>ali per rimboccarsi la lapide». è la terzavolta che l'attore campano si cala nei panni di unpol<strong>it</strong>ico, dopo Andreotti ne "Il divo" di Sorrentino e unsenatore del Pdl nel film di Bellocchio "Bellaaddormentata": «Ho rappresentato tutti gli schieramenti,ora spero mi offrano un bel marchese del Settecentoinnamorato». E si augura che "Viva la libertà" possaservire a suggerire di «mettere l'emozione al servizio delpensiero, a far pensare emozionando«. Poi aggiunge:«Se ti senti superiore, devi dimostrarlo». •SINOSSIIl segretario del principale part<strong>it</strong>od'opposizione, Enrico Oliveri, è in crisi. Isondaggi per l'imminente competizioneelettorale lo danno perdente. Una notte,dopo l'ennesima contestazione, Oliveri sidilegua, senza lasciare tracce. Negli ambientiist<strong>it</strong>uzionali e del part<strong>it</strong>o fioccano le illazioni,mentre la sua eminenza grigia, AndreaBottini, e la moglie Anna continuano adarrovellarsi sul perché della fuga e sullapossibile ident<strong>it</strong>à di un eventuale complice.È Anna a evocare il fratello gemello delsegretario, un filosofo geniale, segnato dalladepressione bipolare. Andrea decide diincontrarlo e ne resta talmente affascinatoda iniziare a vagheggiare un progetto che hala trama di un pericoloso azzardo...VIVA LA LIBERTàRegia: Roberto AndòSceneggiatura: Roberto Andò e Angelo PasquiniCast: Toni Servillo, Valerio Mastandrea, Valeria BruniTedeschi, Michela Cescon, Anna BonaiutoProdotto con <strong>Rai</strong> CinemaDistribu<strong>it</strong>o da 01 DistributionNelle sale dal 14 febbraio32 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE33


diconodinoi<strong>Rai</strong>inprima paginadi Rossella FerruzzaGoodbye Sanremo, il Festival del trionfo di Fazio e L<strong>it</strong>tizzetto, del boom di ascolti (una media di quasi 12milioni di spettatori per le cinque serate), del pareggio dei conti <strong>Rai</strong> con gli spot in tempi di spending review.Goodbye al Festival all'insegna della qual<strong>it</strong>à, delle canzoni innanz<strong>it</strong>utto, ma anche di ciò che gli osp<strong>it</strong>i di altolignaggio hanno saputo raccontarci in note e monologhi. Di ulteriore, importante passo verso la televisionedi qual<strong>it</strong>à parla anche il dg Luigi Gub<strong>it</strong>osi. Un'onda lunga, che il direttore di <strong>Rai</strong>1, Giancarlo Leone, si augura sipropaghi su tutta la rete. «Con Sanremo abbiamo dimostrato che osare si può e continueremo a farlo», dice, scrutandogià l'orizzonte e il Festival che sarà. Forse ancora con Fazio. Ma la riflessione è rinviata a marzo. Per la <strong>Rai</strong> l'impegnoimminente è piuttosto con le elezioni. Con il confronto in tv dei candidati premier. Impresa ardua da strutturare.Aldo Cazzullo sul 'Corriere della Sera' aveva sugger<strong>it</strong>o all'Azienda di fissare comunque giorno, ora e luogo, inv<strong>it</strong>ando isei candidati premier. Oggi su <strong>Rai</strong>2 la serata conclusiva delle tribune elettorali. Uno dopo l'altro i tre capi-coalizione."Non ci sono elezioni che tengano" scrive il 'Sole 24 ore' riguardo le nomine dei vicedirettori di rete proposte dal dgGub<strong>it</strong>osi e approvate dal Cda all'unanim<strong>it</strong>à, che ha anche esaminato lo stato del Contratto di servizio 2013-2015 eillustrato il Piano industriale 2013-2015. Sul reintegro di Minzolini al Tg1, invece, la decisione a dopo le elezioni.Grandi cambiamenti anche in Sipra, la concessionaria della <strong>Rai</strong> guidata da Lorenza Lei e Fabrizio Piscopo. A partiredal nome. La proposta del Presidente di Sipra Gub<strong>it</strong>osi è <strong>Rai</strong> Pubblic<strong>it</strong>à. Un segno di discontinu<strong>it</strong>à con il passato,con l'obiettivo di recuperare quote di mercato, in un momento non certo facile per il settore dell'advertising. Mal'ottimismo non manca. Di buon auspicio, innanzi tutto, il bilancio pos<strong>it</strong>ivo dell'ultimo Sanremo, primo 'esperimento'della nuova gestione Sipra, a cui seguiranno, da marzo, due cavalli di battaglia <strong>Rai</strong> rivis<strong>it</strong>ati: 'Carosello', su <strong>Rai</strong>1,alle ore 21, come tradizione vuole , e 'Intervallo' in versione 2.0. Sanremo, dicevamo. E di Sanremo, ma in questocaso di una competizione e di un'Italia d'altri tempi si parla ancora questa settimana con la fiction 'Volare' dedicataa Domenico Modugno, interpretato magistralmente da Beppe Fiorello. Ottime cr<strong>it</strong>iche, ascolto stellare, oltre 11milioni gli spettatori con uno share vicino al 39 per cento nella seconda serata. Debutto alla grande anche per suorAngela interpretata da Elena Sofia Ricci in 'Che Dio ci aiuti 2'. E, sempre sulla rete ammiraglia, in prima serata, ilr<strong>it</strong>orno del game-show con 'Red or black? Tutto o niente' condotto da Fabrizio Frizzi e Gabriele Cirilli. Un programmache arricchisca "il carniere dei t<strong>it</strong>oli di successo" l'augurio del direttore Leone. Speriamo in grandi ascolti anche per'Lezioni di Bon ton', in onda su <strong>Rai</strong>5 da domenica alle 20.45. Le regole del galateo, delle buone maniere spiegate intelevisione. Quando si dice il servizio pubblico. ■

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!