vitanostra_marzo 2016
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VITA NOSTRA<br />
Gli occhi<br />
della<br />
MISERICORDIA<br />
PAROLA<br />
ESPERIENZE<br />
INCONTRI<br />
SGUARDI<br />
LACRIME E<br />
PROFUMO<br />
VITERBO: Inizia<br />
una nuova<br />
avventura<br />
Manoppello: 100<br />
anni di presenza<br />
L’ISIS non è<br />
l’ISLAM<br />
Periodico ad uso interno di formazione e informazione, spiritualità e vita consacrata pag. 1 - Vita Nostra
Vita Nostra N. 26 Marzo <strong>2016</strong><br />
Direttore: sr. Sonia Sofia Gennari<br />
Redattore: sr. Maddalena Tufo<br />
Impaginazione e grafica: sr. Marilda Sportelli<br />
Copyright: Suore Francescane Alcantarine Curia generale<br />
Via Maffeo Vegio, 15 00135 Roma<br />
sito: www.alcantarine.org<br />
facebook: Suore Francescane Alcantarine<br />
twitter: @alcantarine<br />
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... “Se un giorno, in Germania, in Svezia, in Danimarca<br />
mi incontrerai, chiedimi dov’ero il 12 <strong>marzo</strong> del <strong>2016</strong>.<br />
Ti ho visto nascere, ti dirò, ti ho augurato di vivere, ho scritto di te.<br />
Tu mi dirai: non era abbastanza. Ma ci vorranno anni.<br />
E io ho ancora modo di dimostrarti che ti considero più prezioso<br />
della plastica che ti circonda, che sei tu il futuro mio e dell’unione<br />
di nazioni e popoli di cui vorrei essere orgogliosa di fare parte.<br />
Di dimostrarti che ti ho riconosciuto.”<br />
Riportiamo parte delll’articolo di MELANIA MAZZUCCO pubblicato su Repubblica il 13 <strong>marzo</strong> <strong>2016</strong><br />
pag. 2 - Suore Francescane Alcantarine -
EDITORIALE|Sr Ester Pinca<br />
Il nome di Dio è<br />
Misericordia!<br />
Il nome di Dio è Misericordia….<br />
questo il titolo dell’ultimo libro<br />
di Papa Francesco che sicuramente<br />
molte tra noi avranno<br />
già letto.<br />
Se questo è il nome di Dio, del nostro<br />
Dio, quali spazi di relazione si aprono<br />
per noi credenti e redenti?<br />
Spazi di accoglienza, di offerta…..spazi<br />
nei quali assumere l’altro, la sua vita, le<br />
sue ferite, le sue possibilità!<br />
Spazi di recupero relazionale dove si<br />
accetta di RI-cominciare a dare fiducia<br />
a chi ci ha ferito o, più semplicemente,<br />
non ci ha capito. Spazi nei quali<br />
si accetta di vivere da perdonati, RIammessi<br />
alla comunione fraterna e di<br />
amicizia, superando la chiusura che si<br />
prova quando ci si rende conto di aver<br />
sbagliato.<br />
Francesco d’Assisi nel suo “facere<br />
misericordiam” ai lebbrosi, sperimentò<br />
che l’amarezza si trasformava<br />
in dolcezza di anima e di corpo: da<br />
questa esperienza comprese che gli<br />
spazi relazionali possono essere “o<br />
campi di battaglia, se governati solo<br />
dalla giustizia, o giardini da custodire<br />
e coltivare, se si aggiunge la misericordia”.<br />
Da questa intuizione nacque<br />
in lui un “progetto di familiarità” dove<br />
coloro che vivevano insieme potessero<br />
“fare casa” ed essere “familiari”<br />
tra loro: questo il senso della fraternità<br />
francescana.<br />
E per realizzare questo tutto dipende<br />
dagli occhi, dallo sguardo! Lo sguardo<br />
di una madre, gli occhi di un servo,<br />
sanno assumere la fatica di stare<br />
davanti all’altro in verità e senza giudizio.<br />
Il nome di Dio è Misericordia!<br />
Questo numero di “Vita Nostra” ci<br />
aiuterà molto a riflettere sulla Misericordia,<br />
ringrazio tanto le sorelle che<br />
hanno collaborato con i loro articoli<br />
alla stesura della rivista.<br />
Carissime sorelle, il tempo pasquale<br />
che stiamo vivendo ci doni apertura<br />
di mente e di cuore e gioia nel cammino<br />
di ogni giorno, nel desiderio e<br />
nella fatica di creare fraternità circolari,<br />
organizzate dalla misura della<br />
misericordia, intorno al centro che è<br />
Cristo!<br />
Insieme nel cammino della vita,<br />
sr Ester<br />
pag. 3 - Vita Nostra
LACRIME E PROFUMO<br />
di Sr. Gabriella Della Santa<br />
Percorso|Biblico<br />
Lectio sul Vangelo<br />
di Lc 7, 36-50<br />
C’è una donna che<br />
cammina su una strada di<br />
pietra. Stringe forte tra le<br />
mani un vaso di profumo che<br />
ha appena comprato.<br />
C’è una voce di carne e di anima<br />
in lei, una voce che non si vede. E’<br />
come una mano che le prende le<br />
viscere e la spinge su quelle strade<br />
di pietra. Cerca qualcosa..cerca se<br />
stessa, il suo cuore, quello più vero<br />
che ha smarrito nella sua vita di<br />
peccato. E’ una donna senza nome,<br />
un nome cancellato dal ruolo. Cerca<br />
qualcuno..come ogni donna.. perché<br />
l’amore sa ogni dolore. Per tutti è la<br />
peccatrice della città; per Gesù è la<br />
donna che ha molto amato. Viene con<br />
un vaso di profumo dove mescolerà<br />
profumo e lacrime e dirà il suo cuore<br />
attraverso le carezze perché anche<br />
il corpo è un luogo del cuore. Gesù<br />
è ad un passo da lei, disteso sul<br />
triclinio, con il volto reclinato verso<br />
la tavola. Lei arriva, con il suo passo<br />
cadenzato da insetto rotto e si mette<br />
dietro di lui, si rannicchia in fondo,<br />
dalla parte dei piedi. Sta per terra,<br />
sul pavimento, come un cane sotto<br />
un tavolo e tocca con il suo capo i<br />
piedi del Maestro. Gesù sta in alto<br />
e lei in basso, il più basso possibile.<br />
E dal basso lei piange, lo guarda e<br />
gli parla. Parla in silenzio, senza<br />
parole. Parla con il suo corpo. In<br />
casa di Simone tutti hanno un seggio.<br />
Soltanto lei è sul pavimento. Tutti<br />
sono collocati uno di fronte all’altro.<br />
Lei è dietro. Tutti vedono il volto degli<br />
altri. Lei vede soltanto i piedi di Gesù.<br />
E si emoziona. Piange. Fissa solo i<br />
suoi piedi nudi, nudi come la sua vita.<br />
Piange, mentre vede soltanto i piedi<br />
nudi di Gesù, piedi stanchi, escoriati<br />
e feriti. E allora li bacia; li bacia e li<br />
accarezza come sa fare solo lei.<br />
Continuamente, incessantemente,<br />
senza sosta. Lo fa con tutta la<br />
passione che ha dentro, con tutto il<br />
suo sguardo di donna. Le sue mani<br />
sul corpo di Gesù, anzi sui piedi di<br />
Gesù, il grande camminatore.<br />
E va oltre le convenzioni, oltre le<br />
regole, esce da ogni calcolo.<br />
Fuori regola nella sala banchetto,<br />
come era stata fuori regola nella<br />
vita. Gesù non si scompone: si lascia<br />
toccare perché si lascia amare..<br />
Accoglie tutto di quella donna così<br />
bella, così intensa. Si fa accarezzare<br />
da lei, dalle sue mani,. E lei lo fa con<br />
tutto l’amore che può, con tutto di<br />
sé. Amore che ha bisogno di uscire<br />
da se stesso per entrare nell’alterità<br />
dell’altro. Ma la donna osa ancora di<br />
più perché l’amore è senza misura,<br />
perché l’amore è impossibilità di<br />
sapere dove si trovi il limite. E allora<br />
si spinge oltre con quell’audacia , con<br />
quell’unica tenerezza che possiedono<br />
le donne che amano davvero. Asciuga<br />
i piedi di Gesù con i suoi capelli. Poi<br />
prende il profumo e unge i piedi di<br />
Gesù. Le lacrime sulle sue guance<br />
scendono veloci fino ad irrigare il<br />
corpo di Gesù. Lo inzuppa di lacrime<br />
e di profumo. Quelle lacrime che sono<br />
il suo dolore, lacrime che finalmente<br />
sente e che la lavano dentro,<br />
disciolgono i suoi mali e i legami che<br />
stringevano il suo cuore. Noi siamo<br />
tutti farisei, come Simone: vediamo<br />
solamente i fatti nudi ed oggettivi..<br />
emaniamo sentenze senza cuore.<br />
pag. 4 - Suore Francescane Alcantarine -
Tu mi hai ridato<br />
la mia dimensione<br />
di donna<br />
ed io ho ricominciato<br />
a lavorare<br />
il mio terreno<br />
Siamo moralisti: inconsciamente<br />
pensiamo di poter comprare Dio con le<br />
nostre prestazioni ma in realtà anche<br />
noi siamo debitori. Gesù, invece, in<br />
quella donna vede amore di oggi e di<br />
domani. I farisei vedono la peccatrice,<br />
Gesù vede l’amante. Simone vede il<br />
passato della donna, Gesù vede il suo<br />
futuro. Ed è così che nella prostituta<br />
si risveglia la donna. E per la prima<br />
volta Gesù si rivolge alla donna: «I<br />
tuoi peccati sono stati perdonati».<br />
Gesù le perdona tutto perché ha molto<br />
amato. Gesù accoglie il suo amore,<br />
ne accetta le carezze, ne aspira il<br />
profumo, la guarda negli occhi, parla<br />
con lei, ne loda il gesto, ne perdona i<br />
peccati e le ridona la pace del cuore.<br />
La donna entra senza dignità e senza<br />
sostegno nella casa del fariseo e<br />
ne esce con il riconoscimento della<br />
sua dignità, con il perdono. Perché il<br />
peccato non è rivelatore, mai. Nessun<br />
uomo, nessuna donna coincidono con<br />
il loro sbaglio o con la zizzania che<br />
hanno nel cuore. E il punto decisivo<br />
è sempre quello: non chi avrà meno<br />
peccati ma chi amerà di più perché<br />
l’amore vale più del peccato. La<br />
donna del profumo ci insegna che la<br />
fede è una storia d’amore con Dio.<br />
Ci insegna a riconoscere il vuoto che<br />
abbiamo dentro e a dire “ ho bisogno”.<br />
Ci mette sulla strada della fiducia<br />
perché il Signore non guarda le<br />
apparenze ma guarda il cuore. Allora<br />
anche io, Signore, mi affido e metto<br />
mani e cuore in te; metto lacrime e<br />
carezze; capelli e profumo. Mi affido<br />
senza riserve, e fai di me ciò che vuoi,<br />
perché solo tu mi farai nuova e donna<br />
finalmente.<br />
con la mano<br />
di un contadino<br />
che ara silenziosamente<br />
e con pace i colli<br />
della disperazione,<br />
e finalmente sono<br />
sorti mille giardini,<br />
è esplosa la primavera.<br />
La primavera<br />
del canto è<br />
uguale alla poesia<br />
ma dentro c’è<br />
un seme d’amore<br />
che è il tuo<br />
compiacimento..”<br />
(A. Merini)<br />
pag. 5 - Vita Nostra
Percorso|Formazione<br />
SORPRESI DALLA<br />
MISERICORDIA<br />
di Sr. Annachiara Rizzo<br />
si sorprende in lacrime... piange<br />
Pietro e questo pianto è per lui come<br />
un secondo battesimo. È il pianto di<br />
pentimento che genera la vita nuova,<br />
una nuova relazione con il Signore.<br />
Nell’anno 2015-<strong>2016</strong> tutta la<br />
formazione del nostro Istituto<br />
è stata dedicata al sacramento<br />
della Riconciliazione e alla<br />
misericordia.<br />
È chiaro che, in poche righe, è difficile<br />
parlare di questo sacramento tanto<br />
ricco e poco approfondito ma cercherò<br />
di fare una sintesi senza entrare nello<br />
specifico del sacramento.<br />
La difficoltà per l’uomo odierno di<br />
accostarsi a questo sacramento è<br />
spesso legata all’immagine che ha di<br />
Dio. Spesso un Dio giudice, un Dio<br />
che chiede chissà quali sacrifici, quali<br />
rinunce... ma se guardiamo alla storia<br />
della salvezza scopriamo un Dio<br />
follemente innamorato dell’uomo con<br />
un unico desiderio: amare l’uomo,<br />
e va a cercarlo lì dove l’uomo si<br />
nasconde, dove si trova dopo essere<br />
fuggito dalla relazione con Lui,<br />
dopo aver chiuso ogni possibilità di<br />
relazione con Lui (cfr Gen 3).<br />
Ma c’è una cosa che l’uomo non sa:<br />
che l’Amore non amato non smette di<br />
amare!<br />
Spostiamoci ora per un momento nel<br />
cortile del sommo sacerdote, quella<br />
notte in cui Gesù è venduto da Giuda<br />
e tradito da Pietro. I due apostoli<br />
vivono ormai da tre anni con Gesù<br />
eppure ancora non lo conoscono,<br />
non riescono ancora a comprendere<br />
fin dove può arrivare l’Amore.<br />
Giuda, quando si rende conto<br />
dell’inganno, si toglie la vita<br />
perché non ha conosciuto l’amore<br />
misericordioso del Signore, non può<br />
nemmeno immaginare che Dio è<br />
misericordioso e non tiene conto del<br />
male ricevuto.<br />
Pietro invece lo rinnega tre volte: non<br />
conosco quel Gesù, non conosco<br />
quelli che lo seguivano, non conosco<br />
più me stesso. E questa è la<br />
parabola del peccato: staccarsi dalla<br />
relazione con Dio porta a relazioni<br />
non più fraterne ma di dominio, fino a<br />
non capire più se stessi.<br />
Ma uno sguardo tocca il cuore di<br />
Pietro, è lo sguardo misericordioso<br />
del Signore che incrocia lo sguardo<br />
smarrito di Pietro e penetra fino a<br />
toccare il suo cuore e lo scalda. Pietro<br />
E quella notte, quando i discepoli<br />
delusi tornano a pescare e manca<br />
poco all’alba del nuovo giorno, il<br />
Risorto appare ai discepoli e rivolge<br />
a Pietro per tre volte la domanda:<br />
mi ami tu? E Pietro, forse un po’<br />
imbarazzato: Signore, tu sai cosa<br />
è successo quella notte nel cortile<br />
del sommo sacerdote, solo io e te<br />
sappiamo cosa è successo... Signore<br />
tu sai tutto. E il Signore: pasci le mie<br />
pecorelle...<br />
Mi è capitato un giorno di raccogliere<br />
la rabbia di una signora molto<br />
impegnata in parrocchia che, dopo<br />
aver ascoltato l’omelia sul padre<br />
misericordioso diceva di non poter<br />
accettare un Dio che corre incontro<br />
e si getta al collo del figlio minore<br />
senza chiedere spiegazioni, senza<br />
rimproverare.<br />
Fino a quando l’uomo non farà<br />
l’esperienza di sentirsi raggiunto<br />
dallo sguardo misericordioso del<br />
Signore, il luogo della confessione<br />
sarà per lui come un tribunale e<br />
davanti ad un giudice, e non potrà<br />
godere dell’incontro con il Padre<br />
misericordioso che gli si getta al collo<br />
e fa festa per lui.<br />
pag. 6 - Suore Francescane Alcantarine -
Percorso|Francescanesimo<br />
“BEATI I<br />
MISERICORDIOSI<br />
PERCHE’ TROVERANNO<br />
di Sr. Rosaria Carpentieri MISERICORDIA”<br />
di Sr Rosaria Carpentieri<br />
L’Anno Santo voluto da Papa<br />
Francesco, s’intona a questa<br />
beatitudine evangelica.<br />
Non è un semplice tema di<br />
riflessione. È un’esperienza<br />
da fare. Abbiamo bisogno di<br />
misericordia!<br />
E per fare ciò non possiamo non<br />
metterci alla scuola di San Francesco,<br />
perché ci aiuti a comprendere la<br />
beatitudine evangelica. “Beati i<br />
misericordiosi, perché otterranno<br />
misericordia”.<br />
È una beatitudine evangelica che<br />
risplende nella sua vita. Anzi, è la<br />
luce originaria, che rifulge nella sua<br />
stessa conversione. Scrivendo il<br />
Testamento, la volle riproporre come<br />
la sua principale “consegna”.<br />
Rileggiamo questo testo: “Il Signore<br />
dette a me, frate Francesco,<br />
d’incominciare a fare penitenza così:<br />
quando ero nei peccati mi sembrava<br />
cosa troppo amara vedere i lebbrosi,<br />
e il Signore stesso, mi condusse tra<br />
loro e usai con essi misericordia. E<br />
allontanandomi da essi, ciò che mi<br />
sembrava amaro, mi fu cambiato in<br />
dolcezza d’animo e di corpo”.<br />
Francesco volendo ricordare i<br />
primordi della sua nuova vita, non<br />
menziona episodi pur importanti<br />
come il suo colloquio con il Crocifisso<br />
di San Damiano, ma proprio e solo<br />
l’incontro con i lebbrosi. Si è notato<br />
che questo episodio è uno di quelli<br />
che mancano nel ciclo di Giotto nella<br />
Basilica superiore. Forse è un invito<br />
per noi: è la scena che dobbiamo<br />
porre noi, col nostro vissuto,<br />
mettendoci sulle orme di Francesco...<br />
Proviamo dunque a misurarci con la<br />
sua provocazione.<br />
“Quando ero nei peccati”. È così<br />
che Francesco sintetizza i suoi primi<br />
venticinque anni di vita. Ne esce<br />
un’immagine del peccato come una<br />
realtà in cui si abita. Un’acqua torbida<br />
in cui si è immersi. La sensazione<br />
che si prova, non può che essere<br />
l’amarezza. Francesco aveva tutto,<br />
nella sua vita di re delle feste di<br />
Assisi, ma non aveva la gioia. La<br />
moneta sonante e i vestiti di lusso<br />
della bottega di Pietro di Bernardone,<br />
e tutti i sogni della sua fervida<br />
fantasia, non erano valsi a farne un<br />
uomo felice. Il peccato lo bloccava<br />
in se stesso, rendendolo incapace<br />
di aprirsi all’amore. Forse non gli<br />
mancava, un senso di solidarietà e<br />
di pietà verso gli altri: quello che ci<br />
pag. 7 - Vita Nostra
spinge, quando non siamo senza<br />
cuore, almeno a fare un’elemosina.<br />
Ma rifuggiva da quella carità che ti<br />
muove alla condivisione. Confida<br />
che “gli sembrava cosa troppo amara<br />
vedere i lebbrosi. Dire “lebbrosi”<br />
è dire gli “ultimi” del suo tempo,<br />
doppiamente penalizzati dalla loro<br />
malattia e dall’emarginazione sociale.<br />
Ma è proprio qui che il Signore gli dà<br />
appuntamento. È da qui che passa<br />
la via della misericordia. Il Signore<br />
lo “conduce” proprio tra di loro. È<br />
l’incontro decisivo, nella logica del<br />
Vangelo: “Ero affamato, e mi avete<br />
dato da mangiare…Ero assetato e mi<br />
avete dato da bere..“<br />
E così Francesco va dai lebbrosi e fa<br />
loro “misericordia”: proprio questo il<br />
termine che usa. Le biografie poi lo<br />
spiegano con l’abbraccio o il bacio ai<br />
lebbrosi. Francesco in realtà apre il<br />
suo cuore ai fratelli umanamente più<br />
distanti e ripugnanti. Trova in essi il<br />
Crocifisso. Scende, come Gesù, negli<br />
“inferi” dell’umanità più degradata.<br />
E lì pone il gesto dell’amore, la<br />
condivisione che non si limita<br />
all’elemosina fuggente e sfuggente,<br />
ma mette l’altro nella propria vita.<br />
Francesco non dice di aver scelto di<br />
andare tra i lebbrosi per far penitenza<br />
o per una decisione caritativa, ma<br />
ricorda con grande stupore che<br />
“il Signore stesso” lo condusse<br />
tra di essi. Per Francesco l’unica<br />
spiegazione per capire la specialità<br />
e preziosità illogica vissuta in quel<br />
giorno con quei poveri è l’intervento<br />
di Dio stesso. Francesco riconosce<br />
la conduzione di Dio perché ebbe il<br />
coraggio di “fare misericordia con<br />
essi”. La misericordia è il dono del<br />
cuore al misero, cioè l’entrata radicale<br />
nella sua situazione, per condividere<br />
dal di dentro la condizione di fragilità<br />
di colui che si incontra. L’incontro<br />
di misericordia avuto con essi non<br />
ha cambiato la loro condizione,<br />
l’abbraccio dato da Francesco a<br />
quella povertà non ha prodotto un<br />
superamento sociale ed economico<br />
della fragilità e povertà di quei reietti.<br />
I lebbrosi restano lebbrosi. Dunque<br />
il fare misericordia non aveva come<br />
intenzione né ha prodotto come<br />
frutti una trasformazione effettiva<br />
della situazione emarginata e<br />
sostanzialmente ingiusta vissuta da<br />
quei miseri. Quanto influì sulla loro<br />
vita, quanti di quei poveri riottennero<br />
la salute, o riebbero la dignità e la<br />
speranza? Francesco non dice nulla<br />
di tutto questo! Sicuramente non<br />
era l’elemento più importante che<br />
conservava nella memoria e che volle<br />
trasmettere nel suo Testamento. Ciò<br />
che invece si impresse indelebilmente<br />
nel suo cuore fu la trasformazione<br />
avvenuta sulla sua persona: l’incontro<br />
misericordioso con la fragilità degli altri<br />
aveva prodotto una novità assoluta<br />
sulla sua fragilità umana, regalandogli<br />
una reale conversione del modo di<br />
sentire e vivere la propria esistenza.<br />
La misericordia donata alla fragilità<br />
dei lebbrosi ha costituito la via alla<br />
verità con se stesso e lo strumento<br />
per una accettazione paziente ed<br />
umile della propria fragilità.<br />
Ed ecco quello che egli ci promette,<br />
se avremo il coraggio di metterci<br />
sulle sue orme: “allontanandomi<br />
da essi, ciò che mi sembrava<br />
amaro, mi fu cambiato in dolcezza<br />
d’animo e di corpo”. La misericordia<br />
compiuta verso gli altri, ci ottiene una<br />
misericordia sovrabbondante, che<br />
porta nella nostra vita la gioia a cui<br />
tanto aspiriamo.<br />
È questa la misericordia che il Papa<br />
ci ha chiesto di riscoprire: opere di<br />
misericordia, corporali e spirituali.<br />
pag. 8 - Suore Francescane Alcantarine -
Percorso|Liturgia<br />
Prima di addentrarci<br />
nell’argomento è bene mettere<br />
il cuore in pace sul fatto<br />
che questo è un articolo che<br />
richiederebbe ben altri spazi<br />
e tempi per approfondirne lo<br />
studio in maniera adeguata.<br />
Lasciamo allora l’impegno della<br />
ricerca ai lettori di buona volontà,<br />
cercando di darci alcune semplici<br />
coordinate per il cammino.<br />
Da un’esigenza di carattere pratico,<br />
come quella di illuminare i luoghi di<br />
culto per le celebrazioni, nascono in<br />
epoca assai antica i riti di benedizione<br />
della luce. Ne abbiamo testimonianza<br />
nella Traditio apostolica e nell’<br />
Itinerarium Egeriae, del III/IV secolo. Il<br />
compito dell’illuminazione era affidato<br />
ai diaconi e, forse proprio per questo,<br />
quando nacque la consuetudine di<br />
un canto per la benedizione del cero<br />
pasquale, fu dato loro sia l’incarico<br />
dell’esecuzione che quello di<br />
comporre il testo. S. Agostino, nel De<br />
Trinitate, racconta di come lui stesso<br />
abbia composto un brano per la lode<br />
del cero, quando era ancora diacono.<br />
Le prime testimonianze di questo<br />
canto risalgono dunque al IV secolo,<br />
almeno in ambiente ambrosiano,<br />
mentre lo troviamo a Roma solo a<br />
partire dal secolo VII.<br />
Viene chiamato Laus cerei, Exultet o<br />
Preconio pasquale.<br />
Il termine Exultet si riferisce sia al<br />
canto in sé, del quale costituisce<br />
l’incipit (l’inizio), sia al libro liturgico:<br />
una striscia di seta, pergamena o<br />
papiro arrotolata su un cilindretto di<br />
legno, osso o avorio che il diacono<br />
L’EXULTET:<br />
una via<br />
d’ingresso<br />
al mistero<br />
pasquale<br />
di Sr. Angela Noemi Vilasi<br />
“srotolava” dall’ambone durante<br />
il canto. A partire dall’anno 1000<br />
ca., questi rotoli furono arricchiti di<br />
immagini che venivano dipinte nel<br />
senso opposto al testo, in modo<br />
che, mentre il rotolo scorreva, i<br />
fedeli potessero vedere, in una<br />
sorta di “cartone animato”, la<br />
rappresentazione grafica di ciò<br />
che veniva espresso in canto. Era<br />
una trovata didattica per favorire<br />
quella che oggi chiameremmo la<br />
“partecipazione attiva dei fedeli”. Non<br />
vi è dubbio che si tratti di un canto,<br />
dal momento che in molti casi, il testo<br />
dei rotoli è corredato di notazione<br />
musicale! C’è da aggiungere che<br />
si tratta di documenti provenienti<br />
dall’Italia centro-meridionale<br />
(Cassino, Capua, Salerno, Bari…).<br />
Un altro modo di definire il nostro<br />
canto è: Preconio pasquale.<br />
Questa espressione dice qualcosa<br />
sul carattere e sulla funzione del<br />
brano. Preconio è una parola latina<br />
che significa “annuncio pubblico”.<br />
Si tratta dell’annuncio solenne<br />
del compimento della Pasqua del<br />
Signore, in cui tutte le cose vengono<br />
ricapitolate, illuminate di senso. E’ il<br />
cero/Cristo, che fa luce sulla storia<br />
intera e ci permette di guardarla dal<br />
punto di vista di Dio.<br />
Così il diacono che sale i gradini<br />
dell’ambone è l’angelo che, dalla<br />
pietra ribaltata, annuncia alla Chiesa,<br />
“piena di grazia” perché eletta da Dio<br />
come sua dimora tra gli uomini, la gioia<br />
della Resurrezione. E analogamente a<br />
un prefazio, introduce la celebrazione<br />
per eccellenza, la solenne Veglia<br />
pasquale, nel rendimento di grazie<br />
per l’opera della salvezza.<br />
Prae-fateor indica, certamente,<br />
qualcosa di “detto prima”, una<br />
chiave di accesso, un’introduzione.<br />
Ma anche e soprattutto un “dire<br />
al cospetto di” Dio e degli uomini,<br />
un annuncio pubblico, solenne. Si<br />
tratta, lo ribadiamo, di un solenne<br />
rendimento di grazie per il dono che è<br />
Cristo, per l’opera della salvezza, per<br />
pag. 9 - Vita Nostra
la quale il Padre è glorificato.<br />
La struttura è riconducibile a quella<br />
dei prefazio.<br />
INVITATORIO: l’Exultet si apre con un<br />
invito alla lode, rivolto prima di tutto<br />
all’assemblea celeste, poi alla terra,<br />
quindi alla Chiesa e alla comunità<br />
riunita che il cantore esorta a invocare<br />
la misericordia di Dio (quest’anno il<br />
tema è d’obbligo!).<br />
Poi, se a cantare è il diacono o un<br />
sacerdote, esegue anche la parte<br />
finale, riferita esplicitamente al<br />
ministro. Questa sezione può essere<br />
omessa quando, in caso di necessità,<br />
un cantore sostituisca il ministro<br />
ordinato (cosa che in passato non era<br />
permessa).<br />
SALUTO: Il significato delle formule<br />
di saluto nella celebrazione non è<br />
quello della cortesia o della buona<br />
educazione!<br />
Il ministro e il popolo di Dio<br />
riconoscono reciprocamente la<br />
presenza del Signore, affermando la<br />
propria disponibilità a tenere “in alto i<br />
cuori”, in atteggiamento di presenza,<br />
attesa, ascolto, vigilanza… Per<br />
parafrasare le parole della nostra m.<br />
Liliana, si ricordano reciprocamente<br />
che “noi ci siamo e il Signore c’è e<br />
siamo sempre insieme a Lui”.<br />
Infine l’esortazione al rendimento di<br />
grazie, che viene riconosciuto come<br />
“cosa buona e giusta”.<br />
A questo punto il ministro o cantore, in<br />
uno stile narrativo, espone il MOTIVO<br />
del ringraziamento, che è tutto il<br />
cammino della storia della salvezza a<br />
partire dalla creazione, passando per<br />
la rivelazione, per giungere finalmente<br />
alla redenzione e alla realtà del<br />
Regno. Il tutto alla luce di Cristo nel<br />
quale, in questa notte beata, che<br />
risplende come il giorno, nella quale<br />
è sconfitta la morte e che, gloriosa,<br />
ricongiunge la terra al cielo, in Lui,<br />
dicevamo, tutte le cose vengono<br />
ricapitolate, riportate all’unico tempo<br />
possibile, che è l’eternità di Dio.<br />
Allora l’Exultet si rivela come il canto<br />
che ci immette nella Piazza d’oro (Ap<br />
21), nella pienezza della LITURGIA:<br />
della madre di tutte le celebrazioni,<br />
che è la Pasqua, ma anche in quella<br />
Pasqua che è ogni Eucaristia.<br />
Frammento di spazio e di tempo in<br />
cui passato e futuro sono nell’oggi<br />
celebrativo, dove il cero, frutto del<br />
lavoro delle api, che illumina questa<br />
notte santa, è la stessa luce che<br />
rischiarò il popolo nel deserto e che<br />
il Signore, stella del mattino, troverà<br />
accesa al suo ritorno nella gloria.<br />
E’ l’annuncio di quella salvezza che<br />
non è di là da venire, ma ci si offre<br />
nel presente innestandoci nella vita<br />
eterna che è qui, adesso e nella<br />
quale, qui e adesso, siamo chiamati<br />
a radicare il nostro quotidiano, con<br />
lo sguardo purificato, rinnovato,<br />
trasfigurato dalla luce sfolgorante<br />
della Risurrezione.<br />
Perché non partire proprio da<br />
questo antico canto della tradizione<br />
per una meditazione, personale o<br />
comunitaria, sul mistero pasquale?<br />
Per una catechesi in preparazione<br />
alla Veglia o da proporre, quasi<br />
catechesi mistagogica (iniziazione al<br />
mistero), durante il tempo pasquale?<br />
Nell’impossibilità di uno sviluppo<br />
organico, ci limitiamo a suggerire<br />
alcuni spunti che emergono dal<br />
testo:<br />
§ Le tappe della storia della<br />
salvezza, lette alla luce della<br />
Resurrezione di Cristo<br />
§ La dimensione cosmica, che<br />
emerge in più tratti del canto,<br />
simpaticamente simboleggiata<br />
dall’ape operosa, figura del<br />
creato e, nel contempo della<br />
Madre Vergine e della Chiesa<br />
§ La simbologia notte/luce<br />
§ Il tema della misericordia, che<br />
ripercorre tutto il canto ed<br />
evoca la felice colpa di Adamo<br />
come occasione necessaria<br />
(necessarium peccatum) per<br />
l’opera della redenzione<br />
§ Le raffigurazioni presenti nei<br />
diversi rotoli, che focalizzano<br />
maggiormente alcuni<br />
dettagli e possono diventare<br />
spunto di condivisione o<br />
anche una “buona idea”<br />
per l’impostazione di una<br />
catechesi con i ragazzi.<br />
Ancora una volta la CELEBRAZIONE<br />
ci sorprende nella sua perenne<br />
attualità, nella capacità di farci leggere<br />
la vita e la storia con categorie che<br />
partono dall’alto, dall’oltre di un Dio,<br />
Padre di misericordia, che da sempre<br />
ha pensato l’umanità tenendo lo<br />
sguardo fisso sul Figlio e, pura follia<br />
dell’Amore, ci invita ad assumere<br />
la nostra realtà di uomini facendo<br />
altrettanto.<br />
O immensità del tuo<br />
amore per noi! O<br />
inestimabile segno<br />
di bontà […].O notte<br />
veramente gloriosa,<br />
che ricongiunge la<br />
terra al cielo e l’uomo<br />
al suo Creatore!<br />
pag. 10 - Suore Francescane Alcantarine -
“Ogni volta che i bombardamenti si fanno pesanti<br />
noi ci inginocchiamo davanti al Santissimo esposto,<br />
implorando Gesù misericordioso di proteggere<br />
noi e i nostri poveri e di concedere pace a<br />
questa nazione. Non ci stanchiamo di bussare al<br />
cuore di Dio confidando che ci sarà una fine a tutto<br />
questo.”<br />
Stralcio da l’ultima lettera delle suore uccise nello Yemen<br />
pag. 11 - Vita Nostra
Not in my name<br />
“L’ Isis non è l’Islam”<br />
di Sr. Immacolata Cristiana Crescenzo<br />
Dopo gli attentanti di Parigi il mondo<br />
islamico è sceso in tutte le piazze per<br />
far sentire la propria voce contro il<br />
terrorismo, alcuni degli slogan gridati<br />
erano questi: “ NOT IN MY NAME” e<br />
“ L’ISIS NON E’ L’ISLAM “. Purtroppo<br />
è molto facile confondere l’ISIS con<br />
l’ Islam! L’acronimo più conosciuto<br />
ISIS sta per “ Islamic State in Iraq and<br />
Siria”, ma per ragioni politiche è usato<br />
DAESH acronimo arabo, difatti i politici<br />
occidentali non vogliono usare Stato<br />
islamico come se si stesse parlando<br />
di una nazione vera e propria per non<br />
legittimare i terroristi. Parlando dell’ISIS<br />
dobbiamo imbatterci in quella che è la<br />
complessa situazione Mediorientale.<br />
Quello che oggi chiamiamo Stato<br />
islamico è un’organizzazione<br />
terroristica di fondamentalismo<br />
islamico sunnita come lo è AL-<br />
QAEDA. All’ inizio l’ ISIS era uno dei<br />
tanti piccoli gruppi sunniti jihadisti<br />
operanti in Medio Oriente formatosi<br />
negli anni 90 con a capo Al-Zarqawi.<br />
Chi sono i sunniti? Nel 632 d.C.<br />
in seguito alla morte del profeta<br />
Maometto, il mondo islamico subì<br />
una grande scissione che vide la<br />
nascita di due gruppi: i sunniti e<br />
gli sciiti. La causa della scissione<br />
fu la scelta di una nuova guida a<br />
capo del Califfato: gli sciiti volevano<br />
che avvenisse per successione, i<br />
sunniti per elezione. Ebbero la meglio i<br />
sunniti che ancora oggi costituiscono il<br />
ramo maggioritario dell’Islam presente<br />
soprattutto in Arabia Saudita. Gli sciiti<br />
sono invece oggi una minoranza<br />
che hanno una forte presenza in<br />
Iran. Ma questo gruppo di sunniti era<br />
jihadista particolare da non trascurare.<br />
La radice del termine JIHAD è la<br />
parola araba che significa SFORZO.<br />
Esistono due jihad: LA GRANDE<br />
JIHAD e LA PICCOLA JIHAD. La<br />
prima è lo sforzo dell’interpretazione<br />
del Corano attraverso la propria mente<br />
e la propria vita; la seconda è la<br />
difesa armata dell’ Islam contro i suoi<br />
aggressori. Fu Osama Bin Laden ad<br />
pag. 12 - Suore Francescane Alcantarine -
usare il termine jihad unicamente col<br />
il significato di Guerra Giusta-Santa.<br />
Per comprendere come è nato l’ISIS<br />
facciamo qualche passo indietro. Al-<br />
Zarqawi, nel 2003, fu fatto passare<br />
come anello di congiunzione tra Al-<br />
Qaeda e il Regime dittatoriale sunnita<br />
di Saddam Hussein perché gli U.S.A. e<br />
la Gran Bretagna potessero invadere l’<br />
Iraq e destituire Saddam (II Guerra del<br />
Golfo). In realtà queste informazioni<br />
riguardo ad Al-Zarqawi, fornite da Bush<br />
e Blair, non vennero mai verificate.<br />
Dopo la cattura di Saddam Hussein e<br />
la disfatta del suo regime, nel maggio<br />
2003 l’Iraq fu occupato dagli americani.<br />
L’incapacità internazionale di gestire il<br />
dopo Saddam portò alla formazione<br />
di piccoli gruppi paramilitari contro gli<br />
americani e il governo sciita da loro<br />
voluto alimentando lo scontro civile<br />
e religioso tra sunniti e sciiti, scontro<br />
che continua ad infiammare il Medio<br />
Oriente. Nel 2012, Al-Baghdadi,<br />
rilasciato da un campo di detenzione<br />
americano, diventa il leader dei resti di<br />
Al-Qaeda in Iraq e dell’ISI. Nel tempo<br />
Al-Baghdadi si distacca dall’ intento di<br />
Al-Qaeda cioè attaccare obiettivi U.S.A.<br />
Il suo progetto va oltre la piccola jihad,<br />
il suo obiettivo è rifondare il Califfato<br />
di Maometto, quello del VII sec. che si<br />
ispira alla scuola di pensiero Salafita,<br />
e di riunire l’intera comunità islamica.<br />
Questo progetto vuole attraversare<br />
tutta la storia dell’Islam anche se<br />
nè il Corano nè la Sunna ne fanno<br />
riferimento. Iniziare dall’Iraq sarebbe<br />
stato difficile perché l’ISIS era troppo<br />
debole allora si guarda alla Siria<br />
come paese ideale per conquistare<br />
nuovi territori e farsi pagare dai<br />
ricchi sponsor. La Siria era devastata<br />
dal conflitto e Al-Baghdadi aveva<br />
previsto che tale conflitto sarebbe<br />
stato lungo anche per un grosso<br />
ritardo dell’intervento internazionale.<br />
Così Al-Baghdadi nel 2011 manda in<br />
Siria alcuni membri dell’ISIS perché<br />
venissero adeguatamente addestrati<br />
e potessero usufruire di armi, fornite<br />
dallo stesso Occidente per ribaltare il<br />
governo di Assad. Il 29 giugno 2014<br />
viene proclamata la restaurazione<br />
dello Stato Islamico e Al-Baghdadi<br />
se ne proclama Califfo, fino a questo<br />
momento gli U.S.A non erano<br />
preoccupati di questa organizzazione<br />
perché combatteva contro Assad,<br />
presidente siriano, facendo i loro<br />
interessi. Obama nell’agosto 2014<br />
autorizza i bombardamenti nel nord<br />
dell’Iraq e il lancio di aiuti umanitari.<br />
Dal settembre 2014 l’ISIS cerca<br />
di conquistare Kobane (Siria) che<br />
risponde con un’estrema resistenza<br />
fino all’intervento di raid aerei della<br />
coalizione internazionale nel 2015.<br />
Oggi l’ISIS si è spinto fino in Libia<br />
ma esso non ha radici libiche e non<br />
si è integrato con altre comunità<br />
locali per cui è una situazine diversa<br />
rispetto alla Siria e all’Iraq ma non<br />
meno preoccupante. Gli studiosi<br />
islamici fanno notare come l’ISIS<br />
sta riuscendo a ridisegnare i confini<br />
originari dello Stato Islamico. In tal<br />
modo DAESH vorrebbe dare fine alle<br />
discriminazioni che i sunniti subiscono<br />
da secoli e questo grande messaggio<br />
di speranza spiega come molti sono<br />
pronti a combattere fino alla morte.<br />
Lo Stato Islamico offre la possibilità di<br />
vivere in uno stato con infrastrutture<br />
socio-economiche ben organizzate<br />
dove ci si può sentire cittadini a pieno<br />
diritto. Queste sono alcune delle<br />
ragione per cui molti giovani islamici<br />
cresciuti in occidente ( Europa,<br />
Australia, USA, UK ) dove per loro non<br />
è affatto semplice integrarsi, scelgono<br />
di aggregarsi alle milizie dell’ISIS<br />
commettendo numerose atrocità. Se<br />
l’ISIS dovesse vincere avremo un<br />
processo di maggiore destabilizzazione<br />
in Medio Oriente con conseguenze<br />
catastrofiche non solo in quell’area<br />
geopoliticamente parlando ma anche<br />
per l’Europa. Lo Stato Islamico è ai<br />
confini con la Turchia per questo va<br />
fermato ma non con bombardamenti<br />
e armando le milizie curde come<br />
adesso si sta facendo ma conoscendo<br />
il nemico per entrare in dialogo, cosa<br />
che non è stata mai fatta. E’ chiaro<br />
che tutto questo non ha molto a che<br />
fare con l’islam in quanto religione!<br />
Bibliografia<br />
L. Napoleoni (2014), ISIS, LaFeltrinelli<br />
P. Cockbum (2014), L’ascesa dello Stato<br />
Islamico, Stampa Alternativa.<br />
M. Molinari (2015), Il Califfato del<br />
terrore, Rizzoli.<br />
D. Quirico (2015), Il grande Califfato,<br />
LaFeltrinelli<br />
pag. 13 - Vita Nostra
Nuovi|Germogli<br />
di Sr. Loredana Meninno<br />
“ Chi invierò? E io ho risposto:<br />
Signore manda me, io sarò il<br />
tuo messaggero.” Is 6, 1-2<br />
“Quello che sono, io lo<br />
sono per la grazia di Dio, e<br />
la grazia di cui Dio mi ha<br />
colmato, non è stata vana”.<br />
1Cor 15, 1-11<br />
Con queste due Parole, che ci vengono<br />
dalla liturgia di oggi, posso racchiudere<br />
la giornata vissuta; questa Parola si è<br />
fatta carne in me in questa Domenica.<br />
Insieme a sr Suzane, sono andata<br />
in un villaggio molto lontano, al di là<br />
del fiume, per pregare insieme ad<br />
una piccola comunità di 5 cristiani<br />
battezzati, e per annunciare la buona<br />
notizia del Vangelo a tutti gli altri<br />
abitanti del villaggio.<br />
Ho accolto questa provocazione del<br />
profeta Isaia: “ chi manderò?”, e mi<br />
sono fatta avanti: “ Signore, manda<br />
me”, non perché mi senta capace<br />
ma perché come dice San Paolo: la<br />
tua grazia, Signore in me non è stata<br />
vana.<br />
Siamo partite la mattina presto con la<br />
nostra macchina, dopo circa un’ ora<br />
di strada sterrata e piena di buche,<br />
abbiamo lasciato la macchina al bordo<br />
del fiume e abbiamo preso la piroc, una<br />
sorta di canoa guidata da un ragazzino<br />
di circa 11 anni, per giungere dopo circa<br />
un’ ora di traversata all’altra sponda<br />
del fiume. Durante la traversata ho<br />
osservato la grande forza del bambino<br />
di puntare il suo lungo bastone,<br />
che fungeva da remo, nell’ acqua<br />
e cosi spingere la piroc con 5 di noi<br />
sopra più una bicicletta e un sacco di<br />
miglio….quanta forza il Signore avrà<br />
donato a questo ragazzino!!!!????<br />
Ma ho pensato anche a Gesù che<br />
con i discepoli attraversa il lago di<br />
Gennesaret per portare la buona<br />
notizia del Vangelo a tutti…<br />
Giunti a destinazione, ho detto a<br />
Suzane….ah….finalmente siamo<br />
arrivate!!!! Ma lei con un sorriso<br />
spiritoso mi ha detto…..Meninno,<br />
dobbiamo camminare un’ ora a<br />
piedi!!!!!<br />
E li ho pensato che qui in Africa il<br />
tempo ha un’altra dimensione…<br />
erano gia passate 4 ore e noi<br />
stavamo ancora per strada….ma<br />
con la forza di Dio ci siamo messe in<br />
cammino insieme ai cristiani che ci<br />
sono venuti incontro, attraversando<br />
una specie di deserto, e cosi siamo<br />
giunte al luogo della preghiera….una<br />
capanna con dei tronchi per terra che<br />
fungono da panche per sedersi e un<br />
tavolino che fa da altare.<br />
Due bambini hanno iniziato a<br />
suonare i bonghi, strumenti musicali<br />
tipici del luogo, e cosi tutta la gente<br />
del villaggio è accorsa per accogliere<br />
noi suore e per partecipare alla<br />
preghiera.<br />
Sono rimasta davvero meravigliata<br />
dell’accoglienza ricevuta dalla gente<br />
e dai bambini, in modo particolare,<br />
questi ultimi hanno sempre la mano<br />
tesa perché si incontri con la mia e<br />
dicono il loro saluto: lapialei, che<br />
significa pace a te.<br />
E’ davvero meraviglioso ricevere il<br />
saluto della pace dai piccoli; come<br />
direbbe Gesù: “a loro appartiene il<br />
Regno dei cieli”.<br />
A conclusione della liturgia, il<br />
catechista del villaggio ci ha<br />
presentato 11 persone, tra uomini<br />
pag. 14 - Suore Francescane Alcantarine -
e donne che hanno il desiderio di<br />
diventare cristiani e quindi di iniziare il<br />
cammino di catecumenato.<br />
Che grazia, che gioia per me, vedere<br />
delle persone che liberamente<br />
desiderano conoscere Gesù,<br />
desiderano il Battesimo cioè essere<br />
innestati nella stessa vita di Cristo; non<br />
ero più abituata a tutto ciò, a questa<br />
libertà, a questa apertura del cuore<br />
alla grazia di Dio, a questo desiderio di<br />
conoscere Gesù, il Risorto.<br />
Allora, ho capito il senso della risposta<br />
del profeta Isaia: Signore manda me! Il<br />
Signore ha bisogno di messaggeri della<br />
buona notizia del Vangelo, ha bisogno<br />
delle mie mani per accarezzare, dei<br />
miei piedi, a volte stanchi, per andare<br />
lì dove nessun mezzo di trasporto<br />
moderno può arrivare, della mia bocca<br />
per annunciare il suo infinito Amore per<br />
l’umanità, e quindi anche per questo<br />
popolo africano.<br />
Terminata questa parte della giornata,<br />
erano circa le ore 15.00, il capo villaggio<br />
ci ha invitate a pranzo a casa sua con<br />
la sua famiglia, siamo andate…sempre<br />
a piedi….e la moglie ci ha accolte nella<br />
loro sala da pranzo, ossia sotto un<br />
grande albero con delle sedie intorno<br />
ad un tavolino. Ci siamo accomodate,<br />
abbiamo lavato le mani nel bacile,<br />
come si usa fare qui, e poi abbiamo<br />
iniziato a mangiare polenta con pollo…<br />
tutti intingono un pezzo di polenta,<br />
preso con le mani , nel sugo di carne…<br />
non esistono piatti personali, forchette,<br />
coltelli, bicchieri…nulla di tutto questo…<br />
le mani sono l’unico strumento per<br />
mangiare!<br />
Ma come se non bastasse, prima di<br />
andare via, come segno di gratitudine<br />
per la mia presenza in mezzo a loro,<br />
mi hanno regalato una gallina e una<br />
busta di arachidi, perché allo straniero<br />
si dona sempre qualcosa come gesto<br />
di accoglienza.<br />
E’ proprio vero che Gesù ama chi<br />
dona con gioia, e sento che il Signore<br />
davvero ama questo popolo che<br />
come la vedova del Vangelo, dona<br />
tutto quello che ha per vivere e non il<br />
superfluo, perché qui il superfluo non<br />
esiste.<br />
Terminato il pranzo, con la<br />
chiacchierata, tutta la famiglia si è<br />
messa in cammino a piedi con noi per<br />
accompagnarci a riprendere la piroc,<br />
per ritornare a casa.<br />
Ciò che Gesù dice nel Vangelo di oggi,<br />
è ciò che ho riflettuto durante il mio<br />
viaggio in piroc: Venite, seguitemi, vi<br />
farò pescatori di uomini.<br />
Ecco la nostra missione, ovunque<br />
il Signore ci invia: essere pescatori<br />
di uomini affinché tutti possano<br />
incontrare il volto amorevole di Gesù.<br />
Amen.<br />
pag. 15 - Vita Nostra
Nuovi|Germogli<br />
Inizia una nuova avventura<br />
di Sr. Francesca Maria Pizzaia e Fraternita’<br />
Il 14 dicembre 2015, giorno<br />
nel quale la Chiesa ci invita a<br />
fare memoria di San Giovanni<br />
della Croce, sorrette da questa<br />
parola: “Alla fine della vita<br />
sarete giudicati sull’amore”,<br />
con sr Mariangela Ferrari<br />
siamo approdate nella città di<br />
Viterbo al Monastero di Santa<br />
Rosa.<br />
Ad accoglierci le sorelle Clarisse<br />
urbaniste che per motivi di salute ed<br />
età si stavano preparando a lasciare<br />
il monastero.<br />
La presenza delle clarisse in<br />
questo monastero é antichissima,<br />
quando nacque Santa Rosa. Verso<br />
il 1233 circa, già era presente una<br />
comunità. Qui si raccontano più di<br />
settecentocinquanta anni di storia, di<br />
presenza…Santa Rosa conosceva<br />
questo luogo di preghiera e desiderava<br />
tanto poter donare la sua vita a Dio<br />
pag. 16 - Suore Francescane Alcantarine -<br />
entrando in monastero, ma per motivi<br />
a noi sconosciuti non le è stata data la<br />
possibilità di coronare il suo sogno ...<br />
da viva…e lo ha coronato da morta… il<br />
Signore si diverte a sconvolgere i piani<br />
dell’uomo!<br />
E noi suore Francescane Alcantarine<br />
che cosa abbiamo a che fare con<br />
tutto questo? Bella domanda…forse<br />
perché Santa Rosa, che nel 1251 ha<br />
professato la Regola di San Francesco<br />
entrando nella famiglia francescana<br />
del Terz’Ordine Regolare, aveva<br />
qualcosa da condividere con noi?<br />
Forse la radicalità del Vangelo di San<br />
Francesco? Forse una condivisione<br />
di vita con i fratelli? … è un mistero<br />
e rimarrà tale… una cosa è certa ora<br />
siamo chiamate a custodire il suo corpo<br />
e a condividere con questa porzione di<br />
Chiesa la gioia di appartenere a Dio<br />
Nostro Padre e Signore.<br />
Più passano i giorni e più concretizzo<br />
che la Congregazione per gli Istituti<br />
di Vita Consacrata e le Società di vita<br />
Apostolica ci ha fatto una proposta<br />
inverosimile, per noi singolare e<br />
originale…alla quale i nostri superiori<br />
hanno pensato di rispondere,<br />
prendendosi un tempo di prova,<br />
perché è tutto molto incredibile.<br />
Vivere in un monastero del 1200,<br />
attraversare sale e saloni affrescati<br />
e ricchi di storia, di vissuti e di<br />
spiritualità…custodire il corpo di una<br />
Santa che ancor oggi è viva … e non<br />
solo per i viterbesi … ha ancora tanto<br />
da dirci e da operare.<br />
Lei che nella sua breve vita, è<br />
morta a soli 18 anni, si è prodigata<br />
ad attraversare le strade della<br />
città con in mano il solo Crocifisso,<br />
instancabilmente ha parlato di amore<br />
e perdono, in un tempo lacerato da<br />
discordie e divisioni.<br />
Di lei si dice che abbia affrontato
l’imperatore Federico II con le<br />
sue armi segrete: la preghiera, la<br />
penitenza e li digiuno. Di fronte alla<br />
violenza Rosa non si è arresa, è<br />
stata scomoda, non compresa, anzi<br />
considerata pericolosa a tal punto<br />
che le è stato imposto l’esilio ma<br />
lei non ha smesso mai di affidarsi<br />
a Dio e grazie alla sua grande fede<br />
l’esilio è stato breve; rientrata in<br />
città dopo la morte dell’imperatore<br />
ha continuato a diffondere l’amore<br />
di Dio anche attraverso i miracoli<br />
compiuti in nome di Dio.<br />
Dal 14 dicembre sono stati un<br />
susseguirsi di eventi, di situazioni, di<br />
incontri tutti segnati da una grande<br />
pace e serenità.<br />
In questo mese abbiamo accostato<br />
tanti cristiani, fratelli nella fede,<br />
pellegrini, turisti… tante persone che<br />
si recano da Santa Rosa per attingere<br />
forza e luce. Quante testimonianze di<br />
vita, quante suppliche e invocazioni,<br />
quante richieste d’intercessione... e noi<br />
siamo spettatrici attive di tanta Grazia!!!!<br />
Custodire il corpo di Santa Rosa e questo<br />
santuario ritengo sia un’opportunità<br />
unica e meravigliosa.<br />
In questo tempo tante sorelle<br />
alcantarine ci hanno fatto visita e con<br />
ciascuna abbiamo condiviso la gioia<br />
e la grazia di questo luogo. Ora la<br />
comunità è al completo: io, sr Elvira De<br />
Pascali che è arrivata il 22 dicembre, sr<br />
Daniela Ferraro il 2 gennaio, sr Tarcisia<br />
D’Imperio il 21 gennaio e sr Paola<br />
Benedetta Orlando il 9 febbraio.<br />
In questi spazi enormi c’è posto per<br />
tutte, e ciascuna può esprimere i doni<br />
che il Padre Celeste le ha affidato.<br />
Vi aspettiamo!<br />
Con tanta gratitudine a Dio e ai nostri<br />
superiori<br />
pag. 17 - Vita Nostra
Nuovi|Germogli<br />
Nuovo libro<br />
di Rosanna Virgili, biblista<br />
Sembra di stare fisicamente davanti<br />
a chi racconta, alle sue labbra<br />
piene di meraviglia ed ai suoi occhi<br />
“di profezia”. Occhi che appaiono<br />
limpidi e lucidi per la trasparenza e<br />
la bellezza della gente del Ciad che<br />
“sorride” anche a chi non conosce,<br />
e che prende coraggio anche nella<br />
paura, nell’impotenza e nel dolore.<br />
Questo libro è davvero un “corso di<br />
vita” e non semplicemente un testo<br />
da leggere per conoscere l’ambiente<br />
di una casa missionaria, le condizioni<br />
del paese dove si trova o della gente<br />
che incontra. Non è soltanto un bel<br />
racconto, ma una parola profonda,<br />
toccante, penetrante, trasformante,<br />
proprio come quella dei profeti<br />
biblici.<br />
Questa raccolta di Lettere<br />
e testimonianze di Suore<br />
francescane missionarie<br />
in Ciad, non avrebbe,<br />
onestamente, alcun bisogno<br />
di introduzione.<br />
Se è vero, infatti che l’introduzione<br />
serva a dare una chiave per leggere<br />
un libro, in questo caso è del tutto<br />
pag. 18 - Suore Francescane Alcantarine -<br />
superflua, data l’immediatezza del<br />
linguaggio e lo splendore delle storie<br />
raccontate.<br />
Ancor meno sono necessarie parole<br />
atte a creare interesse attorno al<br />
contenuto, poiché in esso c’è già una<br />
forza di attrazione affatto folgorante<br />
e spiazzante, fin dalla prima pagina,<br />
veicolata, altresì, dalla purezza e la<br />
semplicità del modo di comunicare.<br />
Le esperienze fatte da queste<br />
donne parlano incisivamente alla<br />
vita di tutti: poveri e ricchi, africani,<br />
italiani, francesi o americani.<br />
Paradossalmente dentro le pagine di<br />
cronaca di un mondo tanto remoto e<br />
“altro”, il lettore occidentale si troverà<br />
davanti a se stesso, al suo presente,<br />
alla sua vita reale, quella che, magari,<br />
ogni giorno scorre dietro una scrivania<br />
o nella serenità di chi conta soltanto<br />
nel suo conto in Banca.<br />
Ciò che sorprende di più è proprio<br />
questo: la forza di una scrittura priva<br />
di ogni retorica tradizionale e piena<br />
di immediata verità. E nella misura in<br />
cui il lettore si trovi dinanzi alla “verità”<br />
degli altri, non potrà non rivelare la<br />
propria “verità”: ci si conosce allo
specchio del diverso, dell’altro!<br />
Proprio in questo grande merito sta il<br />
primo motivo della preziosità di questa<br />
raccolta: nella sua capacità di mettere<br />
a nudo la “verità” di ogni persona che<br />
vi si misuri, in qualsiasi luogo del corpo<br />
o dell’anima si trovi.<br />
Un’opera che sarebbe impossibile se<br />
non ci fosse, in mezzo, un’altra “verità”:<br />
quella di chi scrive. Donne vere,<br />
perché senza orpelli, né finzioni, né<br />
presunzioni: donne che imparano dalla<br />
loro vita in Ciad, mentre la raccontano<br />
con straordinaria freschezza.<br />
Persone sensibili, concrete, umili<br />
e appassionate. E stupendamente<br />
“critiche”, cioè capaci ogni volta di<br />
esprimere un giudizio, di dare forma e<br />
senso a ciò che gli capita di vivere.<br />
Donne che svelano se stesse<br />
nell’incontro con le donne ciadiane:<br />
con quelle “principesse” che sono, in<br />
realtà, sottoposte sempre a un uomo,<br />
fosse anche un lontano parente, e<br />
che, dopo aver preparato la cena, non<br />
possono, però, sedersi a tavola con<br />
l’ospite. Donne, ragazze, cui, tuttavia,<br />
nulla fa perdere la loro “dignitosa<br />
grandezza” e delle quali le donne/suore<br />
cattoliche che viaggiano in Toyota, si<br />
fanno commosse ed operose alleate,<br />
sorelle, madri.<br />
Le testimonianze delle autrici<br />
inducono, insomma, ad abbracciare<br />
le evidenze e stimolano a fare delle<br />
scelte, a prendere delle conseguenti<br />
decisioni, sia ideali, sia reali, sulla<br />
propria vita.<br />
Aperte ad ogni sorpresa e ad ogni<br />
sapienza non solo sull’esistenza<br />
umana, ma anche sulla fede cristiana,<br />
le autrici si accorgono che “anche le<br />
pietre diventano preghiera”.<br />
Ad ogni incontro esse imparano<br />
qualcosa di nuovo, di imprevisto, di<br />
stupefacente, di “magnifique” che le<br />
introduce al cuore della Parola di Dio<br />
ed al mistero della fede.<br />
Da questa intelligenza scaturisce<br />
una potenza inattesa e ancora una<br />
volta profetica: quella che fa loro<br />
constatare che i miracoli avvengono<br />
proprio là dove ci si consegna alla<br />
notte ed alla morte: “le stelle grandi<br />
si possono vedere solo di notte…”.<br />
Quanta dignità, quanto valore,<br />
quanta umanità nella “notte” dei<br />
figli del Ciad! E chi, come queste<br />
donne, vuole assaporare e vivere<br />
questo “Paradiso” come una “notte”<br />
di “spreco” della propria vita, lo fa<br />
perché avverte che solo l’Amore<br />
può “cambiare l’impossibile”.<br />
Vorrei che i ragazzi e le ragazze<br />
italiane leggessero questi racconti<br />
per incontrare, così, la loro verità, allo<br />
specchio di quella dei loro coetanei<br />
del Ciad. Del resto, come dice uno<br />
dei quadri narrativi: “I ragazzi sono<br />
uguali in tutto il mondo e si divertono<br />
ballando”!<br />
Sarebbe per loro una grande fortuna,<br />
un grande aiuto per aprire i loro<br />
occhi a vie di vita più autentiche e<br />
sostanziose, a percorsi di mente e di<br />
cuore liberati dall’ottusità della noia,<br />
dove tutto è insapore e scontato,<br />
dove la curiosità – anima della vita<br />
– è spesso spenta dal dire: “non ho<br />
voglia”.<br />
Sapere che un ragazzo del Ciad<br />
vende le sue “papere” per acquistare<br />
una Bibbia, può certamente svegliare<br />
dal torpore del vuoto i ragazzi di<br />
casa nostra.<br />
Da parte mia non resta che esprimere<br />
tutta la gratitudine possibile, non<br />
solo a Suor Marilda, Suor Antonella,<br />
Suor Cecilia, Suor Paola Letizia, ma<br />
all’intera loro famiglia Alcantarina:<br />
“Merci ma soeur, mon nom est<br />
Rosanna” e in queste poche pagine<br />
ci avete regalato, davvero, cose<br />
meravigliose.<br />
E’ possibile avere copie del<br />
libro rivolgendosi a<br />
Sr Paola Letizia<br />
06.3060801<br />
Roma - Monte Mario<br />
pag. 19 - Vita Nostra
di Gino Lombardi presidente Associazione Elisea Sacchetti<br />
News|Alcantarine<br />
Il giro del mondo in 250 presepi<br />
Notevole successo ha riscosso<br />
la mostra presepiale organizzata<br />
dall’ Associazione Elisea Sacchetti<br />
ONLUS in collaborazione con la<br />
comunità Alcantarina di Passiano<br />
di Cava de’ Tirreni (SA). Presso i<br />
locali dell’Arciconfraternita delle<br />
Anime del Purgatorio in Cava de’<br />
Tirreni sono stati esposti ben 250<br />
Presepi messi a disposizione da<br />
Suor Rita Senatore e provenienti<br />
da ogni angolo del globo. Abbiamo<br />
registrato la presenza di oltre 20.000<br />
visitatori, raccogliendo la somma di<br />
euro 5058,00 che sarà interamente<br />
devoluta per le Missioni Alcantarine.<br />
I visitatori hanno molto apprezzato<br />
le opere esposte soffermandosi,<br />
incuriositi, a chiedere informazioni ai<br />
volontari ed alle suore presenti alla<br />
Mostra. Particolare apprezzamento<br />
ha avuto il presepe creato dalla<br />
stessa suor Rita Senatore a cui<br />
abbiamo dato il nome di “La Porta<br />
di Lampedusa” ambientato innanzi<br />
alla porta dell’isola Siciliana e<br />
raffigurante il Bambinello che nasce<br />
su di uno scafo, con lo scopo di<br />
sensibilizzare all’accoglienza dei<br />
fratelli migranti. Molto apprezzato<br />
anche il presepe fatto dai bambini<br />
della Scuola dell’Infanzia delle<br />
suore di Scafati utilizzando oggetti<br />
da riciclo, che trasmetteva il<br />
messaggio di “Avere rispetto per<br />
il Creato”. A tutti i visitatori è stato<br />
consegnato un volantino in cui<br />
veniva narrata la spiritualità del<br />
Presepe affinchè ognuno potesse<br />
lasciarsi interrogare ed illuminare dalla<br />
“Luce” che da esso proviene, al fine<br />
di mettersi in cammino, risvegliando<br />
la propria coscienza intorpidita e<br />
riconoscendo nel Bambino Gesù<br />
quella fonte di Amore che ci rende<br />
persone nuove.<br />
pag. 20 - Suore Francescane Alcantarine -
News|Alcantarine<br />
100 ANNI DI PRESENZA A MANOPPELLO<br />
di Sr. Bianca Puglia<br />
“Nel lontano 1915 suor Leonilde<br />
Caravella, proveniente dalla<br />
fraternità di Tocco Casauria, veniva a<br />
visitare il Santuario del Volto Santo.<br />
Nel contemplare la Divina Immagine,<br />
ne rimase talmente affascinata, che<br />
rinunciò persino al pranzo offerto<br />
gentilmente dal Padre Superiore,<br />
dicendo che voleva rimanere lì a<br />
tenere compagnia a Gesù. Chi<br />
sa quale ricchezza di suprema<br />
ispirazione dovette concederle il<br />
Signore e quale copia di carismi<br />
celesti, dal momento che prese<br />
questa decisione; di certo sappiamo<br />
che dal suo cuore innamorato<br />
proruppe una preghiera sublime:<br />
«Signore, voglio essere la tua umile<br />
ancella, fa’ che riesca a fondare<br />
una casa qui a Manoppello per star<br />
sempre vicino a te»<br />
L’anno dopo, era il 16 gennaio 1916,<br />
suor Leonilde fondava l’asilo nel<br />
paese del Volto Santo ed ebbe l’onore<br />
di presiederlo per ben 42 anni”.<br />
(P. Giusto da Roio ofm capp.)<br />
Il racconto suggestivo delle origini<br />
della presenza delle Suore Alcantarine<br />
nella cittadina di Manoppello è<br />
riecheggiato in molte occasioni<br />
in questo anno di grazia in cui le<br />
celebrazioni per il centenario si sono<br />
susseguite, con un ritmo sollecitato<br />
dalla gioia e dall’entusiasmo di tanti.<br />
Il 5 dicembre 2015 una processione<br />
di fedeli si è recata dal Santuario<br />
del Volto Santo all’abitazione delle<br />
suore, per ricordare l’intuizione e<br />
la fede di sr. Leonilde. Il momento<br />
è stato interamente organizzato<br />
dal don Nico Santilli e dai gruppi<br />
parrocchiali, con la regia della Proloco<br />
e dell’Associazione “Contea di<br />
Manuppell”<br />
Il 16 gennaio scorso, una solenne<br />
messa di apertura dell’anno<br />
centenario, presieduta dal neoparroco<br />
don Arnaldo La Cioppa,<br />
per ricordare il giorno dell’erezione<br />
canonica.<br />
Il giorno 27 febbraio <strong>2016</strong> ancora<br />
una manifestazione; un convegno<br />
dal titolo “Cent’anni di Perfetta<br />
letizia” preparato sapientemente<br />
dalla Professoressa Silvia Di<br />
Donato. Il convegno è stato una<br />
vera e propria celebrazione e non<br />
solo un accurato e valido momento<br />
di ascolto. La professoressa Silvia e<br />
i suoi collaboratori hanno riproposto<br />
dei quadri della vita e dell’esperienza<br />
di San Francesco d’Assisi: la sua<br />
conversione, la scelta della povertà,<br />
la composizione del Cantico delle<br />
creature. Attraverso le suggestioni<br />
che questi quadri hanno provocato,<br />
abbiamo potuto riflettere sul carisma<br />
delle suore francescane alcantarine,<br />
sulla loro scelta di vivere accanto alla<br />
popolazione di Manoppello e di servirla<br />
per tanti anni nel lavoro della scuola.<br />
E abbiamo potuto ringraziare per gli<br />
esempi di dedizione e sacrificio delle<br />
nostre sorelle che sono state qui.<br />
Sono intervenuti nel convegno, sr<br />
Lucia Benedetta Rabbito, il professor<br />
Benedetto Leoni, docente di storia e<br />
filosofia e padre Germano Di Pietro<br />
OFM Capp. Presenti anche le autorità<br />
locali, il Sindaco Gennaro Matarazzo e<br />
il vice presidente della regione Abruzzo<br />
Lucrezio Paolini.<br />
Lodiamo il Signore per questi cento anni<br />
di “perfetta letizia” che diventa motivo<br />
di una “perfetta” gioia, di un autentico<br />
ringraziamento per l’opera della<br />
misericordia di Dio che mai abbandona i<br />
suoi figli. Oggi nella terra di Manoppello,<br />
grazie alle suore e grazie ai numerosi<br />
“figli” che raccolgono i frutti seminati nel<br />
lavoro assiduo, nell’educazione, nella<br />
fede semplice e devota.<br />
pag. 21 - Vita Nostra
News|Alcantarine<br />
II Asamblea Regional: Delegación<br />
“Inmaculada Concepción de<br />
di Hna. Rosa Idelma Palacios Tórrez<br />
María”<br />
II Asamblea Regional:<br />
Delegación “Inmaculada<br />
Concepción de María”<br />
Nicaragua<br />
Con mucha alegría compartimos<br />
brevemente la experiencia vivida en la<br />
II Asamblea Regional de la Delegación<br />
Inmaculada Concepción de María<br />
– Nicaragua, la que celebramos del<br />
30 de diciembre 2015 al 04 de enero<br />
<strong>2016</strong>, acompañadas del tema:“En<br />
actitud de conversión recorremos<br />
senderos de comunión”, y del lema:<br />
¡Feliz tú, que has creído!.<br />
En esta Asamblea contamos con la<br />
grata presencia de Hna. Ester Pinca-<br />
Custodia Mayor y Hna. Paola Letizia<br />
Pieraccioni-Consejera General,<br />
quienes previamente habían realizado<br />
pag. 22 - Suore Francescane Alcantarine -<br />
la Visita Canónica a nuestras<br />
fraternidades.<br />
Nos propusimos como objetivo<br />
general: compartir sobre el caminar<br />
de la Delegación Regional, a<br />
través de espacios de reflexiones e<br />
interiorizaciones, para generar nuevos<br />
senderos de comunión y conversión.<br />
Para alcanzar esta meta nos dejamos<br />
guiar día a día por la luz de la Ruah<br />
Divina y utilizamos la metodología del<br />
ver, juzgar, actuar, celebrar y evaluar.<br />
Así mismo nos iluminó el texto de<br />
La Visitación (Lc. 1, 39-45), que es<br />
el ícono que actualmente acompaña<br />
el caminar de la Vida Consagrada de<br />
Latinoamérica y el Caribe.<br />
La II Asamblea Regional fue una<br />
experiencia donde vivimos un espacio<br />
de oración, de encuentro, de<br />
diálogo, de búsqueda de la voluntad<br />
de Dios y de soñar juntas. Fue muy<br />
emocionante ver la sinergia que<br />
existía entre los diferentes grupos<br />
de trabajo y sentir la presencia<br />
del Espíritu en cada una de las<br />
propuestas que iban surgiendo en<br />
los diferentes espacios de reflexión<br />
y compartir fraterno.<br />
Agradecemos a nuestro Buen Dios<br />
por esta experiencia que nos ha<br />
permitido vivir, y ponemos en las<br />
manos de él cada una de las metas<br />
que surgieron del trabajo realizado.
News|Alcantarine<br />
Pastorale giovanile<br />
vocazionale<br />
in Spagna<br />
di Sr. Sonia Michela De Acetis<br />
In questi ultimi anni, l’attivitá<br />
di PGV in Spagna si sta<br />
sviluppando su diversi fronti.<br />
Nella nostra casa di Lourdes<br />
da tre anni è nato il percorso<br />
di crescita umana-spirituale<br />
in quattro tappe chiamato<br />
“Los pasos del Amor”.<br />
Quest’anno abbiamo scelto come<br />
tema “la riconciliazione”, approfondita<br />
attraverso la storia di Giuseppe,<br />
secondo quattro prospettive:<br />
riconciliazione con se stessi, con Dio,<br />
con la propria storia, con il nemico.<br />
Sempre in casa nostra, nella prima<br />
decina di luglio, si svolge l’esperienza<br />
San Damiano, un campo scuola<br />
per adolescenti di 15-18 anni delle<br />
parrocchie francescane di Alcorcón,<br />
Alcalà, Toledo e Avila. L’esperienza<br />
prevede, oltre a momenti ludicoricreativi,<br />
attivitá di formazione umanaspirituale,<br />
lavoro manuale, volontariato<br />
nella nostra residenza di anziani.<br />
A settembre ospitiamo gli esercizi<br />
spirituali francescani per i giovani<br />
e quest’anno, per la prima volta, la<br />
Pasqua francescana giovanile. A<br />
Madrid, nella parrocchia di Santa Ana<br />
y Esperanza, da tre anni proponiamo il<br />
laboratorio di formazione affettiva “Con<br />
todo el corazòn”. Il percorso permette di<br />
approfondire i vari ambiti dell’affettività:<br />
la vocazione all’amore, l’amore a<br />
se stessi e alla propria corporeità, la<br />
relazione sana e “malata” nella coppia,<br />
la comunicazione nella coppia, ferite<br />
e guarigione, la sessualità, conflitto<br />
e perdono, l’arte di essere genitori.<br />
In questi anni alcune delle coppie<br />
di fidanzati che hanno seguito<br />
l’intero percorso e che si sono<br />
sposate, sono diventate nostre<br />
attive collaboratrici, soprattutto<br />
attraverso la loro testimonianza<br />
di coppia. Partecipiamo anche<br />
alle 4 Convivenze vocazionali<br />
francescane, incontri di<br />
accompagnamento vocazionale<br />
per giovani che desiderano<br />
conoscere piú da vicino la forma<br />
di vita francescana. Diverse ogni<br />
anno sono le esperienze estive:<br />
quest’estate, con un centinaio di<br />
giovani, parteciperemo alla GMG<br />
in Polonia. Tutte le esperienze fin<br />
qui descritte vengono portate avanti<br />
con l’appoggio e la collaborazione<br />
dei frati minori dell’equipe di<br />
PGV della nuova Provincia unica<br />
dell’Immacolata Concezione.<br />
Quest’anno, per la prima volta,<br />
abbiamo partecipato su invito<br />
dei Frati Minori della Provincia<br />
di Santiago all’incontro annuale<br />
di giovani nella Faba, in Galizia,<br />
organizzando una giornata sul tema<br />
della vocazione all’amore. Una realtá<br />
pastorale interessante è il Micof<br />
(Misión Compartida Franciscana)<br />
che riunisce una volta all’anno<br />
tutti i delegati, religiosi e laici, che<br />
lavorano nella pastorale giovanile<br />
dei collegi, delle parrocchie e di<br />
centri giovanili francescani, affinché<br />
programmino e pensino insieme il<br />
percorso dell’anno.<br />
pag. 23 - Vita Nostra
“Oggi ho parlato con una suora che<br />
sta facendo i “10 comandamenti” in<br />
Albania una cosa straordinaria, ha<br />
pochissime persone e quasi tutti non<br />
battezzati: sta facendo un’ esperienza<br />
bellissima..”così d. Fabio Rosini,<br />
sacerdote della diocesi di Roma e<br />
ideatore del percorso, descrive durante<br />
una catechesi l’incontro avuto con sr<br />
Michela Letizia che le raccontava la<br />
nostra esperienza nella Parrocchia di<br />
Valona.<br />
Di quel gruppetto degli inizi ora 3 sono<br />
catecumeni e 1 battezzata in cammino,<br />
pag. 24 - Suore Francescane Alcantarine -<br />
e come loro altri stanno seguendo il<br />
Signore, altri “che leggono la loro vita<br />
tra prima e dopo i comandamenti”.<br />
Da subito il Signore ci ha fatto<br />
condividere questo percorso con<br />
p. Aldolfo Scandurri, OCS, che<br />
conosceva bene l’esperienza, ma che<br />
era appena arrivato in Albania e che<br />
abita a più di 3 ore da Valona: tutto<br />
sembrava contrario ad una possibile<br />
collaborazione.<br />
Invece con p. Adolfo abbiamo condiviso<br />
molto e si è coinvolto per alcuni<br />
ritiri; da subito abbiamo desiderato<br />
News|Alcantarine<br />
AL DI LA’ DEL FIUME SHKUMBIM..<br />
di Sr. Barbara Elisabetta Elia<br />
poter allargare quest’esperienza<br />
anche ad altri sacerdoti e religiosi,<br />
possibilmente albanesi.<br />
A 3 anni dal nostro inizio in sordina<br />
questo desiderio si è avverato:<br />
l’esperienza dei 10 comandamenti<br />
varca le soglie del fiume Skumbim,<br />
che segna il confine della nostra<br />
Amministrazione Apostolica del sud<br />
Albania, e approda a Scutari. Martedi<br />
23 febbraio ore 15 nel Seminario<br />
Interdiocesano “Madonna del Buon<br />
Consiglio”, Incontro di presentazione<br />
del percorso... non potevamo credere<br />
ai nostri occhi più di 40 partecipanti di<br />
diverse diocesi.<br />
I giorni che sono preceduti hanno<br />
visto una preparazione intensa. P.<br />
Adolfo avrebbe fatto un panorama<br />
degli obiettivi e della metodologia, a<br />
noi il “rendere carne” la teoria... così<br />
abbiamo preparato un video con le<br />
ragazze del primo gruppo e abbiamo<br />
condiviso ciò che il Signore aveva<br />
donato personalmente a me e a sr<br />
Michela .<br />
L’accoglienza è stata grande,<br />
soprattutto il poter vedere<br />
concretamente ciò che è il Signore<br />
e ciò che opera attraverso di noi..<br />
speriamo di poter continuare insieme,<br />
diocesi del nord e del sud.. in un<br />
incontro tra la chiesa tradizionale,<br />
erede dei martiri e la chiesa giovane<br />
dei catecumeni!
News|Alcantarine<br />
Quando sua vida é toda Dele<br />
de Ana Clara da Conceição Furtado, postulante<br />
Após um dia inteiro de oração, escuta<br />
e contato direto com a Sua Criação<br />
e com Ele em que um filme inteiro<br />
passa diante dos olhos desde o<br />
início da caminhada vocacional e<br />
percebe-se a mão de Deus em cada<br />
passo da nossa história; ingressei<br />
no Postulado. Sei que muitas coisas<br />
me esperam, porém carrego uma<br />
convicção nessa trajetória: Nunca se<br />
erra quando se ama.<br />
Quando o Amor de Deus nos atinge,<br />
algumas pessoas mudam a vida em<br />
que estão; enquanto que outras não<br />
vêem outra forma de viver senão do<br />
Seu Lado mais intimamente. Esse foi<br />
o meu caso. Não consigo mais me<br />
ver a não ser inteira Dele.<br />
Ser chamada por Deus a uma vida<br />
mais estreita com Ele já é algo lindo.<br />
No último dia 13 de fevereiro a Província Nossa Senhora Aparecida celebrou<br />
com alegria os 25 anos de Fidelidade ao Senhor na Consagração religiosa<br />
de Irmã Virgínia Matias Homem, nossa superiora Provincial, Irmã Ana Maria<br />
Hermenegildo, Irmã Aparecida de Sá e Irmã Margarida Diogo.<br />
Foram 25 anos de dedicação, alegria e também cruzes e uma única certeza<br />
até aqui o Senhor as conduziu.<br />
O amigo e irmão Frei Vicente Ronaldo da Silva, Vigário Provincial dos Frades<br />
Menores da Província da Santa Cruz, presidiu a Eucaristia em Ação de Graças.<br />
Na celebração as jubilandas reviveram o chamado de Deus: “Deixa tua<br />
Tão bonito em igual proporção é<br />
quando sua vocação é acolhida de<br />
forma tão fervorosa como vocês<br />
fizeram e fazem!<br />
O que mais me marcou nesse<br />
dia dezesseis passado foi saber<br />
que todas as casas no mundo e a<br />
Irmã Ester estavam em oração no<br />
momento exato da minha entrada.<br />
Muito Emocionante. Não há<br />
palavras pra definir o que senti na<br />
hora! Apenas digo: Muito obrigada<br />
por me acolher na família de vocês!!!<br />
Já não posso mais me considerar<br />
filha única, afinal ganhei muitas<br />
irmãs! Que Deus sempre nos guie e<br />
só peço, humildemente, que eu faça<br />
jus ao meu nome nessa caminhada!<br />
“A medida do amor é amar sem<br />
medida.” (Santo Agostinho)<br />
25° DE PROFISSÃO RELIGIOSA<br />
terra, teu mundo, preciso de ti! Vem,<br />
abandona tua casa, te quero falar.<br />
Abençoarei uma grande nação vai<br />
logo profetizar! Sei das angústias do<br />
povo: ouvi teu clamor! Sabes, eu vou<br />
libertá-lo: preciso de ti! Vai denunciar<br />
toda dor e opressão vai que contigo<br />
estarei. Eu preciso do teu amor!” e<br />
renovaram com convicção o SIM<br />
primeiro: “Como é bonito, Senhor, do<br />
meio do povo escutar tua voz! É muito<br />
lindo saber que sempre caminhas no<br />
meio de nós”!<br />
Parabéns as nossas queridas Irmãs<br />
pelo Sim Generoso e fiel na Nossa<br />
Família Franciscana Alcantarina.<br />
pag. 25 - Vita Nostra
A l b u m d a l<br />
pag. 26 - Suore Francescane Alcantarine -
N i c a r a g u a<br />
pag. 27 - Vita Nostra
Buona PASQUA<br />
dalla Redazione di Vita Nostra