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SEGNALIBROQUELLO CHE LA TV NON DICE PIù:CI SONO TANTE DONNE VERE, CAPACI«Oggi viviamo in un mondo dove l'apparire prevale sull'essere», spiega LoredanaCornero, autrice di "La Tigre e il violino". Dei media dice che spesso fornisconoun'immagine femminile distorta: «Viene proposto un modello forzatamente sempregiovane, bello e biondo. Sembrano tutte uguali, spesso messe solo a fare arredamento,invece il nostro Paese è pieno di donne che studiano, lavorano con professional<strong>it</strong>à eimpegno, ma quasi nessuno ne parla»Un libro su una trasmissionetelevisiva, quasi unabiografia…Sembra strano, ma "Si dicedonna" non fu semplicemente unprogramma. è stata un'avventuraculturale, che coinvolse milioni d<strong>it</strong>elespettatori, dove si proponevaun'immagine delle donne reale, vera.Dico di più, corretta. Un esempio dicome si può parlare al femminile conottimi ascolti.Perché si è aspettato più di 30 anniper parlarne?Forse l'idea covava dentro, ma èesplosa durante il convegno "Donnetra memoria e futuro", organizzato unpaio d'anni fa a Torino nell'amb<strong>it</strong>o delPrix Italia. Sul palco, tante giovanidonne che si occupano d'informazionefemminile, soprattutto sui blog, econ loro Tilde Capomazza che alloracurava la trasmissione. Una redazioneal femminile: capostruttura unadonna, l'unica in <strong>Rai</strong> in quegli anni,Marina Tartara. Un pugno di ragazzeche portarono nelle case degli <strong>it</strong>alianii temi delle donne, dall'aborto allacontraccezione, dal dir<strong>it</strong>to al lavorodi Lucilla Perelli Rizzoall'uguaglianza. Testimonianze edesperienze che erano spunto didibatt<strong>it</strong>o, di confronto e di cresc<strong>it</strong>a.Dall'81 questa trasmissione non èmai stata c<strong>it</strong>ata da nessun testo,così scrive nel libro. Perché?è vero, è fin<strong>it</strong>o tutto nel dimenticatoioperché oggi viviamo in un mondodove l'apparire prevale sull'essere.Memoria e futuro, temi di quelconvegno di Torino, intendevanomettere a confronto più generazionidi donne. Partendo da come siponevano e si proponevano 35 annifa. Questo libro è stato un lavoro diricerca, possibile grazie alle Teche<strong>Rai</strong>, alla grande disponibil<strong>it</strong>à deiprotagonisti di quell'avventura: daTilde Capomazza a Massimo Fichera,direttore della Rete 2, e soprattuttograzie all'impegno delle elette allaProvincia di Roma.Nessuna operazione di amarcord,allora?Assolutamente no. Sono le nostreradici che ci ancorano al presente.è una memoria che diventa radice, ele radici gambe che ci permettono dicrescere e rinnovarci.L'apparire che prevale sull'essere. CispieghiOggi c'è una rappresentazione delladonna in televisione, nella pubblic<strong>it</strong>àe sui media in generale che è distorta.Viene proposto un modello femminileforzatamente sempre giovane, belloe biondo. Sembrano tutte uguali,veline, letterine, troniste, messespesso lì per "fare arredamento", ealla fine tutte trovano normale usareil proprio corpo e l'ammiccamentoerotico come un mezzo per "arrivare".Di chi la colpa?La televisione, riproducendoimmagini della realtà, contribuisceessenzalmente a ricostruirla e perciòè importante una costante riflessionesul modo in cui viene rappresentatoil genere femminile. è anche colpadelle generazioni precedenti che nonsono state in grado di "passare iltestimone".A "pagare" era il mer<strong>it</strong>o, l'impegno,una serie di valori divenuti"marginali". Abbiamo tutti molteresponsabil<strong>it</strong>à. Per fortuna, larealtà è migliore di quanto sembri.Il nostro Paese è pieno di giovanidonne che studiano, lavorano conprofessional<strong>it</strong>à e impegno, ma quasinessuno ne parla.Come si potrebbe rafforzare questomessaggio pos<strong>it</strong>ivo?Lavorando, tutti assieme, per ilsuperamento di una rappresentazionefemminile che lede la dign<strong>it</strong>à delledonne. Bisogna andare oltre, proporrenuovi modelli più vicini alla realtà,nuovi autori. Non è un problema digeneri. Si possono proporre svariatigeneri televisivi, ma il problema è laqual<strong>it</strong>à. In questo il servizio pubblicoha un grande ruolo.Lo ha fatto con coraggio in passato,proponendo programmi di qual<strong>it</strong>à epuò farlo ancora.Le battute di basso livello sonouno svilimento anche per quegliuomini che le propongono, spessoin trasmissioni per famiglie. La <strong>Rai</strong>ha le potenzial<strong>it</strong>à per imprimere unasvolta.Bisogna rinnovarsi ripartendo dallenostre radici per tornare a direquello che la televisione non dicepiù. Tornare a parlare di donne vere,intelligenti, capaci.Da dove esce fuori il t<strong>it</strong>olo "La tigree il violino"?Era la sigla della terza edizione,quella "della matur<strong>it</strong>à". Sulle note diun violino avanzava in primo pianouna testa di tigre, poi la telecamerasvelava una donna che suonava ilviolino. Nacque dalla fantasia diAlessandra Bocchetti ed ebbe sub<strong>it</strong>oun gran successo. •LoredanaCorneroIl volume "La tigre e il violino", di Loredana Cornero, racconta la storiadel programma "Si dice donna" andato in onda dal 1977 al 1981 sull'alloraRete2 della <strong>Rai</strong>. Direttore di rete all'epoca era Massimo Fichera, capostrutturauna donna, l'unica in <strong>Rai</strong>, Marina Tartara e curatrice del programma TildeCapomazza. Questi i protagons<strong>it</strong>i dell'avventura televisiva, che portò ildibatt<strong>it</strong>o del movimento delle donne nelle case degli <strong>it</strong>aliani per ben quattroanni. Il libro è corredato da un dvd realizzato con il materiale delle teche <strong>Rai</strong>.Loredana Cornero, <strong>Rai</strong>, Relazioni Ist<strong>it</strong>uzionali e InternazionaliSegretaria Generale Comun<strong>it</strong>à Radiotelevisiva ItalofonaPresidente Gruppo Donne COPEAM (Permanent Conference of Med<strong>it</strong>erraneanAudiovisual Operators38 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE39

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