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preghiamo la parola 2°scheda.pdf - Parrocchia di S. Maria Madre ...

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Per riflettere: Dal<strong>la</strong> “scelta fondamentale”, una buona analisi del nostro comportamento si rende necessariaper realizzare quanto Dio chiede attraverso <strong>la</strong> sua paro<strong>la</strong>. 1) Abramo non ha figli e Dio glipromette una <strong>di</strong>scendenza numerosa. Egli crede, ha fede ed opera in coerenza del<strong>la</strong> promessa <strong>di</strong> Dio,e non secondo i dati <strong>di</strong> probabilità che gli vengono dalle sue forze. E noi ci <strong>la</strong>sciamo condurre da Dio?2) La fede cristiana non è solo un’accoglienza ma anche un cammino, che ha una sua logica paradossaleagli occhi degli uomini. Al cuore <strong>di</strong> questa logica sta <strong>la</strong> croce. La croce non può mancare nel<strong>la</strong> vitadell’uomo che intende essere coerente con i propri ideali. Non si tratta semplicemente <strong>di</strong> un incidente<strong>di</strong> percorso, ma del<strong>la</strong> rego<strong>la</strong> del vivere cristiano. Più volte Gesù così richiama le con<strong>di</strong>zioni per seguirlo“Se qualcuno vuol venire <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> me rinneghi se stesso, prenda <strong>la</strong> sua croce e mi segua”.Dal Catechismo degli Adulti “La verità vi farà liberi”(91) … Soprattutto è da ricordare che viviamo tutti in un regime <strong>di</strong> grazia. In mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi, secondo lesituazioni personali e culturali, Dio offre a tutti il dono <strong>di</strong> credere, almeno implicitamente, come per tuttifa sorgere il sole. Nessuno è escluso. Chi è davvero incredulo, vuol <strong>di</strong>re che rifiuta <strong>la</strong> sua cooperazione,come uno che chiude gli occhi al<strong>la</strong> luce del sole e rimane al buio. La fede, infatti, è insieme dono <strong>di</strong> Dio edecisione libera dell’uomo. Dio non si impone, ma si propone; non solo rispetta, ma suscita e sostiene <strong>la</strong>libertà.PreghieraE folgorante <strong>la</strong> luce sul monte dove tu hai condotto Pietro, Giacomo e Giovanni.Quel<strong>la</strong> luce è fatta apposta per rincuorarli,perché quell'immagine rimanga impressa nel<strong>la</strong> loro memoriae non si <strong>la</strong>scino scoraggiare da quanto sta per accadere.E splen<strong>di</strong>da <strong>la</strong> luce che appare ai loro occhie questo li induce a formu<strong>la</strong>re una domanda impossibile:«Fermiamoci, rimaniamo qui per sempre.E così bello vedere <strong>la</strong> tua gloria, contemp<strong>la</strong>re sul tuo volto<strong>la</strong> bellezza <strong>di</strong> Dio che si fa palpabile».E stupenda <strong>la</strong> tua luce, Gesù, ma essa risplende solo per poco:è <strong>la</strong> tua paro<strong>la</strong>, poi, ad accompagnarlilungo il percorso che porta al Calvario, verso <strong>la</strong> croce, verso l'ora del dolore,dell'agonia, del<strong>la</strong> morte.Questa paro<strong>la</strong> li condurrà ad aprire il loro cuore anche al<strong>la</strong> gioia del<strong>la</strong> risurrezionee potranno allora comprendere il senso <strong>di</strong> ogni cosae sapranno affidarti <strong>la</strong> loro esistenza senza timori <strong>di</strong> sorta.Per riflettere: La Chiesa è una comunità che non dorme sognando app<strong>la</strong>usi e trionfi, ma è ben svegliaper cercare <strong>di</strong> vedere <strong>di</strong>etro al quoti<strong>di</strong>ano, <strong>la</strong> speranza dell’eterno. Nelle parole <strong>di</strong> Pietro c’è il riferimentoad una importante festa ebraica: <strong>la</strong> festa delle Capanne. Per otto giorni gli ebrei vivono in capanneper ricordare l’esodo, il viaggio verso il paese che Dio aveva loro promesso. La festa si è caricata anche <strong>di</strong>una forte connotazione messianica ed escatologica. La pre<strong>di</strong>cazione <strong>di</strong> Zaccaria riferisce che, dopo <strong>la</strong> battagliafra il Messia e i suoi avversari, «i superstiti, fra tutte le nazioni che avranno combattuto contro Gerusalemme,vi andranno ogni anno per adorare il re, il Signore degli eserciti, e per celebrare <strong>la</strong> festa delleCapanne» (Zc 14,16). Al<strong>la</strong> fine dei tempi il Messia farà vivere tutti sul Monte degli Ulivi un’eterna festadelle Capanne. Gli apostoli, che conoscevano bene <strong>la</strong> Scrittura, vedendo i segni compiuti da Gesù, comprendonosubito che lui è l’Unto <strong>di</strong> Dio e che il tempo messianico è arrivato. Allora Pietro propone <strong>di</strong>costruire imme<strong>di</strong>atamente le tende. Ma Luca <strong>di</strong>ce che non sapeva quello che <strong>di</strong>ceva.Infatti l’episo<strong>di</strong>o avviene otto giorni dopo l’annuncio che Gesù fa del<strong>la</strong> sua passione e morte. Non hannocapito che nel<strong>la</strong> logica <strong>di</strong> Dio gli onori e gli app<strong>la</strong>usi non rientrano. Non hanno capito che, se voglionovederlo trasfigurato nel<strong>la</strong> gloria, devono vederlo sfigurato dal dolore delle percosse e degli insulti, eanche del<strong>la</strong> morte; devono riconoscerlo re sul<strong>la</strong> croce. Se ci rivolgiamo all’Antico Testamento, tutto convergesu Gesù e ci in<strong>di</strong>ca che il vero Messia è il servo sofferente. Anche noi, che ogni domenica attraverso<strong>la</strong> celebrazione liturgica “saliamo sul Tabor”, abbiamo <strong>la</strong> tentazione <strong>di</strong> costruire tende per acquartierarcinel<strong>la</strong> sicurezza del<strong>la</strong> nostra comunità, nel<strong>la</strong> bellezza del sentire <strong>la</strong> voce <strong>di</strong> Dio che par<strong>la</strong> tramite <strong>la</strong> Scrittura,dello stare con Gesù presente nel Tabernacolo. Ma dobbiamo scendere e andare ad incontrare i fratelli.Solo se sapremo vedere Gesù sfigurato negli occhi <strong>di</strong> chi ha necessità e/o sofferenza, avremo anche<strong>la</strong> capacità <strong>di</strong> vederLo trasfigurato nel<strong>la</strong> gloria.

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