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ANNO 2 - <strong>NUMERO</strong> 7 - agosto 2016<br />
<strong>NUMERO</strong> <strong>SETTE</strong>
EDITORIALE<br />
Chi comanda?<br />
o ci comanda?<br />
Un tema caldo, caldissimo anzi. Come il mese in cui<br />
usciamo, il più caldo (almeno in teoria o nella storia<br />
delle stagioni) dell’anno. E di conseguenza ecco che<br />
anche la nostra linea guida di questo mese va a investigare il<br />
tema della lobby. E lo fa chiedendo a 4 manager (Vodafone,<br />
Enel, Samsung e Pirelli) di raccontarci quali sono i meccanismi<br />
segreti o pubblici sottesi alle commesse, alle leggi,<br />
alle regole che ci riguardano tutti. Abbiamo ascoltato con<br />
attenzione, per poi sintetizzare uno spaccato del “dietro le<br />
quinte del potere” politically correct! Naturalmente ci sono<br />
venute domande che non potevano trovar risposta ufficiale.<br />
E le abbiamo esposte nel Controcorrente finale, irriverente<br />
e cinico come d’abitudine. Per chiederci, e far chiedere a tutti,<br />
se siamo così sicuri di sapere davvero chi comanda.<br />
Ma il numero estivo è importante anche perché<br />
di fronte alle spiagge di Cannes si è chiuso il<br />
Festival della Creatività. Non potevamo mancare<br />
a raccontare i leoni della pubblicità. E poi le news!<br />
Dal caldo del tropico, che infiamma di passione,<br />
le pagine di Mice News dedicate a una meta<br />
che si sta riqualificando per proporsi a un<br />
turismo sempre di più alto respiro: la<br />
Repubblica Dominicana.<br />
E per non far calare la passione e il calore,<br />
ecco gli incontri/scontri che danno vita<br />
a scintille creative. Il Focus On Art che<br />
racconta di mecenati e artisti, rapporti<br />
complicati e complessi.<br />
E poi un bello spaccato su New Orleans e l’IPW, la fiera del<br />
turismo americano che ci ha visto protagonisti come inviati<br />
a seguire le conferenze stampa e scoprire le novità di un<br />
continente che non smette di proporre nuovi spunti per il<br />
mercato degli eventi e del turismo.<br />
Infine, tributo e menzione a Greta<br />
Tremolada, la nostra art director che ha<br />
vinto il concorso legato alla copertina del<br />
nr. 7, interpretando alla grande il tema del<br />
vedo/non vedo, del celato e dell’apparente,<br />
con una cover che ricorda<br />
Fontana e proietta già verso<br />
il passaggio al nr. 8. In<br />
questo numero è ancora più<br />
bello festeggiare, perchè<br />
la vincitrice fa parte della<br />
redazione!<br />
Non restano che i saluti,<br />
prima di una pausa<br />
rigenerante. Auguri di<br />
buone vacanze a tutti.<br />
Fabrizio Mezzo<br />
1
sommario<br />
LOBBYing<br />
EDITORIALE<br />
Chi comanda? O ci comanda? 1<br />
Lobbying 2.0<br />
La comunicazione al tempo degli eventi. 3<br />
LA LOBBY NEL MONDO MEDICALE<br />
Un campo differente. Affinità generali.<br />
12<br />
Lobbying 2.0<br />
La comunicazione<br />
al tempo degli eventi.<br />
QUALITà, non quantità<br />
Pochi eventi. Ma in grande stile.<br />
14<br />
Agol<br />
Con Sinergie, ancora una notte insieme.<br />
Cannes Lions 2016<br />
Thank you Creativity.<br />
IPW 2016<br />
What’s new on the scene.<br />
Artisti e mecenati<br />
Il tandem perfetto per entrare nella storia.<br />
MICE NEWS<br />
News & location.<br />
Below the Line<br />
Un territorio ancora da scoprire.<br />
Lobby e poteri forti. Il grande burattinaio.<br />
18<br />
22<br />
28<br />
34<br />
38<br />
44<br />
48<br />
© asdf_media/Shutterstock.com<br />
Siamo a pochi mesi dalle elezioni americane che<br />
indicheranno il nuovo Commander in Chief degli<br />
Stati Uniti d’America. Tra meno di 4 mesi avremo un<br />
nuovo Presidente (o Presidentessa), eletto dal popolo ma<br />
finanziato nella sua campagna da poteri forti e deboli. Ogni<br />
organizzazione, più o meno dichiaratamente, ha appoggiato<br />
uno dei candidati di ogni schieramento. Lo ha fatto<br />
apertamente, perché la cultura statunitense è frutto di una<br />
comunicazione aperta, esplicita negli interessi e nella forma.<br />
Anche in Europa non ci si può esimere, a livello politico, dal<br />
verificare che il sistema di votazione e decisione comunitaria<br />
di Bruxelles veda un fiorire sempre più ampio di lobbies<br />
dichiarate o parallele, in certi casi addirittura oscure, che<br />
agiscono sulle leve legislative per far approvare o bocciare<br />
determinate decisioni. Magari in modo meno ufficiale, meno<br />
trasparente. E questo fa capire perché, in occidente ed in<br />
particolar modo in Italia, lobby sia stato spesso visto come<br />
un termine difficile da gestire, scomodo e pericoloso.<br />
In comunicazione la lobby è stata additata molte volte<br />
come qualcosa di negativo e perverso. Questo perché in<br />
più occasioni ha creato rapporti con canali non ufficiali,<br />
in modo oscuro e minaccioso. In realtà la lobby ufficiale e<br />
gestita in modo aperto, non è nulla di pericoloso o negativo,<br />
in quanto svolge la funzione di sviluppare relazioni utili a<br />
informare e influenzare. L’attività di un lobbista è quella di<br />
favorire situazioni volte a far conoscere, nelle stanze che<br />
contano, le istanze e gli interessi di un gruppo. Si tratta di<br />
comunicazione.<br />
3
LOBBYing<br />
LOBBYing<br />
Ai giorni nostri, in Europa ci troviamo a gestire un lobbismo<br />
altamente professionalizzato, molto tecnico, che necessita<br />
di capacità di spesa per essere sostenuto, in quanto i vari iter<br />
legislativi sono lunghi. Questo si traduce in un forte dispendio<br />
di energie e capitali. Inoltre, a differenza degli USA dove le<br />
dichiarazioni sono più urlate, nel vecchio continente l’attività<br />
di lobbying richiede uno stile più sobrio, meno aggressivo, più<br />
conciliante ed insieme coinvolgente, in<br />
quanto per la nostra storia, tendiamo a<br />
mediare tra gli interessi di tutti.<br />
Ma cos’è allora il lobbismo oggi?<br />
Tecnicamente, per lobbismo<br />
si intendono le attività svolte al fine di influenzare<br />
l’elaborazione di politiche e il processo decisionale delle<br />
istituzioni europee. Quindi appare a tutti gli effetti come una<br />
componente legittima dei sistemi democratici, purché svolto<br />
nella trasparenza.<br />
Abbiamo chiesto ad alcune delle maggiori aziende con più<br />
attività nelle relazioni istituzionali, di raccontarci cosa<br />
sono la lobby ed il lobbismo secondo la loro visione. La<br />
tavola rotonda ha avuto un interessante riscontro. Ci aiuta<br />
a capire come lavorano oggi in questo<br />
settore alcuni big player, e ci fornisce<br />
una chiave di lettura per interpretare<br />
in modo positivo questa attività.<br />
Anche perché da tutti gli intervistati<br />
emergono immediatamente alcune<br />
parole in merito al tema: chiarezza e<br />
completezza nell’informazione, etica<br />
e rispetto, trasparenza negli appoggi e<br />
nelle dichiarazioni di intenti.<br />
Ecco cosa ci hanno risposto Vodafone,<br />
Enel, Pirelli e Samsung in merito a<br />
comunicazione e legami di lobbying.<br />
Quanto incidono le amicizie, quanto<br />
i rapporti istituzionali, quanto la<br />
costruzione di relazioni basate sulla<br />
professionalità e su una brand image affermata, poi<br />
legate da conoscenze personali e fiducia.<br />
Cosa si intende per lobbying oggi?<br />
L’attività di un lobbista è quella<br />
di creare situazioni volte a far<br />
conoscere, nelle stanze che contano,<br />
le istanze e gli interessi di un gruppo.<br />
Michelangelo Suigo<br />
Il primo a rispondere è Michelangelo Suigo, Head of<br />
Governmental & Institutional Affairs per Vodafone Italia,<br />
che ci dice: “Credo che ancora oggi sia valida la definizione<br />
che ne diede John Fitzgerald Kennedy ovvero che i lobbisti<br />
sono quelle persone che per far comprendere un problema<br />
impiegano 10 minuti e 3 pagine; mentre i collaboratori, per lo<br />
stesso problema, impiegano 3 giorni e 10 pagine. Chiariamo<br />
subito un punto: la lobbying è una componente vitale dei<br />
sistemi democratici perchè è l’azione di rappresentanza<br />
di interessi parziali ed è una delle forme espressive della<br />
democrazia stessa. Il decisore viene messo nelle condizioni<br />
di conoscere le istanze delle parti e poi<br />
fa la sintesi, prendendo le decisioni che<br />
ritiene più opportune per la collettività”.<br />
La frase di Kennedy è ripresa anche<br />
da Massimo Bruno agli Affari Istituzionali<br />
Italia e Centrali di Enel, che continua dicendo:<br />
“L’attività di lobbying, quando svolta in assoluta trasparenza,<br />
è uno strumento che rende un servizio fondamentale<br />
al processo democratico. Poi il decisore, ascoltati tutti,<br />
rimane ovviamente libero di fare le sue scelte con la dovuta<br />
autonomia e indipendenza.<br />
L’attività di lobbying, infatti, è oramai un elemento<br />
imprescindibile di qualsiasi sistema democratico,<br />
specialmente in un contesto come quello attuale,<br />
caratterizzato da un’evidente crisi<br />
dei corpi intermedi. L’attività di<br />
rappresentanza di un determinato<br />
gruppo d’interesse dinanzi a un decisore<br />
pubblico è ciò che permette a specifiche<br />
categorie di vedere le proprie istanze<br />
opportunamente rappresentate nelle<br />
sedi decisionali. Il Parlamentare o<br />
il membro del Governo di turno, ad<br />
esempio, grazie all’interlocuzione con i<br />
soggetti direttamente interessati dalla<br />
propria attività legislativa, disporrà<br />
inevitabilmente di un maggiore e più<br />
ampio numero di informazioni che gli<br />
consentiranno di prendere decisioni<br />
in maniera libera e maggiormente<br />
consapevole”.<br />
In campo tecnologico, Francesca Chiocchetti,<br />
Responsabile Affari Istituzionali<br />
per Samsung Electronics Italia, pensa che<br />
il concetto di lobbying sia molto fluido “e<br />
negli ultimi anni si è notevolmente ampliato. Non ci riferiamo<br />
più solo all’attività diretta verso il decisore pubblico, la<br />
singola proposta emendativa d’interesse particolare, bensì a<br />
tutta la filiera degli stakeholder. Creare consenso intorno ad<br />
un’istanza tale da sostanziare un’impronta decisionale che<br />
si rifletta concretamente nelle politiche d’indirizzo implica il<br />
coinvolgimento di tutti gli attori del panorama, si deve fare<br />
sistema con tutti gli stakeholder rilevanti”.<br />
Nella visione di Filippo Maria Grasso, Head of Institutional<br />
Relations in Pirelli, il primo valore del ruolo e della funzione<br />
è l’osservazione dei fenomeni per<br />
poi definire le strategie. “Oggi -<br />
dice - le aziende sono un crocevia di<br />
opportunità che interagiscono in modo<br />
sempre maggiore con gli stakeholders.<br />
La lobbying oggi (e conseguentemente<br />
il ruolo delle Relazioni Istituzionali di<br />
un’azienda) è un lavoro in un contesto fuori dall’ordinario,<br />
perché il comportamento o l’atteggiamento di un influencer<br />
genera opportunità oppure situazioni di rigetto, o peggio,<br />
di crisi. La lobbying per me è la capacità di spiegare a un<br />
soggetto istituzionale (che ha un suo linguaggio, una sua<br />
tempistica, delle priorità specifiche, delle dinamiche interne<br />
particolari) ciò che è importante per la propria azienda.<br />
Quindi prima di tutto, è la capacità di capire e penetrare il<br />
cos’è la propria realtà per poi trasferirne gli interessi nei<br />
confronti degli interlocutori.”<br />
Quanto può fare la comunicazione per condizionare un<br />
target? Quali attività/sponsorizzazioni/eventi possono venir<br />
creati ad hoc?<br />
Ricomincia Suigo: “A mio avviso la lobby è comunicazione. O<br />
almeno è anche comunicazione. Attività come sponsorship o<br />
eventi possono contribuire, se utilizzate con<br />
trasparenza, a creare un clima favorevole alle<br />
istanze proposte da un determinato portatore<br />
di interesse. Ma le attività divulgative che non<br />
hanno alla base contenuti robusti e autorevoli<br />
non sono sufficienti, o comunque sono<br />
destinate ad avere vita breve”.<br />
Ovviamente, in casa Samsung la<br />
Dott.ssa Chiocchetti pone un accento forte<br />
sull’importanza della comunicazione, uno<br />
degli asset che hanno consentito alla sua<br />
azienda performance di mercato outstanding<br />
negli ultimi anni. “La comunicazione - afferma - è sempre più<br />
parte integrante delle attività di lobby ed è funzionale al<br />
perseguimento degli obiettivi. Le funzioni di Comunicazione e<br />
Public Affairs dovrebbero lavorare in parallelo per ottimizzare<br />
i risultati reciproci, che confluiscono poi naturalmente<br />
La lobbying oggi è un lavoro in un<br />
contesto fuori dall’ordinario, perché<br />
il comportamento o l’atteggiamento<br />
di un influencer genera opportunità<br />
oppure situazioni di rigetto, o peggio,<br />
di crisi.<br />
Francesca Chiocchetti<br />
nell’obiettivo aziendale. Non credo sia corretto pensare alle<br />
sinergie lobby-comunicazione in termini di creazione ad hoc<br />
di eventi, o mere sponsorizzazioni, piuttosto di strategie di<br />
medio e lungo periodo in relazione al panorama di riferimento.<br />
Mi spiego meglio: creare una relazione trasparente con i<br />
decisori è basilare nelle nostre attività, si genera quindi<br />
un rapporto costante dal quale possono scaturire anche<br />
opportunità di partecipazione attiva<br />
in contesti particolari come singoli<br />
eventi, campagne di sensibilizzazione,<br />
quindi sponsorizzazioni o partnership,<br />
che sono il risultato di una sinergia<br />
consolidata e capace di andare oltre la<br />
singola esigenza”.<br />
Massimo Bruno invece pone un distinguo che va al di là di<br />
cosa può fare la comunicazione, mirando invece agli obiettivi<br />
della sua azienda: “La comunicazione di Enel, così come<br />
l’organizzazione di eventi, non ha lo scopo di condizionare<br />
alcun target ma di consolidare l’immagine di un’azienda<br />
impegnata ogni giorno sul campo con la qualità dei propri<br />
servizi e grazie alle oltre 67mila persone impegnate in<br />
Italia e all’estero. La nostra reputazione, così come la<br />
possibilità di accreditarci quali interlocutori affidabili,<br />
rappresenta infatti il nostro principale biglietto da visita<br />
dinanzi al decisore pubblico. Oggi occorre essere in grado di<br />
ascoltare e monitorare molti più canali rispetto a vent’anni<br />
fa quando bastava leggere i quotidiani alle 8 di mattina e per<br />
ventiquattr’ore si potevano tranquillamente gestire le criticità<br />
e le azioni. Basti pensare, ad esempio, all’impatto che i social<br />
media hanno sull’ordine di selezione dei temi che approdano<br />
sul dibattito pubblico. In questo quadro, anche<br />
la nostra struttura si sta evolvendo per stare<br />
al passo con i tempi e riuscire a rispondere alle<br />
esigenze imposte da questi cambiamenti”.<br />
Per Pirelli e Grasso, il brand ha un suo valore<br />
identificativo frutto della propria storia:<br />
“Avere o creare eventi o iniziative riconosciute,<br />
è una leva competitiva straordinaria - ci dice<br />
Grasso - però non esiste un evento in grado<br />
di cambiare una percezione o la storia. La<br />
comunicazione è un cocktail ben riuscito di<br />
differenti attività e contenuti che ora più che<br />
mai cambiano in tempo reale, mutando percezioni e situazioni.<br />
Il digital e i blogger hanno cambiato la storia, inutile negarlo.<br />
Le decisioni sono sempre più influenzate e prese in funzione<br />
di un mondo social che in pochi minuti è in grado di generare<br />
milioni di followers o likes. Non è più il media che influenza<br />
4 5
LOBBYing<br />
LOBBYing<br />
ma le persone di un’organizzazione, di una testata o di un sito,<br />
con un forte richiamo digital”.<br />
Di conseguenza, una forte attenzione è ovviamente posta<br />
ai fornitori che possono generare influenza e aiutare a<br />
divulgare un messaggio.<br />
“Il panorama è cambiato anche a livello di riferimenti -<br />
continua Grasso; se fino a qualche anno fa<br />
esistevano pochissimi ambasciatori esterni<br />
con cui parlare per poi far trasmettere il<br />
proprio messaggio, oggi grande attenzione<br />
deve invece essere posta sulla valutazione<br />
degli impatti degli avvenimenti. Ovvero:<br />
non tutto ciò che fa suonare un allarme è<br />
degno di attenzione. Il ruolo delle relazioni<br />
istituzionali è quello di valutare quella<br />
minaccia in termini di entità, tempistica<br />
(quando arriva e quando passa) e capacità<br />
di gestione. Per questo oggi l’assistenza<br />
di chi fa comunicazione istituzionale non<br />
è l’agenda degli indirizzi da chiamare, ma<br />
la capacità di lettura di un movimento o di una tendenza,<br />
la capacità di analisi previsionale delle conseguenze, la<br />
sensibilità di percezione degli umori e degli interessi.“<br />
Il tema di chi deve aiutare a far comprendere le logiche dei<br />
messaggi e i messaggi stessi, è sottolineato anche in Enel,<br />
che “tiene molto - ci dice Massimo Bruno - a consolidare il<br />
proprio brand. Siamo una grande multinazionale italiana,<br />
innovativa, aperta, reattiva e in grado di guidare la transizione<br />
energetica in corso. Per raggiungere risultati sempre più<br />
sfidanti serve percorrere un percorso condiviso con chi<br />
lavora con noi, siano essi dipendenti o fornitori. Lo crediamo<br />
fondamentale”.<br />
Fatte le debite considerazioni generali, è d’obbligo un viaggio<br />
verso l’etica della lobby. E quindi, ecco che chiediamo come<br />
si supera il concetto di lobby come centro di potere occulto<br />
per farlo diventare una esplicitazione di appartenenza a<br />
un gruppo.<br />
Per Chiocchetti la soluzione è diretta: “Spiegando in<br />
tutti i contesti coinvolti, aziende, ONG, associazioni<br />
dei consumatori, decisori pubblici, gli obiettivi.<br />
La parola magica è sempre “trasparenza”.<br />
Quest’aurea negativa che aleggia attorno<br />
al concetto di lobby è giustificata da<br />
esperienze negative passate ma non più<br />
Filippo Maria Grasso<br />
Massimo Bruno<br />
giustificabile alla luce delle professionalità che operano nel<br />
panorama di oggi, strutturate, formate e valide. Le attività di<br />
lobbying sono funzionali agli obiettivi aziendali, di business<br />
ma non mi riferisco solo a quello, anche alle attività di<br />
branding, di responsabilità sociale etc.; da Kotler in poi anche<br />
il management aziendale si è convinto delle potenzialità<br />
connesse alle attività di Public Affairs. Nel contesto<br />
italiano, storicamente di stampo corporativista e minato<br />
negli anni da vicende di micro e macro<br />
corruzione, la spinta delle multinazionali<br />
e delle associazioni è stata fondamentale<br />
nel contribuire alla definizione di<br />
professionalità specifiche.”<br />
Suigo sottolinea invece un tema più ampio.<br />
Esattamente come Bandler, che affermava<br />
che ognuno di noi fa comunicazione ed esercita in ogni<br />
attività un processo di influenzamento reciproco, per lui<br />
la lobbying è quasi un processo automatico e racconta:<br />
“Ogni giorno ciascuno di noi esercita attività di lobbying,<br />
anche inconsapevolmente. Quando ci si trova davanti ad un<br />
problema burocratico, ad una qualsiasi esigenza personale<br />
particolare o collettiva, fare lobbying significa cercare<br />
di ottenere quello che si pensa sia giusto avere. La vera<br />
differenza la fa il modo. E’ fondamentale farlo in maniera<br />
trasparente, chiara ed esaustiva. Raccontando anche gli<br />
eventuali impatti non positivi della propria proposta su<br />
parte della collettività. Resta il fatto che in Italia soffriamo<br />
l’assenza di regolamentazione. Ciò rende possibile l’esistenza<br />
di alcune figure che danneggiano chi svolge in maniera<br />
professionale e seria l’attività di lobbying”.<br />
Bruno, confermando il valore della professionalità e la<br />
necessità di una grande specializzazione nel settore,<br />
introduce il tema dell’orgoglio e della profonda competenza<br />
richiesta dal proprio ruolo. “Chi fa attività di<br />
lobbying per una grande<br />
azienda come Enel - ci<br />
dice - è orgoglioso di farlo,<br />
perché è un mestiere in cui<br />
occorre saper coniugare la conoscenza dei sistemi<br />
legislativi e degli elementi del business con doti<br />
di comunicazione e di negoziazione.<br />
E’ una attività per professionisti a 360°. Sappiamo che non<br />
è sempre così e nelle pieghe di questo mestiere, come in<br />
molti altri, si annida spesso la piaga dell’improvvisazione<br />
e, peggio ancora, il sempre presente malcostume. La<br />
maniera più semplice, e al contempo più efficace, per uscire<br />
da una concezione oramai anacronistica di chi assimila<br />
la figura del lobbista a quella del<br />
faccendiere, è l’applicazione di una<br />
regolamentazione a livello legislativo<br />
di questa attività. Una riforma che<br />
garantisca obblighi, contemperati<br />
dagli opportuni diritti, che possa<br />
garantire maggiore trasparenza, valorizzando il lavoro<br />
degli eccellenti professionisti che operano nel settore.<br />
Perchè la reputazione rappresenta il nostro principale<br />
biglietto da visita e l’etica e la professionalità con cui<br />
svolgiamo quotidianamente il nostro lavoro ci vengono<br />
fortunatamente riconosciute dai nostri interlocutori. La<br />
battaglia che ci si presenta davanti è quindi, prima di tutto,<br />
Le decisioni sono sempre più<br />
influenzate e prese in funzione di un<br />
mondo social che in pochi minuti è in<br />
grado di generare milioni di followers<br />
o likes.<br />
di carattere sociale e culturale. Una battaglia che è stata<br />
già efficacemente affrontata negli Stati Uniti e a livello di<br />
Unione Europea, dove la regolamentazione (nel caso degli<br />
Stati Uniti risalente addirittura al 1946) ha portato ad una<br />
percezione ben differente della professione e del ruolo<br />
sociale ad essa legata.”<br />
E allacciandosi a questo discorso<br />
infatti, Chiocchetti sottolinea come<br />
esista un’etica della lobby, ma prima<br />
di tutto esista “l’etica del singolo che,<br />
come in ogni settore della vita umana<br />
e professionale, è predominante su qualsiasi ordinamento o<br />
normativa prestabilita. Nel nostro settore inoltre esistono<br />
ormai una serie di normative (come ad esempio la legge 231)<br />
e di codici di condotta aziendali e associativi che forniscono<br />
strumenti e indicazioni chiari su quali comportamenti e<br />
modelli organizzativi è possibile adottare per prevenire<br />
qualsiasi tipo di rischio”.<br />
6 7
LOBBYing<br />
Il tema è caldo e Massimo Bruno ribadisce: “L’etica ha un<br />
ruolo imprescindibile in qualsiasi professione, ma forse,<br />
riveste un ruolo ancora più cruciale in questo mestiere<br />
dove nulla è perdonato e maggiore<br />
è l’attenzione e quindi anche la<br />
critica spesso feroce, da parte dei<br />
media. L’opportunismo rappresenta<br />
l’altra faccia di un lavoro che nasce<br />
invece quale preziosa opportunità<br />
di miglioramento del processo<br />
decisionale e di rappresentanza di interessi altrimenti non<br />
tutelati. Quando, finalmente, la questione sarà chiara a tutti,<br />
ci renderemo conto che che le lobbies non sono la “causa<br />
di tutti i mali” ma anzi, se agiscono in maniera trasparente<br />
avendo diritti e doveri trasparenti nel processo decisionale<br />
Dovremmo smettere di pensare alla<br />
lobby come entità occulta capace<br />
di chissà quali magheggi e invece<br />
considerare che ci interfacciamo con<br />
persone che ascoltano e poi prendono<br />
decisioni.<br />
pubblico, sono in grado di<br />
accorciare le distanze tra i<br />
cittadini e la politica”.<br />
Grasso interviene<br />
con un’interessante<br />
posizione di voce fuori<br />
dal coro: “Tutto bene<br />
e tutto giusto. Norme,<br />
etica, rapporti puliti. Ma<br />
stiamo parlando di noi,<br />
della parte che influenza.<br />
Ricordiamoci che pur<br />
nel rispetto delle regole<br />
noi rappresentiamo<br />
interessi di parte.<br />
Vorrei introdurre un<br />
concetto disrupting,<br />
ovvero: ma abbiamo<br />
realmente necessità<br />
di una norma che regoli<br />
tutto? Chi fa il lobbista<br />
deve essere corretto per<br />
natura, per se stesso, per<br />
un’informazione corretta e<br />
trasparente che non è data da<br />
norme, consuetudini, alibi. Se la<br />
regola esiste solo per la nostra<br />
funzione, non risolve. Chiediamo<br />
invece anche una regola dall’altra<br />
parte. Auspichiamo governi forti,<br />
autorevoli, con i quali interloquire<br />
conoscendo le regole del gioco perché<br />
se chi decide cambia le regole in corso<br />
di partita o non le chiarisce a monte, non si va da nessuna<br />
parte. Dovremmo smettere di pensare alla lobby come<br />
entità occulta capace di chissà quali magheggi e invece<br />
considerare che ci interfacciamo<br />
con persone che ascoltano e poi<br />
prendono decisioni. Ma non sempre o<br />
non solo sulla base delle informazioni<br />
che gli vengono fornite”.<br />
Pare di capire un fremito di orgoglio<br />
e di alzata di testa verso un ruolo che da troppo tempo è<br />
ritenuto oscuro e negativo, forse perché deve confrontarsi<br />
con una modalità di lavoro non chiara, come dimostra<br />
certa politica anche in tempi molto attuali. E infatti<br />
Grasso continua dicendo: “Quello che occorre veramente<br />
è capire come si decide, non come si rappresenta. Fermo<br />
restando il codice etico, essenziale, a mio modo di<br />
vedere è fondamentale godere di<br />
Oggi occorre essere in grado di<br />
una certa libertà nel comprendere<br />
ascoltare e monitorare molti più<br />
le priorità e rispettare gli impegni.<br />
canali rispetto a vent’anni fa quando<br />
Più determiniamo attraverso leggi bastava leggere i quotidiani alle 8<br />
il nostro ruolo e lavoro, maggiore di mattina e per ventiquattr’ore si<br />
diventa la complessità della figura. E potevano tranquillamente gestire le<br />
con l’aumentare della complessità di criticità e le azioni.<br />
funzione e metodo di lavoro, aumenta<br />
di conseguenza la corruzione o quantomeno il tentativo<br />
di andare oltre le regole. Credo che l’eticità non sia frutto<br />
di norme ma della lealtà e della correttezza prima di tutto<br />
nei confronti di noi stessi. In fondo il proibizionismo non<br />
aveva certo fermato la diffusione dell’alcool in America<br />
ma anzi, sviluppato club privati, chiusi, e per questo meno<br />
controllabili”.<br />
Cerchiamo di andare nello specifico e coinvolgere in<br />
diretta le varie realtà intervistate. L’attività di lobbying, può<br />
contribuire al miglioramento delle relazioni interaziendali e<br />
alla chiarezza di rapporti con il proprio pubblico/target?<br />
Se si, in che modo?<br />
Su questo punto sono tutti d’accordo.<br />
Bruno: “Sì, perché un buon professionista sa che la<br />
maggior parte del proprio lavoro si svolge in azienda<br />
e non fuori. Chi immagina il nostro come un lavoro da<br />
“ faccio cose vedo gente” è meglio si dedichi ad altro.<br />
Sono innumerevoli le riunioni interne a cui dobbiamo<br />
partecipare per arrivare a una posizione condivisa<br />
da esprimere poi all’esterno al decisore. Il nostro<br />
mestiere è quello di negoziare internamente una<br />
posizione che esprima gli interessi dell’azienda,<br />
dei nostri azionisti pubblici e privati, dei<br />
dipendenti e, in generale, della comunità. E’<br />
questo il segreto per fare bene il nostro<br />
lavoro: non pensare di avere sempre ragione<br />
a priori e portare dentro le nostre stanze<br />
questa consapevolezza. Serve umiltà<br />
e capacità di percezione di come si<br />
muove il mondo al di fuori di noi”.<br />
Suigo: “Certo. Se realizzata<br />
in maniera seria, costante e<br />
professionale, aumenta anche<br />
la brand reputation aziendale.<br />
Con queste premesse,<br />
tra portatori di interessi e decisori si possono instaurare<br />
rapporti di fiducia, di trust che consentono il miglioramento<br />
della qualità di relazione e della<br />
legislazione”.<br />
Sulla stessa lunghezza d’onda, Grasso.<br />
Ma con una precisazione: “La lobbying<br />
certo può contribuire, ma solo se<br />
chi la fa è realmente interessato<br />
8<br />
© lavitrei/Shutterstock.com<br />
9
LOBBYing<br />
LOBBYing<br />
a finalizzare rapporti a favore dell’organizzazione che<br />
il lobbista rappresenta. L’autorevolezza nasce dalla<br />
competenza. Il segreto per fare questo<br />
mestiere in modo da avere relazioni<br />
chiare con interlocutori target che<br />
ascoltano, è non avere secondi fini<br />
o seconde agende. Occorre fare<br />
questo lavoro senza aspirare a un altro ruolo magari ben più<br />
importante e remunerato da qui a qualche anno. Un lobbista<br />
fa questo mestiere per la fiducia che qualcuno gli ha dato<br />
a rappresentarlo, non per fini personali. O almeno così<br />
dovrebbe essere”.<br />
Che cos’è per la sua azienda il nuovo concetto di lobbying?<br />
Suigo: “Ci sono tre fattori principali da<br />
cui non si può prescindere.<br />
Il primo è la trasparenza: se è vero il<br />
detto che le bugie hanno le gambe corte,<br />
in questa professione è praticamente<br />
legge. E’ necessario portare avanti le istanze aziendali e<br />
la propria visione con trasparenza totale, ma anche con la<br />
giusta determinazione, in maniera tale da consentire di avere<br />
maggiore influenza sulle istanze proposte ed essere<br />
sempre credibili.<br />
Il secondo è l’esaustività. Bisogna saper<br />
rappresentare con chiarezza e completezza le<br />
proprie istanze presentando i temi e i dossier in<br />
maniera esaustiva, evidenziando sia gli effetti<br />
positivi per la propria azienda sia quelli che<br />
possono aver un impatto su altre realtà.<br />
Il terzo è l’eticità: solo con l’etica si riesce a<br />
superare il falso mito del binomio lobbista =<br />
faccendiere. Questa caratteristica deve essere<br />
ben presente nelle aziende e a tutti i livelli,<br />
altrimenti è difficilmente esportabile verso i<br />
decisori esterni. È l’asset più facile da implementare<br />
ma quello più difficile da far comprendere. Su questo,<br />
il far parte di un grande gruppo internazionale ci è di<br />
grande aiuto”.<br />
Anche Chiocchetti sottolinea il ruolo importante<br />
del gruppo e afferma: “In Samsung Electronics Italia<br />
le attività di Public Affairs attuate in maniera strutturata<br />
e facenti a capo ad un soggetto singolo sono di recente<br />
concretizzazione. Nonostante una matrice culturale lontana<br />
Solo con l’etica si riesce a superare<br />
il falso mito del binomio lobbista =<br />
faccendiere.<br />
Ma abbiamo realmente necessità<br />
di una norma che regoli tutto?<br />
Chi fa il lobbista deve essere<br />
corretto per natura, per se stesso,<br />
per un’informazione corretta e<br />
trasparente.<br />
e la forte impronta marketing che domina nelle nostre attività,<br />
è stato proprio il corretto modo di concepire la funzione del<br />
Public Affairs - in forma trasparente e<br />
come attività strategica agli obiettivi<br />
- a spingere il management verso la<br />
creazione di questa figura ad hoc”.<br />
Per Bruno sono “l’intermediazione, il coinvolgimento<br />
e l’ascolto”. Seek first to understand and then to be<br />
understood, è la frase che da sempre lo ispira nel suo lavoro,<br />
racconta. Questo a sottolineare l’importanza e l’impegno<br />
di Enel a privilegiare la fase di ascolto di stakeholders,<br />
utenti, decisori pubblici, associazioni, comunità d’interesse,<br />
piuttosto che concentrarsi in una narrazione di solito sterile<br />
e autoreferenziale. “Oggi le persone -<br />
dice - chiedono massima informazione<br />
e coinvolgimento nelle scelte. Sarebbe<br />
anacronistico pensare di voler agire a<br />
prescindere da quello che è il consenso<br />
sul territorio alle tue azioni.<br />
Un esempio importante di questo approccio è il programma<br />
Futur-E che abbiamo lanciato per riconvertire e valorizzare<br />
23 impianti italiani non più competitivi, creando nuove<br />
opportunità di sviluppo per l’area con il coinvolgimento dei<br />
privati e delle comunità. L’obiettivo è stato proprio quello di<br />
aprirci verso l’esterno, proponendo un ruolo attivo a tutti i<br />
portatori di interessi e alle comunità presenti, chiedendo<br />
di fornirci delle idee per trovare nuovi utilizzi - non<br />
necessariamente legati all’energia - per impianti che<br />
hanno fatto la storia dell’industria italiana e pensiamo<br />
possano rinascere creando valore e opportunità di<br />
crescita importanti”.<br />
Poi passiamo a un tema scottante: la relazione del lobbista<br />
e delle attività istituzionali con i “poteri forti”.<br />
Suigo: “In Vodafone teniamo lo stesso approccio<br />
con tutti i decisori, indipendentemente dal grado di<br />
rilevanza che hanno per la nostra organizzazione”.<br />
Chiocchetti: “Poteri forti. Questa terminologia<br />
viene riferita solitamente a un’idea delle attività di<br />
lobbying errata, equivocata e confusa con un qualcosa<br />
di poco chiaro, pressing per obiettivi singoli su singoli<br />
personaggi influenti, la marchetta e l’aiutino, per dirla in<br />
parole povere. Non esistono i “poteri forti”. Possono esistere<br />
dei mercati o degli scenari di riferimento che per motivi storici<br />
possono avere dei soggetti più consolidati”.<br />
Forse perché in una posizione di mercato meno istituzionale<br />
rispetto ad altri, in quanto più legata a performance di<br />
vendite e di prodotto (se il pneumatico non performa non<br />
si vende, indipendentemente dall’appoggio politico) ancora<br />
una volta è Grasso a portare un punto di vista differente:<br />
“Pirelli è per sua natura una società autonoma che non<br />
vive di riferimenti o referenti politici, ma è immersa nel<br />
tessuto sociale e di sviluppo dei paesi in cui lavora. Siamo<br />
orgogliosamente italiani (nonostante l’avventura cinese), e<br />
orgogliosamente dipendenti dalla ricerca e dallo sviluppo<br />
piuttosto che da poteri forti che non ci servono.<br />
A noi interessa il tessuto connettivo sociale, l’università,<br />
il centro di ricerca, lo sviluppo di reti intelligenti, perché<br />
da sempre la nostra azienda è legata al mercato; siamo<br />
tesi alla comprensione di cosa facciamo all’interno<br />
della comunità in cui agiamo. Pur nel rispetto delle leggi<br />
e delle consuetudini, delle tradizioni e delle<br />
politiche locali, Pirelli è stata da sempre<br />
una società autonoma, in Italia e nel mondo.<br />
Il legame con il nostro territorio - ci tengo a<br />
sottolinearlo - è maggiore addirittura rispetto al<br />
nostro market share. Essere italiani è un imprinting.<br />
Tutti in Pirelli<br />
v o g l i o n o<br />
collaborare<br />
a costruire una<br />
storia che da oltre 140 anni progetta e sviluppa<br />
valore”.<br />
Ovviamente l’analisi delle attività di lobbying non<br />
finisce qui e meriterebbe una ben più ampia analisi.<br />
Fino a qualche anno fa sarebbe stato<br />
impossibile parlarne liberamente. Oggi<br />
il tema non è certamente facile<br />
e neppure completamente<br />
sdoganato, nè a livello politico,<br />
nè economico o aziendale. Ma<br />
trovare interlocutori con la<br />
volontà e la franchezza di<br />
parlarne è già un segno di<br />
quanto proprio tutti, vogliano<br />
chiarezza.<br />
F. Mezzo<br />
LA SITUAZIONE OGGI<br />
Che l’attività di lobbying sia di interesse acceso e di<br />
continua attualità lo dimostrano i vari disegni di legge per<br />
normare il settore. Dal 2013 ne sono stati presentati ben<br />
undici, a testimonianza di come e quanto, la necessità di<br />
perimetrare l’operato di chi ha il compito democratico<br />
di dare un’opinione di parte, sia tenuta in considerazione<br />
anche dal sistema politico.<br />
Un sistema tuttavia che risente di divisioni tra stati e<br />
condizioni differenti - almeno stando all’ultimo rapporto di<br />
Transparency International, “Lobbying in Europe. Hidden<br />
Influence, Privileged Access” presentato a Bruxelles a<br />
febbraio dello scorso anno (e la situazione non è molto<br />
cambiata quest’anno).<br />
Secondo il rapporto i gruppi finanziari con circa 1700 lobbisti<br />
attivi, cui tengono il passo farmaceutici, tlc ed energia,<br />
sono quelli più attivi nella gestione di una informazione di<br />
relazione istituzionale sui decisori politici.<br />
Oggi la professionalità di chi svolge questo mestiere (come<br />
per altro appena emerso<br />
nelle interviste riportate) è<br />
molto alta e specializzata.<br />
Sono sempre più i consulenti<br />
legali e gli avvocati che svolgono questa professione<br />
tra le circa 7000 organizzazioni accreditate. Ma pare<br />
che, nell’ultimo periodo, si stiano interessando a<br />
un’attività che richiede impegno, etica e<br />
profonda conoscenza delle dinamiche<br />
sociali ed economiche internazionali, anche<br />
4 grandi società di consulenza come Pwc,<br />
Ernst & Young, Deloitte e Kpmg.<br />
Oltre all’Italia che sta cercando la sua legge in materia,<br />
in Europa ben 7 paesi (Austria, Francia, Irlanda,<br />
Regno Unito, Lituania, Polonia e Slovenia) hanno<br />
già una precisa normativa che regolamenta<br />
l’attività di lobbying. E tra questi l’Austria impone<br />
anche un codice di condotta a lobbisti e politici.<br />
A Bruxelles invece, a livello comunitario, delle<br />
tre istituzioni europee, la Commissione ha già<br />
una regolazione delle attività di lobbying che<br />
il rapporto di trasparency giudica utile al 53%<br />
mentre il Parlamento Europeo e il Consiglio si<br />
fermano rispettivamente al 37 e 19 per cento, quindi<br />
con ampi margini di miglioramento.<br />
© Sergey Nivens/Shutterstock.com<br />
10 11
lobby medicale<br />
lobby medicale<br />
LA LOBBY NEL MONDO MEDICALE<br />
Un campo differente. Affinità generali.<br />
Abbiamo ascoltato e condiviso i pareri sulla lobby<br />
da parte dei maggiori rappresentanti di relazioni<br />
istituzionali. Uomini e donne che lavorano per<br />
multinazionali italiane e internazionali, che si impegnano<br />
a comunicare alle istituzioni e ai decisori pubblici nella<br />
più totale trasparenza; con l’obiettivo di influenzare i<br />
meccanismi ed i processi decisionali, aumentare la propria<br />
quota di mercato e favorire una relazione sana con i propri<br />
stakeholder.<br />
sicuramente importante. Comunicare con le Istituzioni<br />
pubbliche è fondamentale per almeno due motivazioni:<br />
può contribuire a creare nuove opportunità di crescita e di<br />
sviluppo negli ambiti di attività aziendale, e<br />
costituisce inoltre un forte ambito di tutela<br />
normativa per l’azienda, data l’imponente e<br />
sempre crescente regolamentazione vigente<br />
in ambito sanitario. Il rapporto con le pubbliche<br />
Istituzioni permette il continuo monitoraggio<br />
dell’evoluzione del contesto legislativo e<br />
regolamentare, e una corretta valutazione<br />
e supporto ai processi decisionali specifici<br />
dell’azienda.<br />
Francesco Conti<br />
Dall’altro lato, per le Istituzioni pubbliche, ascoltare e<br />
instaurare un confronto con le organizzazioni è altrettanto<br />
importante per compiere scelte più adeguate, consapevoli<br />
e condivise perché basate su informazioni e analisi di<br />
specialisti del settore.<br />
Chi è per lei il lobbista? E come si deve comportare nei<br />
confronti dell’azienda che rappresenta e nei suoi stakeholder?<br />
Purtroppo in Italia il lobbying, o lobbismo, con cui<br />
genericamente si definiscono le attività di gruppi organizzati<br />
o dei loro rappresentanti volte ad influenzare le decisioni<br />
pubbliche, rappresentando in maniera legale<br />
gli interessi leciti aziendali, è un fenomeno<br />
estremamente diffuso ma al tempo stesso<br />
difficile da conoscere e delineare, a causa della<br />
mancanza di un registro nazionale: continua<br />
ad essere impossibile, o quantomeno molto<br />
difficile, affermare con precisione chi svolge tali<br />
attività, nei confronti di chi, con quali mezzi ed<br />
obiettivi.<br />
La mancanza di trasparenza sul processo decisionale e su chi<br />
lo influenza, ha portato alla sovrapposizione nell’immaginario<br />
collettivo dei concetti di lobbying e di corruzione, la<br />
professione del lobbista viene dipinta come il mero tentativo<br />
di alcuni soggetti più influenti e ricchi di aumentare la<br />
propria influenza politica.<br />
Secondo lei, cosa si può fare quindi per separare questi<br />
due concetti? Chi dovrebbe intervenire per fare chiarezza?<br />
Quando però si parla di Salute con la S maiuscola, l’argomento<br />
si fa ancora più delicato. Lo sa bene Francesco Conti, che<br />
da dieci anni lavora in Medtronic come Goverment Affairs,<br />
Communications, Congress & Regolatory Director.<br />
Dottor Conti, la mission aziendale di Medtronic è “alleviare<br />
il dolore, ridare la salute e allungare la vita”. Come si traduce<br />
nella comunicazione istituzionale? E quanto è importante<br />
comunicare con i decisori pubblici?<br />
Medtronic è leader globale nel settore biomedicale, è<br />
presente in oltre 120 paesi nei quali, attraverso tecnologie<br />
altamente innovative, contribuisce al trattamento<br />
terapeutico di oltre 30 patologie, migliorando la qualità e<br />
le aspettative di vita per milioni di persone nel mondo. La<br />
mission aziendale è una base etica che guida le nostre azioni<br />
quotidiane e che ci ricorda che in tutte le decisioni aziendali<br />
i nostri sforzi devono essere orientati al miglioramento del<br />
trattamento delle patologie croniche e acute.<br />
In una realtà importante come quella Medtronic, che opera<br />
in un settore delicato quale quello della sanità, il ruolo della<br />
comunicazione istituzionale, intesa come attività volta a<br />
instaurare relazioni tra l’organizzazione e le Istituzioni per<br />
informarle e orientare i loro processi decisionali in modo<br />
favorevole al proprio lecito interesse rappresentato, è<br />
© Guschenkova/Shutterstock.com<br />
Chi si occupa di relazioni istituzionali per conto di una<br />
organizzazione è in pratica la “voce” degli stakeholder<br />
aziendali e ha il compito di esercitare una qualche influenza<br />
sulle Istituzioni pubbliche attraverso modalità dirette -<br />
quando la rappresentanza di interessi è esercitata attraverso<br />
contatti diretti tra il portatore di interessi e le Istituzioni<br />
pubbliche - oppure mediate - quando i portatori di interesse<br />
si relazionano con le Istituzioni pubbliche attraverso la<br />
mediazione delle associazioni di rappresentanza.<br />
L’attività di public affairs di una azienda si può ritenere<br />
davvero efficace nel momento in<br />
cui il gruppo d’interesse riesce a<br />
diventare gruppo di pressione, riesce<br />
cioè a portare sull’agenda dei decisori<br />
politici gli argomenti e gli orientamenti sovrapposizione<br />
che hanno rilevanza per l’azienda,<br />
e questo può avvenire se il gruppo<br />
dispone di un mezzo di pressione in<br />
grado di influenzare la decisione. Un mezzo di pressione<br />
può essere costituito o dall’entità numerica del gruppo o<br />
dalla disponibilità di informazioni e conoscenze tecniche su<br />
specifiche questioni.<br />
E nello specifico del nostro Paese, come si delinea<br />
l’attività di lobbismo?<br />
La mancanza di trasparenza<br />
sul processo decisionale e su<br />
chi lo influenza, ha portato alla<br />
collettivo dei concetti di lobbying e di<br />
corruzione.<br />
E’ evidente quanto ci sia necessità di stabilire un codice<br />
etico di comportamento e di regolamentazione del settore,<br />
che sia frutto di un confronto tra tutti gli attori coinvolti,<br />
professionisti, Istituzioni e tecnici di settore, affinché a tutti<br />
siano chiare le regole del gioco.<br />
Conoscere l’interlocutore con cui si instaura un confronto è<br />
garanzia di trasparenza e chiarezza, requisiti fondamentali<br />
in ogni settore ma che in ambito sanitario rivestono ancor di<br />
più un ruolo indispensabile poiché l’oggetto della relazione<br />
tra azienda e Istituzioni non deve mai essere contrario alla<br />
ricerca di un miglioramento delle<br />
condizioni di salute e della qualità di<br />
vita del cittadino.<br />
nell’immaginario Ancora una volta la soluzione proposta<br />
è quella di mettere al servizio di<br />
aziende, stakeholder e Istituzioni la<br />
propria professionalità, auspicando<br />
un dialogo che si basa sulla trasparenza e chiarezza. Un<br />
cambio di rotta volto a far emergere la figura del lobbista<br />
dalla nuvola oscura che lo circonda, trasformandolo in una<br />
professione chiara, dichiarata e soprattutto positiva per<br />
tutti.<br />
G. Merini<br />
12<br />
13
BACKSTAGE<br />
BACKSTAGE<br />
QUALITà, non quantità<br />
Pochi eventi. Ma in grande stile.<br />
Abbiamo sempre pensato che<br />
la qualità sia un pregio. Nei<br />
rapporti umani, dove è meglio<br />
un incontro più rado nel tempo, ma<br />
intenso, che una serie di appuntamenti<br />
per conversare del nulla. Nei lanci di<br />
prodotto, dove - Apple insegna - un<br />
solo device azzeccato può fare la<br />
differenza per anni. Nei viaggi, dove<br />
una destinazione vissuta appieno, con<br />
guide e programmi particolari, riesce<br />
a far conoscere più e meglio una città<br />
o un paese rispetto a un veloce tour<br />
di pochi giorni in cui lo si attraversa<br />
di fretta, senza quasi poterlo vedere<br />
davvero se non dai vetri di un bus.<br />
Lo stesso vale per gli eventi.<br />
Crediamo che sia meglio il poco ma di<br />
valore, rispetto all’accumulo seriale di<br />
date e persone che spesso non sono<br />
davvero eventi, ma riunioni spacciate<br />
per grandi avvenimenti.<br />
Abbiamo assistito recentemente a<br />
un evento, uno vero, uno di quelli che<br />
lasciano il segno: Youniverse. 900<br />
persone a vivere un’esperienza unica,<br />
a Milano, insieme a Medtronic, la loro<br />
azienda. E’ stato un grande momento,<br />
pianificato con 6 mesi di lavoro per<br />
offrire contenuti all’avanguardia e uno<br />
spiegamento di tecnologia a supporto<br />
del concept. Siamo stati invitati<br />
da Sinergie Live Communication<br />
in backstage. E più di tante parole,<br />
lasciamo spazio ai ricordi di una serata<br />
unica che ha fornito un grande esempio<br />
di come realizzare un vero evento.<br />
14<br />
15
BACKSTAGE<br />
BACKSTAGE<br />
Teatro Arcimboldi<br />
Realizzazione di una struttura ad hoc<br />
con un telo olografico brevettato non<br />
visibile ad occhio nudo, su cui hanno<br />
preso vita gli ologrammi customizzati<br />
per Medtronic.<br />
Schermo LED di 14x6.50 mt, con 9<br />
motori a controllo variabile (motori<br />
intelligenti) che permettevano la salita e<br />
la discesa in 15” come fosse un sipario e<br />
svelava gli ologrammi.<br />
Diretta in streaming dell’intero evento<br />
collegata via WebEx di Medtronic, più<br />
collegamento live con sede Roma.<br />
18 roadies: 2 giorni di allestimento e 1 di<br />
disallestimento.<br />
Materiali video e grafici per la<br />
convention realizzati da Sinergie (fondi<br />
grafici, sottopancia, logo evento, fondi<br />
animati, video motion).<br />
Hangar Bicocca<br />
40 roadies su 3 turni, h.24 per 3 giorni di<br />
lavoro costante incluso lo show.<br />
Artisti (Feeding the fish, Dundu, Masters<br />
of Magic - The Prestige con Gabry Ponte)<br />
Palco di 36 metri x 20; 12 metri di<br />
consolle e attrezzatura “volante”.<br />
Regia dell’evento #madeinsinergie;<br />
coordinamento dell’intera serata, in<br />
collaborazione con la regia propria<br />
dello show The Prestige (Alessandro<br />
Marrazzo), nella gestione di timing<br />
al secondo, ingressi artisti ed effetti<br />
speciali (che includevano, tra l’altro<br />
laser, getti di fumo e fiamme sul<br />
palcoscenico luci, suoni ed ologrammi).<br />
Preproduzione evento: 6 mesi per<br />
definire programmi, scalette e<br />
costruzione dei due palchi.<br />
Logistica dei numerosi ospiti, accrediti<br />
in entrambe le location, naming<br />
dell’evento e contatti con i fornitori.<br />
Strutture create ad hoc, produzione di<br />
grafiche e video olografici; creazione di<br />
materiali video e below the line per tutta<br />
la convention.<br />
Direzione creativa ed artistica affidata<br />
a Sinergie Live Communication.<br />
M. Sinolo<br />
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premio agol<br />
premio agol<br />
Agol<br />
Con Sinergie, ancora una notte insieme.<br />
E’ luglio, fa caldo al tramonto su Roma dalla Terrazza<br />
d’Onore del Coni al Foro Italico ancora una volta scelta<br />
come location di premiazione per il Premio AGOL Giovani<br />
Comunicatori. Ma le persone sembrano non accorgersene,<br />
conquistate dalla bellezza dei marmi e delle statue che fanno<br />
da cornice al palco allestito da Sinergie Live Communication.<br />
Sono quasi 400 gli ospiti che partecipano alla prima parte<br />
(cui seguirà una cena con live music e DJ set per quasi 1000<br />
persone). Quello seduto in platea è un gotha di nomi famosi<br />
della comunicazione, delle relazioni istituzionali e della<br />
grande imprenditoria italiana con il loro Top Management<br />
(Maximiliano Ibarra, A.D. Wind; Gianni Letta; Marco<br />
Benedetto, per 24 anni A.D. Gruppo l’Espresso, solo<br />
per citarne alcuni) e diversi rappresentanti<br />
del mondo politico, cui si affiancano le<br />
giovani leve che hanno partecipato al<br />
premio, che ha avuto tra l’altro il<br />
patrocinio della Presidenza<br />
del Consiglio dei<br />
Ministri.<br />
AGOL, l’Associazione dei Giovani<br />
Opinion Leader che riunisce studenti e<br />
giovani professionisti del settore, come già lo<br />
scorso anno ha deciso di premiare i talenti di 5 aree (Eventi;<br />
Advertising; Lobbying e Corporate Communication; Digital<br />
PR; Comunicazione Istituzionale) dividendo ogni premio<br />
in due sezioni: una dedicata agli studenti e una ai giovani<br />
professionisti.<br />
Lo spirito di profonda attenzione al mondo dell’imprenditoria,<br />
la cultura del valore e della meritocrazia, la voglia di<br />
contribuire non solo a parole ma con atteggiamenti e fatti<br />
concreti allo sviluppo e alla crescita della nuova classe di<br />
comunicatori italiani, ha portato AGOL a chiedere in premio<br />
alle aziende partner, stage operativi per i vincitori di 6 mesi e<br />
la possibilità di realizzare concretamente il progetto ritenuto<br />
vincente.<br />
La voglia di contribuire non solo<br />
a parole ma con fatti concreti allo<br />
sviluppo e alla crescita della nuova<br />
classe di comunicatori italiani.<br />
La serata è ovviamente un misto di<br />
mondanità ed eleganza, di pubbliche<br />
relazioni e lavoro vero. Ma soprattutto<br />
è una grande festa. Perché è bello<br />
premiare dei giovani che hanno saputo entusiasmare e<br />
coinvolgere anche dei nomi che hanno fatto la storia delle<br />
pubbliche relazioni e della comunicazione. E il 13 luglio,<br />
a Roma c’erano tutti i nomi che contavano, sul marmo di<br />
fianco all’ex campo centrale che ha visto tanti internazionali<br />
di tennis: dalla Ferpi, rappresentata ai massimi livelli, ai<br />
responsabili comunicazione di Coca Cola, TIM, Edison, Pirelli,<br />
Confagricoltura, e tantissimi esponenti del mondo accademico<br />
come (solo per fare un esempio) la Prof.ssa Pattuglia<br />
della Luiss, da sempre vicina a AGOL visto che il mondo<br />
universitario e della cultura è uno dei caposaldi AGOL nella<br />
sua visione legata allo sviluppo delle competenze manageriali.<br />
Per questo motivo, il premio annovera tra i collaboratori<br />
più stretti e poi tra i premianti attraverso borse di studio<br />
per Master di specializzazione, Luiss,<br />
Iulm, ALMED, Sapienza, Tor Vergata<br />
e Running Academy. Tutti i premiati,<br />
infatti, hanno vinto - al di là della<br />
targa di design che ha simboleggiato<br />
l’edizione 2016 - chi la possibilità di veder realizzato il proprio<br />
progetto seguendolo direttamente in azienda, chi un master<br />
universitario seguito da uno stage in azienda.<br />
E così, complice un clima davvero magico, alle 20 in punto la<br />
serata ha avuto inizio dopo la registrazione degli ospiti e varie<br />
foto al backdrop, ritwittate immediatamente sui vari profili<br />
personali degli intervenuti.<br />
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premio agol<br />
premio agol<br />
Sul palco, insieme al Presidente AGOL Pierangelo Fabiano<br />
che faceva gli onori di casa, Gabriella Capparelli del TG1.<br />
Al di là delle varie categorie premiate, Fabiano ha voluto<br />
sottolineare in apertura, l’alto valore e la qualità davvero<br />
elevata degli elaborati che i partecipanti hanno prodotto.<br />
Come già per la scorsa edizione, i giovani professionisti e<br />
gli studenti hanno dimostrato che la creatività e l’analisi<br />
dei contenuti non sono appannaggio solo dei grandi studi o<br />
delle agenzie pluridecorate, ma possono essere suggeriti<br />
anche da chi si affaccia con studio e voglia di fare. Tuttavia, il<br />
premio ha esplicitato la sua valenza di finalità educativa in<br />
un paradosso: la non premiazione di una categoria. Simone<br />
Cantagallo, Direttore Media Communication e Responsabile<br />
Gaming Gtech-Lottomatica, ha spiegato le motivazioni<br />
dell’assenza di premio per la categoria Digital P.R. nella<br />
sezione studenti universitari, motivando la decisione<br />
con il fatto che la partecipazione ad un concorso non dà<br />
automaticamente diritto a un premio per il solo fatto di aver<br />
proposto qualcosa o per essersi impegnati in un compito.<br />
Il risultato deve essere in linea con le attese e con il brief. E<br />
proprio l’assenza di aderenza, la voglia di creare ma senza<br />
legarsi alle richieste, ha dato vita a elaborati che la giuria<br />
tecnica ha ritenuto troppo fuori tema per meritare un premio.<br />
Di qui l’invito a leggere meglio ciò che un’azienda chiede. Una<br />
lezione non solo per gli studenti, ma anche per le agenzie.<br />
Direttore Rai dal 1961 al 1974, uno degli uomini che l’hanno<br />
creata parallelamente al giornalismo televisivo. Bernabei,<br />
in un toccante intervento, ha ricordato il processo che ha<br />
portato la televisione di stato (nata nel 1954) a diventare<br />
il punto di riferimento della comunicazione per molti anni.<br />
Guido Rossi, Direttore dello staff della Direzione Generale<br />
della Rai, al termine dell’intervento ha consegnato il premio<br />
alla carriera a Bernabei, un premio che AGOL ha fortemente<br />
voluto per l’esempio dato.<br />
Durante la cerimonia di premiazione, Sofia Piomboni<br />
(Responsabile Comunicazione AGOL) insieme a Pierangelo<br />
Fabiano ha svelato il nome e la modalità di lavoro del nuovo<br />
progetto dell’Associazione, il magazine “The New’s Room” che<br />
riunirà 20 giovani talenti della comunicazione. Attraverso un<br />
contest verranno scelti e poi guidati per un anno a comporre<br />
un giornale sotto la guida delle più autorevoli firme del<br />
giornalismo italiano.<br />
Al termine della consegna di targhe e premi, la serata ha<br />
avuto un lungo epilogo con musica dal vivo, DJ set, networking<br />
illuminato dalle luci del Foro Italico e da quelle ben più mobili<br />
PREMIATI<br />
e cangianti della discoteca sotto le stelle creata da AGOL<br />
sulla Terrazza d’Onore del CONI. La serata di premiazione vive<br />
infatti di due anime: una istituzionale ed una di networking e<br />
forte attenzione all’aspetto partecipativo dell’Associazione.<br />
Come l’anno scorso, la regia tecnica e di contenuto è<br />
stata appannaggio di Sinergie Live Communication che<br />
ha voluto essere partner della manifestazione, in quanto<br />
crede profondamente nel valore non solo del premio,<br />
ma dell’Associazione. I valori dell’Associazione, fondati<br />
sull’eccellenza, sulla meritocrazia, insieme alla ricerca<br />
costante di innovazione e qualità, sono infatti comuni a quelli<br />
del gruppo cui Sinergie Live Communication appartiene. Per<br />
questo motivo il grande ring e i contributi audio video hanno<br />
visto l’allestimento #madeinsinergie e l’appoggio dell’agenzia<br />
che da sempre sostiene AGOL convinta che solo facendo<br />
crescere e offrendo possibilità di lavoro ai giovani sia<br />
possibile un futuro di qualità nel campo della comunicazione<br />
sia istituzionale che di prodotto.<br />
C. Mangime<br />
Un momento di grande emozione si è vissuto quando<br />
Gabriella Capparelli ha chiamato sul palco Ettore Bernabei,<br />
CATEGORIA LOBBYING & CORPORATE COMMUNICATION<br />
1. Giovani Professionisti (ACEA): Stella Lanzi (consulente FB & Associati)<br />
2. Studenti Universitari (SNAM): Giovanni Gazzoli (Università Cattolica di Milano)<br />
CATEGORIA COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE<br />
1. Giovani Professionisti (Confagricoltura): Federica Levi (giornalista)<br />
2. Studenti Universitari (ANG): Marta Leggio (Università di Tor Vergata, facoltà<br />
di Economia)<br />
CATEGORIA EVENTI<br />
1. Giovani Professionisti (CONI): Mariantonietta Pugliese (giornalista)<br />
2. Studenti Universitari (Playstation): Chiara Ballo (Università di Ferrara, facoltà<br />
di Scienze e Tecnologie della Comunicazione)<br />
CATEGORIA ADVERTISING<br />
1. Giovani Professionisti (Edison): Virginia Fatta FB&Associati<br />
2. Studenti Universitari (Tim): Pietro Mistretta (Università IULM, facoltà di<br />
Comunicazione, Media e Pubblicità)<br />
CATEGORIA DIGITAL PR<br />
1. Giovani Professionisti (Coca-Cola): Marta Corbetta (Account Executive,<br />
Connexia)<br />
2. Studenti Universitari (Lottomatica): nessun premiato.<br />
20 21
cannes LIONS<br />
Cannes Lions 2016<br />
Thank you Creativity<br />
Comunicare (dal latino communico = mettere in comune,<br />
far partecipe) è l’attività più naturale ed automatica<br />
dopo respirare. Come è stato postulato dalla scuola<br />
di Palo Alto e come è stato ormai globalmente accettato, ci<br />
è impossibile non comunicare; lo facciamo con uno sguardo,<br />
assumendo una certa postura; noi italiani lo facciamo<br />
anche - e soprattutto - gesticolando. Solo in ultima istanza<br />
comunichiamo con le parole e a volte sembra la cosa più<br />
complicata da fare. Infatti, riuscire a gestire questa ampia<br />
gamma di possibilità comunicative non è affatto semplice<br />
perché sono molte le difficoltà dell’atto comunicativo; e<br />
spesso sono legate all’uso di registri, lingue e abitudini<br />
culturali differenti. Aggiungiamo anche il modernissimo<br />
scoglio di sollevare la testa dai nostri dispositivi mobili per<br />
affrontare una qualsiasi conversazione<br />
faccia a faccia, ed ecco che ciò che<br />
sembrava così naturale e alla portata<br />
di tutti diventa per molti motivo di<br />
imbarazzo o di inadeguatezza.<br />
Sicuramente oggi più che in passato ci sentiamo bombardati<br />
da annunci pubblicitari che sembrano disturbare la fruizione<br />
di un qualsiasi sito web; allo stesso modo però siamo ancora<br />
in condizione di saltare certi spot, togliere il volume alle<br />
brevi pubblicità che anticipano il prossimo video o brano in<br />
una playlist.<br />
Oggi bisogna saper emozionare,<br />
coinvolgere, è necessario avvicinarsi<br />
alla vita dei consumatori nel tempo di<br />
un intervallo tra un’attività e l’altra.<br />
E’ nostro diritto segnalare<br />
ciò che non ci piace e<br />
giudicare quello che ci<br />
viene proposto; abbiamo<br />
- fortunatamente - ancora<br />
il potere di scelta e questo influenza inevitabilmente le<br />
strategie di comunicazione delle aziende e delle agenzie<br />
pubblicitarie.<br />
L’onnipresenza della pubblicità è sotto gli occhi di tutti, ma<br />
sarebbe sbagliato affermare che chi si trova dall’altra parte<br />
dello schermo - cioè chi propone quello che siamo sempre<br />
più inclini ad evitare - abbia un lavoro facile. E’ tutt’altro che<br />
semplice saper intrattenere lo spettatore, creare quella<br />
scintilla di curiosità che lo tenga<br />
incollato allo schermo già dai primi<br />
frames di video. Non è da tutti riuscire<br />
a creare una campagna radiofonica<br />
che non porti il guidatore a cambiare<br />
canale nell’esatto istante in cui la sua<br />
canzone preferita è terminata.<br />
Per fare ciò, è indispensabile andare oltre il semplice schema<br />
comunicativo Emittente - Ricevente e studiare un piano<br />
che attiri l’attenzione e che sia, al tempo stesso, pregno di<br />
significato. E’ importante essere consapevoli del fatto che il<br />
“I’ve always believed<br />
in the power of creativity<br />
to completely change<br />
the world”<br />
Brian Eno<br />
DENTSU LAB TOKYO<br />
messaggio trasmesso non può più essere superficiale come<br />
agli albori della pubblicità quando ci si concentrava solo<br />
sulla sponsorizzazione di un prodotto. Oggi bisogna saper<br />
emozionare, coinvolgere, è necessario avvicinarsi alla vita dei<br />
consumatori nel tempo di un intervallo tra un’attività e l’altra<br />
e, in ultimo, è essenziale non perdere di vista gli obiettivi<br />
aziendali. Le imprese che sanno farlo riescono ad evolversi<br />
in emotional brands riconosciuti e seguiti dai propri clienti,<br />
che finiscono con immedesimarsi nelle loro storie o nei loro<br />
prodotti.<br />
Antica quanto la comunicazione stessa è la creatività, un<br />
elemento imprescindibile della nostra vita che ci appartiene<br />
sin da piccoli. La creatività non ha tempo: ci ha aiutato<br />
a muovere i primi passi nella storia - ancor prima della<br />
comunicazione verbale, quando gli uomini disegnavano<br />
nelle caverne - ed ha sempre affiancato la comunicazione,<br />
l’ha supportata e ne ha permesso l’evoluzione in ciò che<br />
chiamiamo advertising, uno dei più efficaci e potenti modi<br />
di fare storytelling, perché utilizza la chiave della sintesi e<br />
dell’evocazione. La comunicazione convive con la creatività,<br />
la trasmissione di un messaggio può raggiungere i nostri sensi<br />
senza però toccarci nel profondo, senza scatenare alcun<br />
tipo di reazione. Questa è la sfida sempre più impegnativa<br />
per i professionisti: creare nuove campagne che coinvolgano<br />
i consumatori, scrivere storie che possano essere comuni<br />
a tutti noi, che non si focalizzino troppo sul prodotto o sul<br />
servizio ma sulle emozioni che questo sa dare.<br />
Siamo tutti provvisti di un’infinita dose di creatività e questa<br />
può essere sfruttata per parlare di temi importanti, porre<br />
l’attenzione su ciò che normalmente rimane in secondo<br />
piano o addirittura non viene riconosciuto come argomento<br />
degno di discussione. Portare alla luce problematiche<br />
quali l’accettazione di genere, di religione, cultura e salute<br />
pubblica, per un’azienda può rappresentare un nuovo modo di<br />
approcciare il mercato e i suoi clienti, presentandosi come un<br />
brand socialmente responsabile.<br />
Secondo Meaningful Brands - strumento di analisi della<br />
multinazionale Havas - le aziende che si concentrano sul<br />
migliorare la città, rendere le nostre vite più semplici e più<br />
sane, ottengono maggiori livelli di engagement e fiducia.<br />
Il report dedicato al 2015 conferma che alla maggior parte dei<br />
consumatori non importerebbe se il 74% dei marchi sparisse<br />
per sempre. L’analisi ha inoltre messo in luce, su un campione<br />
di 1.000 brand, oltre 300.000 intervistati e 34 paesi, che i<br />
brand meaningful possono incrementare fino a sette volte<br />
la loro forza competitiva e guadagnare circa il 46% in più<br />
rispetto ai brand percepiti come meno significativi. Lo studio<br />
misura l’impatto di un brand su 12 aree di benessere (tra cui<br />
salute, felicità, benessere economico, senso di community) in<br />
modo da avere una visione completa del ruolo che lo stesso<br />
ha nel migliorare la qualità della vita.<br />
Non si tratta dunque esclusivamente di vendere, tutt’altro.<br />
Le aziende non possono permettersi il lusso di considerare<br />
la quantità come vera e propria strategia contro la qualità<br />
dei propri lavori di comunicazione; specialmente<br />
nel periodo storico che stiamo vivendo, dove ci<br />
ritroviamo sommersi da contenuti tra i quali<br />
è difficile fare una selezione. In questo<br />
stesso scenario è fondamentale dare<br />
la giusta importanza alla creatività:<br />
quale ruolo potrà avere dopo che<br />
la tecnologia avrà raggiunto il suo<br />
massimo sviluppo? Diventerà<br />
forse l’unica vera leva sulla quale<br />
i brand potranno differenziarsi?<br />
Sicuramente ha un ruolo<br />
fondamentale nella carriera di<br />
qualsiasi creativo, sia a livello<br />
professionale che personale.<br />
Ed è proprio un team di creativi<br />
che ha elaborato il nuovo claim<br />
del Festival Internazionale della<br />
Creatività Leoni di Cannes: “Thank<br />
you Creativity” rappresenta una<br />
sorta di lettera d’amore per la<br />
creatività, un ringraziamento che il<br />
CEO del Festival, Philip Thomas, vede<br />
come una missione: “Non dobbiamo<br />
solamente promuovere la<br />
creatività, è nostro compito<br />
ricordare alle persone<br />
la sua magia ed<br />
invitarli ad essere<br />
grati insieme a noi<br />
per la differenza<br />
che riesce a fare<br />
nella nostra vita”.<br />
22<br />
23
cannes LIONS<br />
cannes LIONS<br />
Qualsiasi esperienza può creare un’ispirazione e qualsiasi<br />
superficie può essere utilizzata; non c’è limite alla creatività<br />
e quest’anno al Festival dei Leoni di Cannes il messaggio<br />
è stato molto chiaro: tutte le idee possono essere grandi,<br />
tutti gli errori possono essere utili. La creatività può e deve<br />
mettersi al servizio del pianeta, può e deve migliorare intere<br />
società e stili di vita, può e deve, in definitiva, collaborare ad<br />
un mondo migliore.<br />
Dell’importanza della collaborazione tra creativi e aziende ne<br />
ha discusso il Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Kimoon,<br />
che ha concluso il Festival con la sua presenza al Palais<br />
des Festivals insieme a sei importanti CEO di multinazionali<br />
di pubblicità e marketing: WPP, Omnicom, Publicis, IPG,<br />
Dentsu e Havas. Il Segretario Generale ha esposto il piano<br />
delle Nazioni Unite chiamato “17 Sustainable Development<br />
Il Festival si è tenuto come di consueto al Palais des<br />
Festivals di Cannes, dal 18 al 25 giugno, in una settimana ricca<br />
di interventi, workshops, seminari e master da parte dei più<br />
grandi professionisti del settore. Novità di quest’anno, il sito<br />
thankyoucreativity.com contenente video e podcast dei<br />
lavori premiati, i video degli interventi effettuati durante<br />
il Festival ed i commenti delle varie campagne da parte di<br />
coloro che le hanno create. Un vero inno alla creatività anche<br />
la sezione “Everyday Creativity” dove è possibile risvegliare<br />
il proprio senso creativo con avvincenti e utili esercizi di<br />
teambuilding.<br />
questa categoria sono stati donati ad associazioni benefiche.<br />
L’Italia ha visto vincere principalmente l’agenzia Publicis<br />
Italia; la sua campagna “The Dilemma” per Heineken ha infatti<br />
vinto due Golden Lions (uno nella sezione media ed uno nella<br />
sezione PR), due Silver Lions (uno nella categoria PR ed uno<br />
nella Promo & Activation) ed un Bronze Lion nella categoria<br />
Outdoor. La campagna “Business Booster”, sempre firmata<br />
Publicis Italia, ha vinto invece un Leone di Bronzo nella sezione<br />
Media ed uno nella sezione Promo & Activation. Un ultimo<br />
leone nazionale bronzo è stato vinto da Saatchi&Saatchi con<br />
“Carrefour baby night”.<br />
Anche quest’anno, il Festival della Creatività di Cannes ha<br />
raccolto le idee di tutto il mondo, i lavori iscritti sono stati<br />
43.101, registrando un +7% rispetto all’anno scorso. Tra i<br />
Paesi più prolifici: gli Stati Uniti con 9702 progetti, seguiti dal<br />
Regno Unito (3.214), Brasile (2.805) e Germania (2.163). L’Italia<br />
ha iscritto 739 lavori, la maggior parte nella categoria Cyber,<br />
seguita da Film e PR.<br />
Le tre macro categorie dei Leoni di<br />
Cannes erano: Cannes Lions (la sezione<br />
più ricca di premi come Creative<br />
Effectiveness, Cyber, Design, Media,<br />
Mobile, Outdoor, Radio, Product Design etc.), Lions Health<br />
con i premi Pharma e Health & Wellness, e Lions Innovation,<br />
con Innovation e Creative Data. Nuovissima la categoria<br />
Glass: the Lion for Change, lanciata quest’anno per premiare<br />
le campagne volte a sensibilizzare le ineguaglianze di genere,<br />
eliminare pregiudizi e cambiare il mondo. Quest’anno il Grand<br />
Prix è stato vinto dall’agenzia Mindshare di Mumbai per il<br />
suo lavoro “6 pack band” per il marchio The Brooke Bond<br />
Red Label di Unilever India. Tutti i proventi delle iscrizioni a<br />
Più decideremo di tornare bambini<br />
per vedere le opportunità nascoste<br />
dietro un ostacolo, più ci sarà possibile<br />
creare un rapporto importante con il<br />
pubblico.<br />
La comunicazione di un messaggio non necessita per forza<br />
di grandi investimenti, come dimostrato da molte delle<br />
campagne premiate; si può ottenere un ottimo risultato<br />
con poco o nessun budget a disposizione, grazie ad un team<br />
creativo competente e la volontà di condividere un concetto<br />
che sia importante per tutti. Si sa, molto spesso sembra<br />
che le idee più semplici siano quelle<br />
più difficili da realizzare, eppure più<br />
riusciremo a riprendere quella magia<br />
che accompagna la creatività, più<br />
decideremo di tornare po’ bambini<br />
per vedere le opportunità nascoste<br />
dietro un ostacolo, più ci sarà possibile creare un rapporto<br />
importante con il pubblico. Gli strumenti e le piattaforme<br />
digitali sono in continua evoluzione e fanno sempre più parte<br />
della nostra vita, ciò non toglie però che un’idea innovativa<br />
possa trovarsi tra materiali “analogici” quali un foglio di<br />
carta (usato per la campagna della Singapore Airlines), un<br />
vaso di porcellana (per la campagna di Rosenthal) oppure dei<br />
semplici adesivi, come nella campagna M&T Masking Tape,<br />
vincitrice di un Golden Lion nella categoria Design.<br />
Foto: canneslions.com<br />
Goals”: 17 obiettivi che il mondo si impegna a conseguire nei<br />
prossimi 15 anni, anche con l’aiuto delle sei multinazionali<br />
che - per raggiungere un fine comune - hanno sposato ognuna<br />
una causa diversa, mettendo da parte la competizione e<br />
le differenze, per portare soluzioni creative, e soprattutto<br />
efficaci, ai problemi che affliggono il mondo.<br />
Il Festival della Creatività ha confermato e premiato i<br />
talenti provenienti da ogni angolo del mondo e soprattutto,<br />
ha portato nuovamente luce su quanto il lavoro creativo<br />
possa essere la forza trainante sia per il business che per il<br />
mondo. Anche quest’anno si sono celebrate le idee, i progetti<br />
ed il coraggio di proporre sempre qualcosa di nuovo, nella<br />
speranza che attraverso la propria creatività, l’uomo possa<br />
ancora fare la differenza.<br />
F. Passoni<br />
24<br />
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cannes LIONS<br />
cannes LIONS<br />
I VINCITORI<br />
18-19 giugno – Lions Health<br />
Grand Prix for Good<br />
“Man’s boobs” per MACMA: una campagna contro la<br />
censura dei social network, applicata anche quando si tratta<br />
di prevenzione. Combattere la censura con la creatività<br />
premia con 44mln di views in una sola settimana.<br />
Grand Prix<br />
“Project Literacy” per Pearson: promuovere l’alfabetizzazione<br />
nel mondo per combattere i più grandi problemi<br />
della nostra società. Un progetto che ha colpito milioni di<br />
utenti e che è ora parte del programma dell’Unesco per<br />
l’istruzione.<br />
Gold<br />
“X ray casts” per Fonterra: in Nuova Zelanda, 59 bambini si<br />
rompono qualche osso ogni giorno. Fonterra, azienda leader<br />
nella vendita di latte e latticini, ha pensato a delle strutture<br />
di gesso molto particolari…<br />
“Breathless Choir” per Philips: la campagna ha coinvolto<br />
persone con malattie polmonari come COPD e fibrosi cistica<br />
che, aiutate da un professionista, hanno cantato in un coro<br />
per la prima volta dopo anni.<br />
21-22 giugno - Lions Innovation<br />
Grand prix<br />
“The next Rembrandt” per ING: i confini tra uomo e<br />
macchina sono sempre più sfumati e indefiniti, l’uno si fonde<br />
all’altro in questa campagna per ING dove, a distanza di 347<br />
anni dopo la morte del pittore Rembrandt, una sua nuova<br />
opera è venuta alla luce: creata da un computer.<br />
Gold<br />
“The second scoreboard” per Teletica: in Costa Rica,<br />
durante le partite di calcio, la violenza sulle donne aumenta<br />
fino al 690%. Per contrastare questo trend, il Ministero per<br />
le questioni femminili ha lavorato con Teletica, la maggior<br />
emittente televisiva in Costa Rica e la Federazione Calcio del<br />
Paese. Insieme, hanno reso l’obiettivo di eliminare la violenza<br />
sulle donne evidente quanto i risultati delle partite di calcio.<br />
“Live Logo” per INEC, Istituto Nazionale di Statistica<br />
dell’Ecuador: un logo in continuo cambiamento mostra<br />
alla popolazione dell’Ecuador 5 campi fondamentali per<br />
il benessere del Paese: felicità, occupazione, qualità e<br />
disponibilità delle case, accesso ad acqua potabile e<br />
alfabetismo. Un logo che cambia per far cambiare, in positivo,<br />
anche il modo con cui i cittadini guardano e considerano il<br />
proprio Paese.<br />
“The field trip to Mars” per Lockheed Martin: l’azienda di Los<br />
Angeles sta lavorando alle tecnologie che ci permetteranno<br />
di andare su Marte. L’obiettivo della campagna è quello di<br />
ispirare le giovani generazioni che avranno la possibilità<br />
di raggiungere il pianeta. In una delle prime esperienze di<br />
gruppo con la tecnologia VR, migliaia di bambini hanno<br />
sperimentato una visita su Marte seduti sul loro bus della<br />
scuola.<br />
23-24 giugno - Lions Entertainment<br />
Grand prix<br />
“The displaced” per il New York Times: realtà virtuale per la<br />
signora in grigio con il progetto “The Displaced”. Il giornalista<br />
del New York Times Ben Solomon ha raccontato le storie<br />
di tre bambini in Sudan del Sud, Ucraina e Syria, vittime<br />
della povertà e della distruzione causata dalle guerre. Un<br />
cortometraggio a 360° sulle conseguenze delle guerre e<br />
segregazioni, e sull’incredibile forza dei giovani che stanno<br />
cercando di ricostruirsi una vita.<br />
“Home for Christmas” per Edeka: uno degli spot più di<br />
successo del 2015, andato in onda nel periodo natalizio, sottolinea<br />
l’importanza della famiglia durante le festività. Un<br />
esempio di campagna pubblicitaria che tocca il cuore di tutti.<br />
Gold<br />
“Super Bowl babies choir” per NFL: un efficace campagna<br />
per avvicinare i giovani americani alla lega professionistica<br />
nordamericana di football americano. Un coro di bambini ed<br />
una canzone scritta da Seal: per far innamorare gli americani<br />
ancora una volta.<br />
“Safe & Sound” per LMG Insurance: la prima app per gli<br />
amanti della musica che permette di salvaguardarli anche<br />
mentre girano in città. E’ sufficiente scaricare la app (voluta<br />
dalla compagnia assicurativa LMG in Tailandia) e attivare il<br />
GPS sul proprio smartphone per ascoltare la musica sani e<br />
salvi.<br />
associazione<br />
giovani<br />
opinion<br />
leader<br />
26 27
ipw<br />
ipw<br />
IPW 2016<br />
What’s new on the scene.<br />
IPW 2016 fa tappa a New Orleans, la città del Jazz, del Cajun,<br />
del Mississippi River, del Mardi Gras, il Carnevale burlesco<br />
e allegorico, della magia e del mistero. Tutta tradizione? No.<br />
New Orleans è una città che si è trasformata e ricostruita in<br />
stile moderno ed efficiente dopo Katrina, l’uragano che nel<br />
2005 la distrusse quasi completamente.<br />
La città è di chiara discendenza francese, anche se ormai<br />
questa è una lingua parlata pochissimo. Il nome infatti le<br />
arriva dalla omonima città sulla Loira, datole alla fondazione<br />
in onore di Filippo II di Orleans, appunto. L’architettura risente<br />
ancora oggi delle influenze d’oltralpe, che si mescolano<br />
a quelle creole, e il french quarter<br />
è tuttora il<br />
centro nevralgico turistico, storico e contaminante della<br />
principale città della Louisiana.<br />
La sua storia attuale e il suo fascino sono tutti nella geografia<br />
e nel suo passato. Il clima caldo del Golfo del Messico di<br />
fronte, le paludi, il pericolo dei serpenti Fer de Lance e dei<br />
coccodrilli, la sua fondazione con ex-galeotti, cercatori d’oro,<br />
avventurieri, prostitute e il grande porto di scambio, che<br />
ancora oggi funziona a pieno regime.<br />
New Orleans è meravigliosa proprio per questa sua<br />
multietnicità, per questo fascino incredibile, per i suoi<br />
colori, per la capacità di conservare gli antichi tram che la<br />
attraversano e svolgono un servizio di trasporti pubblici<br />
efficiente nelle strade che uniscono i suoi nuovi grattacieli<br />
come il Mercedes SuperDome.<br />
Con 75.000 posti, è la casa dei giganti del New<br />
Orleans Saints nelle partite della NFL e ospita<br />
grandi eventi e concerti. Ci sono inoltre hotel<br />
modernissimi e uno dei maggiori Centri Congressi<br />
di tutti gli Stati Uniti: l’Ernest N. Morial Convention<br />
Center, di ben 103.000 metri quadrati.<br />
IPW 2016 arriva in un momento molto particolare per gli Stati<br />
Uniti. Il dramma di Orlando è di pochi giorni precedente la fiera,<br />
e la tristezza aleggia tra gli stand. Roger Dow, Presidente di<br />
U.S. Travel (l’associazione che organizza IPW), però non ci sta a<br />
chiudersi nel protezionismo. Nel suo discorso programmatico,<br />
prende a prestito una modalità di comunicazione di<br />
Steve Jobs e dal microfono della conferenza stampa<br />
inaugurale dice a chiare lettere: “Stay open, stay<br />
connected: non lasciatevi sopraffare dalla paura, dal<br />
terrore cieco, dalla chiusura nei confronti degli altri.<br />
Il viaggio è cultura, è melting pot, è arricchimento, è<br />
voce e musica, cibo e paesaggi”. Gli Stati Uniti devono<br />
mantenersi aperti agli altri, devono accogliere, perché le<br />
bellezze e i vantaggi di mantenere aperto questo paese sono<br />
superiori al rischio di isolarsi.<br />
Ad IPW la soddisfazione nel promuovere gli<br />
Stati Uniti è grande anche per la riconferma del<br />
mandato ad operare che Brand USA ha ricevuto<br />
direttamente da Barack Obama, con un atto formale<br />
che ha confermato la fiducia dell’amministrazione<br />
USA nei confronti di un settore economico primario per la<br />
nazione. Incentive, eventi, lanci di prodotto e convention<br />
generano un introito globale per il mercato a stelle e strisce,<br />
che solo negli ultimi tre anni ha visto aumentare di 3 milioni<br />
il numero di visitatori e prodotto 9,5 miliardi di dollari di<br />
incremento nella spesa turistica insieme a 3 milioni di tasse<br />
in più, collegati alla creazione di 50.000 posti di lavoro e 21<br />
miliardi di dollari di impatto economico totale. Dati su<br />
cui riflettere anche in Italia.<br />
La fiera del turismo è uno showcase enorme di<br />
proposte e novità, dai sistemi di registrazione<br />
agli alberghi, alle destinazioni o alle proposte<br />
più innovative e out of the box. Una fiera a cui farsi<br />
invitare, accreditare e partecipare per non essere<br />
tagliati fuori da un mercato unico e sempre capace di<br />
affascinare e rinnovarsi.<br />
28 29
ipw<br />
ipw<br />
Vediamo quindi alcune delle maggiori novità che hanno<br />
caratterizzato l’edizione 2016 e che possono dare qualche<br />
spunto per eventi o incentive davvero nuovi.<br />
IL CIRQUE DU SOLEIL<br />
é un’icona; in qualsiasi campo. Ha saputo creare un modello<br />
di gestione, di business, di coesione interna e promozione<br />
esterna. é un esempio e un brand che non ha bisogno<br />
di presentazione, riscuote approvazione e desiderio di<br />
emulazione da parte di ogni azienda. Ma soprattutto<br />
rappresenta oggi uno dei punti più alti di creatività e<br />
spettacolarizzazione in fatto di show. A Las Vegas ci sono 7<br />
resident shows, tutti on air in teatri appositamente pensati<br />
e realizzati per poter ospitare lo spettacolo specifico. Dal<br />
Bellagio, con un teatro-piscina capace di riempirsi e svuotarsi<br />
di migliaia di litri d’acqua in pochi secondi e sul cui fondo<br />
lavorano 50 sub per tutto lo show, al Ka Theatre, con una<br />
produzione con tre palchi mobili che variano l’inclinazione<br />
fino a 90° e ad altezze di quasi 40 mt.<br />
E proprio dal teatro di Ka, arriva la proposta più innovativa di<br />
incentive e/o team building per agenzie. Il behind the scenes<br />
proposto dal Cirque, non solo permette di entrare nel teatro<br />
e vedere gli allenamenti degli artisti, ma anche e soprattutto<br />
di imparare a lavorare con loro. Sotto la guida dei maestri<br />
acrobati, il Cirque (al termine di una visita guidata nella<br />
quale vengono mostrati i vari locali del teatro e le imponenti<br />
macchine di regia e scena) propone infatti<br />
una serie di esercizi, realizzati proprio sul<br />
palcoscenico di Ka.<br />
Così gli ospiti lavorano dove si svolge<br />
uno degli show di arti marziali più<br />
impattanti al mondo, con una ruota<br />
girevole a tre gabbie, sulla e dalla<br />
quale saltano gli acrobati. A questo<br />
si può aggiungere ovviamente<br />
una cena con gli artisti o una Vip<br />
experience con ingressi prima dello<br />
show, e incontri con i protagonisti.<br />
Inutile dire che si tratta di<br />
un’esperienza indimenticabile.<br />
30<br />
31
ipw<br />
KENNEDY SPACE CENTER<br />
Siamo abituati a vederlo nei film. E’ un po’ casa per molti, se<br />
non per tutti noi, almeno nell’immaginario collettivo. E’ un<br />
luogo meraviglioso, immerso in una delle oasi naturalistiche<br />
più belle al mondo.<br />
Perché quello che molti non sanno è che “il Kennedy”, come<br />
affettuosamente viene chiamato da chi lo frequenta per<br />
lavoro, si stende tra golfi e landa terrestre, ospitando specie<br />
marine, uccelli, coccodrilli e animali terrestri unici.<br />
SPEEDVEGAS CIRCUIT<br />
Las Vegas, città una volta simbolo del gioco d’azzardo, è<br />
oggi una delle destinazioni privilegiate per convention,<br />
presentazioni e meeting. è<br />
anche un’ottima base di partenza<br />
per escursioni tra Arizona e<br />
Nevada, con sorvoli del Grand<br />
Canyon in aereo o elicottero con<br />
il quale - perché no? - è anche<br />
possibile atterrare e godersi<br />
uno champagne al tramonto tra<br />
le gole del Colorado River.<br />
Ma oltre a queste attività, dal 15<br />
aprile chi organizza eventi ha una<br />
possibilità in più di proposta ai propri clienti. Lo Speedvegas<br />
Circuit, costruito appositamente per far provare il brivido<br />
della velocità su macchine da sogno: Lamborghini, Ferrari,<br />
McLaren, fanno bella mostra di sé e poi si scatenano in pista.<br />
Nel deserto, in un’atmosfera rarefatta tra le dune del Nevada<br />
che mescola visioni di natura a profumi di benzina e motori,<br />
gli ospiti possono decidere se imparare a controllare le<br />
prestazioni di queste vetture uniche, guidandole sul tracciato,<br />
oppure divertirsi a fianco di piloti istruttori capaci di portare<br />
al limite le auto e far salire l’adrenalina a livelli davvero<br />
altissimi.<br />
Nel caso di gruppi aziendali, l’esperienza avviene attraverso<br />
la divisione in squadre che affrontano la pista sotto la guida<br />
di uno staff di istruttori dedicati ad ogni team.<br />
La giornata da pilota naturalmente, ha momenti di relax nella<br />
clubhouse, attrezzata con sale per i briefing e parti di teoria,<br />
oltre a un ricchissimo buffet.<br />
Dal nostro inviato a New Orleans - F. Mezzo<br />
Chi va al KSC può avere la fortuna di vedere l’aquila simbolo<br />
degli Usa, proprio di fianco alla strada percorsa dal bus che<br />
porta sotto le torri di lancio.<br />
Qui un incentive è ovviamente qualcosa di unico. Dal pranzo<br />
con gli astronauti che spiegano cosa avviene nella missione,<br />
fino al training vero e proprio di mezza giornata, in cui è<br />
possibile imparare a manovrare lo space shuttle oppure a far<br />
partire un razzo, seguendo le procedure standard.<br />
Ovviamente non può mancare la<br />
visita con la simulazione del<br />
lancio dell’Apollo: 3 minuti di<br />
realtà simulata con i vetri<br />
infuocati e il rumore<br />
del razzo in decollo,<br />
i computer e<br />
le persone<br />
che eseguono la routine a terra della partenza, i vari comandi<br />
e finalmente l’entrata in orbita.<br />
La giornata idealmente si conclude con una cena che può<br />
essere organizzata sotto l’Atlantis (quello vero, che ha fatto<br />
le missioni ed è esposto nel Centro) oppure sotto le sezioni<br />
separate dell’Apollo, con il modulo lunare.<br />
32 33
ART<br />
art<br />
Artisti e mecenati<br />
Il tandem perfetto<br />
per entrare nella storia.<br />
E’ chiaro che questo camminare su un filo sospeso sulla<br />
realtà rende gli artisti dei veri e propri equilibristi, anche<br />
nell’affrontare compiti quotidiani: dal pagare una bolletta al<br />
fare la spesa. Senza contare il come guadagnarsi da vivere;<br />
cosa che, date le caratteristiche sopra citate, potrebbe<br />
diventare assai difficile.<br />
E infatti, non esiste artista che sia autonomamente capace<br />
di sopravvivere, di gestire una vita inquadrata in schemi o<br />
prospettive che, per la maggior parte delle persone, sono<br />
invece assolutamente normali. Per l’artista tutto è sfida con<br />
qualcosa di altro di esterno e a volte nemico, di distraente<br />
dalla sua visione che è sempre creativa e oltre. Qualcuno<br />
in cui e da cui cercare confronto e conforto. Perché al pari<br />
di un bambino, per crescere, l’artista da sempre ha avuto<br />
bisogno di una persona che credesse in lui e gli permettesse<br />
di vivere e dedicarsi alla sua arte. Senza queste persone<br />
non esisterebbero tutti i capolavori di cui possiamo godere<br />
(pittura, scultura, architettura, musica, poesia, cinema...).<br />
Si sa che gli artisti vivono in un loro<br />
mondo girovagando nella realtà.<br />
La verità è che stanno altrove.<br />
Per la maggior parte delle persone,<br />
una mela è una mela. Semplice. La<br />
pioggia è pioggia. Punto. Per un<br />
artista invece, un semplice pomo<br />
o dell’acqua che cade possono<br />
diventare qualsiasi cosa perché<br />
lo spazio in cui si muove la sua<br />
mente è dilatato e attraversato<br />
da fili invisibili che scarta oppure<br />
sceglie di percorrere. Non per<br />
nulla spesso l’ispirazione era<br />
cercata con molti mezzi, non<br />
sempre leciti. Ricordiamo gli<br />
streams of (un)consciousness<br />
o i viaggi onirici sollecitati da<br />
lisergiche visioni.<br />
Il figlio dell’uomo, René Magritte<br />
thinglink.com<br />
Questa figura è il mecenate. La parola non è inventata, ma<br />
nasce traslata dal cognome di un certo Gaio Cilnio Mecenate,<br />
un personaggio ricco, colto<br />
e illuminato, nato nel 68 a.C.<br />
impegnato a sostenere artisti<br />
e intellettuali dell’epoca.<br />
Mecenate sostenne la<br />
produzione artistica di<br />
Orazio e Virgilio, rendendo<br />
intellettualmente ricca<br />
l’epoca dell’imperatore<br />
Augusto di cui era amico.<br />
Roma è abbellita con<br />
costruzioni come l’Ara<br />
Busto raffigurante Mecenate<br />
Pacis, il Pantheon, il Foro<br />
it.wikipedia.org<br />
di Augusto; statue dei<br />
princeps e di altri importanti<br />
personaggi decorano la capitale e tutte le città dell’impero<br />
perché Mecenate ebbe anche il merito di integrare le<br />
politiche dell’offerta pubblica con gli investimenti privati, a<br />
tutto vantaggio della collettività.<br />
Tutti i personaggi che da sempre hanno usato l’arte per<br />
mostrare la loro ricchezza e il loro potere hanno avuto questo<br />
ruolo. Papi e imperatori, finanzieri e politici, re e principi.<br />
Ma anche persone illuminate, che per il solo amore verso<br />
l’arte hanno supportato gli artisti consentendo loro di<br />
continuare ad esserlo.<br />
Gertrude Stein, Pablo Picasso<br />
chez-edmea.blogspot.it<br />
Ad esempio non potremmo ammirare le volte della Cappella<br />
Sistina senza la visione di Papa Giulio II che, nei primi anni<br />
del 1500, commissionò l’immenso affresco a Michelangelo.<br />
Van Gogh avrebbe fatto poco o niente senza il supporto di<br />
suo fratello Theo che si occupava di vendere i suoi dipinti,<br />
mandargli denaro per mangiare, comprare tele e colori per<br />
vivere. Il ruolo di Theo è stato anche quello di supportare il<br />
fratello, facendo quasi da psicologo a questo artista sensibile<br />
ed incline alla depressione.<br />
Maurice Raynal, mecenate avanguardista, fu il grande<br />
sostenitore e promotore di Picasso e del suo gruppo di<br />
giovani artisti. Per quasi mezzo secolo ne scrisse su giornali<br />
e riviste e ne pubblicò decine di volumi. Ma la vera mecenate<br />
di Picasso fu una donna, la scrittrice statunitense Gertrude<br />
Stein, cara amica di Picasso. Prima collezionista di quadri<br />
cubisti e poi sostenitrice delle opere del pittore spagnolo.<br />
Lui la ritrasse in un dipinto che ebbe pochi riscontri ma di<br />
cui lei disse: “Fui, e sono tuttora, soddisfattissima di questo<br />
ritratto. Per me, sono io: ed è la sola immagine di me che sia<br />
me” (il dipinto si trova ora si trova al Metropolitan Museum<br />
of Art di New York n.d.r.).<br />
Questa donna illustre e illuminata lasciò il segno nella<br />
storia dell’arte creando un rifugio costante, il salotto<br />
34 35
ART<br />
La storia e la notorietà di<br />
Jackson Pollock viaggiano di<br />
pari passo con quella della sua<br />
mecenate, Peggy Guggenheim.<br />
Peggy dedicherà a lui la prima<br />
personale alla fine del 1943,<br />
nella galleria/museo Art of<br />
This Century da lei fondata, lo<br />
promuoverà attivamente e ne<br />
venderà le opere.<br />
Il mecenate aiuta l’artista e<br />
l’artista lo fa entrare con lui<br />
nella storia. Uno scambio<br />
meraviglioso che ha regalato<br />
al mondo tutte le opere che<br />
possiamo ammirare, anche se<br />
a volte i rapporti tra artista<br />
e mecenate o committente,<br />
non sono facili. Un esempio<br />
in particolare, è l’interazione<br />
quasi distruttiva a livello umano<br />
proprio tra Michelangelo e Papa<br />
Giulio II, con rapporti che definire<br />
semplicemente burrascosi<br />
significherebbe celarli in un<br />
eufemismo.<br />
Cappella Sistina, Michelangelo Buonarroti<br />
fabertechnica.it<br />
Peggy Guggenheim and Jackson Pollock in front of Pollock’s Mural<br />
guggenheim-venice.it<br />
di rue de Fleurus, per intellettuali, artisti e scrittori del<br />
postimpressionismo e del cubismo. Vi parteciparono<br />
regolarmente, oltre a Pablo Picasso, anche Ernest<br />
Hemingway, F. Scott Fitzgerald, Sinclair Lewis, Ezra Pound,<br />
Thornton Wilder, Sherwood Anderson, Francis Cyril Rose,<br />
René Crevel, Élisabeth de Gramont, Francis Picabia, Claribel<br />
Cono, Mildred Aldrich, Carl Van<br />
Vechten e Henri Matisse.<br />
Il sabato sera era il giorno per i ritrovi<br />
di questa Congregazione, così che la<br />
Stein potesse scrivere ininterrotta dai visitatori per tutta la<br />
settimana. Alice, la sua compagna, divenne la padrona di casa<br />
de facto per le mogli e le fidanzate degli artisti presenti, che<br />
si incontravano in una stanza separata.<br />
L’artista da sempre ha avuto bisogno<br />
di una persona che credesse in lui e gli<br />
permettesse di dedicarsi alla sua arte.<br />
Viene da dire che l’artista può<br />
esistere solo in tandem con<br />
qualcuno che gli permette di<br />
esserlo. Ma purtroppo oggi<br />
questa figura sta lentamente<br />
scomparendo, forse anche per<br />
una complicanza frutto della crisi economica e finanziaria, per<br />
cui si fanno promotori dell’arte istituzioni e grandi aziende, ma<br />
sempre meno privati, con il rischio di politicizzare gli artisti e<br />
farli rientrare in meccanismi che poco hanno a che fare con<br />
l’arte. Ed è un peccato, perché non dobbiamo dimenticare<br />
che l’arte, in tutte le sue declinazioni, è necessaria all’uomo; e<br />
che la sua diffusione fin dall’antichità,<br />
è il segno dello splendore della civiltà.<br />
Basta soffermarci un momento<br />
pescando nella memoria le emozioni<br />
percepite ascoltando un concerto di<br />
Mozart, alzando gli occhi alla volta della Cappella Sistina,<br />
rimanendo straniti di fronte al Guernica o a un qualunque<br />
dipinto di Turner; o perché no, anche banalmente piangendo<br />
o entusiasmandoci davanti a un film.<br />
S. Viola<br />
36<br />
37
mice news<br />
MICE NEWS<br />
MICE NEWS<br />
Châteaux & Hôtels Collection<br />
Châteaux & Hôtels Collection, nato nel 1975 e famoso in<br />
tutto il mondo per i suoi hotel di charme e ristoranti d’alta<br />
gastronomia, propone un catalogo con più di 500 strutture in<br />
16 Paesi. Che vogliate andare al mare o in montagna, in città o<br />
in campagna, troverete sempre strutture di charme. Non ne<br />
mancano di memorabili anche in Italia, luoghi unici e ricchi di<br />
storia ed eleganza che vi segnaliamo:<br />
HOTEL CELLAI (Firenze): Un boutique hotel di charme nel<br />
cuore di Firenze, dove ogni arredamento è curato nei minimi<br />
dettagli dalla proprietà e collezionato negli anni, con spazi<br />
meeting per piccoli eventi, presentazioni e cocktail party.<br />
Unica la vista dalla terrazza all’ultimo piano, uno sguardo<br />
sulle colline fiorentine e sui tetti della città.<br />
www.hotelcellai.it<br />
ANTICA CORTE PALLAVICINA (Parma): Celebre relais di<br />
campagna dei fratelli Spigaroli con ristorante stellato e<br />
produzione del pregiato culatello di zibello, è anche sede di<br />
numerose attività di team-building e incentive.<br />
www.acpallavicina.com<br />
CASTELLO DI SEMIVICOLI (Abruzzo): Proprietà della celebre<br />
cantina Masciarelli, questo castello offre numerosi<br />
spazi indoor e outdoor per eventi aziendali, team-building e<br />
meeting, oltre che a degustazioni e visite guidate dei vigneti.<br />
www.castellodisemivicoli.it<br />
Castello di Semivicoli, Chieti<br />
dimensionefashion.com<br />
Antica Corte Pallavicina, Parma<br />
ilridotto.info<br />
BORGO CONDE’ (Romagna): Una struttura immersa tra cento<br />
ettari di vigneti del sangiovese a Forlì. Con un’importante<br />
cantina ed una Spa dedicata, viene scelto anche per eventi di<br />
rilevanza internazionale.<br />
www.borgoconde.it<br />
AURORA BOREALE DI ICELANDAIR<br />
E’ possibile ammirare l’aurora boreale stando comodamente<br />
seduti su un aereo? Oggi sì, sui voli Icelandair.<br />
Borgo Condè, Romagna<br />
borgoconde.it<br />
La compagnia aerea islandese ha introdotto in flotta l’Hekla<br />
Aurora, un aereo completamente dedicato al noto fenomeno<br />
naturale per il quale ogni anno migliaia di temerari sono<br />
disposti a percorrere chilometri tra le nevi e il freddo. Come si<br />
vede nel video pubblicato sulla pagina Facebook del vettore,<br />
l’aereo, oltre ad avere una livrea a tema aerografato da alcuni<br />
artisti, consente ai suoi passeggeri di vivere l’esperienza<br />
dell’aurora con delle particolari illuminazioni led che durante<br />
il volo ricreano i cambi di luce del fenomeno ottico.<br />
38<br />
39
MICE NEWS<br />
Treno Shiki-Shima • japantimes.co.jp<br />
TRENI SUPERSONICI E INVISIBILI IN GIAPPONE<br />
Mizukaze e Shiki-Shima, questi i nomi dei due treni a 5<br />
stelle che cambieranno le ferrovie del Giappone. Sta infatti<br />
per arrivare una rivoluzione a cinque stelle sulle ferrovie<br />
nipponiche ed il paese sembra pronto ad investire in questa<br />
novità di lusso. A partire dal 2017, due nuovi treni ultra rapidi<br />
potranno garantire ai passeggeri viaggi veloci, confortevoli e<br />
soprattutto di alta gamma.<br />
Il Mizukaze, progettato dalla società Twilight Express<br />
Mizukaze, unirà Kyoto, Osaka e Shimonoseki e potrà<br />
accogliere 30 passeggeri. Sarà dotato di dieci carrozze che<br />
includeranno area panoramica, lounge bar, camere da letto e<br />
ristorante di lusso, dove si alterneranno chef stellati. Il suo<br />
nome significa “treno che sfreccia tra i paesaggi di Mizuho<br />
come il vento”.<br />
“Isola delle quattro stagioni” è invece il significato di Shiki-<br />
Shima, con un debutto previsto per maggio 2017. Il mezzo,<br />
che partirà da Tokyo per raggiungere le regioni di Tohoku<br />
e Hokkaido, potrà trasportare 34 passeggeri in 17 camere<br />
luxury dal design moderno, disposte in quattro carrozze.<br />
Come il Mizukaze sarà dotato di ristorante e carrozza<br />
panoramica. Le tariffe di entrambi i treni si aggirano intorno<br />
ai duemila euro a corsa.<br />
Ma c’è anche un treno invisibile pronto a debuttare sui binari<br />
giapponesi. Si chiama Seibu Railway ed è un treno progettato<br />
dall’archistar giapponese Kazuyo Sejima che entrerà in<br />
attività nel 2018. Il treno, come mostra un video pubblicato<br />
dalla società costruttrice su YouTube, è realizzato con<br />
coperture a specchio, che riflettendo l’ambiente circostante,<br />
danno un effetto di trasparenza. La forma allungata garantirà<br />
invece al treno velocità e aerodinamicità. Le carrozze<br />
saranno arredate con sedili confortevoli, pensate per far<br />
sentire i passeggeri come in un salotto.<br />
SHANGRI-LA HAMBANTOTA, SRI LANKA<br />
Nell’estremo sud dello Sri Lanka è stato inaugurato nei primi<br />
di giugno lo Shangri-La Hambantota Resort & Spa.<br />
Una meraviglia immersa in un territorio di 53 ettari, con un lago<br />
salato adatto a tutti gli sport acquatici. L’hotel accoglie i suoi<br />
ospiti con 300 camere, 21 suites, un campo da golf di 18 buche,<br />
la CHI Spa con trattamenti ayurvedici e una Grand Ballroom<br />
per 1200 persone. Le tariffe per ora sono abbordabili, circa<br />
200/250 Usd per camera, un buon rapporto qualità-prezzo.<br />
Shangri-La Hambantota, Sri Lanka<br />
Shangri-La Villingili Resort and Spa<br />
shangri-la.com<br />
L’unico problema è arrivarci: la struttura si trova infatti a 4<br />
ore e mezza da Colombo. Per fortuna però c’è un sistema<br />
più veloce. A 25 minuti dall’Hotel, con strada asfaltata, si<br />
trova l’aeroporto di Mattala - sigla HRI - dove FlyDubai vola<br />
giornalmente da Dubai. Abbinare una visita di Dubai a Sri<br />
Lanka è la combinazione incentive perfetta e completa.<br />
www.shangri-la.com/hambantota/shangrila<br />
holysmithereens.com<br />
sono 3 ristoranti, la CHI Spa, un percorso per passeggiate in<br />
bici e perfino un campo da golf di 9 buche.<br />
www.shangri-la.com/male/villingiliresort<br />
E a prosito di Maldive…C’è una nuova isola privata nelle<br />
Maldive a cinque stelle ed è della catena Four Seasons. Con<br />
7 suites, un centro immersioni, l’Oceans of Consciousness<br />
Spa ed uno yacht di 19 metri, il Private Island Maldives at<br />
Voavah, nell’atollo di Baa, è la prima isola privata del Gruppo<br />
Four Seasons. In utilizzo esclusivo ad un solo ospite con i<br />
suoi accompagnatori può ospitare fino ad un massimo di 22<br />
persone. L’atollo, che appartiene alla World Biosphere Reserve<br />
dell’Unesco, è raggiungibile in idrovolante dall’aeroporto di<br />
Male, oppure in venti minuti di barca veloce dal Four Seasons<br />
Resort Maldives di Landaa Giraavaru. Voavah diventa così la<br />
quarta struttura della collezione maldiviana del Gruppo (dopo<br />
il Four Seasons Resort Maldives di Landaa Giraavaru, il Four<br />
Seasons Resort Maldives di Kuda Huraa e il Four Seasons<br />
Explorer). www.fourseasons.com/maldives<br />
Shangri-La Villingili, MALDIVE<br />
Seibu Railway • fastcodesign.com<br />
Per chi non vuole rinunciare alle Maldive di una volta, lo<br />
Shangri-La Villingili offre 132 ville meravigliose nell’atollo di<br />
Addu, all’estremo sud dell’arcipelago. Queste si raggiungono<br />
in circa un’ora con un la compagnia MaldivesAir dall’aeroporto<br />
di Male. Una volta atterrati a Gan, basteranno solo<br />
cinque minuti per raggiungere questo paradiso terrestre.<br />
Queste sono le Maldive come una volta, quelle escluse dal<br />
turismo di massa, ben diverse dagli atolli più vicini a Male. Su<br />
17 kmq di isola, oltre alle 132 ville (di cui 70 sono overwater) ci<br />
Isola Voavah, Maldive<br />
prnewswire.com<br />
40 41
MICE NEWS<br />
MICE NEWS<br />
DESTINAZIONI SU CUI PUNTARE<br />
Repubblica Dominicana<br />
“La Repubblica Dominicana è la destinazione più nota dei Caraibi per l’organizzazione di Meeting e Convention, Incentive Travel<br />
ed Eventi. Il clima eccellente tutto l’anno, gli ottimi collegamenti aerei, le numerose attrazioni, la presenza delle più importanti<br />
catene alberghiere internazionali e le tantissime sedi congressuali, rendono l’isola una destinazione perfetta per il MICE.”<br />
Estratto di un’intervista a Neyda Garcia, Direttore dell’Ufficio del Turismo della Repubblica Dominicana a Milano.<br />
SANTO DOMINGO<br />
La capitale, con i suoi 3 milioni di abitanti, è la città più vivace<br />
dei Caraibi. Santo Domingo è conosciuta per la sua parte<br />
coloniale, Patrimonio dell’Unesco, per l’intenso programma<br />
di spettacoli dal vivo, per i suoi ristoranti e per la sua vita<br />
notturna. La città è la principale destinazione di meeting e<br />
convention (con spazi fino a 8.000 persone) ed è in costante<br />
evoluzione. Da qui è facile spostarsi verso altre destinazioni:<br />
per esempio, l’area suburbana di Boca Chica si trova a soli 10<br />
minuti dall’Aeroporto Internazionale Las Americas; mentre a<br />
20 minuti si trova la spiaggia di Juan Dolio, famosa per i suoi<br />
ristoranti e per i campi da golf (Guavaberry Golf e Los Marlins).<br />
PUNTA CANA<br />
Palme e sabbia bianca finissima. Si<br />
presenta così la costa che da Punta<br />
Cana porta a Bavaro, il luogo con<br />
la maggior concentrazione di<br />
alberghi e sedi per eventi, che<br />
ospita il Bavaro Adventure Park<br />
e il Dolphin Explorer. Continuando<br />
verso Uvero Alto, ci sono i paesi di El<br />
Cortecito - con decine di prestigiosi<br />
ristoranti sulla spiaggia, come l’imperdibile Captain Cook<br />
- e Cabeza de Toro, con Yacht Club e campi da golf. Da non<br />
perdere la visita al Bibijagua, il più grande mercato d’arte<br />
della zona, ed il parco acquatico di Uvero Alto. Per gli eventi<br />
a Punta Cana si va dalle 24 sale per 3.000 persone dell’Hotel<br />
Barcelò & Resorts, al Paradisus Palma Real con 15<br />
sale per 850 persone, fino al Convention Center dell’Hard<br />
Rock Hotel & Casino con una capacità di 5.000 persone.<br />
SAMANA’<br />
Samanà è un tesoro<br />
naturale. Selvaggia, con<br />
baie e cascate, ha tanto<br />
da offrire. E’ conosciuta<br />
per le sue spiagge, per<br />
il bodyboard, per le<br />
passeggiate nella natura<br />
e per gli avvistamenti delle<br />
balene. Santa Bàrbara di<br />
Samanà é il capoluogo di provincia,<br />
mentre da Las Galeras partono le escursioni per Playa<br />
Rincón: 5 km di insenatura e una spiaggia incontaminata dove<br />
si può assaporare il “pescado con coco” tipico della zona. Las<br />
Terrenas, invece, é il principale centro turistico dall’anima<br />
della città di mare: ha negozi, ristoranti e bar, come il famoso<br />
Pueblo de Pescadores.<br />
Da non perdere: lo zip-line El Valle, un’escursione che finisce<br />
nella cascata Lulù, la traversata de El Limón attraverso 20<br />
piattaforme ed il Parco Nazionale Los Haitises che si estende<br />
per 1600 km².<br />
LA ROMANA e BAYAHIBE<br />
Questa è la terra dei campi da golf Teeth of the Dog e Dye Fore.<br />
La Romana è anche conosciuta come “città dello zucchero” per<br />
i suoi campi di canna da zucchero. Casa de Campo e Altos de<br />
Chavon sono in cima alla classifica delle mete più visitate,<br />
imperdibile l’Isola Saona, raggiungibile con barche veloci dagli<br />
Hotel di Bayahibe. A Casa de Campo sale meeting fino a 750<br />
persone, mentre Altos de Chavon ha un anfiteatro da 5.500<br />
posti!<br />
M. Saccenti<br />
REPUBBLICA DOMINICANA<br />
TUTTO QUELLO CHE SOGNI<br />
Ufficio del Turismo Repubblica Dominicana<br />
Piazza Castello, 25 • 20121 Milano • Tel: 39-02 805 77 81<br />
Fax: 39-02 865 861 • enteturismo.repdom@gmail.com<br />
42<br />
facebook.com/turismorepubblicadominicana<br />
GoDominicanRepublic.com<br />
43
tl<br />
btl<br />
below the line<br />
Un territorio ancora da scoprire.<br />
Above the Line, Below the<br />
Line. Due termini tanto<br />
conosciuti quanto confusi,<br />
e spesso anche abusati nel mondo<br />
della comunicazione. Nonostante<br />
le sigle ATL e BTL compaiano<br />
quotidianamente in progetti e presentazioni<br />
di clienti e agenzie, sono<br />
ancora in tanti a sentirsi disorientati<br />
quando devono decidere cosa va<br />
messo sopra o sotto “the line”.<br />
La famosa linea trova la sua origine<br />
nel gergo finanziario ed è ciò che nei<br />
conti economici delle aziende divide le<br />
spese e i ricavi dalle voci secondarie,<br />
cioè dalle attività di minore impatto<br />
o non preventivate. Sopra la linea si<br />
trovano tutte le operazioni con un<br />
budget predefinito, sotto la linea<br />
invece, gli interventi non pianificati<br />
perché considerati meno importanti.<br />
Questo è quanto scritto sulla carta,<br />
tuttavia nel corso del tempo i termini<br />
ATL e BTL si sono evoluti andando<br />
ad includere nuove voci e categorie.<br />
In questo senso, la comunicazione<br />
Below the Line risulta essere molto<br />
più “fluida” e “plasmabile” rispetto<br />
alla sorella, che ha sempre sfruttato<br />
principalmente i media tradizionali.<br />
La storia della BTL segue quella<br />
dell’uomo adattandosi ai cambiamenti<br />
della società, alle abitudini e ai<br />
gusti degli esseri umani; il tutto<br />
senza operare su spazi pubblicitari<br />
pagati, senza utilizzare uno stile<br />
media<br />
tradizionali<br />
unica<br />
budget<br />
predefinito<br />
ampio<br />
pubblico<br />
standard<br />
maggior visibilità<br />
al brand<br />
diffusione<br />
capillare<br />
declinabile<br />
attività<br />
non pianificabile<br />
messaggio<br />
personalizzato<br />
non<br />
convenzionale<br />
vicina al<br />
consumatore<br />
di comunicazione “dichiarata” e<br />
appariscente. I metodi della BTL sono<br />
quelli che apparentemente passano<br />
inosservati, quelli che attraverso<br />
un’attività di guerrilla marketing<br />
notturna o un creativo flash mob sono<br />
capaci di trasformare una città e, se<br />
ben pensati, anche il punto di vista<br />
delle persone su una azienda o un<br />
prodotto. Nella BTL rientrano il direct<br />
marketing, le Pubbliche Relazioni, le<br />
sponsorizzazioni…fino ad arrivare<br />
al passaparola, al telemarketing, al<br />
product demo. Anche il packaging e<br />
il corporate design acquistano una<br />
nuova importanza: dalla confezione di<br />
un prodotto deve emergere l’ideale di<br />
un’azienda, il messaggio da comunicare<br />
deve essere accuratamente pianificato<br />
e gestito sfruttando al meglio ogni<br />
canale a disposizione; e per fare ciò, la<br />
relazione con il cliente è fondamentale.<br />
Ogni dettaglio necessita di una cura<br />
maniacale ed il lavoro dietro una<br />
campagna BTL non ha niente da<br />
invidiare a quello di una campagna<br />
Above the Line, la scelta di materiali di<br />
qualità per gli allestimenti, ad esempio,<br />
o la fornitura di samples di prodotto ai<br />
clienti prima della produzione, sono<br />
entrambi passaggi fondamentali che<br />
non possono esser messi in secondo<br />
piano. Per gli strumenti e gli spazi<br />
fubiz.net<br />
kumbuja.com.ng<br />
utilizzati dalla BTL, potremmo definirla<br />
una comunicazione non convenzionale,<br />
una valida alternativa alla ATL che<br />
invece ha puntato, e continua a farlo,<br />
sul riscontro pubblico<br />
e sulle grandi<br />
apparizioni.<br />
Parlando proprio<br />
di ATL, è indubbio<br />
che l’avvento della<br />
televisione negli<br />
anni Sessanta l’abbia portata sotto i<br />
riflettori della comunicazione, lasciando<br />
la BTL in disparte perché più povera in<br />
termini di budget e visibilità. Oggi però,<br />
non possiamo più considerare la tv<br />
come mezzo di comunicazione sovrano,<br />
così come la radio o il cinema. La rete<br />
mrwolfservice.com<br />
Potremmo definire la BTL<br />
una comunicazione non convenzionale,<br />
una valida alternativa<br />
alla ATL che invece ha<br />
puntato, e continua a farlo,<br />
sul riscontro pubblico e sulle<br />
grandi apparizioni.<br />
si è inserita senza alcuna difficoltà<br />
nella realtà di tutti i giorni, guidando<br />
grandi fette di consumatori verso nuovi<br />
orizzonti comunicativi e di advertising.<br />
Il presidio della BTL<br />
quindi sembra ancora<br />
un po’ inesplorato,<br />
da scoprire, in mano<br />
a quelle agenzie e<br />
creativi più audaci<br />
che, anziché puntare<br />
sulla pubblicità, hanno<br />
deciso di andare controcorrente e<br />
sfruttare al massimo questa area di<br />
business.<br />
Cosa rende la BTL così particolare?<br />
Perché stiamo assistendo ad un cambio<br />
di rotta verso una comunicazione<br />
44 45
tl<br />
btl<br />
weburbanist.com waltermarketing.it canneslionsarchive.com<br />
efficace ma meno invadente? E<br />
soprattutto, perché le campagne<br />
Below the Line risultano ad una prima<br />
considerazione più semplici, per poi<br />
nascondere insidie e opportunità da<br />
scovare e sviluppare con dovizia di<br />
particolari? Perché ancor prima del<br />
digital, quando Internet era solamente<br />
un’idea e la televisione cominciava a<br />
presentarsi al grande pubblico con<br />
la pubblicità, la comunicazione BTL<br />
riusciva a raggiungere il quotidiano,<br />
senza nessuna réclame urlata a gran<br />
voce, pensando out<br />
of the box e dunque<br />
arrivando al cuore dei<br />
consumatori.<br />
Se nei primi del ‘900,<br />
una carrozza con<br />
attaccato un cartellone pubblicitario<br />
poteva considerarsi Outdoor advertisement,<br />
provare i prodotti dei<br />
commercianti per strada era la tasting<br />
experience del secolo scorso. ATL e<br />
BTL sono sempre state a confronto,<br />
sin dal principio della comunicazione<br />
La rete si è inserita senza<br />
alcuna difficoltà nella realtà di<br />
tutti i giorni, guidando grandi<br />
fette di consumatori verso<br />
nuovi orizzonti comunicativi e<br />
di advertising.<br />
come parte del marketing. Scrittori<br />
come Charles Dickens e Edgar Allan<br />
Poe scrivevano i loro racconti a<br />
puntate sui giornali di metà Ottocento<br />
per invogliare i lettori delle testate<br />
ad acquistare il numero successivo e,<br />
allo stesso tempo, costruire la propria<br />
celebrità come autori. I packaging<br />
si adeguavano alle tecnologie<br />
dell’epoca così come ai gusti della<br />
società che venivano dirottati verso<br />
prodotti colorati, appealing e pop.<br />
Le vetrine dei negozi si riempivano<br />
di product samples<br />
che cambiavano a<br />
seconda del periodo<br />
o degli avvenimenti<br />
speciali; seguivano<br />
le mode e proprio<br />
per questo sapevano<br />
incuriosire ed attirare i consumatori,<br />
arrivando a soddisfare i loro bisogni (e<br />
soprattutto creandone di nuovi).<br />
Tutto questo non è cambiato. La<br />
comunicazione Below the Line<br />
continua a risentire dei cambiamenti<br />
della società ma allo stesso tempo<br />
ha il potere di influenzarli, facendosi<br />
trovare puntualmente pronta ad<br />
adeguare i propri modelli comunicativi<br />
alle necessità del presente.<br />
Anzi, la BTL è molto di più e le sue<br />
potenzialità sono divenute ancora<br />
maggiori da quando internet è<br />
arrivato a suo supporto. Grazie al web<br />
l’uomo comunica per ipertesti, link,<br />
collegamenti rapidi; l’attività web e<br />
di social media degli ultimi 10 anni è<br />
aumentata incredibilmente portando<br />
contenuti innovativi all’attenzione<br />
della popolazione mondiale. Questa<br />
novità apre nuove strade ad una<br />
comunicazione che si slega dai concetti<br />
di ATL e BTL, presentandosi come<br />
una loro ibridazione, il passaggio<br />
successivo; una comunicazione che<br />
non sta né sopra né sotto una linea,<br />
ma vi passa attraverso: la TTL, o<br />
comunicazione Through the Line, che<br />
sfrutta nuovi canali e nuove tecnologie<br />
per raggiungere un vasto<br />
pubblico e generare<br />
conversazioni con gli<br />
stakeholder.<br />
Per seguire i clienti anche in<br />
questo settore, e per dare<br />
una nuova luce a questo<br />
campo della comunicazione<br />
spesso considerato, a torto,<br />
di “serie B”, Sinergie Group<br />
ha arricchito la propria<br />
offerta di servizi con una<br />
nuova divisione di Sinergie<br />
Live Communication. Dopo<br />
esser divenuto un vero<br />
e proprio Benchmark nel mondo dei<br />
viaggi incentive e degli eventi, il Gruppo<br />
vuole continuare ad offrire la massima<br />
qualità anche in una<br />
sfera parallela e allo<br />
stesso tempo affine<br />
all’agenzia.<br />
Sinergie Group infatti<br />
affonda le sue radici nel B2B, lì dove la<br />
comunicazione BTL è maggiormente<br />
utilizzata e sempre più connessa con il<br />
mondo digital.<br />
La volontà del Gruppo quindi, è quella di<br />
aumentare il proprio impegno lavorando<br />
su un doppio binario, facendo convivere<br />
in armonia questi due fondamentali<br />
elementi della comunicazione in modo<br />
da rispondere alle esigenze dei clienti<br />
a 360°, senza lasciare nulla in secondo<br />
piano. Si punta ad una attività di cross<br />
selling completa volta a rafforzare i<br />
rapporti con i clienti e invitandone nuovi<br />
a scoprire un team dedicato, flessibile<br />
Nuovi gioielli di comunicazione<br />
Below the Line che<br />
lasceranno sempre di più<br />
il segno nella mente del<br />
consumatore.<br />
e disponibile full time per sviluppare<br />
innovative strategie di comunicazione<br />
BTL.<br />
La squadra BTL<br />
nasce a Roma e ha già<br />
raggiunto importanti<br />
obiettivi come la<br />
creazione della<br />
campagna BTL per le Wi-Bikes di Enel<br />
in collaborazione con Piaggio.<br />
Il team della Capitale è in crescita e<br />
presto verrà inaugurato anche il loro<br />
ufficio a Milano.<br />
Il futuro della comunicazione<br />
Below the Line, come il<br />
suo passato, è legato<br />
alla nostra società.<br />
Nuovi stili di vita,<br />
nuove abitudini, nuove<br />
tecnologie porteranno<br />
la BTL ad aumentare<br />
la sua percentuale<br />
di investimenti digital<br />
in modo esponenziale,<br />
rinnovandosi ancora una<br />
volta e presentandosi sotto<br />
nuove spoglie, sempre<br />
più interconnessa con il<br />
mondo virtuale. I contenuti<br />
ATL scivoleranno sempre<br />
di più verso l’interattività,<br />
mutando quindi in nuovi<br />
gioielli di comunicazione<br />
Below the Line, gioielli che<br />
lasceranno sempre di più<br />
il segno nella mente del<br />
consumatore.<br />
Cambiano i tempi e le strategie. Forse<br />
la comunicazione diventerà un insieme<br />
di innumerevoli fattori dai confini quasi<br />
impercettibili, ma il fascino visibile<br />
“sotto la linea” rimane vivo nelle menti<br />
creative di chi punta sulla curiosità e<br />
sull’innovazione, guidando i clienti in<br />
un percorso nuovo che attende solo di<br />
essere scoperto.<br />
F. Passoni<br />
enelenergia.it<br />
46<br />
47
Lobby e poteri forti<br />
Il grande burattinaio.<br />
L’allenatore non gioca direttamente,<br />
ma sappiamo bene che è parte<br />
fondamentale della partita. E in modo<br />
più o meno diretto, più o meno evidente,<br />
detta ordini e regola lo schieramento in campo.<br />
Il generale non combatte con il fucile in pugno o la<br />
mitragliera a tracolla. Però è evidente la sua importanza<br />
nella strategia vincente di una guerra. In un concerto, il tecnico<br />
del suono lavora dietro a un mixer, con le cuffie in testa che<br />
lo isolano dai rumori della folla. Ma il suono perfetto che esce<br />
dagli amplificatori è merito suo anche se tutti guardano verso<br />
il palco su cui ancheggia isterica la rockstar di turno, tra fumi<br />
e luci colorate.<br />
A pensarci bene, sono tantissime le<br />
figure che operano nell’ombra per<br />
produrre (o guidare verso) risultati<br />
di cui qualcun altro può assumersi<br />
il merito. Non sempre l’apparenza<br />
corrisponde alla realtà e non sempre la realtà è perfetta<br />
perché frutto di chi sta agendo di fronte a noi. Spesso<br />
è merito di chi lavora dietro le quinte, di chi costruisce<br />
un successo restando nascosto. Ed è una dote positiva.<br />
Ma non sempre è così. Spesso la volontà di non esporsi<br />
è una scusa a non fare: “Se non è perfetto, piuttosto non<br />
faccio nulla”, una frase tipica di chi vuole nascondersi o di<br />
chi ha paura di sbagliare. Perché tanto la perfezione sarà<br />
impossibile o quasi da raggiungere e il comodo alibi aiuta<br />
a mantenere lo status quo. “Mi spiace molto, ma manca la<br />
procedura. Non posso autorizzarlo in questo momento”:<br />
la frase preferita dai direttori di banca o di assicurazione,<br />
personaggi il cui potere è dato dalla grandezza della targa<br />
in plexiglass e della scrivania con il ficus benjamin all’angolo,<br />
la poltrona fintapelle e la stampa alle pareti del loculo<br />
occupato nelle ore d’ufficio. Persone che poi attraverso<br />
la spiegazione comunicativa convincono della bontà di un<br />
consorziamento per salvare da fallimenti certi la struttura<br />
per la quale lavorano e trovano una giustificazione mediatica<br />
all’autogaranzia di un potere basato su denari incassati con<br />
prelievi di pochi centesimi da centinaia di migliaia di conti.<br />
C’è uno solo o più burattinai dietro<br />
le linee sempre più virtuali della<br />
comunicazione, dietro le fibre ottiche<br />
che trasmettono informazioni che non<br />
si vedono, ma sono più reali di un cavo?<br />
Viviamo in un mondo in cui gli accessi alle informazioni e ai<br />
segreti delle famiglie sono garantite per chi deve tutelarsi<br />
prima di concedere un mutuo, una rateizzazione di una<br />
vettura, e non a chi deve investire per comperare quella casa<br />
ma non conosce la solidità dell’azienda a cui affida i soldi o i<br />
reali consumi della nuova macchina. Un<br />
mondo in cui la televisione e i giornali<br />
sono influenzabili da entità esterne o<br />
interne in quanto finanziati da gruppi<br />
legati alla finanza, prima ancora che<br />
alla politica, spesso da quei gruppi<br />
finanziata in modo più o meno occulto.<br />
E allora…chi manovra le marionette? Chi tira i fili? C’è uno<br />
solo o più burattinai dietro le linee sempre più virtuali della<br />
comunicazione, dietro le fibre ottiche che trasmettono<br />
informazioni che non si vedono ma sono più reali di un cavo?<br />
Ci sarà qualcuno che ha degli interessi? Chi spinge verso una<br />
direzione piuttosto che un’altra? Chi influenza? Ma c’è davvero<br />
una lobby? Anzi, esiste la lobby? Se ne parla sempre più di<br />
frequente. Se ne sente parlare moltissimo. Ci sarà un nocciolo<br />
di verità sotto? Ci sarà un fondamento di realtà?<br />
Andreotti, uno che di poteri occulti, forti e deboli qualcosa ne<br />
sapeva, era solito dire che a pensar male si fa peccato, ma ci<br />
si azzecca spesso. E allora adesso voglio pensar male per un<br />
attimo, uno soltanto. Perché il tarlo malcelato del pensiero che<br />
forse non tutto quello che si sente dire è frutto di fantasie malate,<br />
mi si è appiccicato addosso come un adesivo alla valigia<br />
in transito sull’aeroporto di Londra. Che, puta caso, da sempre<br />
è uno dei centri nevralgici di lobby e finanza internazionale.<br />
La prima domanda che mi viene in mente allora, è legata<br />
proprio a questi strani giochi di potere che giustificano tutto e<br />
il contrario di tutto. Ci hanno appena spiegato e pretendono di<br />
farcelo credere in un battito di ciglia, che dopo mesi di dibattito<br />
sulla Brexit, adesso è un bene che la Gran Bretagna sia uscita<br />
dell’Unione Europea. Ma, mi chiedo, alla fine importa qualcosa<br />
a qualcuno? Veramente? E soprattutto la Gran Bretagna è mai<br />
stata veramente in Europa? Non credo. Hanno continuato a<br />
guidare a destra. Hanno continuato a usare la sterlina. Hanno<br />
continuato a pretendere il passaporto e a mantenere chiuse le<br />
frontiere. Cos’avevano di europeo? La convenienza del libero<br />
scambio di merci che aiutava le loro banche e la loro<br />
economia; la facilità dell’Erasmus per imparare la lingua,<br />
che essendo la terza più parlata al mondo (preceduta da<br />
cinese in numerica ma non in diffusione e dallo spagnolo),<br />
permetteva loro di comunicare in modo semplice e senza<br />
troppi sbattimenti in ogni<br />
parte del<br />
© maxicam/Shutterstock.com<br />
globo inoltre, attirare manovalanza pagata a tariffe inferiori a<br />
quelle dei connazionali; la tassazione che attirava imprese e, di<br />
conseguenza, capitali e valuta. Però adesso è bene che escano<br />
in fretta per ridare stabilità ai mercati. Lo dicono quegli stessi<br />
banchieri che fino a poche settimane fa consideravano questa<br />
posizione una vera eresia. E lo affermano con forza, perché le<br />
Relazioni Istituzionali (un’entità che aleggia più minacciosa<br />
degli Ufo nelle aziende e spesso invisibile davvero come<br />
gli Oggetti Volanti) hanno analizzato l’aria che tira e stanno<br />
facendo pressioni in questa direzione.<br />
E’ solo un esempio. Ma il potere di chi lavora nell’ombra è più<br />
reale di quanto si pensi. E non serve fingere di non vedere che<br />
intorno agli interessi comuni vi è una pletora di falsi attori di<br />
un potere ottenuto per una delega autoconcessa, numeri di<br />
una equazione senza senso e prime vittime di un sistema che<br />
hanno creato e di cui ora sono ingranaggi (Pink Floyd …you’re<br />
just another brick in the wall…) pensando di essere l’olio e la<br />
benzina. E’ il potere e il fascino del lato oscuro della forza. Ma<br />
in molti non sono (o non ancora perlomeno) Darth<br />
Vader. E quindi perché esistono queste figure?<br />
Perché la lobby fa così paura<br />
ma tutti ne vorrebbero far<br />
parte?<br />
La risposta è semplice; risiede<br />
nel combinato composto di potere e ricchezza. Che piaccia<br />
o no, insieme al sesso, sono queste le dinamiche che ancora<br />
oggi muovono il mondo. Il lobbista ha un fascino indiscusso<br />
che deriva dall’essere a conoscenza di informazioni spesso<br />
riservate (e si sa che la conoscenza è potere, tutto torna), ha<br />
accesso a stanze in cui si discutono futuri e scenari, conosce<br />
persone influenti e pertanto si pensa possa facilitare la vita a<br />
chi gli sta intorno. Il suo ruolo ovviamente gli dà la capacità e<br />
48<br />
49
la possibilità di vivere con un tenore decisamente superiore<br />
a quello della media della popolazione. E allora … perché non<br />
fare il lobbista? O almeno perché non<br />
tentare di farlo? A dirla tutta infatti,<br />
a dispetto delle normative vigenti di<br />
correttezza, etica, istituzionalità etc. la<br />
figura ha ancora un non so chè di vago e<br />
un’aura di oscura, ma affascinante e ambigua complessità. Ed<br />
è anche il motivo per cui la lobby fa paura. Perché se è vero che<br />
il giornalista si espone in prima persona con la propria firma e<br />
la propria faccia, o se il politico ci mette la sua dichiarazione,<br />
chi ha suggerito velatamente quella frase o quell’articolo<br />
in realtà spesso resta nascosto nel chiaroscuro di stanze<br />
e corridoi, dove le teorie sono sussurrate e le strategie<br />
promosse attraverso domande che generano dubbi.<br />
Sono tantissime le figure che operano<br />
nell’ombra per produrre risultati di cui<br />
qualcun altro può assumersi il merito.<br />
degli interessi di un gruppo o di un centro di potere, non<br />
è un male in sé. Un comunicatore che giustifichi l’operato<br />
del suo gruppo di appartenenza in<br />
modo aperto, in realtà non sarebbe<br />
un peccato, non sarebbe una figura<br />
oscura, ma molto semplicemente un<br />
responsabile di relazioni pubbliche. Il<br />
male comincia quando manca l’etica della comunicazione.<br />
Il male soprattutto è nel sistema. Dobbiamo cominciare<br />
a pensare che la lobby occulta esiste perché garantita e<br />
voluta proprio da quel sistema che dice di volerla normare<br />
e rendere palese. Perché gli attori di quel sistema cambiano<br />
le regole del gioco a loro piacimento, danneggiando gli<br />
di influenza scorretto e sbagliato. Il cambiare le regole a gioco<br />
cominciato permette le influenze disoneste. Quando è chiaro<br />
per tutti in quale ambito muoversi<br />
è possibile decidere se muoversi o<br />
meno. Ma quando non si conosce, si<br />
brancola e si cerca con ogni tentativo<br />
di raggiungere lo scopo. Un esempio<br />
banale. Se decido di giocare a calcio, so che a parte il portiere,<br />
e neppure in tutti i casi, nessuno può toccare la palla con le<br />
mani. Se non sono buono di testa o con i piedi, posso decidere<br />
di non giocare; oppure mi alleno per diventare bravo. Ma se<br />
anche una squadra gioca benissimo e a metà partita vengono<br />
cambiate le regole, permettendo di toccare o di lanciare o<br />
giocare con le mani, non è detto che quella squadra<br />
vinca. Ecco. Il problema<br />
La lobby occulta esiste perché<br />
garantita e voluta proprio da quel<br />
sistema che dice di volerla normare e<br />
rendere palese.<br />
tacco 12, che ogni giorno si dibattono nel mare magnum della<br />
comunicazione tutt’altro che istituzionale.<br />
Ogni giorno in Africa un leone si sveglia<br />
e sa che dovrà correre più velocemente<br />
della gazzella se vorrà mangiare. Ogni<br />
giorno una gazzella si sveglia e sa che<br />
dovrà correre più veloce del leone per restare in vita. E’ la legge<br />
della natura, non c’è bene o male. Nel mondo dell’economia<br />
e della politica ogni giorno un lobbista si sveglia e sa che<br />
per mangiare dovrà influenzare in un certo modo una certa<br />
quantità di persone, conquistandone la fiducia.<br />
Come si fa a diventare lobbista? Non c’è un manuale<br />
di istruzioni e neppure un corso universitario,<br />
una specializzazione. E a ben guardare, la<br />
professione non è censita. Nessuno sulla propria<br />
carta d’identità mette come mestiere “lobbista”. E’<br />
un po’ come il segreto di certi centri massaggi dove la<br />
professione praticata realmente si scopre solo quando la<br />
polizia fa irruzione per favoreggiamento. Il lobbista è segreto<br />
ed è sempre occulto nel suo lavoro. E’ questa la sua forza. E<br />
tutti per questo siamo a dire che è una cosa sporca, che non va<br />
bene etc etc. E tutti a fingere che non esista; è questo il vero<br />
pericolo. La testa nella sabbia non salva<br />
lo struzzo dalla cattura o dal diventare<br />
preda.<br />
Allora la risposta alla lobby, quella<br />
che spiazzerebbe tutti, è dichiarare<br />
pubblicamente che questa esiste<br />
da sempre e non è negativa nella sua essenza, ma nel<br />
meccanismo che la supporta. Una lobby dichiarata, a difesa<br />
Il lobbista ha un fascino indiscusso<br />
che deriva dall’essere a conoscenza<br />
di informazioni spesso riservate, ha<br />
accesso a stanze in cui si discutono<br />
futuri e scenari, conosce persone<br />
influenti.<br />
investitori, le aziende che devono tutelare i posti di lavoro,<br />
le organizzazioni che si strutturano in vista di un percorso<br />
futuro e che vedono il ponte o la strada<br />
crollare o cambiare direzione, senza<br />
alcun cartello di avviso o una voce dal<br />
navigatore satellitare.<br />
Quando non si conoscono le regole del<br />
gioco, si tenta in ogni modo di vincere<br />
mettendo in campo ogni possibile azione, anche scorretta.<br />
Questo è ciò che ha permesso la crescita di un meccanismo<br />
vero è legato<br />
all’altra metà del cielo. Al mutare<br />
delle regole che obbliga chi investe in una attività a<br />
cercare di essere sempre informato e poter tutelare i propri<br />
investimenti e interessi in anticipo o quanto meno limitando i<br />
danni. La fortuna della lobby è nel substrato di non detto/non<br />
visto/non definito che permette l’esistenza di un sottobosco<br />
in cui le ombre possono essere agguati e non giochi di luce,<br />
un reef in cui il mimetismo permette la confusione tra una<br />
roccia e un pesce scorpione dal veleno mortale. Quello<br />
stesso mimetismo che copre le attività di quegli uomini e<br />
donne in grisaglia e cravatte regimental o in tailleur e scarpe<br />
E ogni giorno, persone<br />
in centri di potere sanno che saranno<br />
oggetto del tentativo di conquista fiduciaria da parte di un<br />
lobbista. La capacità di correre fa la differenza tra la vita e la<br />
morte. Tra mangiare o sopravvivere. La capacità di scegliere<br />
fa la differenza tra il falso e il vero. Non è più legge naturale.<br />
Perché qui entrano in gioco il bene e il male.<br />
F. Mezzo<br />
50<br />
51
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Anno 2 - Numero <strong>SETTE</strong> - Agosto 2016<br />
Aut. Tribunale MI nr. 140<br />
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In Redazione<br />
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Mario Saccenti<br />
Hanno collaborato a questo numero<br />
Carlo Mangime<br />
Giosuè Merini<br />
Marco Sinolo<br />
Serena Viola<br />
Art Direction<br />
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Davide Verdesca<br />
Chiuso in Redazione il 1 agosto 2016<br />
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