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PUGNO DURO DEL COMUNE - L'Editoriale

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L’Aquila 19 marzo 2008 n. 49<br />

MARINI INCONTRA GLI ALLEVATORI <strong>DEL</strong> COSPA<br />

Gli allevatori del Cospa Abruzzo<br />

hanno manifestato<br />

ieri pomeriggio a Penne<br />

(Pescara), davanti al municipio,<br />

in attesa che arrivasse<br />

il presidente del Senato,<br />

Franco Marini, invitato a un<br />

incontro pubblico.<br />

Notizie dalla Provincia<br />

Quale futuro per la Valle Peligna?<br />

Dopo lo scandalo planetario di<br />

Napoli, è difficile, se non impossibile,<br />

contrastare qualsiasi scempio<br />

ambientale. Immediata, implacabile,<br />

scatta l’accusa di sindrome<br />

Nimby, di egoistica difesa<br />

del proprio giardino. Grazie a<br />

Napoli sono tempi in cui il vignettista<br />

Altan, se volesse passare<br />

dalla fantasia alla realtà, potrebbe<br />

incontrastato collocare il suo impertinente<br />

ombrello dove sappiamo<br />

che più gli aggrada. Ma ci<br />

sono realtà così fragili e progetti<br />

così irrispettosi dell’ambiente che<br />

tacere sarebbe complicità. E noi<br />

non possiamo tacere, altro che<br />

Nimby. C’è una valle, la valle<br />

Peligna, nella quale dovrebbero<br />

essere insediate tre strutture industriali:<br />

una centrale di compressione<br />

del gas, un cementificio, un<br />

inceneritore di medicinali. Tre<br />

strutture notoriamente molto inquinanti.<br />

Ora, la valle Peligna è<br />

una piccola valle, rinserrata da un<br />

muro di montagne alte fino ai<br />

2000 metri del Morrone e ai quasi<br />

3000 della Maiella, per cui il<br />

ricambio dell’aria è pressoché<br />

inesistente. I rari venti vi penetrano<br />

solo in occasioni di temporali<br />

e fortunali incanalandosi<br />

dall’unica porta di accesso alla<br />

valle, le gole di Popoli. Noi vorremo<br />

produrre in proposito rilievi<br />

tecnico-scientifici. Ma questi non<br />

sono disponibili. La valle - che<br />

dovrebbe aprirsi alle industriali<br />

future sorti e progressive, che peraltro<br />

hanno già mangiato e deturpato<br />

la parte più ubertosa della<br />

piana per uno sviluppo fallimentare<br />

- è sconosciuta alla scienza.<br />

Sono mesi che bussiamo ad enti<br />

di ricerca, istituti e università per<br />

conoscere dati scientifici sullo<br />

stato di salute della valle: rilevazioni<br />

e statistiche sui venti, sulle<br />

piogge acide, sulle patologie endemiche<br />

della popolazione. Ma<br />

nessun ente si è preoccupato di<br />

sottoporre ad esame la nostra piana,<br />

che rimane una realtà sconosciuta,<br />

un buco nero. In questo<br />

buco nero, a occhi bendati, si vorrebbero<br />

introdurre tre fonti di avvelenamento<br />

dell’aria. Gli unici<br />

dati che abbiamo riguardano la<br />

centrale del gas SNAM. Silenzio<br />

da parte del cementificio e<br />

dell’inceneritore. Il progetto<br />

SNAM prevede il rilascio annuo<br />

nell’atmosfera di 214,8 tonnellate<br />

di monossido di carbonio e di<br />

216,6 tonnellate di ossidi di azoto.<br />

Sono cifre che dicono poco ai<br />

non addetti ai lavori. Si può capire<br />

cosa significano se vengono<br />

confrontati con qualcosa di familiare:<br />

per esempio, con le auto. E’<br />

sufficiente andare al sito<br />

www.repubblica.it/motori per<br />

fare due calcoli sull’entità<br />

dell’impatto della sola centrale<br />

del gas. Un’automobile da Euro 4<br />

in su può emettere per legge un<br />

massimo di 1g/km di CO<br />

(monossido di carbonio) e di 0,1<br />

g/km di Nox (ossidi di azoto).<br />

Pertanto una macchina che percorre<br />

in un anno 25.000 km rilascia<br />

nell’atmosfera circa 25 kg (t.<br />

0,025) di CO e circa 2,5 kg (t.<br />

0,0025) di Nox. Con elementari<br />

operazioni aritmetiche è facile<br />

calcolare che il progettato impianto<br />

del gas intossica<br />

6<br />

Hanno contestato le istituzioni<br />

per il mancato risarcimento<br />

dei danni prodotti<br />

dagli incendi, dai cinghiali<br />

e per i fondi della Pac, e<br />

hanno detto che le aziende<br />

sono in ginocchio. Il presidente<br />

del Senato li ha ascol-<br />

l’atmosfera come 8.600 auto, che<br />

scarrozzano per la valle per<br />

25.000 km annui, per quanto riguarda<br />

la produzione di CO e di<br />

86.000 auto per quanto riguarda<br />

la produzione di Nox,. In attesa<br />

che da qualche parte giungano<br />

dati attendibili sullo stato di abitabilità<br />

della valle e sulla salute dei<br />

suoi abitanti, ma siamo sicuri che<br />

mai arriveranno, noi una statistica,<br />

una sola, la possiamo rendere<br />

pubblica. E’ l’ unica che abbiamo<br />

trovato perchè è l’unica disponibile.<br />

Dall’ “Atlante della mortalità in<br />

Abruzzo”, curata dal Dipartimento<br />

di Medicina interna e Sanità<br />

Pubblica dell’Università degli<br />

Studi dell’Aquila per il periodo<br />

1990-1994, veniamo a sapere che<br />

la mortalità degli abitanti della<br />

valle Peligna (Sulmona, Pratola,<br />

Pacentro, Introdacqua, Pettorano,<br />

Corfinio, Raiano, Prezza, Bugnara,<br />

Roccacasale, Vittorito, Popoli)<br />

determinata da malattie<br />

dell’apparato respiratorie è la più<br />

alta fra tutte le contrade della regione.<br />

A fronte di una percentuale<br />

del 2,60 per mille dell’Aquila,<br />

del 2,56 di Pescara, del 2,97 di<br />

Avezzano, del 2,26 di Vasto, la<br />

Valle Peligna detiene il primato<br />

con il 3,35. Sono dati che risalgono<br />

a qualche anno fa, ma non si<br />

vede perché si possa ipotizzare<br />

un miglioramento se si è assistito<br />

piuttosto ad un incremento della<br />

motorizzazione e delle fonti di<br />

inquinamento. Sono dati che,<br />

seppure indirettamente, confermano<br />

la staticità dell’aria della<br />

nostra valle e che aggiungono<br />

tati, fermandosi in piazza<br />

con loro, e si e' detto disponibile<br />

ad informarsi per procurare<br />

un incontro con i<br />

rappresentanti del governo<br />

che si occupano del settore.<br />

fondata preoccupazione per ulteriori<br />

fattori di deterioramento.<br />

Senza assolutamente trascurare le<br />

legittime considerazioni sulla vocazione<br />

turistica dell’area e tenendo<br />

presente che proprio i paventati<br />

insediamenti, allocati fuori<br />

dal nucleo industriale, in zona<br />

Case Pente, alla porta del parco<br />

della Maiella, darebbero il benvenuto<br />

ai visitatori desiderosi di tuffarsi<br />

nella natura incontaminata<br />

dei nostri monti. Sono scelte che<br />

confliggono con lo sbandierato<br />

“Abruzzo cuore verde d’Europa”<br />

e le strategie di autentico sviluppo<br />

ecosostenibile. Ma si sa, le brutture<br />

si regalano alle aree più depresse.<br />

Ieri, le scorie radioattive<br />

alla Basilicata, graziata da una<br />

sollevazione popolare, oggi il<br />

centro Abruzzo, dove forse si<br />

ritiene che in cambio di un piatto<br />

di lenticchie si è disposti a vendersi<br />

la salute e la vita stessa. In<br />

tempo di campagne elettorali, di<br />

parossistiche promesse, chiediamo<br />

a tutti i partiti che si impegnino<br />

pubblicamente, con chiarezza,<br />

per iscritto, sul rifiuto di questo<br />

tipo di sviluppo. E, per finire, la<br />

magistratura dovrebbe indagare<br />

sull’attendibilità della voce popolare<br />

- che getta ulteriori ombre<br />

sull’operazione - per la quale un<br />

politico, nascondendosi dietro<br />

prestanomi, avrebbe provveduto<br />

per tempo ad impossessarsi dei<br />

terreni destinati ad ospitare la<br />

centrale del gas e il cementificio.<br />

Ezio Pelino

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