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N° 38, Giugno 2005 - Speranza e Amore in Cristo - parrocchia ...

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K“KAROL IL GRANDEdi AnnaMaria Gariboldiarol il grande”. Questaera l’icona di papaGiovanni Paolo IInell’ultimo periodo del suopontificato tra il 2004 e l’<strong>in</strong>iziodel <strong>2005</strong>. Non si riferivacerto ad un vecchio piùche ottantenne che parlava afatica ed era <strong>in</strong>capace dimuoversi da solo, come sipresentava allora ai nostriocchi, ma piuttosto alla sua<strong>in</strong>faticabile attività svolta <strong>in</strong>più di ventic<strong>in</strong>que anni dipontificato; un magistero atutto campo, una catechesicont<strong>in</strong>ua che aveva toccatotutti i cont<strong>in</strong>enti del mondocon l’uso libero e <strong>in</strong>telligentedi tutti i mezzi che lanostra tecnologia modernaci mette a disposizione ognigiorno.Ci voleva certo una personalitàdi grande spessore,ricca di <strong>in</strong>telligenza, di sensibilità,di umanità, di cultura:Karol le aveva. GiovanniPaolo II aveva peròanche qualche altra risorsapiù difficile da scoprire, cheforse neppure i credenti hannovalutato abbastanza: unafede <strong>in</strong>crollabile alimentataogni giorno dalla preghierae un amore <strong>in</strong>condizionatoper Maria, nelle cui maniaveva messo tutta la sua vitacon la fiducia semplice diun bamb<strong>in</strong>o. Comunque“Karol il Grande” è l’espressioneche ha messo tuttid’accordo: i cattolicil’hanno adottata con gioia;gli altri, specialmente i “potentidella terra”, con moltomeno entusiasmo ma con ildovuto formale ossequio.Giovanni Paolo II di questogrande patrimonio umano eculturale non ha tenuto nullaper sé, ma tutto ha <strong>in</strong>vestitoper il Regno di Dio,senza risparmio, e quando siè esaurita la forza che gliaveva meritato il titolo di“atleta di Dio”, ha saputo<strong>in</strong>vestire l’ultima cosa cheancora aveva: la sua debolezza.Inf<strong>in</strong>e non possiamodimenticare che un programmadi lavoro comequello attuato da GiovanniPaolo II ha bisogno di tempo;il Signore gliene ha datoquanto era necessario:ventisei anni e qualchespicciolo. Il pontificato diGiovanni Paolo II pare chesia il secondo, per durata,nella successione di più ditrecento papi.C’è tuttavia un particolareche <strong>in</strong> qualche modo ridimensiona,<strong>in</strong> senso del tuttopositivo, quell’appellativodi “grande”: le parole chenon ha avuto la forza di scriveree sono state come rubateal suo ultimo respiro.Erano rivolte ai giovani: “Viho cercato...ora siete qui conme... vi r<strong>in</strong>grazio”. GiovanniPaolo è morto così, noncome un “grande” ma comeun padre che nel momentodel distacco chiede e trovaconforto, nel modo più semplicee umano, dall’amoredei suoi figli. Oggi, a più diun mese e mezzo di distanza(tempo sufficiente a liberarcidalle troppo facili emozioni)non abbiamo però potutodimenticare quellamanciata di giorni che vadal 25 marzo, venerdì santodella Via Crucis al Colosseo,all’8 aprile, giornodei suoi solenni funerali. Inquei giorni pareva che ilmondo girasse ad un ritmodel tutto <strong>in</strong>consueto, più silenziosoe meno nevrotico;c’era <strong>in</strong>fatti qualche cosa dipiù importante a cui pensare:l’ultimo saluto al Papatanto amato e l’elezione delsuo successore.Roma era già entrata <strong>in</strong> fibrillazionedalla sera del 25marzo, quando alla solenneVia Crucis del Colosseo eramancata per la prima voltala presenza del Papa. Le telecamerequella sera lo avevano<strong>in</strong>quadrato soltantodue volte, <strong>in</strong> modo quasifurtivo: solo, nella sua cappellaprivata, rannicchiatosu una poltronc<strong>in</strong>a, abbracciatoa un Crocifisso, sempreripreso di spalle. Accantoa Gesù, <strong>in</strong>chiodato allacroce, il suo servo GiovanniPaolo era <strong>in</strong>chiodatoal silenzio. Com<strong>in</strong>ciaronoallora le veglie di preghieraper la salute del Papa: sipregava <strong>in</strong> piazza San Pietroma anche <strong>in</strong> S<strong>in</strong>agoga e,pare, anche alla Moschea,senza contare poi le comunitàortodosse ed evangelicheche hanno tutte almenouna sede a Roma. Era unpartecipazione un po’ <strong>in</strong>aspettatae sempre crescente,mentre i comunicati dellaSala stampa non dicevanoniente di buono.La sera del 2 aprile, quandofu dato l’annuncio ufficialeche Giovanni Paolo II “eratornato alla casa del Padre”,ci fu un momento di doloreprofondo, quasi di smarrimento:pareva saggio tornarea casa a riposare un po’,tanto il distacco era già avvenuto,irreparabile. Invecela veglia di preghiera non sisciolse, anzi riprese vigore,come se la preghiera fossel’unico conforto. Com<strong>in</strong>ciaronosubito a formarsi le fileper poter dare a GiovanniPaolo l’ultimo saluto; filediurne e notturne che potevanodurare anche dodicio venti ore per un passaggiodi pochi m<strong>in</strong>uti; ma a cu<strong>in</strong>essuno voleva r<strong>in</strong>unciare.File ord<strong>in</strong>ate dalle quali silevava solo la voce dellapreghiera. Il Papa ora sembravadiverso: così immobilee rigido, avvolto nel rossomanto pontificale, aveva l’aspettoieratico di un santo. IlGiovanni Paolo IIgiorno del solenne funeraleogni icona del Papa erascomparsa: di lui si potevavedere solo la bara. Apparivacosì piccola e sola sulgrande sagrato di San Pietro;e il vento era l’unico asfogliare cont<strong>in</strong>uamentequel volume del Vangeloche era il suo solo ornamento.Ma proprio <strong>in</strong> quel momento,sospeso quasi fuoridel tempo e dello spazio, siè levato improvviso un corodi voci sempre più alto:“santo, santo, santo! “. Unapreghiera, un’<strong>in</strong>vocazione,un’acclamazione? Era <strong>in</strong>siemetutto questo, come unmiracoloso ritorno a settesecoli or sono, quando era ilpopolo a canonizzare così isuoi Santi, da cui attendevaprotezione e conforto. Doposettecento anni di silenzio ilpopolo cristiano ha fattosentire di nuovo la sua voce.Anzi, questa volta è statal’umanità <strong>in</strong>tera a far sentirela sua voce, perchè coni romani e con i giovani europeihanno pregato e gridatogenti di tutto il mondo,immigrati di tutti i colori edi tutte le religioni. “Karolil Grande” non ci basta più:vogliamo “ Karol il Santo”... e subito! Papa Benedetto,nella solennità di Pentecoste,ha promesso ai giovani(di tutte le età) che avrebbeavviato presto il percorsoper la canonizzazione.Aspettiamo con fiducia.La nostra Redazionegioisce con tuttala Chiesa per l’elezionedi Sua SantitàBenedetto XVI,e mentre gli auguraun m<strong>in</strong>istero universalecarico di frutti peril Regno di Dio,prega perché il Signorelo mantenga <strong>in</strong> salutee a lungo sulla Cattedradi Pietro.


Giovanni Paolo IIVORREI UN PAPAPIÙ IN OMBRAdi M. Emilia BaldizziAnche a me, come adiversi commentatorisicuramente moltopiù autorevoli, ha stupito ilmartellamento mediaticoche è stato fatto <strong>in</strong> occasionedella morte di GiovanniPaolo II, spettacolarizzandoun evento che avrebbe dovutoessere elaborato solonel fondo di ciascuna coscienzasecondo la sensibilità,le idee, la diversità checontraddist<strong>in</strong>guono ognipersona.Al di là dei meriti (ma anchedemeriti sottol<strong>in</strong>eati dateologi e religiosi un po’fuori dal coro, che guardavanocriticamente ad alcuneposizioni conservatrici dipapa Wojtyla) la morte di unuomo, di qualunque uomo,la sua sofferenza ed agonia,va rispettata e difesa dagliCarissima Emilia, ti r<strong>in</strong>grazio anzitutto per la voglia dicomunicare che hai, e che spesso ti porta ad <strong>in</strong>viarcidegli articoli <strong>in</strong>telligenti, anche se a volte pungenti: liospitiamo <strong>in</strong> queste pag<strong>in</strong>e proprio perché esse siano, per tuttii <strong>parrocchia</strong>ni, la possibilità di esprimersi.Tuttavia debbo rispondere ad alcune tue obiezioni che mi sembranoeccessive o mal poste.Soprassiedo sulla tua parentesi circa i demeriti di papa Wojtyla,penso <strong>in</strong>fatti che la sua opera ciclopica si commenti da sé, eforse, proprio perché così imponente può prestare il fianco aqualche spirito critico, che fa fatica ad accettare certe posizionidella Chiesa di sempre.Non sono d’accordo sulla <strong>in</strong>terpretazione alquanto fondamentalistadel brano di Matteo 23, 1-12 (la Pontificia CommissioneBiblica nel documento del 1993, L’<strong>in</strong>terpretazione della Bibbianella Chiesa, fa notare che “La lettura fondamentalistaparte dal pr<strong>in</strong>cipio che la Bibbia, essendo Parola di Dio ispirataed esente da errore, deve essere letta e <strong>in</strong>terpretata letteralmente<strong>in</strong> tutti i suoi dettagli… per questa ragione, tende atrattare il testo biblico come se fosse stato dettato parola perparola dallo Spirito e non arriva a riconoscere che la Paroladi Dio è stata formulata <strong>in</strong> un l<strong>in</strong>guaggio e una fraseologia condizionatada un’epoca), è sempre pericoloso estrapolare unafrase dal contesto ed usarla come supporto ideologico. Lì Gesùsta polemizzando contro l’ipocrisia degli scribi e dei farisei chesi sono sganciati, nel loro ruolo di magistero e paternità, da Dio,diventando un monumento alla propria vanità. Di fatto però laChiesa si è sempre compresa come mediazione tra Dio e gliuom<strong>in</strong>i e viceversa, perché così l’ha voluta il suo Fondatore(aff<strong>in</strong>ché fosse sacramento di salvezza per i popoli). Allo stessomodo i suoi m<strong>in</strong>istri sono stati visti, sempre <strong>in</strong> riferimentoa Dio, suoi strumenti, che ne ripresentano la guida, il servizio,la paternità e il magistero. Così san Paolo può dire ai cristianidi Cor<strong>in</strong>to, presentando la gerarchia dei carismi: “Dio ha postoocchi <strong>in</strong>discreti eguardoni di chi èormai abituato avivere nella societàdello spettacoloe delle apparenze.Mi chiedo poi sela Fede non debbaessere qualcosa di privatoda vivere segretamente <strong>in</strong> uncolloquio cont<strong>in</strong>uo con Lui.Mi chiedo se aver fatto delPapa morente un’icona (santosubito!) non nasconda ilbisogno, soprattutto nei giovani,di un punto di riferimentoche <strong>in</strong> questa societàsta venendo a mancare. Il bisognodel Padre, dell’autoritàbenevola che ti <strong>in</strong>dica lastrada da percorrere è forseda <strong>in</strong>dividuare nella crisi delrapporto tra genitori e figli?Ma se di fede vogliamo parlare,mi chiedo ancora chetipo di cristianesimo vivonoquesti giovani che “deificano”<strong>in</strong> maniera così eclatanteun uomo, seppur grandecome quest’ultimo Papa,ignorando ciò che dice ilVangelo che parla di un soloMaestro e di un solo Padre(Uno solo è il vostroMaestro e voi siete tutti fratelli…non chiamate nessunopadre sulla terra, perchéuno solo è il Padre vostro,quello del cielo; Matteo alcap. 23).È vero, non bisogna giudicare,perché le vie del Signore,come si usa dire, sono<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ite, ma è anche lecito,da credenti e non, porsiqueste domande, perché temoche i mass media <strong>in</strong>fluenz<strong>in</strong>opesantemente lenostre scelte e le nostre coscienze.Proprio perché non riesco adirmi atea, vorrei anch’io,come ha scritto qualcuno,che questo nuovo Papa stesseun po’ di più nell’ombra,magari all’ombra di <strong>Cristo</strong>.alcuni come maestri” (1 Cor 12, 28), e ancora scrive al discepoloTimoteo, da lui ord<strong>in</strong>ato vescovo, di essere “stato fatto…,maestro dei pagani nella fede e nella verità” (1 Tim 2, 7. Soloa titolo dimostrativo ecco alcuni altri passi: su “maestro”, Ef 4,11; Eb 5, 12; 2 Tim 1, 11; su “padre”, 1 Ts 2, 11; At 22, 1).Se si escludesse questo essere ed agire vicario e da <strong>in</strong>termediaritra Dio e gli altri… non potremmo parlare neanche di term<strong>in</strong>icome “maestri” nei confronti di coloro che <strong>in</strong>segnano a scuolae tanto meno di “papà” nei confronti dei genitori.Circa, poi, il tuo desiderio di un papato più <strong>in</strong> ombra… confidoche Benedetto XVI saprà dare maggiore attenzione alladimensione spirituale dei mega-raduni di fedeli… Qualcunoopportunamente ha notato che Giovanni Paolo II, ha chiamatoil popolo <strong>in</strong> piazza, dando visibilità ad un cristianesimo ormaisonnecchiante, l’attuale Pontefice saprà dargli un’anima, questonon per <strong>in</strong>capacità del suo predecessore, ma semplicementeperché il fenomeno, sostanzialmente nuovo, di grande predom<strong>in</strong>iotelevisivo, potrà essere <strong>in</strong>quadrato meglio e qu<strong>in</strong>dimeglio “gestito”.Ma è pur vero che la Chiesa ha il dovere di servirsi dei modernimezzi della tecnica per annunciare il Vangelo, è il suo compitoprimario! Il chiedere maggiore silenzio e nascondimentoè solo frutto di un pio spiritualismo (“il privato da vivere segretamente”),che lascerebbe più spazio alle chiacchiere banali diquesto mondo.I mass-media, allora, sono utili, anche se non bisogna divenirneschiavi e vanno trattati con senso critico (hai ragione quandoaffermi che non possono aver la pretesa di dettar legge a partiredalla necessità di audience).La presenza degli uom<strong>in</strong>i di Chiesa <strong>in</strong> televisione, può certamenteesporre alla spettacolarizzazione, un evento decisivo perla storia umana quale il Mistero pasquale, ma almeno dà sostanzaa tanta TV spazzatura., e toglie il predom<strong>in</strong>io ai “venditoridi fumo”… G.C.


cont<strong>in</strong>ua da pag<strong>in</strong>a 1ospitano migliaia di anime.Il silenzio ora è tutto per unuomo, un santo uomo, che<strong>in</strong> ventisette anni di pontificatoha mostrato la sua umanità.Il coraggio. “Non abbiatepaura di aprire le porteal Signore”. Ma ora tuttaquella gente ha paura, lì,a San Pietro. Gli occhi sonotutti <strong>in</strong> alto e osservanoogni m<strong>in</strong>imo movimento.Si attende qualunque suono,qualsiasi preghiera. Lecampane non hanno fattomai così paura. Il suono amartello non si ode. Siaspetta e ci si prepara a versarlacrime.I “Papaboys” cantano ecreano <strong>in</strong>torno una speranzache vuole mandar via lo spavento,l’<strong>in</strong>certezza.Alle 19,00 il cielo sereno<strong>in</strong>izia ad oscurarsi. La notteè pronta. “l’Angelo del Signoreè venuto a prendere ilservo buono” (dall’omeliadel card<strong>in</strong>al Ru<strong>in</strong>i).Alle 21,37 il cielo è completamentebuio. Non lo è ilcuore delle anime <strong>in</strong> piazzaSan Pietro. E nemmeno ilcuore di un Papa grande,grandissimo. Il suo cuorebatte. È un cuore forte egiovane.È il grande cuore di GiovanniPaolo II, che asciugale lacrime versate dagli occhidi tutto il mondo.2 aprile <strong>2005</strong> (risonanza)ULTIMO VOLO DI GIOVANNI PAOLO IIL’Occhio Div<strong>in</strong>o sostò tra gabbiani,parve nel camm<strong>in</strong>o scegliere Luciani:era dolce, pio, bruciò d’amore,donandosi a Dio non resse il cuore.Lo Spirito volò, tornò a cercare,su Cracovia passò, si sentì amare.Karol, sempre più salì la sua croce,l’abbracciò con Gesù ed alzò la voce.Percorse il mondo, ne amò le genti,parlando, secondo <strong>Cristo</strong>, ai potenti:osteggiò schiavitù, egoismi e guerra,amò la gioventù di tutta la terra.SANTO SUBITOROMA, venerdì, 13 maggio <strong>2005</strong>(ZENIT.org).Benedetto XVI haannuciato questovenerdì la sua decisionedi non attendere ilperiodo di c<strong>in</strong>que anni previstodal Diritto Canonicoper l’avvio della causa diBeatificazione di GiovanniPaolo II.Durante l’<strong>in</strong>contro con ilclero della diocesi di Roma,svoltosi nella Basilica di SanGiovanni <strong>in</strong> Laterano, il Papaha letto il seguente annuncio<strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o: “Il Sommo PonteficeBenedetto XVI (…) hadispensato dal tempo di c<strong>in</strong>queanni di attesa dopo lamorte del Servo di Dio GiovanniPaolo II (Karol Wojtyla),Sommo Pontefice”(“Summus Pontifex, BenedictusXVI, dispensavit atempore qu<strong>in</strong>que annorumexspectationis post mortemServi Dei Ioannis Pauli IISummi Pontificis”).Un immenso applauso,risuonato nella Cattedrale,ha <strong>in</strong>terrotto le parole delSanto Padre. Joseph Ratz<strong>in</strong>gersorrideva, visibilmenteemozionato.Con questo annuncio BenedettoXVI, 42 giorni dopo lamorte di Karol Wojtyla,risponde al grido ripetuto piùLa sofferenza portò con dignitàe diede speranza alla tarda età.Giunto senza voce al “Consummatum est”,consegnò la “Croce” al suo “Christus Rex”Antonio TardivoGiovanni Paolo IIvolte <strong>in</strong> piazza San Pietro <strong>in</strong>Vaticano l’8 aprile, giornodelle sue esequie: “Santosubito!”.Il Papa ha scelto come dataper l’annuncio il 13 maggio,giorno della memoria liturgicadella Verg<strong>in</strong>e di Fatima,alla quale Giovanni Paolo II,come ha riconosciuto nelsuo testamento, pensava didovere il fatto di essererimasto <strong>in</strong> vita <strong>in</strong> seguitoall’attentato che subì il 13maggio 1981.La sala stampa della SantaSede ha pubblicato pocodopo il rescritto della Congregazioneper le cause deiSanti che registra la decisionedel Pontefice, “suistanza” del card<strong>in</strong>al CamilloRu<strong>in</strong>i, Vescovo vicariodella diocesi di Roma.Giovanni Paolo II si è avvalsodella sua facoltà di dispensaredal periodo di attesa perl’<strong>in</strong>izio di un processo dibeatificazione nel caso diMadre Teresa di Calcutta,morta il 5 settembre 1997 ebeatificata il 19 ottobre 2003.Il card<strong>in</strong>al José Saraiva Mart<strong>in</strong>s,prefetto della Congregazioneper le cause deiSanti, ha ricordato che nelcaso della beata Teresa diCalcutta il Papa avevadispensato da circa due annidi attesa, mentre <strong>in</strong> questocaso la dispensa è totale, ditutti e c<strong>in</strong>que gli anni.In alcune dichiarazioni alla“Radio Vaticana”, il porporatoportoghese ha spiegatoche ora il protagonista dellacausa, che è il Vicariato diRoma, “dovrà procedere allaapertura ufficiale della causadi Beatificazione, nonchéalla nom<strong>in</strong>a di un postulatoredella causa”.“Sotto la guida del postulatorevengono raccolti i documentie viene preparatoaltresì l’elenco dei testimoniche testimonieranno levirtù eroiche di GiovanniPaolo II”, ha aggiunto.“Ovviamente tutto questorichiede del tempo, ma ciauguriamo davvero che tuttoproceda con celerità e chequanto prima possiamovenerare Giovanni Paolo IIsugli altari. È tutta la Chiesache ha proclamato questasantità e ha detto: ‘Per noi,Giovanni Paolo II è stato unvangelo vivente, ha vissutoil Vangelo nella sua radicalità,è stato veramente unsanto’. E ‘vox populi, voxDei’ (la voce del popolo è lavoce di Dio)”, ha conclusoil card<strong>in</strong>ale.I BAMBINICI GUARDANO...Idi Emanuele Ligresti (10 anni)n questi giorni, ognivolta che accendevola televisione il telegiornaleparlava sempre delPapa, che stava male e stavaper morire. Mentre vedevola gente che piangeva, iomi sentivo triste perché ilPapa era buono con tutti, anchecon i bamb<strong>in</strong>i, e tutti loamavano. Però il Papa hasofferto tanto perché lui nonvoleva la guerra e nessunolo ha ascoltato e sono mortitanti bamb<strong>in</strong>i. Forse gli uom<strong>in</strong>iche hanno fatto leguerre non gli volevano tantobene.Quando il Papa è morto questiuom<strong>in</strong>i sono andati al funeralea piangere il Papa, maperché questi uom<strong>in</strong>i quandoè morto il papa piangevanoe quando il Papa eravivo non lo volevano ascoltare?Forse non capivano lasua l<strong>in</strong>gua, ma anche se parlava<strong>in</strong> maniera strana, io locapivo benissimo.


AttivitàP. ALEX ZANOTELLIALLA BOTTEGA “IL FIORE”Gli Amici della BottegaLa Bottega “Il Fiore,per un commercioequo e solidale” hapromosso, poco tempo fa,un <strong>in</strong>contro con padre AlexZanotelli, missionariocomboniano.Alex ha risposto all’<strong>in</strong>vitodel nostro amico Aldo, chelo aveva conosciuto ed apprezzato<strong>in</strong> un analogo appuntamentotenutosi <strong>in</strong> unalocalità vic<strong>in</strong>o Arezzo. Ma lanostra conoscenza della figuracarismatica di questoprofeta dei nostri tempi, risalea quella bellissima fraseesposta <strong>in</strong> Bottega, dovesi dice appunto che le botteghedel mondo devono essereluogo di coscientizzazionee di relazione tra persone.Già di qui trapela l’idea diZanotelli, quando parla di“comunità di resistenza”.Tanti gli <strong>in</strong>tervenuti, quellasera, ad ascoltarlo con grande<strong>in</strong>teresse, c’era anche ilnostro s<strong>in</strong>daco, perché Alexnon è solo un uomo di fede,ma un teologo e giornalista(è stato direttore della rivistadei comboniani Nigrizia dacui venne allontanato nel1987 per aver denunciato ilcommercio illegale delle armi).Un uomo, dunque, chesa leggere l’attualità alla lucesalvifica del vangelo di<strong>Cristo</strong>, un prete scomodo,a suo tempo emarg<strong>in</strong>ato daquella parte della Chiesache non sa o non vuoleguardare oltre.Il messaggio di Zanotelli, algiorno d’oggi, ci sembraquello di “uno che grida neldeserto”, ma di queste vociabbiamo bisogno e non dichi ci dice: “va tutto bene,dai qualche sold<strong>in</strong>o ai poverie fatti i cavoli tuoi”. Alexci mette <strong>in</strong> crisi perché dice:“Gente, tra 50 anni, secondogli scienziati, vivremo unasituazione tragica per il nostropianeta!” E non è il solitocatastrofismo: lui parla– dati alla mano – di privatizzazionedell’acqua (ungiorno per essa si faranno leguerre come per il petrolio,dice) di accentramento dellericchezze nelle mani dipochissimi, di avanzamentodella povertà, mentre <strong>in</strong>dividuanegli attuali poterif<strong>in</strong>anziari quel “Mammona”di cui <strong>Cristo</strong> ci parlanel vangelo.Alex è piccoletto ma le sueparole hanno una forza che gliviene dallo Spirito. Dopo glianni vissuti a Korogocho, <strong>in</strong>Africa, tra i diseredati dellastoria, ha scelto di vivere <strong>in</strong>un’altra periferia del mondo,il quartiere Sanità di Napoli.Dice che non bisogna “aiutare”i poveri ma restituirgliquello che gli è stato tolto.“Questo sistema – al di làdei disastri che sta facendo– che ammazza per fame,che ammazza per guerra,che ammazza il pianeta… ciammazza dentro, ci togliel’anima, ci rende cose, ciatomizza [...] la societàoggi è atomizzata, ognunoper sé…”.Alex cita anche un documentofatto da un gruppo diChiese <strong>in</strong> occasione dell’Assembleadell’AlleanzaRiformata Mondiale svoltasiad Accra (Africa) nel2004, allegato alla rivistaRiforma (che si può trovare<strong>in</strong> Bottega) <strong>in</strong> cui si dice –tra l’altro – che “non ci sipuò mascherare dietro la facilescusa che i problemi eticisono secondari ai granditemi teologici” e si stigmatizzaun’ideologia che, conla falsa promessa di salvareil mondo per mezzo dellacreazione di ricchezza e prosperità,è responsabile di unasofferenza umana che potrebbeessere evitata.Zanotelli ci ricorda i paesistrozzati dal debito (2500miliardi di dollari) e di comeil compianto GiovanniPaolo II nella Sollecitudo reisocialis parlò di “strutturedi peccato” riferendosi a chicontrolla il sistema f<strong>in</strong>anziarioche ha messo <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhiol’80% della popolazionemondiale.Nasce dall’esigenza di combatterequesto sistema, secondolui, il contesto delleBotteghe del commercioequo: “Ci sono delle regolecommerciali che provengonoda un sistema profondamente<strong>in</strong>giusto – dice – equ<strong>in</strong>di le botteghe del mondoservono ad aiutare a capirequesto: che le regoledel gioco devono esserecambiate”.“Ogni bottega – conclude –dovrebbe essere un luogodove si riuniscono piccolecomunità: io le chiamo “comunitàdi resistenza”. Èfondamentale che ci sia unacomunità che abbia il coraggiodi <strong>in</strong>contrarsi, io hoavuto delle esperienze bellissimecon tante botteghe.È bello questo trovarsi ricchigli uni degli altri, questo<strong>in</strong>coraggiarsi vicendevolmente…è la gioia del vivereche viene dall’<strong>in</strong>contro,dai volti…”.Vorremmo che questo messaggiodi padre Zanotelligiungesse a tutti, <strong>in</strong> particolarealle comunità <strong>parrocchia</strong>li,per ridare senso al dirsicristiani, ritrovare la gioiadella condivisione e riscoprirenell’Altro la nostraUmanità perduta.P.S. È possibile trovare <strong>in</strong>Bottega il DVD o la videocassettadell’<strong>in</strong>contro.


AttivitàVERIFICANDOIL CATECHISMOcont<strong>in</strong>ua da pag<strong>in</strong>a 1non <strong>in</strong>terpellare l’<strong>in</strong>tera societàcivile, chiamata <strong>in</strong>fatti,nel referendum del 12 giugnoprossimo, ad esprimere il suoparere <strong>in</strong> proposito.La nostra coscienza ci obbligaa documentarci prima diassumere una qualsiasi posizione.La nostra <strong>in</strong>telligenzaci obbliga a non far nostreidee di altri prima d’averci ragionatopersonalmente ed essercerti di condividerle nelprofondo. Questo, come educatrice,cerco di trasmettereogni giorno ai miei bamb<strong>in</strong>i.Pur <strong>in</strong>segnando religione cattolicanon è tanto importanteper me che essi, oggi, pensandodi compiacermi mi dicanodi voler bene a Gesù,quanto che un domani abbianoimparato a coniugare fideset ratio e siano liberi di crederea Gesù, a dispetto di unmondo che lo rifiuta, senzavergognarsi di dirsi cristiani.I CARE… mi sta a cuore, cheessi siano <strong>in</strong> grado di ascoltare,ragionare, valutare e,specialmente, scoprire gli <strong>in</strong>gannicelati dietro l’eloquenzadi alcuni, per non caderci!È davvero difficile, se pers<strong>in</strong>onoi “adulti”, spesso, ci lasciamoabbagliare da vuoteparole…Ecco allora, <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tesi, l’im-EDUCARE ALLA VITAbroglio <strong>in</strong>sito nella questione:scegliere se la fecondazioneartificialmente assistita sia lecitao meno e, se sì, secondoquali regole, significa stabilirese essa sia un bene per lapersona. Non si tratta – uditeudite – di schierarsi con i cattolicio con la scienza (che,tra l’altro, non sono <strong>in</strong> contrapposizione),bensì mettersidalla parte della personaumana, schierarsi per la vita.Ne è la prova il fatto che anchemolti medici e scienziat<strong>in</strong>on credenti condividano perplessitào siano apertamentecontrari ad alcune tecniche dilaboratorio e procedure che <strong>in</strong>nome della volontà di chi reclamaun figlio a tutti i costi(non più dono ma diritto), distruggonodec<strong>in</strong>e, cent<strong>in</strong>aia,migliaia di embrioni – qu<strong>in</strong>difuturi bamb<strong>in</strong>i, futuri giovani,futuri adulti, ma attualiesseri umani! – e mettono arischio la salute di tante aspirantimamme.Sarebbe bello riassumervipunto per punto le parole concui la Tarzia ha saputo spiegarciil perché i nostri Vescovici chiedono – stavolta sì,come cristiani – di non recarcialle urne il 12 giugno.Sarebbe bello perché il suodiscorso, dall’<strong>in</strong>izio alla f<strong>in</strong>e,di Anna De SantisAl term<strong>in</strong>e dell’annocatechistico è necessariofare una verifica.Sarebbe facile controllarequante cose i bamb<strong>in</strong>ihanno imparato su Gesù, basterebbeorganizzare un m<strong>in</strong>iquiz. Ma non è solo questoil nostro obiettivo. Allora,passiamo <strong>in</strong> rassegna ilcamm<strong>in</strong>o fatto durante l’anno:le <strong>in</strong>iziative attuate, ilrapporto con i genitori, l’<strong>in</strong>tegrazionetra catechesi e liturgia(catechismo-messa).Se abbiamo lavorato bene ifanciulli dovrebbero essere,almeno un po’, capaci dimeravigliarsi, di <strong>in</strong>terrogarsi,di sentirsi co<strong>in</strong>volti. Tuttoquesto potrebbe sembrareprivo di contenuto, maimmag<strong>in</strong>iamo di avere difronte due bamb<strong>in</strong>i del catechismo:il primo ha imparatobene tutte le preghiere edè <strong>in</strong> grado di recitarle d’unfiato (magari senza capirneil senso…); ha assimilato ilcontenuto e v<strong>in</strong>cerebbe di sicuroun concorso di catechismo.L’altro bamb<strong>in</strong>onon conosce tutte le preghiere,ma ha imparato ameravigliarsi davanti a ciòche vede e a lodare Dio perle cose belle. Ha imparato achiedersi il perché, quandole cose non vanno come luivorrebbe. Ha imparato soprattuttoa fare sempre la suaparte perché il Signore “lochiama” ogni giorno, attraversoi genitori, gli <strong>in</strong>segnanti,i nonni, gli amici.Quest’ultimo non v<strong>in</strong>cerebbemai un concorso di catechismo,ma chi tra i due haveramente appreso e <strong>in</strong>teriorizzatoun contenuto? Achi legge la risposta.Qualcuno potrebbe obiettareche il catechismo di PioX (quello domanda e risposta)abbia comunque fattosorgere tanti santi o almenotanti cristiani. Quelle frasierano <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tonia con l’ambienteed entravano <strong>in</strong> circuitocon la vita. Oggi, però,l’educazione alla fede devepartire da atteggiamenti divita che il bamb<strong>in</strong>o possa“respirare” nella comunitàcristiana. D’altra parte Gesù,che se ne <strong>in</strong>tendeva, accarezzavai bamb<strong>in</strong>i, li benediceva,li faceva sentireamati, mentre i grandi discorsili rivolgeva agli adulti.Con la festa del Sacro Cuoreavremo modo di avvic<strong>in</strong>areancora i fanciulli (vediprogramma) e le famigliepotranno esser co<strong>in</strong>volte <strong>in</strong>vari modi. All’<strong>in</strong>terno dellaè stato impostato sull’antropologiaanziché sulla fede,dunque può essere ampiamentecondiviso anche da ch<strong>in</strong>on si professi cristiano.Per saperne di più vi suggeriscodi collegarvi al sitowww.olimpiatarzia.it o di <strong>in</strong>contrarciper fare due chiacchierealla festa del SacroIL GRUPPO GIOVANI IN USCITAPRESSO IL SANTUARIOROMANO DEL DIVINO AMOREfesta i catechisti potranno riferireai genitori sul camm<strong>in</strong>ofatto durante l’anno e annunciarei progetti per ilprossimo anno e, a loro volta,potranno chiedere ai genitorile loro impressioni sullavoro svolto e su come ifanciulli hanno vissuto il catechismo.Sarà qu<strong>in</strong>di importanteessere presenti, <strong>in</strong>nanzitutto…quanto al seguito,come abbiamo imparatonell’umiltà del nostroservizio, lasceremo che i semigettati prendano vita dalterreno.Cuore, presso lo stand <strong>parrocchia</strong>le,ricordando chequesta non è una guerra di religione,ma una lotta pacificaper coloro che non possonodifendersi ma hanno comunquediritto alla vita, per queifuturi bamb<strong>in</strong>i che, non potendoancora parlare, hannosolo la nostra voce.Al referendum sull’uccisione diembrioni umani;NOI SIAMO per l’astensione:Il 12 giugno IO NON ANDRÒ A VOTARE perché:- gli esseri umani non sono cavie per esperimenti- la fecondazione eterologa crea orfani “per legge”- non si possono sopprimere esseri umani <strong>in</strong>nocenti- la vita umana è <strong>in</strong>violabile f<strong>in</strong> dal concepimento- la salute della donna deve essere tutelata- esistono efficaci terapie con stam<strong>in</strong>ali adulte- mi oppongo al delirio di una scienza disumana- il capriccio di pochi diventerebbe legge dello stato- votando favorirei il raggiungimento del quorum- non esiste un “diritto al figlio”Il 12 giugno non andrò a votare perDIFENDERE LA VITAe fare fallire questi referendum!


AttivitàAL DI LÀ O TRAMITE L’EMOZIONE,L’INCONTRO CON GESÙ?di Nadia AntoniettiSfoglio un album fotografico:immag<strong>in</strong>i<strong>in</strong> bianco e nero ritraggonobamb<strong>in</strong>i nel giornodella loro prima Comunione.Gli abit<strong>in</strong>i bianchi, lemani giunte, le facc<strong>in</strong>e emozionate.Accanto a loro lecatechiste, m<strong>in</strong>igonna e occhialidai bordi spessi, liguidano amorevolmente. Edeccoli, ora, <strong>in</strong>torno all’altarecon il capo ch<strong>in</strong>o, mentrecercano di “dire qualcosa diimportante a Gesù”. Sullaprima pag<strong>in</strong>a dell’album uncartonc<strong>in</strong>o colorato recita:“Ricordo della prima comunionedi Nadia Antonietti,11 maggio 1972”. Gli annisono passati, ma l’emozioneè ancora viva!Da allora <strong>in</strong>numerevoli volteho partecipato del Misteroeucaristico, da allora quelpane e quel v<strong>in</strong>o mi hannoaccompagnato costantementeanche quando guardavoda un’altra parte.Quando il dolore attraversal’anima con la sua lamafredda, sono stati con me,mi hanno fatto alzare losguardo verso la croce e mihanno dato la certezza diavere un “Cireneo” propriospeciale: Gesù stesso.Quando la gioia esplode nelPRIME COMUNIONIAccompagnati dallecatechiste: Barbara,Rosanna, Biagia eSuor Agnese, riceverannol’Eucaristia domenica 22maggio:Balsamo LucreziaBruno LorenzoCanti IlariaCanti OmbrettaD’antonio MariaemmaFresilli GiorgiaGuglielmucci LorenzoKogoi ChiaraLocci Viola RobertaLongobardi FrancescoLuciani Clarissacuore quale migliore condivisione?Quando il dubbio ti assalechi ti solleva e ti scalda conla speranza della sua presenzaviva?E poi ci sono i giorni dellecomunioni “distratte”, chepesano sull’anima come sorris<strong>in</strong>on corrisposti, abbracc<strong>in</strong>on dati.Guardo mia figlia, guardo ibamb<strong>in</strong>i del catechismo chenel mese di maggio riceverannola prima Comunione,<strong>in</strong>contro i loro occhi pieni diaspettative, il loro entusiasmotrasbordante… accompagnarliall’<strong>in</strong>contro con ciòche per noi è “fonte e culm<strong>in</strong>e”del nostro essere cristiani,come genitori e comecatechisti, è veramente unaresponsabilità!Dare loro la possibilità di att<strong>in</strong>gerea questo miracolo,dono di chi ci ama da sempre,deve essere il nostro impegno.Sta a noi fare <strong>in</strong> modo chela prima Comunione non restiil primo ed ultimo <strong>in</strong>controcon Gesù (prima del matrimonio),sta a noi accompagnarlicon serenità e gioiatra le braccia di chi ci ha assicuratoche ci sarà sempre.Paol<strong>in</strong>i DanielePisano NoemiRauccio AndreaStrippali MichelaAmoruso VanessaCapparella LucaDe Angeli BeatriceDe Santis SilviaDi Domenico RobertaDidone MirianaIengo AnnaImpecora GiuliaLombardi AngelicaPompili Mart<strong>in</strong>aQuattrone GiorgioRicci FedericoSalvati CristianoSalvati SamueleValergi CristianVentre MarcoBoccardo LucaFioravanti CarolaMangia ClaudiaMangia ElisaPietrasanta GiadaStagno RiccardoBelati Mart<strong>in</strong>aAccompagnatidalle catechiste: Nadia,Daniela, Anna Maria eAnna C., riceverannol’Eucaristia domenica 29maggio:Armeni GabrieleBuccam<strong>in</strong>o SimoneCarletti ElenaCuscunà AndreaD’Agost<strong>in</strong>o RiccardoDe Vecchis VittoriaDi Domenico AngelaDieguez GiuliaFalasca MatteoFrau PriscillaGugg<strong>in</strong>o DavideIadeluca JessicaImperato AlessiaInzirillo GiuliaIaime GiuliaLeone EmanueleMass<strong>in</strong>i PilwiMorelli SilviaPriori IvoleandroR<strong>in</strong>aldi FedericaVirgili CristianoVulcano FedericaZazza Valent<strong>in</strong>aConte ClaudiaCarotenuto SilviaLa Montagna DarioSacco AndreaAngelillo FrancescoCarderi LorenzoCastagna PietroCesaretti FedericoCianca AlessioFar<strong>in</strong>elli Valent<strong>in</strong>aFiaschi GiuliaFais RiccardoGnazi GiorgiaMasucci GiuliaMugavero AlessioMunafò LucaParente MarziaPassivanti SimoneSargenti MichaelTroiani EricaAccompagnatidalle catechiste:Chiara, Luciana e Lidia,riceveranno l’Eucaristiadomenica 5 giugno:Allocca DavideAndrioli RiccardoBruno GabrieleLaudisa DavideLemma ValerioMariacalis SofiaMasaccessi Maria ChiaraRuscito MirkoAndrioli LucaCarnevali ChiaraCastellana ManuelCiccarello AndreaCarbisiero AntonioDi Nardo Giulia MichelaGaudenti SerenaRefi CristianaTurchi AlessioTurchi FrancescoPicci SilviaEsposito LucaPallozzi Lavorante FedericaZangari AngelaNista GiuliaDomenica 15 maggio,hanno ricevuto la Cresima<strong>in</strong> Cattedrale a La Storta,i giovani:Del Pico AzzurraDel Pico Mart<strong>in</strong>aFioravanti CarloGigante FabioGigante GabrieleLanna FrancescaPilerci RaffaellaRicchiuti AnneRiedi SimonaSebastianelli MarcoSilvestri PasqualeSposito AntonioSposito EmanuelVurchio AlessandraCampofranco Roberta


La Voce con un po’ di sentimentoDON PIETROE LA PRIMA PIETRAdi Marisa Alessandr<strong>in</strong>iLa speranza è un atteggiamento umano che proietta <strong>in</strong> avantii sentimenti e i desideri, però si nutre di passato.A volte, <strong>in</strong>fatti, per ritrovare la speranza per proseguire, bisognaguardare al proprio passato: nelle vicende più o meno difficili,nelle tracce anche m<strong>in</strong>ime lasciate dai nostri passi, leggeremola nostra storia e ci accorgeremo che tutto è potuto succedereperché la speranza è la nostra <strong>in</strong>separabile compagnadi viaggio.Quest’anno ricorre il decimo (!) anniversario della scomparsadel nostro amato don Pietro Contaldo, parroco del SacroCuore di Gesù dal 1992, che moltissimi di noi ancora ricordano.Così, nel caso ci fossimo fermati pensando di essere arrivatio, semplicemente, per riposare, sarà opportuno ripartireproprio da lì, da quella domenica matt<strong>in</strong>a del 30 aprile del1995… e ripercorrere la lunga strada fatta…Ricordo che la matt<strong>in</strong>adi quella fatidicadomenica, mentre miavviavo alla Messa delleundici, notavo gruppetti dipersone che confabulavanoall’esterno della nostra chiesa,soprannom<strong>in</strong>ata “il prefabbricato”– perché tale era– e la cosa mi meravigliavaperché le undici erano scoccatee io, sapendo di essere<strong>in</strong> ritardo, mi aspettavo chela gente fosse già entrata.C’era un motivo. Mi venne<strong>in</strong>contro Maria Grazia, cheora non vedo più, ma all’epocamolto assidua. Midisse: “Pare che sia mortodon Pietro, che l’abbianoammazzato”.Intanto fuori la chiesa eratutto un parlottare. Le notizieandavano man mano serpeggiandotra la gente, venivanoriprese, rivedute, corrette eornate di ‘frange’ personali,più o meno appropriate.Si scavò nel personaggio donPietro. Dell’evento si parlavacercando di negare f<strong>in</strong>oall’evidenza fatti e circostanzeanche imbarazzantiche poi, però, venivanoespresse. Forse sarebbe statomeglio tacere. Nel pomeriggiovennero i giornalisti. Parlaicon uno di loro. E resi lamia testimonianza, senza cercaredi <strong>in</strong>censare – sarebbestato peggio – ma raccontandochi era stato don Pietro perla sua comunità. Cercai difornire un’istantanea reale diquello che lui era stato. Unuomo eccezionale, un uomoda seguire perché di buoniesempi ne dava tanti. E raccontaidella sua <strong>in</strong>iziativachiamata “il boccone deipoveri”. Il giornalista fu <strong>in</strong>teressatoa questo particolare el’<strong>in</strong>domani lo riportò nel suoarticolo.E la sua filosofia, che era poiregola di vita, era tutta qui:dare ai fratelli che hannobisogno. Una regola semplice,ma tanto difficile da mettere<strong>in</strong> pratica. Perché lanostra carità, che <strong>in</strong> fondo èdentro ciascuno, funziona a<strong>in</strong>termittenza. Posso aiutareuna, due volte... ma la terzavolta c’è sempre qualcosache ha la meglio sull’<strong>in</strong>izialeatteggiamento. Per cui ionon posso dire che non facciola carità. Ma non possoneanche dire che il Vangelosia la mia regola di vita.E l’<strong>in</strong>termittenza nell’essereaderenti al Vangelo, fa di noiuna categoria di <strong>in</strong>affidabili.Siamo con Gesù quasi sempre,ma al momento opportuno,quando servirebbe dipiù, <strong>in</strong>vece no.Don Pietro c’era sempre. Perle grandi, importanti cose,ma anche per le piccole.Quando venni ad abitare alMiami, io ebbi bisogno dilui. Erano anni che vivevoormai da “<strong>in</strong>termittente”conclamata. E sì che ilSignore di richiami me neaveva fatti. Mi rivolsi a donPietro per farmi benedire lacasa, nella quale non riuscivoa trovare quella pace cheforse mancava dentro di me.Un pomeriggio lui venne.Dopo la benedizione, scambiammoqualche parola. Lu<strong>in</strong>otò che dip<strong>in</strong>gevo. Mi chiesedi decorare delle maiolicheche riportassero il nomedella <strong>parrocchia</strong> “SacroCuore di Gesù”. Fui felice difarlo, forse per vanità, per ilfatto che altri avrebberopotuto constatare la mia bravura.Lungi da me il pensieroche, <strong>in</strong>vece, scrivendo perla prima volta nella sua storiail nome della mia <strong>parrocchia</strong>,avrei <strong>in</strong>dissolubilmentelegato ad essa le vicendedella mia esistenza.La messa che si svolse perle sue esequie nella chiesadi S. Maria del Rosario fupartecipatissima. C’era lagente del Campo Sportivo,del Cerreto, del Miami, unpo’ della Ladispoli “storica”,di Cerveteri, del Sasso. Nellasua splendida omelia ilVescovo Buoncristiani disse:“A noi è richiesto almeno unsegno di bontà. E sono certoche il Signore – al contrariodegli uom<strong>in</strong>i che sono semprepronti a giudicare, puntandoil dito sulle oscurità edimenticando tutto il restodi generosità e di altruismo– si accontenta anche dipoco, di un pensiero, di unosforzo, pers<strong>in</strong>o di un bicchiered’acqua offerto <strong>in</strong> suonome, magari di una <strong>in</strong>vocazioneaccorata pronunciata<strong>in</strong> un momento di desolazionee di disperazione. Ciòche conta è che confidiamo<strong>in</strong> lui, riconoscendo la nostradebolezza e il nostro peccato”.E con queste parole tacitavaogni forma di pettegolezzoe di giudizio eventualmentevenutasi a creare.Della celebrazione, a partele confortanti parole dell’omelia,non ricordo moltoaltro, perché credo di averpianto praticamente sempre.Ma non ero la sola. C’erauna signora, che allora conoscevodi vista, e che oggi<strong>in</strong>vece conosco molto bene,che stette sempre <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhioa piangere convulsamente.A un tratto si girò. Leguardai il volto disfatto.Questa è l’immag<strong>in</strong>e nitidache ho di Rita.Un anno dopo, <strong>in</strong>occasione delprimo anniversariodella morte,alcuni <strong>parrocchia</strong>nisi occuparonodi redigereuna pubblicazionealla memoria.“Laprima pietra”,si<strong>in</strong>titolava.In effetti era statamessa proprio la prima pietra.Le belle parole, scritteda tutti quanti, facevano dacornice ad alcune foto,altrettante perle della memoria.In una foto c’è V<strong>in</strong>cenz<strong>in</strong>ae Alba. Dove sonoandate? C’è un Aldo Piersanticon i capelli lunghi.Una suor Maddalena piùgiovane e <strong>in</strong> carne. E poimolti che oggi sono degliadulti andati ciascuno per leproprie strade. Allora, chiudemmola lettera di salutocon una promessa: quella diproseguire quello che luiaveva com<strong>in</strong>ciato.Ebbene, dopo quella primapietra, ne abbiamo postaun’altra. E poi un’altra. Eun’altra ancora. Non ci sonostate pietre scartate daicostruttori. Anzi. I costruttorisi sono dati il cambio nelposare man mano le pietre.Poi, magari, alcuni sonoandati via. Ma la costruzionedi questa chiesa, dimattoni e di persone, nonsi è mai <strong>in</strong>terrotta. Eancora oggi sta proseguendoalacremente.


La Voce con un po’ di sentimento“Non possiamo vivere senza l’Eucarestia”RIFLESSIONI DI UN MINISTRO STRAORDINARIO DELLACOMUNIONE A MARGINE DELLA FESTA DEL SACRO CUOREdi Maurizio PirròIl racconto biblicosulla Creazione, conmolta semplicità, cispiega come Dio abbia creatodal nulla il mondo contutte le sue meraviglie. Si diceche il settimo giorno si riposò.Ebbene quel riposo èstato da me <strong>in</strong>terpretato comeil suo essere felice peraver fatto il proprio dovere<strong>in</strong> maniera esemplare.Pertanto da ciò l’Uomo ha<strong>in</strong>tuito che, dopo una settimanadi duro lavoro, il bisognodi svagarsi fosse necessario.Da allora ogni scusaè buona per festeggiare,<strong>in</strong> famiglia, tra amici, <strong>in</strong> comunità.Per questo motivola nostra comunità, tra letante occasioni liete, festeggiala ricorrenza del SacroCome ogni anno lanostra comunità è <strong>in</strong>fervida e laboriosa attesadella Festa del Sacro Cuore,a cui essa è <strong>in</strong>titolata, percelebrare e vivere gioiosamenteuna straord<strong>in</strong>aria occasionedi preghiera, riflessionee di grande agapicaconvivialità. Ad un osservatorepoco attento e pococo<strong>in</strong>volto, tale festa potrebbeapparire come una delletante che costellano l’annoliturgico. In realtà è una opportunitàper riflettere sullaessenziale necessità di sedarela nostra fame di Diocon un pane particolare, unpane di Vita spirituale: l’Eucaristia.Nella nostra Chiesacampeggia la famosa frase,proferita dai martiri diAbitene d<strong>in</strong>anzi al procuratoreromano, che li accusavadi lesa maestà: “Senza ladomenica non possiamo vivere”.Infatti, la domenica èil giorno del Signore, giorno<strong>in</strong> cui celebriamo il Misteropasquale, ascoltiamola Parola, partecipiamo all’Eucaristiafacendo, così,memoria della sua passione,della sua risurrezione e dellasua gloria, rendendo a luigrazie. Pertanto per il cristiano,quello vero, quello<strong>in</strong>namorato di <strong>Cristo</strong>, valel’equazione Domenica =Eucaristia. Ora, ditemi voicome potremmo, se ci def<strong>in</strong>iamocristiani autentici, farea meno della domenica e,dunque dell’Eucaristia?Purtroppo, oggi, la societàconsumistica ci conduce adun progressivo abbandonodel giorno della domenica,relegandolo ad una mera occasioneper lo shopp<strong>in</strong>g,svilendo la concezione chel’uomo ha di sé, del rapportocon gli altri e del tempoche vive. La domenica è ilgiorno del Signore e dunquedella sua Chiesa, giorno <strong>in</strong>cui tutta la comunità cristianaè riunita a costituireun’anima sola. E proprioper mezzo dell’Eucaristia ègiustificata (salvata), motivandofortemente la fede, lasperanza e la carità di ognunodi noi. Ciò non si esaurisceal term<strong>in</strong>e della celebrazionema prosegue durantetutta la settimana perriprendere energia e vigoreal successivo appuntamentodomenicale. Ed è <strong>in</strong> questocontesto che si sviluppala presa di coscienza di ognicristiano che voglia mettersial servizio della Chiesacon i tanti m<strong>in</strong>isteri che Essastessa dispone per chi voglia,veramente, ricercare laspiritualità del servire. Sonom<strong>in</strong>istro straord<strong>in</strong>ariodella Comunione da quandoho avvertito prepotentemente,qualche tempo fa, talechiamata. Non mi bastavapiù, ispirandomi al Giuramentod’Ippocrate, dispensarediagnosi e medic<strong>in</strong>e perla cura dei corpi, se purecon dedizione e professionalità,così mi sono domandatoad un certo punto: e leanime?Ed è qui che ho scoperto lagioia e la responsabilità diLa festa del Sacro Cuore:UN MODO PER AMARE LACOMUNITÀ E DARE SPERANZAdi Silvana PettiCuore di Gesù, per noi la festaper eccellenza, che quest’annocade nei primi giornidel mese di giugno. Per la<strong>parrocchia</strong> è un momento diimpegno notevole perchétutti i gruppi si <strong>in</strong>contranoper organizzarsi, fare propostee dividersi le responsabilità,aff<strong>in</strong>ché la festa siabella, partecipata e co<strong>in</strong>volgente.Ma, come <strong>in</strong> ogni famigliache si rispetti, perraggiungere l’armonia sipassa, talvolta, attraverso loscontro tra diverse op<strong>in</strong>ioni,<strong>in</strong> quanto ognuno ritiene –<strong>in</strong> buona fede – di essere nelgiusto. Alla f<strong>in</strong>e, comunque,prevale il buon senso. Tuttociò è un sano <strong>in</strong>segnamentoper aiutarci a crescere e mettere<strong>in</strong> pratica le esperienzeportare la “domenica”(=Eucaristia) a casa dell’ammalato.Ho compresoche non era necessario domandarsichi fosse il mioprossimo, bensì fosse piùutile stare accanto a chi, <strong>in</strong>quel momento meno fortunatoe ne avesse avuto bisogno.Basta mettersi al suoservizio con carità e amore,nel rispetto della sua dignitàper ricevere <strong>in</strong> dono l’immag<strong>in</strong>edi chi soffre ma, nonostantetutto, cont<strong>in</strong>ua amanifestare la gloria di Dio.Perché la via della santitàpassa attraverso la croce.trascorse. Quanto di positivovi sia stato <strong>in</strong> passato èl’esempio da seguire, particolarmenteper chi costituiscelo “zoccolo duro” dellacomunità ed è osservato comeun riferimento. Infatti,l’essere diversi è una ricchezzache non va sprecatae che ci esorta a non arrenderci,altrimenti sarebbe unasconfitta.La festa è un momento diamore da donare e da ricevere,un’opportunità che civiene concessa per stare <strong>in</strong>siemee dividere con gli altr<strong>in</strong>on solo la sofferenza maanche la gioia che si può tradurre<strong>in</strong> un abbraccio ancheda chi non ti aspettavi.Prepariamoci a questo eventocon uno spirito di pace econ la speranza che tutto sirealizzi nel migliore dei modi.Con l’aiuto del Signorequesta speranza per me è giàcertezza. Mi auguro e vi augurouna buona festa. Io cisarò e voi?


La Voce con un po’ di sentimentoRINATI IN CRISTO★ GIULIA SITKObattezzata il 27 marzo <strong>2005</strong>★ HOLLY FORTIbattezzato il 2 aprile <strong>2005</strong>★ ALESSANDRA DUMEAbattezzata il 2 aprile <strong>2005</strong>★ DAYANA BRACCINIbattezzata il 3 aprile <strong>2005</strong>★ NOAH BRACCINIbattezzata il 3 aprile <strong>2005</strong>★ ALESSIA ESPOSITObattezzata il 3 aprile <strong>2005</strong>★ TOMMASO ROSATIbattezzato il 3 aprile <strong>2005</strong>★ GIANLUCA TROIANIbattezzato il 3 aprile <strong>2005</strong>★ GIORGIA SANTIbattezzata il 6 aprile <strong>2005</strong>★ FLAVIA SECAbattezzata il 9 aprile <strong>2005</strong>★ CRISTIAN ALFANIbattezzato il 10 aprile <strong>2005</strong>★ FRANCESCA MALDERAbattezzata il 10 aprile <strong>2005</strong>★ VIOLA ROBERTA LOCCIbattezzata il 16 aprile <strong>2005</strong>★ FRANCESCO USSIA SPINACIbattezzato il 16 aprile <strong>2005</strong>★ GAIA CLEMENTINIbattezzata il 17 aprile <strong>2005</strong>★ ALICE CENCIARELLIbattezzata il 24 aprile <strong>2005</strong>★ LETIZIA DE MUZIObattezzata il 24 aprile <strong>2005</strong>★ FRANCESCO DI PIETRObattezzato il 24 aprile <strong>2005</strong>★ PAOLO PEDERIVAbattezzato il 24 aprile <strong>2005</strong>★ DANIELE PELOSIbattezzato il 24 aprile <strong>2005</strong>★ GABRIELE PROCESIbattezzato il 30 aprile <strong>2005</strong>★ MATTIA NESPOLAbattezzato il 1° maggio<strong>2005</strong>★ MARIANGELA SPINAbattezzata il 1° maggio <strong>2005</strong>★ GIULIA PARADISIbattezzata il 1° maggio <strong>2005</strong>★ NATALIE SERENA DI NARDObattezzata il 7 maggio <strong>2005</strong>RIPOSANO IN PACE✠ ANGELINA TREMATERRAdeceduta il 20 marzo <strong>2005</strong>✠ DORALICE CELLINIdeceduta il 27 marzo <strong>2005</strong>✠ MARIA LUPINIdeceduta il 31 marzo <strong>2005</strong>✠ SILVIO LAIdeceduto il aprile <strong>2005</strong>✠ ELENA ASSUNTA SCATTOLINdeceduta il 5 aprile <strong>2005</strong>✠ PATRIZIA GRECOdeceduta il 6 aprile <strong>2005</strong>✠ LAURA BORGHINIdeceduta il 18 aprile <strong>2005</strong>✠ LUIGI ASPREdeceduto il 21 aprile <strong>2005</strong>✠ LUIGI MARRICCOdeceduto il 25 aprile <strong>2005</strong>✠ MARTINO ARCAdeceduto il 9 maggio <strong>2005</strong>✠ ALFREDO VERTULLOdeceduto il 10 maggio <strong>2005</strong>✠ ADALGISA MARIA FOLLINAdeceduta il 10 maggio <strong>2005</strong>★ MARTINA PERELLIbattezzata l’8 maggio <strong>2005</strong>★ RICCARDO SARGENTEbattezzato il 15 maggio <strong>2005</strong>★ ALESSIA CASTAGNAbattezzata il 15 maggio <strong>2005</strong>★ GAIA ANTONUCCIbattezzata il 15 maggio <strong>2005</strong>GRATI AL SIGNOREGAETANA PILERCI eLUCA RUGGIEROmatrimonio il 23 aprile <strong>2005</strong>DIONISIO ROSSI eROSARIA RITO25° di matrimonio il 29 aprile <strong>2005</strong>SOTTO LA STESSA CROCE,CANTANDO AD UNA VOCEdel Gruppo GiovaniÈgiunta anche qui da noi!Sì, la croce, quella che damesi sta girando di gruppo<strong>in</strong> gruppo giovani, nelle varieparrocchie della nostra diocesi.Ci è stata portata una domenicadi aprile dalla <strong>parrocchia</strong>Santissima Tr<strong>in</strong>ità di Cerveteri econsegnata a noi durante la s.Messa. Con essa un’icona raffigurantela Natività con i Re Magi“venuti per adorare Gesù”. E’stato emozionante per noi viverequesto “passamano” perché ciha ricordato quando GiovanniPaolo II ha consegnato una crocegià dalla prima GMG, ed oraè a Colonia che ci aspetta.Ma oltre a farci pregustare lameravigliosa esperienza che è lìad attenderci, è stata un’occasioneper <strong>in</strong>contrare, ogni sera,le diverse realtà della nostra <strong>parrocchia</strong>(coro, fidanzati, r<strong>in</strong>novamento,cresimandi, famiglie);all’adesione a quell’<strong>in</strong>vito, chesi è trasformata <strong>in</strong> preghiera, lanostra gratitud<strong>in</strong>e.Grazie anche ai nostri sacerdoti,che ci hanno dato l’opportunitàdi vivere quegli <strong>in</strong>contri evedere <strong>in</strong> quella croce non tantole piaghe del Signore crocifisso,quanto la div<strong>in</strong>ità di coluiche si è dato a noi per <strong>Amore</strong> eper diventare prezioso segno diUnità per ciascuno di noi.


Programma Festa del Sacro CuorePARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLIFESTA DEL SACRO CUORE3/4/5 GIUGNO <strong>2005</strong>“Non possiamo vivere senza l’Eucarestia”MARTEDÌ 31 - MERCOLEDÌ 1 - GIOVEDÌ 2- ore 19,00 TRIDUO AL SACRO CUOREVENERDÌ 3- ore 8,30 SANTA MESSA- ore 19,00 SANTA MESSA presieduta da Mons.Nicola Battarelli, canonico di S. Giovanni <strong>in</strong> Lateranosegue- ore 20,00 PROCESSIONE CON LA STATUA DELSACRO CUORE(percorso: via delle orchidee, via delle dalie, via deicampi fioriti, via delle camelie, via dei gelsom<strong>in</strong>i, viadelle viole)- RINFRESCOSABATO 4- ore 9,00 e 19,00 SANTA MESSAMatt<strong>in</strong>a:- SPORTS VARI- STAND GASTRONOMICO ED ALTRI.Pomeriggio:- SPORTS E GIOCHI (gara di aquiloni e m<strong>in</strong>i-olimpiade)Sera:- ore 18,00 / 19,00 TEATRINO DEL GRUPPO DEL-L’ORATORIO- ore 21,00 FULL MUSIC (ITALIANI E STRANIERIANNI 70).DOMENICA 5- ore 9,00; 11,00 e 19,00 SANTE MESSEMatt<strong>in</strong>a:- SPORTS VARI E GIOCHI- PRANZIAMO INSIEME ALLO STAND GASTRO-NOMICO.Pomeriggio:- FINALI DEI VARI SPORTS E GIOCHI.Sera:- VARIE ESIBIZIONI- ore 20,00 SAGGIO DELLA SCUOLA DI CHITARRADI (Crist<strong>in</strong>a ed Eugenio)- FINALE DELLA FESTA CON LA CORRIDAN.B.: Durante i giorni della festa sarà allestita una mostra fotografica su Giovanni Paolo II, nella sala polivalente.I GEMELLAGGI DEL NOSTRO COROOgni tentativo di comunione“oltre glisteccati” va sempreapprezzato. Quando ciò avviene“cantando”, ancorameglio!È ciò che sta succedendo alnostro coro, che da diversimesi ha <strong>in</strong>trapreso la via deigemellaggi con i cori di S.Maria del Rosario di Ladispoli,St. Joseph Little Choirdi Santa Mar<strong>in</strong>ella e PantanMonastero, <strong>in</strong>staurando rapportidi amicizia e nuovi arricchimentimusicali. È statobello cantare <strong>in</strong>sieme <strong>in</strong> Cattedralea La Storta ed è statobello scambiarci le visite ecantare <strong>in</strong>sieme nelle varieparrocchie la domenica...CAMPO ESTIVOPER RAGAZZI8-12 annia CAMALDOLI (AR)DATA:DAL 24 AL 30 LUGLIOCOSTO:€ 230,00Iscrizioni lunedì - venerdìore 16,00 - 18,30DOPO LE PRIME 40 ISCRIZIONI NON SE NE ACCETTANO ALTRE

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