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lodicelaradioNella nostra culturafalliresignifica scomparire,mentre il fallimentonon deve rappresentareuna sconf<strong>it</strong>ta,ma diventare sinonimodi creativ<strong>it</strong>à eintraprendenzaHO GRANDE AMMIRAZIONE PER CHI OSA,MI PIACCIONO LE DINAMICHE DI TRASFORMAZIONE«Mi sono ispirato al fumetto del personaggio venuto dal futuro con la testa grande e il corpo snello,metafora di tanti giovani che vogliono realizzare le loro idee in Italia». Massimo Cerofolini, ideatore econduttore di "Eta Beta", il programma in onda il sabato sera su Radio1, spiega che la sua passione per larete è nata da «un personale interesse per il fermento creativo della società». E aggiunge: «Negli ultimidue anni le start-up sono cresciute a vista d'occhio: sono circa cinquemila le persone che ci hanno credutoe sono riusc<strong>it</strong>i a sviluppare nuovi progetti»Dici "Eta Beta" e pensi allabanda Disney e sub<strong>it</strong>o tiviene in mente quello stranopersonaggio che riusciva acustodire una quant<strong>it</strong>à incredibile dioggetti in un minuscolo gonnellinonero. Dici "Eta Beta" e parli di nov<strong>it</strong>à,di futuro, di giovani, diidee, didi Marina Cocozzanuovi mestieri. Cultura, web, scienza,economia, società e molteplic<strong>it</strong>à dilinguaggi: tutti ingredienti che fannoparte del programma di MassimoCerofolini in onda ogni sabato alle23.35 su Radio1.Chi è il suo "Eta Beta"?Sicuramente il fumetto del personaggiovenuto dal futuro con la testa grande eil corpo snello, metafora di tantigiovani che voglionorealizzare le loro ideein Italia: bei cervellirobusti e struttureagili. Ma anche l'etàdella beta, il nome dellaversione di prova chegli innovatori lancianonella rete per testare laloro creativ<strong>it</strong>à.Cosa l'ha spinto a"inventare" questoprogramma?La curios<strong>it</strong>à di tutto quello che sirinnova nel mondo tecnologico el'ammirazione per i giovani chesperimentano su internet i loroprogetti.Si rivolge prevalentemente aigiovani, quindi?Sono convinto che loro cost<strong>it</strong>uiscanouna grande risorsa soprattutto inquesto momento di crisi. E sono certoche ciò che rischia di paralizzare ilnostro Paese è la rassegnazione alleinefficienze e alle brutture.Per fortuna, esiste un'Italia che nonaspetta che la salvezza arrivi dall'altoe che sfrutta tutte le opportun<strong>it</strong>à dellarete per cercare vie alternative.Ad esempio?Negli ultimi due anni le startup sonocresciute a vista d'occhio, del 30%in più ogni anno. Si tratta di unmigliaio di aziende dove in ciascunasono coinvolte mediamente quattro ocinque persone. Facendo rapidamentei conti, sono circa cinquemila quelliche hanno creduto nelle startup e sonoriusc<strong>it</strong>i a sviluppare progetti aperti almondo intero.Insomma, "fare impresa" percombattere la disoccupazione?è una questione di mental<strong>it</strong>à. Il tasso difallimento delle start-up in Italia è del50% e purtroppo da noi fallire significascomparire, mentre negli Stati Un<strong>it</strong><strong>it</strong>re o quattro fallimenti rappresentanoscelte coraggiose, persino apprezzateda possibili finanziatori.E questo concetto dovrebbe entrareanche nella nostra cultura: ilfallimento non deve più rappresentareuna sconf<strong>it</strong>ta, ma diventare sinonimodi creativ<strong>it</strong>à e intraprendenza.Come è nata la sua attenzione perla rete?Da un mio personale interesse peril fermento creativo della società.Mi piacciono le dinamiche d<strong>it</strong>rasformazione, mi piacciono i curiosie i pos<strong>it</strong>ivi.Ho grandeammirazione perchi osa.Come immaginail suo pubblico?Gente inmovimentonon solo fisico,perché il nostroobiettivo èil viaggio suinternet. è moltoimportante la diffusione dei contenution line. Ci occupiamo anche di grandieventi, come il recente High School,con un notevole coinvolgimentodei nostri ascoltatori: il riscontroimmediato lo troviamo su Tw<strong>it</strong>ter.E lei che rapporto ha con Tw<strong>it</strong>ter?Ho cominciato ad usarlo quandoho cap<strong>it</strong>o che la diffusione è piùimmediata e più potente rispetto aFacebook. Per la divulgazione di unanotizia o di un pensiero ci si metteun attimo, così come per aprire undibatt<strong>it</strong>o."Eta Beta" vuole lanciare messaggiculturali?Penso che la cultura sia l'altra facciadi questo programma, che cerca diagganciare le molteplici forme dellamodern<strong>it</strong>à, come la grande ricerca o lescienze nanotecnologiche, che stannocambiando le nostre v<strong>it</strong>e. Chiedosempre ai nostri osp<strong>it</strong>i di aiutarci acapire come migliorare la quotidian<strong>it</strong>àe come affrontare più preparati ilfuturo.La r<strong>it</strong>roviamo, una volta al mese,anche alla conduzione de "IlViaggiatore", sempre su Radio1Ne "Il viaggiatore" cerco di partiredalle radici culturali legate allatradizione, come è accaduto per laBibbia o per la grande letteratura delpassato. Provo a verificare come lamigliore tradizione della nostra storiarisponda all'attual<strong>it</strong>à e come possaservirci ancora oggi.Una sorta di dialogo tra futuro epassato, innovazione e tradizione.La sua carriera di giornalista èiniziata nella carta stampata. Comeè avvenuto l'incontro con la radio?Ho iniziato a "Paese Sera", chedefinisco la grande scuola. Poi, per"L'Espresso", mi sono occupato d<strong>it</strong>empi moderni e forse proprio allora èarrivata la spinta propulsiva che mi hadato le idee per i miei programmi. Mipiace il giornalismo raccontato.Come vive la sua esperienzaradiofonica?Con l'idea di parlare a un gruppo diamici. Mi fido di loro, sperando cheanche loro si fidino di me. •18 www.ufficiostampa.rai.<strong>it</strong>TV RADIOCORRIERE19

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