UN CITTADINO DI CARCOSA.pdf
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TEORIA OLOGRAFICAvidi, attraverso un’improvvisa apertura tra le nuvole,la stella Aldebaran e le Iadi. Ogni cosa era un messaggiodalle tenebre: la lince, l’uomo con la torcia eil gufo. Io vedevo, vedevo perfino le stelle in assenzadi oscurità. Io vedevo ma, a quanto pare, nonpotevo essere né visto né sentito. In quale maleficioero intrappolato? Mi sedetti accanto a un albero maestoso,valutando con calma quale fosse la cosamigliore da fare. A quanto pare stavo diventandopazzo, ma non potevo essere certo neanche diquesto. Non avevo febbre. Provavo invece un insolitosenso di leggerezza e forza, una sensazionedi esaltazione fisica e mentale. I miei sensi eranocome allertati; potevo sentire l’aria come fosse tangibile;sentivo il silenzio.Una robusta radice dell’albero gigantesco sotto ilquale mi ero accovacciato includeva tra i suoi dendritiuna lastra di pietra, di cui una parte si incastonavanel recesso di un’altra radice. Sebbene fosseormai abbastanza decomposta, una faccia dellapietra era protetta dalle intemperie. I margini eranolevigati, gli angoli sbriciolati, la parte superiore12