30.07.2015 Views

Mi fido di te (pdf) - lisalab.eu

Mi fido di te (pdf) - lisalab.eu

Mi fido di te (pdf) - lisalab.eu

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

ISTITUTO COMPRENSIVO PETRITOLIANNO SCOLASTICO 2010/2011SCUOLA DELL’INFANZIA - SCUOLA PRIMARIA CLASSI 1° - 3° - 4°PETRITOLI1


PROSPETTIVA MONDIALISTA=COSCIENZA<strong>di</strong> essere unaCOMUNITÀ PLURALEconCULTURA COMPLESSA/CREOLAUNITÀ DI LAVOROMappa Concettuale ( micro-concetto)COOPERAZIONE=RELAZIONE<strong>di</strong>SOLIDARIETÀ e CONDIVISIONEper ilBENE COMUNEObiettivo FormativoPrendere coscienza che la cooperazione è una forma <strong>di</strong> relazione basata sulla solidarietà esulla con<strong>di</strong>visione finalizzata ad aiutare chi vi aderisce.Fase 0 Obiettivo: conoscere la percezione che gli alunni hanno della cooperazione.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoPer introdurre l’argomento chiede agli allievi <strong>di</strong> Si <strong>di</strong>spone in circle time e ascolta.met<strong>te</strong>rsi in circle time, spiega la modalità e lafunzione <strong>di</strong> svolgimento della ConversazioneClinica.Pone una serie <strong>di</strong> domande stimolo del tipo:Cosa ti fa venire in men<strong>te</strong> la parola“cooperazione”Che cosa si fa per realizzare unacooperazione?Quando si forma una cooperazione?Come mai si forma?Con quale scopo?Quando cessa una cooperazione?………………………………………………..Risponde uno per volta alle domandestimolo (All. A)Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe.Metodo: conversazione clinica.Mezzi e strumenti: circle time; risorse umaneALL. AIl presen<strong>te</strong> lavoro è stato realizzato in continuità tra scuola dell’infanzia e scuola primariadell’ISC <strong>di</strong> Petritoli. Quin<strong>di</strong> si riportano <strong>di</strong> seguito due esempi <strong>di</strong> Conversazione Clinicaeseguiti:il primo nella scuola dell’Infanzia e il secondo nella scuola primaria.INFANZIA DOCENTE FERRARA BASILIA1. Cosa ti fa venire in men<strong>te</strong> la parola“cooperazione”?Andrea: “io l’ho sentita ma non so cosasignifica!”Cristian: “che opera tutti i signori”Andrea M.: “operai… come il mio babbo che fale scarpe…lui è il capo, Emanuele, <strong>Mi</strong>chele eMarco sono gli operai”Emanuela: “mi fa venire in men<strong>te</strong> che la miamamma lavorasse”Andrea: “ma non significa che la mammalavorasse”Hassan: “ operazione…quando uno stu<strong>di</strong>a”Kevin: “l’operazione quando uno sta male”Alla prima domanda “Cosa ti fa venire inmen<strong>te</strong> la parola cooperazione?” i bambiniassociano la parola ad operazione, operai,all’azione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are.2


Leonardo: “recupera alla corsa <strong>di</strong> macchine”Emanuele: “i miei fra<strong>te</strong>lli che facevano storia”2. Che cosa si fa per realizzare unacooperazione?Andrea: “costruire un muro”Hassan: “si ricopia…prima si fa una cosa inbrutta copia poi si ricopia”Emanuele: “si chiama la mamma”Emin: “aiutare gli altri”……….: “quando due macchine sono vicine”Domenico: “non credo proprio”Andrea: “allora gli uomini formano unacooperazione”AndreaM.: “allora quando vanno in africa aregalare il pane ai poveri”Emin: “dare i sol<strong>di</strong> ai poveri”……….: ”comprare i giocattoli”3. Quando si forma unacooperazione?Emin: “Tutti insieme”Andrea M. : “lavorano gli altri”Andrea: “per lavorare”4. Con quale scopo?Emin: “per costruire una casa”5. Quando cessa una cooperazione?Kevin: “mai”Andrea: “ domenica perché finisce il lavoro”Alla seconda domanda “Che cosa si fa perrealizzare una cooperazione?” alcuni in<strong>di</strong>canocome esito della cooperazione la costruzione<strong>di</strong> un muro, altri l’aiuto, i sol<strong>di</strong> e i giocattolida dare soprattutto ai poveri e agli abitantidell’Africa.Alla <strong>te</strong>rza domanda “Quando si forma unacooperazione?” i bambini affermano che essanasce per lavorare insiemeAlla quarta domanda “Con quale scopo?” larisposta è che la finalità sta nel costruire unacasa.Alla quinta domanda “Quando cessa unacooperazione?”qualcuno <strong>di</strong>ce mai e unbambino afferma che essa si ferma ladomenica.Analisi della conversazione Clinica.Alla prima domanda “Cosa ti fa venire in men<strong>te</strong> la parola cooperazione?” i bambini associano laparola ad operazione, operai, all’azione <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are.Alla seconda domanda “Che cosa si fa per realizzare una cooperazione?” alcuni in<strong>di</strong>cano comeesito della cooperazione la costruzione <strong>di</strong> un muro, altri l’aiuto, i sol<strong>di</strong> e i giocattoli da daresoprattutto ai poveri e agli abitanti dell’Africa.Alla <strong>te</strong>rza domanda “Quando si forma una cooperazione?” i bambini affermano che essa nasceper lavorare insiemeAlla quarta domanda “Con quale scopo?” la risposta è che la finalità sta nel costruire una casa.Alla quinta domanda “Quando cessa una cooperazione?” qualcuno <strong>di</strong>ce mai e un bambinoafferma che essa si ferma la domenica.3


Mappa mentaleCommento alla Conversazione ClinicaI bambini della scuola dell’infanzia all’inizio sembrano avere una conoscenza generica del<strong>te</strong>rmine, che associano ad azioni come quella dello stu<strong>di</strong>o o ad immagini quali quella <strong>di</strong> operai.Nello sviluppo della conversazione tuttavia arrivano ad esprimere il senso del <strong>te</strong>rmine nella suaaccezione più <strong>di</strong>ffusa e comune per cui cooperare significa lavorare insieme per un progettoche per essi oscilla tra quello della costruzione <strong>di</strong> un casa e quello <strong>di</strong> aiutare i poveri, inparticolare i bambini dell’Africa. Quest’ultima accezione rimanda molto probabilmen<strong>te</strong> acon<strong>di</strong>zionamenti me<strong>di</strong>ali, mentre la prima ad esperienze <strong>di</strong> tipo familiare. Ques<strong>te</strong> duerappresentazioni sono molto <strong>di</strong>verse tra loro e mentre la cooperazione verso i poveri ed ibambini dell’Africa evoca un sentimento <strong>di</strong> pietà e <strong>di</strong> carità, l’altra legata alla cooperativae<strong>di</strong>lizia può essere utilizzata per far capire il sentimento <strong>di</strong> solidarietà <strong>di</strong> chi si met<strong>te</strong> insiemeper conseguire un <strong>di</strong>ritto come quello <strong>di</strong> avere una casa. Con i bambini si può cercare <strong>di</strong> farcapire che quando si acquista una casa in cooperativa occorre sapere che se un socio ha deiproblemi gli altri soci in<strong>te</strong>rvengono per aiutarlo su una base <strong>di</strong> corresponsabilità che lega tutti isoci alla pari tra loro. Questa lettura della cooperazione si avvicina maggiormen<strong>te</strong> ai valoridella con<strong>di</strong>visione con cui si vuole lavorare con i bambini suscitando in loro una sensibilità aconseguire il dovere <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere <strong>di</strong>ritti fondamentali come quello all’istruzione, alla salu<strong>te</strong>, adavere una casa, superando forme <strong>di</strong> “buonismo” che indeboliscono il senso civico. In tal sensoè bene rafforzare l’affermazione per cui la “cooperazione” non deve finire mai”. I musicanti <strong>di</strong>Brema e la fiaba dei gatti meritano <strong>di</strong> essere in<strong>te</strong>rpreta<strong>te</strong> in questa <strong>di</strong>rezione.4


Matrice cognitiva (ciò che sanno)La cooperazione è un lavorare insiemeCompito <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (ciò che non sanno)La cooperazione è basata sulla solidarietà e sulla con<strong>di</strong>visioneLa cooperazione mira a risolvere situazioni complesse.Re<strong>te</strong> concettualeCOOPERAZIONE=OPERARE INSIEMEperSTAR BENE TUTTIPRIMARIA - DOCENTE FLOCCO MARIA LAURAConversazione clinicaDomande e rispos<strong>te</strong>A- COSA TI FA VENIRE IN MENTE LAPAROLA “ COOPERAZIONE? “1– Operazione ma<strong>te</strong>matica2– Aiuto <strong>di</strong> una persona3– Aiutare4– Una operazione5– Aiutare una persona6– Non so rispondere7– Operare una persona8– L’operazione <strong>di</strong> un problema9– Un esame10)- Un in<strong>te</strong>rvento11)- Aiutarsi a vicenda12)- Non lo so13)- Operazione chirurgica14)- Aiutarsi al bisogno15)- Quando si fanno le cose in due16)- Collaborare17)- Una azione insieme18)- Una cosa che faccio!9)- Lavorare insieme20)- Gioco <strong>di</strong> squadraB- CHE COSA SI FA PER REALIZZAREUNA COOPERAZIONE ?1)- Guadagnare un bel voto con l’aiuto <strong>di</strong> unamico2)- Essere felice <strong>di</strong> aiutare gli altri in<strong>di</strong>fficoltà3)- Aiutarsi4)- Collaborare insieme5)- Costruire una casa in campagna6)- Fare un goal7)- Ot<strong>te</strong>nere un lavoro a scuola8)- Fare la maestra9)- Superare un esame insieme10)- Aiutare le persone che stanno male11)- Fare un <strong>di</strong>segno insieme12)- Fare una passeggiata con il cagnolino13)- Una vittoria in un torneo14)- Un lavoro comune15)- Andare a caccia insiemeAnalisiAlla prima domanda ”COSA TI FA VENIRE INMENTE LA PAROLA “ COOPERAZIONE?“ alcunialunni pensano all’operazione aritmetica ochirurgica, altri all’aiuto che ricevono o dannoa una persona quando c’è una situazione <strong>di</strong>bisogno; altri ancora allo svolgere una azioneinsieme, in due, si lavora insieme, si collaborao si fa un gioco <strong>di</strong> squadra.Alla seconda domanda “CHE COSA SI FA PERREALIZZARE UNA COOPERAZIONE?” lamaggioranza degli allievi risponde che sirealizza una cooperazione quando ci si aiuta,si collabora insieme, si supera un esameinsieme o si guadagna un bel voto con l’aiuto<strong>di</strong> un amico, si fa un <strong>di</strong>segno insieme o ungioco, ci si aiuta a vicenda. Due allieviaffermano che si realizza una cooperazionequando si aiuta chi è in <strong>di</strong>fficoltà o chi stamale. Un allievo afferma che aiutare gli altrirende felici.5


16)- Aiutarsi a vicenda17)- Una festa per una vittoria18)- Un gioco insieme19)- Lavorare insieme20)- Vittoria in un giocoC– QUANDO SI FORMA UNACOOPERAZIONE?1)- Nel momento del bisogno2)- Con l’aiuto degli altri3)- Quando qualcuno è in <strong>di</strong>fficoltà4)- Quando un compagno aiuta un altro5)- Quando si aiutano gli animali6)- Quando una persona è malata7)- Quando una persona è in <strong>di</strong>fficoltà8)- Non lo so9)- Quando una persona è infelice10)- Quando i miei genitori mi aiutano11) -Quando c’è aiuto reciproco12)- Non lo so13)- Quando un compagno aiuta l’altro14)- Quando si aiuta le persone15)- Quando si forma un gruppo16)- Quando gli amici accorrono nel momentodel bisogno17)- Quando si consola la persona che hasbagliato18)- Quando ci si aiuta19)-Aiutarsi come buoni amici20)- Quando ci si vuole <strong>di</strong>vertireD - COME MAI SI FORMA?1)- Per far nascere una amicizia2)- Dall’amore per il prossimo3)- Dall’amicizia4)- Per ot<strong>te</strong>nere qualcosa5)- Non lo so6)- Per giocare insieme7)- Per aiutare il prossimo8)- per aiutare9)- Per ot<strong>te</strong>nere qualcosa insieme10)- Non lo so11)- Per consolare gli altri12)- Non lo so13)- Non lo so14)- Per <strong>di</strong>vertirsi15)- Per chi crede in noi16)- Dalla gentilezza17)- Per dare gioia18)- Dall’affetto19)- Per amicizia20)- Per riunirsi insiemeE – CON QUALE SCOPO?1)- Per stare insieme2)- Per accon<strong>te</strong>ntare l’altro3)- per collaborare4)- Per aiutare i bisognosi5)- con lo scopo <strong>di</strong> aiutare gli altri6)- Per far giocare i bambini poveri7)- Con lo scopo <strong>di</strong> aiutarsiAlla <strong>te</strong>rza domanda “QUANDO SI FORMA UNACOOPERAZIONE?” gli allievi affermano che lacooperazione si forma nel momento delbisogno, della <strong>di</strong>fficoltà, quando una persona èmalata o si trova in <strong>di</strong>fficoltà o è infelice.Alcuni sos<strong>te</strong>ngono che ci deve essere aiutoreciproco, ci si aiuta come buoni amici. e chela cooperazione provoca la formazione <strong>di</strong> ungruppo. C’è chi afferma che la cooperazioneriguarda anche l’aiuto da dare agli animali eche essa ha come scopo il desiderio <strong>di</strong><strong>di</strong>vertirsi.Alla quarta domanda “COME MAI SI FORMA?”gli alunni rilevano che la cooperazione siforma per far nascere una amicizia, perot<strong>te</strong>nere qualcosa insieme, per giocare e<strong>di</strong>vertirsi insieme, per aiutare il prossimo, perconsolare gli altri e dare gioia. Lacooperazione si forma dalla gentilezza,dall’affetto e dà gioia.Alla quinta domanda “CON QUALE SCOPO?”gli alunni rispondono che la cooperazione siforma per stare insieme, per collaborare, peraiutare l’altro, per aiutare i bisognosi, ibambini poveri, il prossimo. Per due alunni loscopo è quello <strong>di</strong> aiutarsi. Per un altro è quello<strong>di</strong> fare una partita insieme. L’amicizia e lafiducia sono considerati come elementi alla6


8)- Con lo scopo <strong>di</strong> aiutarsi9)- Con lo scopo <strong>di</strong> volere qualcosa11)- Per fare una partita insieme12)- Per giocare da solo13)- Con lo scopo <strong>di</strong> pensare14)- Per <strong>di</strong>segnare da solo15)- per aiutare il prossimo16)- Per trovare il coraggio <strong>di</strong> soccorrere icivili in pericolo17)- Per l’amore che si vuole <strong>di</strong>mostrare18)- Per regalare felicità e gioia alle personeche ci sono vicine19)- per stabilire una amicizia20)- Per avere fiducia negli altriF - QUANDO CESSA UNACOOPERAZIONE?1)- Quando la gelosia occupa lo spaziodell’amicizia2)- Quando non c’è amore verso il prossimo3)- Quando non si vuole più bene4)- Quando un amico non vuole più<strong>di</strong>scu<strong>te</strong>re dei suoi problemi5)- Quando si rompe l’amicizia6)- Con la guerra nel mondo7)- Quando si rompe l’amicizia8)- Quando si fanno i <strong>di</strong>spetti9)- Quando qualcuno rompe una promessa10)- Quando finisce l’amore11)- Quando c’è del male tra due bambini12)- Quando si stabilisce una amicizia tra duepersone13)- Quando finisce il lavoro che si stafacendo insieme14)- Quando si è felici15)- Quando si feriscono gli altri con parolebrut<strong>te</strong>16)- Quando c’è gelosia per la tua generosità17)- Quando non c’è più pace e amore nelmondo18)- Quando non c’è amore19)- Quando non c’è più amicizia20)- Quando si rompe l’amiciziabase della cooperazione.Alla sesta domanda “QUANDO CESSA UNACOOPERAZIONE?” la maggioranza degli alunniafferma che la cooperazione cessa quandonon c’è più amicizia, non ci si vuole più bene,non si vuole più <strong>di</strong>scu<strong>te</strong>re il problema, c’ègelosia, si rompe una promessa. Altriaffermano che la cooperazione cessa con laguerra o quando finisce il lavoro che si stafacendo insieme.Analisi della conversazione clinica.Alla prima domanda ”COSA TI FA VENIRE IN MENTE LA PAROLA “ COOPERAZIONE?“ alcunialunni pensano all’operazione aritmetica o chirurgica, altri all’aiuto che ricevono o danno a unapersona quando c’è una situazione <strong>di</strong> bisogno; altri ancora allo svolgere una azione insieme, indue, si lavora insieme, si collabora o si fa un gioco <strong>di</strong> squadra.Alla seconda domanda “CHE COSA SI FA PER REALIZZARE UNA COOPERAZIONE?” lamaggioranza degli allievi risponde che si realizza una cooperazione quando ci si aiuta, sicollabora insieme, si supera un esame insieme o si guadagna un bel voto con l’aiuto <strong>di</strong> unamico, si fa un <strong>di</strong>segno insieme o un gioco, ci si aiuta a vicenda. Due allievi affermano che sirealizza una cooperazione quando si aiuta chi è in <strong>di</strong>fficoltà o chi sta male. Un allievo affermache aiutare gli altri rende felici.Alla <strong>te</strong>rza domanda “QUANDO SI FORMA UNA COOPERAZIONE?” gli allievi affermano che lacooperazione si forma nel momento del bisogno, della <strong>di</strong>fficoltà, quando una persona è malatao si trova in <strong>di</strong>fficoltà o è infelice. Alcuni sos<strong>te</strong>ngono che ci deve essere aiuto reciproco, ci siaiuta come buoni amici e che la cooperazione provoca la formazione <strong>di</strong> un gruppo. C’è chi7


afferma che la cooperazione riguarda anche l’aiuto da dare agli animali e che essa ha comescopo il desiderio <strong>di</strong> <strong>di</strong>vertirsi.Alla quarta domanda “COME MAI SI FORMA?” gli alunni rilevano che la cooperazione si formaper far nascere una amicizia, per ot<strong>te</strong>nere qualcosa insieme, per giocare e <strong>di</strong>vertirsi insieme,per aiutare il prossimo, per consolare gli altri e dare gioia. La cooperazione si forma dallagentilezza, dall’affetto e dà gioia.Alla quinta domanda “CON QUALE SCOPO?” gli alunni rispondono che la cooperazione si formaper stare insieme, per collaborare, per aiutare l’altro, per aiutare i bisognosi, i bambini poveri,il prossimo. Per due alunni lo scopo è quello <strong>di</strong> aiutarsi. Per un altro è quello <strong>di</strong> fare una partitainsieme. L’amicizia e la fiducia sono considerati come elementi alla base della cooperazione.Alla sesta domanda “QUANDO CESSA UNA COOPERAZIONE?” la maggioranza degli alunniafferma che la cooperazione cessa quando non c’è più amicizia, non ci si vuole più bene, nonsi vuole più <strong>di</strong>scu<strong>te</strong>re il problema, c’è gelosia, si rompe una promessa. Altri affermano che lacooperazione cessa con la guerra o quando finisce il lavoro che si sta facendo insieme.8


Mappa MentaleLa cooperazione è:una operazione aritmetica o chirurgicaun aiuto che si ricev<strong>eu</strong>n aiuto che si dà a una persona in una situazione <strong>di</strong> bisognosvolgere una azione insieme, in duelavorare insiemecollaborarefare un gioco <strong>di</strong> squadra.Per realizzare una cooperazione:ci si aiutasi collabora insiemesi supera un esame insiemesi guadagna un bel voto con l’aiuto <strong>di</strong> un amicosi fa un <strong>di</strong>segno insieme o un giococi si aiuta a vicendasi aiuta chi è in <strong>di</strong>fficoltà o chi sta male aiutare gli altri rende felici.Una cooperazione si forma:nel momento del bisogno, della <strong>di</strong>fficoltàquando una persona è malata o si trova in <strong>di</strong>fficoltàquando c’è aiuto reciprocoquando si forma un gruppoquando ci si aiuta come buoni amiciquando si è infeliciLa cooperazione si forma per:far nascere una amiciziaot<strong>te</strong>nere qualcosa insiemegiocare e <strong>di</strong>vertirsi insiemeaiutare il prossimoconsolare gli altri e dare gioiasi forma dalla gentilezza e dall’affettoaiutare gli animaliLo scopo della cooperazione è:stare insiemecollaborareaiutare l’altroaiutare i bisognosii bambini poveriil prossimoaiutarsi.La cooperazione cessa quando;non c’è più amicizianon ci si vuole più benenon si vuole più <strong>di</strong>scu<strong>te</strong>re il problemanasce la gelosiasi rompe una promessac’è la guerrafinisce il lavoro che si sta facendo insieme.9


Commento alla conversazione clinica.Le idee spontanee degli allievi in un primo momento si sono orienta<strong>te</strong> verso un significatoristretto del <strong>te</strong>rmine che sottolinea il senso dell’operazione, ovvero dell’azione quale elementoimprescin<strong>di</strong>bile della s<strong>te</strong>ssa cooperazione. All’incalzare delle domande gli allieviapprofon<strong>di</strong>scono il concetto e confermano un’accezione abbastanza <strong>di</strong>ffusa, che trova il suofondamento nel fatto che due o più persone si mettono insieme per aiutarsi, ma soprattuttoper aiutare gli altri che sono in <strong>di</strong>fficoltà o malati o bisognosi o poveri. Questa pista offreelementi utili per avviare una riflessione sulle con<strong>di</strong>zioni che servono per arrivare ad unaefficace cooperazione: occorre un accordo con<strong>di</strong>viso affinché lo scopo non scon<strong>te</strong>nti nessunoma consideri ed analizzi le richies<strong>te</strong> <strong>di</strong> ognuno generando situazioni <strong>di</strong> benessere per tutti. Lacooperazione va in<strong>te</strong>sa in una <strong>di</strong>mensione costruttiva, come risposta per sanare una situazioneingiusta e <strong>di</strong>fficile e non invece come un senso edulcorato <strong>di</strong> buonismo verso chi è malato obisognoso. Occorre rilevare anche il sentimento <strong>di</strong> fiducia da riversare nell’ altro al quale siattribuisce importanza nel raggiungimento <strong>di</strong> un obiettivo con<strong>di</strong>viso. Questa accezione superal’ostacolo epis<strong>te</strong>mologico che impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> considerare il bisognoso, il malato...un soggettoattivo nella cooperazione e non invece qualcuno che riceve passivamen<strong>te</strong> aiuto. Lacooperazione da attivare come azione <strong>di</strong> solidarietà suscita felicità come osserva qualcheallievo e su questa pista occorre lavorare per recuperare il senso au<strong>te</strong>ntico della gioia dacontrapporre a mere logiche in<strong>di</strong>vidualistiche ed utilitaristiche. “ La fiaba dei gatti” <strong>di</strong> Calvino e“I musicanti <strong>di</strong> Brema” dei fra<strong>te</strong>lli Grimm associano in modo esemplare cooperazione e clima<strong>di</strong> gioia che si ottiene quando si esce dalla solitu<strong>di</strong>ne. Nel percorso <strong>di</strong>dattico si può allargare ilconcetto <strong>di</strong> cooperazione spostando l’at<strong>te</strong>nzione da chi è vicino a chi non lo è e al quale vacomunque riconosciuta una <strong>di</strong>gnità incon<strong>di</strong>zionata secondo i para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> una nuovacitta<strong>di</strong>nanza basata sul cri<strong>te</strong>rio della uguaglianza es<strong>te</strong>sa a tutti gli uomini (cooperazionein<strong>te</strong>rnazionale, iniziative <strong>di</strong> sviluppo economico e sociale). La cooperazione deve promuovere ilrispetto dei <strong>di</strong>ritti fondamentali delle persone quali il <strong>di</strong>ritto all’alimentazione, all’istruzione, allasalu<strong>te</strong>, al lavoro, alla libertà <strong>di</strong> movimento e <strong>di</strong> espressione,… Negli allievi va sollecitata laconsapevolezza <strong>di</strong> appar<strong>te</strong>nere ad una sola specie in quanto tutti creature <strong>di</strong> una unica <strong>te</strong>rrasecondo gli orientamenti <strong>di</strong> una educazione sentimentale volta a favorire una citta<strong>di</strong>nanzacosmopolita. Intuitivamen<strong>te</strong> alcuni allievi allargano il rispetto anche verso altri viventi come glianimali… anche questa può essere una pista da percorrere per approfon<strong>di</strong>re l’educazione alrispetto dei <strong>di</strong>ritti degli animali e della natura.Matrice cognitiva (ciò che sanno)- la cooperazione è lavorare insieme, collaborare, fare un gioco <strong>di</strong> squadra. aiutare glialtri e ricevere aiuto, aiutare i bisognosi, i poveri, i malati- una cooperazione si forma nel momento del bisogno, della <strong>di</strong>fficoltà, quando c’è aiutoreciproco, si forma un gruppo e ci si aiuta come buoni amici.- la cooperazione cessa quando non c’è più amicizia, non si vuole più <strong>di</strong>scu<strong>te</strong>re ilproblema, nasce la gelosia, si rompe una promessa, c’è la guerra, finisce il lavoro chesi sta facendo insieme.Compito <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (ciò che non sanno)- la cooperazione è operare un accordo con<strong>di</strong>viso che fa superare situazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio- la cooperazione è operare congiuntamen<strong>te</strong> in progetti che portano benefici non solo alsingolo ma a tutta l’umanità in quanto tutti appar<strong>te</strong>nenti ad un’unica specie.- la cooperazione è agire insieme per il bene <strong>di</strong> tutti e per il riconoscimento dei <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong>tutti i viventi.RETE CONCETTUALECOOPERAZIONE=RELAZIONE<strong>di</strong> unaCOMUNITA’ PLURALEbasataSULLA CONDIVISIONE E SUL RISPETTO DELL’ALTROper raggiungereUN FINE COMUNE10


Fase 1 Obiettivo: apprendere sentimenti <strong>di</strong> fiducia nei confronti dell’altro.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoIntroduce alcuni giochi in cui l’allievo deve Realizza i giochi proposti. (All. A)<strong>di</strong>sporsi ad un sentimento <strong>di</strong> fiducia nell’altro.Alla fine del gioco apre un de briefing per Analizza il proprio vissuto emotivo efavorire l’analisi del proprio vissuto emotivo. l’in<strong>te</strong>razione con i compagni.(All. B)Raggruppamento alunni: lavoro <strong>di</strong> gruppo, in<strong>di</strong>viduale.Metodo: attività lu<strong>di</strong>caMezzi e strumenti: stanza –palestra in cui muoversi alla presenza <strong>di</strong> ostacoli.All. AContiamo insieme.In cerchio, si conta da uno a <strong>di</strong>eci. Il coor<strong>di</strong>natore inizia <strong>di</strong>cendo il numero uno, gli altri uno allavolta spontaneamen<strong>te</strong> dovranno continuare il conto, se le voci si sovrappongono o due personeripetono lo s<strong>te</strong>sso numero, si inizia <strong>di</strong> nuovo dal numero uno. L’obiettivo è chespontaneamen<strong>te</strong> e in silenzio, voci sempre <strong>di</strong>verse senza sovrapporsi, procedano nella contada uno a <strong>di</strong>eci. Questo gioco è tanto <strong>di</strong>fficile quanto <strong>di</strong>ver<strong>te</strong>n<strong>te</strong>. Dovrebbe essere ripetuto più epiù vol<strong>te</strong> magari in<strong>te</strong>rvallato da attività più impegnative.L’orso e l’orsettoI bambini si <strong>di</strong>vidono in coppie: un membro della coppia simula <strong>di</strong> essere l’orso e l’altrol’orsetto. L’orsetto si affida all’orso e si lascia guidare ed accu<strong>di</strong>re.L’ORSO E L’ORSETTO“ Il bruco”Si forma un bruco met<strong>te</strong>ndo in fila un gruppo <strong>di</strong> bambini.11


1. Ci si met<strong>te</strong> in fila con le mani sui fianchi del compagno che precede2. Il capofila ha gli occhi aperti, gli altri hanno invece gli occhi chiusi.3. Il capofila parla con i compagni mentre li guida, dando così un aiuto4. A in<strong>te</strong>rvalli l'insegnan<strong>te</strong> propone il cambio e chi si trova in <strong>te</strong>sta va in coda alla fila5. Quando tutti gli studenti hanno fatto il capofila, i compagni <strong>di</strong> gruppo tornano ai loroposti e riflettono su come si sono sentiti in qualità <strong>di</strong> capofila e <strong>di</strong> compagno ciecoIL BRUCODebriefingIn qualità <strong>di</strong> capofila:Come ti sentivi quando guidavi?Perché?Qual è stato il fasti<strong>di</strong>o maggiore che hai provato in questo gioco?All. BIn qualità <strong>di</strong> compagno cieco:a) Come ti sentivi quando camminavi ad occhi chiusi?b) Eri a tuo agio?c) Perché?d) Quale è stato il fasti<strong>di</strong>o maggiore che hai provato in questo gioco.12


A) IN QUALITA’ DI CAPOFILADomande e rispos<strong>te</strong>a) Come ti sentivi quando guidavi?b) Perché?1.Non ho comunicato bene gli ostacoli2.Non riuscivo a far sentire la mia voce3.Bene, perché parlavo solo io4.Malcon<strong>te</strong>nto perché tutti si sono staccatisubito5.Male perché avevo attaccato solamen<strong>te</strong> unbambino, però bene perché non abbiamoavuto problemi6.<strong>Mi</strong> sono fidato <strong>di</strong> me7.Io avevo paura <strong>di</strong> non riuscire8.E’ stato bellissimo9.Non mi ascoltavano è stato un <strong>di</strong>sastro10.Alcuni sono caduti e poi tutti si sonostaccati, non siamo riusciti a <strong>te</strong>rminare ilgioco11.Non mi ascoltavano e andavano per contoloro.c) Quale è stato il fasti<strong>di</strong>o maggiore chehai provato in questo gioco?1.Far sentire la mia voce2.dare i coman<strong>di</strong>3.Alcuni andavano da un’altra par<strong>te</strong>4.Le voci dei compagni5.Non mi ascoltavano6.Non stavano zitti7.Non abbiamo rispettato le regole8.Il chiasso9.Il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne10.Non riuscivo a <strong>di</strong>re giusto11.Il chiasso.B) IN QUALITA’ DI COMPAGNO “CIECO”Domande e rispos<strong>te</strong>a)Come ti sentivi quando camminavi ad occhichiusi?b)Eri a tuo agio?c)Perché?1-Male perché avevo paura degli ostacoli2.Bene3.Avevo paura <strong>di</strong> farmi male4.Bene perché sentivo i coman<strong>di</strong>5.Male era un caos6.Io sentivo poco i coman<strong>di</strong> ma mi guidavaquello davanti a me7.Malissimo perché non vedevo e non sentivo,ho smesso subito <strong>di</strong> giocare8.Male perché mi spingevano, inciampavo esono caduto più <strong>di</strong> una volta9.Io non mi sentivo fidata10.E, ma gli ostacoli arrivavano all’improvviso11.Io andavo con gli occhi aperti perché tuttiridevano, però era <strong>di</strong>ver<strong>te</strong>n<strong>te</strong>12.Sono stato bene13.BeneAnalisiGli alunni in qualità <strong>di</strong> capofila hanno provatosituazioni <strong>di</strong>verse. Alcuni hanno mostrato<strong>di</strong>sagio nel comunicare gli ostacoli, nel farsentire la voce, nel fatto che i compagni sisono staccati subito, nel non essere ascoltati.Altri si sono sentiti bene perché si u<strong>di</strong>va solola propria voce e avevano fiducia nelle propriecapacità. Un allievo sostiene che il gioco èstato bellissimo, un altro prova <strong>di</strong>sagio perchénon sono riusciti a <strong>te</strong>rminare il gioco.A questa domanda gli allievi hanno espressole loro <strong>di</strong>fficoltà: far sentire la propria voce,dare i coman<strong>di</strong>, essere ascoltato. Fattore <strong>di</strong>maggior <strong>di</strong>sturbo è stato il chiasso e il<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne. Un allievo ha evidenziato lamancanza <strong>di</strong> rispetto delle regole.AnalisiGli alunni esprimono sentimenti contrastanti.Alcuni si sono sentiti male perché avevanopaura <strong>di</strong> incontrare ostacoli, <strong>di</strong> farsi male.Questo è provocato dal fatto <strong>di</strong> non vedere enon avere fiducia nell’altro. Alcuni alunni o<strong>te</strong>nevano gli occhi aperti contravvenendo cosìalle regole del gioco o li aprivano spesso. Soloquattro alunni si sono sentiti bene.13


14.Non ero sicura <strong>di</strong> chi guidava15.Neppure io mi fidavo16.Aprivo gli occhi spesso17.Camminavo piano perché avevo paura18.Non riuscivo a chiudere gli occhi perchéero caduta.d)Quale è stato il fasti<strong>di</strong>o maggiore che haiprovato in questo gioco?1.Perché tutti parlavano2.C’era troppo chiasso3.Tutti spingevano4.Ogni tanto qualcuno si staccava e la fila sirompeva5.A me urlavano vicino alle orecchie6.C’era troppo chiasso7.<strong>Mi</strong> sarebbe piaciuto più or<strong>di</strong>nato8.<strong>Mi</strong> hanno fatto lo sgambetto9.Anche a me10.Ci davamo anche le spin<strong>te</strong>11.Qualcuno si buttava per <strong>te</strong>rra anche senon c’era l’ostacolo e tutto finiva12.<strong>Mi</strong> hanno tirato i capelli13.Il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne14.Il chiasso15.Non l’ho fatto bene16.Tutti parlavamo17.La paura18Tutti facevano quello che gli parevanoIn ques<strong>te</strong> rispos<strong>te</strong> si evince la mancanza delrispetto delle regole: tutti parlavano, c’eratroppo chiasso, urlavano, facevano sgambetti,tiravano capelli,…. Un allievo afferma cheoccorreva più or<strong>di</strong>ne nello svolgimento delgioco.Considerazioni finali del docen<strong>te</strong> : gli allievi in questo gioco <strong>di</strong> in<strong>te</strong>razione non sono riusciti ades<strong>te</strong>rnare una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> fiducia verso i compagni, a rispettare le regole del gioco s<strong>te</strong>sso ea <strong>di</strong>mostrare senso <strong>di</strong> responsabilità. Non sono riusciti a sintonizzarsi e a comprendere che ilgioco riusciva se tutti cooperavano e si rispettavano.Fase 2 Obiettivo: comprendere l’importanza della cooperazioneLa prima par<strong>te</strong> <strong>di</strong> questa fase è stata effettuata dai bambini della scuola dell’Infanzia (5 Anni);la seconda par<strong>te</strong> i bambini hanno lavorato in gruppo con gli alunni della scuola primaria (classe1°) la <strong>te</strong>rza par<strong>te</strong> è stata realizzata dagli alunni <strong>di</strong> classe <strong>te</strong>rza.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoSCUOLA INFANZIALegge la fiaba “I musicanti <strong>di</strong> Brema” (All. A) Ascolta la storia at<strong>te</strong>ntamen<strong>te</strong>.Invita gli allievi a ripercorrere la fiaba letta,in<strong>di</strong>viduare i personaggi e <strong>di</strong>segnarli.Invita gli allievi a <strong>di</strong>segnare la storia insequenze per formare un piccolo libro.LAVORO DI GRUPPO - ANNI PONTE (IIIanno scuola infanzia e I classe Primaria )Forma dei piccoli gruppi misti, <strong>di</strong>stribuisce un<strong>di</strong>segno da colorare e invita gli allievi aformulare un relativo <strong>te</strong>sto in rima (Cacciaalla rima)CLASSE IIIDivide la classe in gruppi e Invita gli allievi acomporre un <strong>te</strong>sto in rima osservando deiAscolta le consegne, si pre<strong>di</strong>spone all’attivitàiconica, prepara il ma<strong>te</strong>riale ed esegue il<strong>di</strong>segno. (All. B)Sceglie una sequenza, la <strong>di</strong>segna (All. C) poi,aiutato dall’insegnan<strong>te</strong>, confeziona il libro.(All. D)Si pre<strong>di</strong>spone in gruppo, colora il <strong>di</strong>segno,pensa parole in rima, si confronta con icompagni e scrive la par<strong>te</strong> della filastrocca(ALL. E)Si pre<strong>di</strong>spone in gruppo, osserva e colora i<strong>di</strong>segni, confronta le sue idee con i compagni14


<strong>di</strong>segni (PAROLE IN RIMA)e insieme compongono la filastrocca. (ALL.F)Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; in<strong>di</strong>viduale, con piccolo gruppo.Metodo: narrazione <strong>di</strong> fiaba; ascolto; attività <strong>di</strong> rappresentazione iconica; meta cognizione suipossibili comportamenti a favore o contro la cooperazione, scrittura <strong>di</strong> <strong>te</strong>sti poetici.Mezzi e strumenti: <strong>te</strong>sto; <strong>di</strong>segni; fogli, colori, ma<strong>te</strong>riale vario per libro.All. AAll. BUn asino ormai troppo vecchio e stanconon era più capace <strong>di</strong> portare pesi, perquesto il suo padrone decise <strong>di</strong>abbandonarlo in un angolo della stalla.Tris<strong>te</strong> e desolato scappò per andare aBrema a fare il musicista.ALL. C15


Si era incamminato da poco quandoincontrò un cane magro e ansan<strong>te</strong>:“Sono dovuto scappare dal mio padroneperché sono troppo vecchio e incapace <strong>di</strong>cacciare” <strong>di</strong>ce il cane. “Vieni con me aBrema, laggiù faremo fortuna con lamusica” suggerì l’asino.Strada facendo incontrarono un gattobagnato e arruffato. “sono vecchio esoffro d’artri<strong>te</strong> e non riesco più aprendere topi, così la padrona vuoleaffogarmi!”. “Vieni con noi a fare ilmusicista a Brema” gli proposero l’asinoe il cane.Passando davanti ad una fattoria furono<strong>di</strong>stratti dalla voce <strong>di</strong> un gallo chelanciava a squarciagola l’ultimo cantoprima <strong>di</strong> finire in pentola. “Vieni con noicon la tua voce conquis<strong>te</strong>remo Brema”<strong>di</strong>ssero gli amiciOrmai si era fatto buio. Dall’alto <strong>di</strong> unalbero il gallo vide una luce. Piano, pianosi avvicinarono, guardarono all’in<strong>te</strong>rnoattraverso la finestra e videro in mezzoalla stanza un tavolo e quattro ceffipaurosi che si abbuffavano.Allora stu<strong>di</strong>arono un piano <strong>di</strong>abolico.Il cane balzò sul dorso dell’asino,il gattosalì fin sulla <strong>te</strong>sta del cane, il gallo siappollaiò sulle spalle del gatto e … fututto un ragliare, abbaiare, miagolare eschiamazzare.Terrorizzati i quattro briganti scapparonoinvestiti da calci, morsi, graffi e becca<strong>te</strong>.16


I quattro amici non ci pensarono duevol<strong>te</strong>: si precipitarono all’in<strong>te</strong>rno dellacasa , si sedet<strong>te</strong>ro al tavolo e … forsesono ancora lì che vivono felici!ALL. DLibricino in<strong>di</strong>viduale realizzato dai bambiniALL. EL’asinello ormai vecchio <strong>di</strong>ventatodal padrone è maltrattato;se ne va per la viain cerca <strong>di</strong> compagnia.Ai margini del fosso vede un canespaventatoanche lui, perchè vecchio, dal padrone èscappato.An<strong>di</strong>amo a Brema a suonar le serena<strong>te</strong>così passeremo con<strong>te</strong>nti le nostregiorna<strong>te</strong>.“Vengo anch’io” <strong>di</strong>ce il gatto arruffatoal duetto ormai formato,i topi non riesco più ad acciuffaree dal padrone son dovuto scappare.17


A squarciagola un gallo canta <strong>di</strong>speratoprima che il collo gli venga tirato.Insieme agli amici Brema lo at<strong>te</strong>ndee nel cuore la speranza si riaccende.Dentro la casa ci sono i briganti:ridono, bevono e mangiano cibi invitanti.Il piano che insieme hanno organizzatoper farli spaventare ha funzionato.Qui comincia l’avventura…del somar Bonaventura,che guardandosi allo specchioe vedendosi assai vecchio,per paura del padronevuole fare un gran fugone.ALL. FSe ne va lungo la via,in cerca sol <strong>di</strong> compagnia,trova un cane brontolone,per sfuggire al brutto omone,verso Brema son <strong>di</strong>rettiper cantare nei duetti.Ecco un gatto miagolone,per colpa del cattivonesi lamenta ogni momentoper il poco nutrimento,per troppa malinconiase ne va con la compagnia.18


Invita poi gli alunni ad illustrare in sequenze ilracconto inventato e a realizzare un car<strong>te</strong>lloneconclusivo.Raggruppamento alunni: lavoro in<strong>di</strong>viduale, lavoro a gruppiMetodo: laboratorio <strong>di</strong> scrittura creativaMezzi e strumenti: immagini; quaderno.In<strong>di</strong>vidua le sequenze, le con<strong>di</strong>vide con icompagni e le <strong>di</strong>segna. (All. B)Realizza il car<strong>te</strong>llone (All. C)ALL.ASCUOLA DELL’INFANZIALa nostra storia finisce così …Uno dei briganti si fece coraggio e tornò nella casa curioso <strong>di</strong> scoprire chi fossero quegli straniesseri che li avevano tanto spaventati. Suonò il campanello e fu l’asino ad aprire. Gli altrianimali furono pronti ad acciuffarlo ma l’asino alzò una zampa e li fermò <strong>di</strong>cendo: “Perché non<strong>di</strong>ventiamo amici, ognuno può met<strong>te</strong>re a <strong>di</strong>sposizione degli altri quello che sa fare, insiemepossiamo formare una banda per guadagnarci da vivere suonando a Brema.” Tutti accettarono<strong>di</strong> buon grado la proposta e felici fes<strong>te</strong>ggiarono, ballando, cantando e … mangiando raggiuntianche dagli altri briganti. Così vissero insieme nella casa della foresta cooperando per il benecomune.SCUOLA PRIMARIA CLASSE 3°“CHE DIRE DI QUESTO FINALE ?”I briganti, palli<strong>di</strong> e tremanti <strong>di</strong> paura, scapparono nel bosco per cercare un rifugio.Superato il primo momento <strong>di</strong> smarrimento, cominciarono a riflet<strong>te</strong>re.Il capo <strong>di</strong>sse: “Aspet<strong>te</strong>remo che il sole sorga per rientrare tutti insieme…la not<strong>te</strong> è piena <strong>di</strong>pericoli e spesso ci spaventiamo per cose da nulla”.Alle prime luci dell’ alba si avviarono lungo il sentiero che portava alla loroabitazione.Arrivati vicino all’ uscio, non sentirono alcun rumore provenire dall’ in<strong>te</strong>rno, per cuientrarono sicuri che la casa fosse vuota.Entrati, videro degli animali innocui, vecchi e malconci che dormivano profondamen<strong>te</strong>.Alla vista <strong>di</strong> quello spettacolo, non seppero trat<strong>te</strong>nere una grossa risata ed esclamarono: ”Se sisapesse in giro che siamo scappati per colpa <strong>di</strong> questi poveri animali che figura ci faremomai!”.Il gallo fu il primo a svegliarsi poi un sonoro chicchirichì ridestò il cane, il gatto e l’asino chesalutarono festosi i nuovi arrivati .Dopo una così gioiosa accoglienza, i briganti in<strong>te</strong>rrogarono i quattro sventurati; vennero così asapere della loro tris<strong>te</strong> storia e si commossero.Decisero <strong>di</strong> aiutarli e tutti insieme formarono un gruppo rock che in breve <strong>te</strong>mpo <strong>di</strong>vennefamoso in tutto il mondo.Ogni domenica mattina si esibivano quattro strani cantori: un asino, un cane, un gatto e ungallo che, accompagnati da tamburo, grancassa, tromba e chitarra, suona<strong>te</strong> dai briganti,lanciavano verso il cielo una cozzaglia <strong>di</strong> suoni.Era davvero <strong>di</strong>ver<strong>te</strong>n<strong>te</strong> ammirare un complesso così bizzarro!Con il ricavato <strong>di</strong> questi concerti, gli stravaganti musicisti organizzarono un meravigliosoparco per accogliere gli animali maltrattati dai loro padroni perché ormai stanchi e vecchi. Iquattro celebri cantori e gli insoliti musicisti vissero tutti insieme in armonia per anni e annifelici <strong>di</strong> essere finalmen<strong>te</strong> utili per il bene degli altri.20


ALL.BSuperato il primo momento <strong>di</strong>smarrimento, i briganti decisero <strong>di</strong>tornare nella loro abitazione.Entrati videro degli animaliinnocui,vecchi e malconci che dormivanoprofondamen<strong>te</strong>.Il chicchirichì del gallo svegliò gli altrianimali che salutarono festosi i nuoviarrivati.Tutti insieme decisero <strong>di</strong> formare ungruppo rock, che in breve <strong>te</strong>mpo <strong>di</strong>vennefamoso in tutto il mondo.Ogni domenica mattina i quattro stranicantori si esibivano accompagnati datamburo, grancassa, tromba e chitarrasuona<strong>te</strong> dai briganti.Era davvero un complesso bizzarro e<strong>di</strong>ver<strong>te</strong>n<strong>te</strong>!Con il ricavato <strong>di</strong> questi concerti, glistravaganti musicisti organizzarono unmeraviglioso parco per accogliere glianimali maltrattati dai loro padroni,perché ormai stanchi e vecchi. L’allegrabrigata visse per anni in armonia e felici<strong>di</strong> essere utili per il bene degli altri.21


ALL. CFase 4 Obiettivo: approfon<strong>di</strong>re la <strong>di</strong>mensione etica della cooperazione.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoLegge “ La fiaba dei gatti” <strong>di</strong> Italo Calvino. Ascolta(cfr. UDL programmata nel fascicolo dellaformazione))Invita a riportare in una serie <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni lastoria evidenziando le azioni delle dueprotagonis<strong>te</strong>, gli aiutanti della figliastra e gliantagonisti della figlia “maleallevata” e il<strong>di</strong>verso esito delle azioni delle due ragazze.Compila, con i compagni <strong>di</strong> classe untabellone in cui riporta i <strong>di</strong>segni secondo lein<strong>di</strong>cazioni da<strong>te</strong> dall’insegnan<strong>te</strong> (All. A)Propone un’attività <strong>di</strong> riflessione sul Riflet<strong>te</strong> e socializza con i compagni unsignificato della fiaba.commento sul significato della fiaba .Raggruppamento alunni. Lavoro con gruppo classe, lavoro in<strong>di</strong>viduale.Metodo: narrazione <strong>di</strong> fiaba, ascolto, attività <strong>di</strong> sin<strong>te</strong>si, meta cognizione sui possibilicomportamenti a favore o contro la cooperazione.Mezzi e strumenti: <strong>te</strong>sto, tabellone, schema.Questo allegato è stato eseguito dalla scuola Primaria (classe 1° e 4°)SEQUENZE, PERSONAGGI, OGGETTI DELLA STORIAALL. A22


Una matrigna non tanto bella magiovane, ha generato una figlia e poi haadottato la figlia del marito: unafigliastra.Una donna aveva una figlia e unafigliastra.La figlia era bella e ricoperta d’oroinvecela figliastra faceva le pulizie.Un giorno la figliastra andò a raccoglierele cicorie, ma trovò un cavolfiore e losra<strong>di</strong>cò.La figliastra scese dalla scala e videtanti gatti che eseguivano le faccendedomestiche. Con tanta gentilezza evolontà li aiutò.I gatti nella cantina stavano facendopranzo, mangiavano i fagioli.La figliastra <strong>di</strong>vise il suo pollo con loro.Mamma gatta presentò vestiti e scarpealla figliastra. Questa, scelse i vestitistracciosi ma la gatta gli <strong>di</strong>ede quellipiù costosi.La figliastra <strong>di</strong>ventò bellissima.Questo allegato è stato eseguito dalla scuola primaria (classe 1°)“Il gatto mammone”: fiaba della tra<strong>di</strong>zione popolare)SEQUENZE – STRUTTURA – AZIONI - ESITI23


INFINE LENA VISSE FELICE ECONTENTA CON IL SUOPRINCIPEFASE 5 OBIETTIVO: focalizzare l’at<strong>te</strong>nzione delle carat<strong>te</strong>ristiche richies<strong>te</strong> dallacooperazione nel vissuto <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> classe.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoSposta l’at<strong>te</strong>nzione dal mondo delle fiabe alcon<strong>te</strong>sto <strong>di</strong> vita della classe e sottopone unproblema per far riflet<strong>te</strong>re sulle con<strong>di</strong>zioni cheAffronta il problema relativo ad unaquestione <strong>di</strong> classe e <strong>di</strong>scu<strong>te</strong> con i compagnisu come risolverlo arrivando ad una forma <strong>di</strong>servono per arrivare alla cooperazione cooperazione che sia efficace nel fine e nelpar<strong>te</strong>ndo dal proprio vissutometodo in modo da sod<strong>di</strong>sfare tutti. (All. A)Raggruppamento alunni: lavoro con gruppo classe; in<strong>di</strong>viduale.Metodo: problem-posing ; <strong>di</strong>scussione orientata; attività <strong>di</strong> sin<strong>te</strong>si.26


Mezzi e strumenti: situazione <strong>di</strong> caso; tabellone.ALL.ACOMPITO IN SITUAZIONE: rior<strong>di</strong>nare l’aula“Da solo? non cela farò mai!”“Aiuta<strong>te</strong>mi anche voi!”Tutti insieme abbiamofatto presto e bene!27


Fase 6 Obiettivo: ripercorrere l’itinerario <strong>di</strong>dattico e prendere coscienzadell’incremento cognitivo ed affettivo raggiunto.Cosa fa l’insegnan<strong>te</strong>Cosa fa l’alunnoInvita a ripercorre le varie fasi dell’UDLPrende il quaderno in mano e ripercorre levarie fasi dell’UDLPone domande per favorire la presa <strong>di</strong>coscienza del percorso formativo e il grado <strong>di</strong>gra<strong>di</strong>mento e/o par<strong>te</strong>cipazione al percorsoFa convergere l’at<strong>te</strong>nzione sulla fiaba “Imusicanti <strong>di</strong> Brema” e invita gli alunni aimmedesimarsi nei personaggi perdrammatizzare la storia.Si in<strong>te</strong>rroga sul suo grado <strong>di</strong> acquisizione,risponde e socializza con i compagniimpressioni, emozioni e conoscenze.Sceglie un personaggio, ne in<strong>di</strong>vidua lecarat<strong>te</strong>ristiche e le azioni e drammatizza lascena. (All. A)Divide la classe in gruppi e chiede <strong>di</strong>rappresentare con uno slogan il loro significato<strong>di</strong> cooperazione.Discu<strong>te</strong> con i compagni e contribuisce allaformazione del car<strong>te</strong>llone finale (All. B)Raggruppamento alunni: lavoro in<strong>di</strong>viduale, lavoro con gruppo classeMetodo: attività <strong>di</strong> meta cognizione, drammatizzazione.Mezzi e strumenti: quaderno, car<strong>te</strong>lloni <strong>di</strong> classe, ma<strong>te</strong>riale per i travestimenti.ALL.A28


LA NOSTRA VERSIONE DELLA STORIA (alcune scene)“… se ammazzassimo l’asino e salassimola carne sarebbe gustosissima!”pentola!”“meglio scappare che finire in<strong>di</strong> musicisti ci at<strong>te</strong>nde”“An<strong>di</strong>amo tutti a Brema” “un futuro“Ho visto veramen<strong>te</strong> un fantasma! scappiamo”Da qui si sen<strong>te</strong> un profumino29


Da soli non si può staredegli altri ci dobbiam fidare;se le forze uniamopersino in capo al mondo an<strong>di</strong>amoALL. B30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!