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La Voce del Danilo Dolci

Edizione speciale in collaborazione con la fondazione Scopelliti

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Dicembre 2016<br />

<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

LICEO <strong>del</strong>le SCIENZE UMANE e LINGUISTICO ‘DANILO DOLCI’ di PALERMO<br />

Dirigente scolastico: Domenico Di Fatta Direttore responsabile: Luigi Barbieri Grafica e impaginazione: Samuele <strong>La</strong> Gattuta<br />

EDIZIONE SPECIALE<br />

Questo numero straordinario <strong>del</strong> giornale <strong>del</strong>la scuola è frutto <strong>del</strong>la collaborazione con la fondazione Scopelliti<br />

IL LICEO DANILO DOLCI INCONTRA IL MAGISTRATO FRANCESCO DEL BENE<br />

Sommario<br />

• Saluto <strong>del</strong> magistrato 2<br />

• Nei luoghi di Impastato 2<br />

• Mostra ANSA 3<br />

• Scambio culturale 4<br />

• Viaggio a Milano 6<br />

• Video-lettera 7<br />

• Giovani e politica 7<br />

• Legalità da Gioia Tauro 8<br />

• Un film e un libro 9<br />

• Giornata per la letteratura 10<br />

• Il valore <strong>del</strong>la danza 10<br />

• <strong>La</strong> mia passione per la<br />

musica<br />

11<br />

• In nome di Lia 12<br />

• Insegui i tuoi sogni 13<br />

• <strong>La</strong> succursale di via Elia 13<br />

• Intervista ad una mamma 14<br />

• Nobel per la letteratura 15<br />

• Presepi in Sicilia 15<br />

Nell'aula magna “Peppino<br />

Impastato” <strong>del</strong> liceo <strong>Danilo</strong><br />

<strong>Dolci</strong>, gli alunni facenti parte<br />

<strong>del</strong> progetto legalità insieme<br />

al professore Barbieri e<br />

al preside Domenico Di Fatta,<br />

oggi, 25 Ottobre 2016,<br />

hanno avuto la possibilità di<br />

incontrare il magistrato<br />

Francesco Del Bene.<br />

Dopo il saluto <strong>del</strong> preside Di<br />

Fatta e l'illustrazione da parte<br />

<strong>del</strong> professore Barbieri <strong>del</strong><br />

nostro lavoro, il magistrato<br />

Del Bene ha preso la parola.<br />

Il magistrato napoletano,<br />

residente a Palermo dal<br />

1998, iniziò il suo percorso<br />

di magistratura nella direzione<br />

distrettuale antimafia,<br />

operando nella zona di Partinico<br />

e San Giuseppe Jato.<br />

Ciò che colpì maggiormente<br />

il magistrato Del Bene, fu la<br />

vischiosità trovata in Sicilia,<br />

soprattutto a Palermo, dove<br />

nessuno sa, vede o sente mai<br />

niente, dove ciò che regna è<br />

solamente un silenzio assordante,<br />

quando, invece, è assolutamente<br />

necessario avere<br />

una società civile compatta<br />

perchè solo in tal modo, il<br />

fenomeno mafioso può essere<br />

sconfitto.<br />

Molte sono state le domande<br />

poste al magistrato Del Bene,<br />

tra queste, spiccava la<br />

curiosità di un'alunna nel<br />

chiedere se il magistrato<br />

avesse mai conosciuto Falcone<br />

e Borsellino; da quanto<br />

raccontato dal magistrato,<br />

egli non li vide mai, ma furono<br />

da sempre un punto di<br />

riferimento e lo indussero a<br />

studiare e ad approfondire le<br />

sue conoscenze nell'ambito<br />

mafioso. Ciò che ci ha colpito<br />

molto è stata la commozione<br />

e l'emozione che trapelava<br />

dalla voce <strong>del</strong> magistrato<br />

mentre raccontava di un<br />

incontro avuto con Francesca<br />

Morvillo per il suo primo<br />

concorso di magistratura, a<br />

Roma, il 20 Maggio 1992,<br />

era tangibile il suo dolore e<br />

la sua commozione quando<br />

raccontò <strong>del</strong>la notizia che<br />

ebbe appena rientrato a Palermo,<br />

ovvero, quella <strong>del</strong>la<br />

morte di Giovanni Falcone,<br />

Francesca Morvillo e i tre<br />

agenti <strong>del</strong>la scorta- Vito<br />

Schifani, Rocco Dicillo e<br />

Antonio Montinaro- durante<br />

un attentato avvenuto<br />

sull'autostrada A29 nei pressi<br />

<strong>del</strong>lo svincolo di Capaci.<br />

Ognuno di noi si è chiesto il<br />

ruolo che possiamo assumere<br />

nel nostro piccolo; la parola<br />

chiave da utilizzare in<br />

questo caso è “Impegno civile”,<br />

abbiamo la possibilità di<br />

creare gruppi, associazioni in<br />

contrasto a certe istituzioni,<br />

che permetterebbero di essere<br />

più compatti per combattere<br />

questa “battaglia”. Dovremmo<br />

studiare, studiare<br />

molto, per diffondere il nostro<br />

sapere, per rendere tutti<br />

partecipi e avere conoscenza<br />

<strong>del</strong> fenomeno mafioso, per<br />

sapere quali sono i nostri<br />

diritti e i nostri doveri, per<br />

affermarci senza l'”aiuto” di<br />

nessuno, per cominciare a<br />

vivere in un paese con <strong>del</strong>le<br />

istituzioni che ascoltino il<br />

cittadino e che non lo facciano<br />

sentire impotente, per<br />

cominciare a vivere in un<br />

paese senza corruzione e<br />

raccomandazioni, senza il<br />

fenomeno mafioso.<br />

di Alice Riili<br />

• Arrivederci Ragazzi 16<br />

Incontro con il magistrato Del Bene


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 2<br />

Lo studio, l'unica<br />

via che ci<br />

consente di<br />

migliorarci."<br />

Del Bene<br />

Saluto <strong>del</strong> magistrato Del Bene<br />

"Cari ragazzi, sono rimasto<br />

molto colpito dalla<br />

sensibilità ai temi <strong>del</strong>la<br />

legalità che avete dimostrato<br />

nell'incontro <strong>del</strong> 25<br />

ottobre. I vostri interventi<br />

e le vostre domande sono<br />

un segno <strong>del</strong>la rivoluzione<br />

culturale che deve spingere<br />

questa isola al superamento<br />

<strong>del</strong>la cultura mafiosa<br />

e alla costruzione di un<br />

futuro migliore, fondato<br />

non più su sudditi, bensì'<br />

su cittadini coscienti dei<br />

propri diritti e politicamente<br />

responsabili. Spero<br />

di potervi incontrare presto<br />

e nel frattempo vi auguro<br />

buono studio, che è<br />

l'unica via che ci consente<br />

di migliorarci."<br />

Magistrato Del Bene<br />

Nei luoghi di Peppino Impastato con la fondazione Scopelliti<br />

I ragazzi <strong>del</strong> progetto Legalità davanti casa di Peppino Impastato<br />

Parlare di legalita' non è<br />

facile e si rischia la retorica.Ma<br />

l'esperienza fatta da<br />

noi ragazzi <strong>del</strong> progetto<br />

legalita' <strong>del</strong> Liceo <strong>Dolci</strong><br />

,guidati dal prof Barbieri,nei<br />

luoghi di Peppino<br />

Impastato ci ha fatto crescere,maturare<br />

e capire<br />

che fin da giovani bisogna<br />

creare una cultura <strong>del</strong>la<br />

legalità. Lunedì 17 ottobre<br />

siamo stati accolti a Casa<br />

Memoria da Giovanni Impastato<br />

che ci ha parlato<br />

<strong>del</strong>la storia di Peppino,<strong>del</strong>le<br />

sue origini ,e poi<br />

abbiamo visitato la loro<br />

casa e quella <strong>del</strong> boss Gaetano<br />

Badalamenti.Tanta<br />

tristezza nel vedere la<br />

stanza di Peppino,la chitarra<br />

e i suoi dischi e tanta<br />

rabbia nel vedere i giornali<br />

di allora che parlavano<br />

di “suicidio o attentato”…<br />

di mafia nessuna traccia.<br />

Ma vedere la casa di Peppino<br />

piena di vita ,i volontari,il<br />

sorriso di Giovanni<br />

e noi giovani che ponevamo<br />

domande ,facevamo<br />

foto, hanno riempito i nostri<br />

cuori di speranza. Speranza<br />

che è diventata certezza<br />

che la mafia non è<br />

invincibile quando abbiamo<br />

aperto casa Badalamenti,oggi<br />

sede di incontri<br />

sulla legalità e sede di<br />

Radio Centopassi.Quel<br />

luogo di morte era ''vivo''e<br />

noi giovani in quella<br />

gita culturale capivamo<br />

sempre di<br />

piu.Vogliamo raccontare<br />

un fatto<br />

,forse banale ,ma<br />

per noi importante,Dopo<br />

la visita a<br />

Casa Memoria siamo<br />

andati sul lungo<br />

mare di Terrasini e<br />

con i bagnanti e i<br />

passanti ,dopo avere<br />

raccontato la nostra esperienza,<br />

abbiamo fatto <strong>del</strong>le<br />

foto con i poster di Falcone<br />

e Borsellino...hanno<br />

accettato con entusiasmo<br />

,sono stati coinvolti<br />

dal nostro entusiasmo e in<br />

tanti ci hanno chiesto chi<br />

eravamo,da dove venivamo..e<br />

se potevano fare<br />

foto con noi. Si! Da Brancaccio,dal<br />

Liceo <strong>Dolci</strong> una<br />

piccola luce di speranza.<br />

Al ritorno ci siamo fermati<br />

sotto la stele di Capaci...un<br />

modo semplice per<br />

ricordare tutte le vittime di<br />

mafia e vedere che la distanza<br />

tra il mare siciliano<br />

e la casetta bianca dove<br />

Brusca ha azionato il telecomando<br />

dista pochi passi...noi<br />

siamo sempre a<br />

pochi passi,a cento passi<br />

dal bene o dal male.Sta a<br />

noi decidere da che parte<br />

stare.<br />

di Riccardo Buffa e<br />

i ragazzi <strong>del</strong><br />

Progetto Legalità


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 3<br />

<strong>La</strong> mostra <strong>del</strong>l’ANSA in aula magna<br />

Giovanni Falcone nacque nel<br />

1939 e Paolo Borsellino un<br />

anno più tardi.<br />

Entrambi nati e cresciuti nello<br />

stesso quartiere palermitano,<br />

piazza Magione, alla Kalsa.<br />

Erano soliti giocare per le<br />

strade a pallone con altri ragazzi,<br />

che da lí a poco si introdussero<br />

nel giro di cosa nostra,<br />

diventando grandi boss<br />

mafiosi.<br />

Seguono la stessa passione ed<br />

entrambi diventano magistrati<br />

alla procura di Palermo, dove<br />

successivamente, insieme ad<br />

altri giudici, tra cui ricordiamo<br />

Rocco Chinnici, fondano il<br />

pool anti-mafia, una squadra<br />

composta da magistrati che<br />

avevano il compito di indagare<br />

sui fenomeni mafiosi.<br />

Falcone e Borsellino nel 1973<br />

danno vita al maxi processo,<br />

che vedrà protagonisti ben 475<br />

mafiosi andare in galera.<br />

Paolo Borsellino e Giovanni<br />

Falcone erano il cuore <strong>del</strong>la<br />

lotta alla mafia, a quel cancro<br />

che ancora oggi è presente, ma<br />

grazie anche a loro in forza<br />

minore.<br />

Hanno dedicato la loro vita<br />

alla lotta alla mafia, mettendo<br />

anima e corpo per sradicare<br />

tale malattia dalla terra <strong>del</strong><br />

mare.<br />

P. Borsellino e G. Falcone<br />

erano quasi coetanei con una<br />

missione comune, combattere<br />

la criminalità organizzata e<br />

per tale ragione, morirono,<br />

morirono perché erano sulla<br />

giusta strada, perché cominciavano<br />

a sapere troppo, perché<br />

riuscivano a diffondere un<br />

pensiero che accomunava<br />

molta gente, uccidere, soffocare,<br />

eliminare la mafia era<br />

possibile.<br />

Morirono con la consapevolezza<br />

che in realtà la loro memoria<br />

non sarebbe mai stata<br />

dimenticata ed è proprio questa<br />

la forza che ci lega tutti.<br />

<strong>La</strong> loro tenacia, il loro coraggio,<br />

la loro voglia di far rinascere<br />

la sicilia, l'amore per la<br />

loro terra, il loro sacrificio ha<br />

fatto si che nascesse in tutti<br />

noi una fiammella, ed è proprio<br />

quest'ultima che ci permette<br />

di proseguire e continuare<br />

il cammino e la lotta che<br />

loro stessi hanno iniziato.<br />

Il 23 maggio ed il 19 luglio<br />

<strong>del</strong> 1992, morirono rispettivamente<br />

Falcone e Borsellino, il<br />

23 maggio si ricorda l'attentato<br />

di capaci ed il 19 luglio la<br />

strage di via d'Amelio, verranno<br />

sempre ricordati.<br />

L'ANSA che è l'agenzia nazionale<br />

<strong>del</strong>le stampe multimediali,<br />

il cui direttore è Franco<br />

Nuccio , nella nostra scuola, il<br />

liceo <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong> di Brancaccio,<br />

ha messo a disposizione<br />

una mostra dedicata a Paolo<br />

Borsellino e Giovanni Falcone.<br />

Questa mostra illustra la loro<br />

vita personale, i traguardi raggiunti<br />

nella loro carriera e le<br />

sfide che hanno dovuto affrontare,<br />

ciò permette a chi la<br />

guarda di conoscere il loro<br />

vissuto, suscitando forti emozioni<br />

e grande onore.<br />

Ringraziamo calorosamente il<br />

direttore <strong>del</strong>l'ANSA, che ci ha<br />

dato la possibilità di far conoscere<br />

due dei più grandi magistrati<br />

che affrontano la lotta<br />

alla mafia, questa mostra ci<br />

permette di conoscere la storia<br />

<strong>del</strong>la nostra terra attraverso, la<br />

vita di Falcone e Borsellino,<br />

solo conoscendo la loro storia<br />

e la storia <strong>del</strong>la nostra terra<br />

possiamo capire chi siamo.<br />

di Lo Nardo Rosalinda<br />

e Butera Simona<br />

“...solo<br />

conoscendo la<br />

loro storia e la<br />

storia <strong>del</strong>la<br />

nostra terra<br />

possiamo capire<br />

chi siamo.”<br />

Mostra Ansa su Falcone Borsellino realizzata nell’aula magna <strong>del</strong> Liceo <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Un grazie al Direttore Franco Nuccio


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 4<br />

Scambio culturale tra i giovani d’Italia a Santa Caterina <strong>del</strong> Sasso (VA) … grazie alla<br />

fondazione Scopelliti<br />

Il settembre scorso ho avuto l’opportunità di partecipare<br />

ad un’attività di scambio culturale con dei miei coetanei<br />

provenienti da diverse scuole d’Italia con cui ho<br />

parlato di diversi argomenti legati alla legalità, grazie<br />

alla mia partecipazione al progetto “Scopelliti” che si<br />

è tenuto nel mio liceo “<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>” di Palermo.<br />

Antonino Scopelliti è stato l’ennesimo magistrato italiano<br />

ucciso dalla mafia il 9 agosto 1991 perché ha<br />

osato ribellarsi alla mafia ed ha intrapreso una lotta<br />

contro di essa: stava preparando il rigetto dei ricorsi<br />

per Cassazione avanzati dalla difese di esponenti mafiosi<br />

condannati nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra;<br />

quindi avrebbe dovuto rappresentare l’accusa nel<br />

maxiprocesso. <strong>La</strong> mafia lo uccise pensando di poter<br />

impedire alla giustizia di fare il suo corso, ma non ci<br />

riuscirono: il 30 gennaio 1992 la Corte emise la sentenza<br />

definitiva confermando l’impianto accusatorio<br />

<strong>del</strong> pool antimafia e le condanna ai boss inflitte in primo<br />

grado. Nell’agosto <strong>del</strong> 2007 viene creata la fondazione<br />

Scopelliti in memoria <strong>del</strong> magistrato presieduta<br />

dall’onorevole Rosanna Scopelliti, figlia <strong>del</strong> magistrato.<br />

L’azione <strong>del</strong>la fondazione si rivolge maggiormente<br />

alla formazione dei giovani di età scolare ed universitaria.<br />

Ho intrapreso questo percorso dallo scorso Maggio e<br />

sono contenta di aver fatto questa scelta perché mi ha<br />

permesso di conoscere <strong>del</strong>le cose riguardanti la mia<br />

terra e non solo che non conoscevo, mi ha fatto crescere<br />

moltissimo e per questo ringrazio la fondazione per<br />

aver finanziato questo viaggio di 4 giorni a Varese. Gli<br />

incontri fatti a scuola ma anche fuori da essa sono stati<br />

molto utili ed interessanti, perché mi hanno dato modo<br />

di riflettere su degli argomenti, come la lotta alla mafia,<br />

che sono importanti da conoscere. Devo ammettere<br />

però che conoscere queste tante storie di personaggi<br />

rilevanti che hanno lottato contro la mafia mi ha fatto<br />

un po’ arrabbiare, perché penso che ancora dopo tanto<br />

tempo questo cancro non è potuto esser stato sconfitto,<br />

ma dall’altro lato proprio per queste persone che hanno<br />

dato la vita per noi è importante continuare questa lotta<br />

e vincerla per onorarli.<br />

Questo seminario di formazione “Il Debate come forma<br />

di democrazia” si è svolto a Santa Caterina <strong>del</strong> Sasso,<br />

in provincia di Leggiuno dall’8 all’11 Settembre<br />

2016. Abbiamo alloggiato in un posto magnifico, molto<br />

tranquillo con una vista mozzafiato sul lago Maggiore,<br />

ed eravamo molte scuole da tutta Italia: Calabria,<br />

Sicilia, Puglia e Lombardia. Una volta arrivati nella<br />

struttura ci siamo messi subito a lavoro: i primi due<br />

giorni abbiamo fatto degli incontri che possono essere<br />

definiti teorici, invece gli ultimi due giorni dopo aver<br />

appreso bene ciò che ci è stato insegnato l’abbiamo<br />

messo in pratica.<br />

Il primo giorno ci hanno presentato il progetto e spiegato<br />

il significato <strong>del</strong>la parola debate: “We debate” è il<br />

progetto volto a promuovere il dibattito nelle scuole<br />

perché esso insegna a parlare, a esprimersi, a dialogare,<br />

sviluppando così capacità di argomentazione, ma anche<br />

la capacità di trovare idee, la flessibilità nel sostenere<br />

una posizione che non sia quella propria quando si<br />

svolge un ruolo di rappresentanza, l’apertura mentale<br />

che permette di accettare la posizione degli altri,<br />

l’ironia e l’eloquenza che contribuiscono a rendere il<br />

dialogo piacevole<br />

Il secondo giorno invece ci è stato spiegato come parlare<br />

al pubblico, cosa fare mentre<br />

si parla, saper relazionare i<br />

gesti con ciò che diciamo,<br />

come farci ascoltare, i diversi<br />

tipi di comunicazione, attraverso<br />

anche dei lavori in<br />

gruppo. Un lavoro molto bello<br />

che ci hanno fatto fare è<br />

stato quello in cui dovevamo<br />

fingere di promuovere qualche<br />

cosa, la mia squadra doveva<br />

convincere altre persone<br />

ad andare in vacanza in Sicilia,<br />

attraverso un piccolo<br />

sketch.<br />

continua...<br />

I nostri alunni (a destra) con la dott.ssa Maria Cantone e l’Onorevole Rosanna Scopelliti (a sinistra)


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 5<br />

Il terzo giorno ci hanno spiegato in modo più dettagliato<br />

la struttura <strong>del</strong> debate formata da: un principio,<br />

ciò a cui si aggancia tutto il discorso; un gancio, una<br />

frase iniziale che serve per coinvolgere chi ascolta; i<br />

punti principali, solitamente in una discussione devono<br />

essere 3; 3 ragioni per supportare ogni punto principale<br />

<strong>del</strong> discorso, utilizzando fatti, valori e politiche<br />

attuali per costruire la propria credibilità; conclusione<br />

dove si riassumono i propri punti principali e si ringrazia<br />

l’uditorio.<br />

Dopo di ciò abbiamo fatto la prima prova di un dibattito<br />

sul seguente argomento: questa casa ritiene che la<br />

lotta alla mafia si faccia più nelle aule scolastiche che<br />

in Parlamento. Siamo stati divisi in più squadre e alcune<br />

dovevano essere PRO, altre CONTRO; la mia<br />

squadra era PRO e ciò è andato a mio favore perché io<br />

credo che la mafia sia più combattuta a scuola che in<br />

Parlamento. Abbiamo individuato dei punti principali<br />

di entrambe le squadre e poi ogni squadra doveva difendere<br />

il proprio punto attraverso <strong>del</strong>le argomentazioni.<br />

L’ultimo giorno invece si è tenuto un altro dibattito<br />

sul seguente argomento: questa casa ritiene che la mafia<br />

possa essere sconfitta. Alla fine la figlia <strong>del</strong> magistrato<br />

Rosanna Scopelliti ci ha ringraziati per aver<br />

partecipato e ci ha parlato e il suo discorso è stato veramente<br />

commovente per me, perché vedevo nelle sue<br />

parole come in realtà nonostante tutto ciò che le è<br />

accaduto durante la sua vita lei continua ancora a<br />

credere in un futuro migliore e ciò ha alimentato<br />

anche le mie speranze.<br />

Devo dire che è stata un’esperienza che mi ha<br />

arricchito moltissimo, non solo a livello culturale,<br />

ma anche a livello sociale ed umano, perché ho<br />

conosciuto molte persone.<br />

Ovviamente durante questi giorni non sono mancati<br />

i momenti di svago: abbiamo fatto un giro<br />

con una barca nel lago dove abbiamo visto la tenuta<br />

dei Borromeo e abbiamo potuto apprezzare il<br />

paesaggio;<br />

Dopo quest’esperienza sono sempre più convinta<br />

che intraprendere questo percorso sia stata<br />

un’ottima scelta perché voglio combattere per un<br />

futuro migliore e per coloro che hanno dato la vita<br />

per tutti noi e per questo credo fermamente nella<br />

frase di Giovanni Falcone :<br />

“<strong>La</strong> mafia è un fenomeno umano e come<br />

tutti i fenomeni umani ha un principio,<br />

una sua evoluzione e avrà quindi anche<br />

una fine.”<br />

di Beatrice Maria Ruggeri


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 6<br />

“Ogni esperienza<br />

vissuta è uno<br />

strumento per<br />

poter diffondere<br />

ciò che abbiamo<br />

imparato e<br />

dimostrare che<br />

non è mai troppo<br />

tardi per fare <strong>del</strong><br />

bene.”<br />

Viaggio a Milano di alcuni alunni <strong>del</strong> <strong>Dolci</strong> con la fondazione Borsellino<br />

Attraverso questo articolo<br />

desidero descrivere alcuni<br />

giorni trascorsi a Milano in<br />

cui abbiamo intrapreso un<br />

cammino sul mondo <strong>del</strong>la<br />

legalità. Mi preme ringraziare<br />

la Fondazione<br />

Borsellino senza la<br />

quale tutto questo<br />

non sarebbe stato<br />

possibile, e in particolare<br />

Giada Li Calzi<br />

e Marco Panebianco.<br />

Il mio percorso<br />

con la legalità<br />

è iniziato già da un paio<br />

d'anni grazie al professore<br />

Barbieri, il quale mi ha sempre<br />

spronata e dato la possibilità<br />

di vivere esperienze<br />

come quest'ultima fatta a<br />

Milano. Questo viaggio ha<br />

dato a noi ragazzi la possibilità<br />

di renderci effettivamente<br />

conto <strong>del</strong> fatto che la Mafia<br />

non è un fenomeno isolato,<br />

ma un fenomeno che si<br />

insinua in ogni ambito e, che<br />

soprattutto, non è presente<br />

esclusivamente in Sicilia<br />

come spesso oggigiorno anc<br />

o r a s i p e n s a .<br />

Sono diverse le esperienze<br />

che abbiamo fatto, citerò<br />

quelle più significative. Siamo<br />

entrati a conoscenza di<br />

storie di persone che, dopo<br />

essersi pentite e aver pagato<br />

per il male commesso, hanno<br />

completamente stravolto la<br />

loro vita. All'interno di due<br />

luoghi, la sartoria sociale e<br />

in un ristorantre, ex detenuti<br />

lavorano in queste realtà e si<br />

sono reinserite attraverso il<br />

lavoro nella società odiernagrazie<br />

alla fiducia di persone<br />

che hanno creduto in loro,riacquistando<br />

così una<br />

loro dignità. Abbiamo scoperto<br />

un modo alternativo<br />

per essere utili tramite il Fab<br />

<strong>La</strong>b Maker, un posto in cui<br />

ognuno può dar libero sfogo<br />

alla propria fantasia creando<br />

oggetti di tutti i tipi, dal vestiario<br />

all'oggettistica. Una<br />

mattina abbiamo avuto l'incontro<br />

con il liceo Alessandro<br />

Volta, con cui abbiamo<br />

già avuto uno scambio in<br />

passato, e abbiamo visto il<br />

documentario "Io Ricordo",<br />

avendo così avuto la possibilità<br />

di confrontarci con dei<br />

nostri coetanei e comprendere<br />

quanto simili siano le nos<br />

t r e r e a l t à .<br />

<strong>La</strong> giornata sicuramente più<br />

significativa per tutti noi è<br />

stata quella <strong>del</strong>la Virtù Civile,<br />

nella quale abbiamo avuto<br />

la possibilità di assistere<br />

all'incontro alla Bocconi con<br />

la lezione <strong>del</strong> dottore Ignazio<br />

Visco, governatore <strong>del</strong>la<br />

Banca d'Italia e poi al teatro<br />

Aula Magna <strong>del</strong> Liceo Volta di Milano<br />

Dal Verme con Umberto Ambrosoli,<br />

figlio di Giorgio Ambrosoli,<br />

il fratello di Siani, ucciso<br />

dalla camorra, il professore<br />

Natoli e il giornalista Ferruccio<br />

De Bortoli, il quale ha fatto<br />

da coordinatore <strong>del</strong>la tavola<br />

rotonda. Persone di altissimo<br />

livello ma che hanno parlato a<br />

noi ragazzi con chiarezza e<br />

semplicità facendoci capire che<br />

l'illegalità può essere sconfitta!<br />

Non nascondiamo, un pizzico<br />

di gioia quando sia alla Bocconi<br />

sia al teatro Dal Verme gli<br />

organizzatori hanno ringraziato<br />

il Liceo <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong> di Palermo<br />

per la nostra presenza.<br />

Parlando a nome di tutti i miei<br />

compagni, penso che queste<br />

esperienze di formazione arrichiscano<br />

il nostro bagaglio culturale<br />

ma soprattutto alimentino<br />

le nostre menti e ci formino<br />

su un ideale di vita sano e rispettoso.<br />

Ogni esperienza vissuta<br />

è uno strumento per poter<br />

diffondere ciò che abbiamo<br />

imparato e dimostrare che non<br />

è mai troppo tardi per fare <strong>del</strong><br />

bene.<br />

di Chiara Guida<br />

e i ragazzi <strong>del</strong>la<br />

Fondazione Borsellino


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 7<br />

Video lettera: un cammino di legalità con la fondazione Borsellino<br />

Durante lo scorso anno scolastico,<br />

noi ragazzi <strong>del</strong> progetto legalità<br />

<strong>del</strong> liceo <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>, abbiamo<br />

realizzato una video lettera destinata<br />

al Prefetto Postiglione in cui<br />

esponevamo le problematiche riguardanti<br />

il nostro istituto. Il fine<br />

di tale video lettera era quello di<br />

ottenere l'edificio appartenente<br />

alla confisca Ienna adiacente al<br />

nostro istituto, data la mancanza di<br />

spazi idonei allo svolgimento <strong>del</strong>le<br />

attività didattiche.<br />

Oggi, a distanza di un anno dalla<br />

produzione <strong>del</strong>la video lettera, la<br />

nostra richiesta è stata <strong>del</strong>iberatamente<br />

ignorata e i problemi che<br />

riguardavano il nostro istituto lo<br />

scorso anno persistono ancora oggi<br />

e si sono duplicati.<br />

Sia noi alunni che il corpo docente<br />

siamo costretti a vivere una<br />

situazione di disagio perpetua che<br />

si ripercuote indubbiamente<br />

sull'offerta formativa. Per esempio,<br />

noi studenti in particolare ci<br />

troviamo impossibilitati nello<br />

svolgimento <strong>del</strong>l'attività fisica<br />

vista la mancanza di sufficiente<br />

spazio adibito alla pratica di<br />

quest'ultima.<br />

Il nostro impegno all'interno <strong>del</strong><br />

progetto continua e i nostri bisogni,<br />

coincidenti con quelli <strong>del</strong>la<br />

scuola, non sono cambiati. Nella<br />

speranza di riuscire a migliorare<br />

la nostra condizione di disagio,<br />

cercheremo di fare sentire ancora<br />

di più la nostra voce con l'impegno<br />

e la forza di sempre.<br />

di Chiara Alessi<br />

Perché i giovani non si interessano alla politica?<br />

<strong>La</strong> politica è un elemento fondamentale<br />

nella vita di tutti i giorni<br />

eppure gran parte dei giovani,<br />

consapevoli che essa agisce sulle<br />

loro vite, non se ne interessano.<br />

Ma perché?<br />

<strong>La</strong> domanda è stata posta ad alcuni<br />

studenti <strong>del</strong> nostro liceo:<br />

X: Secondo te, perché i giovani<br />

non si interessano alla politica?<br />

Alessandra: I giovani non si interessano<br />

perché è quello che i politici<br />

vogliono, in modo che possano<br />

fare quello che gli pare senza<br />

che nessuno si opponga.<br />

Federica: Perché al giorno d’oggi<br />

la politica è troppo corrotta.<br />

Roberta: Perché per raggiungere i<br />

nostri scopi la politica non può<br />

essere utile.<br />

no veritiere o meno, possiamo trarre<br />

la causa di fondo che le accomuna<br />

tutte: la sfiducia nei confronti di<br />

un’Italia che su diversi e troppi<br />

fronti non funziona più. Ormai è<br />

impossibile provare a realizzare i<br />

propri sogni nella nostra terra, non<br />

riusciamo a vedere un futuro lavoro<br />

o anche un futuro in generale,<br />

l’obiettivo principale non è più<br />

“cosa posso fare”, ma “dove posso<br />

andare?”<br />

Noi giovani non ci sentiamo rappresentati<br />

da nessuna classe dirigente,<br />

non ci sentiamo tutelati e<br />

non crediamo di poter cambiare le<br />

cose e migliorarle, a causa di ciò<br />

non ci interessiamo.<br />

Se non si intravede un minimo<br />

d’interesse dai “piani alti”, neanche<br />

noi riusciamo ad interessarci perché<br />

crediamo che sia inutile, rassegnandoci,<br />

così come i politici, forse,<br />

vogliono.<br />

Dobbiamo ricordarci però che appassionarsi<br />

alla politica significa<br />

Da queste testimonianze, che siaappassionarsi<br />

alla propria città,<br />

significa imparare a distinguere,<br />

quando andiamo a votare, le persone<br />

valide dai disonesti e impostori<br />

che siedono in parlamento e che da<br />

qualcuno saranno pur stati votati.<br />

Abbiamo tutti voglia di lamentarci<br />

facendo discorsi vuoti su ciò che<br />

non funziona, discorsi che però<br />

non si trasformano quasi mai in<br />

fatti, quindi che fare?<br />

di Alessia D’Angelo


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 8<br />

“Siamo rimasti<br />

così: derubati<br />

<strong>del</strong>la bellezza<br />

<strong>del</strong>l’ambiente,<br />

privi di certezze<br />

economiche…”<br />

Legalità da Gioia Tauro (Calabria)<br />

Siamo ragazzi di Gioia<br />

Tauro.<br />

Stessi sogni, stessi sorrisi,<br />

stesse speranze di molti<br />

altri ragazzi <strong>del</strong> mondo.<br />

Viviamo qui, in punta allo<br />

stivale e quasi sospesi tra<br />

due mari, ma nonostante<br />

gli affetti, gli amici e i<br />

ricordi che ci legano a<br />

questo posto, abbiamo<br />

sempre l’impressione che<br />

ci manchi qualcosa.<br />

Sarà perché nella nostra<br />

terra non ci sentiamo completamente<br />

liberi e tutte le<br />

volte che ci sale questa<br />

inquietudine ci chiediamo<br />

perché non ci sentiamo<br />

completamente liberi.<br />

Forse perché libertà è anche<br />

scambio culturale e<br />

oggi nei confronti <strong>del</strong>le<br />

altre culture c’è chiusura,<br />

altro che scambi, e da noi<br />

sono pochi i turisti che ci<br />

interfaccino con gli altri<br />

angoli <strong>del</strong> mondo.<br />

Ecco, allora: chiediamo<br />

contaminazione culturale,<br />

quella, ad esempio, che<br />

abbiamo conosciuto a<br />

Santa Caterina <strong>del</strong> Sasso<br />

quest’estate. Un buon inizio<br />

di settembre a parlare<br />

di legalità e debete, insieme<br />

ai ragazzi di Palermo,<br />

di Busto, di Bari, di Tropea,<br />

di Reggio. A conoscerci,<br />

a capire che il desiderio<br />

di liberarci da ogni<br />

tipo di mafia è comune a<br />

tutti, a individuare strategie<br />

per vivere la legalità,<br />

in uno scenario bellissimo,<br />

come bellissima è la<br />

nostra terra.<br />

A pensarci viene rabbia:<br />

chilometri di coste bianche,<br />

mari cristallini, clima<br />

invidiabile non sono bastati<br />

a farci vivere di turismo;<br />

la criminalità, la prevaricazione<br />

mafiosa,<br />

l’ottusa visione <strong>del</strong> turista<br />

come uno straniero, ci<br />

hanno fatto perdere tanti<br />

treni che non passeranno<br />

più, perché intanto<br />

l’habitat l’abbiamo devastato.<br />

Perché non ci sentiamo<br />

liberi?<br />

Perché libertà significa<br />

bellezza e l’uomo calabrese<br />

sta facendo di tutto per<br />

distruggere quella che la<br />

natura ci aveva generosamente<br />

attribuito: inquinamento,<br />

eternit, assenza di<br />

piani regolatori, di piani<br />

<strong>del</strong> colore, condizioni i-<br />

gieniche discutibili, verde<br />

malcurato.<br />

Ma non eravamo noi in<br />

epoca magno-greca il regno<br />

<strong>del</strong> bello? Non eravamo<br />

noi a costruire templi<br />

e anfiteatri dove fare crescere<br />

l’anima?<br />

Perché non ci sentiamo<br />

liberi?<br />

Ma vi sentireste liberi voi<br />

vivendo in un posto dove<br />

la vita <strong>del</strong>l’uomo a volte<br />

vale così poco da essere<br />

tolta perché ci si è innamorati<br />

<strong>del</strong>la persona sbagliata?<br />

Eppure è lo stesso<br />

luogo fisico che ha toccato,<br />

in epoche ormai lontane,<br />

livelli di apertura mentale,<br />

tolleranza e civiltà<br />

mai ripetuti nel mondo.<br />

Perchè non ci sentiamo<br />

liberi?<br />

Perché la salute, superbo<br />

diritto di tutti, spesso da<br />

noi è compromessa dalla<br />

mancanza di buoni ospedali,<br />

di strumentazione<br />

medica, di ambulanze.<br />

Eppure i migliori cervelli<br />

nel campo <strong>del</strong>la ricerca<br />

medica sono meridionali.<br />

Perché non ci sentiamo<br />

liberi?<br />

Perché i nostri nonni ci<br />

raccontano che da bambini,<br />

nelle notti di primavera,<br />

avvertivano un forte<br />

odore di zagara che li stordiva,<br />

in un paesaggio verde<br />

privo di aree pseudoindustriali<br />

fatte di capannoni<br />

chiusi e di scempio ambientale<br />

come ci sono oggi,<br />

costruiti sulla promessa<br />

mai mantenuta <strong>del</strong> lavoro.<br />

Siamo rimasti così: derubati<br />

<strong>del</strong>la bellezza<br />

<strong>del</strong>l’ambiente, privi di<br />

certezze economiche, lontani<br />

da prospettive di sviluppo<br />

turistico adeguato.<br />

E allora?<br />

Allora chiediamo di restare<br />

qui, nella nostra terra,<br />

di smetterla di emigrare<br />

ma di viaggiare solo per<br />

conoscere e poi tornare,<br />

tornare sempre, tornare<br />

qui. Vogliamo una politica<br />

adeguata, vogliamo<br />

cultura, arte, rispetto per il<br />

passato, aeroporti e strade,<br />

musei e musica.<br />

Vogliamo, in una parola,<br />

poterci sentire finalmente<br />

liberi.<br />

di Adriana Fe<strong>del</strong>e<br />

Anna d’Amico<br />

Pascal Caroleo<br />

Tano Crisafulli.<br />

Un grazie agli amici di G.T. che hanno condiviso con noi l’esperienza di S. Caterina Del Sasso


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 9<br />

MALALA<br />

Questo libro, “LA STO-<br />

RIA DI MALALA’’, racconta<br />

le difficoltà e gli<br />

ostacoli che Malala ha<br />

dovuto affrontare nella<br />

sua vita per conquistare i<br />

propri diritti ,ma non solo,<br />

anche di tutte le ragazze<br />

come lei. IL DIRITTO<br />

ALLO STUDIO E<br />

ALL’ISTRUZIONE. Nel<br />

suo paese ,il Pakistan ,lei<br />

si è scontrata con chi vuole<br />

togliere alle ragazze e<br />

alle donne i loro diritti.<br />

Malala aveva solo undici<br />

anni quando decise di alzare<br />

la voce. E ne aveva<br />

quindici quando, in un<br />

giorno come tanti, mentre<br />

insieme alle sue amiche<br />

stava andando a scuola , i<br />

talebani tentarono di ucciderla,<br />

sparandole in testa.<br />

Lei è la più giovane vincitrice<br />

<strong>del</strong> PREMIO NO-<br />

BEL PER LA PACE , da<br />

lei vinto nel 2013.<br />

Viviana Mazza, dopo aver intervistato Malala, scrisse questo libro ispirandosi alla<br />

storia che le venne raccontata.<br />

SELMA<br />

Questo film racconta la<br />

storia di Martin Luther<br />

King, il quale è a capo di<br />

un movimento pacifico<br />

che rivendica l’ uguaglianza<br />

fra le razze e riceve<br />

il Premio Nobel per la<br />

Pace.<br />

Il film inizia con una scena<br />

molto tragica, cioè<br />

l’esplosione di una chiesa<br />

con dei bambini neri al<br />

suo interno .King viene<br />

ricevuto dal presidente<br />

Johnson al quale propone<br />

il suo progetto, che consiste<br />

nel dare il voto alle<br />

persone nere , ma il Presidente<br />

rifiuta la sua richiesta<br />

dicendogli che questa<br />

sua scelta avrebbe causato<br />

disordini all’interno <strong>del</strong>la<br />

società. King decide allora<br />

di recarsi a SELMA ,uno<br />

stato razzista ,lì inizia ad<br />

organizzare discorsi e<br />

marce che vengono represse<br />

dalla polizia razzista<br />

con la violenza. Lui<br />

viene incarcerato più volte<br />

,aggredito e liberato ma<br />

non si ferma e prosegue la<br />

sua battaglia. Alla fine<br />

,dopo esserci stata la<br />

marcia di Selma ,alla quale<br />

King non partecipa per<br />

motivi familiari , il Presidente<br />

sarà costretto ad<br />

intervenire e a favorire le<br />

richieste di Martin Luther<br />

King. Il film si conclude<br />

con il celebre discorso che<br />

si tenne a Washington ,<br />

nel quale King disse la sua<br />

più famosa frase:<br />

“I HAVE A DREAM”.<br />

Sia MALALA ,che MARTIN LUTHER KING, avevano un unico obiettivo,<br />

avere gli stessi diritti degli altri, dal momento che loro non erano diversi.<br />

Avere un colore diverso <strong>del</strong>la pelle , o essere maschio o femmina non sono<br />

ragioni per le quali si debba essere discriminati. Non ci sono razze, ma etnie.<br />

di Miriana Vetrano


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 10<br />

“il cuore<br />

<strong>del</strong>l'uomo è<br />

sempre lo stesso<br />

nelle sue emozioni<br />

primarie.”<br />

Giornata nazionale per la letteratura<br />

Pazzo, fuaddi...è il titolo <strong>del</strong><br />

videoclip che noi allievi di IV<br />

G abbiamo realizzato in occasione<br />

<strong>del</strong>la II Giornata nazionale<br />

per la letteratura " Letteratura<br />

per la scuola, competenze<br />

per la vita" <strong>del</strong> 27 ottobre<br />

2016.<br />

Il titolo potrebbe stupirvi ma<br />

quando vedrete il lavoro tutto<br />

sará piú chiaro (per vederlo<br />

basterà cercare su youtube).<br />

Per rendere il lavoro più vicino<br />

al nostro mondo abbiamo<br />

immaginato una lezione di<br />

letteratura in aula. Mentre la<br />

professoressa spiega, però,<br />

noi alunni ci chiudiamo in<br />

un mondo tutto nostro e sognamo<br />

di ricevere dei messaggi<br />

al cellulare in cui le<br />

ottave studiate risultano tradotte<br />

in dialetto siciliano.<br />

Uno di noi, poi, si immedesima<br />

nell'autore a tal punto,<br />

da credendosi solo in aula,<br />

ricreare il testo attraverso<br />

le parole che un giovane<br />

d'oggi userebbe.<br />

Il suono <strong>del</strong>la campana riporta<br />

tutti alla realtà, ma il<br />

sogno in parte continua nella<br />

coreografia costruita da<br />

tre di noi sulle note di<br />

Crazy in Love degli Eden<br />

Project. Con il corpo,<br />

quindi, il più antico degli<br />

strumenti umani e forse il<br />

più immediato, abbiamo<br />

voluto ancora tradurre le<br />

parole di Ariosto, un autore<br />

che ci ha insegnato, tra<br />

l'altro, come il cuore<br />

<strong>del</strong>l'uomo sia sempre lo<br />

stesso nelle sue emozioni<br />

primarie.<br />

Classe 4G<br />

Coreografia costruita sulle note di Crazy in Love degli Eden Project.<br />

Il valore <strong>del</strong>la danza<br />

<strong>La</strong> danza è un arte performativa<br />

che si esprime tramite il<br />

movimento <strong>del</strong> corpo,la gestualità,e<br />

le espressioni <strong>del</strong> viso per<br />

suscitare emozioni,sensazioni o<br />

comunicare una storia senza<br />

avere la possibilità di utilizzare<br />

la propria voce. L'adolescenza<br />

è considerata da molti giovani<br />

un periodo instabile, ma coloro<br />

che cominciano a intraprendere<br />

e coltivare questa passione sin<br />

da piccoli, vedono in essa un<br />

punto di riferimento fondamentale<br />

e una valvola di sfogo a<br />

tutti i propri problemi, riuscendo<br />

a instaurare un amore<br />

viscerale che solo chi condivide<br />

questa passione arriva<br />

a comprendere.<br />

Ma la danza non è solo piacere,ma<br />

è anche coraggio,impegno,sudore,sacrifici<br />

,sconfitte,saper affrontare le<br />

difficoltà che essa ci pone,<br />

e saper fare ricerca dentro<br />

se stessi. Essa,inoltre, è come<br />

un mosaico composto da<br />

stili diversi e ognuno di loro<br />

ha le proprie caratteristiche<br />

in cui potersi rispecchiare.<br />

Ad esempio noi abbiamo scelto<br />

degli stili diversi ma che<br />

hanno super giù in comune la<br />

musicalità,ovvero il caraibico<br />

e il latino. Tuttavia, a prescindere,<br />

dallo stile, avviene qualcosa<br />

di magico quando balliamo,facendoci<br />

sentire in quel<br />

momento pienamente vivi.<br />

Infine, secondo noi esistono<br />

infinite scorciatoie per raggiungere<br />

la felicità, e noi abbiamo<br />

scelto la danza.<br />

di Croce Rosaly<br />

e Ciro Di Salvo 5F.


<strong>La</strong> musica è da sempre la mia prigione<br />

senza confini. Ognuno di<br />

voi si sarà trovato almeno una<br />

volta tra il pubblico di un concerto.<br />

vi racconterò chi sta dall’altra<br />

parte, davanti i vostri occhi e<br />

all’attenzione <strong>del</strong>le vostre orecchie.<br />

Lo farò raccontandovi la mia<br />

esperienza. Sono solo uno studente<br />

ma la vita mi ha regalato <strong>del</strong>le<br />

belle occasioni per sperimentare il<br />

mestiere <strong>del</strong> musicista.<br />

Se penso ai primi ricordi <strong>del</strong>la mia<br />

vita legati alla musica, penso a<br />

quando il pomeriggio da bambino<br />

andavo a casa dei miei nonni.<br />

C’era quasi sempre mio nonno che<br />

suonava la fisarmonica e mia nonna<br />

che cantava, mi sentivo strano,<br />

pervaso da qualcosa di grande che<br />

mi stimolava e mi proteggeva dalle<br />

mie insicurezze.<br />

Una sera mio nonno, rivolgendosi<br />

a me e mio fratello disse: “e se vi<br />

regalassi una chitarra?”<br />

Nella mia testa si aprì un mondo,<br />

destino volle che nella mia scuola<br />

elementare si parlò <strong>del</strong>l’apertura<br />

di un corso di chitarra. Non restava<br />

che aspettare... Il nonno mantenne<br />

la promessa.<br />

Ricordo, una sera lo vidi arrivare<br />

in lontananza con una chitarra in<br />

spalla, credo tutt’ora sia stato uno<br />

dei momenti più entusiasmanti<br />

<strong>del</strong>la mia vita. <strong>La</strong> stessa sera la<br />

tenni in mano fino a notte fonda,<br />

non la posai fin quando non riuscii<br />

a suonare il celeberrimo reef di<br />

“Smoke on the water” dei Deep<br />

Purple, all’ora motivetto ridondante<br />

<strong>del</strong> programma “Lucignolo”. È<br />

meraviglioso per me poter ricordare<br />

e raccontare queste cose, ma<br />

siccome credo di avervi già annoiato<br />

abbastanza vi risparmierò i<br />

restanti dieci anni di<br />

“chitarrismo”.<br />

Vorrei però potervi dire qualcosa<br />

sulla musica e sulla figura <strong>del</strong> musicista.<br />

<strong>La</strong> musica è il più grande<br />

regalo che l’essere umano abbia<br />

mai fatto a se stesso. Essa porta<br />

con se il senso <strong>del</strong>la bellezza:<br />

“Esprimersi autenticamente” e<br />

“Ascoltare curiosamente”.<br />

L’autenticità e la curiosità sono le<br />

più alte forme d’amore verso se<br />

stessi e gli altri. I musicisti sono<br />

quelle persone che hanno scelto<br />

una vita piena di ansie, insicurezze,<br />

giornate in autostrada, camere<br />

di hotel e panini all’autogrill ma<br />

che se poi gli fate un applauso<br />

dimenticano tutto. Salire su un<br />

palco vuol dire entrare in un’altra<br />

dimensione, il tempo si ferma.<br />

Davanti a te un muro buio con<br />

dietro centinaia di persone sedute<br />

in attesa che tu faccia qualcosa. Il<br />

cuore accelera e i muscoli si irrigidiscono,<br />

l’adrenalina entra in<br />

circolo. Il calore <strong>del</strong>le luci in contrasto<br />

con le mani fredde, parte<br />

un applauso e subito dopo è silenzio<br />

assoluto. È il momento in<br />

cui devi essere in grado di dare<br />

tutto il meglio in un lasso di tempo<br />

unico e irripetibile senza poter<br />

sbagliare nulla. A quel punto sei<br />

tu il padrone, sei tu lo spettacolo.<br />

Piaccia o non piaccia si saprà<br />

dopo, ma in quello momento comanda<br />

la tua musica.<br />

Andiamo adesso al nocciolo <strong>del</strong>la<br />

questione: Vi racconterò la mia<br />

tournè di quest’estate con Gigi<br />

D’Alessio. No scherzo, in realtà<br />

voglio dirvi qualcosa di serio.<br />

Sono sicuro che la musica sia una<br />

presenza costante nelle vostre<br />

vite, quello che sto per dirvi vale<br />

per la musica e tutte le arti in<br />

generale: Non fatevi togliere la<br />

possibilità di scegliere. Senza che<br />

ve ne accorgiate la società crea i<br />

vostri gusti, i vostri bisogni, le<br />

vostre idee e le vostre abitudini.<br />

Così, anche con la musica, ci<br />

propina tutto ciò che di facilmente<br />

produttibile e vendibile esista.<br />

Ma la musica non è un’industria<br />

e voi non siete stupidi. Va bene<br />

ascoltare quello che passa la radio,<br />

va bene ascoltare Gigi<br />

D’alessio e Alessandra Amoroso,<br />

ma non negatevi la possibilità di<br />

scegliere nell’universo <strong>del</strong>la musica.<br />

Per scegliere bisogna conoscere<br />

e per conoscere dovete essere<br />

curiosi, aperti, rivoluzionari,<br />

indipendenti. Spostate lo sguardo<br />

verso tutto ciò che solitamente<br />

dalla società viene ignorato. Lun-


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 12<br />

In nome di Lia<br />

Eri quella corda di<br />

chitarra suonata<br />

con passione, eri<br />

quel passo di<br />

danza, eri<br />

quell'acuto dolce,<br />

eri la voce <strong>del</strong>le<br />

nostre parole.<br />

"Se muoio, sopravvivimi"<br />

era la sua poesia preferita.<br />

Chissà come sarebbe stata<br />

felice sapendo che il figlio,<br />

un giorno, avrebbe<br />

scritto un libro con lo stesso<br />

titolo.<br />

Chissà come sarebbe stata<br />

felice sapendo che questo<br />

libro è dedicato a lei, ad<br />

una donna che non ha mai<br />

smesso di lottare, ad una<br />

donna che, ancora oggi,<br />

merita giustizia.<br />

Lia Pipitone, uccisa 23<br />

settembre 1983, è una <strong>del</strong>le<br />

tante, troppe, vittime<br />

<strong>del</strong>la mafia.<br />

Lia non seguiva gli schemi<br />

<strong>del</strong>la sua famiglia: lei<br />

amava l'amore e per amore<br />

è stata uccisa.<br />

"Nel nome di Lia", è il<br />

nome <strong>del</strong>l'iniziativa a cui<br />

studenti ed ex studenti <strong>del</strong><br />

<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong> hanno partecipato<br />

con grinta e volontà.<br />

Noi studenti - con l'aiuto<br />

<strong>del</strong>le professoresse Lombardo,<br />

Sansone e Borgetto<br />

e con l'ausilio <strong>del</strong>la coreografa<br />

e danzatrice Giada<br />

Scimemi - siamo riusciti<br />

ad andare oltre le mura<br />

anguste <strong>del</strong>le nostre aule e<br />

ci siamo serviti <strong>del</strong>le nostre<br />

passioni per creare<br />

una performance in sua<br />

memoria.<br />

Un percorso che ci ha fatto<br />

crescere, divertire ed<br />

emozionare.<br />

Il risultato? Il "Premio Lia<br />

Pipitone" in occasione <strong>del</strong><br />

XXXIII Anniversario<br />

<strong>del</strong>l'Uccisione di Lia Pipitone<br />

è stato conferito alla<br />

nostra scuola!<br />

Una parte <strong>del</strong>la nostra performance<br />

è stata riproposta<br />

giorno 29 Ottobre<br />

2016: il <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong> ha ,<br />

infatti, partecipato alla<br />

cerimonia che ha svelato<br />

la targa ufficiale Unesco<br />

che riconosce il Ponte<br />

<strong>del</strong>l’Ammiraglio come<br />

sito <strong>del</strong>l’itinerario arabo–<br />

normanno e patrimonio<br />

<strong>del</strong>l'umanità<br />

Ci siamo impegnati a ripresentare<br />

la performance<br />

per far sì che tutto ciò non<br />

venga perso ma rimanga<br />

impresso, non solo nella<br />

storia ma soprattutto nella<br />

memoria e nel cuore di<br />

ognuno di noi.<br />

nostra vita e continuerai a<br />

farne parte nei nostri cuori.<br />

Eri presente nelle prove:<br />

eri quella corda di chitarra<br />

suonata con passione, eri<br />

quel passo di danza, eri<br />

quell'acuto dolce, eri la<br />

voce <strong>del</strong>le nostre parole.<br />

Lia Pipitone è un nome<br />

che non dimenticheremo<br />

facilmente, ha inciso sul<br />

nostro cammino e ha lasciato<br />

un segno in<strong>del</strong>ebile:<br />

l'amore per la vita.<br />

Ogni volta che il tuo nome<br />

risuonava, ci offrivi qualcosa<br />

di nuovo.<br />

Le professoresse hanno<br />

accompagnato il nostro<br />

percorso e insieme abbiamo<br />

disegnato il tuo volto<br />

con i colori <strong>del</strong>l'amore e<br />

<strong>del</strong>la dolcezza.<br />

Ti svelo un segreto: quando<br />

parlo o scrivo di te, i<br />

brividi non mi abbandonano<br />

mai; brividi eterni.<br />

Eternamente grato alla<br />

vita per aver incrociato le<br />

nostre strade.<br />

Questo è per te, grazie Lia.<br />

Per noi, Lia, non sei morta,<br />

hai fatto parte <strong>del</strong>la<br />

di Gabriele Di Matteo IV G


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 13<br />

Obiettivo: Insegui i tuoi sogni<br />

Il tempo vola e sono già passati<br />

tre anni da quando studiavo<br />

anch’io tra i banchi <strong>del</strong><br />

<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>. Subito dopo il<br />

liceo ho intrapreso un percorso<br />

nuovo, molto diverso:<br />

l’università. Frequento il<br />

corso di Scienze <strong>del</strong>la Comunicazione<br />

per le Culture e le<br />

Arti a Palermo, che mi ha<br />

permesso di approfondire la<br />

mia conoscenza di alcune<br />

lingue, e di conoscerne altre<br />

che mi incuriosivano, come<br />

l’Arabo ad esempio. Tornare<br />

a scrivere per il giornalino<br />

per me è molto significativo<br />

perché è anche grazie a<br />

quest’esperienza fatta a<br />

scuola che ho cominciato a<br />

coltivare la mia passione per<br />

la scrittura, che porto avanti<br />

tutt’oggi.<br />

Sono ormai al terzo anno <strong>del</strong><br />

mio percorso universitario e<br />

il traguardo <strong>del</strong>la laurea si<br />

avvicina sempre più. Per<br />

alcuni di voi c’è ancora un<br />

po’ di strada da fare, mi riferisco<br />

ai più giovani <strong>del</strong> biennio,<br />

i ragazzi <strong>del</strong> quinto si<br />

staranno preparando per la<br />

tanto temuta maturità. Posso<br />

dirvi un segreto? Non è così<br />

terribile come ve la descrivono!<br />

Il mio consiglio è di studiare<br />

sempre, non per il voto,<br />

né per i futuri esami universitari,<br />

ma per voi stessi! Conoscere<br />

è aprirsi al mondo e<br />

guardarlo con occhi differenti.<br />

Scegliete il percorso che<br />

più vi piace e valorizza i<br />

vostri talenti, seguite le vostre<br />

passioni perché un giorno<br />

quando sarete stanchi,<br />

soltanto la forza di volontà<br />

che avete dentro vi porterà<br />

ad andare avanti e continuare<br />

il percorso intrapreso.<br />

<strong>La</strong> mia esperienza al <strong>Dolci</strong> è<br />

stata positiva, nonostante le<br />

mille difficoltà che il nostro<br />

liceo purtroppo deve affrontare,<br />

e parlo <strong>del</strong>le aule non<br />

riscaldate, <strong>del</strong>le strutture in<br />

parte pericolanti, <strong>del</strong> contesto<br />

socio-culturale che lo<br />

circonda. Nonostante tutto<br />

ho sempre apprezzato la determinazione<br />

con cui gli insegnanti<br />

portano avanti una<br />

linea educativa attraverso<br />

progetti e azioni concrete che<br />

sono in grado di trasmettere<br />

sani mo<strong>del</strong>li di comportamento,<br />

insegnamenti che<br />

restano nella vita oltre le<br />

nozioni di Italiano e Storia.<br />

Un in bocca al lupo a tutti e<br />

tutte e buon anno scolastico!<br />

di Benedetta Montalto<br />

(ex alunna)<br />

...seguite le<br />

vostre passioni<br />

perché un giorno<br />

quando sarete<br />

stanchi, soltanto<br />

la forza di volontà<br />

che avete dentro<br />

vi porterà ad<br />

andare avanti e<br />

continuare il<br />

percorso<br />

intrapreso.<br />

“<strong>La</strong> vita scolastica” nella succursale di via Elia<br />

che al rapporto di coesione<br />

tra insegnanti e alunni.<br />

Nonostante il quadro positivo<br />

rimane un aspetto negativo,<br />

ovvero la difficoltà di<br />

comunicazione con la sede<br />

centrale e spesso la conseguente<br />

mancanza di aiuto da<br />

parte di essa.<br />

L'intervista si è poi evoluta<br />

spostando l'attenzione<br />

sull'ambito personale degli<br />

insegnanti che ci hanno messo<br />

a conoscenza di quali fossero<br />

i loro libri, canzoni<br />

o film preferiti che più li<br />

rispecchiassero. Tra questi<br />

ricordiamo "C'era una volta<br />

l'America", "I fratelli Karamazov"<br />

di F. Dostoevskij,<br />

"1000 splendidi soli" di K.<br />

Hosseini , "Always" di Bon<br />

Jovi e "Fahrenheit 451".<br />

Infine, per concludere l'inter-<br />

Pro e contro di vivere in succursale<br />

Salve a tutti da parte di due<br />

studentesse <strong>del</strong>la classe 4^N<br />

di via Elia. Abbiamo intervistato<br />

alcuni docenti, ovvero<br />

le professoresse Pellitteri,<br />

Citarrella, Schembri e A-<br />

bruzzo, domandano loro<br />

quali fossero gli aspetti negativi<br />

e positivi di vivere in tale<br />

sede.<br />

I lati positivi sono tanti a<br />

partire dal fatto che la comunicazione<br />

sia diretta che indiretta<br />

tra i docenti di uno stesso<br />

plesso è molto più efficiente.<br />

All'interno <strong>del</strong> plesso<br />

inoltre vi è una collaborazione<br />

attiva e quindi un vero e<br />

proprio lavoro di squadra,<br />

fondato sulla fiducia reciproca,<br />

incrementato da un clima<br />

di condivisione di interessi.<br />

Tutto ciò favorisce e determina<br />

un lavoro educativo<br />

proficuo e fertile, grazie anvista,<br />

ci hanno rivelato che<br />

uno dei loro sogni futuri sarebbe<br />

quello di vedere i propri<br />

alunni realizzarsi e crescere<br />

nel migliore dei modi.<br />

Ringraziamo tutti i docenti e<br />

auguriamo un buon anno<br />

scolastico!<br />

di Aurora Gentile<br />

e Serena Orlando


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 14<br />

Intervista alla mamma di un ragazzo speciale<br />

Negli anni passati, alla fine di un percorso scolastico, mantenere<br />

i rapporti con i compagni era molto difficile; oggi<br />

grazie alle nuove tecnologie siamo riusciti a contattare la<br />

madre <strong>del</strong> primo alunno diversamente abile che ha frequentanto<br />

il nostro istituto: Damiano Scarpinato.<br />

Abbiamo intervistato la madre Giusy che ha condiviso con<br />

noi non solo i suoi ricordi sulla scuola, ma anche i suoi sentimenti<br />

e le sue emozioni facilmente sintetizzabili con la<br />

frase che ha ripetuto più volte: “Il<br />

<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong> è stato una fonte<br />

vita”.<br />

-In che anni Damiano è stato<br />

alunno <strong>del</strong>la nostra scuola? Ha<br />

dei ricordi particolari e che<br />

porterà sempre nel cuore sul<br />

nostro istituto? Nella nostra<br />

scuola da anni si porta avanti il<br />

“Progetto Legalita”: ha partecipato<br />

all'iniziativa? Ha dei<br />

ricordi speciali che vorrebbe<br />

condividere?<br />

“Damiano oggi ha 32 anni e non ricordo con precisione gli<br />

anni in cui ha frequentato il “<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>”, è come se lui<br />

fosse nato lì, in quella scuola dove insegnanti, terapisti e<br />

ragazzi si sono presi cura di lui. Nel corso degli anni abbiamo<br />

organizzato molte cose: per esempio, avevamo fondato<br />

un'associazione nata con la collaborazione degli insegnati di<br />

sostegno, che metteva a disposizione un'aula a scuola per<br />

dare supporto ai genitori degli alunni, ma che, con il passare<br />

<strong>del</strong> tempo, abbiamo dovuto chiudere per il poco interessamento<br />

da parte dei genitori che avevano troppi impegni.<br />

Abbiamo organizzato grazie al CESPU anche dei corsi di<br />

decoupage, di teatro dove i ragazzi si sono divertiti tantissimo.<br />

Anche con il progetto legalità abbiamo organizzato diverse<br />

attività: siamo andati a Caltanissetta a trovare un imprenditore<br />

e siamo andati alla palestra di Valeria Grasso. Parlare<br />

con loro e sfoggiare le magliette di “addio pizzo” ci ha unito<br />

molto, eravamo una cosa sola e forse è stata una <strong>del</strong>le cose<br />

più belle che abbiamo fatto. E poi come non dimenticare il<br />

premio che abbiamo vinto a Napoli grazie al video “Dalla<br />

rabbia alla speranza”: anche quella è stata un'esperienza<br />

fatastica”<br />

-Come passa oggi le sue giornate Damiano?<br />

“Lui si sveglia, fa colazione e poi o usciamo e facciamo un<br />

passeggiata, o resta davanti al computer o vede la tv, oppure,<br />

visto che noi abbiamo un giardino, passa molto tempo lì.<br />

Molte volte vengono a trovarci amici e tutti i compagni di<br />

Damiano con cui siamo rimasti in contatto grazie a Facebook”<br />

- Cosa vorrebbe che lo Stato facesse<br />

di concreto per voi?<br />

“Naturalmente vorremmo uno Stato più<br />

presente non solo per noi, ma per tutti.<br />

Sarebbe bello aprire un corso di teatro o<br />

comunque <strong>del</strong>le attività per i ragazzi<br />

disabili. Ho paura per quello che potrebbe<br />

succedere in futuro, dopo noi, e per<br />

questa ragione mi piacerebbe invitare e<br />

accogliere altre famiglie che hanno problemi.<br />

Ci sentiamo abbandonati dallo<br />

Stato, ma non siamo soli, per fortuna<br />

abbiamo tanti veri amici”<br />

-Ha un'ultima considerazione che vorrebbe fare? Vorrebbe<br />

dire qualcosa ai ragazzi?<br />

“Per prima cosa vorrei ringraziare il preside Di Fatta che è<br />

un preside doc. Poi tutti i professori <strong>del</strong>la scuola che sono dei<br />

“veri professori” che grazie al loro supporto- sembra strano<br />

lo so- hanno fatto crescere anche me! Vorrei anche ringraziare<br />

la famiglia Ignoffo, la famiglia di Margherita, con i quali<br />

abbiamo combattutto tante battaglie e ci siamo sempre aiutati.<br />

Vorrei anche rivolgermi ai ragazzi: non bisogna lamentarsi<br />

<strong>del</strong>la scuola, bisogna amarla. Oggi non si trova lavoro perché<br />

non esiste più la meritocrazia, non c'è niente per voi e soprattutto<br />

non c'è niente per i ragazzi disabili”.<br />

Ringraziamo la famiglia Scarpinato, la signora Giusy per la<br />

sua disponibilità, e anche se si rimprovera di non essere presente<br />

oggi, è pur sempre stata un fondamento per la nostra<br />

scuola e, si sa, in una costruzione le fondamenta sono la<br />

base, senza di loro non ci sarebbe edificio. In questo caso il<br />

“<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>” non sarebbe quello che è oggi.<br />

di Roberta Zito<br />

-Dopo la scuola, avete dovuto affrontare dei problemi<br />

che non vi sareste mai aspettati?<br />

“Dopo la scuola abbiamo trovato tutto chiuso e soprattutto<br />

niente di paragonabile al “<strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong>”! Abbiamo l'aiuto di<br />

familiari e di veri amici che ci vengono a trovare. Anche i<br />

compagni di Damiano vengono spesso, e lui ogni volta è<br />

contentissimo perché gli manca molto la scuola e anche se<br />

vorrei venire più spesso, ho paura di <strong>del</strong>uderlo perché appena<br />

entra a scuola non vuole più andarsene e rimane triste per<br />

giorni”


<strong>La</strong> voce <strong>del</strong> <strong>Danilo</strong> <strong>Dolci</strong><br />

Pagina 15<br />

Premio nobel per la letteratura, da Dario Fo a Bob Dylan<br />

In questi ultimi mesi abbiamo sentito parlare <strong>del</strong>l’assegnazione<br />

<strong>del</strong> Premio Nobel, un’onorificenza assegnata dal governo svedese<br />

a coloro che si sono distinti per aver svolto eccezionali<br />

ricerche, aver inventato equipaggiamenti o tecniche rivoluzionarie<br />

e aver reso i maggiori servizi all'umanità nel campo<br />

<strong>del</strong>la fisica, chimica, medicina o fisiologia, letteratura, o a chi<br />

si fosse particolarmente distinto nel favorire le relazioni amichevoli<br />

tra i popoli.<br />

Tra i personaggi che sono stati premiati dal Governo Svedese<br />

nel campo <strong>del</strong>la letteratura, possiamo ricordare le figure di<br />

Dario Fo, premiato nel 1997, e di Bob Dylan, che ritirerà il<br />

premio nel Dicembre 2016.<br />

Il Premio a Fo - diciottesimo italiano e sesto per la letteratura<br />

dopo Carducci 1906, Deledda 1926, Piran<strong>del</strong>lo 1934, Quasimodo<br />

1958, Montale 1975 - si inserisce nella tendenza di<br />

quest'ultimo decennio di privilegiare voci periferiche, emergenti<br />

e minoritarie. Ciò che Fo rappresenta di minoritario, per<br />

lo meno all'interno <strong>del</strong>la cultura italiana, è il teatro nei confronti<br />

<strong>del</strong>la letteratura. Dario Fo, infatti, è un completo uomo<br />

di teatro: attore, regista, costumista, scenografo, drammaturgo.<br />

E poi è anche pittore, cantante, critico e autore di circa ottanta<br />

canzoni. Ha realizzato anche qualche programma televisivo e<br />

radiofonico ed ha interpretato qualche film. Quest’anno, il<br />

giorno <strong>del</strong>l’assegnazione <strong>del</strong> Premio Nobel, è scomparso il<br />

celebre letterario all’età di 90 anni, l’ultimo italiano a ricevere<br />

il Premio Nobel <strong>del</strong>la letteratura nel 1997.<br />

Lo stesso giorno <strong>del</strong>la morte di Dario Fo, hanno assegnato il<br />

Premio Nobel <strong>del</strong>la letteratura a Bob Dylan, cantautore e<br />

compositore statunitense, distintosi anche come scrittore,<br />

poeta, attore, pittore, scultore e conduttore radiofonico, si è<br />

imposto come una <strong>del</strong>le più importanti figure in campo musicale,<br />

in quello <strong>del</strong>la cultura di massa e <strong>del</strong>la letteratura a livello<br />

mondiale. Il 13 ottobre, il Comitato dei Nobel a Stoccolma<br />

gli ha assegnato il Nobel per la Letteratura 2016. Il<br />

cantautore ha infatti il merito di aver "creato una nuova e-<br />

spressione poetica nell'ambito <strong>del</strong>la tradizione <strong>del</strong>la grande<br />

canzone americana". Il premio non fu subito accettato da<br />

Dylan, ma, una settimana dopo, il cantautore ha affermato<br />

durante un’intervista di essere molto felice e che andrà personalmente<br />

a ritirare il premio durante la cerimonia che avrà<br />

luogo il 10 Dicembre a Stoccolma.<br />

Qui a seguire è possibile vedere il testo di una <strong>del</strong>le sue canzoni<br />

più celebri, che sicuramente ha contribuito<br />

all’assegnazione <strong>del</strong> suo premio.<br />

di Alice Riili e<br />

Simona Pitarresi<br />

Il Natale in Sicilia: Presepi e tradizioni<br />

In Sicilia,come in tutto il resto <strong>del</strong> mondo, il natale è la festività<br />

più attesa per la meravigliosa atmosfera che crea,ed è per<br />

questo celebrata sotto tutti i punti di vista:religioso,folcloristico<br />

e gastronomico. Tradizioni vecchie e<br />

nuove si fondono per rendere questo periodo <strong>del</strong>l’anno unico<br />

nei festeggiamenti e per ricordare la nascita di Cristo il 25 dicembre.<br />

A simboleggiare l'arrivo <strong>del</strong>le feste vi è anche il fiorire<br />

di Presepi, di diversi tipi e materiali come il legno, l'oro, l'argento,<br />

l'avorio e il corallo che troviamo in molte località. Molti<br />

turisti accorrono proprio in Sicilia per visitare i meravigliosi<br />

presepi viventi e non,che vengono allestiti ogni anno.<br />

Tra i più famosi troviamo: il più antico quello di Custonaci, in<br />

provincia di Trapani, all'interno <strong>del</strong>la grotta di Mangiapane,qui<br />

adulti e bambini si vestono di antichi abiti e inscenano antichi<br />

mestieri tra il suono di canti natalizi.<br />

A Longi, in provincia di Messina, i presepi sono accompagnati<br />

da canti dialettali natalizi o da suoni di strumenti antichi come<br />

la zampogna a chiave utilizzata a Monreale (in provincia<br />

di Palermo).<br />

Altri presepi viventi<br />

possiamo trovarli a<br />

Cammarata,Taormina,<br />

Termini Imerese, Marineo<br />

e in molte altre<br />

località siciliane.<br />

Nonostante le nuove<br />

tradizioni i presepi realizzati<br />

con materiali di<br />

diversi tipi,restano molto<br />

apprezzati.<br />

A Caltagirone troviamo presepi realizzati in creta e ceramica;<br />

A Catania esiste un presepe i cui personaggi sono realizzati<br />

con una pastiglia particolare e rivestiti di pittura resinosa.<br />

Di pregio sono anche i presepi realizzati in terracotta,stoffa,sughero<br />

e materiali riciclati, quello di Acireale (in<br />

provincia di Catania) costituito da una trentina di personaggi<br />

di grandezza naturale che si trova dentro una grotta lavica e<br />

quello di Scicli, (in provincia di Ragusa) uno dei più antichi<br />

ma fortemente danneggiato da un terremoto.<br />

A fe<strong>del</strong>i e non, consigliamo vivamente di andare a visitare<br />

questi presepi, perché sono un patrimonio culturale <strong>del</strong>la nostra<br />

Isola.<br />

di Martina Di Liberto e<br />

Carmen <strong>La</strong> Brasca VF.


LICEO <strong>del</strong>le SCIENZE UMANE e LINGUISTICO ‘DANILO DOLCI’ di PALERMO<br />

Dirigente scolastico: Domenico Di Fatta Direttore responsabile: Luigi Barbieri Grafica e impaginazione: Samuele <strong>La</strong> Gattuta<br />

Via Fichidindia, Palermo<br />

PA 90124 IT<br />

ARRIVEDERCI RAGAZZI<br />

mail: papm07000p@istruzione.it<br />

Tel: 091/6300170<br />

SIAMO SU INTERNET<br />

liceodanilodolci.it<br />

L’anno scolastico 2016/17<br />

sarà per molti di noi alunni<br />

l’ultimo anno trascorso<br />

in questo liceo, in quanto<br />

gli esami di stato si avvicinano<br />

e con essi l’entrata<br />

a una vita dove non si è<br />

più protetti da quella che<br />

per noi finora è stata una<br />

“campana di vetro”.<br />

Questi cinque anni ,che<br />

sembrano essere passati<br />

così in fretta, sono stati<br />

per noi ragazzi gli anni<br />

più belli <strong>del</strong>la nostra vita e<br />

siamo sicuri che in futuro<br />

ricorderemo i nostri compagni<br />

e i professori con<br />

nostalgia e affetto. <strong>La</strong><br />

complicità e il rapporto di<br />

amicizia che si crea con i<br />

compagni di classe è difficilmente<br />

replicabile nella<br />

vita che ci aspetta alla fine<br />

di questo percorso, dove<br />

la corsa al potere è più<br />

importante dei rapporti<br />

interpersonali in quanto<br />

troveremo “squali” pronti<br />

ad approfittare di ogni<br />

nostra debolezza, la nostra<br />

classe, al contrario, è per<br />

cinque anni una seconda<br />

casa dove possiamo essere<br />

noi stessi e non avere paura<br />

<strong>del</strong> giudizio degli altri.<br />

Si crea tra noi un legame<br />

indissolubile che ci porterà<br />

ad essere uniti e presenti<br />

nella vita di ciascuno di<br />

noi anche dopo la fine di<br />

quest’ultimo anno scolastico.<br />

Spesso, però, accade<br />

che i rapporti vengano<br />

involontariamente troncati<br />

a causa dei differenti percorsi<br />

di vita intrapresi<br />

,tuttavia ciò non ci porterà<br />

a dimenticare quello<br />

che i nostri compagni<br />

hanno rappresentato per<br />

noi in questo arco di vita.<br />

Si sa, spesso i ragazzi<br />

desiderano che la scuola<br />

non esista perché considerata<br />

come un peso a causa<br />

<strong>del</strong>le interrogazioni e <strong>del</strong>le<br />

verifiche scritte che li<br />

mettono costantemente<br />

sotto pressione. Senza<br />

d i m e n t i c a r e i<br />

“celeberrimi” compiti per<br />

casa che sottraggono tempo<br />

alle loro amicizie e alle<br />

loro passioni ma oggettivamente<br />

senza compiti e<br />

interrogazioni oggi non<br />

sapremmo tutto quello che<br />

conosciamo, non potremmo<br />

aver sviluppato un<br />

pensiero critico sul mondo<br />

che ci circonda.<br />

Ragazzi, la scuola avrà<br />

pure i suoi difetti ma<br />

quando la lasceremo avvertiremmo<br />

una sensazione<br />

di vuoto, la routine che<br />

è stata per anni la nostra<br />

vita cambierà e solo allora<br />

potremmo renderci conto<br />

di quanto la scuola sia<br />

stata la nostra culla per<br />

anni.<br />

Il nostro futuro è ignoto,<br />

ma il nostro passato è già<br />

stato scritto e non lo cambieremmo<br />

per nulla al<br />

mondo!<br />

Roberta Zito e<br />

Benedetto Camarretta

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