Presentazione Mistica Cavalleresca
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LA MISTICA<br />
CAVALLERESCA<br />
E <br />
LA RICERCA DEL<br />
GRAAL<br />
di Massimo Graziani
Il cerimoniale con cui<br />
venivano investiti i<br />
cavalieri fra il X e il XIII<br />
secolo era una vera<br />
iniziazione e derivava<br />
dalle cerimonie<br />
iniziatiche e dai riti di<br />
passaggio delle società<br />
antiche e tradizionali
I Romanzi cortesi ne sono<br />
stati l'espressione più<br />
intensa e felice.<br />
L'iniziazione cavalleresca<br />
descritta in questi<br />
romanzi era<br />
probabilmente meno<br />
teatrale di quanto non<br />
fosse nella realtà.
La veglia d’armi<br />
E’ in questo contesto prospettiva che i miti<br />
e, più generalmente, le istituzioni tradizionali<br />
sono stati concepiti, <br />
come anche i riti ed i costumi che ne sono<br />
una sorta di prolungamento e di<br />
applicazione nei più diversi settori della<br />
società tradizionale.
Il Graal<br />
La ricerca del Graal, <br />
è un motivo ricorrente nella tradizione<br />
cavalleresca, <br />
ed è fondata su di un simbolismo anch'esso<br />
molto antico, <br />
che ha contribuito alla cristianizzazione dei<br />
romanzi arturiani.
- lo Spirito immanente, l’anima immortale, la Personalità, incarnata dalla Dama, <br />
- l'anima individuale operante e dotata di volontà, simboleggiata dal Cavaliere.
L'Iniziazione regale e<br />
cavalleresca hanno per<br />
fine la reintegrazione<br />
dello stato edenico<br />
primitivo, stato che si<br />
può qualificare come<br />
androgino,<br />
corrispondente alla<br />
“Unione delle due<br />
Nature”, termine tipico<br />
dei “Piccoli Misteri”.
Se si pensa, che l'Iniziazione cavalleresca è<br />
esclusivamente maschile, si comprendono<br />
facilmente le attribuzioni rispettive del ruolo<br />
Tristano e Isotta:"<br />
LIniziazione <strong>Cavalleresca</strong>"<br />
<br />
maschile e di quello femminile. Al cavaliere<br />
spettano la volontà e il libero arbitrio: egli<br />
rappresenta un elemento dell'Essere<br />
essenzialmente operante e volitivo. La Dama, è<br />
l'oggetto stesso della ricerca, che è, lo ricordiamo<br />
una ricerca interiore. Questa ricerca della fusione<br />
tra due componenti diverse ci ricorda il simbolismo<br />
di Castore e Polluce, ambedue nati dallo stesso<br />
uovo di un cigno, l'uno mortale, l'altro immortale.
La ricerca della Dama si effettua<br />
affrontando delle prove, perché il<br />
Graal <br />
non può essere avvicinato da tutti. <br />
Il cavaliere deve allora superare <br />
il proprio accecamento, <br />
Parsifal nel castello del Graal, <br />
L’Iniziazione Sacerdotale<br />
disfarsi di qualsiasi pastoia<br />
individuale, <br />
per partire alla ricerca del suo<br />
dominio, che può essere situato <br />
“ al di là dei mari “ o in un castello<br />
inaccessibile.
La sua conquista, peraltro, non è senza<br />
difficoltà; a volte queste difficoltà sono<br />
incorporate nella Dama stessa, in una seconda<br />
natura che maschererà la natura divina del Sé<br />
sotto una veste grossolana, umana, talora<br />
animale. Ad esempio il mito della donna<br />
serpente, o delle sirene che l'Eroe dovrà privare<br />
del loro incantesimo, della megera che il<br />
cavaliere dovrà domare, della Bella<br />
addormentata da un sortilegio che il principe<br />
dovrà risvegliare, risvegliando in tal modo la<br />
propria Anima divina, seppellita nell'ignoranza e<br />
nelle tenebre.
Queste due nature, <br />
la cui distinzione si basa<br />
sull'opposizione cosmogonica <br />
del cielo e della terra, <br />
si devono affrontare, non<br />
annientandosi, ma armonizzarsi<br />
nell'Essere in modo che si produca lo<br />
stato di “ non-dualità “. Quello che è<br />
espresso, del resto, nel simbolismo dei<br />
draghi intrecciati, ove si realizza l'unione<br />
delle due nature.<br />
<br />
Il Rebis
Il Bafometto alchemico<br />
Riprendiamo per un’attimo il discorso<br />
della donna serpente, e segnaliamo un<br />
mito templare, quello del misterioso<br />
Bafometto, questa immagine veniva<br />
mostrata nelle iniziazioni, e di cui<br />
abbiamo solo labili tracce, ma che<br />
riappare nella tradizione rasacrociana,<br />
come guardiano della soglia.
Di che si tratta? Quando tra i rosacroce, il<br />
discepolo ha raggiunto un livello sufficiente,<br />
viene evocato il Guardiano, un essere<br />
mostruoso che sbarra il passaggio. esso è la<br />
proiezione animica dei nostri vizi, una specie<br />
di ritratto di Dorian Gray. <br />
lavorando su se stesso il discepolo purifica<br />
la sua anima, facendo questo, il guardiano<br />
migliora il suo aspetto fino a diventare simile<br />
ad un angelo e solo allora permetterà il<br />
passaggio. <br />
Il guardiano della soglia
Nel simbolismo cavalleresco, il cavaliere incarna l’<br />
“Io” volitivo ed operante, la Dama il “Sé” trascendente<br />
ed immortale. Ma le due nature, la celeste e la terrena,<br />
possono trovarsi entrambe riunite nella Dama ed allora<br />
il cavaliere dovrà “armonizzarle “. Oppure essere<br />
ripartite tra l'Uomo e la Donna, il cui scopo sarà<br />
comunque quello di pervenire all'Unione. Va tuttavia<br />
notato che i rapporti esistenti tra gli elementi della<br />
coppia “Dama-Cavaliere” e “Uomo-Donna” non sono<br />
affatto equivalenti ed in nessun caso intercambiabili,<br />
giacché il primo esprime un rapporto gerarchico ed il<br />
secondo una complementarità: “Sé” dell'azione e<br />
“Sé” della contemplazione.
Possiamo dire che mentre l'Iniziazione regale è<br />
caratterizzata da uno stato di continua peregrinazione,<br />
l'Iniziazione sacerdotale consiste essenzialmente in una<br />
immobile contemplazione. A tale stato di peregrinazione<br />
si riferisce il simbolismo del viaggio, del pellegrinaggio e<br />
della crociata. Nei romanzi arturiani questo aspetto del<br />
cavaliere è particolarmente sviluppato e costituisce la<br />
caratteristica essenziale della ricerca che, in fondo, non<br />
è altro che un viaggio al centro di se stesso e che dovrà<br />
concludersi con la reintegrazione stessa di questo<br />
centro. Se tutto è in me, dice Shankara: che altro<br />
pellegrinaggio vi è ancora da fare?
Questo peregrinare condurrà<br />
dunque il cavaliere ad attraversare<br />
diversi luoghi che, saranno i luoghi<br />
dell'anima, e giungere a diversi<br />
castelli che saranno altrettanti stati<br />
spirituali particolari, stati di<br />
ricapitolazione e di <br />
presa di coscienza. <br />
Così il castello di Artù, che secondo<br />
certe tradizioni compie un movimento<br />
di perpetua rotazione, esprime l'Asse<br />
del Mondo e il Centro dell'Essere.
La foresta che i cavalieri attraversano<br />
senza posa non è altro che <br />
la Materia Prima dell'anima, <br />
caotica e non elaborata.
Anche la spada è uno degli elementi fondamentali della “ricerca” e simboleggia la<br />
Saggezza e la Potenza del Verbo. Essa è, per eccellenza, l'arma della Conoscenza e<br />
dei combattimenti spirituali ed in rapporto con la Dama la quale, come abbiamo visto,<br />
è l'essenza spirituale e conoscitiva. Questa è la ragione per cui la spada è spesso<br />
consegnata all'eroe dalla Dama stessa che gli indica il modo di risaldarla.
(San Galgano)<br />
Altre volte la spada si trova conficcata <br />
in una roccia o in un albero, <br />
da cui solo il cavaliere qualificato può estrarla. <br />
Essa è l’immagine della Conoscenza sepolta nel centro<br />
dell'Essere <br />
e <br />
che non potrà esserne estratta se non dal <br />
“Conosci te stesso”.
La spada si adatta sempre<br />
perfettamente al cavaliere ed<br />
avverrà quindi, di conseguenza,<br />
che questi dovrà cambiarla nel<br />
corso della sua ricerca, essendo<br />
pervenuto ad una tappa<br />
superiore della conoscenza di Sé.
Quanto al Graal, l'avvicinarsi<br />
ad esso richiede una<br />
qualificazione ed una<br />
preparazione spirituale molto<br />
intensa; come per l'Albero della<br />
Vita, a cui fa la guardia la<br />
potenza “Cherubini”, una<br />
L’Albero della vita<br />
potenza distruttrice che<br />
fulmina, acceca o ferisce gli<br />
imprudenti, è da notate la<br />
similitudine con l’Arca.<br />
L’Arcangelo<br />
Michele
Per il cavaliere qualificato le virtù<br />
del Graal sono miracolose: virtú di<br />
Luce, di Rivelazione, virtù nutritive<br />
legate alla funzione eucaristica, di<br />
mantenere la vita al di là dei limiti<br />
umani, di guarigione e di vittoria.<br />
La contemplazione del Graal<br />
restaura lo stato androgino<br />
primordiale, e può condurre più<br />
lontano ancora.
Nella tradizione dei romanzi arturiani il<br />
cavaliere trovando il Graal potrà guarire il re<br />
malato, afflitto da una ferita alla coscia che<br />
non può guarire se non con l’aiuto del<br />
Graal stesso.
Sempre nello stesso ordine di idee, ricordiamo che<br />
l'assunzione o il recupero della postura eretta evoca la<br />
mutazione divina dell'Essere. Il mito delle sirene, donne<br />
con la coda di pesce, liberate dall'incantesimo da un<br />
Eroe, che riprendono piedi umani, conferma questa<br />
tradizione. Anche il simbolismo della coscia ferita, come<br />
quello dell'assenza dei piedi, è perfettamente<br />
assimilabile a quello della forma ofitica che è la<br />
caratteristica dello stadio titanico dell'Essere nelle<br />
leggende indo-europee. La forma di rettile e la<br />
claudicazione sono con ogni evidenza simboli della<br />
decadenza dell'Essere. <br />
<br />
Tempio di Esculapio
Nell'antico Egitto, il principio di Stabilità,<br />
era simboleggiato dalla colonna Djed, che<br />
era indicata come la coscia di Osiride<br />
(Menet) la cui acqua di vita consentiva la<br />
rinascita ed il raddrizzamento del Djed.<br />
Nello stesso senso va inteso il simbolismo<br />
della nascita di Dionìso, uscito dalla coscia<br />
di Zeus (Giove). in quanto principio di<br />
caduta e di redenzione.
Per questo motivo in loggia<br />
dopo l’iniziazione si entra con il<br />
passo rituale che simula<br />
l’azzoppamento, perchè si viene<br />
a chiedere la guarigione, cioè la<br />
reintegrazione iniziatica.
Stemma dei<br />
Lo stemma del cavaliere è quello<br />
cavalieri <br />
tipico dei “Monaci-Soldati” e lo<br />
stesso dei Templari, ed in cui i due<br />
colori bianco e nero, definivano<br />
l'uno l'azione e l'altro la<br />
contemplazione, La croce rossa<br />
interviene come una espansione<br />
creatrice su un fondo bianco,<br />
essenzialmente contemplativo.
La virtualità del bianco, si esprime ancor meglio<br />
nei diversi messaggeri che si rivolgono all’eroe.<br />
Abbiamo infatti il vegliardo che lo introduce nella<br />
sala vestito di bianco, la messaggera,<br />
sopraggiunta dopo la presa della spada, giunge<br />
su di un cavallo bianco, lo scudo è custodito da un<br />
cavaliere dall'armatura bianca. <br />
Vedremo, d'altro canto, che per portare a buon<br />
fine le Avventure del Santo Graal, l’eroe dovrà<br />
montare un cavallo bianco. Questi particolari non<br />
sono casuali ma annunciano chiaramente il futuro<br />
sacerdozio dell’eroe, pur mantenendo<br />
un'evidente relazione con la rivelazione<br />
apocalittica.
La coincidenza, tra gli attributi del cavaliere e quelli<br />
di Cristo nell'Apocalisse, è tutt'altro che fortuita.<br />
viene infatti detto, che l’eroe deve portare a<br />
compimento le Avventure del Santo Graal, chiudere<br />
cioè un ciclo di realizzazione individuale, con il<br />
superamento stesso della Regalità e del Sacerdozio<br />
come condizioni dell'Essere e la realizzazione dello<br />
stato ultimo e incondizionato. Allo stesso modo,<br />
l'Apocalisse segna come Rivelazione il termine di una<br />
realizzazione delle potenzialità originarie che va<br />
inteso dal triplice punto di vista individuale, generale<br />
e universale.
L’eroe è quindi proprio il Cavaliere della<br />
Fine dei Tempi, ma, come per l'attesa del<br />
Messia, questa “Fine dei Tempi” può prodursi<br />
“ora e sempre nell'ambito della realizzazione<br />
individuale, dato che essa, in definitiva, non fa<br />
che sanzionare la reintegrazione finale, nello<br />
stato centrale incondizionato. <br />
La “Fine dei Tempi” è anche la ”Fine del<br />
Tempo”, vale a dire la liberazione<br />
dell'esistenza corporale e, in ultima analisi, la<br />
restituzione all'Essere del “Senso<br />
dell'Eternità”.
Dopo il 1100 si verifica un enorme<br />
cambiamento nella cavalleria, ad<br />
opera di Bernardo di Chiaravalle<br />
egli sostituisce la “Dama mistica” <br />
con <br />
“Nostra Signora”. <br />
Cessa la ricerca del Graal per<br />
cercare, non Maria di Nazaret ma <br />
la Grande Madre, <br />
l’aspetto femminile<br />
dell’Altissimo. E’ in questo<br />
momento che nascono i Templari.<br />
Ma di questo parleremo la<br />
prossima volta.<br />
S. Roberto accoglie S. Bernardo nell’ordine cistercense