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Giro della Corsica in kayak

Questo libro è il racconto dell'avventura fatta nell'estate 2014. E' il diario di viaggio del periplo della Corsica a bordo di un kayak. E' la realizzazione di un ancestrale sogno di libertà. A raccontarlo, oltre le parole, ci sono centinaia di fotografie scattate da terra e da mare ai luoghi più belli dell'isola francese

Questo libro è il racconto dell'avventura fatta nell'estate 2014. E' il diario di viaggio del periplo della Corsica a bordo di un kayak. E' la realizzazione di un ancestrale sogno di libertà. A raccontarlo, oltre le parole, ci sono centinaia di fotografie scattate da terra e da mare ai luoghi più belli dell'isola francese

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6 6 7 k m p e r c o r s i , 1 7 g i o r n i d i t r e k k i n g i n s o l i t a r i a a t t o r n o a l l a C o r s i c a !<br />

M a r c o G a r b e t t a


a Yang


Questo libro è il racconto<br />

dell'avventura fatta nell'estate 2014. E'<br />

il diario di viaggio del periplo <strong>della</strong><br />

<strong>Corsica</strong> a bordo di un <strong>kayak</strong>. E' la<br />

realizzazione di un ancestrale sogno di<br />

libertà. A raccontarlo, oltre le parole, ci<br />

sono cent<strong>in</strong>aia di fotografie scattate da<br />

terra e da mare ai luoghi più belli<br />

dell'isola francese


Copyright © Marco Garbetta 2016<br />

Seconda edizione


INDICE<br />

CHI SONO ................................................................................. 6<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK ..................... 9<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA .......... 13<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO ........................................................... 19<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO ..................................... 32<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT ............................ 51<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO ................................... 66<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA ................................. 151<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE .......................... 165<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE ................................................ 178<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA ........... 195<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE .................................... 212<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE ..................................... 229<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA .............................................. 245<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI ...................... 256<br />

11 AGOSTO: ARRIVO IN VOLATA ........................................... 264<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO ....................... 83<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE .............................................. 91<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE .............................. 103<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI .................................. 114<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA ... 129<br />

INDICE<br />

5


CHI SONO<br />

Sono pugliese, <strong>della</strong> prov<strong>in</strong>cia di Bari. La mia passione<br />

per il <strong>kayak</strong> nasce nell'estate del 2011. Avevo deciso di<br />

visitare la costa del Golfo di Policastro soggiornando <strong>in</strong><br />

un campeggio vic<strong>in</strong>o a Castrocucco ma non avevo idea<br />

di come avrei potuto fare. Si poneva il problema di<br />

come visitare tutte le stupende grotte del golfo. Dopo<br />

svariate ricerche <strong>in</strong> <strong>in</strong>ternet, capii che il mezzo più<br />

adatto era il <strong>kayak</strong>. Tra quelli a più basso costo trovai il<br />

Bic Ouassou, un piccolo <strong>kayak</strong> sit on top <strong>in</strong> polietilene,<br />

lungo 240cm e largo quasi 80cm: una bagnarola più che<br />

un <strong>kayak</strong>! Molto lento (avrei scoperto dopo) ma stabile e<br />

ottimo per <strong>in</strong>iziare a prendere confidenza col mezzo.<br />

Dopo una settimana arrivò il <strong>kayak</strong> nuovo di pacca. Lo<br />

personalizzai un po', per riuscire a portare un<br />

<strong>in</strong>gombrante borsone pieno di tutta l'attrezzatura per la<br />

pesca sub, e partii. In campeggio ogni matt<strong>in</strong>a scendevo<br />

<strong>in</strong> acqua col <strong>kayak</strong> e ci rimanevo f<strong>in</strong>o al tramonto,<br />

percorrendo al massimo una dec<strong>in</strong>a di km.<br />

Potevo ancorarlo al fondo con una piccola ancoretta e<br />

fare snorkel<strong>in</strong>g nei d<strong>in</strong>torni. Oppure lo trasc<strong>in</strong>avo con<br />

una corda legata <strong>in</strong> vita e lo utilizzavo come boa di<br />

CHI SONO<br />

6


segnalazione durante la pesca subacquea. Consumavo i<br />

pan<strong>in</strong>i preparati al matt<strong>in</strong>o nelle grotte, al riparo dal<br />

sole cocente. Avevo una libertà mai provata!<br />

Quell'estate riuscii a girare quasi tutto il golfo e a<br />

visitare delle grotte bellissime. Da allora io e il <strong>kayak</strong><br />

diventammo compagni d'avventura <strong>in</strong>separabili. A<br />

gennaio 2012 comprai un nuovo <strong>kayak</strong> sit on top, più<br />

lungo e più veloce, il Tribord RK500-1. Mi appassionai<br />

dapprima alla pesca <strong>in</strong> <strong>kayak</strong>, poi al trekk<strong>in</strong>g nautico. I<br />

primi trekk<strong>in</strong>g furono una due-giorni alle Isole Tremiti il<br />

un giro delle isole di Ischia e Procida durato ben 4 giorni.<br />

Il 2 Agosto 2012, assieme alla mia ragazza, anche lei con<br />

un <strong>kayak</strong> simile al mio, partii per il giro del Salento,<br />

term<strong>in</strong>ato dopo 23 giorni e 364km percorsi.<br />

Una esperienza bellissima e rivoluzionaria, che avrebbe<br />

cambiato per sempre il mio modo di vedere le vacanze.<br />

L'anno dopo, nell'estate del 2013, feci un lungo trekk<strong>in</strong>g<br />

<strong>in</strong> solitaria girando tutta la Costa Smeralda e<br />

l'Arcipelago <strong>della</strong> Maddalena <strong>in</strong> Sardegna, percorrendo<br />

304km <strong>in</strong> 19 giorni.<br />

CHI SONO<br />

7


Ormai ero def<strong>in</strong>itivamente appassionato al trekk<strong>in</strong>g<br />

nautico <strong>in</strong> <strong>kayak</strong>.<br />

CHI SONO<br />

8


PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK<br />

Il trekk<strong>in</strong>g <strong>in</strong> Sardegna mi ha conv<strong>in</strong>to def<strong>in</strong>itivamente<br />

del fatto che per affrontare lunghi viaggi <strong>in</strong> mare<br />

occorra un’imbarcazione che mi permetta di navigare<br />

con mare mosso e con venti sostenuti. Le condizioni<br />

meteo appena descritte le ho <strong>in</strong>contrate molto spesso <strong>in</strong><br />

Sardegna e mi hanno costretto a navigare <strong>in</strong> condizioni<br />

al limite delle mie capacità. Mi è capitato per esempio,<br />

di ritorno da Spargi, di avere vento di traverso ed essere<br />

costretto a pagaiare con un solo braccio per tenere la<br />

rotta, con conseguenze disastrose dal punto di vista<br />

fisico. Nella traversata Budelli – Abbatoggia mi è<br />

capitato di avere il pozzetto cont<strong>in</strong>uamente allagato<br />

dalle onde di un mare mosso forza 3. Se avessi voluto<br />

navigare <strong>in</strong> condizioni meteo migliori avrei dovuto<br />

aspettare le calende greche per completare il trekk<strong>in</strong>g.<br />

Su queste riflessioni matura pian piano l’idea che mi<br />

occorra un mezzo diverso, più prestante. Inizio a fare un<br />

po’ di ricerche e mi imbatto <strong>in</strong> una miriade di siti che<br />

raccontano le gesta di <strong>kayak</strong>er esperti a bordo dei loro<br />

<strong>kayak</strong> da mare. E’ la versione più antica di <strong>kayak</strong>, quella<br />

<strong>in</strong>ventata dagli Inuit 4000 anni fa <strong>in</strong> Groenlandia.<br />

Stretto meno di 60cm, lungo più di 5m, con pozzetto<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK<br />

9


chiuso ermeticamente. Capace di una velocità massima<br />

di 9 nodi, ben al di sopra di quella del mio sit on top! Il<br />

prezzo non è proprio economico ma non ho alternative.<br />

Non ho alcuna esperienza su tale mezzo e se voglio<br />

percorrere un lungo trekk<strong>in</strong>g durante la prossima estate<br />

devo com<strong>in</strong>ciare a provarlo s<strong>in</strong> da subito. Non ho molto<br />

tempo, dunque com<strong>in</strong>cio una ricerca matta e disperata<br />

per trovare il modello che più si confà alle mie esigenze.<br />

A f<strong>in</strong>e novembre 2013 ord<strong>in</strong>o il Seabird SCOTT MV,<br />

è <strong>in</strong> composito (fibre di vetro e di diolene), un materiale<br />

rigido, leggero e resistente agli urti.<br />

Lo so, dovrei almeno provarlo un <strong>kayak</strong> di questo tipo<br />

prima di comprarlo, ma non ho altra scelta perchè non<br />

conosco nessuno che ce l’abbia. Prima che arrivi il<br />

<strong>kayak</strong>, acquisto tutta l’attrezzatura e l’abbigliamento<br />

occorrente alle uscite <strong>in</strong>vernali. Mi sento come uno che<br />

compra una moto e tutto l’abbigliamento tecnico<br />

necessario, senza sapere come si guida e senza mai<br />

esserci salito sopra! Sono un po’ folle. Ma questo gi{ lo<br />

so!<br />

un <strong>kayak</strong> che, almeno sulla carta, sembra avere quelle<br />

caratteristiche che cerco: ampio volume per il carico<br />

dell’attrezzatura, stabilità <strong>in</strong> mare anche mosso e<br />

ottima velocità di crociera. Il materiale di cui è costituito<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK<br />

10


Il 13 dicembre si materializza il nuovo <strong>kayak</strong>.<br />

Mai visto niente di più bello! Ne sono già <strong>in</strong>namorato.<br />

Quattro giorni più tardi il varo nelle acque di Trani. Con<br />

la bottiglia di v<strong>in</strong>o sostituita dalla focaccia barese.<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK<br />

11


Per tutto l’<strong>in</strong>verno ogni occasione di buon tempo sar{<br />

sfruttata per fare un’uscita <strong>in</strong> <strong>kayak</strong>. Le prime<br />

impressioni sono buone. Subito un ottimo feel<strong>in</strong>g con la<br />

stabilità del mezzo. Manovrabilità completamente<br />

diversa dal sit on top ma non ci vorrà molto tempo per<br />

imparare ad <strong>in</strong>cl<strong>in</strong>are lo scafo per girare. La<br />

direzionalità, grazie alla deriva retrattile posteriore, è<br />

modificabile tramite un comando sulla fiancata destra<br />

che ne regola il grado di uscita. Fantastico!!!<br />

Qualche mese dopo, come ultimo acquisto, compro la<br />

Galasport Elite Carbon, una pagaia leggera, 700gr circa,<br />

<strong>in</strong>teramente <strong>in</strong> fibra di carbonio, con lunghezza e<br />

sfasamento delle pale regolabili. La forma delle pale è<br />

allungata, simile a quella <strong>della</strong> vecchia pagaia usata <strong>in</strong><br />

Salento e Sardegna, a metà strada tra una pagaia<br />

groenlandese ed una europea olimpica. Il feel<strong>in</strong>g <strong>in</strong><br />

acqua è ottimo. Mi ci trovo subito bene, soprattutto<br />

sulle lunghe distanze. Ora ho tutta l’attrezzatura per il<br />

lungo trekk<strong>in</strong>g che mi attende. F<strong>in</strong>almente!<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL NUOVO KAYAK<br />

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PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

pomeriggio del 22 Luglio, portando <strong>in</strong> auto il <strong>kayak</strong> e<br />

tutta l’attrezzatura per il giro <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>.<br />

L’idea primordiale e timida di fare il giro <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong><br />

può prendere forma. Altri <strong>kayak</strong>ers prima di me l’hanno<br />

circumnavigata, anche <strong>in</strong> solitario. Non sarei né il primo<br />

né l’ultimo. Probabilmente sarei l’unico a<br />

circumnavigarla <strong>in</strong> solitaria dopo soli 7 mesi dalla prima<br />

esperienza con un <strong>kayak</strong> da mare. Sono un po’ folle. Ma<br />

questo già lo so!<br />

Prima però voglio imparare le manovre di sicurezza per<br />

uscire e rientrare dal <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> caso di capovolgimento.<br />

Si tratta di manovre assolutamente <strong>in</strong>dispensabili se si<br />

vuol navigare <strong>in</strong> sicurezza da solo e per lunghe tratte.<br />

Contatto l’istruttore Federico Fior<strong>in</strong>i e <strong>in</strong>sieme<br />

decidiamo di fare il corso poco prima <strong>della</strong> partenza, <strong>in</strong><br />

modo da sfruttare il viaggio f<strong>in</strong>o al Circeo per arrivare<br />

poi a Livorno e prendere il traghetto per Bastia. Parto il<br />

In serata arrivo sul Circeo e nei seguenti due giorni<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

13


completerò il corso nella splendida cornice del lago di<br />

Sabaudia e del Circeo.<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

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PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

15


PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

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Oltre alle uscite bagnate e agli autosalvataggi, ci sarà<br />

spazio anche per provare le prime surfate ed i primi<br />

atterraggi con onda sul litorale di Sabaudia.<br />

Dormo, grazie all’<strong>in</strong>teressamento di Federico, <strong>in</strong> uno dei<br />

tendoni predisposti nella sede <strong>della</strong> Scuola di Vela e<br />

Navigazione di Sabaudia (www.scuolavela.it) che<br />

r<strong>in</strong>grazio per la cortese ospitalità.<br />

Prima <strong>della</strong> partenza per Livorno Federico prova a<br />

sconvolgermi le idee sulla distribuzione<br />

dell’attrezzatura e dei pesi nei gavoni. Ci riuscir{ alla<br />

grande! Anche grazie alla mia totale mancanza di<br />

esperienza di carico del nuovo <strong>kayak</strong>. Rimango<br />

<strong>in</strong>terdetto a lungo ma cerco di ricordare il più possibile<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

17


<strong>della</strong> sistemazione che mi propone. Dopo la foto ricordo<br />

obbligatoria,<br />

<strong>in</strong>izia l’imbarco sul traghetto e la cosa che mi preoccupa<br />

di più è trovare un parcheggio gratuito vic<strong>in</strong>o al porto<br />

dove posteggiare l’auto f<strong>in</strong>o al mio ritorno. Mi devo<br />

muovere. Durante il viaggio mi sento telefonicamente<br />

con Giacomo Della Gatta, un esperto <strong>kayak</strong>er che ho<br />

conosciuto su <strong>in</strong>ternet tramite il suo sito<br />

www.<strong>kayak</strong>explorer.com e che nel 2006 compì la<br />

circumnavigazione <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong> <strong>in</strong> solitaria. Mi darà<br />

preziose <strong>in</strong>formazioni su quello che mi aspetta e per<br />

questo lo r<strong>in</strong>grazio tantissimo. F<strong>in</strong>almente sono pronto.<br />

Che l’avventura abbia <strong>in</strong>izio!<br />

carico il <strong>kayak</strong> sull’auto e mi congedo. Domatt<strong>in</strong>a alle 6<br />

PREPARAZIONE AL VIAGGIO: IL CORSO DI SICUREZZA<br />

18


25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

19


porto di Livorno.<br />

Sono le 5 quando mi sveglio di soprassalto. Sono <strong>in</strong><br />

auto, coperto dal sacco a pelo, sdraiato alla men peggio<br />

su entrambi i sedili anteriori. Ho dormito poco e male,<br />

tanto quanto basta però ad affrontare l’atteso giorno<br />

<strong>della</strong> partenza. Sono <strong>in</strong> un parcheggio a strisce bianche<br />

a qualche cent<strong>in</strong>aia di metri dall’<strong>in</strong>gresso turistico del<br />

Tra un’ora <strong>in</strong>izia l’imbarco e devo preparare il <strong>kayak</strong><br />

senza scordare ASSOLUTAMENTE NULLA! Il<br />

r<strong>in</strong>coglionimento mattut<strong>in</strong>o mi farà dimenticare di<br />

mettere il carrello sotto il <strong>kayak</strong> prima di caricarlo. Mi<br />

ritrovo con una qu<strong>in</strong>talata di <strong>kayak</strong> da sollevare. Ci<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

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iesco non si sa come. Mi ricordo di alcuni consigli di<br />

Federico e riesco a fare a meno delle <strong>in</strong>gombranti<br />

sacche stagne da 20l e a fare entrare tutto nei gavoni.<br />

Chiudo l’auto dopo l’ultima controllata. Mi avvio carico a<br />

ciuccio verso il gate. Rivedo le solite facce allibite dei<br />

controllori all’<strong>in</strong>gresso, come a Civitavecchia. L’imbarco<br />

scivola liscio come l’olio. Il <strong>kayak</strong> viene sistemato<br />

proprio a ridosso del grosso portellone.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

21


Si salpa. La terra ferma scompare piano piano<br />

all’orizzonte.<br />

mare, monti, nuvole e cielo.<br />

Il viaggio dura su per giù 4 ore. Poco prima dell’arrivo<br />

salgo sul ponte <strong>della</strong> nave e guardo dal vivo, per la<br />

prima volta, l’isola che dovrò girare per <strong>in</strong>tero: la<br />

<strong>Corsica</strong>. La stratigrafia <strong>in</strong> foto è tipica dell’isola francese:<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

22


25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

23


La nave entra <strong>in</strong> porto<br />

quello che ho attorno. Quando arrivo, trovo subito lo<br />

scivolo<br />

ed io mi affretto a raggiungere il garage più basso non<br />

appena vengono sbloccati gli accessi. Sono un po’<br />

emozionato. Col <strong>kayak</strong> a tra<strong>in</strong>o metto il primo piede<br />

sulla terra corsa e percorro qualche cent<strong>in</strong>aio di metri,<br />

f<strong>in</strong>o al porticciolo turistico di Toga, <strong>in</strong>curiosito da tutto<br />

e posso così <strong>in</strong>iziare le operazioni prelim<strong>in</strong>ari alla<br />

discesa <strong>in</strong> acqua. Vedendo proprio lì vic<strong>in</strong>o un noleggio<br />

nautico, decido di chiedere il favore di tenermi<br />

l’<strong>in</strong>gombrante carrello per i giorni seguenti, f<strong>in</strong>o al mio<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

24


itorno. La signor<strong>in</strong>a al front-end è molto cortese e<br />

acconsente senza esitazioni. Mi avviserà di non passare<br />

a riprenderlo di sabato pomeriggio o di domenica<br />

perché il noleggio è chiuso. Non so di preciso <strong>in</strong> che<br />

giorno completerò il tour ma non ho altra scelta; devo<br />

lasciarlo comunque. Alle 14 la preparazione del <strong>kayak</strong> è<br />

completata.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

25


Dopo essere uscito dal porto,<br />

ad una maggiore attenzione nella pagaiata.<br />

All’altezza di Grigione, vengo accolto da un bellissimo<br />

sorriso <strong>in</strong> SUP (Stand Up Paddle) che non posso fare a<br />

meno di fotografare!<br />

prendo il largo nel mar di <strong>Corsica</strong>.<br />

Il cielo è coperto ed il verde dello scisto <strong>in</strong>cute quasi<br />

paura per quanto è <strong>in</strong>tenso e profondo. Sono<br />

accompagnato da un comodissimo scirocco al<br />

giard<strong>in</strong>etto che mi sp<strong>in</strong>ge da dietro obbligandomi però<br />

Proseguo baldanzoso e faccio la prima sosta, per<br />

sistemare meglio qualcosa nei gavoni, a Miomo.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

26


La seconda <strong>in</strong>vece la effettuo a Lavas<strong>in</strong>a,<br />

dove tocco con mano i prezzi <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>: acqua e birra<br />

da 25cc 9€ (diconsi nove euro!!!) .<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

27


Per un attimo la mano si ritrae ma poi sorrido<br />

falsamente e pago. Capisco <strong>in</strong> quell’esatto momento<br />

che non potrò, come <strong>in</strong> Salento e Sardegna, bere una<br />

birra fredda ad ogni fermata. Pazienza.<br />

Percorro ancora un miglio e sono nel porticciolo di<br />

Erbalunga,<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

28


dove mi colpiscono le abitazioni costruite praticamente<br />

sul mare.<br />

La costa diventa man mano più selvaggia.<br />

Mi sto avvic<strong>in</strong>ando, miglio dopo miglio, all’estremit{<br />

nord di Capo Corso, famoso proprio per la sua costa<br />

frastagliata e a picco sul mare.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

29


Sono consapevole del fatto di aver dormito pochissimo<br />

e di essere stressato dal lungo viaggio; non voglio<br />

strafare e decido di fermarmi per la notte, dopo soli<br />

18km navigati, a Mar<strong>in</strong>a di Pietracorbara. Ci arriverò<br />

<strong>in</strong>torno alle 18:30.<br />

E’ l’ora di cena ed è anche l’ora di sperimentare la nuova<br />

ricetta del trekk<strong>in</strong>g: polenta e ragù pronto! Tiro fuori<br />

stuoia, fornello, gavetta e chi più ne ha più ne metta,<br />

f<strong>in</strong>o a che la pa<strong>della</strong> non partorisce la creatura. Nasce<br />

così una polenta prelibatissima (forse per via <strong>della</strong> fame)<br />

che divorerò senza fretta sulla spiaggia. Stanchissimo<br />

per la giornata <strong>in</strong>tensa appena trascorsa e appesantito<br />

dal lauto pasto, non mi rimane che montare la tenda e<br />

sdraiarmici dentro. Il resto verrà da sé. Facile a dirsi ma<br />

difficilissimo a farsi quando la tenda è nuova ed è la<br />

prima volta che la monti. Dopo una mezz’oretta passata<br />

a <strong>in</strong>filare i picchetti più <strong>in</strong> fondo possibile, capisco che i<br />

micro picchetti <strong>in</strong> super lega di allum<strong>in</strong>io <strong>della</strong> mia<br />

nuova tenda non<br />

servono a un cavolo<br />

sulla sabbia<br />

morbida. Ma tant’è.<br />

Li devo usare per<br />

forza. Non ho<br />

alternative. O<br />

meglio: troverò<br />

un’alternativa ma<br />

non adesso; sono<br />

troppo stanco.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

30


Il risultato alla f<strong>in</strong>e non è malaccio.<br />

Va a farsi benedire anche quella mezza <strong>in</strong>tenzione di<br />

registrare con l’iphone il diario <strong>della</strong> giornata. Lo farò<br />

domani. Chiudo gli occhi e, con grande emozione,<br />

ripenso ai momenti più belli <strong>della</strong> giornata e mi<br />

addormento per la prima volta sul suolo corso.<br />

25 LUGLIO: LO SBARCO<br />

31


26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

32


26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

33


Alle 6 <strong>in</strong> punto parte Sul bel Danubio blu di Strauss.<br />

Tutto l’<strong>in</strong>verno a pensare alla sveglia più adatta per il<br />

trekk<strong>in</strong>g e adesso sta suonando davvero. Le astronavi di<br />

2001: Odissea nello Spazio danzano nella mia testa. E’<br />

chiaro: sto ancora dormendo! Passano 10 m<strong>in</strong>uti f<strong>in</strong>o a<br />

quando mi sveglio fisicamente. Esco dalla tenda e mi<br />

preparo alla prima colazione, <strong>in</strong>tesa proprio come prima<br />

colazione del trekk<strong>in</strong>g. Inizio a ragionare dopo aver<br />

fatto il primo sorso alla tazza di caffè. Preparo il latte <strong>in</strong><br />

polvere nel pentol<strong>in</strong>o. Cacao, cascata di cereali e frutta<br />

secca; non dimentico nulla, nemmeno le prote<strong>in</strong>e <strong>in</strong><br />

polvere. Una lavata ai denti e rimetto tutto nel <strong>kayak</strong>. Il<br />

tuffo rigenerante prima di tirare il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> acqua e si<br />

parte.<br />

Purtroppo la giornata è uggiosa.<br />

Lo scirocco però è piacevole. Inizio subito a giocare con<br />

le onde.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

34


Alla mia s<strong>in</strong>istra le rocce di scisto sono davvero<br />

bellissime.<br />

Arrivo, giocando giocando, a Porticciolo, un paes<strong>in</strong>o<br />

sormontato da una torre di avvistamento genovese<br />

mezza diroccata, dove sventola la bandiera corsa.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

35


E’ di un bianco e nero che, da lontano, ricorda un po’ la<br />

bandiera dei pirati. Più avanti capisco che le costruzioni<br />

sul mare che ho <strong>in</strong>contrato ieri non sono affatto<br />

un’eccezione <strong>in</strong> <strong>Corsica</strong>...<br />

Con questa casa si saranno sp<strong>in</strong>ti un po’ oltre!<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

36


Di tanto <strong>in</strong> tanto il sole fa capol<strong>in</strong>o tra le nuvole.<br />

Faccio un giretto nel porticciolo di Santa Severa.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

37


Mi <strong>in</strong>curiosisce un baretto all’aperto con “copertura <strong>in</strong><br />

fico”.<br />

Mah...<br />

Bello! Proseguendo, <strong>in</strong>travedo a riva una moto d’acqua<br />

semi-distrutta che galleggia tra le alghe.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

38


26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

39


Alle 10:30 supero il braccio del porto di Mac<strong>in</strong>aggio e<br />

fermo il <strong>kayak</strong> sullo spiaggione vic<strong>in</strong>o. Mi raggiungono<br />

dei signori con cui mi <strong>in</strong>trattengo per un po’<br />

rispondendo a tutte le loro domande sul <strong>kayak</strong>. Gli<br />

chiedo se <strong>in</strong> paese c’è un supermercato (supermarché<br />

dicono loro) vic<strong>in</strong>o e mi <strong>in</strong>dicano la strada per arrivarci.<br />

Lungo la strada sento un odore paradisiaco di pane<br />

appena sfornato. Dopo un m<strong>in</strong>uto di orologio esco dal<br />

panificio con due baguette lunghissime. Nel<br />

supermarché faccio <strong>in</strong>cetta di formaggi e salumi per<br />

comporre quel pan<strong>in</strong>o che il mio cervello sta<br />

immag<strong>in</strong>ando, <strong>in</strong> preda a convulsioni da fame, dal<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

40


momento <strong>in</strong> cui ho messo le baguette sotto il braccio.<br />

Quando ritorno <strong>in</strong> spiaggia può <strong>in</strong>iziare il banchetto.<br />

A pancia piena proprio non mi va di pagaiare e ripartirò<br />

solo un paio d’ore più tardi. Nel frattempo il vento è<br />

girato e il cielo m<strong>in</strong>accia addirittura pioggia.<br />

Ho sbagliato ad <strong>in</strong>terrompere la navigazione con vento<br />

favorevole per così tanto tempo e vengo ulteriormente<br />

punito con un cambio di vento sfavorevole e con un<br />

peggioramento delle condizioni meteo. Imparo la<br />

lezione ma <strong>in</strong>tanto mi tocca pagaiare e anche <strong>in</strong> fretta<br />

se voglio girare Capo Corso.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

41


Non tolgo gli occhi dal cielo per parecchio tempo, f<strong>in</strong>o a<br />

quando, fortunatamente, i nembostrati non si<br />

allontanano. Poco più <strong>in</strong> l{ scorgo l’isola di F<strong>in</strong>occhiarola<br />

nuvolacce cariche di pioggia, se mi giro a s<strong>in</strong>istra vedo il<br />

cielo sgombro.<br />

e decido di fare un giretto da quelle parti. F<strong>in</strong>occhiarola,<br />

<strong>in</strong>sieme alle altre due isolette vic<strong>in</strong>e, fa parte di una<br />

riserva naturale protetta. Se mi giro a destra vedo<br />

Significa che la perturbazione, sp<strong>in</strong>ta dal maestrale, si<br />

sta allontanando. Il sereno-variabile mi accompagnerà<br />

f<strong>in</strong>o a Torre S. Maria, dove mi fermo per ammirarla da<br />

vic<strong>in</strong>o.<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

42


Ho anche il tempo per un autoscatto.<br />

vista.<br />

Riparto e navigo <strong>in</strong> un mare turchese che delizia la mia<br />

Atterro, poco più avanti, su Cala Francese. Quando<br />

cerco di ripartire dalla battigia sento uno strano rumore<br />

proveniente dalla parte posteriore del <strong>kayak</strong>. Alle prime<br />

pagaiate mi accorgo che qualcosa non va: il <strong>kayak</strong> è<br />

troppo manovrabile per avere lo skeg (“deriva” <strong>in</strong><br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

44


italiano) fuoriuscito. Riatterro sulla spiaggia e<br />

guardando a poppa non vedo più lo skeg. Deve essersi<br />

staccato durante la ripartenza, forse perché <strong>in</strong>sabbiato.<br />

Inizio a ravanare nella sabbia f<strong>in</strong>chè non lo trovo, con il<br />

cavo d’acciaio troncato di netto. Quello che temevo è<br />

successo davvero. Sapevo di avere lo skeg bloccato e col<br />

cavo semitranciato ma se volevo fare questo trekk<strong>in</strong>g<br />

dovevo tenermelo così, non avendo tempo per farmene<br />

spedire uno nuovo e sostituirlo. Una pazzia lo so, ma<br />

non avevo scelta. Ora non so proprio come proseguire.<br />

Senza skeg è impossibile navigare nel mare ventoso di<br />

<strong>Corsica</strong>. Il <strong>kayak</strong> non avrebbe la necessaria direzionalità<br />

<strong>in</strong> caso di vento forte al traverso. Una signora e il marito<br />

poi, vedendomi armeggiare per tanto tempo vic<strong>in</strong>o al<br />

<strong>kayak</strong>, si avvic<strong>in</strong>ano per chiedermi cosa sia successo.<br />

Sono francesi e devo parlare per forza <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese. Mi<br />

danno una mano a sollevare il <strong>kayak</strong> per guardare<br />

meglio l’alloggiamento dello skeg. Alla f<strong>in</strong>e trovo l’unica<br />

soluzione provvisoria attuabile. Bloccare lo skeg <strong>in</strong> una<br />

posizione <strong>in</strong>termedia con un pezzetto di legno ad<br />

<strong>in</strong>castro. Roba alla Mc Gyver! Il problema è che ad ogni<br />

atterraggio o ripartenza lo skeg ritornerà dentro e dovrò<br />

chiedere a qualcuno il piacere di tirarlo fuori con<br />

l’accortezza di non far venir via il pezzetto di legno. Una<br />

cosa dell’altro mondo! Mi obbliga pers<strong>in</strong>o a non<br />

atterrare <strong>in</strong> spiagge deserte. Sono disperato. Forse<br />

sarebbe meglio lasciar perdere e tornare a casa. Ad un<br />

certo punto viene fuori il mio solito ottimismo. Penso<br />

che se mi applicherò, riuscirò a trovare un’altra<br />

soluzione più pratica per concludere il giro dell’isola.<br />

Come non lo so, ma ci riuscirò!<br />

Con lo skeg bloccato dal pezzetto di legno, entro nel<br />

<strong>kayak</strong> ad una distanza da riva tale da non far toccare lo<br />

skeg sul fondo sabbioso. Ricorro ad un poderoso<br />

appoggio sulla pagaia, adagiata sul fondo, per<br />

mantenere l’equilibrio e mi <strong>in</strong>filo dentro. La manovra<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

45


iesce perché non c’è molta onda. Ma <strong>in</strong> caso di<br />

frangenti risulterebbe impossibile da eseguirsi. Decido<br />

di non pensarci per non demoralizzarmi ulteriormente.<br />

Percorro 2 km e mezzo. Arrivo nei pressi di Torre<br />

dell’Agnello. Mentre giro attorno ad un gruppo di scogli<br />

affioranti, tiro fuori la fotocamera dalla custodia per fare<br />

una foto. La pagaia viene colpita da un’onda e colpisce a<br />

sua volta la mia mano facendo cadere la fotocamera <strong>in</strong><br />

acqua. La vedo scomparire nel blu. Tutte le foto fatte<br />

s<strong>in</strong>o a quel momento scomparse assieme alla<br />

fotocamera. Voglio sprofondare anche io. Non c’è più<br />

nulla da fare: si ritorna a casa (vorrei dire). Invece<br />

registro la mia posizione sul gps. Vedo più avanti due<br />

gommoni affiancati, ancorati sul basso fondale. Li<br />

raggiungo e chiedo alle persone a bordo se possano<br />

aiutarmi a recuperare la fotocamera. Sono italiani e dei<br />

due uom<strong>in</strong>i a bordo, uno fa f<strong>in</strong>ta di nulla e l’altro mi dice<br />

di avere problemi nella compensazione. Mi <strong>in</strong>dicano<br />

però una spiaggetta m<strong>in</strong>uscola più avanti dove<br />

fermarmi. Con la forza che solo la disperazione può<br />

dare, raggiungo una spiaggetta e fermo il <strong>kayak</strong>. Prendo<br />

la maschera e mi avvio a nuoto verso il gruppo di scogli<br />

ad una estremità <strong>della</strong> baietta. Saranno su per giù 400<br />

metri. Porto con me il gps. Nuoto, nuoto, nuoto. Nuoto<br />

<strong>in</strong> un mare <strong>in</strong>festato da piccole meduse marroni<br />

dall’aspetto per nulla rassicurante. A circa met{ strada,<br />

ce ne sono così tante che devo percorrere ampi tratti<br />

sott’acqua per evitarle. Arrivo esausto nei pressi del<br />

gruppo di scogli. Guardo il gps e vedo che sullo schermo<br />

ci sono scritte <strong>in</strong>comprensibili. Controllo lo sportell<strong>in</strong>o<br />

<strong>della</strong> porta usb e lo vedo aperto. E’ entrata acqua. Fuoriuso<br />

anche il gps. A questo punto non so chi mi da la<br />

forza di mettermi a cercare la fotocamera. Mi immergo<br />

più volte f<strong>in</strong>o a quando non la vedo, a quattro metri di<br />

profondità, adagiata su uno scoglio. In un attimo sono<br />

sul fondo e la afferro. Quando riemergo, mi sento<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

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chiamare da due persone su uno dei due gommoni<br />

<strong>in</strong>contrati prima. Mi fanno cenno di avvic<strong>in</strong>armi per un<br />

passaggio f<strong>in</strong>o al <strong>kayak</strong>. Farò così. Li r<strong>in</strong>grazio e,<br />

arrivato vic<strong>in</strong>o a riva, li saluto e scendo. Scuoto il gps<br />

facendo uscire l’acqua dallo sportell<strong>in</strong>o. Provo a<br />

riaccenderlo e, con mia grossa sorpresa, scopro che<br />

funziona ancora!!! Un po' di fortuna! Riprovo la stessa<br />

manovra di <strong>in</strong>gresso nel <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> acqua alta,<br />

riuscendoci. Mi lascio alle spalle quel posto terribile con<br />

un nodo alla gola. Vedo nero il passato ma ancora più<br />

nero il futuro. Non mi rimane che il presente, <strong>in</strong> cui mi<br />

immergo pagaiando. Pagaierò <strong>in</strong>cessantemente e<br />

l’unica cosa che mi dar{ conforto sar{ pensare a come<br />

aggiustare lo skeg. Mi viene <strong>in</strong> mente un’idea ma nel<br />

frattempo sono arrivato nei pressi di Barcaggio e devo<br />

decidere se fermarmi o no. Sono le 18. Fermo il <strong>kayak</strong><br />

sullo scivolo del piccolo porto<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

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26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

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ed entro <strong>in</strong> un bar poco distante per esorcizzare questa<br />

giornata maledetta non con una ma con due birre<br />

ghiacciate!<br />

e di fermarmi poi sulla spiaggia vic<strong>in</strong>a. Mangio la<br />

baguette comprata a Mac<strong>in</strong>aggio con i salumi rimasti e<br />

cerco conforto nel bel tramonto. Non voglio pensare a<br />

nulla e vado a letto prestissimo. Domani il sole sorgerà<br />

anche per me.<br />

Fan..lo la sfiga!<br />

Di fronte a me l’Isola <strong>della</strong> Giraglia. A questo punto<br />

decido di girarmela tutta<br />

26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

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26 LUGLIO: IL GIORNO DEL GIUDIZIO<br />

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27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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La sveglia delle 6 mi ricorda che è un nuovo giorno.<br />

Quando esco dalla tenda il sole ancora non c’è.<br />

Fa molto freddo e ho bisogno di <strong>in</strong>dossare due felpe per<br />

difendermi dall’aria pungente del matt<strong>in</strong>o. Le<br />

temperature non sono quelle <strong>della</strong> Puglia. Mi trovo a<br />

circa 200 km più a nord. Tornerò alle latitud<strong>in</strong>i <strong>della</strong> mia<br />

terra quando arriverò nei pressi di Bonifacio, all’estremo<br />

sud dell’isola. Faccio colazione ma il pensiero è altrove.<br />

Penso e ripenso a come riparare quel dannato skeg. Me<br />

la prendo abbastanza comoda per non rischiare di<br />

dimenticare quelle piccole cose che mi sono promesso<br />

di fare. Nel frattempo arrivano <strong>in</strong> spiaggia le due coppie<br />

di ragazzi che ho <strong>in</strong>contrato la sera prima. Hanno<br />

dormito <strong>in</strong> due tende imboscate nella macchia dietro la<br />

spiaggia. Me ne accorgo solo ora. Sono contento; un po’<br />

di compagnia non mi dispiace affatto.<br />

Prima di ripartire svuoto il pozzetto dall'acqua<br />

imbarcata durante l'atterraggio <strong>della</strong> sera prima. Mi<br />

accorgo solo <strong>in</strong> questo momento che la pompa non<br />

funziona. La guarnizione <strong>in</strong> gomma si è distaccata dallo<br />

stantuffo! L'<strong>in</strong>terno <strong>della</strong> pompa non è accessibile e<br />

sono costretto a smettere ogni tentativo di ripararla. Le<br />

imprecazioni volano e si perdono nella brezza<br />

mattut<strong>in</strong>a. Nella malaugurata ipotesi di un ribaltamento<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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del <strong>kayak</strong> sarò costretto ad atterrare per svuotare<br />

manualmente il pozzetto. Ci mancava solo questo!<br />

Quando riparto il sole è gi{ alto sull’orizzonte. Il mare è<br />

mosso e ho bisogno dello skeg per tenere la rotta con lo<br />

scirocco al mascone. Ma come farlo uscire? Le onde mi<br />

impediscono di salire sul <strong>kayak</strong> dove l’acqua è profonda<br />

abbastanza da non far toccare lo skeg sul fondo. Chiedo<br />

allora aiuto ad uno dei due ragazzi. Mi tocca spiegargli<br />

<strong>in</strong> <strong>in</strong>glese come tirarlo fuori e bloccarlo col pezzo di<br />

legno nella posizione ottimale. Un cas<strong>in</strong>o! Alla f<strong>in</strong>e ci<br />

riesce e per questo lo r<strong>in</strong>grazio tantissimo.<br />

Quando lascio la spiaggia è tardissimo e mi tocca<br />

pagaiare energicamente per recuperare un po’ di<br />

tempo.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Il mare si gonfia e non mi d{ tregua f<strong>in</strong>o all’arrivo,<br />

<strong>in</strong>torno alle 11, al porto di Centuri, dove mi fermo per<br />

riposarmi e mangiare qualcosa.<br />

sosta. F<strong>in</strong>o a che non lo riparo però, non c’è alternativa.<br />

Dopo un’oretta riparto, fiancheggiando il vic<strong>in</strong>o isolotto<br />

Parcheggio il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> posizione tale da non far toccare<br />

lo skeg sul fondo e lo fisso con delle cime alla banch<strong>in</strong>a.<br />

Mi viene la febbre a pensare di doverlo fare ad ogni<br />

e dirigendomi a sud.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Il mare è sempre più <strong>in</strong>cazzato!<br />

Quando il sole fa capol<strong>in</strong>o tra i bianchi nuvoloni che<br />

coprono la terra ferma, i riflessi sullo scisto bagnato<br />

sono accecanti.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Fotografo tratti di costa bellissimi prima di arrivare<br />

all’Anse d’Aliso.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Proseguo lungo la costa<br />

f<strong>in</strong>o ad arrivare alla Mar<strong>in</strong>e de Scalo ,<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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dove mi lego ad una boa per leggere le previsioni meteo<br />

con lo smartphone, approfittando <strong>della</strong> copertura 3G<br />

nel centro abitato.<br />

e mi godo un panorama fantastico dove la costa<br />

altissima e rocciosa sovrasta un mare blu cobalto.<br />

Doppio Punta M<strong>in</strong>ervio<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Arrivato a Mar<strong>in</strong>a di Giottani, entro nel porticciolo<br />

turistico<br />

e fermo il <strong>kayak</strong> sulla rampa di sbarco dei gommoni.


Riprendo il mare un’ora più tardi, doppiando prima<br />

Punta di Canelle, il punto più a ovest di Capo Corso,<br />

Sono le 16 e ho una fame da lupi. Ord<strong>in</strong>o un pan<strong>in</strong>o al<br />

bar vic<strong>in</strong>o e completo il pasto con cereali e frutta secca<br />

che stuzzico mentre consulto la mappa geografica del<br />

tratto che mi rimane da percorrere.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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e costeggiando poi gli enormi spiaggioni di sabbia scura<br />

di Albo<br />

e Nonza.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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Incastonati nella roccia e illum<strong>in</strong>ati dalla calda luce del<br />

sole al tramonto, dei caseggiati abbandonati svettano<br />

sulla costa frastagliata.<br />

Poche miglia mi separano da Mar<strong>in</strong>e de Far<strong>in</strong>ole, dove si<br />

trova la spiaggia che ho prescelto per la sosta notturna.<br />

Quando la scorgo all’orizzonte,<br />

ho percorso più di 40 km e nonostante ciò, quasi mi<br />

dispiace di <strong>in</strong>terrompere la navigazione lungo questa<br />

costa meravigliosa.<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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La spiaggia è lunga e larga.<br />

pagaiate ho pensato e ripensato al sistema da adottare<br />

per estrarre lo skeg durante la navigazione. Sono<br />

ottimista. Riuscirò a risolvere il problema! Il giorno del<br />

giudizio è solo un brutto ricordo. Posso addormentarmi<br />

col sorriso.<br />

Mentre mi preparo una deliziosa polenta con funghi<br />

porc<strong>in</strong>i, il ristorante vic<strong>in</strong>o <strong>in</strong>izia a riempirsi di gente. Gli<br />

schiamazzi dei turisti mi accompagneranno f<strong>in</strong>o a sera<br />

<strong>in</strong>oltrata. E’ stata una giornata dura ma bellissima,<br />

carica di immag<strong>in</strong>i e ricordi <strong>in</strong>delebili. Durante le lunghe<br />

27 LUGLIO: DISCESA VERSO SAN FLORENT<br />

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28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Un tranquillo risveglio mi permette di sbrigare le<br />

faccende mattut<strong>in</strong>e con calma. Dopo aver preparato il<br />

<strong>kayak</strong> per la discesa <strong>in</strong> acqua, sono così rilassato e<br />

ottimista che decido di cimentarmi nella grande<br />

impresa a cui penso da giorni: la riparazione dello skeg.<br />

Dato che non ci sono persone <strong>in</strong> spiaggia e l’onda<br />

frangente sul litorale mi impedisce di farlo fuoriuscire da<br />

solo, mi sembra la cosa più sensata da fare. Con la punta<br />

affilata di un attrezzo multiutensile che porto con me<br />

nel <strong>kayak</strong>, pratico un forell<strong>in</strong>o nella parte centrale dello<br />

skeg e ci faccio passare un filo di nylon per la pesca. Il<br />

filo abbraccia la coda del <strong>kayak</strong> ed è collegato tramite<br />

una girella ad un cord<strong>in</strong>o che arriva f<strong>in</strong>o al pozzetto.<br />

Con questo sistema dovrei riuscire <strong>in</strong> teoria, tirando il<br />

cord<strong>in</strong>o, a provocare la fuoriuscita dello skeg.<br />

Emozionato e preoccupato allo stesso tempo per la<br />

buona riuscita dell’operazione mi acc<strong>in</strong>go a fare la prima<br />

prova. Con mia grande sorpresa il sistema funziona<br />

davvero! Lo provo altre volte per sicurezza ma il<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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isultato è sempre lo stesso: funziona! Contento come<br />

un bamb<strong>in</strong>o metto il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> acqua e parto alla volta di<br />

San Florent.<br />

colore.<br />

Percorro il bellissimo tratto di costa f<strong>in</strong>o a San Florent,<br />

dove la scogliera di scisto a picco sul mare degrada<br />

piano piano lasciando il posto a rocce calcaree di diverso<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Qualche bunker, residuo bellico <strong>della</strong> seconda guerra<br />

mondiale, è ancora visibile lungo la costa.<br />

Capisco di essere vic<strong>in</strong>o a San Florent quando vedo i<br />

primi villaggi turistici lungo la costa.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Subito prima del porto, vengo colpito dalle<br />

caratteristiche costruzioni sul mare <strong>della</strong> cittad<strong>in</strong>a<br />

corsa.<br />

La città mi appare <strong>in</strong> tutta la sua sfolgorante bellezza.<br />

Per fare un tuffo <strong>in</strong> acqua è sufficiente buttarsi dalla<br />

f<strong>in</strong>estra! Sono quasi le 10 quando arrivo al porto di San<br />

Florent.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Dopo un rapido giro all’<strong>in</strong>terno del porto, decido di<br />

volgere la prua verso la baia attigua. So di avere la<br />

famosissima Plage de Loto a portata di pagaia e non<br />

vedo l’ora di raggiungerla. Mi fermo sul lato ovest <strong>della</strong><br />

baia, dove si trova il camp<strong>in</strong>g Acqua Dolce.<br />

avventuro nell’<strong>in</strong>terno per cercare un punto di ristoro.<br />

Nel bar del campeggio compro un pan<strong>in</strong>o e faccio<br />

rifornimento d’acqua. Al ritorno <strong>in</strong> spiaggia non credo ai<br />

miei occhi: il mare si è agitato all’<strong>in</strong>verosimile per un<br />

vento improvviso e violento. Con la stessa velocità con<br />

cui è apparso scompare però, permettendomi di<br />

ripartire dopo poco.<br />

Tiro fuori il pannello solare per ricaricare le batterie e mi<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Costeggio la baia e raggiungo il faro di Fornali.<br />

Il mare è limpido e, dove il fondale è sabbioso, assume<br />

quel caratteristico colore turchese.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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La f<strong>in</strong>e <strong>della</strong> baia è segnata dalla presenza di una<br />

bellissima e scenografica torre genovese mezza<br />

diroccata.<br />

La supero e percorro tratti di costa meravigliosi. Il mare<br />

assume tutte le tonalità cromatiche, dal verde<br />

all’azzurro.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Quando mi giro rivedo Capo Corso, il dito <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>,<br />

che ho appena lasciato. Lo guardo con un pizzico di<br />

nostalgia; si erge <strong>in</strong> tutta la sua maestosa bellezza,<br />

<strong>in</strong>corniciato dal profilo alto e imponente delle catene<br />

montuose a picco sul mare.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Un rapido confronto <strong>della</strong> mia posizione sulla mappa del<br />

GPS e sulla cart<strong>in</strong>a geografica mi dà vic<strong>in</strong>issimo alla<br />

spiaggia che fremo di conoscere da prima che partissi<br />

per questo folle tour: la Plage de Loto. Ed eccola<br />

avvic<strong>in</strong>arsi alla mia prua, con la sua candida e f<strong>in</strong>issima<br />

sabbia. Il fondale basso mi accompagna dolcemente<br />

f<strong>in</strong>o all’approdo. Il sole va e viene. Tra i bagnanti che mi<br />

guardano <strong>in</strong>curiositi, cerco la prospettiva migliore,<br />

aspetto il momento più propizio e la luce più <strong>in</strong>tensa,<br />

per scattare la foto che immortalerà per sempre, nei<br />

miei ricordi, la bellezza di questo angolo di paradiso.<br />

Eccola!<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Devo ripartire, il tempo sta cambiando. Ho paura che<br />

ricom<strong>in</strong>c<strong>in</strong>o le raffiche che hanno spazzato la baia di<br />

San Florent durante il mio passaggio. Il vento da ovest è<br />

sempre più teso e cerco riparo sotto la costa alla mia<br />

s<strong>in</strong>istra. L’obiettivo è quello di girare Punta di Curza<br />

prima possibile. Non riesco a vedere le condizioni del<br />

mare oltre la punta. Devo arrivarci per rendermi conto<br />

che il vento mi impedisce addirittura di girare la prua del<br />

<strong>kayak</strong>. Non posso avanzare, è troppo pericoloso.<br />

Ritorno <strong>in</strong>dietro e ripiego sulla più vic<strong>in</strong>a spiaggia che<br />

trovo: un lembo di sabbia grossa e bianca su cui atterro<br />

percorrendo un improbabile corridoio tra le punte<br />

aguzze degli scogli affioranti.<br />

Controllo la mappa satellitare sullo smartphone e<br />

scopro di essere nel Deserto delle Agriate. Una distesa<br />

di arbusti bassi e fitti che si estendono a perdita<br />

d’occhio. Lascio il <strong>kayak</strong> riponendo tutta l’attrezzatura<br />

all’<strong>in</strong>terno e chiudendolo poi col copripozzetto.<br />

L’<strong>in</strong>tenzione è quella di allontanarmi un po’ per capire <strong>in</strong><br />

che cavolo di posto mi trovi. Percorro un sentiero <strong>in</strong><br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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terra battuta. Il lontano ronzio di un gruppo elettrogeno<br />

mi anticipa la presenza di un chiosco improvvisato nella<br />

macchia.<br />

E’ l’occasione buona per farsi un pan<strong>in</strong>o, mi dico. Un<br />

pan<strong>in</strong>o nel deserto! E quando mi ricapita!? Me lo porta a<br />

passo svelto una ragazza. E’ scalza, ha i piedi neri <strong>della</strong><br />

terra che calpesta ed un sorriso candido.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Il tavolo dove siedo ha<br />

l’affaccio diretto sulla<br />

spiaggetta col <strong>kayak</strong> e la<br />

veduta panoramica su Capo<br />

Corso. Rimango a guardare il<br />

mare <strong>in</strong>crespato con la<br />

speranza che il ponente cessi<br />

quanto prima. Le raffiche sono<br />

violente. Le fronde degli alberi<br />

si piegano sotto la sp<strong>in</strong>ta del<br />

vento. Rimarrò bloccato per<br />

tutto il pomeriggio. Alla f<strong>in</strong>e<br />

desisto dall’idea di ripartire e<br />

mi preparo a passare la notte<br />

sul fazzoletto di spiaggia dove<br />

sono atterrato.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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Con i picchetti lillipuziani che ho<br />

sarà davvero difficile montare la<br />

tenda col vento. Devo trovare<br />

una soluzione. Mi viene l’idea di<br />

utilizzare delle canne di bambù<br />

come picchetti e di assicurarle<br />

sul fondo con delle grosse pietre.<br />

Il sistema funziona e riesco ad<br />

ancorare perfettamente la tenda<br />

a terra. Il mare è a pochi passi e<br />

mi <strong>in</strong>cute timore. Potrebbe<br />

raggiungere la tenda <strong>in</strong> caso di<br />

mareggiata. Ma la spiaggia è<br />

così piccola che non mi permette<br />

di allontanarmi di più. La notte si<br />

avvic<strong>in</strong>a e non si preannuncia<br />

affatto tranquilla.<br />

28 LUGLIO: BLOCCATO NEL DESERTO<br />

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29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

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***Il rumore <strong>della</strong> pioggia sulla tenda mi sveglia più<br />

volte durante la notte. Esco per controllare se sono<br />

ancora a distanza di sicurezza dal mare. Mi<br />

riaddormento ma il sonno non è mai tranquillo. Al<br />

matt<strong>in</strong>o ancora piove. Rimango <strong>in</strong> tenda f<strong>in</strong>o a quando<br />

spiove. Fa un freddo boia e tira vento. Devo coprirmi<br />

con tutto quello che ho. Intorno a me il silenzio più<br />

totale. Il chiosco è ancora chiuso. Non c’è nemmeno<br />

l’ombra di un essere umano. Inizio il rito <strong>della</strong> colazione<br />

che a sto punto, è l’unica nota positiva <strong>della</strong> giornata<br />

appena <strong>in</strong>iziata. Ormai sveglio, realizzo che l’unica cosa<br />

da fare assolutamente è spostarmi su una spiaggia più<br />

grande. Sulla mappa satellitare scorgo, a poche miglia,<br />

dietro la Punta di Curza, una spiaggia che fa al caso mio:<br />

la Plage de Saleccia. Nell’<strong>in</strong>terno vi è un campeggio ma<br />

non so di preciso dove sia ubicato. Date le condizioni<br />

meteo non ho fretta. Il mare è al limite <strong>della</strong><br />

navigabilità. Se riesco ad arrivare sarò davvero bravo,<br />

mi dico. Alle 10 sono <strong>in</strong> acqua. Ripercorro per la terza<br />

volta lo stesso tratto di mare sperando che questa sia la<br />

volta buona. Quando arrivo <strong>in</strong> punta vengo <strong>in</strong>vestito<br />

dalle stesse violente raffiche di ieri. Ricorro a cont<strong>in</strong>ui<br />

appoggi con la pagaia per alzare e girare la prua del<br />

<strong>kayak</strong>. E’ un’impresa titanica. Alla f<strong>in</strong>e ci riesco e mi<br />

ritrovo il vento <strong>in</strong> faccia. In pochi secondi sono<br />

completamente bagnato. Mi curvo <strong>in</strong> avanti per offrire<br />

meno resistenza al vento. Più volte rischio di farmi<br />

strappare la pagaia dalle mani. La vedo nera ed <strong>in</strong>izio ad<br />

aver paura. Davanti a me c’è un gruppo di scogli. Scelgo<br />

la strada più breve passando nel giard<strong>in</strong>o di roccia a<br />

s<strong>in</strong>istra ma dopo pochi metri capisco subito che non c’è<br />

abbastanza fondo e rischio seriamente di <strong>in</strong>cagliarmi.<br />

Sono costretto a fare una manovra di emergenza per<br />

ritornare <strong>in</strong>dietro e girare gli scogli dall’altro lato.<br />

Proseguo e f<strong>in</strong>almente alla mia s<strong>in</strong>istra appare la<br />

lunghissima Plage de Saleccia. I frangenti sulla costa mi<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

84


<strong>in</strong>cutono timore e così scelgo di proseguire, quasi <strong>in</strong><br />

attesa del coraggio di atterrare. Arrivo alla punta più<br />

lontana <strong>della</strong> spiaggia. Non posso più aspettare. Prendo<br />

coraggio e mi lancio <strong>in</strong> un mezzo surf che mi sbatte con<br />

violenza sulla riva. Esco rapidamente dal <strong>kayak</strong> e lo tiro<br />

<strong>in</strong> secco con tutte le forze. Ce l’ho fatta!<br />

Passo la matt<strong>in</strong>ata <strong>in</strong> spiaggia. Attorno a me pochissimi<br />

bagnanti, <strong>in</strong>tirizziti dal freddo. Il cielo si fa grigio<br />

plumbeo e alla f<strong>in</strong>e viene anche a piovere.<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

85


Nel primo pomeriggio mi cuc<strong>in</strong>o qualcosa al riparo nella<br />

macchia.<br />

camper parcheggiati e arrivo all’<strong>in</strong>gresso del<br />

campeggio. Faccio f<strong>in</strong>ta di essere un campeggiatore e<br />

mi dirigo verso i bagni.<br />

Lascio il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> custodia ad una famiglia italiana che<br />

ho conosciuto <strong>in</strong> spiaggia e mi dirigo verso il camp<strong>in</strong>g U<br />

Paradisu. Passo per un acquitr<strong>in</strong>o maleodorante,<br />

percorro un sentiero sterrato, supero una radura con dei<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

86


Riempio la borsa d’acqua e mi faccio la barba.<br />

spiaggia. Alle 17:30 apre il market e puntuale ritornerò<br />

nel camp<strong>in</strong>g per acquistare frutta fresca, che non<br />

mangio da quando sono partito, e delle ricariche per il<br />

fornelletto a gas.<br />

Si alternano schiarite e rovesci. Alla f<strong>in</strong>e un maestoso<br />

arcobaleno riempie la mia vista.<br />

Poi vado al bar e mi gusto una birra media alla sp<strong>in</strong>a.<br />

Metto a ricaricare le batterie stilo del GPS e ritorno <strong>in</strong><br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

87


29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

88


E’ l’ora del tramonto. Non avendo nulla da fare, mi<br />

dedico alla fotografia. Cerco qualche bello scorcio da<br />

immortalare.<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

89


La spiaggia si svuota. Rimaniamo solo io e qualche<br />

gabbiano. Monto la tenda <strong>in</strong> un buco riparato sotto<br />

degli arbusti.<br />

<strong>in</strong>credibile di rialzarmi e ripartire di buon matt<strong>in</strong>o. La<br />

media di km percorsi è davvero bassa. Di questo passo<br />

f<strong>in</strong>irò il giro dell’isola <strong>in</strong> tempi biblici. Devo fare i conti<br />

col meteo però, che anche per domani non porta niente<br />

di buono. Vedremo.<br />

Vengo assalito da nuvoli di zanzare che cercano di<br />

pungermi <strong>in</strong> ogni dove. Resisto. Mi distendo sul<br />

materass<strong>in</strong>o per nulla stanco ma con una voglia<br />

29 LUGLIO: SECONDO GIORNO NEL DESERTO<br />

90


30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

91


Mi sveglio <strong>in</strong>tirizzito dal freddo. Durante la notte la<br />

temperatura è scesa vertig<strong>in</strong>osamente e ho battuto i<br />

denti dal freddo. Mi sono rannicchiato <strong>in</strong> posizione<br />

fetale per non disperdere calore ma è servito a poco. Il<br />

sacco a pelo estivo, l’unico che ho portato, è<br />

assolutamente <strong>in</strong>adeguato a temperature così basse. Se<br />

capiterà ancora una notte così gelida dovrò fare <strong>in</strong><br />

modo di avere il telo asciutto <strong>in</strong> tenda a portata di mano<br />

per usarlo come coperta. E’ l’unica soluzione praticabile.<br />

Fuori albeggia. Il cielo è grigio ed il mare ancora<br />

<strong>in</strong>cazzato. Decido di recuperare il sonno, perso per il<br />

freddo, cont<strong>in</strong>uando a dormire ancora un po’. Quando<br />

mi sveglio piovigg<strong>in</strong>a. Gli arbusti sopra la tenda sono un<br />

buon riparo. Mentre faccio colazione vengo avvolto da<br />

un nuvolo di zanzare e sono costretto a cospargermi<br />

gambe e viso col repellente. Riusciranno comunque a<br />

pungermi.<br />

In spiaggia ci sono solo io. Dopo aver f<strong>in</strong>ito la colazione<br />

chiudo la tenda e mi <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>o verso il campeggio.<br />

Vado <strong>in</strong> bagno per recuperare un aspetto più umano e<br />

poi al bar per riprendere la batteria che ho lasciato a<br />

caricare tutta la notte.<br />

Quando ritorno <strong>in</strong> spiaggia ho già le idee chiare;<br />

nonostante le condizioni meteo proibitive, voglio<br />

lasciare Plage de Saleccia e raggiungere Plage de Trave,<br />

distante solo pochi km. La vic<strong>in</strong>anza del campeggio è<br />

una comodità non da poco ma non mi va di passare<br />

un'altra notte nello stesso posto. Alle 11:15 salpo. Man<br />

mano che avanzo la costa si fa più bassa e mi espone al<br />

forte vento proveniente dal quadrante nordoccidentale.<br />

Avanzo a fatica tra onde altissime e un<br />

vento teso e costante che non mi dà tregua.<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

92


Quando <strong>in</strong>travedo Plage de Trave mi preparo allo<br />

sbarco, cercando il tempo giusto per atterrare senza<br />

essere travolto dai frangenti.<br />

sono solo io. La spiaggia è desolata e stupenda.<br />

Ricoperta di sabbia f<strong>in</strong>e e bianca.<br />

La prua tocca terra alle 12:15. Mi guardo attorno: ci<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

93


Dissem<strong>in</strong>ata di canne e legnetti portati qui dal mare.<br />

Più dietro, vic<strong>in</strong>o alla macchia, la spiaggia diventa un<br />

tappeto di piccole piante dalle foglie acum<strong>in</strong>ate,<br />

impossibile da calpestare a piedi nudi.<br />

Completato il giro perlustrativo, ritorno al <strong>kayak</strong> e<br />

decido di parcheggiarlo vic<strong>in</strong>o ad una curiosa<br />

costruzione di rami e canne <strong>in</strong>trecciate.<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

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30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

95


La utilizzo subito per asciugare il telo da mare e la<br />

maglietta di lycra.<br />

Più tardi la utilizzerò per appendere il pannello solare e<br />

ricaricare le batterie f<strong>in</strong>o al tramonto.<br />

La sensazione è quella di ritrovarsi naufrago su un’isola<br />

deserta, senza possibilità di fuga. E devo dire che mi<br />

piace un sacco! Durante il pomeriggio vedrò qualche<br />

raro viandante fermarsi <strong>in</strong> spiaggia, dopo aver percorso<br />

un sentiero sterrato poco distante, e ripartire<br />

scomparendo nella macchia. L’idea di condividere la<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

96


mia isola deserta con qualcuno non mi piace affatto. Per<br />

un giorno voglio essere Rob<strong>in</strong>son Crusoe, senza<br />

nessuno tra i piedi. Per tutto il pomeriggio percorro la<br />

spiaggia <strong>in</strong> lungo e <strong>in</strong> largo, cercando di <strong>in</strong>tuire gli scorci<br />

più scenografici da fotografare quando il sole sarà poco<br />

sopra l’orizzonte. Nel frattempo faccio qualche foto di<br />

riscaldamento <strong>in</strong> vista dell’appuntamento col tramonto.<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

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Col sole a pochi gradi sull’orizzonte la spiaggia cambia<br />

aspetto e si veste di colori caldi e <strong>in</strong>tensi.<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

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Aspetto il momento giusto, con l’onda che impatta<br />

lo scoglio e proietta l’ombra dello spruzzo verso di<br />

me. Fotografo così il più bel tramonto visto <strong>in</strong><br />

<strong>Corsica</strong>.


Quando cala la sera,<br />

tiro il <strong>kayak</strong> f<strong>in</strong><br />

dietro la spiaggia, a<br />

ridosso <strong>della</strong><br />

macchia, per<br />

passare la notte al<br />

riparo dal vento. C’è<br />

tempo per fare un<br />

ultimo scatto.


Sento degli strani rumori provenire dal sentiero dietro di<br />

me. Quando mi giro, vedo una mucca, stupita quanto<br />

me di non essere sola.<br />

gli occhi pensando che probabilmente sar{ l’ultima;<br />

domani il tempo dovrebbe migliorare. Mi dispiace<br />

lasciarlo, nonostante mi abbia fermato qui per quasi tre<br />

giorni. Probabilmente, penso, lo ha fatto solo per<br />

mostrarmi la sua <strong>in</strong>tima e selvaggia bellezza.<br />

Basta uno sguardo a entrambi per capire che nessuno<br />

vuol fare del male all’altro.<br />

E’ la mia terza notte nel Deserto delle Agriate. Chiudo<br />

30 LUGLIO: ROBINSON CRUSOE<br />

102


31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

103


Quando esco dalla tenda mi accoglie f<strong>in</strong>almente una<br />

bella giornata!<br />

La matt<strong>in</strong>ata scivola veloce. Ci siamo solo io ed un<br />

gabbiano. Non vedo più la mucca.<br />

Dopo due ore dal risveglio sono già <strong>in</strong> acqua.<br />

Prima però sono costretto a sostituire il filo di nylon che<br />

sostiene lo skeg, tranciato di netto dopo l’atterraggio<br />

violento del giorno prima. Purtroppo l’esiguo diametro<br />

(0.40mm) fa sì che il filo si spezzi facilmente nei punti <strong>in</strong><br />

cui sfrega tra skeg e scafo. Non posso farci nulla, non ho<br />

un filo più spesso; dovrò comprarlo <strong>in</strong> un negozio di<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

104


pesca nel porto più vic<strong>in</strong>o.<br />

Inizio la navigazione con pochissimo vento ma con una<br />

divertente (almeno per ora) onda lunga.<br />

precedenti. Man mano che avanzo, l’onda lunga diventa<br />

sempre più <strong>in</strong>sidiosa,<br />

Godo all’<strong>in</strong>verosimile mentre alla mia s<strong>in</strong>istra sfilano<br />

paesaggi di rara, bucolica bellezza. In poche ore<br />

percorro le stessa miglia che ho percorso nei due giorni<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

105


ompendosi pers<strong>in</strong>o <strong>in</strong> prossimità di scogli sommersi.<br />

Devo stare qu<strong>in</strong>di attento ad <strong>in</strong>dividuarli con sufficiente<br />

anticipo per modificare <strong>in</strong> tempo la rotta. Dopo tre ore<br />

di navigazione mi lascio alle spalle il Deserto delle<br />

Agriate e mi avvic<strong>in</strong>o alla famosa Plage de Ostriconi.<br />

frangono a riva.<br />

Decido di atterrare <strong>in</strong> surf sulle onde lunghe che si<br />

Mi fermerò solo un quarto d’ora. Alla ripartenza il mare<br />

è ancora più grosso e vengo colpito da un’onda enorme<br />

che mi strappa la sacca stagna dagli elastici sulla<br />

coperta dietro il pozzetto. Me ne accorgerò dopo un po’<br />

e dovrò tornare <strong>in</strong>dietro per cercarla. Fortunatamente<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

107


l’ha presa un bagnante che ora, vedendomi, mi<br />

raggiunge a nuoto e me la restituisce.<br />

Cont<strong>in</strong>uo la navigazione costeggiando lo spiaggione di<br />

Lozari<br />

e dirigendo poi la prua verso la famosissima località<br />

turistica di Ile Rousse.<br />

Sembra di essere alla Terza Spiaggia di Golfo Aranci <strong>in</strong><br />

Sardegna! L’acqua è meravigliosa: turchese e<br />

trasparentissima. La spiaggia di fronte a me è zeppa di<br />

asciugamani e ombrelloni. Atterro e tiro <strong>in</strong> secco il<br />

<strong>kayak</strong> <strong>in</strong> un m<strong>in</strong>uscolo corridoio di spiaggia libera.<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

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31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

109


Lo spettacolo è <strong>in</strong>credibile! Ile Rousse ha la fama di<br />

essere uno dei più bei posti <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>. Ora capisco il<br />

perché. Alla mia s<strong>in</strong>istra c’è il porto e più avanti l’Isola<br />

Rossa, collegata a questo tramite un istmo di terra.<br />

E’ ora di pranzo e la fame, nonostante i prezzi proibitivi,<br />

mi sp<strong>in</strong>ge ad entrare <strong>in</strong> un ristorante proprio sulla<br />

spiaggia, a poche dec<strong>in</strong>e di metri dal <strong>kayak</strong>. Quando<br />

entro mi accorgo che è tutto pieno e la gente, a<br />

differenza mia, è vestita di tutto punto. Affianco, noto<br />

un baretto che fa anche i pan<strong>in</strong>i e decido così di<br />

accontentarmi di un pan<strong>in</strong>o all’odore di pollo a soli<br />

6,50€! F<strong>in</strong>ito il pan<strong>in</strong>o, mi faccio <strong>in</strong>dicare il più vic<strong>in</strong>o<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

110


supermercato e lo raggiungo a piedi attraverso i<br />

bellissimi vicoli <strong>della</strong> cittad<strong>in</strong>a corsa. Lungo la strada mi<br />

fermo a comprare un secondo pan<strong>in</strong>o, con pollo vero<br />

stavolta! Saccheggio poi il supermercato di ogni genere<br />

alimentare commestibile da un italiano e mi dirigo,<br />

carico di buste, verso il porto, dove spero di trovare un<br />

negozio di pesca aperto. Non lo troverò.<br />

E’ passata gi{ mezz’ora da quando ho lasciato il <strong>kayak</strong>;<br />

ritorno <strong>in</strong> spiaggia per sistemare nei gavoni i viveri<br />

appena comprati. Tutto quello che non entra nel <strong>kayak</strong><br />

lo mangio all’istante, sotto gli sguardi allibiti dei vic<strong>in</strong>i.<br />

Tra questi, un signore svizzero che mi fa ogni sorta di<br />

domanda sul mio viaggio. Intenerito dalle condizioni <strong>in</strong><br />

cui ho scelto di trascorrere le vacanze, mi regala un altro<br />

picchetto, ovvero una canna di bambù uguale alle altre<br />

legate sulla coperta del <strong>kayak</strong>. Un gesto bello e<br />

semplice che ho apprezzato tantissimo!<br />

Quando riparto mi accorgo che si è rotto un’altra volta il<br />

filo di nylon che mantiene lo skeg e sono qu<strong>in</strong>di<br />

costretto a sostituirlo per l’ennesima volta prima di<br />

ripartire <strong>in</strong> direzione del molo. La maledizione dello<br />

skeg è <strong>in</strong>iziata il secondo giorno del trekk<strong>in</strong>g e ancora<br />

mi perseguita!<br />

<strong>Giro</strong> attorno all’Isola Rossa<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

111


e scopro con mia grossa sorpresa di avere un forte vento<br />

contrario.<br />

putrefazione dall’odore nauseabondo. Ci rimango<br />

giusto un po’. Risostituisco per la terza volta il filo di<br />

nylon dello skeg e prendo il largo <strong>in</strong> un mare al limite<br />

<strong>della</strong> navigabilità. Mi dimeno per qualche miglio tra<br />

onde altissime e vento teso. Stanchissimo, riesco a<br />

girare punta Vallitoni e scendere f<strong>in</strong>o allo spiaggione di<br />

Algajola. Il problema dello sbarco con onda lo risolvo<br />

alla kamikaze! Faccio un atterraggio di fortuna a cavallo<br />

di un enorme frangente che mi trasc<strong>in</strong>a a riva con<br />

violenza esagerata.<br />

La velocità di avanzamento è troppo bassa e decido di<br />

atterrare sulla più vic<strong>in</strong>a spiaggia per aspettare che<br />

cess<strong>in</strong>o almeno le forti raffiche di vento. Sono sulla<br />

Spiaggia di Ghjunchitu: un ammasso di alghe <strong>in</strong><br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

112


Esco dal pozzetto stordito e tiro velocemente il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong><br />

secco.<br />

Sono le 19. Per oggi ne ho avuto abbastanza.<br />

Ceno col filonc<strong>in</strong>o e lo svizzero comprati ad Ile Rousse<br />

e mi godo, tra un morso e l’altro, il bellissimo tramonto.<br />

All’imbrunire monto la tenda e crollo per la stanchezza.<br />

Che giornata!<br />

31 LUGLIO: PASSAGGIO PER ILE ROUSSE<br />

113


1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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Ho dormito comodo, talmente comodo che non voglio<br />

più svegliarmi. Merito <strong>della</strong> buona sagomatura del<br />

giaciglio che ho fatto prima di addormentarmi. Quando<br />

suona la sveglia delle 6 sento di colpo il rumore <strong>della</strong><br />

tenda sbattuta dal vento e il forte sciabordio delle onde<br />

a riva. Comprendo che le previsioni del giorno prima,<br />

che davano ancora libeccio forza 3-4, sono confermate.<br />

Spengo la sveglia e decido di dormire un’altra<br />

mezz’oretta. Al successivo risveglio sento uno strano<br />

vocio fuori <strong>della</strong> tenda. Incuriosito, esco. Vedo delle<br />

persone a qualche dec<strong>in</strong>a di metri da me, armate di<br />

treppiedi e macch<strong>in</strong>e fotografiche, che guardano tutte<br />

<strong>in</strong> una direzione. Io però non vedo nulla. Mi avvic<strong>in</strong>o<br />

ancora un po’ e scorgo un paio di gambe femm<strong>in</strong>ili che<br />

fuoriescono dal bagnasciuga.<br />

Sono nel pieno di un set fotografico all’aperto! La cosa<br />

non mi entusiasma affatto. Mi accorgo di non poter fare<br />

la solita pisciata mattut<strong>in</strong>a con lo sguardo rivolto al<br />

mare, ma devo accovacciarmi dietro la tenda come una<br />

femm<strong>in</strong>uccia. La giornata parte male…<br />

Sento cambiare il vento, che ora <strong>in</strong>izia a spirare da est,<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

116


proprio nella direzione che dovrò percorrere. E’<br />

un’occasione da prendere al volo! Smonto la tenda <strong>in</strong> un<br />

battibaleno e preparo il <strong>kayak</strong> per la partenza, saltando<br />

addirittura la colazione. La solita litigata con i frangenti<br />

a riva per prendere il largo e mi lascio lo spiaggione di<br />

Algajola alle spalle. Per un po’ il vento mi sp<strong>in</strong>ge. Poi,<br />

quando sono vic<strong>in</strong>o al Porto <strong>della</strong> Mar<strong>in</strong>a di S.<br />

Ambrogio,<br />

ritorna il solito libeccio e sono costretto a fermarmi sulla<br />

spiaggia più vic<strong>in</strong>a. Faccio colazione con l’unico pan<strong>in</strong>o<br />

rimasto nel gavone e mi preparo ad una lunga, difficile<br />

traversata nel Golfo di Calvi, per raggiungere l’omonima<br />

città. Quando giro Punta Spanu, mi <strong>in</strong>veste un vento<br />

tesissimo. Non riesco ad avanzare a più di 2 nodi. Per sei<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

117


lunghi estenuanti chilometri lotto con onde alte più di 1<br />

metro che si frangono sulle fiancate del <strong>kayak</strong> e faccio<br />

una fatica enorme a mantenere la direzione.<br />

Punto con la prua del <strong>kayak</strong> il promontorio di Calvi,<br />

La meta si avvic<strong>in</strong>a<br />

sul quale è arroccata la vecchia citta<strong>della</strong> fortificata.<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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e dopo due ore di folle pagaiata, ormai allo stremo delle<br />

forze, giungo f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> vista <strong>della</strong> citta<strong>della</strong> prima<br />

e del porto poi.<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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Al riparo dalle raffiche impetuose, raggiungo <strong>in</strong><br />

scioltezza la spiaggia.<br />

la navigazione f<strong>in</strong>isce qui, almeno per oggi. Il panorama<br />

è mozzafiato! E’ come stare a Portof<strong>in</strong>o avendo dietro le<br />

Dolomiti.<br />

E’ stata la traversata più impegnativa da quando sono<br />

partito. Sono distrutto! Per un’oretta rimango immobile<br />

come il pannello solare steso sul <strong>kayak</strong>. Mi affido al sole<br />

per ricaricare le batterie. A meno che il vento non scada,<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

120


Mai visto niente del genere. E’ surreale per quanto è<br />

bello. «Ci rimarrò tutta la giornata, dovesse pure<br />

cessare il vento» sentenzio.<br />

Ad un certo punto non credo alle mie orecchie: sento<br />

vic<strong>in</strong>issimo il fischio di un treno. Mi giro di scatto e vedo<br />

a 10m dalla spiaggia un treno che passa. «Ma dove<br />

cavolo mi trovo?!» esclamo. Ancora basito, oltrepasso<br />

gli alberi dietro la spiaggia alla ricerca <strong>della</strong> ferrovia.<br />

Quando la vedo ancora non ci credo;<br />

una ferrovia che passa a 10m dal mare, sopraelevata<br />

solo di un paio di metri e senza nessuna protezione per i<br />

pedoni!<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

122


Mai vista nella mia vita.<br />

Chiudo tutta l’attrezzatura nel <strong>kayak</strong> e vado a<br />

saccheggiare il gigantesco supermercato a soli 100m<br />

dalla spiaggia.<br />

Poi ritorno al <strong>kayak</strong> per riporre la spesa e mi dileguo<br />

nella città;<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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è bellissima!<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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La percorro <strong>in</strong> lungo e <strong>in</strong> largo.<br />

Visito il porto<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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e le viuzze dietro il porto affollate di turisti che fanno<br />

shopp<strong>in</strong>g nei negozi.<br />

serviva per lo skeg.<br />

Vado <strong>in</strong> un bagno pubblico dotato di tutti i comfort e<br />

immortalo l’<strong>in</strong>dimenticabile evento con un selfie!<br />

Compro dei nuovi <strong>in</strong>fradito, <strong>in</strong>credibile ma vero, a soli<br />

5€. Meno di un pan<strong>in</strong>o!<br />

Riesco, con immensa gioia, a trovare un negozio di<br />

pesca dove compro il filo di nylon più spesso che mi<br />

Mi perdo nella folla e per la prima volta mi sento un<br />

turista uguale agli altri. Stanchissimo, poco prima del<br />

tramonto, ritorno, carico a ciuccio, dal mio compagno<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

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d’avventura Scott.<br />

Non c’è più il sole <strong>in</strong> spiaggia.<br />

Aspetto ancora un po’ e davanti a me appare uno degli<br />

spettacoli più belli visti f<strong>in</strong>ora: il tramonto sul Golfo di<br />

Calvi. Il mare diventa rosso dei raggi di sole che<br />

rimbalzano sui monti. L’apoteosi!


Rimarrò <strong>in</strong>cantato per una mezz’oretta buona, f<strong>in</strong>o al<br />

calar delle tenebre.<br />

Infatti ci vorr{ un po’ di tempo f<strong>in</strong>o a che mi<br />

addormenti. Domani le previsioni sono buone e spero di<br />

percorrere f<strong>in</strong>almente un lungo tratto di costa.<br />

Dopo tutto quello che ho mangiato nel pomeriggio non<br />

ho bisogno di cenare e qu<strong>in</strong>di monto direttamente la<br />

tenda. Per la notte mi preoccupa un po’ la vic<strong>in</strong>anza del<br />

centro abitato e il via vai di persone sulla spiaggia.<br />

1 AGOSTO: LO SPETTACOLO DI CALVI<br />

128


2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

129


Mi sveglio dopo una notte travagliatissima, <strong>in</strong> cui me ne<br />

sono successe di ogni. Il tipo che mi ha vomitato ad un<br />

passo dalla tenda facendomi sobbalzare al primo conato<br />

di vomito. La coppia seduta sulla panch<strong>in</strong>a poco<br />

distante che giocava a chi scoreggiava più forte.<br />

L’ubriaco di turno che con tutta la spiaggia a<br />

disposizione veniva a pisciare ad un metro dalla mia<br />

tenda. E dulcis <strong>in</strong> fundo il treno, che a soli 10m da me,<br />

quando passava sembrava ti stesse <strong>in</strong>vestendo <strong>in</strong> pieno!<br />

Le previsioni negative <strong>della</strong> sera prima sono state tutte<br />

confermate: nottata di merda!<br />

Quando esco dalla tenda è ancora molto presto e faccio<br />

<strong>in</strong> tempo a vedere il sole sorgere dietro i monti <strong>della</strong><br />

sponda opposta del golfo.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

130


Il ricordo <strong>della</strong> notte appena trascorsa piano piano<br />

svanisce e lascia il posto all’entusiasmo per questo<br />

nuovo giorno di pagaiata all’<strong>in</strong>segna del bel tempo.<br />

Faccio colazione col pan<strong>in</strong>o che avrei dovuto mangiare<br />

la sera prima. Guadagno un po’ di tempo e alle 8 sono <strong>in</strong><br />

acqua. Supero la citta<strong>della</strong> fortificata<br />

ed entro nel Golfo <strong>della</strong> Revellata. Supero l’omonima<br />

punta ed il suo caratteristico faro.<br />

Sulla mappa leggo Grotte des Veaux Mar<strong>in</strong>s: è la grotta<br />

dei buoi mar<strong>in</strong>i che prima <strong>della</strong> partenza mi ero<br />

promesso di visitare.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

132


Mi avvic<strong>in</strong>o alla costa e <strong>in</strong>izio a scandagliarla metro per<br />

metro.<br />

Sul gps non è segnata e questo non mi aiuta ad<br />

<strong>in</strong>dividuarla. Dopo un primo passaggio, <strong>della</strong> grotta<br />

nemmeno l’ombra; devo averla saltata.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

133


Ritorno<br />

<strong>in</strong>dietro e<br />

f<strong>in</strong>almente la<br />

trovo. Mi ci<br />

<strong>in</strong>filo dentro<br />

e scatto<br />

qualche foto.


Più tardi faccio una prima sosta nella baia di Nichiareto.<br />

Proseguo ancora e dopo un suggestivo passaggio tra la<br />

costa ed un lungo isolotto,<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

135


giro Capo Morsetta ed entro nella Baia di Crovani.<br />

E’ ora di pranzo e dirigo la prua verso Argentella, un<br />

paes<strong>in</strong>o <strong>in</strong> cui spero di trovare uno snack-bar aperto. Mi<br />

accoglie una spiaggia scura e ciottolosa.<br />

Ad un cent<strong>in</strong>aio di metri c’è un ristorante. Non voglio<br />

andarci ma ci entro per chiedere se c’è un posto dove<br />

mangiare una cosa al volo. Mi <strong>in</strong>dicano il bar dentro il<br />

vic<strong>in</strong>o campeggio.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

136


Mi <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>o e lo raggiungo,<br />

attraversandolo tutto, per arrivare f<strong>in</strong>o al l’<strong>in</strong>gresso<br />

dove si trova il bar. Scopro che hanno solo dei cornetti e<br />

non fanno pan<strong>in</strong>i. Disperato, ritorno al ristorante e mi<br />

faccio servire un piatto di salumi e formaggi locali.<br />

Li divoro con 1Kg circa di pane. Totale: 30€! Argentella è<br />

costosella direi... Alle 15:40 riparto velocemente.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

137


Entro nel Golfo di Galeria<br />

e mi fermo sulla spiaggetta vic<strong>in</strong>a all’omonimo paese<br />

per consultare la mappa satellitare e pianificare le tappe<br />

successive. Ho a portata di <strong>kayak</strong> la Riserva Naturale<br />

<strong>della</strong> Scandola, uno dei posti più belli di tutta la <strong>Corsica</strong>.<br />

Voglio assolutamente vederla! Non potrò fermarmi la<br />

notte poiché le spiagge sono <strong>in</strong>terdette al campeggio<br />

libero. Non lontana però, 10Km circa, c’è la famosa<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

138


<strong>Giro</strong>lata. Me ne ha parlato benissimo Giacomo Della<br />

Gatta al telefono prima di imbarcarmi per Bastia.<br />

Sono al limite come orario e se non parto subito rischio<br />

di arrivarci dopo il tramonto. Così mi rimetto <strong>in</strong> mare e<br />

pagaio forte, doppiando Punta Rossa<br />

e tagliando tutto il Golfo di Focolara. Supero Punta Nera<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

139


e mi ritrovo nel bel mezzo <strong>della</strong> Scandola,<br />

avvolto da rocce di granito rosso e colate di lava scura.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

140


La mancanza del sole<br />

immerge questo paradiso<br />

<strong>in</strong> un’atmosfera tetra e<br />

m<strong>in</strong>acciosa. La costa buia<br />

e nera di lava <strong>in</strong>cute<br />

timore. Immag<strong>in</strong>o le<br />

forze che hanno<br />

plasmato questi luoghi e<br />

scompaio di fronte a loro.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

141


Scivolo <strong>in</strong> un mare color petrolio f<strong>in</strong>o alla Plage d’Elbo.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

142


Attorno a me un silenzio<br />

irreale. Bastioni di roccia<br />

scura che si <strong>in</strong>nalzano<br />

imponenti.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

143


Rocce multicolore che prendono le forme più bizzarre.<br />

Voglio guardarmele metro per metro così mi rimetto sul<br />

<strong>kayak</strong> e raggiungo Punta Palazzu, la punta più estrema<br />

del golfo.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

144


Negli anfratti<br />

delle rocce a<br />

picco sul mare<br />

si aprono<br />

calette<br />

turchesi e<br />

grotte<br />

profonde e<br />

altissime.


Vista da vic<strong>in</strong>o la roccia vulcanica ha una caratteristica<br />

struttura esagonale, come se, ancora liquida, fosse stata<br />

estrusa nel passaggio attraverso dei fori di ugual forma.<br />

Quando guardo il GPS mi accorgo che sono le 19:30. A<br />

colorare <strong>in</strong> un baleno le rocce prima scure è il sole basso<br />

sull’orizzonte, sotto la coltre di nuvole.


La Scandola mi ha rapito e portato <strong>in</strong> una dimensione<br />

senza tempo. E’ tardissimo! Cerco di recuperare tempo<br />

pagaiando forte ma devo fare i conti col vento che nel<br />

frattempo si è alzato impetuoso ad ore 12. Vengo<br />

affiancato da un gommone di guardie del parco che mi<br />

dicono che nella Scandola è vietato fermarsi e mi<br />

chiedono dove abbia <strong>in</strong>tenzione di pernottare. Gli dico<br />

<strong>in</strong> <strong>in</strong>glese che sono diretto a <strong>Giro</strong>lata. Con gentilezza si<br />

congedano e ripartono. Riprende la lotta contro il vento<br />

che limita la mia velocità a circa 2 nodi e mezzo.<br />

Mancano ancora 10km a <strong>Giro</strong>lata e <strong>in</strong>izio a sudare<br />

freddo all’idea di atterrare con l’oscurit{. La traversata<br />

del Golfo di Solana mi porterà via le ultime energie<br />

rimaste. Ho percorso più di 50km e non è ancora f<strong>in</strong>ita.<br />

Quando doppio Punta Scandola, f<strong>in</strong>almente, entro nel<br />

Golfo di <strong>Giro</strong>lata. Sono le 21:00 e il sole è sparito sotto<br />

l’orizzonte da un pezzo. Mi rimane solo un barlume di<br />

luce crepuscolare <strong>in</strong> rapidissimo affievolimento. Man<br />

mano che avanzo diventa tutto più scuro. La sagoma<br />

dei monti si staglia sempre meno sul blu <strong>in</strong>tenso del<br />

cielo. A met{ golfo sprofondo nell’oscurit{ più totale. Di<br />

<strong>Giro</strong>lata nemmeno l’ombra. Non ci sono luci<br />

all’orizzonte, nessun segno <strong>della</strong> presenza di un paese.<br />

Vedo solo le fievoli e tremolanti luci di qualche barca a<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

147


vela <strong>in</strong> rada nel golfo. Navigo nel buio più pesto. Ho<br />

paura. Dal dayhatch anteriore tiro fuori la torcia frontale<br />

per essere almeno visibile agli altri natanti. Prendo<br />

anche lo smartphone e cerco di capire dalle mappe<br />

satellitari dove mi trovi.<br />

Sono nel bel mezzo del golfo e <strong>Giro</strong>lata è dietro un<br />

piccolo promontorio, proprio di fronte a me.<br />

Ecco perché non riuscivo a vederla! Devo girare attorno<br />

al promontorio facendo attenzione agli scogli. Potrei<br />

avvic<strong>in</strong>armi troppo alla costa e <strong>in</strong>frangermi contro<br />

qualche scoglio affiorante. Senza <strong>in</strong>dugiare, prendo la<br />

decisione di utilizzare la mappa satellitare come guida<br />

nella manovra, mantenendo una distanza di sicurezza di<br />

15-20m dalla l<strong>in</strong>ea di costa che vedo sulla mappa. Che<br />

Dio me la mandi buona! Avanzando, mi accorgo che un<br />

segnale lum<strong>in</strong>oso <strong>in</strong>dica esattamente il lato s<strong>in</strong>istro<br />

dell’<strong>in</strong>gresso nella baia. Lo punto. Avverto la presenza<br />

<strong>della</strong> costa dal rumore delle onde che vi si <strong>in</strong>frangono. A<br />

orecchio la distanza dalle rocce è quella di sicurezza che<br />

mi sono imposto. Sono attento al più piccolo rumore<br />

che proviene dall’acqua per avere il tempo di schivare<br />

un ostacolo improvviso che mi si dovesse parare<br />

d<strong>in</strong>anzi. Inizio a sentire un vocio via via crescente. Poi<br />

d’un tratto mi si spalanca alla vista un’<strong>in</strong>tera parete<br />

rocciosa ricoperta di luci. Sono le luci dei ristoranti che<br />

tappezzano completamente il versante nord-est del<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

148


promontorio. Lo stesso che mi impediva prima di<br />

vedere. «E’ <strong>Giro</strong>lata!» grido. Un brivido di gioia mi<br />

percorre la schiena. Scarico tutta la tensione <strong>in</strong> un<br />

sorriso <strong>in</strong>durito dalla salsed<strong>in</strong>e che mi ricopre il viso. Alla<br />

mia destra il porticciolo, con un tripudio di luci<br />

provenienti dalle barche ormeggiate strette, l’una di<br />

fianco all’altra. Scivolo silenzioso come un’anguilla tra i<br />

riflessi di luci colorate sull’acqua piatta. Tocco terra su<br />

una piccola spiaggetta dove tirano <strong>in</strong> secco i gozzi. Sono<br />

le 22:00. Ho percorso più di 58km.<br />

Attorno a me è tutto <strong>in</strong> festa. Negozietti ovunque, pieni<br />

di luci colorate. Voci e risate echeggiano dalla parte alta<br />

del paese. Sembra il paese dei balocchi. Mi lascio<br />

travolgere anch’io da questa atmosfera festante.<br />

Chiudo tutto nel <strong>kayak</strong> e col sorriso ormai stampato sul<br />

volto mi dirigo <strong>in</strong> un ristorant<strong>in</strong>o per mangiare qualcosa.<br />

Mi accoglie una cameriera bionda, sorridente, con tanto<br />

di pantalonc<strong>in</strong>o <strong>in</strong> jeans stracciato e occhi azzurri come<br />

il mare. Mi dico «Ma questo posto è il paradiso!».<br />

Solo la fame riesce a distrarmi da cotanta bellezza e<br />

ord<strong>in</strong>o pan<strong>in</strong>o, patat<strong>in</strong>e, due birre medie alla sp<strong>in</strong>a e un<br />

gelato.<br />

A stomaco pieno ritorno al <strong>kayak</strong>. Sento tutta la<br />

stanchezza ora. Proprio ora che devo montare la tenda.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

149


Mi faccio forza e tiro fuori dal <strong>kayak</strong> tutta l’attrezzatura.<br />

Montata la tenda a due metri dal mare, vorrei ancora<br />

fare qualcosa. Mi dispiace addormentarmi e lasciare il<br />

mondo attorno a me <strong>in</strong> festa. E’ l’ultimo pensiero prima<br />

di cadere <strong>in</strong> un sonno profondo.<br />

2 AGOSTO: ATTERRAGGIO NOTTURNO ALLA SCANDOLA<br />

150


3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

151


Mi sveglio come un cencio. La schiena è a pezzi dopo le<br />

10 ore di pagaiata di ieri. Ho dormito poco e male. Dagli<br />

yacht ormeggiati non sono mai cessati gli schiamazzi. I<br />

ristoranti si sono spenti solo a notte <strong>in</strong>oltrata. Nel bel<br />

mezzo del sonno vengo svegliato da alcuni cani che<br />

<strong>in</strong>iziano ad abbaiare. Uno <strong>in</strong> particolare è a due passi<br />

dalla tenda e fa un cas<strong>in</strong>o <strong>in</strong>fernale. Conto f<strong>in</strong>o a 10, poi,<br />

mi faccio forza ed esco per allontanarlo. E’ una bestia<br />

gigantesca! Quando gli grido «Za, via!» non mi guarda<br />

nemmeno. Sconfitto, ritorno dentro e con pazienza<br />

aspetto che f<strong>in</strong>isca di abbaiare per riaddormentarmi.<br />

Di svegli ci siamo io e due vacche nere al pascolo.<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

152


Mi guardo attorno e noto subito uno stupendo pontile<br />

dove fare colazione.<br />

scorderò.<br />

La luce del sole illum<strong>in</strong>a il percorso fatto la sera prima<br />

nel buio pesto col <strong>kayak</strong>, guidato solo dalle mappe<br />

satellitari.<br />

Bevo una tazza di caffè sospeso sul mare. Vedo i<br />

pescetti sotto di me banchettare con le briciole dei<br />

biscotti. Tutto <strong>in</strong>torno tace. E’ un momento di felicit{<br />

che sento scorrere fuori e dentro di me. Non lo<br />

Una follia ben riuscita! Mi arrampico sui vicoli che<br />

portano alla parte alta di <strong>Giro</strong>lata e mi godo il<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

153


panorama. Quando riscendo vedo alcune persone vic<strong>in</strong>o<br />

ad un ristorant<strong>in</strong>o. Mi ci <strong>in</strong>filo dentro per usufruire del<br />

bagno.<br />

Un as<strong>in</strong>o mi fiuta <strong>in</strong>curiosito.<br />

Quando esco scopro di chi sono quei <strong>kayak</strong> parcheggiati<br />

sulla stessa spiaggetta dove ho dormito io.<br />

Un ragazzo con due lunghe baguette sotto il braccio mi<br />

dice di appartenere ad un gruppo di sette <strong>kayak</strong>er con<br />

bamb<strong>in</strong>i al seguito diretti a Porto. C’è addirittura un<br />

<strong>kayak</strong> gonfiabile. Li avverto che le forti raffiche di vento<br />

potrebbero causargli non pochi problemi per giungere<br />

senza pericolo f<strong>in</strong>o a dest<strong>in</strong>azione. Ma il tipo è fiducioso.<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

154


Mi dice che ce la faranno, nonostante tutto. Gli chiedo<br />

dove abbia preso il pane e mi <strong>in</strong>dica un negozietto poco<br />

distante. Uscirò anch’io con due lunghe baguette sotto<br />

il braccio.<br />

A mal<strong>in</strong>cuore, proprio mentre riprende vita, lascio<br />

<strong>Giro</strong>lata, famosa per essere uno dei pochi luoghi <strong>della</strong><br />

<strong>Corsica</strong> raggiungibile solo via mare. Mi attende una<br />

giornata di pagaiata ricca di nuove emozioni. Non voglio<br />

farle attendere. Esco dal golfo e doppio Capo Sen<strong>in</strong>o.<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

155


Nel Golfo di Porto sosto prima su Plage de Gradelle, una<br />

bella spiaggia di ciotoli<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

156


e poi sulla Plage de Bussaglia.<br />

Qui mi rifocillo con la classica accoppiata pan<strong>in</strong>o e birra.<br />

Sono vic<strong>in</strong>issimo a Porto e sta soffiando un vento che<br />

può portarmi fuori dal golfo <strong>in</strong> men che non si dica.<br />

Riparto. La costa alta e rocciosa mi nasconde alla vista<br />

Porto.<br />

Dietro l’ultimo gruppo di scogli che mi separa da essa,<br />

<strong>in</strong>travedo però la bellissima torre genovese, simbolo<br />

<strong>della</strong> città.<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

157


Vista da vic<strong>in</strong>o è davvero suggestiva.<br />

con sabbia grossa di granito, superaffollata di bagnanti.<br />

E’ la spiaggia <strong>della</strong> Ficajola.<br />

Alla mia s<strong>in</strong>istra scorre il lungo spiaggione di Porto. Non<br />

mi fermo e decido di proseguire uscendo dal golfo.<br />

Purtroppo il vento è girato ancora una volta e me lo<br />

ritrovo implacabile ad ore 12. Dopo 3 miglia di strenua<br />

lotta sono esausto e riparo <strong>in</strong> una graziosa spiaggetta<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

159


Aspetterò per una mezz’oretta una possibile scaduta di<br />

vento ma la sorte non è dalla mia parte. Sono costretto<br />

a ripartire con lo stesso vento e lo stesso mare.<br />

L’immenso Golfo di Porto non mi vuole lasciar andare.<br />

Appena riparto, <strong>in</strong>contro un tipo con uno strano <strong>kayak</strong> a<br />

pedali che si sbraccia per salutarmi.<br />

Il tratto di costa che attraverso è uno dei più belli visti<br />

sull’isola<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

160


La costa è dissem<strong>in</strong>ata di bizzarre formazioni rocciose<br />

chiamate Calanche. Sono patrimonio dell’Unesco dal<br />

1983.<br />

F<strong>in</strong>almente esco dal Golfo doppiando Capo Rosso.<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

162


Trovo un vento ancora più teso e un mare con un’onda<br />

lunga davvero <strong>in</strong>sidiosa sotto costa.<br />

Sono le 19 e la programmata sosta sulla Plage d’Arone<br />

non posso farla perché i frangenti sono altissimi e<br />

rischierei di danneggiare il <strong>kayak</strong> nell’atterraggio. Mi<br />

attacco ad una boa e consulto le mappe satellitari per<br />

<strong>in</strong>dividuare un possibile approdo <strong>in</strong> sicurezza. C’è a<br />

qualche miglio, nell’Anse de Chiuni, una spiaggia<br />

rientrata e riparata che dovrebbe fare al caso mio. Mi<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

163


stacco dalla boa e riparto.<br />

Tutta la costa è battuta da un’onda lunga martellante<br />

che la flagella a colpi di frangenti schiumosi.<br />

è possibile atterrare <strong>in</strong> sicurezza. Percorro il tratto che<br />

mi separa dalla spiaggia senza più l’ansia che ho provato<br />

f<strong>in</strong>o a quel momento. Atterro <strong>in</strong> una zona caratterizzata<br />

dalla presenza di acque stagnanti. Preferisco spostarmi<br />

di un cent<strong>in</strong>aio di metri tra<strong>in</strong>ando a mano il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong><br />

acqua bassa. Quando riatterro vengo circondato da un<br />

nuvolo di zanzare. Mi cospargo di Autan e mi <strong>in</strong>filo felpa<br />

e pantaloni lunghi. Ho percorso 43km che <strong>in</strong>sieme ai 58<br />

del giorno prima fanno una stanchezza <strong>in</strong>credibile! C’è<br />

giusto il tempo per cuc<strong>in</strong>are una polenta con salsiccia e<br />

formaggio e per montare la tenda. Crollo appena tocco<br />

il cusc<strong>in</strong>o.<br />

All’entrata dell’<strong>in</strong>senatura <strong>in</strong>contro alcuni <strong>kayak</strong>er a cui<br />

chiedo le condizioni del mare sulla spiaggia <strong>in</strong> fondo. Mi<br />

rassicurano dicendomi che non batte l’onda lunga e che<br />

3 AGOSTO: USCITA DALLA SCANDOLA<br />

164


4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

165


Sveglia alle 6, prima dell’alba.<br />

<strong>in</strong>conveniente che capita spesso quando la grana <strong>della</strong><br />

sabbia non è f<strong>in</strong>e. Con la santa pazienza riatterro e<br />

sblocco lo skeg. Alla ripartenza è di nuovo bloccato.<br />

Sono le 8:30 e sono già <strong>in</strong>cazzato. «Quanto potrei<br />

ancora <strong>in</strong>cazzarmi se per la terza volta lo sblocco e lui si<br />

riblocca?». Questa è la mia preoccupazione. Perciò<br />

desisto dal proposito di risbloccarlo. Mi avvio nell’acqua<br />

liscia come l’olio tra i natanti ancorati alle boe.<br />

Direzione sud-ovest verso Punta d’Omigna. Dopo 4km<br />

sono fuori dalla Baia de Chioni. L’onda lunga del giorno<br />

prima c’è ancora, ahimè!<br />

Tutto tace. Il gorgoglìo del caffè nella moka segna<br />

l’<strong>in</strong>izio del nuovo giorno. Consumato il rito <strong>della</strong><br />

colazione si passa allo stivaggio nel <strong>kayak</strong>. Tutto fila<br />

liscio f<strong>in</strong>o alla ripartenza, quando mi accorgo di avere lo<br />

skeg bloccato. Benedetto skeg! Purtroppo è un<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

166


Taglio dritto f<strong>in</strong>o a Punta di Cargese, poi costeggio,<br />

passando prima per il porto<br />

Sarebbe stata l’occasione giusta per sbloccare lo skeg,<br />

ma niente. Anche stavolta. E’ dest<strong>in</strong>o si vede: che il 4<br />

agosto 2014 Marco debba navigare senza skeg è<br />

dest<strong>in</strong>o. Lo accetto borbottando… Dovrò fare altri 10km<br />

prima di atterrare sulla Plage de Sagone.<br />

e arrivando poi a Plage de Manas<strong>in</strong>a. Vorrei atterrare<br />

ma l’onda lunga non me lo permette. C’è troppo<br />

frangente a riva. Surfare un’onda con un <strong>kayak</strong> che pesa<br />

150kg si può anche fare ma se si può evitare è meglio.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

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Quando atterro scatta il gelatone.<br />

Entro <strong>in</strong> un bar sulla spiaggia e faccio<br />

amicizia con il barista. E’ un ragazzo di<br />

colore simpaticissimo. Parla bene<br />

l’italiano perché è stato a Milano<br />

parecchi anni e ci ritorna spesso per<br />

andare a trovare i genitori che<br />

risiedono ancora l{. E’ venuto <strong>in</strong><br />

<strong>Corsica</strong> per fare la stagione e, a<br />

sentirlo, sembra proprio che ci<br />

rimarrà. I Corsi sono molto ospitali,<br />

concordiamo entrambi, e non si fa<br />

fatica a trovare lavoro. Tra una<br />

chiacchiera e l’altra mi riempie la<br />

sacca con 10l d’acqua. In spiaggia il <strong>kayak</strong> prende il sole<br />

col pannello fotovoltaico <strong>in</strong> bella mostra. La sosta<br />

stavolta è lunga. Ripartirò solo dopo un’oretta<br />

abbondante.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

168


Il Golfo di Sagone è davvero enorme; decido qu<strong>in</strong>di di<br />

tagliarlo un po,’ navigando ad oltre un miglio dalla<br />

costa.<br />

Quando prendo ricontatto con la terra la costa è<br />

rocciosa e frastagliata.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

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Uno spettacolo per gli occhi. Entro nel Golfo de Lava<br />

doppiando Punta Parragiola<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

170


e faccio poi una breve sosta sulla bellissima Plage de<br />

Port Provencal.<br />

L’acqua è straord<strong>in</strong>ariamente verde! Un color smeraldo<br />

ed una trasparenza unica!<br />

Sono le 16:30 e mancano solo 15km all’Anse de<br />

M<strong>in</strong>accia dove ho deciso di passare la notte. Ho tempo a<br />

sufficienza per esplorare tutti gli anfratti dello splendido<br />

Golfe de Lava, dove mi trovo ora.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

171


La costa è sormontata da montagne verdi come il mare.<br />

E’ <strong>in</strong> questo meraviglioso scenario che vedo volteggiare<br />

sulla mia testa, per la prima volta, un falco pescatore.<br />

Non è facile fotografarlo senza teleobiettivo ma voglio<br />

portare a casa almeno uno scatto di questo rapace.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

172


Il risultato non è entusiasmante ma l’importante è che si<br />

veda.<br />

Seguendolo con lo sguardo riesco ad <strong>in</strong>dividuare il suo<br />

nido, costruito su uno spuntone di roccia.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

173


Da lassù il falco gode di un’ampia visuale sul tratto di<br />

costa sottostante. Quando mi allontano, mi rammarico<br />

di non averlo visto <strong>in</strong> azione, mentre si lancia <strong>in</strong><br />

picchiata. Un vero peccato! La passeggiata sotto costa<br />

cont<strong>in</strong>ua. Raggiungo Capo di Feno<br />

ed esco dal Golfo de Lava. Un maestralotto sostenuto<br />

mi sp<strong>in</strong>ge da poppa e mi allevia la fatica delle ultime<br />

pagaiate.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

174


La costa si fa più bassa e lascia libero lo sguardo di<br />

osservare l’entroterra ricoperto da un manto verde di<br />

vegetazione.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

175


Salto due, tre spiaggette alla mia s<strong>in</strong>istra e approdo su<br />

una m<strong>in</strong>uscola e riparata.<br />

Quando vanno via gli ultimi bagnanti rimango solo su<br />

quest’angolo di paradiso col sole che mi d{ il suo ultimo<br />

bacio.<br />

La lampada frontale che ho nel day hatch anteriore e<br />

che ho usato per l’atterraggio notturno a <strong>Giro</strong>lata, è<br />

completamente zuppa. Il pacco di pile ricaricabili<br />

galleggia <strong>in</strong> una poltiglia elettrochimica di rugg<strong>in</strong>e<br />

disciolta <strong>in</strong> acqua di mare. Per fortuna ho una lampada<br />

frontale di riserva che mi permetterà comunque di<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

176


cuc<strong>in</strong>are e montare la tenda. Per la prima volta da<br />

quando sono partito devo ricaricare le numerose stilo<br />

che ho usato per alimentare il GPS. Sono più di una<br />

dozz<strong>in</strong>a e non mi basterà una sola notte per farlo. Sono<br />

le 22 quando registro con le ultime forze rimaste il diario<br />

<strong>della</strong> giornata. Mi addormento col suono dolce delle<br />

onde a riva.<br />

4 AGOSTO: CACCIA AL FALCO PESCATORE<br />

177


5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

179


Di buon matt<strong>in</strong>o apro gli occhi. Mi sembra di sentire<br />

strani rumori fuori <strong>della</strong> tenda. Quando esco vedo una<br />

mucca ed il suo vitell<strong>in</strong>o che brucano tranquillamente,<br />

per niente impensieriti dalla mia presenza.<br />

attorno. Dopo mi dedico alla manutenzione<br />

dell’attrezzatura del <strong>kayak</strong>. Una volta che è tutto<br />

pronto, saluto i due amici a quattro zampe e scendo <strong>in</strong><br />

acqua. Il mare è una tavola.<br />

La scenetta bucolica mi spalanca il sorriso. Faccio<br />

colazione mentre mamma e piccolo mi gironzolano<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

180


Ne approfitto per visitare tutti gli anfratti che mi<br />

solleticano la curiosit{. All’uscita dell’Anse de M<strong>in</strong>accia<br />

scorgo, a qualche cent<strong>in</strong>aia di metri più a largo, un<br />

gruppo di <strong>kayak</strong>er.<br />

un buon ritmo, spronato dalla vic<strong>in</strong>anza <strong>della</strong> tripla<br />

sagoma delle Isole Sangu<strong>in</strong>arie, ormai prossime.<br />

Purtroppo vanno <strong>in</strong> direzione opposta alla mia e desisto<br />

così dall’<strong>in</strong>iziale <strong>in</strong>tenzione di raggiungerli. Proseguo ad<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

182


Su ciascuna sommit{ delle tre isolette c’è una<br />

costruzione. Sulla prima un bellissimo faro bianco con<br />

cupola nera su cui volteggiano i rapaci pescatori.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

183


Sulla seconda una costruzione moderna e sulla terza<br />

una antica torre genovese.<br />

La terza isoletta è la più bella, con un verde pendio che<br />

si immerge dolcemente nel mare. <strong>Giro</strong> la punta estrema<br />

e lo spettacolo è di quelli da scolpire per sempre nella<br />

memoria.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

184


5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

185


Il fruscio del <strong>kayak</strong> non passa <strong>in</strong>ascoltato ad un pastore<br />

tedesco che fa la guardia ad un immenso catamarano.<br />

Sono entrato ormai nell’ampio golfo di Ajaccio. Dopo<br />

aver percorso circa una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a di km, mi fermo su<br />

una deliziosa spiaggetta<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

186


dove mi rifocillo un po’ e approfitto <strong>della</strong> connessione<br />

3G per dare la mia posizione gps sul sito. Sono quasi 24<br />

ore che i miei non sanno che f<strong>in</strong>e abbia fatto! Sull’Anse<br />

de M<strong>in</strong>accia ero <strong>in</strong>fatti completamente isolato. Quando<br />

riparto mi accorgo subito che lo scenario è cambiato. La<br />

costa è ad alto grado di antropizzazione<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

187


e come se non bastasse, sfilo di fianco ad un immenso<br />

cimitero.<br />

Sono alle porte di Ajaccio.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

188


Ma ecco volteggiare sulla mia testa un enorme falco<br />

pescatore.<br />

e precipitare <strong>in</strong> caduta libera! Sono contento come un<br />

bamb<strong>in</strong>o. Attraverso tutta la costa di Ajaccio<br />

Lo seguo con lo sguardo senza perderlo mai di vista e<br />

f<strong>in</strong>almente riesco a godermi lo spettacolo <strong>della</strong> sua<br />

picchiata <strong>in</strong> acqua a qualche dec<strong>in</strong>a di metri da me. Che<br />

emozione vedere questo enorme uccello ripiegare le ali<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

189


e proseguo con il vento a tribordo f<strong>in</strong>o al porto,<br />

dove dovrò decidere se anticipare o far passare un<br />

grosso traghetto entrante nel porto. Mi suona da<br />

lontano per avvisarmi del pericolo ma secondo i miei<br />

calcoli ho tempo a sufficienza per anticiparlo e<br />

allontanarmi di parecchio prima che <strong>in</strong>croci la mia rotta.<br />

La decisione di cont<strong>in</strong>uare dritto non viene vista di buon<br />

occhio dal comandante <strong>della</strong> nave che <strong>in</strong>izia a<br />

strombazzarmi di brutto. Tutto questo cas<strong>in</strong>o attira<br />

l’attenzione di una motovedetta <strong>della</strong> capitaneria di<br />

porto che mi raggiunge a tutto gas per dirmi di<br />

allontanarmi <strong>in</strong> fretta. Mi sembra di rivivere le stesse<br />

emozioni provate durante il giro dell’Isola di S. Stefano<br />

nell’Arcipelago <strong>della</strong> Maddalena. In quell’occasione dei<br />

militari di vedetta nella vic<strong>in</strong>a base mi <strong>in</strong>timarono col<br />

megafono di allontanarmi dall’area militare <strong>in</strong>terdetta.<br />

Comunque, annuisco col capo e cont<strong>in</strong>uo a pagaiare a 4<br />

nodi. La motovedetta mi è sempre alle calcagna e il tipo<br />

cont<strong>in</strong>ua ad urlarmi dietro.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

190


S<strong>in</strong>ceramente non capisco il motivo di tanto nervosismo<br />

e, ad un certo punto, per s<strong>in</strong>cerarmi <strong>della</strong> mia posizione,<br />

mi giro per un secondo e vedo sfilare il traghetto<br />

lontanissimo dietro di me.<br />

f<strong>in</strong>ita ancora. Viro di 90° a destra e mi ritrovo un forte<br />

libeccio al mascone che mi accompagnerà per 6km f<strong>in</strong>o<br />

all’<strong>in</strong>contro con la sponda opposta del golfo. Dopo<br />

un’ora di traversata quasi svengo dalla stanchezza e<br />

riparo <strong>in</strong> una spiaggetta semideserta.<br />

Ancora ansimante per lo spr<strong>in</strong>t, gli faccio un gesto<br />

<strong>in</strong>ternazionale di disappunto (diciamo così). Ma non è<br />

Riprendo le forze e riparto pagaiando il più possibile<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

191


sotto costa per non <strong>in</strong>contrare le forti raffiche del mare<br />

aperto.<br />

La costa va via via spogliandosi <strong>della</strong> presenza umana<br />

f<strong>in</strong>o a diventare di nuovo selvaggia e brulla, mano a<br />

mano che ci si allontana da Ajaccio. La giornata volge al<br />

term<strong>in</strong>e e si avvic<strong>in</strong>a la programmata sosta notturna.<br />

Con mia grande sorpresa, dopo aver girato verso le 20<br />

Punta <strong>della</strong> Castagna, scopro che la spiaggia che avevo<br />

<strong>in</strong>dividuato dalle mappe satellitari non esiste! Il sole mi è<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

192


appena tramontato dietro le spalle e <strong>in</strong>izio ad avere<br />

anche freddo. E’ un momento delicato. Devo decidere<br />

se tornare <strong>in</strong>dietro o proseguire. Tiro fuori il cellulare,<br />

nonostante il mare mosso, e vedo che la prossima<br />

spiaggia è troppo distante; decido di ritornare <strong>in</strong>dietro<br />

all’ultima spiaggia che ho visto. Sono senza forze ma<br />

str<strong>in</strong>gendo i denti ce la posso fare. Mentre riattraverso il<br />

giard<strong>in</strong>o di roccia di Punta <strong>della</strong> Castagna, scorgo una<br />

spiaggetta piccola piccola al di là degli scogli. «Ok, la<br />

spiaggia c’è, ma come arrivarci?» mi dico. Riesco a<br />

<strong>in</strong>trevedere un corridoio nell’acqua bassissima tra gli<br />

scogli. C’è il rischio però di toccare il fondo se non<br />

prendo bene il tempo tra un’onda e l’altra. Dopo alcuni<br />

tentennamenti prendo coraggio e attraverso. Fortuna<br />

juvat audaces! Ce la faccio. Riesco a raggiungere<br />

l’arenile senza arrecare danno al <strong>kayak</strong>.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

193


E’ quasi buio. Dopo aver cuc<strong>in</strong>ato e montato la tenda c’è<br />

solo il tempo di registrare qualche m<strong>in</strong>uto di racconto<br />

vocale. Il rumore delle onde frangenti sugli scogli è<br />

assordante ma i 51km di navigazione mi fanno<br />

addormentare <strong>in</strong> un attimo.<br />

5 AGOSTO: LE SANGUINARIE<br />

194


6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

195


Sveglia alle 6. La matt<strong>in</strong>ata scorre tranquilla e alle 8<br />

sono già <strong>in</strong> acqua. Scivolo lungo il Golfo d’Arena Rossa,<br />

con la costa che fa capol<strong>in</strong>o a tratti oltre la cresta<br />

dell’onda lunga.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

196


Il panorama è <strong>in</strong>credibilmente bello. Il suono ciclico e<br />

<strong>in</strong>cessante delle onde sugli scogli accompagna la lunga<br />

e piacevole pagaiata.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

197


6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

198


All’uscita dal golfo c’è Capo di Muro,<br />

che supero con la stessa curiosità che precede ogni giro<br />

di punta. Lo scenario cambia e con esso anche il mare.<br />

Entro nell’Anse d’Orzo e dirigo la prua verso la spiaggia<br />

<strong>in</strong> fondo alla baia.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

199


Durante la navigazione passo vic<strong>in</strong>o a due scogli a forma<br />

di testa di polpo,<br />

foglie di palma secche.<br />

che mi ricordano quello visto l’anno prima a Giard<strong>in</strong>elli,<br />

sulla costa est dell’isola di Maddalena. A qualche<br />

cent<strong>in</strong>aia di metri dalla spiaggia, scorgo la presenza di<br />

due grossi stabilimenti balneari coi tetti ricoperti di<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

200


Uno ha issate le bandiere dei pirati.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

201


Quando atterro<br />

mi dirigo ovviamente verso quest’ultimo. Il locale è<br />

bellissimo.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

202


Il mare turchese fa da sfondo ai pagliuti ombrelloni.<br />

sia il bagno. Ritorno al <strong>kayak</strong> e dopo un m<strong>in</strong>uto sono di<br />

nuovo nello stabilimento, col rasoio <strong>in</strong> mano, che mi<br />

dirigo tutto sorridente verso la portic<strong>in</strong>a che mi ha<br />

<strong>in</strong>dicato. Qualche m<strong>in</strong>uto ed esco con un volto nuovo.<br />

Al bancone, tra un sorso e l’altro all’immancabile birra,<br />

chiacchiero con il barman. Dietro il bancone c’è un<br />

grosso specchio con riflesso un tipo barbuto e<br />

abbronzato: sono io. Non mi ricordo neppure l’ultima<br />

volta che mi sono rasato. A quel punto gli chiedo dove<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

203


Dopo un po’,<br />

a mal<strong>in</strong>cuore,<br />

lascio la<br />

bellissima<br />

Cala d’ Orzo


e mi <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>o <strong>in</strong> un mare color smeraldo,<br />

girando prima Capo Nero e tagliando poi tutta la Baia di<br />

Cupabia. Prima di girare la Punta di Porto Pollo, passo<br />

<strong>in</strong>avvertitamente su una secca e vengo travolto da<br />

un’onda che per poco non mi fa schiantare sugli scogli.<br />

Quando atterro sullo spiaggione di Porto Pollo ho<br />

ancora il cuore <strong>in</strong> gola.<br />

E’ ora di pranzo e ho una fame che non ci vedo. Lascio il<br />

<strong>kayak</strong> sulla spiaggia e risalgo le viuzze del paese alla<br />

ricerca disperata di<br />

un market aperto.<br />

Purtroppo l’unico che<br />

c’è è chiuso. Sulla<br />

strada del ritorno<br />

però trovo una<br />

gelateria artigianale.<br />

Spiego alla ragazza<br />

che voglio il loro<br />

gelato più grande e<br />

lei col sorriso mi<br />

prepara un enorme<br />

cono con due misere<br />

pall<strong>in</strong>e di gelato dentro. Le parlo <strong>in</strong> molte l<strong>in</strong>gue per<br />

farle capire che voglio più gelato e alla f<strong>in</strong>e me ne esco<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

205


con un gelato a tre palle, due di cioccolato e una di<br />

cocco! Non è proprio quello che volevo ma può bastare<br />

a placare la fame (almeno per un po’). Accanto alla<br />

gelateria, fortuna vuole, c’è una pizzeria aperta dove<br />

faccio scorta di tranci di pizza (si fa per dire pizza..). Non<br />

ho potuto far scorta di viveri nel market ma almeno ho<br />

la cena assicurata!<br />

Quando riparto, so di avere di fronte Propriano.<br />

E’ un paese molto più grande di Porto Pollo, dotato di<br />

scalo marittimo.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

206


A qualche chilometro dalla meta, la prima cosa che vedo<br />

è la sagoma di un grosso traghetto di l<strong>in</strong>ea.<br />

Avvic<strong>in</strong>andomi ancora, <strong>in</strong>dividuo dietro il molo una<br />

grossa spiaggia, e decido di fermarmi.<br />

Non faccio nemmeno a tempo a mettere la prua <strong>in</strong><br />

secco, che vengo raggiunto da una bagn<strong>in</strong>a con<br />

fischietto e cappell<strong>in</strong>o che mi spiega che l’atterraggio<br />

dei <strong>kayak</strong> su quella spiaggia è <strong>in</strong>terdetto. Come al solito<br />

questa cosa mi fa storcere il naso; perché <strong>in</strong> caso di<br />

emergenza, per stanchezza o malore, nessuno può<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

207


impedire ad un <strong>kayak</strong>er di atterrare su una spiaggia. E’<br />

da codice penale. Ma tant’è. Lo fanno <strong>in</strong> Italia, lo fanno<br />

anche <strong>in</strong> Francia.<br />

Riprendo il largo e atterro sulla più vic<strong>in</strong>a spiaggetta<br />

dove consulto le mappe satellitari per <strong>in</strong>dividuare le<br />

prossime tappe e la spiaggia dove passare la notte. A<br />

poco più di 4 miglia c’è Campomoro, con una bella<br />

spiaggia lunga; ma penso di farcela a proseguire oltre.<br />

L’approdo successivo è 3 miglia oltre Campomoro, <strong>in</strong><br />

una caletta rientrata. Se arrivo stanco mi fermo lì, se no,<br />

luce permettendo, c’è Cala di Conca, ancora 2 miglia e<br />

mezza oltre. Ho la batteria del cellulare scarica e non<br />

potrò caricarla f<strong>in</strong>o alla prossima fermata. Riparto e mi<br />

godo la vista di una costa altissima e dissem<strong>in</strong>ata di<br />

isolotti f<strong>in</strong>o a Campomoro,<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

208


dove decido di non fermarmi. Non mi fermerò<br />

nemmeno alla successiva, decidendo qu<strong>in</strong>di di arrivare<br />

all’ultima caletta che avevo <strong>in</strong>dividuato sulla mappa:<br />

Cala di Conca. Inizio ad essere davvero stanco ma sono<br />

costretto ad accelerare il ritmo di pagaiata perché il sole<br />

è già tramontato. Quando manca meno di un miglio alla<br />

meta, mi si avvic<strong>in</strong>a un gommone <strong>della</strong> capitaneria che<br />

mi chiede se faccio parte di un altro gruppo di <strong>kayak</strong>er.<br />

Gli rispondo di no. Mi avvisano <strong>in</strong>oltre che sulla spiaggia<br />

dove sono diretto non è permesso il bivacco. Rimango<br />

ammutolito. Mi <strong>in</strong>dicano la direzione per trovare<br />

un’altra spiaggia. E’ 500m oltre la f<strong>in</strong>e dell’<strong>in</strong>senatura.<br />

Mi suggeriscono di raggiungere il gruppo di <strong>kayak</strong>er<br />

passato prima perché è diretto proprio là. Il sole è<br />

sparito da un pezzo e <strong>in</strong>izio a temere di arrivarci di<br />

notte. La paura mi fa pagaiare fortissimo. Quando<br />

arrivo alla punta è ormai calata l’oscurit{ e dei <strong>kayak</strong>er,<br />

nemmeno l’ombra. Panico totale! Avanzo ancora un po’,<br />

giro la punta e li vedo; fermi, di fronte ad un tratto di<br />

costa rocciosa su cui è impossibile atterrare.<br />

Teoricamente sono più vic<strong>in</strong>o di loro alla fantomatica<br />

spiaggia. Decido di non raggiungerli, per non perdere<br />

m<strong>in</strong>uti preziosi. Dopo 500m però non vedo nessuna<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

209


spiaggia. Solo roccia irta e tagliente. Sono istanti<br />

drammatici <strong>in</strong> cui non so cosa fare. Ho davvero paura e<br />

la paura mi offusca la mente. Mi ricordo di non avere né<br />

il cellulare carico per vedere dove si trova la spiaggia, né<br />

la lampada frontale funzionante per un atterraggio di<br />

fortuna <strong>in</strong> piena oscurità. Le tenebre mi avvolgono e<br />

non trovo il coraggio per proseguire oltre. Posso solo<br />

tornare dai <strong>kayak</strong>er, 500m <strong>in</strong>dietro, o tentare<br />

l’atterraggio di fortuna sugli scogli, rischiando di<br />

danneggiare il <strong>kayak</strong>. Sono attimi di terrore come mai li<br />

ho provati. Forse solo una volta, quando da bamb<strong>in</strong>o mi<br />

arrampicai su un costone di roccia alto una dec<strong>in</strong>a di<br />

metri e persi le forze prima di arrivare <strong>in</strong> cima,<br />

rischiando di sfracellarmi al suolo. Quella volta ce la feci.<br />

Ma questa? Quando sembra tutto ormai perso, vedo<br />

dietro di me la sagoma di alcuni <strong>kayak</strong> che vengono<br />

nella mia direzione, ad un cent<strong>in</strong>aio di metri. Mi giro e<br />

raggiungo il primo. E’ francese e mi spiega che il capo<br />

gruppo è poco più dietro. Non vedo nessuno, è buio<br />

pesto. Rimango fermo, impietrito. Dopo pochi secondi<br />

mi viene <strong>in</strong>contro proprio lui. Gli chiedo se sappia dove<br />

sia la spiaggia. Mi dice che è oltre la punta, sotto<br />

l’enorme faro. Gli chiedo se sia sicuro. ”Sure!” mi<br />

risponde lui. Incredulo, glielo richiedo ancora e lui di<br />

nuovo: “sure!”. «Allora o la va o la spacca», mi dico. Mi<br />

faccio coraggio e pagaio a velocità supersonica,<br />

lasciandomi dietro il gruppo di <strong>kayak</strong>. Le pale affondano<br />

<strong>in</strong> acqua ma io non le vedo. Sono vic<strong>in</strong>issimo alla costa e<br />

non vedo gli scogli. Sento solo il rumore delle onde che<br />

si <strong>in</strong>frangono. Ad un certo punto il mare arretra e si apre<br />

alla mia s<strong>in</strong>istra uno scorcio più chiaro. Ci entro. Pochi<br />

metri e il rumore delle onde <strong>in</strong>izia a cambiare. Una<br />

sagoma bassa e chiara mi viene <strong>in</strong>contro. E’ la spiaggia.<br />

E’ la salvezza. Inizio a gridare «beeeeeach, beeeeeeach»<br />

verso il gruppo. Quando tocco terra ancora non ci credo;<br />

ce l’ho fatta anche stavolta! Le gambe ancora mi<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

210


tremano. Tiro il <strong>kayak</strong> <strong>in</strong> secco. Una ad una arrivano le<br />

sagome degli altri <strong>kayak</strong>. Mi sbraccio per segnalargli la<br />

mia posizione. In pochi secondi la paura lascia il posto<br />

alla gioia, <strong>in</strong>contenibile. I ricordi a tratti, come la luce del<br />

faro sopra di noi, <strong>in</strong> quella <strong>in</strong>credibile sera: le voci di<br />

ragazze, il bagno notturno, le tende, il rumore di<br />

stoviglie, il fuoco dei fornelli, i miei morsi alla pizza, lo<br />

sf<strong>in</strong>imento dentro la tenda.<br />

6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

211


6 AGOSTO: LA DISAVVENTURA DI CAPO SENETOSA<br />

212


7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

213


Sul bel Danubio Blu di Strauss parte alle 5:40. In pochi<br />

secondi sono fuori dalla tenda, curiosissimo di guardare<br />

il posto dove sono atterrato ieri sera. Alla mia destra c’è<br />

un tappeto di <strong>kayak</strong> spiaggiati e, poco oltre, alcuni<br />

sacchiletto dove dormono i compagni naufraghi<br />

dell’ultima disavventura.<br />

Alla mia s<strong>in</strong>istra, nascosto da alcuni cespugli, c’è quello<br />

che mi sembra essere il capo spedizione, Mister “sure!”,<br />

<strong>in</strong> versione karate kid. Fa sempre piacere sapere che c’è<br />

qualcuno più pazzo di te! Forse è la prima volta, da<br />

quando sono partito, che mi sento normale. Dopo che<br />

f<strong>in</strong>isce i suoi esercizi di joga, ci salutiamo. Si presenta<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

214


come Francois ed è effettivamente il capo spedizione<br />

dei <strong>kayak</strong>er. Sta facendo un multiday-trip lungo la costa<br />

occidentale <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>. Non è la prima volta che fa<br />

giri lunghi, ha anche effettuato il periplo dell’Islanda.<br />

Uno tosto <strong>in</strong>somma! Mi chiede del mio viaggio e dopo le<br />

risposte <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese maccheronico che gli do, si congeda<br />

facendomi un <strong>in</strong> bocca al lupo per il buon<br />

proseguimento del trekk<strong>in</strong>g.<br />

Dietro di me il faro di Capo Senetosa, arrugg<strong>in</strong>ito e<br />

malconcio. Proprio come me, dopo i 58km di ieri.<br />

Parto con la colazione, affamato per la misera cena con<br />

due tranci di pizza di ieri sera. A stomaco pieno mi riesce<br />

tutto meglio; metto a posto l’attrezzatura e alle 7:30<br />

sono nel mio elemento naturale: l’acqua.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

215


Il mare è calmo<br />

e ne approfitto per sgranchirmi la schiena con una<br />

pagaiata lenta e bassa.<br />

Doppio Capo Zivia<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

216


e taglio il Golfo di Murtoli e quello di Roccap<strong>in</strong>a.<br />

ho proprio i crampi allo stomaco e quando arrivo<br />

nell’Anse Fornello, mi ci <strong>in</strong>filo dentro alla ricerca di cibo.<br />

Atterro prima su una spiaggetta laterale; ci sono solo<br />

ombrelloni. Un signore mi riaccende la speranza<br />

dicendomi che sulla spiaggia <strong>in</strong> fondo alla baia, Plage de<br />

Monacia, c’è un tipo col camionc<strong>in</strong>o che fa i pan<strong>in</strong>i.<br />

Riparto con la bavetta, che non è una leggera brezza<br />

d’aria fresca, ma è proprio l’acquol<strong>in</strong>a residua , quella<br />

che non riesci a trattenere e che ti <strong>in</strong>umidisce le labbra.<br />

Riatterro sull’altra spiaggia e seguendo delle <strong>in</strong>dicazioni<br />

ed un percorso transennato con paletti <strong>in</strong> legno, mi<br />

ritrovo di fronte il camionc<strong>in</strong>o, bianco sporco, fumante.<br />

Durante la matt<strong>in</strong>ata sono molto attento nel<br />

riconoscere sulle spiagge qualsiasi struttura che<br />

assomigli ad un chiosco o ad uno snack bar. Ho molta<br />

fame, già da subito, e va via via aumentando con<br />

l’approssimarsi dell’ora di pranzo. Verso mezzogiorno<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

217


Mi avvic<strong>in</strong>o e l’odore è quello tipico del pan<strong>in</strong>o alla<br />

kitemmurt sul lungomare di Bari. Quando ritorno al<br />

<strong>kayak</strong> ho 4 pan<strong>in</strong>i, due nello stomaco e due nella busta.<br />

Questi ultimi per la cena. Scott mi sta aspettando per<br />

godersi la mia reazione nel vedere la bionda sdraiata<br />

affianco a lui.<br />

Non mi si fila nemmeno di striscio ma non fa niente; mi<br />

r<strong>in</strong>galluzzisce quel tanto che basta a farmi rimanere lì<br />

mezz’ora ancora. Registro il diario audio <strong>della</strong> matt<strong>in</strong>ata<br />

con <strong>in</strong>tercalari lunghi e sospirati. Dopo un po’ si alza (la<br />

bionda) e si allontana. Ridivento lucido abbastanza per<br />

pensare al tragitto da fare nel pomeriggio. Ho percorso<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

218


una vent<strong>in</strong>a di km e per arrivare a Bonifacio ne<br />

occorrono almeno altrettanti. Il vento si è fatto teso e la<br />

navigazione non scorrerà più tranquilla come nel<br />

matt<strong>in</strong>o. Riparto a mal<strong>in</strong>cuore, lasciandomi quel ben di<br />

Dio a poppa, ed esco dall’Anse Fornello. Faccio un bel<br />

po’ di strada. Salto le <strong>in</strong>senature successive perchè simili<br />

alle precedenti. Proseguo con un vento che diventa<br />

sempre più forte. Viene da ovest, è un ponente che mi<br />

sp<strong>in</strong>ge al giard<strong>in</strong>etto dalla fiancata destra. Ottimo per<br />

arrivare senza troppa fatica nel Golfo di Ventilegne,<br />

subito prima di Capo di Feno. Quando ci arrivo, fermo il<br />

<strong>kayak</strong> sulla m<strong>in</strong>uscola spiaggia di un isolotto, l’isola di<br />

Tonnara, a 200m dalla costa.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

219


Lo percorro a piedi per vedere la situazione del mare<br />

lungo la costa che percorrerò.<br />

F<strong>in</strong>o a Capo di Feno non avrò più il ponente al<br />

giard<strong>in</strong>etto ma al traverso. Questo renderà la<br />

navigazione molto più delicata. Da Capo di Feno <strong>in</strong> poi<br />

navigherò, praticamente col vento <strong>in</strong> poppa, nelle<br />

temibili Bocche di Bonifacio, famose per i forti venti e le<br />

forti correnti che le attraversano. Se sarò bravo riuscirò<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

220


ad arrivare a Bonifacio e subito dopo troverò un posto<br />

per fermarmi.<br />

Quando riparto, il vento si è ulteriormente alzato e le<br />

raffiche sono diventate più violente. Le onde impattano<br />

sulla fiancata destra e mettono <strong>in</strong> crisi la stabilità del<br />

<strong>kayak</strong>. Str<strong>in</strong>go i denti f<strong>in</strong>o a Capo di Feno, affrontando<br />

raffiche talmente forti da far uscire <strong>in</strong> mare i kite-surf.<br />

così teso che vengo sp<strong>in</strong>to a 3 nodi senza pagaiare. Uso<br />

la pagaia soprattutto per correggere e per appoggiare.<br />

All’<strong>in</strong>izio la cosa è divertente poi pian piano com<strong>in</strong>cia a<br />

far paura. Non posso navigare troppo vic<strong>in</strong>o alla costa<br />

perché le onde di rimbalzo, <strong>in</strong> questa situazione, sono<br />

pericolose. Mi tengo più o meno a 300m dalla costa.<br />

Quando giro il capo, il mare come al solito è cambiato:<br />

<strong>in</strong> peggio. Le onde sono alte quanto me ed il vento è<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

221


Nel frattempo mi viene <strong>in</strong>contro lo spettacolo magnifico<br />

delle falesie, che appaiono e scompaiono dietro le onde.<br />

Mi viene la pella d’oca dall’emozione. Sto per passare<br />

dalla costa ovest alla costa est <strong>della</strong> <strong>Corsica</strong>.<br />

Sudo freddo ogni volta che lo faccio.<br />

Ogni scatto <strong>in</strong> queste condizioni è un gesto ai limiti<br />

dell’azzardo. Ma non posso non fotografare Bonifacio,<br />

la vertig<strong>in</strong>osa città costruita sulle falesie calcaree dal<br />

bianco accecante.<br />

Ogni volta che tiro fuori la fotocamera per scattare,<br />

devo lasciare la pagaia e rimango <strong>in</strong> balìa delle onde.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

222


Cerco con lo sguardo un possibile sbarco lungo la costa,<br />

ma non ve n’è. Inizio ad avere paura. Sembra un vicolo<br />

senza uscita. Posso solo seguire la corrente. Sento<br />

ripetutamente le onde alzare la poppa del <strong>kayak</strong> e<br />

sp<strong>in</strong>gerlo a surfare <strong>in</strong> avanti. Non posso permetterlo, è<br />

troppo pericoloso. Metto la pagaia <strong>in</strong> acqua per<br />

rallentare il <strong>kayak</strong> e impedire il surf<strong>in</strong>g. Quando arrivo di<br />

fronte all’<strong>in</strong>gresso del porto sono quasi tentato<br />

dall’entrare ma il traffico di motonavi e barconi turistici<br />

<strong>in</strong> entrata e uscita mi fa subito cambiare idea. Schizzano<br />

a velocità folli e creano onde altissime. Viaggiano come<br />

se ci fossero solo loro <strong>in</strong> mare. Mi sento un punt<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong>significante. Sono costretto ad avanzare, sono <strong>in</strong> balìa<br />

delle bocche e posso solo assecondare l’immensa forza<br />

che mi trasc<strong>in</strong>a. Non posso più scattare foto. Tutte le<br />

mie energie sono concentrate sull’equilibrio. Le mie<br />

gambe, ancora una volta <strong>in</strong> questo lungo trekk<strong>in</strong>g,<br />

tremano. Non è passato nemmeno un giorno dalla<br />

disavventura di Capo Senetosa, che mi ritrovo <strong>in</strong> una<br />

situazione ancora più pericolosa. Com<strong>in</strong>cio a disperare<br />

di farcela, quando tutto a un tratto, dietro un grosso<br />

scoglio, vedo apparire magicamente una spiaggetta.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

223


Sopra di essa, ancora una volta, un grosso faro che la<br />

sovrasta.<br />

porto di Monopoli, che due mesi fa fece ribaltare due<br />

<strong>kayak</strong> su c<strong>in</strong>que.<br />

Il <strong>kayak</strong> percorre barcollando i 300m f<strong>in</strong>o a riva e atterra,<br />

con una sonora <strong>in</strong>sabbiata, sull’agognato lido.<br />

Non credo ai miei occhi. E’ proprio una spiaggia! <strong>Giro</strong> il<br />

<strong>kayak</strong> con tutte le forze che ho e vengo <strong>in</strong>vestito a<br />

s<strong>in</strong>istra da raffiche potentissime che a momenti non mi<br />

ribaltano. Mi ricordano la tromba d'aria all’entrata del<br />

Per festeggiare mi immergo <strong>in</strong> acqua con cappello,<br />

occhiali e paraspruzzi. Assaporo la quiete che regna<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

224


sotto la superficie. Per qualche istante non voglio uscire<br />

più.<br />

Col vento così forte non è possibile cuc<strong>in</strong>are e cascano a<br />

fagiolo i pan<strong>in</strong>i preparati alla Plage de Monacia. Mentre<br />

li divoro seduto sul telo,<br />

Capitaneria di Porto di Bonifacio che soccorrono i<br />

natanti <strong>in</strong> panne nello stretto. Il vento è così forte che<br />

alza la sabbia <strong>della</strong> spiaggia, nonostante sia riparata dal<br />

ponente.<br />

Il turb<strong>in</strong>io del vento è <strong>in</strong>cessante, <strong>in</strong>tervallato solo da<br />

raffiche ancora più forti.<br />

osservo, basito, il via vai di imbarcazioni <strong>della</strong><br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

225


Al tramonto cala un po’ il vento e la spiaggia diventa più<br />

silenziosa.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

226


Di fronte a me la famosa nave di roccia <strong>in</strong> uno scenario<br />

da cartol<strong>in</strong>a.<br />

Il faro sopra di me, il faro di Capo Pertusato,<br />

Si <strong>in</strong>travede la costa <strong>della</strong> Sardegna con l’Arcipelago<br />

<strong>della</strong> Maddalena, dove sono stato l’anno passato. I due<br />

trekk<strong>in</strong>g si uniscono qui, nel punto di m<strong>in</strong>or distanza tra<br />

le due isole.<br />

segna il punto più vic<strong>in</strong>o all’Italia <strong>della</strong> costa corsa.<br />

Prende anche la W<strong>in</strong>d e ne approfitto per una lunga<br />

chiacchierata telefonica con mio fratello.<br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

227


Quando <strong>in</strong>izia a fare buio, ho già preparato la tenda con<br />

largo anticipo, mettendo dei grossi sassi sui picchetti <strong>in</strong><br />

canne di bambù.<br />

tenda che svolazzava come un fazzoletto. Se mi fosse<br />

scappato di mano, lo avrei recuperato a Civitavecchia.<br />

Domani le previsioni portano vento forza 2-3 ma non c’è<br />

da fidarsi dopo che hanno cannato completamente sul<br />

ponente di oggi. Non voglio nutrire false speranze.<br />

Domatt<strong>in</strong>a mi alzerò e vedrò.<br />

Il rumore nella tenda è assordante ma non sarà un<br />

problema addormentarsi dopo una giornata del genere.<br />

Così non dovrebbe volare. Nonostante siano calate le<br />

raffiche il vento è ancora fortissimo. Per una mezzora<br />

buona, durante il montaggio, ho lottato col telo <strong>della</strong><br />

7 AGOSTO: IN BALIA DELLE BOCCHE<br />

228


8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

229


Quando mi sveglio il vento si è ormai calmato e io sono<br />

solo <strong>in</strong> spiaggia. Faccio colazione con la vista imponente<br />

<strong>della</strong> nave di roccia di fronte a me. La guardo per tutto il<br />

tempo cercando di <strong>in</strong>tuire l’angolazione giusta per<br />

fotografarla. E’ <strong>in</strong> ombra e la foto non renderebbe<br />

giustizia alla bellezza di questo scorcio. Man mano che<br />

passa il tempo il sole si alza e <strong>in</strong>izia ad illum<strong>in</strong>arla dal<br />

basso verso l’alto. Prolungo le operazioni prelim<strong>in</strong>ari<br />

alla partenza lasciandomi come ultima cosa da fare lo<br />

scatto a cui sto pensando da quando mi sono alzato.<br />

Quando il sole la illum<strong>in</strong>a tutta sono le 7:30 e posso<br />

f<strong>in</strong>almente fotografarla.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

230


8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

231


Soddisfatto del risultato, predo il largo.<br />

<strong>in</strong>dimenticabili attimi di panico. Quando raggiungo il<br />

punto prestabilito,<br />

Direzione est, f<strong>in</strong>o al punto di m<strong>in</strong>or distanza <strong>della</strong> costa<br />

dall’isola di Cavallo. Un vento da ovest rende briosa la<br />

navigazione e mi ricorda il ponente impetuoso di ieri,<br />

che ha sem<strong>in</strong>ato scompiglio tra le imbarcazioni che<br />

navigavano nelle bocche e mi ha fatto vivere<br />

<strong>in</strong>izio subito la traversata.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

232


Passo per l’Isola Piana e poi raggiungo l’Isola di Cavallo;<br />

ribattezzata subito “Isola di Cavalli”, per le lussuose ville<br />

sparse lungo la sua costa.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

233


Mi fermo a Cala Greco. Un posto splendido, con sabbia<br />

f<strong>in</strong>issima e mare trasparente.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

234


Riparto, faccio un mezzo giro dell’isola e punto a<br />

Lavezzi. Il mare è già cambiato.<br />

corridoio tra scogli di granito grigio levigato, <strong>in</strong> tutto e<br />

per tutto simili a quelli <strong>della</strong> penisola di Giard<strong>in</strong>elli, a<br />

Maddalena. D'altronde mi trovo sul suolo corso più<br />

vic<strong>in</strong>o alla Sardegna.<br />

La chiglia solleva spruzzi d’acqua sp<strong>in</strong>ti da un vento che<br />

oscilla tra il libeccio e il maestrale. Inizia ad assomigliare<br />

sempre più al ponente imbestialito di ieri. Navigo con<br />

somma cautela f<strong>in</strong>o ad arrivare a Lavezzi. Imbocco un<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

236


Atterro su una spiaggetta affollata di bagnanti. Non c’è<br />

più il sole e la permanenza <strong>in</strong> spiaggia dura quanto basta<br />

a placare la fame con quel che mi rimane da mangiare:<br />

un mezzo pan<strong>in</strong>o condito col sugo pronto.<br />

Mi sfilano sotto gli occhi pan<strong>in</strong>i enormi tra le mani di<br />

bamb<strong>in</strong>i panzuti rimp<strong>in</strong>zati di cibo dalle mamme.<br />

Simpatici!<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

237


Quando riparto ed esco dal corridoio, il mare, sferzato<br />

dal vento ancora più teso, fa paura.<br />

me lo ritrovo a poppa f<strong>in</strong>o all’<strong>in</strong>contro con la costa.<br />

Esausto, mi fermo su una spiaggia meravigliosa.<br />

Intimorito e preoccupato di rimanere bloccato dal vento<br />

sull’isola <strong>in</strong> caso di r<strong>in</strong>forzo, r<strong>in</strong>uncio al giro di Lavezzi e<br />

ritorno all’Isola di Cavallo, affrontando un ventaccio al<br />

mascone. Durante la traversata il vento gira ancora e<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

238


Controllo le mappe satellitari alla ricerca di eventuali<br />

approdi e ne trovo <strong>in</strong> abundantiam. Rassicurato dalla<br />

scoperta, mi rimetto <strong>in</strong> navigazione, con il vento al<br />

giard<strong>in</strong>etto che mi sp<strong>in</strong>ge.<br />

Decido di saltare il Golfo di Santa Manza, la Baia di<br />

Rond<strong>in</strong>ara e Porto Novo. Inf<strong>in</strong>e entro nel Golfo di Santa<br />

Giulia per atterrare sulla spiaggetta più vic<strong>in</strong>a al centro<br />

abitato. L’<strong>in</strong>tenzione è quella di fare cambusa <strong>in</strong> un<br />

supermercato. La spiaggia è gremita di gente e fatico<br />

non poco a trovare uno spazietto <strong>in</strong> cui fare entrare il<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

239


<strong>kayak</strong>. Chiedo scusa <strong>in</strong> <strong>in</strong>glese a dei ragazzi a cui ho<br />

<strong>in</strong>sabbiato gli asciugamani e loro mi rispondono <strong>in</strong><br />

italiano. Facciamo subito amicizia e ne approfitto per<br />

chiedergli del supermercato. Mi dicono che è a poche<br />

cent<strong>in</strong>aia di metri e apre alle 16. Alle 16:05 lascio il <strong>kayak</strong><br />

con l’attrezzatura stivata ed il pannello solare esposto<br />

sul copripozzetto. Dopo poco ritorno, carico a ciuccio,<br />

con mezzo market nelle buste, sotto gli sguardi<br />

<strong>in</strong>creduli dei ragazzi italiani. «Non vorrai mica mettere<br />

tutta quella roba nel <strong>kayak</strong>?!» mi dicono. Dopo un<br />

quarto d’ora di sudori e imprechi silenziosi, gli dimostro<br />

che era proprio quello che volevo fare. Ce n’è per tutti e<br />

riesco anche ad offrirgli delle cioccolate. Dopo la foto di<br />

rito, riparto alla volta di Porto Vecchio.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

240


La costa si fa via via più<br />

bassa e le rocce a picco<br />

sul mare lasciano il<br />

posto a declivi sabbiosi.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

241


Durante il tragitto costiero vengo frenato dal vento, che<br />

è cambiato per l’ennesima volta. Decido così, dopo<br />

47km percorsi, di fermarmi <strong>in</strong> una spiaggetta, subito<br />

prima dell’<strong>in</strong>gresso nel Golfo di Porto Vecchio. Il nome<br />

sulla mappa è Punta Chiappa. E f<strong>in</strong> qui nulla di strano.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

242


Vengo accompagnato nell’ultimo tratto da un trimarano<br />

a pedali con due uom<strong>in</strong>i a bordo, che sembrano puntare<br />

anche loro alla stessa spiaggia.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

243


Mi diverto ad accelerare il ritmo di pagaiata per stargli<br />

dietro e addirittura arrivo primo <strong>in</strong> spiaggia.<br />

Quando atterro e mi giro per guardarli li vedo <strong>in</strong> piedi,<br />

nudi. Cioè sono vestiti sopra ma non sotto. Seduti sul<br />

trimarano sembravano vestiti ovviamente. Durante<br />

l’alaggio del <strong>kayak</strong>, <strong>in</strong>ciampo su una pietra e mentre mi<br />

rimetto <strong>in</strong> piedi, vedo una sagoma che mi si avvic<strong>in</strong>a<br />

chiedendomi se avessi bisogno di una mano. E’ un<br />

uomo, tutto nudo questo. Gentilmente rifiuto…Capisco<br />

di essere f<strong>in</strong>ito <strong>in</strong> un campeggio di nudisti. «Poco male»<br />

mi dico, «ci saranno anche le donne!». Per tutta la<br />

serata, durante la cena e il montaggio <strong>della</strong> tenda, la<br />

mia presenza attira l’attenzione delle persone con le<br />

tende nelle piazzole più vic<strong>in</strong>e al mare. Sfileranno<br />

davanti a me sul bagnasciuga per curiosare, tutti<br />

rigorosamente nudi e tutti uom<strong>in</strong>i. Nessuna donna.<br />

Capita l’antifona, mi faccio passare la mezza voglia di<br />

fare un giretto nel campeggio e <strong>in</strong>izio a pensare<br />

seriamente a come trascorrere la nottata <strong>in</strong> sicurezza.<br />

Quando chiudo meticolosamente la tenda mi viene <strong>in</strong><br />

mente la frase di Checco Zalone «famm stà tranquill pur<br />

a me» nel film Cado dalle nubi. Mi addormento ridendo.<br />

8 AGOSTO: PASSAGGIO A LEVANTE<br />

244


9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

245


Alle 5:30 sono <strong>in</strong> piedi. La colazione procede<br />

abbondante grazie alle scorte rimp<strong>in</strong>guate a Santa<br />

Giulia. Faccio un giretto nel villaggio, approfittando<br />

<strong>della</strong> tenue luce dell’aurora.<br />

levare le tende. Scappo col <strong>kayak</strong> da Punta Chiappa e mi<br />

addentro nel Golfo di Porto Vecchio. Supero il faro<br />

Non appena vengo raggiunto <strong>in</strong> spiaggia dai primi<br />

bagnanti, tutti nudi e tutti uom<strong>in</strong>i, capisco che è ora di<br />

e <strong>in</strong>izio la traversata col mare liscio come l’olio. Il<br />

panorama dei monti dietro il golfo è magnifico.<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

246


I profili montuosi si accavallano e si sovrastano<br />

colorandosi via via di t<strong>in</strong>te più chiare f<strong>in</strong>o a diventare<br />

dello stesso colore del cielo.<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

247


9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

248


Sfioro un vecchio faro, proprio <strong>in</strong> mezzo al golfo.<br />

Poi un gruppo di scogli affioranti.<br />

Si alza nel frattempo un delizioso scirocco da poppa che<br />

mi rende la pagaiata meno pesante.<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

249


Faccio la prima sosta a P<strong>in</strong>arellu e la seconda all’Anse de<br />

Favone.<br />

La giornata è calda e umida e sono costretto a fare più<br />

soste per bere e r<strong>in</strong>frescarmi con un bagno. Term<strong>in</strong>o<br />

anche le scorte d’acqua e sono costretto a farmi<br />

riempire la sacca d’acqua <strong>in</strong> un bar. Me la riempiono di<br />

acqua refrigerata addirittura! Ormai, a f<strong>in</strong>e trekk<strong>in</strong>g,<br />

posso affermare con sicurezza che i Corsi sono gente<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

250


ospitale e gentile, anche con gli italiani.<br />

Alle 14:30 arrivo al Porto di Solenzara<br />

e atterro sulla prima spiaggia che vedo.<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

251


Riprendo poi il largo lasciandomi alle spalle gli ultimi<br />

chilometri di costa verde e frastagliata.<br />

Dopo, solo distese sabbiose con vegetazione bassa e<br />

vacche al pascolo.<br />

La costa è cambiata. Ho lasciato le ultime rocce prima di<br />

Solenzara e le rivedrò solo a Bastia. Gli spiaggioni di<br />

natura alluvionale <strong>della</strong> costa orientale sono <strong>in</strong>iziati. Si<br />

apre l’ultima fase del trekk<strong>in</strong>g, fatta di pagaiate<br />

<strong>in</strong><strong>in</strong>terrotte lungo una monotona costa dorata.<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

252


Di tanto <strong>in</strong> tanto qualcosa di diverso attira la mia<br />

attenzione: un relitto semiaffondato,<br />

due gendarmi a cavallo,<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

253


un albero <strong>in</strong> riva al mare appoggiato sulle radici.<br />

acciacchi com<strong>in</strong>ciano a farsi sentire e soffro soprattutto<br />

per una fastidiosa contrattura alla parte destra del<br />

trapezio che mi costr<strong>in</strong>ge a ripetuti stretch<strong>in</strong>g sul <strong>kayak</strong>,<br />

durante la navigazione. Supero Ghisonaccia e pagaio le<br />

ultime miglia f<strong>in</strong>o all’Etang di Urb<strong>in</strong>o. Posso atterrare <strong>in</strong><br />

qualunque punto perché la costa è tutta sabbiosa. Dopo<br />

aver percorso 55km decido che per oggi può bastare.<br />

La voglia di term<strong>in</strong>are il giro cresce di giorno <strong>in</strong> giorno e<br />

mi sp<strong>in</strong>ge a percorrere più chilometri che posso. Gli<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

254


formaggio <strong>in</strong> riva al mare. Sono isolato, non c’è l<strong>in</strong>ea,<br />

non posso dare la mia posizione sul sito. Nessuno sa<br />

dove mi trovi <strong>in</strong> questo momento. Che bello!<br />

Con questo ritmo dovrei farcela a raggiungere Bastia<br />

entro la matt<strong>in</strong>ata di dopodomani e prendere il<br />

traghetto delle 14 per Livorno. Se domani faccio altri<br />

50km me ne rimarranno una vent<strong>in</strong>a dopodomani e<br />

potrò arrivare così <strong>in</strong> tempo a Bastia. Sono assorto <strong>in</strong><br />

questi pensieri mentre mangio la polenta con salsiccia e<br />

9 AGOSTO: CAMBIO DI COSTA<br />

255


10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

256


Mi alzo r<strong>in</strong>coglionito e stanco. I 55km di ieri me li sento<br />

tutti sulla schiena. Devo str<strong>in</strong>gere i denti. Manca ormai<br />

poco alla f<strong>in</strong>e del viaggio. Piego la tenda<br />

completamente zuppa dell’umidit{ <strong>della</strong> notte e prendo<br />

il largo dopo la solita lotta con i frangenti a riva e lo skeg<br />

rotto. Quando passo vic<strong>in</strong>o all’<strong>in</strong>gresso dell’Etang<br />

d’Urb<strong>in</strong>o,<br />

mi vengono <strong>in</strong>contro stormi d’uccelli acquatici <strong>in</strong><br />

formazione a V. La prima emozione del giorno.<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

257


Supero anche l’<strong>in</strong>gresso dell’Etang de Sale<br />

e nel frattempo si alza un bel vento da sud che mi sp<strong>in</strong>ge<br />

con forza. Attraverso chilometri di spiaggia <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotta<br />

dove vedo solo uom<strong>in</strong>i nudi. Mi tengo prudentemente<br />

distante dalla riva ma non basta. Mi raggiungono col<br />

w<strong>in</strong>dsurf<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

258


o direttamente a nuoto.<br />

a qualcuno per farlo fuoriuscire dopo essere entrato nel<br />

<strong>kayak</strong>. All’ultima ripartenza un tizio lo tira così forte da<br />

staccarlo dalla sede e lasciarlo appeso al filo di nylon.<br />

Devo tenermelo così f<strong>in</strong>o alla prossima sosta.<br />

Il vento monta ancora e diventa pericoloso. Attraverso<br />

chilometri e chilometri di costa.<br />

Rido da solo.<br />

La giornata è caldissima e sono costretto a fare un paio<br />

di soste per r<strong>in</strong>frescarmi e bere. Le soste con il mare<br />

mosso e il litorale sabbioso mettono <strong>in</strong> crisi il sistema<br />

artigianale di fuoriuscita dello skeg. Devo chiedere aiuto<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

259


10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

260


All’<strong>in</strong>gresso del Port de Taverna lo scirocco forza 5 delle<br />

previsioni è realtà. Quasi non riesco a girare il <strong>kayak</strong> per<br />

entrarci dento. L’unico posto dove posso atterrare è una<br />

spiaggia melmosa e maleodorante all’<strong>in</strong>terno del porto.<br />

Una specie di discarica a cielo aperto con rifiuti di ogni<br />

tipo. Sono costretto a mangiare turandomi il naso.<br />

Dopo un’oretta sono talmente nauseato che prometto a<br />

me stesso di ripartire al più presto.<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

261


Le raffiche si <strong>in</strong>tensificano<br />

e spazzano qualunque cosa gli si pari d’avanti. Mi<br />

arrampico sui grossi massi del braccio per scrutare il<br />

mare.<br />

Lo spettacolo è da brivido!<br />

Tira così tanto vento che <strong>in</strong>izio a tremare dal freddo<br />

nonostante la maglia di lycra e il giubb<strong>in</strong>o. Ricorro alla<br />

doppia felpa per scaldarmi. Sono bloccato sulla più<br />

brutta spiaggia su cui abbia mai messo piede e <strong>in</strong>izio a<br />

disperare di poter ripartire <strong>in</strong> giornata. L’idea di passarci<br />

addirittura la notte diventa il mio <strong>in</strong>cubo. I miei progetti<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

262


di arrivare domani <strong>in</strong> matt<strong>in</strong>ata a Bastia stanno fallendo<br />

miseramente. Vedo tutto nero. Ma non mi voglio<br />

arrendere al dest<strong>in</strong>o e decido di scrutare attentamente il<br />

mare alla ricerca del m<strong>in</strong>imo accenno di scaduta del<br />

vento. Passano le ore ma le raffiche sono sempre<br />

impetuose e <strong>in</strong>izio piano piano a rassegnarmi all’idea di<br />

passare la notte <strong>in</strong> porto. Verso le 19 la svolta; cala<br />

leggermente l’<strong>in</strong>tensit{ delle raffiche. Con il cuore a<br />

mille prendo l’ardita decisione di ripartire. Mi assicuro<br />

<strong>della</strong> fuoriuscita dello skeg e percorro i 50m f<strong>in</strong>o<br />

all’uscita dal porto neanche fossero gli ultimi metri<br />

prima di una cascata. Quando esco vengo <strong>in</strong>vestito da<br />

un vento che ricorda quello generato da un treno <strong>in</strong><br />

corsa. La punta del <strong>kayak</strong> si gira da sola e la mia schiena<br />

diventa una vela. Dopo pochi metri il gps segna<br />

l’<strong>in</strong>credibile velocit{ di 6 nodi! La poppa del <strong>kayak</strong> viene<br />

ripetutamente alzata da onde enormi che schiumano<br />

proprio sotto di me. Ogni volta che succede parto <strong>in</strong><br />

surfata e uso la pagaia esclusivamente per stabilizzare il<br />

<strong>kayak</strong>. Se mi capovolgo è la f<strong>in</strong>e. Non lo voglio<br />

nemmeno immag<strong>in</strong>are. La terra sfila alla mia s<strong>in</strong>istra a<br />

velocità pazzesca. Perdo la cognizione del tempo. La<br />

battaglia dura un’ora. Poi, esausto, decido di atterrare.<br />

Ho percorso più di 10km nella più folle corsa <strong>in</strong> <strong>kayak</strong><br />

che abbia mai fatto. Ho Bastia a 35 km. Se anticipo la<br />

sveglia, domani posso farcela ad arrivare <strong>in</strong> tempo per<br />

prendere il traghetto. Lotto con la tenda per una buona<br />

mezz’oretta f<strong>in</strong>o a che non riesco a bloccarla sulla<br />

sabbia. Senza le canne di bambù come picchetti non ce<br />

l’avrei potuta fare. Metto la sveglia alle 5 e nonostante il<br />

frastuono <strong>della</strong> tenda sbattuta dal vento, piombo <strong>in</strong> un<br />

sonno profondissimo.<br />

10 AGOSTO: LA FOLLE CAVALCATA A 6 NODI<br />

263


11 AGOSTO: ARRIVO IN VOLATA<br />

11 AGOSTO: ARRIVO IN VOLATA<br />

264


Il gran giorno è arrivato. Mi sveglio alle 5. E’ buio pesto.<br />

Mi sento un po’ Guido Grugnola durante una delle sue<br />

solite levatacce notturne. La tenda è bagnatissima e mi<br />

chiedo come cavolo faccia a ripiegarla così ogni matt<strong>in</strong>a<br />

quando parte <strong>in</strong> <strong>kayak</strong> prima dell’alba. Mah...<br />

Il mare è liscio come l’olio e <strong>in</strong>izio a pagaiare alle 6:20<br />

con lo sguardo rivolto a oriente per veder sorgere il sole.<br />

Mi separano dalla meta poco più di 30km. So di non<br />

poter fare soste. So che, a meno di bisogni impellenti,<br />

non potrò atterrare e dovrò pagaiare <strong>in</strong><strong>in</strong>terrottamente<br />

per ore e ore f<strong>in</strong>o a Bastia. Mi r<strong>in</strong>fresco con cappellate<br />

d’acqua di mare mentre il <strong>kayak</strong> è ancora <strong>in</strong> corsa. Mi<br />

fermo ogni tanto per bere e per alzare dal sedile il mio<br />

povero sedere anchilosato. Ho delle fastidiose irritazioni<br />

sulle cosce dovute allo sfregamento sui premicosce. Il<br />

contatto con l’acqua di mare mi procura un bruciore a<br />

tratti <strong>in</strong>sopportabile. Ma tant’è. Anche la sofferenza fa<br />

parte dell’avventura. «Del viaggio rimarranno solo i<br />

ricordi più belli» mi dico. Pagaio forte e ritmato, su una<br />

media di 3 nodi e mezzo. Per guadagnare tempo,<br />

percorro una traiettoria rettil<strong>in</strong>ea che taglia tutto il<br />

Golfo di Bastia. La navigazione lontano dalla costa<br />

diventa solitaria e alienante. Per distrarmi conto le<br />

meduse che mi scivolano sotto il <strong>kayak</strong>. Passano le ore<br />

ma mi sembra di non muovermi affatto. La sagoma<br />

degli edifici di Bastia impercettibilmente si avvic<strong>in</strong>a. Il<br />

tempo scorre a rallentatore. Quando arrivo <strong>in</strong> vista del<br />

11 AGOSTO: ARRIVO IN VOLATA<br />

265


porto, sono attentissimo nello scrutare l’orizzonte<br />

dietro di me, alla ricerca di qualche traghetto che possa<br />

<strong>in</strong>crociare la mia rotta. Per fortuna non ve ne sono e<br />

proseguo sicuro e veloce verso l’<strong>in</strong>gresso del porto<br />

turistico che ho segnato sul gps. Ad un certo punto, da<br />

lontano, vedo uscire dal porto l’unico traghetto <strong>della</strong><br />

Moby presente <strong>in</strong> banch<strong>in</strong>a. Vengo assalito dal dubbio<br />

che, per qualche motivo a me ignoto, sia stata annullata<br />

la partenza del traghetto Moby per Livorno. Panico.<br />

Decido di non pensarci più e di concentrarmi sulle<br />

ultime miglia di pagaiate. Man mano che procedo, la<br />

preoccupazione lascia il posto alla felicit{. E’ una gioia<br />

<strong>in</strong>teriore, <strong>in</strong>tima, che non viene fuori. Quando, verso le<br />

12, la prua del <strong>kayak</strong> tocca la scivolo del porticciolo<br />

turistico dal quale si era staccata 17 giorni prima,<br />

scompaiono d’<strong>in</strong>canto tutti i dolori, la fatica e la fame di<br />

6 ore e mezza di pagaiata <strong>in</strong><strong>in</strong>terrotte. C’è solo una<br />

<strong>in</strong>contenibile, <strong>in</strong>descrivibile felicità. Ho circumnavigato<br />

la <strong>Corsica</strong> con la sola forza delle mie braccia!<br />

Riprendo il carrello che avevo lasciato al noleggio e mi<br />

<strong>in</strong>camm<strong>in</strong>o f<strong>in</strong>o al porto. Faccio il biglietto e proseguo<br />

f<strong>in</strong>o alla banch<strong>in</strong>a. Qui trovo il traghetto che mi<br />

riporter{ a Livorno. L’imbarco, a parte la ruota del<br />

carrello bucata, procederà senza <strong>in</strong>toppi. Così pure il<br />

11 AGOSTO: ARRIVO IN VOLATA<br />

266


viaggio f<strong>in</strong>o a casa.


F<strong>in</strong>isce qui il mio viaggio. Lo dedico, come sempre, a<br />

tutti i sognatori, a coloro che non sanno vivere troppo<br />

distanti dal mare, a chi sa immag<strong>in</strong>are un mondo<br />

migliore, ai viaggiatori di ogni età che come me vivono di<br />

emozioni.<br />

Marco

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