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Enrico Mart<strong>in</strong>es<br />
“Um lembrava Beethoven, o outro, Mozart”<br />
Pelé deixava o estádio boquiaberto.<br />
Garr<strong>in</strong>cha fazia o estádio gargalhar.<br />
O Rei beirava a perfeição, como Michelangelo.<br />
Mané alegrava, como Van Gogh.<br />
O “Atleta do Século” era Spielberg.<br />
A “Alegria do Povo” era o próprio Chapl<strong>in</strong>.<br />
Um lembrava Beethoven, o outro, Mozart 1 .<br />
uesta serie di def<strong>in</strong>izioni contrastive, proposta dal gior-<br />
Qnalista Q<br />
Juca Kfouri, accosta i due pr<strong>in</strong>cipali protagonisti<br />
della prima epopea del calcio brasiliano, quella che, tra il 1958<br />
e il 1962 vide la seleção canar<strong>in</strong>a v<strong>in</strong>cere due titoli mondiali<br />
consecutivi e cambiare il dest<strong>in</strong>o di un paese di “viralatas” per<br />
trasformarlo nella patria del calcio.<br />
Le cifre dicono eloquentemente come il b<strong>in</strong>omio Garr<strong>in</strong>cha-<br />
Pelé sia stato s<strong>in</strong>onimo di successo: tra il 1958 e il 1966, nelle<br />
40 partite <strong>in</strong> cui i due sono stati schierati contemporaneamente,<br />
la nazionale brasiliana non è mai uscita sconfitta dal<br />
1<br />
[Pelé lasciava lo stadio a bocca aperta. Garr<strong>in</strong>cha lo faceva ridere a crepapelle. O<br />
Rei rasentava la perfezione, come Michelangelo. Mané rallegrava, come Van Gogh.<br />
L’“Atleta del secolo” era Spielberg. L’“Allegria del Popolo” era lo stesso Chapl<strong>in</strong>.<br />
Uno ricordava Beethoven, l’altro, Mozart], Juca Kfouri, Garr<strong>in</strong>cha, o brasileiro mais<br />
amado, <strong>in</strong> Júlio Garganta, José Oliveira, Maurício Murad (a cura di), Futebol de<br />
muitas cores e sabores, Campo das Letras, Porto, 2004, p. 141.<br />
Dove non diversamente specificato, le traduzioni sono degli autori dei saggi.<br />
5
terreno di gioco, collezionando 36 vittorie e quattro pareggi.<br />
Ma, oltre a evocare due giocatori così v<strong>in</strong>centi e famosi, la<br />
citazione del brano di Juca Kfouri è a mio avviso efficace per<br />
segnalare come, attraverso la parola scritta, la rappresentazione<br />
dei due personaggi trascenda la realtà storica delle loro imprese<br />
sportive per entrare nell’ambito del mito. Come spiega Roland<br />
Barthes nella teoria del mito di oggi, il concetto del mito<br />
tende sempre a deformare il senso orig<strong>in</strong>ale su cui si <strong>in</strong>serisce<br />
la struttura del nuovo sistema semiologico complesso. Il mito,<br />
per Barthes, è una forma di discorso, che non nega la fattualità<br />
storica, ma la rende <strong>in</strong>nocente, <strong>in</strong>genua 2 . Ecco che Pelé e Garr<strong>in</strong>cha<br />
sono, nelle parole di Kfouri e <strong>in</strong> quelle a loro dedicate<br />
da molti altri giornalisti e scrittori, svuotati della loro realtà<br />
storica, semplificati e cristallizzati, proiettati <strong>in</strong> una ricerca di<br />
eternità; non a caso, li troviamo accostati ad altri personaggi<br />
che, prima di loro, hanno raggiunto vertici d’immortalità attraverso<br />
l’espressione del proprio genio. E allora, proseguendo<br />
2<br />
“[…] il mito ha il compito di istituire un’<strong>in</strong>tenzione storica come natura, una<br />
cont<strong>in</strong>genza come eternità. […] il mito si costituisce attraverso la dispersione della<br />
qualità storica delle cose: le cose vi perdono il ricordo della loro fabbricazione. Il<br />
mondo entra nel l<strong>in</strong>guaggio come un rapporto dialettico di attività, di atti umani:<br />
esce dal mito come un quadro armonioso di essenze. Si è operato un gioco di<br />
prestigio che ha rovesciato il reale, lo ha vuotato di storia e lo ha riempito di natura,<br />
che ha sottratto alle cose il loro senso umano <strong>in</strong> modo da far loro significare<br />
un’<strong>in</strong>significanza umana. La funzione del mito è di svuotare il reale […] Il mito<br />
non nega le cose, anzi, la sua funzione è di parlarne; semplicemente le purifica, le<br />
fa <strong>in</strong>nocenti, le istituisce come natura e come eternità, dà loro una chiarezza che<br />
non è quella della spiegazione, ma quella della constatazione […] Passando dalla<br />
storia alla natura, il mito fa un’economia: abolisce la complessità degli atti umani,<br />
dà loro la semplicità delle essenze, sopprime ogni dialettica, ogni sp<strong>in</strong>ta a risalire,<br />
al di là del visibile immediato, organizza un mondo senza contraddizioni perché<br />
senza profondità, un mondo dispiegato nell’evidenza, istituisce una chiarezza felice:<br />
le cose sembrano significare da sole”, <strong>in</strong> Roland Barthes, I Miti d’oggi, E<strong>in</strong>audi,<br />
Tor<strong>in</strong>o, 1974, pp. 222-224.<br />
6
nell’impostazione barthesiana, viene da chiedersi quali siano le<br />
significazioni mitiche associate ai due giocatori brasiliani: se il<br />
mito è essenzialmente un metal<strong>in</strong>guaggio, un sistema di comunicazione<br />
che serve a veicolare un messaggio, Pelé e Garr<strong>in</strong>cha<br />
servono per parlare di cosa? O meglio, e ancora: <strong>in</strong> che modo la<br />
parola scritta si è appropriata di due oggetti della cultura di massa<br />
e ha edificato la loro immag<strong>in</strong>e da tramandare ai posteri?<br />
I due miti calcistici che qui prendo <strong>in</strong> esame – a tutt’oggi i<br />
più importanti nella storia del futebol brasileiro – si contraddist<strong>in</strong>guono,<br />
oltre che per la parziale contemporaneità, per<br />
un’estrema diversità di carattere e di significazione, tanto che<br />
l’ant<strong>in</strong>omia “<strong>Angeli</strong> e Demoni”, utilizzata nel titolo del convegno,<br />
è stata ideata proprio pensando a Pelé e a Garr<strong>in</strong>cha.<br />
La contrapposizione è <strong>in</strong>sita nella diversità dei rispettivi dest<strong>in</strong>i,<br />
nel perdurante successo de “O Rei” messo a contrasto<br />
con la fugace esperienza della “Estrela solitária” e con la sua<br />
tragica e repent<strong>in</strong>a parabola discendente.<br />
D’altro canto, l’opposizione non è così nettamente def<strong>in</strong>ita<br />
se, ad esempio, colui che nella diade dovrebbe <strong>in</strong>carnare la<br />
parte del demone, pur ricevendo anche gli epiteti di “garoto<br />
diabólico”, o “demônio das pernas tortas” 3 , sarà più noto<br />
come “o anjo das pernas tortas”.<br />
E lo stesso soprannome Garr<strong>in</strong>cha, com’è noto, è storpiatura<br />
del nome di un uccell<strong>in</strong>o, la “garriça” o “garricha” che, per<br />
3<br />
In questo modo Garr<strong>in</strong>cha era stato ribattezzato dal radiocronista Waldir Amaral,<br />
della Radio Cont<strong>in</strong>ental, nel 1958, all’<strong>in</strong>domani della conquista del primo titolo<br />
mondiale, <strong>in</strong> Svezia (vedi Ruy Castro, Estrela Solitária, Companhia das Letras, São<br />
Paulo, 1995, p. 190). Da notare che quando nel 1974 venne allestito uno show<br />
teatrale nel locale La Boca, appena acquistato da Garr<strong>in</strong>cha e dalla sua compagna,<br />
la cantante Elza Soares, il titolo scelto fu O demônio da Copa no show da vida<br />
(vedi<br />
Ruy Castro, op. cit., p. 433).<br />
7
quanto sgraziato, non rimanda certo ad una figura diabolica<br />
bensì evoca l’immag<strong>in</strong>e di semplicità che, come vedremo, è<br />
associata al carattere della più famosa ala destra della storia 4 .<br />
Importanti <strong>in</strong>terpreti della letteratura brasiliana hanno dedicato<br />
la loro arte alla rappresentazione di questi personaggi.<br />
La poesia è stata il mezzo letterario più nobile utilizzato per<br />
l’esaltazione delle loro gesta.<br />
Il già citato Carlos Drummond de Andrade scrisse un componimento<br />
dal titolo De 7 dias, dedicato alla vittoria nei mondiali<br />
del 1958, una vittoria che “fulgura, | rosa aberta ao pé de<br />
Garr<strong>in</strong>cha” (si apre, si arrende alle prodezze del campione di<br />
Pau Grande), mentre Pelé è visto come l’orefice che trasforma<br />
la palla <strong>in</strong> un gioiello 5 ; dello stesso autore, sempre nella raccolta<br />
Quando é dia de futebol, si trova il brano Letras louvando<br />
Pelé, mirabile gioco di allitterazioni composto <strong>in</strong> occasione del<br />
ritiro del Re dalla nazionale brasiliana, nel 1971 6 .<br />
V<strong>in</strong>ícius de Moraes ha dedicato a Garr<strong>in</strong>cha un celebre so-<br />
4<br />
Sul nome “Garr<strong>in</strong>cha” vedi Ruy Castro, op. cit., pp. 28, 61-62, e Paulo Mendes<br />
Campos, O gol é necessário, Civilização Brasileira, Rio de Janeiro, 2000, p. 27.<br />
5<br />
La prima strofa recita: “Começou festiva a semana: | espiávamos por uma fr<strong>in</strong>cha<br />
| a vitória, e eis que ela fulgura, | rosa aberta ao pé de Garr<strong>in</strong>cha”. [Festiva <strong>in</strong>iziò la<br />
settimana: | spiavamo da un pertugio | la vittoria, ed ecco che essa folgora, | rosa<br />
aperta ai piedi di Garr<strong>in</strong>cha]. Nell’ultima quart<strong>in</strong>a si legge: “E vem outro, mais<br />
outro dia. | Paira a esperança, junto à fé. | A bola em flor no campo: jóia, | e seus<br />
ourives é Pelé.” [E viene un altro, e ancora un altro giorno. | Insieme alla fede, si<br />
libra la speranza. | Il pallone <strong>in</strong> fiore sul campo, gemma, | e il suo orefice è Pelé],<br />
Carlos Drummon de Andarde, Quando é dia de futebol, Record, Rio de Janeiro-<br />
São Paulo, 2002, pp. 33-35 [trad. it. Giulia Lanciani, a cura di, Quando è giorno di<br />
partita, Cavallo di Ferro, Roma, 2005, pp. 35-37].<br />
6<br />
Per darne un assaggio se ne riporta il primo paragrafo: “Pelé, pelota, peleja. Bola,<br />
bolão, balaço. Pelé sai dando balõez<strong>in</strong>hos. Vai, vira, voa, vara, quem viu, quem<br />
previu? GGGGoooollll.” [Pelé, pall<strong>in</strong>a, duella. Palla, pallone, pallonata. Pelé parte<br />
facendo pallonetti. Va, gira, vola, spara, chi ha visto, chi ha previsto? GGGGoooollll],<br />
Ivi, pp. 205-206.<br />
8
netto <strong>in</strong>titolato proprio O Anjo das pernas tortas, <strong>in</strong>cluso nel<br />
libro Para viver um grande amor 7 : per il poeta il suo calcio è<br />
presentimento, <strong>in</strong>tuizione, più rapida del pensiero, è esercizio<br />
del dribbl<strong>in</strong>g<br />
come piacere ripetuto e assaporato, è fatto di<br />
slanci e attese (grazie alle pause <strong>in</strong> cui “descansa”), è allegria<br />
(la palla è felice tra i suoi piedi, rapida come un uragano), è la<br />
speranza che il popolo <strong>in</strong>veste <strong>in</strong> lui; il goal arriva come pura<br />
immag<strong>in</strong>e che l’autore materializza nella scansione visuale delle<br />
lettere che formano la parola “gol”, è pura danza! Nella stessa<br />
raccolta, c’è anche una crônica, Canto de amor e de angústia<br />
à seleção de ouro do Brasil, che si potrebbe def<strong>in</strong>ire “poesia <strong>in</strong><br />
prosa”, giacché, priva di punteggiatura, si legge d’un fiato e,<br />
riguardo ai nostri due eroi, recita:<br />
[...] ele é que devia ser primeiro-m<strong>in</strong>istro do nosso Brasil trigueiro<br />
sabe Pelé eu nunca chamei n<strong>in</strong>guém de gênio porque<br />
acho besteira mas você eu chamo mesmo no duro você e o meu<br />
Garr<strong>in</strong>cha que eu louvo a santa natureza lhe ter dado aque-<br />
7<br />
“A um passe de Didi, Garr<strong>in</strong>cha avança | Colado o couro aos pés, o olhar atento<br />
| Dribla um, dribla dois, depois descansa | Como a medir o lance do momento. ||<br />
Vem-lhe o pressentimento; ele se lança | Mais rápido que o próprio pensamento |<br />
Dribla mais um, mais dois; a bola trança | Feliz, entre seus pés – um pé-de-vento!<br />
|| Num só transporte a multidão contrita | Em ato de morte se levanta e grita | Seu<br />
uníssono canto de esperança. || Garr<strong>in</strong>cha, o anjo, escuta e atende: – Goooool! |<br />
É pura imagem: um G que chuta um o | Dentro da meta, um l. É pura dança!”<br />
[Da un passaggio di Didi, Garr<strong>in</strong>cha avanza | Incollato il cuoio ai piedi, lo sguardo<br />
attento | Dribbla uno, dribbla due, poi si rilassa | Come a gestire il caso del momento.<br />
|| Poi ha il presentimento; egli si lancia | Più rapido del pensiero stesso | Ne<br />
dribbla un altro, altri due; la palla balza | Felice, tra i suoi piedi – la porta il vento!<br />
|| In un solo moto la folla contrita | In un atto di morte si <strong>in</strong>nalza e grida | Il suo<br />
unanime canto di speranza || Garr<strong>in</strong>cha, l’angelo, ascolta e risponde: – Goooool!<br />
| È pura immag<strong>in</strong>e: una G che calcia un o | Dentro la porta, un l. È pura danza!],<br />
V<strong>in</strong>ícius de Moraes, Para viver un grande amor, José Olympio Editoria, Rio de<br />
Janeiro, 1984.<br />
9
las pernas tortas com que ele botou a Espanha entre parêntesis<br />
garoto bom [...] e até a revolução social em marcha pára maravilhada<br />
para ver “seu” Mané balançar o barbante e aí ela prossegue<br />
seu cam<strong>in</strong>ho <strong>in</strong>flexível contente da vida de estar marchando<br />
nessa terra [...] 8 .<br />
Paulo Mendes Campos – uno degli scrittori più vic<strong>in</strong>i a Garr<strong>in</strong>cha<br />
– scrisse nel 1959 una poesia, Círculo Vicioso, <strong>in</strong> cui<br />
<strong>in</strong> un <strong>in</strong>teressante gioco circolare di contrasti mette <strong>in</strong> luce la<br />
s<strong>in</strong>golarità e la non sovrapponibilità delle doti dei campioni<br />
del calcio 9 ; mentre, dopo la vittoria <strong>in</strong> Cile, mise <strong>in</strong> versi le<br />
sue 13 maneiras de ver um canário (tredici maniere di vedere<br />
un canar<strong>in</strong>o), <strong>in</strong> cui ogni strofa è dedicata a un giocatore<br />
8<br />
[lui sarebbe dovuto essere primo m<strong>in</strong>istro del nostro Brasile abbronzato sai Pelé<br />
io non ho mai chiamato genio nessuno perché credo sia un’idiozia ma a te ti ci<br />
chiamo sul serio tu e il mio Garr<strong>in</strong>cha che io r<strong>in</strong>grazio madre natura di avergli dato<br />
quelle gambe storte con cui ha messo la Spagna tra parentesi bravo ragazzo [...]<br />
e pers<strong>in</strong>o la rivoluzione sociale <strong>in</strong> marcia si ferma meravigliata per vedere Mané<br />
gonfiare la rete e solo allora prosegue il suo camm<strong>in</strong>o <strong>in</strong>flessibile felice e contenta<br />
di marciare <strong>in</strong> questa terra].<br />
9<br />
“Bailando sem jogar, gemia o Macalé: | - ‘Quem me dera que fosse o preto Moacir,<br />
| Que vive no Flamengo, estrela a reluzir!’ | Mas a estrela, fitando em Santos o<br />
Pelé: || – ‘Pudesse eu copiar o bom praça de pré, | Um cobra que jamais encontrará<br />
faquir, | Sempre a driblar, a ir e vir, chutando a rir!’ | Porém Pelé, fitando o mar, sem<br />
muita fé: || ‘Ah se eu tivesse aquela bossa de tourada | Que faz de qualquer touro o<br />
joão de seu Mané!’ | Mas o Mané deixando, triste, uma pelada: || – ‘Pois não troco<br />
Pau Grande por Madri, Pelé, | E mesmo o Botafogo muito já me enfada... | Por<br />
que não nasci eu um simples Macalé?’” [Ballando senza giocare, gemeva Macalé:<br />
| – “Magari io fossi il nero Moacir, | Che vive nel Flamengo, da stella rilucente!” |<br />
Ma la stella, scrutando a Santos Pelé: || – “Potessi io copiare il buon mercenario, |<br />
Un serpente che mai troverà il suo fachiro, | Sempre a dribblare, avanti, <strong>in</strong>dietro,<br />
calciando a volontà!” | Però Pelé, scrutando il mare, senza fiducia: || “Ah, se io avessi<br />
quell’estro da torero | Che fa di ogni toro lo zimbello di Mané!” | Ma Mané lasciando,<br />
triste, una partita tra amici: || – “Io non cambio Pau Grande con Madrid, Pelé,<br />
| E anche il Botafogo mi ha già molto stufato... | Perché non sono nato un semplice<br />
Macalé?”], <strong>in</strong> Paulo Mendes Campos, op. cit., p. 47.<br />
10
della nazionale: di Garr<strong>in</strong>cha canta la leggerezza e la libertà di<br />
volare; di Pelé, sfortunato protagonista di quell’edizione dei<br />
mondiali perché <strong>in</strong>fortunato, coglie una drammaticità accostabile<br />
a quella del Canto di amore e morte dell’alfiere Cristoforo<br />
Rilke e una solitud<strong>in</strong>e simile a quella del giovane nobile di<br />
Langenau 10 .<br />
Armando Nogueira ha dedicato al goal di Pelé una sorta di<br />
cantilena rimata, O que é, o que é? 11 , mentre <strong>in</strong> altri componi-<br />
10<br />
Strofa VIII: “È pela cartilha da <strong>in</strong>fância que se joga futebol. | Garr<strong>in</strong>cha vê a ave.<br />
Garr<strong>in</strong>cha voa atrás da ave. | A ave voa aonde quer. | Garr<strong>in</strong>cha voa aonde quer<br />
atrás da ave. | O voo de Garr<strong>in</strong>cha-ave é a chave, | a única chave. | E um bando de<br />
homens se espanta no capim” [È secondo le regole dell’<strong>in</strong>fanzia che si gioca a calcio.<br />
| Garr<strong>in</strong>cha vede l’uccello. Garr<strong>in</strong>cha vola dietro l’uccello. | L’uccello vola dove<br />
vuole. | Garr<strong>in</strong>cha vola dove vuole dietro l’uccello. | Il volo di Garr<strong>in</strong>cha-uccello è<br />
la chiave, | l’unica chiave. | E una folla di uom<strong>in</strong>i si meraviglia sul prato]; strofa X:<br />
“Há uma dramaticidade em Pelé que eu não me cons<strong>in</strong>to adiv<strong>in</strong>har. | Como Cristóvão<br />
Rilke, Pelé tem um canto de amor e de morte. | Como Cristóvão Rilke, Pelé<br />
é o porta-estandarte. | Como o de Langenau, Pelé está no coração das fileiras mas |<br />
está soz<strong>in</strong>ho.” [C’è una drammaticità <strong>in</strong> Pelé che non mi permetto di <strong>in</strong>dov<strong>in</strong>are. |<br />
Come Cristoforo Rilke, Pelé ha un canto di amore e di morte. | Come Cristoforo<br />
Rilke, Pelé è il portabandiera. | Come l’uomo di Langenau, Pelé è nel cuore dello<br />
schieramento ma | è solo], Ivi, pp. 57-58.<br />
11<br />
“O que é, o que é? | Bola de ouro | Correndo, sem choro, | Na ponta do pé. || O<br />
que é, o que é? | Bola de prata | Quicando, sensata, | No peito do pé. || O que é, o<br />
que é? | Bola de meia | Ca<strong>in</strong>do sem peia | No pio do pé. || O que é, o que é? | Bola<br />
de neve | Roçando de leve | A planta do pé. || O que é, o que é? | Bola de fogo |<br />
Ardendo no jogo | De pé contra-pé. || O que é, o que é? | Bola de cera, | chegando<br />
matreira, | de pé-ante-pé. || O que é, o que é? | Bola fagueira | Sa<strong>in</strong>do certeira |<br />
Do arco do pé. || É gol de Pelé.” [Che cos’è, che cos’è? | Palla dorata | Che corre,<br />
beata, | Sulla punta del piede. || Che cos’è, che cos’è? | Palla d’argento | Che salta,<br />
prudente, | Sul dorso del piede. || Che cos’è, che cos’è? | Palla di stracci | Che cade,<br />
senza impacci | Sul pietoso piede. || Che cos’è, che cos’è? | Palla di neve | Che sfiora,<br />
lieve | La pianta del piede. || Che cos’è, che cos’è? | Palla di fuoco | Che brucia nel<br />
gioco | Del piede contro piede. || Che cos’è, che cos’è? | Palla di cera, | che arriva<br />
leggera, | <strong>in</strong> punta di piedi. || Che cos’è, che cos’è? | Palla affettuosa | Che esce<br />
precisa | Dall’arco del piede. || È gol di Pelé], <strong>in</strong> Armando Nogueira, O Homem e a<br />
Bola, Mitavaí, Rio de Janeiro, 1986, pp. 62-63.<br />
11
menti da lui scritti, Garr<strong>in</strong>cha è visto ora come un poeta che<br />
verseggia con la palla <strong>in</strong> un giard<strong>in</strong>o <strong>in</strong> cui giocano bamb<strong>in</strong>i,<br />
ora come un uccell<strong>in</strong>o che svela a un fanciullo i segreti della<br />
magia del calcio, o ancora come un baller<strong>in</strong>o scelto dagli angeli<br />
per <strong>in</strong>segnare agli uom<strong>in</strong>i che il calcio è una cosa di Dio 12 . Per<br />
Pelé, Décio Pignatari scrisse una delle sue poesie concretiste.<br />
Ma non è grazie alla poesia che la parola scritta ha più contribuito<br />
all’edificazione dei miti di Garr<strong>in</strong>cha e di Pelé. Altri<br />
generi, considerati m<strong>in</strong>ori da un punto di vista letterario, forniscono<br />
un repertorio di immag<strong>in</strong>i e valori che determ<strong>in</strong>ano il<br />
carattere della rappresentazione dei due personaggi.<br />
La biografia è <strong>in</strong>dubbiamente il serbatoio più ricco <strong>in</strong> questo<br />
senso; tuttavia, non sempre è il più attendibile, se il lavoro as-<br />
12<br />
“De vez em quando, vivo por ti | <strong>in</strong>stantes de criança. No mesmo rosto, | riso e<br />
lágrimas: eu te revejo, poeta Garr<strong>in</strong>cha, | versejando com a bola, pra lá e pra cá, |<br />
no qu<strong>in</strong>tal dos outros men<strong>in</strong>os” [Di tanto <strong>in</strong> tanto, vivo attraverso te | istanti da<br />
bamb<strong>in</strong>o. Nello stesso volto, | riso e lacrime: io ti rivedo, poeta Garr<strong>in</strong>cha, | mentre<br />
verseggi con la palla, per di là e per di qua, | nel giard<strong>in</strong>o degli altri bamb<strong>in</strong>i], Ivi,<br />
p. 68; alla luce di questi versi, è possibile <strong>in</strong>terpretare come riferita a Garr<strong>in</strong>cha<br />
anche la poesia che, nel libro, la precede (Ivi, pp. 66-67), O men<strong>in</strong>o e o Anjo, <strong>in</strong><br />
cui l’angelo scende, <strong>in</strong> forma di uccello (Garr<strong>in</strong>cha, appunto), tra un gruppo di<br />
bamb<strong>in</strong>i che gioca a calcio: “ […] O anjo sorri, manda o men<strong>in</strong>o fechar os olhos | e,<br />
com as mãos de Deus, vai-lhe entregando | uma a uma, todas as graças do futebol. |<br />
Entrega o segredo dos dribles travessos, | o segredo dos passes de mágica, | dos chutes<br />
certeiros | e, mais que tudo, o milagre do equilíbrio | com que o corpo triunfa<br />
sobre a vertigem do jogo. || [...] Antes, durante e depois de cada gol, | eu te vejo<br />
e te revejo, bailar<strong>in</strong>o do jogo, | a descrever no campo círculos e mais círculos | em<br />
que teu corpo festeja a harmonia do universo. || Bem v<strong>in</strong>do o anjo que te escolheu<br />
| para ens<strong>in</strong>ar aos homens | que o futebol é coisa de Deus”. [L’angelo sorride, dice<br />
al bamb<strong>in</strong>o di chiudere gli occhi | e, con le mani di Dio, gli consegna | una ad una,<br />
tutte le grazie del calcio. | Consegna il segreto dei dribbl<strong>in</strong>g maligni, | il segreto dei<br />
passaggi magici, | dei tiri precisi | e, soprattutto, il miracolo dell’equilibrio | con cui<br />
il corpo trionfa sulla vertig<strong>in</strong>e del gioco. || [...] Prima, durante e dopo ogni gol, |<br />
io ti vedo e ti rivedo, baller<strong>in</strong>o del gioco, | a descrivere sul campo le circonferenze<br />
| con cui il tuo corpo festeggia l’armonia dell’universo. || Benvenuto l’angelo che ti<br />
ha scelto | per <strong>in</strong>segnare agli uom<strong>in</strong>i | che il calcio è una cosa di Dio].<br />
12
sume un tono prevalentemente apologetico; si rivela estremamente<br />
proficuo se <strong>in</strong>vece, come nel caso dell’eccellente volume<br />
su Garr<strong>in</strong>cha di Ruy Castro, Estrela Solitária, enuclea nella<br />
sua complessità la traiettoria umana dello sfortunato giocatore.<br />
Il maggior numero di testi utili appartiene però al genere della<br />
crônica: si tratta di una narrativa corta che fissa delle impressioni<br />
legate al quotidiano, al cont<strong>in</strong>gente, ma che può anche<br />
prevedere un recupero della memoria, un salto nel passato; ha<br />
una tematica molto varia e non è necessariamente un genere<br />
letterario, ma spesso presenta caratteristiche di letterarietà, legate<br />
alle qualità specifiche dell’autore, alla sua capacità di utilizzare<br />
metafore, iperboli e figure di stile efficaci e appropriate<br />
al tema trattato. Scrittori come José L<strong>in</strong>s do Rego e Carlos<br />
Drummond de Andrade si sono cimentati nell’esercizio della<br />
crônica<br />
calcistica; i “campioni” del genere possono però essere<br />
considerati Mário Filho, il fratello Nélson Rodrigues, famoso<br />
anche come drammaturgo, João Saldanha, già tecnico del Botafogo<br />
di Garr<strong>in</strong>cha e della nazionale, e Armando Nogueira.<br />
Autori che su Garr<strong>in</strong>cha e Pelé hanno regalato veri e propri<br />
capolavori di stile e di <strong>in</strong>tuizione, di cui varrebbe la pena compilare<br />
un’antologia guidata e commentata 13 . Mi limiterò qui a<br />
isolare <strong>in</strong> modo molto s<strong>in</strong>tetico i tratti più espressivi della raffigurazione<br />
di questi due angeli (o <strong>demoni</strong>) <strong>in</strong> <strong>scarpe</strong> <strong>bullonate</strong>.<br />
Mané Garr<strong>in</strong>cha era puro ist<strong>in</strong>to. Paulo Mendes Campos è<br />
un autore che ha dato una spiegazione molto eloquente del<br />
carattere assolutamente <strong>in</strong>tuitivo del genio dell’uomo di Pau<br />
13<br />
La mia ricerca si concentra su autori brasiliani e su scritti pubblicati <strong>in</strong> patria.<br />
Tuttavia, non si può non segnalare la prosa poetica e appassionata con cui l’italobrasiliano<br />
Darw<strong>in</strong> Pastor<strong>in</strong> – giornalista tra i più attenti al rapporto tra calcio e<br />
letteratura – ha evocato la figura di Garr<strong>in</strong>cha nel suo Ode per Mané<br />
(Lim<strong>in</strong>a,<br />
Arezzo, 1996).<br />
13
Grande: partendo dall’aforisma di Georges Braque secondo<br />
cui l’uomo, se <strong>in</strong>serito nello spazio che gli è proprio, non ha<br />
bisogno di pensare, lo scrittore m<strong>in</strong>eiro afferma che Garr<strong>in</strong>cha<br />
giocava il suo calcio mosso da pura ispirazione, come il poeta,<br />
il compositore o il baller<strong>in</strong>o ricevono dal cielo l’estro che<br />
li guida; <strong>in</strong>utile cercare di istruirlo con disposizioni tattiche,<br />
Garr<strong>in</strong>cha è come Rimbaud: genio <strong>in</strong> stato nascente 14 .<br />
Un concetto che abbiamo già visto espresso nel citato sonetto<br />
di V<strong>in</strong>ícius de Moraes. Il cronista che ha meglio focalizzato<br />
questo aspetto è probabilmente Nélson Rodrigues, che<br />
scrisse una crônica<br />
dall’eloquente titolo Garr<strong>in</strong>cha não Pensa:<br />
lungi dal considerarlo un difetto, Nélson ritiene l’“istantaneità<br />
trionfale” del giocatore un elemento di superiorità rispetto all’uomo<br />
normale, schiavo del razioc<strong>in</strong>io. La velocità geniale del<br />
suo ist<strong>in</strong>to è ciò che gli consente di giungere sempre un attimo<br />
prima del suo avversario:<br />
[...] chamavam este homem de retardado! Só agora começamos<br />
a fazer-lhe justiça e a perceber a sua superioridade. Comparem<br />
o homem normal, tão lerdo, quase bov<strong>in</strong>o nos seus reflexos,<br />
com a <strong>in</strong>stantaneidade triunfal de Garr<strong>in</strong>cha. Todos nós dependemos<br />
do raciocínio. Não atravessamos a rua, ou chupamos<br />
um Chica-bon, sem todo um lento e <strong>in</strong>tricado processo mental.<br />
Ao passo que Garr<strong>in</strong>cha nunca precisou pensar. Garr<strong>in</strong>cha<br />
não pensa. Tudo nele se resolve pelo <strong>in</strong>st<strong>in</strong>to, pelo jato puro e<br />
irresistível do <strong>in</strong>st<strong>in</strong>to. E, por isso mesmo, chega sempre antes,<br />
sempre na frente, porque jamais o raciocínio do adversário terá<br />
a velocidade genial do seu <strong>in</strong>st<strong>in</strong>to 15 .<br />
14<br />
Vedi Paulo Mendes Campos, op. cit., pp. 27-28.<br />
15<br />
[davano a quest’uomo del ritardato! Solo ora com<strong>in</strong>ciamo a rendergli giustizia e<br />
a capire la sua superiorità. Paragonate l’uomo normale, così pesante, quasi bov<strong>in</strong>o<br />
nei suoi riflessi, con l’istantaneità trionfale di Garr<strong>in</strong>cha. Tutti noi dipendiamo dal<br />
14
Garr<strong>in</strong>cha non pensava e dunque era immune dai condizionamenti<br />
emotivi: con la palla ai piedi era sempre lo stesso,<br />
nelle partite tra amici come <strong>in</strong> una partita decisiva di Coppa<br />
del Mondo. L’avversario era sempre e <strong>in</strong> ogni caso un “João”,<br />
uno qualunque. Proprio questa “beata <strong>in</strong>coscienza”, l’<strong>in</strong>genuità<br />
che sp<strong>in</strong>geva qualcuno a considerarlo una sorta di bamb<strong>in</strong>o<br />
mai cresciuto, poteva essere, per Mário Filho, una caratteristica<br />
v<strong>in</strong>cente, una qualità da prendere ad esempio.<br />
Alla vigilia dei Mondiali del 1958, il grande giornalista analizzava<br />
le cause degli <strong>in</strong>successi collezionati dalla nazionale<br />
brasiliana nei tornei precedenti, <strong>in</strong>dividuabili nell’assenza di<br />
una piena consapevolezza del proprio carattere, nella mancata<br />
assunzione di un’identità matura, che portava ad eccessi di<br />
confidenza e alla voglia di strav<strong>in</strong>cere – come nel campionato<br />
del 1950 – o a un’eccessiva paura dell’avversario – come nei<br />
Mondiali svizzeri del 1954, di fronte alla grande Ungheria di<br />
Puskas. Proprio Garr<strong>in</strong>cha, lungi dall’<strong>in</strong>carnare il prototipo del<br />
giocatore modello, poteva rivelarsi l’esempio del brasiliano che<br />
si accetta per quello che è e da questa coscienza parte per affermare<br />
se stesso, senza complessi di <strong>in</strong>feriorità, senza <strong>in</strong>vidiare<br />
nulla allo straniero; la “tremedeira di Berna”, causa della sconfitta<br />
del 1954, non si sarebbe ripetuta con Mané <strong>in</strong> campo 16 .<br />
razioc<strong>in</strong>io. Non attraversiamo la strada, o succhiamo un lecca-lecca, senza tutto<br />
un lento e complesso processo mentale. Al contrario, Garr<strong>in</strong>cha non ha mai avuto<br />
bisogno di pensare. Garr<strong>in</strong>cha non pensa. Tutto <strong>in</strong> lui si risolve attraverso l’ist<strong>in</strong>to,<br />
attraverso l’impulso puro e irresistibile dell’ist<strong>in</strong>to. E, proprio per questo, arriva<br />
sempre prima, sempre davanti, perché il razioc<strong>in</strong>io dell’avversario non avrà mai<br />
la velocità geniale del suo ist<strong>in</strong>to], orig<strong>in</strong>ariamente pubblicata nel giornale “Manchete<br />
Esportiva” il 19 luglio 1958 e poi raccolta nel volume Nélson Rodrigues, À<br />
sombra das chuteiras imortais, Companhia das Letras, São Paulo, 1993, pp. 63-64.<br />
16<br />
“Garr<strong>in</strong>cha podia não corresponder a um ideal de jogador de escrete, que a gente,<br />
<strong>in</strong>clusive, muda de quando em quando. [...] Mas, se tivéssemos uns Garr<strong>in</strong>chas em<br />
54, tudo seria diferente. Pelo menos não tremeríamos em Berna. Garr<strong>in</strong>cha jogaria<br />
15
La previsione di Mário Filho si rivelò esatta e la lezione di<br />
Garr<strong>in</strong>cha si dimostrò decisiva per sconfiggere avversari temibili<br />
come i russi 17 . La mancanza di sovrastrutture mentali,<br />
l’<strong>in</strong>cosciente capacità di prendere il calcio nel suo aspetto puramente<br />
ludico, sono tratti apprezzati anche da Nélson Rodrigues,<br />
quattro anni più tardi, quando Mané guidò il Brasile a<br />
una cruciale vittoria sulla Spagna, nel torneo cileno del 1962:<br />
contra os húngaros de 54 como se estivesse jogando contra um Madureira. Se um<br />
húngaro caísse sentado no chão depois de um drible dele ou se lhe tomasse a bola,<br />
a curiosidade seria a mesma. Perguntaria a Nílton Santos, e não por preferência e<br />
sim porque Nílton Santos jogava com ele e era um dos poucos que para ele não era<br />
João, quem era aquele João. Preferíamos, talvez, outra noção de responsabilidade,<br />
outra compenetração, mas Garr<strong>in</strong>cha nos dá uma grande lição: é preciso aceitar o<br />
jogador como ele é”. [Garr<strong>in</strong>cha poteva non corrispondere all’ideale di giocatore da<br />
nazionale che, oltretutto, cambia di quando <strong>in</strong> quando. [...] Ma, se avessimo avuto<br />
dei Garr<strong>in</strong>cha nel 54, tutto sarebbe stato differente. Perlomeno non avremmo tremato<br />
a Berna. Garr<strong>in</strong>cha avrebbe giocato contro gli ungheresi del 54 come se stesse<br />
giocando contro un Madureira qualsiasi. Se un ungheresse fosse caduto seduto per<br />
terra dopo un suo dribbl<strong>in</strong>g o se gli avesse preso la palla, la curiosità sarebbe stata<br />
la stessa. Avrebbe domandato a Nílton Santos, e non per una preferenza ma perché<br />
Nílton Santos giocava con lui ed era uno dei pochi che per lui non era un João, chi<br />
era quel João. Avremmo preferito, forse, un altro senso di responsabilità, un’altra<br />
compenetrazione, ma Garr<strong>in</strong>cha ci dà una grande lezione: bisogna accettare il giocatore<br />
per quello che è], pubblicato nella “Manchete Esportiva” del 26 aprile 1958<br />
e citato <strong>in</strong> Fátima Mart<strong>in</strong> Rodrigues Ferreira Antunes, Com brasileiro não há quem<br />
possa!, Editora Unesp, São Paulo, 2004, p. 189.<br />
17<br />
“Os jogadores, na hora da realidade, podiam lembrar-se de que os russos eram<br />
senhores de meio mundo, que t<strong>in</strong>ham lançado três Sputniks, que podem lançar<br />
foguetes <strong>in</strong>tercont<strong>in</strong>entais com uma bomba de hidrogênio no cone, e tudo isso<br />
atrapalharia. Só não atrapalhou porque o escrete brasileiro jogou o jogo dele, para<br />
jogar, de tabela, por nós. E, por felicidade, se não tínhamos o Sputnik, tínhamos<br />
Garr<strong>in</strong>cha, que nem toma conhecimento dessas coisas. Para Garr<strong>in</strong>cha, um russo,<br />
mesmo que seja o próprio Kruschev, se entrar em campo e jogar contra ele, é um<br />
João como outro qualquer. Ele não dist<strong>in</strong>gue um russo dum <strong>in</strong>glês, um <strong>in</strong>glês<br />
dum panamenho. Tudo é João. O que Garr<strong>in</strong>cha quer é fazer, fazer as coisas dele.<br />
E, desta vez, Feola estava ilum<strong>in</strong>ado. Chamou os jogadores e disse: Joguem o que<br />
vocês sabem. E mais não disse, no que fez muito bem. Daí a tranqüilidade de um<br />
16
[...] tem razão o poeta e psicanalista Hélio Pellegr<strong>in</strong>o quando<br />
afirma que Garr<strong>in</strong>cha é a maior sanidade mental do Brasil. Exato.<br />
O próprio Freud, se conhecesse o Mané, havia de reconhecer,<br />
com a humildade dos sábios: – “Rapaz, se todo mundo tivesse a<br />
tua sanidade, e ia acabar apanhando papel na esqu<strong>in</strong>a!” Ontem<br />
todo mundo estava emocionalmente em pandarecos. Menos o<br />
Mané. Pegava a bola e era o mesmo, sempre o mesmo, eternamente<br />
o mesmo, assim na terra como no céu 18 .<br />
Questo tratto mette <strong>in</strong> risalto anche l’<strong>in</strong>nata componente<br />
amatoriale del suo calcio: Garr<strong>in</strong>cha era il professionista più<br />
dilettante che il calcio abbia mai conosciuto, rileva Ruy Castro<br />
Garr<strong>in</strong>cha, que podia fazer o que bem quisesse. E só assim a gente poderia ficar<br />
tranqüilo. O nosso Sputnik era Garr<strong>in</strong>cha” [I giocatori, nell’ora della verità, potevano<br />
ricordarsi che i russi erano signori di mezzo mondo, che avevano lanciato tre<br />
Sputnik, che possono lanciare missili <strong>in</strong>tercont<strong>in</strong>entali con una bomba all’idrogeno<br />
nell’ogiva, e tutto ciò avrebbe complicato le cose. Non le ha complicate solo perché<br />
la nazionale brasiliana ha giocato il suo gioco, per giocare, fatto di scambi stretti,<br />
a modo nostro. E, felicemente, se non avevamo lo Sputnik, avevamo Garr<strong>in</strong>cha, a<br />
cui non importa nulla di queste cose. Per Garr<strong>in</strong>cha, un russo, anche fosse lo stesso<br />
Kruscev, se entra <strong>in</strong> campo e gioca contro di lui, è un João come qualsiasi altro.<br />
Lui non dist<strong>in</strong>gue un russo da un <strong>in</strong>glese, un <strong>in</strong>glese da un panamense. Tutti sono<br />
João. Quel che vuole Garr<strong>in</strong>cha è fare, fare le sue cose. E, questa volta, Feola è stato<br />
illum<strong>in</strong>ato. Ha chiamato i giocatori e ha detto: Giocate come sapete. E non ha detto<br />
altro, e ha fatto molto bene. Da ciò la tranquillità di un Garr<strong>in</strong>cha, che poteva<br />
fare quello che voleva. E solo così potevamo restare tranquilli. Il nostro Sputnik era<br />
Garr<strong>in</strong>cha], crônica<br />
pubblicata nel “Jornal dos Sports” il 17 giugno 1958 e ripresa<br />
da Fátima Mart<strong>in</strong> Rodrigues Ferreira Antunes, op. cit., pp. 191-192.<br />
18<br />
[ha ragione il poeta e psicanalista Hélio Pellegr<strong>in</strong>o quando afferma che Garr<strong>in</strong>cha<br />
è il caso di maggior salute mentale del Brasile. Esatto. Lo stesso Freud, se conoscesse<br />
Mané, avrebbe dovuto riconoscere, con l’umiltà del saggio: “Ragazzo, se tutti<br />
avessero la tua salute, io sarei f<strong>in</strong>ito a raccogliere carta straccia per la strada!” Ieri<br />
tutti erano emotivamente a pezzi. Meno Mané. Prendeva la palla ed era lo stesso,<br />
sempre lo stesso, eternamente lo stesso, così sulla terra come nel cielo; nella crônica<br />
<strong>in</strong>titolata O “Possesso”<br />
(epiteto riferito all’attaccante Amarildo), pubblicata <strong>in</strong> “O<br />
Globo” il 7 giugno 1962 e poi <strong>in</strong>clusa <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, op. cit., pp. 86-88.<br />
17
nella sua biografia 19 . Giocava per il puro gusto di giocare: anche<br />
alla vigilia di partite importanti, non r<strong>in</strong>unciava a disputare le<br />
“peladas” con gli amici di Pau Grande, mettendo a rischio nelle<br />
buche di quel terreno le sue preziose gambe. Incapace di gestirsi,<br />
non diede mai la dovuta importanza agli aspetti professionali<br />
del suo lavoro, né al calcio come fenomeno da seguire. Non era<br />
un fanatico del pallone, gli <strong>in</strong>teressava solo quello che giocava<br />
lui: mentre il Brasile viveva la tragedia nazionale della sconfitta<br />
contro l’Uruguay nel mondiale del 1950, il giovane Garr<strong>in</strong>cha<br />
era nel bosco della sua Pau Grande a “caçar passar<strong>in</strong>ho” e quando,<br />
rientrato <strong>in</strong> paese, trovò tutti <strong>in</strong> lacrime, pensò che era dav-<br />
vero sciocco piangere a causa di una partita 20 ! Per Garr<strong>in</strong>cha il<br />
dribbl<strong>in</strong>g stava al calcio come per Pagan<strong>in</strong>i il capriccio di viol<strong>in</strong>o<br />
stava alla musica: puro culto edonistico del gesto <strong>in</strong>dividuale.<br />
Ma ciò che costituiva la sua migliore qualità era spesso visto<br />
come un difetto, un’<strong>in</strong>frazione alla regola; il suo irridere gli<br />
avversari era considerato una mancanza di serietà e irritava<br />
compagni e allenatori: un suo goal alla Fiorent<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> una par-<br />
19<br />
Ruy Castro, op. cit., pp. 39-40, 64, 74, 84-85, 127, 155, 157, 171, 193, 242.<br />
20<br />
“[…] E seu Mané acrescentou: ‘Eu nunca fui muito de futebol não!’ É claro que<br />
começamos a rir. Garr<strong>in</strong>cha ilustrou o seu ponto de vista: ‘Ué, vocês querem saber<br />
duma coisa? No último jogo daquela Copa que teve aqui no Rio, eu não dei bola.<br />
Não ouvi nem rádio. Fui caçar passar<strong>in</strong>ho. Rapaz, quando cheguei de tard<strong>in</strong>ha lá<br />
em Pau Grande, levei um susto danado: tava todo o mundo chorando. Pensei logo<br />
que fosse desastre de trem. Quando me contaram que o Brasil t<strong>in</strong>ha perdido é que<br />
eu fiquei calmo e falei pro pessoal que era bobagem chorar por causa de futebol’” [E<br />
il signor Mané aggiunse: “Io non sono mai andato matto per il calcio!” È chiaro che<br />
com<strong>in</strong>ciammo a ridere. Garr<strong>in</strong>cha allora illustrò il suo punto di vista: “Beh, volete<br />
sapere una cosa? Nell’ultima partita di quella Coppa che c’è stata qui a Rio, io non<br />
gli diedi retta. Non ascoltai neanche la radio. Andai a cacciare uccelli. Gente, quando<br />
arrivai la sera là a Pau Grande, mi spaventai a morte: stavano tutti piangendo.<br />
Pensai subito si trattasse di un disastro ferroviario. Quando mi raccontarono che il<br />
Brasile aveva perso, allora io rimasi calmo e dissi a tutti che era stupido piangere a<br />
causa del calcio”] <strong>in</strong> Paulo Mendes Campos, op. cit., pp. 26-27.<br />
18
tita di preparazione al mondiale del 1958, <strong>in</strong> cui si prese beffa<br />
dell’<strong>in</strong>tera retroguardia gigliata, gli costò praticamente l’esclusione<br />
dai titolari nelle prime due partite del torneo svedese 21 .<br />
21<br />
Così Ruy Castro descrive l’episodio: “O Brasil já ganhava por 3x0, mas o quarto<br />
gol, que foi o de Garr<strong>in</strong>cha, aos tr<strong>in</strong>ta m<strong>in</strong>utos do segundo tempo, sangrou a Fiorent<strong>in</strong>a<br />
até a morte. Garr<strong>in</strong>cha trasformou os italianos em soldad<strong>in</strong>hos de cartas, um<br />
derrubando o outro à sua passagem. Robotti foi o primeiro que ele driblou. Magn<strong>in</strong>i<br />
apareceu para ajudar Robotti e também foi driblado. Cervato veio ajudar Magn<strong>in</strong>i<br />
e foi igualmente driblado. O goleiro Sarti abandonou a meta para enfrentar<br />
Garr<strong>in</strong>cha e também foi f<strong>in</strong>tado. Com o gol vazio, Garr<strong>in</strong>cha poderia ter chutado,<br />
mas Robotti conseguira voltar para combatê-lo. Garr<strong>in</strong>cha tirou-o da jogada com<br />
um drible de corpo e Robotti teve de segurar-se na trave para não cair. Garr<strong>in</strong>cha,<br />
então, apenas cam<strong>in</strong>hou com a bola até dentro do gol. Já no fundo das redes, deulhe<br />
um peteleco para pegá-la com as mãos, enfiou-a debaixo do braço e começou a<br />
voltar, frio, devagar e mudo, para o centro do campo. Não houve pirâmide humana<br />
sobre Garr<strong>in</strong>cha. Nem mesmo um mont<strong>in</strong>ho. Apenas gritos dos outros jogadores<br />
contra ele. [...] Bell<strong>in</strong>i, por exemplo: ‘Isso é Copa do Mundo, porra!’ Garr<strong>in</strong>cha<br />
olhou para Bell<strong>in</strong>i. Por que a irritação? [...] Mas a revolta dos companheiros era<br />
explicável. T<strong>in</strong>ham medo de que, em plena Copa, quando fosse para valer, br<strong>in</strong>cadeiras<br />
como essa fizessem o Brasil perder um jogo. Depois da partida, já no vestiário,<br />
Carlos Nascimento completou a bronca: ‘Foi uma molecagem’” [Il Brasile v<strong>in</strong>ceva<br />
già 3-0, ma il quarto gol, che fu quello di Garr<strong>in</strong>cha, al trentesimo del secondo<br />
tempo, ferì a morte la Fiorent<strong>in</strong>a. Garr<strong>in</strong>cha trasformò gli italiani <strong>in</strong> soldat<strong>in</strong>i di<br />
carta, l’uno stendeva l’altro al suo passaggio. Robotti fu il primo ad essere dribblato.<br />
Magn<strong>in</strong>i si fece avanti per aiutare Robotti e anche lui fu dribblato. Cervato venne<br />
ad aiutare Magn<strong>in</strong>i e fu ugualmente dribblato. Il portiere Sarti abbandonò i pali<br />
per affrontare Garr<strong>in</strong>cha e anche lui subì la f<strong>in</strong>ta. Con la porta vuota, Garr<strong>in</strong>cha<br />
avrebbe potuto tirare, ma Robotti era riuscito a tornare per opporsi. Garr<strong>in</strong>cha lo<br />
tolse di gioco con una f<strong>in</strong>ta di corpo e Robotti dovette aggrapparsi al palo per non<br />
cadere. Garr<strong>in</strong>cha, allora, camm<strong>in</strong>ò semplicemente con la palla f<strong>in</strong> dentro la porta.<br />
Già <strong>in</strong> fondo alla rete, le diede un colpetto per prenderla con le mani, la <strong>in</strong>filò sotto<br />
il braccio e com<strong>in</strong>ciò a tornare, freddo, lento e muto, verso il centro del campo. Non<br />
ci fu nessuna piramide umana sopra Garr<strong>in</strong>cha. Neanche un monticello. Solo urla<br />
degli altri giocatori contro di lui. [...] Bell<strong>in</strong>i, per esempio: “Questa è la Coppa del<br />
Mondo, cazzo!” Garr<strong>in</strong>cha guardò Bell<strong>in</strong>i. Perché quell’irritazione? [...] Ma la rivolta<br />
dei compagni era spiegabile. Avevano paura che, <strong>in</strong> piena Coppa, quando fosse stato<br />
sul serio, scherzi come quello avrebbero fatto perdere al Brasile una partita. Dopo<br />
il match, già negli spogliatoi, Carlos Nascimento completò la reprimenda: “È stata<br />
una ragazzata”], <strong>in</strong> op. cit., p. 143.<br />
19
Il modo di giocare di Garr<strong>in</strong>cha sfuggiva a ogni schema e ne<br />
rallentò l’accettazione come campione <strong>in</strong>discusso.<br />
Scrisse, al riguardo, Paulo Mendes Campos:<br />
Seu futebol fugia aos padrões conhecidos e ele foi, no <strong>in</strong>ício,<br />
classificado entre os doid<strong>in</strong>hos. Os doid<strong>in</strong>hos são aproveitados<br />
no futebol enquanto suas loucuras dão certo; logo que a lógica<br />
volta a prevalecer, rua. Apesar de ter jogado sempre a mesma<br />
enormidade, a aceitação de Garr<strong>in</strong>cha foi demorada. Quando<br />
os botafoguenses já diziam que ele era um craque, as outras torcidas<br />
duvidavam: aquilo é um maluco 22 .<br />
Lo stesso autore riporta un brano di una telecronaca <strong>in</strong> cui il<br />
locutore, Ari Barroso, è esempio dei preconcetti che parte della<br />
critica nutriva nei confronti dell’ala destra del Botafogo:<br />
Ari transmitia na tevê um jogo do Botafogo e dizia pausado:<br />
“Garr<strong>in</strong>cha com a bola. Vai driblar. É claro. Vai driblar de novo.<br />
Vai perder a bola. Olha ali, um saçarico pra cá, outro pra lá.<br />
Garr<strong>in</strong>cha passa pelo adversário. Assim também não é possível.<br />
Vocês estão vendo? Garr<strong>in</strong>cha vai driblar de novo. Vai perder.<br />
Por que ele não centrou logo? Claro que vai perder. Gol de Garr<strong>in</strong>cha”.<br />
A última frase veio seca e mal-humorada: também o Ari<br />
fora driblado lá na tribuna 23 .<br />
22<br />
[Il suo calcio sfuggiva agli schemi noti ed egli fu <strong>in</strong>izialmente classificato tra i<br />
pazzoidi. I pazzoidi sono sfruttati nel calcio f<strong>in</strong>ché le loro follie danno risultati;<br />
non appena la logica torna a prevalere, sono cacciati. Nonostante giocasse sempre<br />
<strong>in</strong> modo eccezionale, l’accettazione di Garr<strong>in</strong>cha fu lenta. Quando quelli del Botafogo<br />
già dicevano che era un fuoriclasse, le altre tifoserie dubitavano: quello è un<br />
matto], Paulo Mendes Campos, op. cit., p. 33.<br />
23<br />
[Ari trasmetteva alla tv una partita del Botafogo e diceva, accompagnando il ritmo<br />
del gioco: “Garr<strong>in</strong>cha con la palla. Sta per dribblare. È chiaro. Sta per dribblare<br />
20
Individualista è, per molti, s<strong>in</strong>onimo di egoista, non per Mané;<br />
scrive Armando Nogueira, “que fazia do drible a alegria do<br />
povo e do passe a glória do companheiro” 24 . La consacrazione<br />
<strong>in</strong>ternazionale del genio di Mané avvenne nella terza partita<br />
dei mondiali del 1958, Brasile-URSS, la prima <strong>in</strong> cui venne<br />
schierato titolare: tre m<strong>in</strong>uti bastarono a Garr<strong>in</strong>cha per entrare<br />
nella leggenda, i tre m<strong>in</strong>uti più <strong>in</strong>credibili della storia del<br />
calcio, secondo il giornalista francese Gabriel Hanot, la cui<br />
frenetica sequenza di meraviglie è scandita cronologicamente<br />
nella ritmatissima crônica di Ney Bianchi, riprodotta dal gior-<br />
nale “Manchete Esportiva”:<br />
Monsieur Guigue, gendarme nas horas vagas, ordena o começo<br />
da partida. Didi centra rápido para a direita: 15 segundos de<br />
jogo. Garr<strong>in</strong>cha escora a bola com o peito do pé: 20 segundos.<br />
Kuznetzov parte sobre ele. Garr<strong>in</strong>cha faz que vai para a<br />
esquerda, não vai, sai pela direita. Kuznetzov cai e fica sendo o<br />
primeiro João da Copa do Mundo: 25 segundos. Garr<strong>in</strong>cha dá<br />
outro drible em Kuznetzov: 27 segundos. Mais outro: 30 segundos.<br />
Outro. Todo o estádio levanta-se. Kuznetzov está sentado,<br />
espantado: 32 segundos. Garr<strong>in</strong>cha parte para a l<strong>in</strong>ha de fundo.<br />
Kuznetzov arremete outra vez, agora ajudado por Vo<strong>in</strong>ov e<br />
Krijveski: 34 segundos. Garr<strong>in</strong>cha faz assim com a perna. Puxa<br />
a bola para cá, para lá e sai de novo pela direita. Os três russos<br />
estão esparramados na grama, Vo<strong>in</strong>ov com o assento emp<strong>in</strong>ado<br />
para o céu. O estádio estoura de riso: 38 segundos. Garr<strong>in</strong>cha<br />
di nuovo. Perderà la palla. Guarda un po’, una mossa di qua, un’altra di là. Garr<strong>in</strong>cha<br />
supera l’avversario. Ma così non è possibile. State vedendo? Garr<strong>in</strong>cha sta per<br />
dribblare di nuovo. Perderà. Perché non ha crossato subito? Chiaro che perderà.<br />
Gol di Garr<strong>in</strong>cha”. L’ultima frase gli venne secca e controvoglia: anche Ari era stato<br />
dribblato là <strong>in</strong> tribuna], Ivi, p. 43.<br />
24<br />
[che faceva del dribbl<strong>in</strong>g l’allegria del popolo e del passaggio la gloria del compagno],<br />
tratto da O Anjo que dribla, <strong>in</strong> Armando Nogueira, op. cit., p. 46.<br />
21
chuta violentamente, cruzado, sem ângulo. A bola explode no<br />
poste esquerdo da baliza de Iash<strong>in</strong> e sai pela l<strong>in</strong>ha de fundo:<br />
40 segundos. A platéia delira. Garr<strong>in</strong>cha volta para o meio do<br />
campo, sempre desengonçado. Agora é aplaudido.<br />
A torcida fica de pé outra vez. Garr<strong>in</strong>cha avança com a bola.<br />
João Kuznetzov cai novamente. Didi pede a bola: 45 segundos.<br />
Chuta de curva, com a parte de dentro do pé. A bola faz a volta<br />
ao lado de Igor Netto e cai nos pés de Pelé. Pelé dá a Vavá: 48<br />
segundos. Vavá a Didi, a Garr<strong>in</strong>cha, outra vez a Pelé, Pelé chuta,<br />
a bola bate no travessão e sobe: 55 segundos. O ritmo do time é<br />
aluc<strong>in</strong>ante. É a cadência de Garr<strong>in</strong>cha. Iash<strong>in</strong> tem a camisa empapada<br />
de suor, como se já jogasse há várias horas. A avalanche<br />
cont<strong>in</strong>ua. Segundo após segundo, Garr<strong>in</strong>cha dizima os russos.<br />
A histeria dom<strong>in</strong>a o estádio. E a explosão vem com o gol de<br />
Vavá, exatamente aos três m<strong>in</strong>utos 25 .<br />
La storia di Garr<strong>in</strong>cha e del suo malcapitato marcatore sovietico<br />
ha ispirato un racconto semiserio, Já podeis da pátria filhos,<br />
di João Ubaldo Ribeiro, <strong>in</strong> cui si legge:<br />
25 [Monsieur<br />
Guigue,<br />
gendarme nel tempo libero, ord<strong>in</strong>a l’<strong>in</strong>izio della partita. Didi<br />
crossa rapidamente verso destra: 15 secondi di gioco. Garr<strong>in</strong>cha stoppa la palla col<br />
dorso del piede: 20 secondi. Kuznetzov gli va <strong>in</strong>contro. Garr<strong>in</strong>cha fa f<strong>in</strong>ta di andare a<br />
s<strong>in</strong>istra, non va, parte verso destra. Kuznetzov cade e diventa il primo João della Coppa<br />
del Mondo: 25 secondi. Garr<strong>in</strong>cha fa un altro dribbl<strong>in</strong>g su Kuznetzov: 27 secondi.<br />
Un altro ancora: 30 secondi. Un altro. Tutto lo stadio si alza. Kuznetzov sta seduto,<br />
sorpreso: 32 secondi. Garr<strong>in</strong>cha parte verso la l<strong>in</strong>ea di fondo. Kuznetzov si avventa<br />
un’altra volta, ora aiutato da Vo<strong>in</strong>ov e Krijveski: 34 secondi. Garr<strong>in</strong>cha fa così con la<br />
gamba. Sposta la palla di qua, di là e parte di nuovo verso destra. I tre russi stanno<br />
sparsi sull’erba, Vo<strong>in</strong>ov con il sedere per aria. Lo stadio scoppia <strong>in</strong> una risata: 38<br />
secondi. Garr<strong>in</strong>cha calcia violentemente, <strong>in</strong>crociato, da posizione angolata. La palla<br />
esplode sul palo s<strong>in</strong>istro della porta di Iash<strong>in</strong> ed esce dalla l<strong>in</strong>ea di fondo: 40 secondi.<br />
La platea è <strong>in</strong> delirio. Garr<strong>in</strong>cha torna verso il centro del campo, sempre d<strong>in</strong>occolato.<br />
Ora è applaudito. La tifoseria si alza <strong>in</strong> piedi un’altra volta. Garr<strong>in</strong>cha avanza con la<br />
palla. João Kuznetzov cade nuovamente. Didi chiede la palla: 45 secondi. Calcia ad<br />
effetto, con l’<strong>in</strong>terno del piede. La palla fa una curva a fianco di Igor Netto e cade<br />
22
O russo que marcou Garr<strong>in</strong>cha em 58 está na Libéria até hoje<br />
e conta o povo que todo mundo que passa cospe na cara dele.<br />
Aliás, deles, porque quem marcou Garr<strong>in</strong>cha foram sete e todos<br />
os sete estão lá com o povo todo cusp<strong>in</strong>do na cara deles e dizendo<br />
tavares-tavares, que é mais ou menos vá sentar num birro de<br />
chuteira, na língua deles. Pelo menos dois eu sei que botaram<br />
para marcar Garr<strong>in</strong>cha de sacanagem, porque todo mundo sabia<br />
que não podia ser, mas os outros c<strong>in</strong>co o pessoal de lá botou<br />
na esperança. T<strong>in</strong>ha uma medalha de heróis do socialismo para<br />
quem marcasse Garr<strong>in</strong>cha e segurasse, mas n<strong>in</strong>guém ganhou 26 .<br />
Armando Nogueira ha restituito con parole particolarmente<br />
espressive l’azione preferita dell’ala destra del Botafogo:<br />
V<strong>in</strong>ha cá na <strong>in</strong>termediária, recolhia a bola: velocidade zero.<br />
Num segundo, dava-se o arranque, um metro adiante, aquela<br />
explosão muscular lançava-o no espaço com a leveza de um<br />
passar<strong>in</strong>ho: se quisesse voar, voava, mas não era preciso tanto<br />
para chegar ao n<strong>in</strong>ho (não existe uma história de an<strong>in</strong>há-la no<br />
nei piedi di Pelé. Pelé dà a Vavá: 48 secondi. Vavá a Didi, a Garr<strong>in</strong>cha, un’altra volta<br />
a Pelé, Pelé calcia, la palla picchia sulla traversa e si alza: 55 secondi. Il ritmo della<br />
squadra è alluc<strong>in</strong>ante. È la cadenza di Garr<strong>in</strong>cha. Iash<strong>in</strong> ha la maglia fradicia di sudore,<br />
come se giocasse già da diverse ore. La valanga cont<strong>in</strong>ua. Secondo dopo secondo,<br />
Garr<strong>in</strong>cha decima i russi. L’isteria dom<strong>in</strong>a lo stadio. E l’esplosione arriva con il gol di<br />
Vavá, esattamente al terzo m<strong>in</strong>uto], Ruy Castro, op. cit., p. 164.<br />
26<br />
[Il russo che marcò Garr<strong>in</strong>cha nel 58 sta <strong>in</strong> Liberia ancora oggi e racconta la<br />
gente che chiunque passa gli sputa <strong>in</strong> faccia. Direi sputa sulla loro faccia, perché<br />
a marcare Garr<strong>in</strong>cha erano <strong>in</strong> sette e tutti e sette stanno là con tutta la gente che<br />
gli sputa <strong>in</strong> faccia e dicono “tavares-tavares”, che è più o meno “vatti a sedere sulla<br />
punta di uno scarp<strong>in</strong>o”, nella loro l<strong>in</strong>gua. So che perlomeno due li avevano messi<br />
per marcare Garr<strong>in</strong>cha <strong>in</strong> modo sporco, perché tutti sapevano che non poteva essere<br />
altrimenti, ma gli altri c<strong>in</strong>que la gente di là li aveva messi con la speranza. C’era<br />
una medaglia di eroi del socialismo per chi fosse riuscito a marcare e a fermare<br />
Garr<strong>in</strong>cha, ma nessuno la v<strong>in</strong>se], <strong>in</strong> Flávio Moreira da Costa (a cura di), Onze em<br />
campo e um banco de Primeira, Relume Dumará, Rio de Janeiro, pp. 14-15.<br />
23
fundo das redes?). Bastava frear o corpo, arrancar de novo pela<br />
direita -, e lá se ia por terra o equilíbrio universal dos laterais.<br />
Saibam os matemáticos que muitas vezes ele parecia deixar no<br />
meio do cam<strong>in</strong>ho, às quedas, seu próprio centro de gravidade;<br />
e cont<strong>in</strong>uava, em pé, pela direita, fluente como uma queda dágua.<br />
Lançado no processo do drible, transfigurava-se: era Chapl<strong>in</strong>,<br />
esculp<strong>in</strong>do no vento uma sucessão maravilhosa de gestos<br />
cômicos; era o toureiro, <strong>in</strong>ventando verônicas que a multidão<br />
saudava, cantando olé; era São Francisco de Assis, engrandecido<br />
na humildade com que sofria os pontapés do desespero 27 .<br />
Il suo gesto era così particolare che contraddiceva la natura<br />
di questo virtuosismo calcistico, ne era l’antonimo: se il dribbl<strong>in</strong>g<br />
consiste nel f<strong>in</strong>gere di prendere una direzione per andare<br />
<strong>in</strong> un’altra, l’avversario di Garr<strong>in</strong>cha sapeva <strong>in</strong>vece <strong>in</strong> partenza<br />
che lui sarebbe scattato verso destra; non abboccava alla sua<br />
f<strong>in</strong>ta ma immancabilmente veniva saltato:<br />
Aquele drible pela direita que era a negação do drible porque<br />
sabido de todos, em todos os campos do mundo, fez milionários<br />
sem conta. Chegava à l<strong>in</strong>ha do fundo, os beques cercando<br />
27<br />
[Veniva verso il centrocampo, raccoglieva la palla: velocità zero. In un secondo<br />
scattava, un metro <strong>in</strong> avanti, quell’esplosione muscolare lo lanciava nello spazio con<br />
la leggerezza di un uccell<strong>in</strong>o: se avesse voluto volare, volava, ma non c’era bisogno<br />
di tanto per arrivare al nido (non esiste il modo di dire “annidarla nel fondo della<br />
rete”?). Bastava frenare il corpo, scattare di nuovo verso destra, ed ecco che andava<br />
per terra l’equilibrio universale dei terz<strong>in</strong>i. Sappiano i matematici che molte volte<br />
lui sembrava lasciare a metà del camm<strong>in</strong>o, <strong>in</strong> sospeso, il suo stesso centro di gravità;<br />
e cont<strong>in</strong>uava, <strong>in</strong> piedi, verso destra, fluente come una cascata d’acqua. Lanciato<br />
nella pratica del dribbl<strong>in</strong>g, si trasfigurava: era Chapl<strong>in</strong>, che scolpiva nel vento una<br />
successione meravigliosa di gesti comici; era il torero, che <strong>in</strong>ventava veroniche che<br />
la folla salutava, cantando olé; era San Francesco d’Assisi, <strong>in</strong>gigantito dall’umiltà<br />
con cui subiva i calci della disperazione], dal già citato brano O anjo que dribla, <strong>in</strong><br />
Armando Nogueira, op. cit., pp. 45-46.<br />
24
a área, o espaço m<strong>in</strong>guando... um metro, meio metro, “ele não<br />
tem mais tempo, vou dar o carr<strong>in</strong>ho agora”. Amarga ilusão: para<br />
um drible dele, a superfície de um lenço era um latifúndio 28 .<br />
Un dribbl<strong>in</strong>g la cui leggerezza è tale da renderlo <strong>in</strong>descrivibile,<br />
secondo lo stesso autore:<br />
Mas vamos ser francos: que contador de histórias – por fiel e<br />
fluente que ele seja – conseguiu algum dia o milagre de exprimir<br />
com palavras a leveza de um drible de Garr<strong>in</strong>cha? Devastador<br />
e humano 29 .<br />
Una leggerezza che sp<strong>in</strong>ge Nélson Rodrigues a ricercare analogie<br />
che la possano esprimere:<br />
[...] como esquecer um sujeito que, a<strong>in</strong>da no sábado, foi algo<br />
de tão mágico, encantado, como, digamos, um anão de jardim?<br />
Ou melhor: – passando pelos adversários com <strong>in</strong>verossímil facilidade,<br />
lembrava uma sílfide. Sim, amigos: – foi leve, alado,<br />
diabólico, <strong>in</strong>corpóreo, como uma sílfide. Só lhe faltou mesmo<br />
um fundo musical de Chop<strong>in</strong> 30 .<br />
28<br />
[Quel dribbl<strong>in</strong>g verso destra, che era la negazione del dribbl<strong>in</strong>g perché conosciuto<br />
da tutti, <strong>in</strong> tutti i campi del mondo, ha fatto un’<strong>in</strong>f<strong>in</strong>ità di milionari. Arrivava sulla<br />
l<strong>in</strong>ea di fondo, i difensori che circondavano l’area, lo spazio che scarseggiava... un<br />
metro, mezzo metro, “lui non ha più tempo, entro <strong>in</strong> tackle adesso”. Amara illusione:<br />
per un suo dribbl<strong>in</strong>g, la superficie di un fazzoletto era un latifondo], Ibidem.<br />
29<br />
[Ma siamo s<strong>in</strong>ceri: quale narratore di storie – per fedele e fluente che sia – ha<br />
mai ottenuto il miracolo di esprimere con parole la leggerezza di un dribbl<strong>in</strong>g di<br />
Garr<strong>in</strong>cha? Devastante e umano], Ivi, p. 85.<br />
30<br />
[come dimenticare un tipo che, ancora sabato scorso, è stato così magico, <strong>in</strong>cantato,<br />
come, diciamo, un nano da giard<strong>in</strong>o? O meglio: – superando gli avversari con<br />
<strong>in</strong>verosimile facilità, ricordava una silfide. Sì, amici: – è stato lieve, alato, diabolico,<br />
<strong>in</strong>corporeo, come una silfide. Gli è mancato soltanto un sottofondo musicale<br />
di Chop<strong>in</strong>], nella crônica Zagalo coração de leão pubblicata orig<strong>in</strong>ariamente nella<br />
“Manchete Esportiva” del 6 settembre1958 e poi riprodotta <strong>in</strong> Nélson Rodrigues,<br />
A Pátria em chuteiras, Companhia das Letras, São Paulo, 1994, pp. 47-49.<br />
25
Per Mané, il piacere del gioco non consisteva nel perseguire un<br />
f<strong>in</strong>e pratico: segnare gol, v<strong>in</strong>cere le partite, <strong>in</strong>tascare i premi<br />
per le vittorie, erano per lui cose mesch<strong>in</strong>e, espressione di una<br />
civiltà cui non apparteneva.<br />
Il piacere consisteva tutto nel dribblare. Scrive Ruy Castro:<br />
“Estava no futebol em estado selvagem e lúdico, que era como<br />
os índios o jogariam, se soubessem” 31 .<br />
La componente <strong>in</strong>dia è un cliché evocato soprattutto da que-<br />
sto autore, che <strong>in</strong>troduce la figura del suo eroe descrivendo la<br />
diaspora della tribù dei fulniô, da cui discende il meticcio Manuel<br />
dos Santos, al secolo Garr<strong>in</strong>cha. E lo stereotipo dell’<strong>in</strong>dio<br />
si applica come motivazione, esplicita o implicita, di alcuni<br />
tratti negativi del suo carattere: la pigrizia, l’<strong>in</strong>affidabilità, la<br />
mancanza di senso di responsabilità, la malizia, l’irrequietezza<br />
del suo comportamento sessuale 32 .<br />
La descrizione della sua <strong>in</strong>fanzia trascorsa nel paradiso naturale<br />
di Pau Grande sembra quasi ricalcare il modello dei primi<br />
31<br />
[Stava nel calcio allo stato selvaggio e ludico, che era il modo <strong>in</strong> cui gli índios lo<br />
avrebbero giocato, se lo avessero conosciuto], Ruy Castro, op. cit., p. 64.<br />
32 João Saldanha, nel suo Os subterrâneos do futebol<br />
(Tempo Brasileiro, Rio de Janeiro,<br />
1963), racconta molte storie di ritiri e spogliatoio; a p. 9, ad esempio, si legge:<br />
“– O Garr<strong>in</strong>cha! – explodiu Zezé. – Isto è um bandido. È o pior de todos! É um<br />
sonso. Só trabalha na moita e não sai em turma. É vivo que nem uma peste. É duro<br />
agarrar êste cara. Êste miserável já me fez perder um bom bocado de sono. Mas<br />
a<strong>in</strong>da pego êle. E êle vai me pagar todas!”; l’allenatore Gen<strong>in</strong>ho avvisava Saldanha<br />
della scaltrezza di Mané: “E sabe de uma coisa, olha que eu sou polícia especializado<br />
há quase dez anos. Meu serviço é prender punguista, traficante de tóxicos,<br />
ladrão e gente dessa espécie. Já topei com cara de todo o tipo. Perto do Garr<strong>in</strong>cha<br />
êles são criança de jardim da <strong>in</strong>fância. Eu já armei umas duas arapucas para pegar<br />
o Torto e êle me fêz de João. Você nem precisa trocar de nome” [–- Garr<strong>in</strong>cha!<br />
– esplose Zezé. – Quello è un bandito. È il peggiore di tutti! È un furbo. Lavora<br />
solo nelle retrovie e non esce <strong>in</strong> gruppo. È vivo più di una peste. È dura trattenere<br />
quel soggetto. Quel miserabile mi ha già fatto perdere il sonno. Ma prima o poi<br />
26
capitoli di Macunaíma 33 . Anche a presc<strong>in</strong>dere dalla componente<br />
razziale, la figura di Garr<strong>in</strong>cha si presenta come eccezione<br />
alla regola, che a sua volta giustifica, per chi ha la sventura<br />
di marcarlo, eccezioni alle regole del calcio:<br />
Quando ele avança tudo vale. A ética do futebol não vigora para<br />
Mané. O fair-play exigido pelos britânicos é posto à margem<br />
pelos marcadores, pelos juízes, pelas torcidas. Regras do association<br />
abrem estranhas exceções para ele. Uma conivência complacente<br />
se estabelece de imediato entre o árbitro e o marcador,<br />
o primeiro compreendendo o segundo, fechando os olhos às<br />
sarrafadas mais duras, aos carr<strong>in</strong>hos perigosos, aos trancos violentos,<br />
às obstruções mais evidentes. Quando esses recursos falecem,<br />
o marcador em desespero, sem medo ao ridículo, agarra<br />
a camisa de Garr<strong>in</strong>cha. Aí o juíz apita a falta, mas sem advertir o<br />
faltoso: o recurso é limpo quando se trata de Garr<strong>in</strong>cha 34 .<br />
Per Juca Kfouri, Mané non s’<strong>in</strong>quadra <strong>in</strong> nessuna teoria e raplo<br />
acchiappo. E me le paga tutte!] [E sa una cosa, guardi che io sono un poliziotto<br />
specializzato da quasi dieci anni. Il mio lavoro è arrestare borseggiatori, trafficanti<br />
di droga, ladri e gente di questa specie. Mi sono già trovato davanti <strong>in</strong>dividui di<br />
ogni tipo. Vic<strong>in</strong>o a Garr<strong>in</strong>cha sono dei bamb<strong>in</strong>i dell’asilo. Io ho già architettato<br />
qualche trappola per acchiappare lo Storto e lui mi ha fatto fare la figura del João.<br />
Lei non ha neanche bisogno di cambiare nome], p. 23.<br />
33<br />
Cfr: Ruy Castro, capitolo 2, 1933-1952. Infância em Xangri-Lá,<br />
op. cit., pp. 26-45.<br />
34<br />
[Quando lui avanza vale tutto. L’etica del calcio non vige con Mané. Il fair-play<br />
preteso dai britannici è messo da parte dai marcatori, dagli arbitri, dalle tifoserie.<br />
Le regole dell’association aprono strane eccezioni con lui. Una connivenza compiacente<br />
si stabilisce immediatamente tra l’arbitro e il marcatore, il primo che capisce<br />
il secondo e chiude gli occhi davanti alle entrate più dure, ai tackles<br />
pericolosi, agli<br />
sp<strong>in</strong>toni violenti, alle ostruzioni più evidenti. Quando questi espedienti falliscono,<br />
il marcatore disperato, senza timore del ridicolo, afferra la maglia di Garr<strong>in</strong>cha.<br />
Là l’arbitro fischia il fallo, ma senza ammonire il colpevole: l’espediente è pulito<br />
quando si tratta di Garr<strong>in</strong>cha], Paulo Mendes Campos, op. cit., p. 23.<br />
27
presenta la prova di quanto sia <strong>in</strong>giusto trattare ugualmente<br />
i disuguali; Garr<strong>in</strong>cha meritava una cura speciale 35 . Secondo<br />
Paulo Mendes Campos, ciò che lo rende s<strong>in</strong>golare è aver dimostrato<br />
che la magia può sconfiggere la logica 36 .<br />
Per Nélson Rodrigues, Garr<strong>in</strong>cha trascende tutti i modelli<br />
di valutazione, tanto che lo stesso Giudizio F<strong>in</strong>ale sarà <strong>in</strong>competente<br />
su di lui 37 . Se il calcio può essere poesia, aggiunge<br />
il c<strong>in</strong>easta Wladimir Carvalho, Garr<strong>in</strong>cha, con il suo spirito<br />
picaresco da “eroe senza carattere” (qui torna l’accostamento<br />
a Macunaíma), <strong>in</strong>carna la più moderna concezione dell’arte,<br />
quella del gesto fugace e istantaneo che si consuma nell’istante<br />
<strong>in</strong> cui si realizza:<br />
[…] o futebol jamais foi motivo de alienação das massas, jamais<br />
seria usado para aviltar o povo. Para os de sensibilidade,<br />
e que têm a coragem de se irmanar com o homem da rua, o<br />
futebol não é o gesto gratúito que muitos imag<strong>in</strong>am (estes,<br />
sim, encastelados em sua alienação) mas um território poético,<br />
imenso manancial do poder de criação humana no retorno<br />
à pureza da <strong>in</strong>fância. A br<strong>in</strong>cadeira da bola iguala e sublima<br />
todos os homens num clima de <strong>in</strong>tensa poesia e é um cometimento<br />
estritamente estético com os supremos <strong>in</strong>gredientes<br />
da arte: ritmo, harmonia, <strong>in</strong>ventiva, movimento, <strong>in</strong>cursão no<br />
tempo e espaço, equilíbrio e plasticidade. É nesse sentido que<br />
poderíamos falar em genialidade do jogador de futebol. No<br />
espírito picaresco de um Garr<strong>in</strong>cha, herói sem caráter, com<br />
suas “obras esculpidas no vento”, encarnando a mais nova con-<br />
35<br />
Juca Kfouri, op. cit., p. 144.<br />
36<br />
Paulo Mendes Campos, op. cit., p. 72.<br />
37 Nella crônica Juba Escanhoada<br />
pubblicata il 14 marzo1959 e poi <strong>in</strong>clusa <strong>in</strong> Nélson<br />
Rodrigues, op. cit., p. 57. L’autore aggiunge peraltro: “Com Pelé dá-se a mesmíssima<br />
coisa” [Con Pelé succede esattamente lo stesso].<br />
28
cepção de arte, a que se consome, se f<strong>in</strong>da, no momento exato<br />
de sua elaboração: o drible, o pique e o gol 38 .<br />
Eccezione alla regola anche per il suo fisico <strong>in</strong>verosimile.<br />
Le sue gambe storte – il g<strong>in</strong>occhio destro<br />
varo, quello s<strong>in</strong>istro valgo – <strong>in</strong>sieme<br />
al bac<strong>in</strong>o deviato e a un leggero strabismo,<br />
gli valsero non solo i soprannomi dispregiativi<br />
di “torto” e “aleijado” ma anche la<br />
riforma dal servizio militare senza visita<br />
medica. Eppure, quell’atleta improbabile<br />
disorientava gli avversari proprio grazie a<br />
quell’<strong>in</strong>sieme di l<strong>in</strong>ee fuori asse 39 .<br />
Probabilmente, Garr<strong>in</strong>cha è stato <strong>in</strong><br />
Brasile l’idolo di tutti, proprio perché<br />
<strong>in</strong>carnava l’eroe imperfetto <strong>in</strong> cui<br />
chiunque si sarebbe potuto riconoscere,<br />
un simbolo del brasiliano pieno di difetti ma anche di<br />
potenzialità.<br />
38<br />
[... il calcio non è stato mai motivo di alienazione delle masse, non sarebbe mai<br />
usato per svilire il popolo. Per coloro che sono dotati di sensibilità, e che hanno il<br />
coraggio di affratellarsi con l’uomo della strada, il calcio non è il gesto gratuito che<br />
molti immag<strong>in</strong>ano sia (questi, sì, arroccati nella loro alienazione) bensì un territorio<br />
poetico, immensa fonte del potere creativo dell’uomo nel ritorno alla purezza<br />
dell’<strong>in</strong>fanzia. Il gioco del pallone eguaglia e sublima tutti gli uom<strong>in</strong>i <strong>in</strong> un clima<br />
di <strong>in</strong>tensa poesia ed è un’azione strettamente estetica con i supremi <strong>in</strong>gredienti<br />
dell’arte: ritmo, armonia, <strong>in</strong>ventiva, movimento, <strong>in</strong>cursione nel tempo e nello spazio,<br />
equilibrio e plasticità. È <strong>in</strong> questo senso che possiamo parlare di genialità del<br />
giocatore di calcio. Nello spirito picaresco di un Garr<strong>in</strong>cha, eroe senza carattere,<br />
con le sue “opere scolpite nel vento”, che <strong>in</strong>carnano la più moderna concezione<br />
dell’arte, quella che si consuma, si realizza, nel momento esatto della sua elaborazione:<br />
il dribbl<strong>in</strong>g, l’apice e il gol], citato <strong>in</strong> Ivan Cavalcanti Proença, Futebol e<br />
palavra, José Olympio, Rio de Janeiro, 1981, pp. 13-14.<br />
39<br />
Vedi Ruy Castro, op. cit., pp. 67 e 131, e Juca Kfouri, op. cit., p. 142.<br />
29
Armando Nogueira lo ha def<strong>in</strong>ito “un eroe picaro brasilianissimo”.<br />
Nélson Rodrigues lo ha eletto, a più riprese, a simbolo della<br />
possibilità di riscatto di un paese:<br />
O Brasil estava só, mas t<strong>in</strong>ha Garr<strong>in</strong>cha. Feliz do povo que pode<br />
esfregar um Garr<strong>in</strong>cha na cara do mundo! E o Mané, com suas<br />
pernas tortas e fulgurantes, com o seu olho rútilo e também torto,<br />
pôs os Andes de gat<strong>in</strong>has, ou de cócoras, sei lá. Quando ele<br />
enfiou um gol e depois outro, isso aqui foi, como diria um orador<br />
de gafieira, foi uma pátria constelada de garr<strong>in</strong>chas 40 .<br />
O time ou o país que tem um Mané é imbatível. Hoje, sabemos<br />
que o problema de cada um de nós é ser ou não ser Garr<strong>in</strong>cha.<br />
Deslumbrante país seria este, maior que a Rússia, maior que os<br />
Estados Unidos, se fôssemos 75 milhões de Garr<strong>in</strong>chas 41 .<br />
Lo stesso autore mette <strong>in</strong> risalto <strong>in</strong> certe giocate di Mané un<br />
tratto decisivo del carattere brasiliano, la “molecagem”, ossia<br />
la spensieratezza e l’allegria di giocare e divertirsi, tipiche del<br />
fanciullo; un valore umano <strong>in</strong>edito, rivoluzionario e creativo<br />
grazie al quale, scrive Rodrígues, l’uomo brasiliano entra nella<br />
storia e può sorprendere e ammutolire la civiltà europea:<br />
40<br />
[Il Brasile era solo, ma aveva Garr<strong>in</strong>cha. Felice il popolo che può sbattere un Garr<strong>in</strong>cha<br />
sulla faccia del mondo! E Mané, con le sue gambe storte e fulm<strong>in</strong>anti, con i<br />
suoi occhi brillanti e anch’essi storti, ha messo le Ande <strong>in</strong> g<strong>in</strong>occhio, o carponi, che<br />
ne so. Quando ha <strong>in</strong>filato un gol dopo l’altro, questa è diventata, come direbbe un<br />
oratore da festa paesana, una patria costellata di garr<strong>in</strong>cha], nella crônica O Eichmann<br />
do apito, pubblicata il 14 giugno1962 ne “O Globo” e <strong>in</strong>clusa <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À<br />
sombra das chuteiras imortais, op. cit., pp. 89-91; qui def<strong>in</strong>isce Garr<strong>in</strong>cha anche come<br />
“a maior figura do futebol brasileiro desde Pedro Álvares Cabral” [la più grande figura<br />
del calcio brasiliano da Pedro Álvares Cabral].<br />
41<br />
[La squadra o il paese che ha un Mané è imbattibile. Oggi, sappiamo che il problema<br />
di ognuno di noi è essere o non essere Garr<strong>in</strong>cha. Affasc<strong>in</strong>ante paese sarebbe<br />
30
Garr<strong>in</strong>cha apanha e dispara. Já em plena corrida, vai driblando o<br />
<strong>in</strong>imigo. São cortes límpidos, exatos, fatais. E, de repente, estaca.<br />
Soa o riso da multidão – riso aberto, escancarado, quase g<strong>in</strong>ecológico.<br />
Há, em torno do Mané, um barulho de tchecos. Novamente,<br />
ele começa a cortar um, outro, mais outro. Ilum<strong>in</strong>ado de<br />
molecagem. Garr<strong>in</strong>cha tem nos pés uma bola encantada, ou melhor,<br />
uma bola amestrada. [...] Garr<strong>in</strong>cha ateava gargalhadas por<br />
todo o estádio. [...] Se aparecesse, na hora, um grande poeta, havia<br />
de se arremessar, gritando: - ‘O homem só é verdadeiramente<br />
homem quando br<strong>in</strong>ca!’. Num simples lance isolado, está todo<br />
o Garr<strong>in</strong>cha, está todo o brasileiro, está todo o Brasil. E jamais<br />
Garr<strong>in</strong>cha foi tão Garr<strong>in</strong>cha, ou tão homem, como ao imobilizar,<br />
pela magia pessoal, os onze latagões tchecos, tão mais sólidos,<br />
tão mais belos, tão mais louros que os nossos. Mas veriam<br />
como, varado de gênio, o Mané põe, num jogo de alto patético,<br />
um traço decisivo do caráter brasileiro: – a molecagem. O Hélio<br />
Pellegr<strong>in</strong>o, que é poeta e psicanalista, dizia-me, outro dia: – “O<br />
br<strong>in</strong>quedo é a liberdade!” E para Garr<strong>in</strong>cha o br<strong>in</strong>quedo, no fim<br />
da batalha, foi a molecagem livre, <strong>in</strong>esperada, ágil e criadora [...]<br />
o brasileiro é uma nova experiência humana. O homem do Brasil<br />
entra na história com um elemento <strong>in</strong>édito, revolucionário<br />
e criador: a molecagem. Citei a br<strong>in</strong>cadeira de Garr<strong>in</strong>cha num<br />
f<strong>in</strong>al dramático de jogo. Era a molecagem. Aqueles quatro ou<br />
c<strong>in</strong>co tchecos, parados diante de Mané, magnetizados, representavam<br />
a Europa. Diante de um valor humano <strong>in</strong>suspeitado e<br />
deslumbrante, a Europa emudecia, com os seus túmulos, as suas<br />
torres, os seus claustros, os seus rios 42 .<br />
questo, più grande della Russia, più grande degli Stati Uniti, se fossimo 75 milioni<br />
di Garr<strong>in</strong>cha], nella crônica Garr<strong>in</strong>cha passar<strong>in</strong>ho apedrejado, pubblicata il 23 giugno1962<br />
<strong>in</strong> “Fatos & Fotos” e poi raccolta <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A Pátria em chuteiras,<br />
op. cit., pp. 76-78. Sia questa che la precedente si riferiscono alla vittoriosa semif<strong>in</strong>ale<br />
contro il Cile (disputata il 13 giugno) e all’espulsione subita da Garr<strong>in</strong>cha nel f<strong>in</strong>ale.<br />
42<br />
[Garr<strong>in</strong>cha raccoglie e spara. Già <strong>in</strong> piena corsa, dribbla il nemico. Sono scarti<br />
limpidi, esatti, fatali. E, improvvisamente, si ferma. Suona il riso della folla – riso<br />
31
Garr<strong>in</strong>cha, al meglio di sé, rappresentava realmente la “alegria<br />
do povo”: con il suo calcio “elastico, acrobatico, dionisiaco”,<br />
scatenava la risata del pubblico, che aspettava i suoi numeri<br />
come quelli di un clown o di un comico.<br />
È sempre Nélson a rilevarlo quando parla del ritorno <strong>in</strong> auge<br />
del giocatore, nel 1965, dopo due anni di crisi:<br />
O Brasil andava triste porque nos faltava Garr<strong>in</strong>cha. Como<br />
pode o brasileiro rir, ou sorrir, sem o Mané? Durara dois anos<br />
<strong>in</strong>f<strong>in</strong>itos o exílio do maravilhoso craque. Durante esse tempo,<br />
a pátria viveu erma de Garr<strong>in</strong>cha, deserta de Garr<strong>in</strong>cha. Éramos<br />
80 milhões de órfãos de seu futebol elástico, acrobático,<br />
dionisíaco. Ora, o futebol é a mais feia, a mais cruel, a mais<br />
tenebrosa das paixões. E, de repente, Mané apareceu. Todo o<br />
povo exultou porque o seu jogo t<strong>in</strong>ha milhares de guizos radiantes.<br />
Diante dele, o torcedor esquecia a sua ira vespa e pornográfica.<br />
Só com o Mané a multidão aprendeu a rir, só com<br />
aperto, spalancato, quasi g<strong>in</strong>ecologico. C’è, <strong>in</strong>torno a Mané, un rumore di cechi. Di<br />
nuovo, com<strong>in</strong>cia a eluderne uno, un altro, un altro ancora. Illum<strong>in</strong>ato di monelleria.<br />
Garr<strong>in</strong>cha ha tra i piedi una palla <strong>in</strong>cantata, o meglio, una palla ammaestrata.<br />
[...] Garr<strong>in</strong>cha scatenava risate <strong>in</strong> tutto lo stadio. [...] Se fosse apparso, <strong>in</strong> quel momento,<br />
un grande poeta, si sarebbe precipitato, gridando: – “L’uomo è veramente<br />
uomo solo quando gioca!”. In un semplice episodio isolato, sta tutto Garr<strong>in</strong>cha, sta<br />
tutto il brasiliano, sta tutto il Brasile. E Garr<strong>in</strong>cha non è mai stato così Garr<strong>in</strong>cha, o<br />
così uomo, come quando ha immobilizzato, con la sua magia personale, gli undici<br />
omaccioni cechi, così più solidi, così più belli, così più biondi dei nostri. Ma vedete<br />
come, toccato dal genio, Mané applica, <strong>in</strong> un gioco altamente commovente, un<br />
tratto decisivo del carattere brasiliano: – la monelleria. Hélio Pellegr<strong>in</strong>o, che è poeta<br />
e psicanalista, mi diceva, l’altro giorno: – “Il giocattolo è la libertà!” E per Garr<strong>in</strong>cha<br />
il giocattolo, alla f<strong>in</strong>e della battaglia, è stata la monelleria libera, <strong>in</strong>attesa, agile e<br />
creativa [...] il brasiliano è una nuova esperienza umana. L’uomo del Brasile entra<br />
nella storia con un elemento <strong>in</strong>edito, rivoluzionario e creativo: la monelleria. Ho<br />
citato lo scherzo di Garr<strong>in</strong>cha nel f<strong>in</strong>ale drammatico della partita. Era la monelleria.<br />
Quei quattro o c<strong>in</strong>que cechi, fermi davanti a Mané, ipnotizzati, rappresentavano<br />
l’Europa. Di fronte ad un valore umano <strong>in</strong>sospettato e affasc<strong>in</strong>ante, l’Europa am-<br />
32
o Mané a multidão deixou de ser a neurótica obscena. [...] Sua<br />
decadência seria também a nossa, e sua impotência, idem. Sem<br />
ele, a nação se derramava como um cântaro entornado. Mas o<br />
Mané ressurgia em estado de graça plena. [...] E todo este povo<br />
sentiu-se quase onipotente 43 .<br />
Non a caso, è stato ripetutamente accostato a Charlie Chapl<strong>in</strong><br />
e al suo Charlot (ma anche a Harpo Marx e al comico messicano<br />
Cant<strong>in</strong>flas). Lo stesso autore così stabilisce il paragone<br />
tra i due artisti:<br />
E só mesmo o meu personagem da semana, Mané Garr<strong>in</strong>cha,<br />
conseguiu arrancar do Maracanã entupido uma gargalhada generosa<br />
total. Vocês se lembram de Charlie Chapl<strong>in</strong>, em Luzes<br />
da Ribalta, fazendo o número das pulgas amestradas? Pois bem,<br />
Mané deu-nos um alto momento chapl<strong>in</strong>iano. E o efeito foi<br />
uma bomba. Na primeira bola que recebeu, já o povo começou<br />
a rir. Aí é que está o milagre: – o povo ria antes da jogada, da<br />
mutoliva, con i suoi tumuli, le sue torri, i suoi chiostri, i suoi fiumi. In O escrete de<br />
loucos, crônica pubblicata <strong>in</strong> “Fatos & Fotos” (edição especial, junho de 1962) e poi<br />
<strong>in</strong>serita <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A Pátria em chuteiras, op. cit., pp. 79-82.<br />
43<br />
[Il Brasile era triste perché ci mancava Garr<strong>in</strong>cha. Come può il brasiliano ridere,<br />
o sorridere, senza Mané? È durato due anni <strong>in</strong>f<strong>in</strong>iti l’esilio del meraviglioso fuoriclasse.<br />
Durante questo tempo, la patria ha vissuto erma di Garr<strong>in</strong>cha, deserta di<br />
Garr<strong>in</strong>cha. Eravamo 80 milioni di orfani del suo calcio elastico, acrobatico, dionisiaco.<br />
Ora, il calcio è la più brutta, la più crudele, la più tenebrosa delle passioni. E,<br />
all’improvviso, Mané è apparso. Tutto il popolo ha esultato perché il suo gioco aveva<br />
migliaia di sonagli brillanti. Di fronte a lui, il tifoso dimenticava la sua ira acida e<br />
pornografica. Solo con Mané la folla ha imparato a ridere, solo con Mané la folla<br />
ha smesso di essere una nevrotica oscena. [...] La sua decadenza sarebbe stata anche<br />
la nostra, e la sua impotenza, idem. Senza di lui, la nazione si disperdeva come una<br />
brocca versata. Ma Mané risorgeva <strong>in</strong> uno stato di grazia piena. [...] E tutto questo<br />
popolo si è sentito quasi onnipotente.], dalla crônica Os guizos radiantes de Garr<strong>in</strong>cha,<br />
<strong>in</strong>izialmente pubblicata ne “O Globo” il 5 giugno 1965, <strong>in</strong> Ivi, p. 97.<br />
33
graça, da pirueta. Ria adiv<strong>in</strong>hando que Garr<strong>in</strong>cha ia fazer a sua<br />
grande ária, como na ópera 44 .<br />
In quest’atteggiamento tipicamente brasiliano, riscontrabile<br />
nei suoi dribbl<strong>in</strong>g prolungati, non c’è necessariamente malizia,<br />
voglia di irridere l’avversario ma, più che altro, semplicità<br />
e spontaneità.<br />
Ha scritto eloquentemente il drammaturgo carioca che<br />
Mané “T<strong>in</strong>ha essa humilhante sanidade mental do garoto que<br />
caça cambaxirra com esp<strong>in</strong>garda de chumbo e que, em Pau<br />
44<br />
[E veramente solo il mio personaggio della settimana, Mané Garr<strong>in</strong>cha, è riuscito<br />
a strappare al Maracanã gremito una generosa risata globale. Vi ricordate di Charlie<br />
Chapl<strong>in</strong>, <strong>in</strong> Luci della Ribalta, quando faceva il numero delle pulci ammaestrate?<br />
Ecco, Mané ci ha dato un alto momento chapl<strong>in</strong>iano. E l’effetto è stato quello di<br />
una bomba. Al primo pallone ricevuto, il popolo ha già com<strong>in</strong>ciato a ridere. Il miracolo<br />
è tutto lì: - il popolo rideva prima della giocata, della facezia, della piroetta. Rideva<br />
<strong>in</strong>dov<strong>in</strong>ando che Garr<strong>in</strong>cha stava per fare la sua grande aria, come nell’opera],<br />
nella crônica Os que negam Garr<strong>in</strong>cha, del 30 maggio 1966, apparsa prima ne “O<br />
Globo” e poi <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À sombra das chuteiras imortais, op. cit., pp.<br />
119-120. L’accostamento è stato proposto anche da Armando Nogueira, come abbiamo<br />
visto prima; e anche José L<strong>in</strong>o Grunewald ha scritto <strong>in</strong> modo eloquente: “As<br />
<strong>in</strong>vocações líricas e as comparações não poderiam faltar nesse carrossel de saudade<br />
e memórias desfechado pelo mito. Logo de saída, o nome de Charles Chapl<strong>in</strong> foi<br />
lembrado, em face de af<strong>in</strong>idades e analogias com o personagem de Carlitos. Tudo<br />
certo: aquilo que Chapl<strong>in</strong> exprimiu no âmbito da estética c<strong>in</strong>ematográfica se casa<br />
em fundo e forma com as piruetas futebolísticas do Garr<strong>in</strong>cha. E não esquecer que o<br />
mesmo Chapl<strong>in</strong>, quando tira a máscara de <strong>in</strong>ocência do vagabundo e faz Monsieur<br />
Verdoux, dá um derradeiro drible geral e depois, de propósito, entrega-se a polícia<br />
-ou seja, seus eternos marcadores” [Le <strong>in</strong>vocazioni liriche e i paragoni non sarebbero<br />
potute mancare <strong>in</strong> questo carosello di nostalgia e memorie dischiuso dal mito. F<strong>in</strong><br />
dall’<strong>in</strong>izio, il nome di Charles Chapl<strong>in</strong> è stato ricordato, di fronte alle aff<strong>in</strong>ità e<br />
analogie con il personaggio di Charlot. Tutto giusto: quello che Chapl<strong>in</strong> ha espresso<br />
nell’ambito dell’estetica c<strong>in</strong>ematografica si sposa nel fondo e nella forma con le<br />
piroette calcistiche di Garr<strong>in</strong>cha. E non bisogna dimenticare che lo stesso Chapl<strong>in</strong>,<br />
quando toglie la maschera dell’<strong>in</strong>nocenza del vagabondo e fa Monsieur Verdoux, dà<br />
un ultimo dribbl<strong>in</strong>g generale e poi, di proposito, si consegna alla polizia – ossia, ai<br />
suoi eterni marcatori], <strong>in</strong> Especial para a Folha, del 22 ottobre 1995.<br />
34
Grande, na sua cordialidade <strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ada, cumprimenta até<br />
cachorro” 45 .<br />
Paulo Mendes Campos sostiene che non c’è mai stato un<br />
uomo famoso meno conscio della propria importanza 46 .<br />
È <strong>in</strong>evitabile confrontare quest’atteggiamento con la sapiente<br />
e cosciente costruzione del proprio mito da parte di Pelé,<br />
come vedremo tra poco.<br />
Carlos Drummond de Andrade riassume questi concetti <strong>in</strong><br />
un testo, scritto <strong>in</strong> occasione della morte del giocatore, <strong>in</strong> cui<br />
coglie le ragioni della naturale identificazione del popolo brasiliano<br />
con la figura di Garr<strong>in</strong>cha: Mané viene def<strong>in</strong>ito un idolo<br />
provvidenziale per il popolo perché, pur contrariando i pr<strong>in</strong>cipi<br />
sacri del gioco, ha raggiunto i risultati più alti, <strong>in</strong>dicando la possibilità,<br />
per un paese impreparato all’ambito dest<strong>in</strong>o glorioso,<br />
di v<strong>in</strong>cere i suoi limiti e le sue carenze, di sconfiggere i complessi<br />
nazionali di <strong>in</strong>feriorità e conquistare una possibile grandezza.<br />
Un modello <strong>in</strong>consapevole ma capace di sedurre il popolo con<br />
la magia dei suoi piedi e con la sua <strong>in</strong>nocenza, che non escludeva<br />
scaltrezze <strong>in</strong>tuitive da Macunaíma. Un eroe che non entrava <strong>in</strong><br />
campo solo per se stesso ma per difendere milioni di sofferenti<br />
dai propri fantasmi personali e collettivi. Garr<strong>in</strong>cha, cont<strong>in</strong>ua<br />
Drummond, era un esponente di quella massa di <strong>in</strong>felici da cui<br />
si salva solo qualche raro predest<strong>in</strong>ato, come Pelé 47 .<br />
45<br />
[Aveva l’umiliante salute mentale del ragazz<strong>in</strong>o che caccia cambaxirra (un uccell<strong>in</strong>o<br />
brasiliano N.d.T.) con il fucile di piombo e che, a Pau Grande, nella sua cordialità<br />
<strong>in</strong>discrim<strong>in</strong>ata, saluta anche i cani], nella crônica Descoberta de Garr<strong>in</strong>cha,<br />
pubblicato il 21 giugno 1958 nella “Manchete Esportiva” e poi <strong>in</strong>cluso <strong>in</strong> Nélson<br />
Rodrigues, À sombra das chuteiras imortais, op. cit., pp. 53-54.<br />
46<br />
Vedi Paulo Mendes Campos, op. cit., pp. 31-32.<br />
47<br />
“Mané Garr<strong>in</strong>cha foi um desses ídolos providenciais com que o acaso veio ao <strong>in</strong>contro<br />
das massas populares e até dos figurões responsáveis periódicos pela sorte do<br />
35
Più di quest’ultimo, Mané rappresenta il popolo brasiliano; un<br />
popolo che, come diceva l’immortale compositore Tom Jobim è<br />
così orig<strong>in</strong>ale che, tra un v<strong>in</strong>cente e un perdente, sceglie sempre<br />
il secondo; ecco perché Garr<strong>in</strong>cha era più amato di Pelé 48 . Amato,<br />
ma poi <strong>in</strong>evitabilmente abbandonato, quando la magia dei<br />
suoi dribbl<strong>in</strong>g venne offuscata dallo scandalo della sua relazione<br />
con Elza Soares. Quando Mané abbandonò la famiglia e ammise<br />
pubblicamente il suo legame con la cantante nera, il sistema,<br />
fondato sulle apparenze, assunse un tono da tribunale dell’Inquisizione:<br />
ciò che prima, di nascosto, andava bene (le relazioni<br />
extraconiugali e i figli illegittimi), non era più tollerato, e la<br />
coppia fu oggetto di m<strong>in</strong>acce, <strong>in</strong>sulti, provocazioni e derisioni.<br />
La macch<strong>in</strong>a dei media cercò di cavalcare l’onda dello scandalo:<br />
venne lanciato un programma umoristico radiofonico <strong>in</strong>titolato<br />
Memórias de Elza Soares, la Tv Rio <strong>in</strong>terpelló Nélson Rodrígues<br />
per la sceneggiatura di una “novela” sul caso, un programma<br />
della Tv Tupi ospitò la moglie abbandonata di Garr<strong>in</strong>cha, Nair,<br />
e le figlie, <strong>in</strong> un’esibizione dal ricercato effetto pietistico; ebbero<br />
successo canzoni che <strong>in</strong>sistevano sul tema “Volta pra casa”<br />
e la stessa Elza si prestò colpevolmente alla speculazione, <strong>in</strong>terpretando<br />
un motivo dall’eloquente titolo Eu sou a outra 49 .<br />
Brasil, ofertando-lhes o jogador que contrariava todos os pr<strong>in</strong>cípios sacramentais<br />
do jogo, e que no entanto alcançava os mais deliciosos resultados” [“Mané Garr<strong>in</strong>cha<br />
è stato uno di questi idoli provvidenziali con cui il caso è venuto <strong>in</strong>contro alle<br />
masse popolari e anche ai capoccioni responsabili periodici delle sorti del Brasile,<br />
offrendo loro un giocatore che trasgrediva tutti i pr<strong>in</strong>cipi sacramentali del gioco,<br />
raggiungendo tuttavia splendidi risultati”]. Tratto da Mané e o sonho, pubblicato<br />
nel “Jornal do Brasil” del 22 gennaio 1983, <strong>in</strong> occasione della morte del campione<br />
e poi <strong>in</strong>cluso <strong>in</strong> Carlos Drummond de Andrade, op. cit., pp. 217-219 [trad. it.<br />
Giulia Lanciani, op. cit., p. 172]. Una citazione più ampia si può trovare all’<strong>in</strong>terno<br />
del saggio di Giulia Lanciani, successivo a questo, a p. 62.<br />
48<br />
Vedi Juca Kfouri, op. cit., p. 143.<br />
49<br />
[Io sono l’altra], vedi Ruy Castro, op. cit., pp. 293-296.<br />
36
La partecipazione della cantante a varie campagne politiche del<br />
presidente Jango Goulart fece sì che, una volta deposto questi<br />
nel 1964 – a seguito del colpo di stato dei militari, che pose f<strong>in</strong>e<br />
all’<strong>in</strong>dirizzo parlamentarista e filo-comunista di Goulart – l’abitazione<br />
di Garr<strong>in</strong>cha (il piú apolitico tra gli esseri umani) e della<br />
Soares venisse <strong>in</strong>vasa e messa a soqquadro nottetempo da agenti<br />
della polizia politica (DOPS). In quell’occasione venne ucciso<br />
per sfregio, di fronte agli occhi del giocatore, di Elza, di sua<br />
madre e dei suoi figli, il merlo <strong>in</strong>diano (o ma<strong>in</strong>á) che Garr<strong>in</strong>cha<br />
aveva ottenuto dal governatore dello stato di Guanabara, Carlos<br />
Lacerda, come regalo per la vittoria nel mondiale del 1962<br />
(al posto della villa a Copacabana che il politico aveva offerto<br />
a tutti i giocatori); secondo la credenza popolare, l’uccello era<br />
da collegarsi alle sfortune che avversavano la vita di Garr<strong>in</strong>cha;<br />
la sua uccisione, dunque, poteva significare – secondo questo<br />
punto di vista – una possibilità di redenzione per il campione di<br />
Pau Grande. Carlos Drummond de Andrade dedicò all’evento<br />
una crônica, O Ma<strong>in</strong>á, <strong>in</strong> cui, contro la “mentalità magica” che<br />
approvava il sacrificio del volatile, si schierava dalla parte del<br />
ma<strong>in</strong>á<br />
e dell’uomo Garr<strong>in</strong>cha:<br />
“Tuércele el cuello al cisne...” Quem torceu o pescoço ao ma<strong>in</strong>á<br />
de Garr<strong>in</strong>cha certamente nunca leu o famoso soneto de Enrique<br />
González Mart<strong>in</strong>ez [...] Não leu, mas foi ao ma<strong>in</strong>á e cassou-lhe<br />
a palavra para sempre – ao ma<strong>in</strong>á que falava tanto e era uma alegria<br />
entre as tristezas profissionais e morais de Garr<strong>in</strong>cha. Quem<br />
foi o autor desse ato não sabemos [...] O que sabemos é que<br />
<strong>in</strong>úmeras pessoas poderiam tê-lo cometido [...] podem até ser<br />
ótimas praças, mas cederiam à força de um pensamento mágico,<br />
que sempre paira entre o céu e os seres. Desde o momento em<br />
que se correlacionam a proximidade da ave com as perturbações<br />
na arte futebolística de Garr<strong>in</strong>cha, a idéia de elim<strong>in</strong>ar o ma<strong>in</strong>á<br />
assumiu um caráter libertário. Matar o ma<strong>in</strong>á era evitar a morte<br />
37
de Garr<strong>in</strong>cha... Se Abraão não hesita em imolar o próprio filho<br />
[...] por que poupar a vida de uma ave se a sua elim<strong>in</strong>ação conjura<br />
poderes maléficos, que se encarniçam contra [...] o menos<br />
reflexivo dos campeões brasileiros? É o mesmo ato de Abraão às<br />
avessas: a morte em defesa do filho, pois a essa altura todos vêem<br />
em Garr<strong>in</strong>cha o filho geral, a criança mimada que faz besteiras<br />
e que cumpre defender de unhas e dentes, tanto mais generosamente<br />
quanto ele é o filho pródigo da Escritura. [...] No caso,<br />
o benefício é colossal, pois com a recuperação de Garr<strong>in</strong>cha se<br />
salva aquilo que o filme de Joaquim Pedro de Andrade chamou<br />
<strong>in</strong>spiradamente de alegria do povo. O que fica dito parece demonstrar<br />
que aprovo a morte cruel do ma<strong>in</strong>á. Não aprovo coisa<br />
nenhuma [...] Não posso, entretanto, contra a mentalidade<br />
mágica, e não sei se neste momento, na Índia, uma partícula da<br />
alma universal não se deslocou misteriosamente, tangida pela<br />
morte do ma<strong>in</strong>á, e quem pode prever as repercussões disso em<br />
um caso tão complicado 50 ?<br />
50<br />
[“Tuércele el cuello al cisne...” Chi ha torto il collo al ma<strong>in</strong>á di Garr<strong>in</strong>cha certamente<br />
non ha mai letto il famoso sonetto di Enrique González Martínez [...] Non<br />
lo ha letto, ma è andato difilato dal ma<strong>in</strong>á e gli ha tolto la parola per sempre – al<br />
ma<strong>in</strong>á che parlava tanto ed era motivo di gioia fra le tristezze professionali e morali<br />
di Garr<strong>in</strong>cha. Chi sia stato l’autore di questo gesto non lo sappiamo [...] Quel che<br />
sappiamo è che <strong>in</strong>numerevoli persone potrebbero averlo commesso [...] potrebbero<br />
essere perf<strong>in</strong>o degli ottimi poliziotti, che avrebbero ceduto alla forza di un pensiero<br />
magico, sempre aleggiante tra il cielo e gli esseri viventi. Una volta stabilita la relazione<br />
tra la vic<strong>in</strong>anza del pennuto e i turbamenti nell’arte calcistica di Garr<strong>in</strong>cha, l’idea<br />
di elim<strong>in</strong>are il ma<strong>in</strong>á ha assunto un carattere liberatorio. Uccidere il ma<strong>in</strong>á significava<br />
evitare la morte di Garr<strong>in</strong>cha [...] Se Abramo non esita ad immolare il proprio<br />
figlio [...] perché risparmiare la vita di un uccello se la sua elim<strong>in</strong>azione scongiura<br />
poteri malefici che si accaniscono contro [...] il meno riflessivo dei campioni brasiliani?<br />
È proprio l’atto di Abramo al rovescio: la morte <strong>in</strong> difesa del figlio, perché<br />
oggi tutti vedono <strong>in</strong> Garr<strong>in</strong>cha il proprio figlio, il bamb<strong>in</strong>o viziato che commette<br />
errori e che bisogna difendere con le unghie e con i denti, tanto più generosamente<br />
perché egli è il figliol prodigo delle Scritture. [...] Nel caso specifico, il beneficio è<br />
colossale, poiché con il recupero di Garr<strong>in</strong>cha si salva quel che il film di Joaquim<br />
Pedro de Andrade ha poeticamente def<strong>in</strong>ito l’allegria del popolo. Quel che ho detto<br />
38
Per il “figliol prodigo” Garr<strong>in</strong>cha il ritorno si riveló impossibile.<br />
Alle conseguenze della sua relazione con Elza si sommavano<br />
i problemi delle sue g<strong>in</strong>occhia e, soprattutto, la crescente dipendenza<br />
dall’alcool. Mané non era piú la “Alegria do povo”;<br />
il film omonimo che Joaquim Pedro de Andrade presentò nel<br />
1963 stonava ormai con la realtà dei fatti 51 . L’angelo si era<br />
trasformato <strong>in</strong> <strong>demoni</strong>o e il Brasile gli aveva voltato le spalle.<br />
Pers<strong>in</strong>o il paradiso di Pau Grande aveva espulso il suo figlio<br />
più famoso per prendere le parti di Nair 52 .<br />
Tuttavia, gli scrittori che meglio avevano saputo cogliere il<br />
carattere di Garr<strong>in</strong>cha non lo abbandonarono nella fase calante<br />
della sua parabola. Carlos Drummond de Andrade descrisse<br />
la sua traiettoria dionisiaca nel brano <strong>in</strong>titolato Estrada, pubblicato<br />
nella raccolta Cadeira de Balanço:<br />
O moço de coração simples estava a beira da estrada, vendo passar<strong>in</strong>ho<br />
voar. Passou o dest<strong>in</strong>o, bateu-lhe no ombro e disse: “Vai<br />
br<strong>in</strong>car”. “Eu estou br<strong>in</strong>cando” – respondeu o rapaz. “Vai br<strong>in</strong>car<br />
com os pés e com as pernas, pois para isso nasceste”. O jovem<br />
foi para cidade e pediu que o deixassem ficar em companhia de<br />
outros, num lugar onde se br<strong>in</strong>cava de movimento. “Nunca poderás<br />
br<strong>in</strong>car direito” – observaram os entendidos, exam<strong>in</strong>andolhe<br />
o corpo. “Tens pernas arqueadas. Pernas arqueadas são grande<br />
empecilho na vida”. E mandaram-no embora. Foi a outros<br />
sembrerebbe dimostrare la mia approvazione per la crudele morte del ma<strong>in</strong>á. Non<br />
approvo un bel niente [...] Nulla posso, tuttavia, contro il pensiero magico, e non<br />
so se <strong>in</strong> questo momento, <strong>in</strong> India, una particella dell’anima universale, colpita<br />
dalla morte del ma<strong>in</strong>á, non si sia misteriosamente dislocata, e chi può prevederne<br />
le ripercussioni su un caso tanto complicato?], crônica<br />
pubblicata nel “Correio da<br />
Manhã” del 24 giugno1964, <strong>in</strong>clusa <strong>in</strong> Carlos Drummond de Andrade, op. cit., pp.<br />
213-214, [trad. it. Giulia Lanciani, a cura di, op. cit., pp. 169-170].<br />
51<br />
Vedi Ruy Castro, op. cit., pp. 312-313.<br />
52<br />
Ivi, p. 295.<br />
39
lugares, ouviu a mesma resposta. Um dia, sem reparar em suas<br />
pernas, deixaram-no ficar e br<strong>in</strong>car. Br<strong>in</strong>cou melhor que todos<br />
os que t<strong>in</strong>ham pernas clássicas. Seu br<strong>in</strong>quedo mágico, dentro<br />
do br<strong>in</strong>quedo comum, dava a quem o via uma felicidade <strong>in</strong>tensa.<br />
“N<strong>in</strong>guém na terra br<strong>in</strong>ca melhor do que este” – disse a voz pública,<br />
maravilhada. Os entendidos não explicavam por quê. N<strong>in</strong>guém<br />
explicava. Poetas celebraram-no [...] Sua cabeça, como seu<br />
coração, era simples. Ele não t<strong>in</strong>ha que responder, senão br<strong>in</strong>car<br />
mais e melhor a<strong>in</strong>da. Foi levado para outros países, e assombrava<br />
os povos pelo mistério das pernas cambotas, que sabiam bailar e<br />
enganar, enganar e bailar. A glória não o perturbou, era simples<br />
o men<strong>in</strong>o grande, br<strong>in</strong>cando mais engraçado que os outros, e<br />
nisso se comprazia. Com a fama, ganhou montes de d<strong>in</strong>heiro<br />
[...] fug<strong>in</strong>do aos prazeres da dissipação e da soberba, reservou-se<br />
o prazer do br<strong>in</strong>quedo. Aí veio o amor, e disse: “Eu venço este<br />
homem”. Fê-lo escutar uma canção, tornou-o <strong>in</strong>quieto. O rapaz<br />
começou a viajar de um lugar para o outro, a esconder-se dos<br />
companheiros e de si mesmo, a falar muito e com acidez. Reclamava<br />
atenções e mais d<strong>in</strong>heiro, sempre mais, alegando que merecia.<br />
E ameaçava. [...] Chamaram-no de mentiroso, de <strong>in</strong>grato<br />
e de vitima [...] Sua <strong>in</strong>timidade foi fotografada como objeto público.<br />
E ele parou de br<strong>in</strong>car. A felicidade que distribuía a todos<br />
está suspensa. Enquanto isso, à beira da estrada, ele espera que<br />
o dest<strong>in</strong>o passe de novo, pouse a mão no seu ombro e lhe diga o<br />
que será de sua vida. È preciso que ouça outra vez: “Vai br<strong>in</strong>car,<br />
pois para isso nasceste” 53 .<br />
53<br />
[Il ragazzo dal cuore semplice stava sul ciglio della strada a guardare un uccell<strong>in</strong>o<br />
volare. Passò il dest<strong>in</strong>o, gli batté sulla spalla e disse: “Va a giocare”. “Sto giocando”,<br />
rispose il ragazzo. “Va a giocare con i piedi e con le gambe, perché sei nato per questo”.<br />
Il giovane andò <strong>in</strong> città e chiese che lo facessero stare <strong>in</strong> compagnia di altri, <strong>in</strong><br />
un posto dove si giocava di movimento. “Non potrai mai giocare dritto” – osservarono<br />
gli esperti, esam<strong>in</strong>andone il corpo. “Hai le gambe arcuate. Le gambe arcuate<br />
sono un grande <strong>in</strong>tralcio nella vita”. E lo mandarono via. Andò <strong>in</strong> altri posti, udì<br />
sempre la stessa risposta. Un giorno, senza badare alle sue gambe, lo fecero restare e<br />
40
Cronisti come Armando Nogueira e Nélson Rodrigues, hanno<br />
espresso il loro rammarico per l’<strong>in</strong>differenza e la mancanza di<br />
riconoscenza del pubblico nei confronti del beniam<strong>in</strong>o caduto<br />
<strong>in</strong> disgrazia.<br />
Il primo, nella già citata crônica <strong>in</strong>titolata O anjo que dribla,<br />
biasimava l’<strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>e del pubblico nei riguardi dell’uomo<br />
dalle gambe storte ma gloriose, perché andavano nella direzione<br />
giusta, verso l’allegria più pura che eleva l’uomo alle porte del<br />
cielo, l’eroe di due guerre che ha conquistato il mondo senza<br />
uccidere nessuno, il guerrigliero dal dribbl<strong>in</strong>g<br />
angelico:<br />
Tudo isso foi ontem. Quem sabe dele, hoje? Anda por aí, acorrentado,<br />
chutando, talvez de sandálias, a bola de ferro da nossa<br />
<strong>in</strong>diferença. Estátua, nome de rua, conta bancária: nada lhe<br />
giocare. Giocò meglio di tutti quelli che avevano gambe classiche. Il suo giocattolo<br />
magico, dentro il giocattolo comune, dava a chi lo vedeva un’<strong>in</strong>tensa felicità. “Nessuno<br />
<strong>in</strong> questo paese gioca meglio di lui” – disse la voce pubblica, meravigliata. Gli<br />
esperti non se lo spiegavano. Nessuno se lo spiegava. I poeti lo celebravano. [...]<br />
La sua testa, come il suo cuore, era semplice. Lui non aveva nulla da rispondere,<br />
se non giocare di più e sempre meglio. Fu portato <strong>in</strong> altri paesi, e stupiva la gente<br />
per il mistero delle gambe storte, che sapevano danzare e <strong>in</strong>gannare, <strong>in</strong>gannare e<br />
danzare. La gloria non lo cambiò, era semplice il grande ragazzo, che giocava più<br />
elegantemente degli altri e di questo si compiaceva. Con la fama, guadagnò un<br />
mucchio di soldi [...] sfuggendo ai piaceri della dissipazione e della superbia, si<br />
riservò il piacere del gioco. E venne l’amore, e disse: “Io v<strong>in</strong>cerò quest’uomo”. Gli<br />
fece ascoltare una canzone, lo rese <strong>in</strong>quieto. Il ragazzo com<strong>in</strong>ciò a viaggiare da un<br />
luogo all’altro, a nascondersi ai compagni e a se stesso, a parlare molto e aspramente.<br />
Pretendeva attenzioni e più soldi, sempre di più, adducendo che li meritava.<br />
E m<strong>in</strong>acciava. [...] Lo trattarono da bugiardo, da <strong>in</strong>grato e da vittima. [...] La sua<br />
<strong>in</strong>timità fu fotografata come un pubblico oggetto. E lui smise di giocare. La felicità<br />
che distribuiva a tutti ora è sospesa. Sul ciglio della strada, egli aspetta che passi di<br />
nuovo il dest<strong>in</strong>o, che gli posi una mano sulla spalla e gli dica quel che sarà della<br />
sua vita. È necessario che egli senta un’altra volta: “Va a giocare, perché sei nato per<br />
questo”], <strong>in</strong> Carlos Drummond de Andarde, op. cit., pp. 211-212 [trad. it. Giulia<br />
Lanciani, a cura di, op. cit., pp. 167-168].<br />
41
demos, nem uma festa para a volta olímpica no estádio que ele<br />
eternizou com a obra efêmera e imortal de seu drible pela direita<br />
[...] O que se exige, ao menos por vergonha, é a reverência, é o<br />
reconhecimento à obra de um herói que, br<strong>in</strong>cando pelo mundo<br />
afora, nos fez um pouco mais felizes; que, sem dar um tiro, sem<br />
um discurso sequer, fez o Brasil mais nação a<strong>in</strong>da, un<strong>in</strong>do um<br />
povo para cantar, de mãos dadas, como crianças de um mundo<br />
sem lágrimas, a alegria de uma vitória nacional. Que Deus nos<br />
perdoe o pecado de desprezar um ídolo porque, pelo menos a<br />
mim, já me basta a pena de nunca mais voltar a ver nos estádios<br />
um drible de Garr<strong>in</strong>cha 54 .<br />
E quando venne rubata la statuetta della Coppa del Mondo,<br />
v<strong>in</strong>ta def<strong>in</strong>itivamente dal Brasile nel 1970, lo stesso Nogueira<br />
scrisse:<br />
Não há de ser uma estatueta a menos que vai entristecer os nossos<br />
estádios. Roubo sem volta é levar, como levaram – e para<br />
sempre – de nossos olhos a arte de Garr<strong>in</strong>cha. Aquilo sim é que<br />
era jóia rara, obra de gênio que os anjos do céu ass<strong>in</strong>ariam em<br />
cruz. [...] Palavra de honra, eu trocaria todas as taças de ouro<br />
deste mundo por um simples drible de Garr<strong>in</strong>cha 55 .<br />
54<br />
[Tutto questo è stato ieri. Chi sa qualcosa di lui, oggi? Vaga, <strong>in</strong>catenato, calciando,<br />
forse con i sandali ai piedi, la palla di ferro della nostra <strong>in</strong>differenza. Statua, nome<br />
di strada, conto corrente: non gli abbiamo dato nulla, neanche una festa per il giro<br />
d’onore nello stadio che lui ha reso eterno con l’opera effimera e immortale del suo<br />
dribbl<strong>in</strong>g verso destra [...] Quello che si esige, almeno per pudore, è il rispetto, è il<br />
riconoscimento all’opera di un eroe che, giocando per il mondo, ci ha reso un po’ più<br />
felici; che, senza sparare, senza neanche un discorso, ha reso il Brasile ancor più una<br />
nazione, unendo un popolo a cantare, mano nella mano, come bamb<strong>in</strong>i di un mondo<br />
senza lacrime, l’allegria di una vittoria nazionale. Che Dio ci perdoni il peccato di disprezzare<br />
un idolo perché, perlomeno a me, basta già la pena di non tornare più a vedere<br />
<strong>in</strong> uno stadio un dribbl<strong>in</strong>g di Garr<strong>in</strong>cha], <strong>in</strong> Armando Nogueira, op. cit., p. 46.<br />
55<br />
[Non sarà una statuetta <strong>in</strong> meno a <strong>in</strong>tristire i nostri stadi. Un furto senza ritorno<br />
è portar via, come hanno fatto – e per sempre – dai nostri occhi l’arte di Garr<strong>in</strong>cha.<br />
42
In occasione dell’esordio di Garr<strong>in</strong>cha nel Flamengo – uno<br />
dei tentativi di r<strong>in</strong>ascita del campione <strong>in</strong> decl<strong>in</strong>o – Nélson<br />
Rodrigues commentò:<br />
Garr<strong>in</strong>cha vivia por aí, mais abandonado, mais desprezado do<br />
que um cachorro atropelado. Lembro-me de um sujeito que veio<br />
me soprar ao pé da orelha: – “Vai acabar na sarjeta!”. Outro fez o<br />
vaticínio não menos feroz, segundo o qual teria o fim do Ébrio,<br />
de Vicente Celest<strong>in</strong>o 56 . Pode-se dizer que, de uma maneira geral,<br />
n<strong>in</strong>guém jamais admitiu a sua resurreição. Cabe então a pergunta:<br />
– se todos estavam assim pressagos, por que n<strong>in</strong>guém ensaiava<br />
um gesto de amor? Sim: – por que n<strong>in</strong>guém lhe estendia a mão,<br />
por quê? Ai de nós, ai de nós. Temos uma piedade frívola e relapsa.<br />
Gostamos de esquecer. Eu falei em “piedade” e gostaria de<br />
notar: – o brasileiro esquece antes da compaixão. Mas havia, no<br />
caso, para todos nós, um problema <strong>in</strong>tolerável de consciência.<br />
Mané merecia a nossa alegre e crudelíssima <strong>in</strong>diferença? Não e<br />
nunca. Poucos homens serviram tanto o seu povo 57 .<br />
Splendido è l’epitaffio dedicato al campione da Carlos Drummond<br />
de Andrade: per il poeta, Mané è stato vittima del germe<br />
di autodistruzione che portava <strong>in</strong> sé, della sua mancanza<br />
di difese psicologiche; il dio del calcio lo mandò negli stadi<br />
per aiutare un paese a sublimare le proprie tristezze, ma, crudele,<br />
gli negò la coscienza di essere un agente div<strong>in</strong>o: f<strong>in</strong>ito<br />
Quella sì che era una gioia rara, opera di genio che gli angeli del cielo firmerebbero<br />
ad occhi chiusi. [...] Parola d’onore, io scambierei tutte le coppe d’oro di questo<br />
mondo per un semplice dribbl<strong>in</strong>g di Garr<strong>in</strong>cha], Ivi, pp. 58-59.<br />
56<br />
O Ébrio era il titolo di una canzone e di un film del 1946, <strong>in</strong> cui il cantante e<br />
attore Vicente Celest<strong>in</strong>o <strong>in</strong>terpretava la parte di un uomo rov<strong>in</strong>ato dall’alcool.<br />
57<br />
[Garr<strong>in</strong>cha viveva solo, più abbandonato, più disprezzato di un cucciolo maltrattato.<br />
Mi ricordo di un tale che venne a confidarmi <strong>in</strong> un orecchio: – “F<strong>in</strong>irà <strong>in</strong><br />
fondo a un fosso!”. Un altro fece un vatic<strong>in</strong>io non meno feroce, secondo il quale<br />
43
Garr<strong>in</strong>cha, le tristezze tornano e il popolo cerca <strong>in</strong>vano un suo<br />
erede 58 . Se Garr<strong>in</strong>cha è l’eroe imperfetto, Pelé, al contrario, è<br />
l’immag<strong>in</strong>e stessa della perfezione 59 .<br />
Il critico teatrale Décio de Almeida Prado scrisse che Pelé rappresentava<br />
l’<strong>in</strong>credibile s<strong>in</strong>tesi delle più opposte qualità calcistiche:<br />
giocatore <strong>in</strong>telligente e muscolare al tempo stesso, elegante<br />
ed efficace, eccelleva nell’impostare ma anche nel concludere;<br />
<strong>in</strong> tutto era perfetto 60 .<br />
avrebbe fatto la f<strong>in</strong>e dell’Ubriaco, di Vicente Celest<strong>in</strong>o. Si può dire che, <strong>in</strong> genere,<br />
nessuno ammise più la sua resurrezione. È allora legittima la domanda: – se tutti<br />
erano così sicuri profeti, perché nessuno provava un gesto d’amore? Sì: – perché<br />
nessuno gli tendeva la mano, perché? Poveri noi, poveri noi. Abbiamo una pietà<br />
frivola e recidiva. Ci piace dimenticare. Io ho parlato di “pietà” e vorrei far notare:<br />
– il brasiliano dimentica prima della compassione. Ma c’era, <strong>in</strong> questo caso, per<br />
tutti noi, un problema <strong>in</strong>tollerabile di coscienza. Mané meritava la nostra allegra e<br />
crudelissima <strong>in</strong>differenza? No, mai. Pochi uom<strong>in</strong>i hanno servito tanto il loro popolo],<br />
nella crônica Um gesto de amor, orig<strong>in</strong>ariamente pubblicata ne “O Globo” del 2<br />
febbraio1968 e poi raccolta <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À sombra das chuteiras imortais,<br />
op. cit., pp. 137-138.<br />
58 Si tratta della crônica cui si fa riferimento nella nota 46. Si rimanda alla citazione<br />
che ne fa Giulia Lanciani all’<strong>in</strong>terno del suo saggio, successivo a questo, a p. 69 sgg.<br />
59<br />
“Nij<strong>in</strong>ski, o desequilibrado, tornou-se um grande bailar<strong>in</strong>o. Garr<strong>in</strong>cha, o torto, se<br />
transformou num jogador excepcional. [...] Ao contrário de Nij<strong>in</strong>ski e de Garr<strong>in</strong>cha,<br />
que tiraram sua força da imperfeição, Pelé foi, desde cedo, a própria imagem da perfeição.<br />
Em seu <strong>in</strong>teresse pela perfeição se prenunciava o Rei que viemos a conhecer”<br />
[Nij<strong>in</strong>ski, lo scoord<strong>in</strong>ato, è diventato un grande baller<strong>in</strong>o. Garr<strong>in</strong>cha, lo storto, si è<br />
trasformato <strong>in</strong> un giocatore eccezionale. [...] Al contrario di Nij<strong>in</strong>ski e di Garr<strong>in</strong>cha,<br />
che hanno tratto la loro forza dall’imperfezione, Pelé è stato, molto presto, la stessa<br />
immag<strong>in</strong>e della perfezione. Nella sua ricerca della perfezione si annunciava il Re che<br />
abbiamo poi conosciuto], <strong>in</strong> José Castello, Pelé. Os dez corações do Rei, Ediouro, Rio<br />
de Janeiro, 2004, p. 20.<br />
60<br />
“Há jogadores de <strong>in</strong>teligência e jogadores de físico, jogadores cerebrais e jogadores<br />
musculares. Jogadores elegantes e jogadores efectivos. Jogadores clássicos e jogadores<br />
de improvisação. Jogadores que preparam e jogadores que concluem. Pelé é a<br />
síntese improvável de todas essas qualidades contrárias. É perfeito em tudo [...]”<br />
[Ci sono giocatori di <strong>in</strong>telligenza e giocatori di fisico, giocatori cerebrali e giocatori<br />
muscolari. Giocatori eleganti e giocatori pratici. Giocatori classici e giocatori che<br />
44
Armando Nogueira parla della purezza del suo gesto, che lo<br />
avvic<strong>in</strong>a agli dei senza allontanarlo dagli uom<strong>in</strong>i 61 . Per Nélson<br />
Rodrigues, Pelé è l’assoluto 62 . Carlos Drummond de Andrade<br />
guarda, con ammirazione mista a <strong>in</strong>vidia, a lui come all’artista<br />
sublime ed eletto, capace solo del goal perfetto, vera opera<br />
d’arte alla pari di un verso, di una pittura, di una musica, di<br />
una danza; Drummond riflette sull’arte e sul genio come dono<br />
supremo, che sceglie arbitrariamente e misteriosamente il soggetto<br />
<strong>in</strong> cui <strong>in</strong>carnarsi 63 .<br />
improvvisano. Giocatori che preparano e giocatori che concludono. Pelé è la s<strong>in</strong>tesi<br />
improbabile di tutte queste qualità opposte. È perfetto <strong>in</strong> tutto], citato da Luiz<br />
Henrique de Toledo nel suo Pelé: os mil corpos de um rei, <strong>in</strong> Futebol de muitas cores e<br />
sabores, op. cit., p. 154.<br />
61<br />
“Durante anos, tentei decifrar o mistério de Pelé, segu<strong>in</strong>do, com os olhos perdidos,<br />
as l<strong>in</strong>has <strong>in</strong>visíveis que a bola traça no campo, no vaivém do jogo. E, no entanto,<br />
era tão fácil decifrá-lo na pureza do gesto que o aproxima dos deuses sem afastá-lo<br />
dos homens” [Per anni, ho provato a decifrare il mistero di Pelé, seguendo, con lo<br />
sguardo perso, le l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>visibili che la palla traccia sul campo, nell’andirivieni del<br />
gioco. E, tuttavia, era così facile decifrarlo nella purezza del gesto che lo avvic<strong>in</strong>a agli<br />
dei senza allontanarlo dagli uom<strong>in</strong>i], <strong>in</strong> Armando Nogueira, O Homem e a Bola, op.<br />
cit., p. 73.<br />
62<br />
“E agora vamos falar dele, o absoluto. Sim, falamos de Pelé” [E adesso parliamo di<br />
lui, l’assoluto. Sì, parliamo di Pelé], <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A Pátria em chuteiras, op.<br />
cit., p. 94.<br />
63<br />
Vedi la citazione all’<strong>in</strong>terno dell’<strong>in</strong>tervento di Giulia Lanciani, successivo a questo,<br />
a p. 65-66. Qui si aggiunge quest’ulteriore brano, lì non riportato: “Então o gol<br />
<strong>in</strong>depende de nossa vontade, formação e mestria? Receio que sim. Produto div<strong>in</strong>o,<br />
talvez? [...] Se é de Deus, Deus se diverte negando-o aos que imploram, e, distribu<strong>in</strong>do-o<br />
a seu capricho, Deus sabe a quem, às vezes um mau elemento. A obra de<br />
arte, em forma de gol ou de texto, casa, p<strong>in</strong>tura, som, dança e outras mais, parece<br />
antes coisas-em-ser na natureza, revelada arbitrariamente, quase que à revelia do <strong>in</strong>strumento<br />
humano usado para a revelação” [Il gol, allora, è <strong>in</strong>dipendente dalla nostra<br />
volontà, dalla nostra formazione e dalla nostra maestria? Temo di sì. Prodotto div<strong>in</strong>o,<br />
forse? [...] Se è di Dio, Dio si diverte negandolo a chi l’implora e distribuendolo<br />
a suo capriccio, Dio sa a chi, a volte a un cattivo soggetto. L’opera d’arte, <strong>in</strong> forma<br />
di gol o di testo, di casa, di pittura, di suono, di danza e d’altro ancora, sembra piuttosto<br />
cosa-<strong>in</strong>-essere nella natura, rivelata arbitrariamente, quasi all’<strong>in</strong>saputa dello<br />
45
Il mito di Pelé è quello di un essere predest<strong>in</strong>ato, eletto da<br />
forze estranee alla logica. Già da bamb<strong>in</strong>o, la sua classe poteva<br />
essere riconosciuta nella naturalezza e nel portamento regale<br />
con la palla, nell’ost<strong>in</strong>azione con cui perseguiva la perfezione,<br />
nella coscienza della propria superiorità 64 .<br />
Nélson Rodrigues fu il primo a riconoscerne lo statuto di<br />
“Re” ancor prima della consacrazione dei mondiali del 1958;<br />
la regalità si manifestava nella consapevolezza che il ragazzo di<br />
17 anni già aveva della propria eccellenza: “E Pelé leva sobre os<br />
demais jogadores uma vantagem considerável: – a de se sentir<br />
rei, da cabeça aos pés […] Quero crer que a sua maior virtude<br />
è, justamente, a imodéstia absoluta” 65 .<br />
Pelé si sentiva già Re dalla testa ai piedi e questa coscienza<br />
<strong>in</strong>timoriva gli avversari e la stessa sfera, rendendolo un campione<br />
<strong>in</strong>superabile. La sicurezza ostentata dal giovane campione<br />
era considerata dal critico carioca un tratto psicologico v<strong>in</strong>cente,<br />
<strong>in</strong>usuale per un brasiliano, alla pari di quanto osservato<br />
<strong>in</strong> precedenza a proposito di Garr<strong>in</strong>cha:<br />
strumento umano usato per la rivelazione], dalla crônica Pelé: 1.000, pubblicata orig<strong>in</strong>ariamente<br />
nel “Jornal do Brasil” del 28 ottobre 1969, <strong>in</strong> Carlos Drummond de<br />
Andarde, op. cit., pp. 195-197 [trad. it. Giulia Lanciani, a cura di, op. cit., p. 156].<br />
64<br />
Mário Filho scrisse nel 1963 una prima biografia del campione, Viagem em torno<br />
de Pelé<br />
(Editora do Autor, Rio de Janeiro), concentrandosi sulla sua precoce ma-<br />
turità e sulla sua estrema determ<strong>in</strong>azione, frutto anche di un ambiente familiare<br />
solido e amorevole. Sul ruolo positivo dei genitori pose l’accento anche Carlos<br />
Drummond de Andrade nel brano Os Pais de Pelé, scritto all’<strong>in</strong>domani della conquista<br />
<strong>in</strong> Svezia (vedi op. cit., p. 193). Gli stessi argomenti sono tema del volume<br />
di Luiz Carlos Cordeiro, De Edson a Pelé (DBA, São Paulo, 1997), che ricostruisce<br />
proprio l’<strong>in</strong>fanzia e l’adolescenza del futuro Rei.<br />
65<br />
[E Pelé ha sugli altri giocatori un considerevole vantaggio: – quello di sentirsi<br />
re, dalla testa ai piedi [...] Sono conv<strong>in</strong>to che la sua maggiore virtù è, giustamente,<br />
l’immodestia assoluta], <strong>in</strong> A Realeza de Pelé,<br />
crônica pubblicata l’8 marzo1958 nella<br />
“Manchete Esportiva” e poi raccolta <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À sombra das chuteiras<br />
imortais, op. cit., p. 42-44.<br />
46
E o bonito é que esse men<strong>in</strong>o não se abala, nem se entrega.<br />
Possui a sanidade mental de um Garr<strong>in</strong>cha. Ao contrário do<br />
brasileiro em geral, suscetível de se apavorar em face dos títulos<br />
do <strong>in</strong>imigo, ele não acredita em nada. N<strong>in</strong>guém é melhor do<br />
que ele. Tivesse jogado contra a Inglaterra e creiam: – havia de<br />
driblar até a Ra<strong>in</strong>ha Vitória 66 .<br />
Sicuro, deciso, virile e furbo, moleque<br />
come Garr<strong>in</strong>cha ma<br />
più di lui capace di premeditazione e malizia nell’affermare<br />
se stesso di fronte all’avversario, Pelé esalta le qualità migliori<br />
del brasiliano e non si lascia <strong>in</strong>timidire dal confronto con lo<br />
straniero.<br />
In un’occasione (un’amichevole contro la Germania Ovest<br />
del 1965), accettò uno scontro di gioco con un avversario fisicamente<br />
più prestante, s<strong>in</strong>o al punto di provocarne la frattura<br />
della gamba; Nélson Rodrigues non stigmatizzò la durezza del<br />
connazionale, anzi la lodò a dimostrazione della capacità di<br />
autodifesa del brasiliano:<br />
Até que houve o lance supremo. Bola dividida, e Pelé e adversário<br />
vão disputá-la. Vejam bem o contraste, que é importantíssimo:<br />
um, pobre negro brasileiro; outro, louro, truculento,<br />
wagneriano. Criou-se para Pelé o dilema hamletiano: ou ele ou<br />
eu. Segundo deduzo da cronista citada, o justo, o correto, o<br />
legítimo é que a perna quebrada fosse do brasileiro ret<strong>in</strong>to. Mas<br />
66<br />
[E il bello è che questo ragazz<strong>in</strong>o non si scuote, né si arrende. Possiede la salute<br />
mentale di un Garr<strong>in</strong>cha. Al contrario del brasiliano <strong>in</strong> generale, suscettibile di<br />
impaurirsi di fronte ai titoli del nemico, lui non crede a nulla. Nessuno è meglio<br />
di lui. Avesse giocato contro l’Inghilterra, credetemi: – avrebbe dribblato pers<strong>in</strong>o la<br />
Reg<strong>in</strong>a Vittoria.], nella crônica Morrendo ao pé do rádio, pubblicata nella “Manchete<br />
Esportiva” il 24 giugno 1958 all’<strong>in</strong>domani della difficile vittoria sul Galles, nei<br />
quarti di f<strong>in</strong>ale del mondiale di Svezia (1-0), <strong>in</strong> cui Pelé realizzò il suo primo goal<br />
<strong>in</strong> un campionato del mondo, Ivi, p. 56.<br />
47
Pelé não pensou assim. E como o crioulo é posterior a d. João<br />
VI, tratou de se defender. Mais esperto, mais ágil, mais <strong>in</strong>teligente,<br />
mais moleque, sobreviveu. Ao passo que o adversário sofreu<br />
uma fratura. [...] Amigos, antes de d. João VI, o brasileiro,<br />
na sua humildade de colônia, vivia babando na gravata. Hoje,<br />
muitos a<strong>in</strong>da têm essa <strong>in</strong>tensa salivação. E, por isso, negam a<br />
Pelé o direito de se defender, apenas se defender. Graças a Deus,<br />
o crioulo mostrou que não é nenhum escravo núbio, nenhum<br />
eunuco abissínio. É apenas homem, e apenas brasileiro 67 .<br />
Proprio l’estrema fiducia <strong>in</strong> se stesso, unita – a differenza di<br />
Garr<strong>in</strong>cha – a una solidità mentale, oltre che atletica, hanno<br />
permesso a Pelé di durare e di cementare l’immag<strong>in</strong>e di “Re<br />
del calcio”, laddove Garr<strong>in</strong>cha non fu mai capace di mettere<br />
pienamente a frutto il proprio valore e di conservarlo.<br />
67<br />
[F<strong>in</strong>ché è avvenuto l’episiodio supremo. Palla contesa, e Pelé e l’avversario a disputarsela.<br />
Osservate bene il contrasto, che è importantissimo: uno, povero negro brasiliano;<br />
l’altro, biondo, truculento, wagneriano. Per Pelé si è posto il dilemma hamletiano:<br />
o lui o io. Secondo quanto deduco dalla cronista citata, la cosa giusta, corretta,<br />
legittima, sarebbe stata se la gamba rotta fosse stata quella del brasiliano scuro. Ma<br />
Pelé non la pensava così. E siccome il creolo è posteriore a D. João VI, ha cercato di<br />
difendersi. Più furbo, più agile, più <strong>in</strong>telligente, più monello, è sopravvissuto. Mentre<br />
l’avversario ha subito una frattura. [...] Amici, prima di D. João VI, il brasiliano, nella<br />
sua umiltà da colonia, viveva sbrodolandosi la cravatta. Oggi, molti hanno ancora<br />
quella <strong>in</strong>tensa salivazione. E, perciò, negano a Pelé il diritto di difendersi, soltanto<br />
di difendersi. Grazie a Dio, il creolo ha mostrato che non è uno schiavo nubio, un<br />
eunuco abiss<strong>in</strong>o. È solo un uomo, e soltanto brasiliano], nella crônica <strong>in</strong>titolata<br />
Salivação<br />
eunuca, pubblicata il 9 giugno1965 ne “O Globo” e poi <strong>in</strong> Nélson Rodrigues,<br />
A pátria em chuteiras, op. cit., pp. 98-99. In una precedente crônica, Matar ou morrer,<br />
sullo stesso giornale del 30 maggio 1965 (poi ripresa <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À sombra<br />
das chuteiras imortais, op. cit., pp. 121-122), commentando lo stesso episodio aveva<br />
scritto: “O alemão preferiu matar e Pelé não quis morrer. O nosso levou a vantagem<br />
pelo segu<strong>in</strong>te: – porque <strong>in</strong>troduziu no choque a molecagem brasileira” [Il tedesco<br />
ha preferito uccidere e Pelé non ha voluto morire. Il nostro ha avuto la meglio per<br />
questo: – perché ha <strong>in</strong>trodotto nello scontro la monelleria brasiliana].<br />
48
Pelé è il prescelto, il genio immortale che, secondo Nélson,<br />
può trattare da colleghi Michelangelo, Omero o Dante 68 ; è<br />
una forza della natura, di cui <strong>in</strong>carnava gli elementi più m<strong>in</strong>acciosi<br />
e devastanti: “Pelé era uma força da natureza. Ele chovia,<br />
ventava, trovejava, relampejava” 69 .<br />
Armando Nogueira gli ha dedicato una sorta di poesia <strong>in</strong><br />
prosa <strong>in</strong> cui dice:<br />
Lá vai Pelé, com a bola que Deus lhe deu […] Inúteis as pernas<br />
que tentam aterrá-lo em plena corrida. Ele è uma força da natureza<br />
que avança, <strong>in</strong>tangível, traçando no campo a sombra vertig<strong>in</strong>osa<br />
de falsas hesitações. Quem te deu semelhante equilíbrio,<br />
rapaz? De que mistério vem a <strong>in</strong>teligência dos teus músculos<br />
que tudo pressentem na geometria dos dribles? Os anjos que<br />
sobrevoam este campo me juram que tu vieste ao mundo para<br />
reescrever a bíblia do futebol. Assim seja 70 .<br />
68<br />
“Mas reparem: – é um gênio <strong>in</strong>dubitável. Digo e repito: – gênio. Pelé podia virarse<br />
para Miguel Ângelo, Homero ou Dante e cumprimentá-los, com íntima efusão:<br />
– ‘Como vai, colega?’ [...] Mas na verdade um Pelé é <strong>in</strong>esquecível. Insisto: – apesar<br />
de toda a nossa <strong>in</strong>gratidão, Pelé é imortal” [Ma notate: – è un genio <strong>in</strong>discutibile. Lo<br />
dico e lo ripeto: – genio. Pelé potrebbe rivolgersi a Michelangelo, Omero o Dante e<br />
salutarli, con effusione <strong>in</strong>tima: – “Come va, collega?” [...] Ma <strong>in</strong> verità un Pelé è <strong>in</strong>dimenticabile.<br />
Insisto: - nonostante tutta la nostra <strong>in</strong>gratitud<strong>in</strong>e, Pelé è immortale], <strong>in</strong><br />
Meu personagem do ano, crônica<br />
pubblicata nella “Manchete Esportiva” (edição espe-<br />
cial, Rio de Janeiro 1959) e poi ripresa <strong>in</strong> Nélson Rodrígues, A pátria em chuteiras, op.<br />
cit., pp. 53-55. D’altronde, Décio de Almeida Prado concludeva il brano citato nella<br />
nota 60, stabilendo un parallelo tra la perfezione del calcio di Pelé e la concezione che<br />
Leonardo da V<strong>in</strong>ci aveva della pittura: “[...] e nesses pequenos milagres de lucidez, de<br />
coordenação <strong>in</strong>tegral entre espírito e corpo, o futebol revela a sua mais alta natureza,<br />
também de cosa mentale, como Leonardo da V<strong>in</strong>ci desejava que fosse a p<strong>in</strong>tura” [e<br />
<strong>in</strong> quei piccoli miracoli di lucidità, di coord<strong>in</strong>azione completa tra spirito e corpo, il<br />
calcio rivela la sua più alta natura, anche di cosa mentale, come Leonardo da V<strong>in</strong>ci<br />
voleva che fosse la pittura].<br />
69<br />
[Pelé era una forza della natura. Lui pioveva, soffiava come il vento, tuonava, lampeggiava],<br />
ivi, p. 165.<br />
70<br />
[Ecco Pelé, con la palla che Dio gli ha dato [...] Inutili le gambe che tentano di<br />
49
Pelé è l’uomo le cui giocate provano l’esistenza di Dio, è il<br />
profetico portatore della Parola Nuova, come scrisse Nélson <strong>in</strong><br />
occasione di una delle sue prodezze con la maglia del Brasile 71 .<br />
Allora, contestare il Re equivale a commettere un sacrilegio:<br />
se Pelé può essere fischiato, cessano i valori morali – ha scritto<br />
Nélson – tutto è permesso 72 . D’altronde, si tratta di un Re repubblicano,<br />
perché eletto dal popolo, come sottol<strong>in</strong>ea Carlos<br />
Drummond de Andrade nella poesia O momento feliz 73 . Un<br />
Re, la cui consacrazione fu peraltro accettata prima all’estero<br />
che <strong>in</strong> Brasile: <strong>in</strong>fatti nel 1958, mentre <strong>in</strong> patria qualcuno<br />
discuteva il fatto che un ragazzo di meno di 18 anni potesse<br />
essere considerato un fuoriclasse, la rivista francese “Parisatterrarlo<br />
<strong>in</strong> piena corsa. Lui è una forza della natura che avanza, <strong>in</strong>tangibile, e traccia<br />
sul campo l’ombra vertig<strong>in</strong>osa di false esitazioni. Chi ti ha dato un equilibrio<br />
simile, ragazzo? Da quale mistero viene l’<strong>in</strong>telligenza dei tuoi muscoli che tutto<br />
anticipano nella geometria dei dribbl<strong>in</strong>g? Gli angeli che sorvolano questo campo<br />
mi giurano che tu sei venuto al mondo per riscrivere la bibbia del calcio. Così sia],<br />
da Um rastro de poesia <strong>in</strong> Armando Nogueira, op. cit., p. 56.<br />
71<br />
“Quando Pelé fez isso, baixou no estádio a certeza de que virá do Brasil para o<br />
mundo a grande Palavra Nova” [Quando Pelé ha fatto questo, è calata nello stadio la<br />
certezza che verrà dal Brasile al mondo la grande Parola Nuova], <strong>in</strong> Nunca fomos tão<br />
brasileiros, crônica pubblicata il 4 giugno 1965 ne “O Globo” e poi ripresa <strong>in</strong> Nélson<br />
Rodrigues, A pátria em chuteiras, op. cit., p. 94.<br />
72<br />
“Se Pelé pode ser vaiado, tudo é permitido! Apuparam o negro. E se Pelé pode<br />
ser crucificado em vaias, cessam todos os valores morais. Podemos <strong>in</strong>vadir berçários<br />
para esganar crianc<strong>in</strong>has” [Se Pelé può essere fischiato, tutto è lecito! Hanno contestato<br />
il negro. E se Pelé può essere crocifisso di fischi, cessano tutti i valori morali.<br />
Possiamo <strong>in</strong>vadere nidi per scannare bebè], tratto da Vamos barrar Pelé,<br />
crônica<br />
pubblicata il 21 maggio 1966 ne “O Globo” e poi raccolta <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A<br />
pátria em chuteiras, op. cit., pp. 106-107.<br />
73<br />
“N<strong>in</strong>guém me prende mais, jogo por mil | jogo em Pelé o sempre rei repubblicano<br />
e povo feito atleta na poesia | do jogo mágico” [Nessuno mi ferma più, gioco per mille<br />
| gioco da Pelé il repubblicano sempre re | il popolo fatto atleta nella poesia | del gioco<br />
magico], versi scritti durante il mondiale messicano del 1970, pubblicati il 20 giugno<br />
1970 nel “Jornal de Brasil”, <strong>in</strong> Carlos Drummond de Andarde, op. cit., p. 111 [trad.<br />
it. Giulia Lanciani, a cura di, op. cit., p. 93].<br />
50
Match” (nel nº 484 del 19 luglio 1958) già gli dedicava un<br />
servizio <strong>in</strong>titolato Le Roi Pelé. Come ha scritto Mário Filho,<br />
i brasiliani, scottati dalla grande delusione del 1950, avevano<br />
un’<strong>in</strong>tima riserva nell’ammirare <strong>in</strong>condizionatamente i propri<br />
campioni, nell’esaltarli senza remore; generazioni di idoli frustrati<br />
– Ziz<strong>in</strong>ho, Ademir, Heleno, Didi, Jul<strong>in</strong>ho, tra gli altri<br />
– erano rimasti campioni effimeri, ad uso <strong>in</strong>terno.<br />
Pelé sorse nel 1958 come un Messia del calcio brasiliano, ma<br />
per il suo avvento era necessario che la sua grandezza fosse illum<strong>in</strong>ata<br />
dall’ammirazione altrui 74 . Baciato dalla natura, dedicò<br />
un paziente lavoro al mantenimento della propria eccezionale<br />
anatomia; alla base di questi attributi fisici, spicca però l’elemento<br />
razziale: il suo essere nero. Il preparatore fisico Júlio<br />
Mazei ha affermato:<br />
Pelé tem de nascença uma musculatura excepcional. Seus músculos<br />
locomotores são extremamente desenvolvidos e possui<br />
poderosos glúteos, lombares e abdom<strong>in</strong>ais. Aliás, deve isso à<br />
raça negra; porém, mesmo entre os negros, raros foram tão bem<br />
dotados fisicamente para a prática do futebol 75 .<br />
Nélson Rodrigues nelle sue cronache lo chiama ripetutamente<br />
“div<strong>in</strong>o crioulo”, “doce crioulão”, “sublime crioulo”, “o negro”,<br />
“Pelé, maravilhosamente negro”; e sottol<strong>in</strong>ea come il “garoto<br />
de cor” (il ragazzo di colore) che ha fatto v<strong>in</strong>cere il Brasile sia<br />
74<br />
Vedi Mário Filho, op. cit., pp. 281-283.<br />
75<br />
[Pelé ha dalla nascita una muscolatura eccezionale. I suoi muscoli locomotori<br />
sono estremamente sviluppati e possiede potenti glutei, lombari e addom<strong>in</strong>ali.<br />
D’altronde, deve ciò alla razza nera; però, anche tra i neri, rari sono stati così ben<br />
dotati fisicamente per la pratica del calcio], citato da Luiz Henrique de Toledo nel<br />
suo Pelé: os mil corpos de um rei, op. cit., p. 153.<br />
51
di un tipo razzialmente nobile, la cui corsa ha la cadenza di<br />
certi cavalli da calesse 76 , la cui “coscia appariva forte, contratta<br />
e vitale come l’anca di un cavallo nero” 77 .<br />
Un atleta statuario, provvisto della dignità razziale di un<br />
Paul Robeson, un nero di successo, emancipato dall’<strong>in</strong>feriorità<br />
sociale connessa alla propria condizione etnica 78 .<br />
Uno degli elementi più <strong>in</strong>teressanti nella def<strong>in</strong>izione del<br />
mito di Pelé è il fatto di costituirsi come personalità plurale,<br />
un’identità composita, divisa tra la persona comune, Edson<br />
Arantes do Nascimento, e il campione, Pelé.<br />
76<br />
“[...] como esquecer que foi Pelé, um garoto de cor, dos seus dezassete anos, quem<br />
nos arrancou, ontem, de nossa agonia e de nossa morte? ‘Garoto de cor’, disse eu.<br />
Mas um tipo racialmente nobre como Didi, por exemplo. Pelé, em ação, dentro<br />
de campo, tem na sua corrida a cadência de certos cavalos de charrete, com perdão<br />
da imagem. Como Didi, daria também um belo príncipe etíope de rancho”<br />
[come dimenticare che è stato Pelé, un ragazzo di colore, con i suoi diciassette anni,<br />
a strapparci, ieri, dalla nostra agonia e dalla nostra morte? “Ragazzo di colore”, ho<br />
detto. Ma di un tipo razzialmente nobile come Didi, per esempio. Pelé, <strong>in</strong> azione,<br />
dentro al campo, ha nella sua corsa la cadenza di certi cavalli da calesse, se mi passate<br />
l’immag<strong>in</strong>e. Come Didi, potrebbe anche essere un bel pr<strong>in</strong>cipe di tribù etiope], nella<br />
citata crônica Morrendo ao pé do rádio (vedi nota 65).<br />
77<br />
“Sua coxa aparecia forte, crispada, vital, como a anca de um cavalo negro”, <strong>in</strong> Gols<br />
de antologia, crônica pubblicata ne “O Globo” il 14 luglio 1971 e poi ripresa <strong>in</strong> Nél-<br />
son Rodrigues, A pátria em chuteiras, op. cit., pp. 164-165.<br />
78<br />
“Grande figura, <strong>in</strong>clusive como estátua. Digo ‘como estátua’, porque tem a dignidade<br />
racial de um Paul Robeson. Os homens de cor no Brasil vivem tão mal que<br />
justificam a pergunta que aqui fez Jean-Paul Sartre: – ‘E os negros? Onde estão os<br />
negros?’ Realmente, ele não vira um único preto na seletíssima plateia de suas conferências.<br />
E, realmente, nunca se viu um preto brasileiro vestido de casaca, numa recepção<br />
do Itamaraty. Pelé é uma exceção violenta” [Grande figura, anche come statua.<br />
Dico “come statua”, perché ha la dignità razziale di un Paul Robeson. Gli uom<strong>in</strong>i di<br />
colore <strong>in</strong> Brasile vivono così male che giustificano la domanda che qui fece Jean-Paul<br />
Sartre: – “E i negri? Dove stanno i negri?” Veramente, non aveva visto un unico nero<br />
nella sceltissima platea delle sue conferenze. E, veramente, non si è mai visto un nero<br />
brasiliano vestito <strong>in</strong> giacca, <strong>in</strong> un ricevimento all’Itamaraty. Pelé è un’eccezione violenta],<br />
<strong>in</strong> Mais div<strong>in</strong>o do que humano, crônica apparsa su “O Globo”, 16 luglio 1971,<br />
ripubblicata <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A pátria em chuteiras, op. cit., pp. 166-167.<br />
52
Edson è l’autore e Pelé il personaggio da lui <strong>in</strong>ventato, un<br />
sogno nato dalla volontà di vendicare la sfortuna che aveva<br />
segnato la carriera di suo padre Dond<strong>in</strong>ho, una creatura che<br />
però ha occupato tutta la scena e <strong>in</strong>ghiottito il suo creatore 79 ;<br />
o ancora, Pelé viene visto come una farfalla che, nel mondiale<br />
del 1958, si libera def<strong>in</strong>itivamente della crisalide Edson.<br />
La complessità dell’identità del campione del Santos si rivela<br />
anche nell’uso del pronome di terza persona come forma<br />
di <strong>in</strong>dividuazione di una macro-persona <strong>in</strong> cui confluiscono<br />
diverse rappresentazioni sociali: il telecronista Walter Abraão,<br />
<strong>in</strong>vece di identificarlo con il suo apelido, menzionava il giocatore<br />
usando il pronome “ele”, come se il pronome, preso per<br />
nome, assumesse <strong>in</strong> Pelé una s<strong>in</strong>golarità, dist<strong>in</strong>guendosi dal<br />
cont<strong>in</strong>uum della narrazione, <strong>in</strong> una sorta di rifiuto a considerarlo<br />
come un giocatore comune.<br />
Lo stesso fuoriclasse utilizza il pronome di terza persona come<br />
forma di auto-percezione, cadendo <strong>in</strong> un meccanismo tipico<br />
dei personaggi che raggiungono un certo status<br />
di fama e di<br />
successo 80 .<br />
In più, Pelé sembra voler alimentare la leggenda della propria<br />
identità plurima, parlando del calciatore come “altro da sé” 81 ,<br />
come se si trattasse di un dono di Dio, di un’entità che la fortuna<br />
ha voluto si <strong>in</strong>carnasse <strong>in</strong> lui, come se Edson non avesse fatto<br />
79<br />
Vedi José Castello, op. cit., pp. 36, 107, 174.<br />
80<br />
Vedi sull’argomento Luiz Henrique Toledo, art. cit., pp. 147-149.<br />
81<br />
Ad esempio, nella sua prefazione al citato volume di Carlos Drummond de Andrade,<br />
Quando é dia de futebol, p. 9 [trad. it. Giulia Lanciani, a cura di, op. cit., p. 13], il<br />
campione si firma Edson Arantes do Nascimento – Pelé e così conclude il suo testo:<br />
“O Edson Arantes do Nascimento agradece à família Drummond ter permitido ao<br />
Pelé a oportunidade de escrever estas palavras” [Edson Arantes do Nascimento r<strong>in</strong>grazia<br />
la famiglia Drummond di aver concesso a Pelé l’opportunità di scrivere queste<br />
parole].<br />
53
nulla per meritarlo 82 ; e spesso questi ha espresso – non sappiamo<br />
con che grado di s<strong>in</strong>cerità – un rifiuto del nome e dell’identità<br />
di Pelé, come fosse un fardello pesante da sostenere 83 .<br />
82<br />
“Até hoje me pergunto como o Pelé surgiu. Me pergunto de onde ele veio e por<br />
que eu, o Edson, fui escolhido para encarná-lo [...] Sempre pergunto a Deus: quem<br />
é esse sujeito, o Pelé?”, [Ancora oggi mi domando com’è sorto Pelé. Mi domando da<br />
dove sia venuto e perché io, Edson, sono stato scelto per <strong>in</strong>carnarlo [...] Domando<br />
sempre a Dio: chi è questo tipo, Pelé?], <strong>in</strong> José Castello, op. cit., p. 7. Nella pag<strong>in</strong>a<br />
successiva, l’autore di questa biografia – che contribuisce a fissare i diversi aspetti di<br />
cui il mito Pelé si è arricchito nel corso degli anni, <strong>in</strong> tono chiaramente apologetico<br />
– scrive: “O cidadão Edson vive, assim, a clássica experiência do homem duplicado,<br />
que desde Hoffmann, passando por Poe, Gógol e Dostoievski, até chegar a Cortázar<br />
e Saramago, serviu de tema para a grande literatura. O exemplo mais popular das<br />
novelas de duplo é O estranho caso do dr. Jekyll e do sr. Hyde<br />
[...] Só que no caso de<br />
Edson e Pelé, não há o bom médico, nem há o monstro tenebroso, a lutar entre si<br />
pela supremacia de um corpo. Ao contrário, Edson e Pelé, Pelé e Edson, convivem,<br />
apesar da perplexidade, numa deliciosa harmonia. O sentimento de duplicidade sempre<br />
<strong>in</strong>quietou o ser humano, produz<strong>in</strong>do uma série <strong>in</strong>esgotável de explicações, todas<br />
elas <strong>in</strong>úteis. Na tradição do ocultismo, o duplo é chamado de corpo sutil, um corpo<br />
que se desprendeu do corpo físico, mas com o qual, em geral, ele co<strong>in</strong>cide. No caso<br />
de Edson e Pelé, contudo, os dois se dão muito bem divid<strong>in</strong>do o corpo que têm, não<br />
há afastamento algum, <strong>in</strong>compatibilidade alguma entre eles. Já no folclore, o duplo<br />
é tomado, quase sempre, como agouro de morte; mas, para Edson, sua duplicação<br />
em Pelé foi, ao contrário, um enfático s<strong>in</strong>al de vida” [Il cittad<strong>in</strong>o Edson vive, così, la<br />
classica esperienza dell’uomo duplicato, che da Hoffmann, passando per Poe, Gogol<br />
e Dostoievski, f<strong>in</strong>o ad arrivare a Cortázar e Saramago, è servito da tema per la grande<br />
letteratura. L’esempio più popolare dei romanzi del doppio è Lo strano caso del dr.<br />
Jekyll e di Mr. Hyde [...] Solo che nel caso di Edson e Pelé, non c’è il buon medico,<br />
né il mostro tenebroso, che lottano tra di loro per la supremazia di un corpo. Al<br />
contrario, Edson e Pelé, Pelé e Edson, convivono, nonostante la perplessità, <strong>in</strong> una<br />
deliziosa armonia. Il sentimento della duplicità ha sempre <strong>in</strong>quietato l’essere umano,<br />
producendo una serie <strong>in</strong>esauribile di spiegazioni, tutte <strong>in</strong>utili. Nella tradizione<br />
dell’occultismo, il doppio è chiamato corpo sottile, un corpo che si è staccato dal corpo<br />
fisico, ma con il quale, generalmente, co<strong>in</strong>cide. Nel caso di Edson e Pelé, tuttavia,<br />
i due vanno molto d’accordo dividendo il loro corpo, non c’è nessun distanziamento,<br />
nessuna <strong>in</strong>compatibilità tra di loro. Nel folklore, <strong>in</strong>vece, il doppio è preso, quasi<br />
sempre, come presagio di morte; ma, per Edson, il suo sdoppiamento <strong>in</strong> Pelé è stato,<br />
al contrario, un enfatico segnale di vita].<br />
83<br />
Scrive ancora José Castello: “Também nunca se afastou <strong>in</strong>teiramente do desejo<br />
54
È importante sottol<strong>in</strong>eare il ruolo attivo di Pelé nella fissazione<br />
del proprio mito, a differenza di Garr<strong>in</strong>cha, il quale subiva passivamente<br />
i cliché<br />
e le storie poco lus<strong>in</strong>ghiere <strong>in</strong>ventate <strong>in</strong>torno<br />
alla sua <strong>in</strong>genuità, f<strong>in</strong>o al punto di farle proprie, di perpetuarle<br />
raccontandole lui stesso. La doppia personalità di Pelé si arricchisce<br />
di un terzo elemento se si considera l’identità Dico, che è<br />
il soprannome con cui Edson è sempre stato chiamato <strong>in</strong> casa.<br />
Il protagonista di questa triade usa costruzioni <strong>in</strong> terza persona<br />
per presentare le diverse sfaccettature delle personalità che lo<br />
“abitano”, <strong>in</strong> un atteggiamento che riecheggia, lontanamente, il<br />
Fernando Pessoa della Carta sobre a génese dos heterónimos:<br />
[...] os três são diferentes. Quem segura a barra de Pelé e Dico é<br />
o Edson, que nasceu primeiro. Edson é um sujeito responsável,<br />
respeitável, por isso, teve condições de proteger o Dico como<br />
família e ajudar o Pelé a manter a humildade necessária para<br />
chegar ao sucesso sem se desviar no meio do cam<strong>in</strong>ho 84 .<br />
I tre rappresentano valori sociali differenti ma fondamentali<br />
nella costituzione dell’identità brasiliana: Dico rappresenta i vasecreto,<br />
e aparentemente absurdo, de expulsar este Pelé de si, e voltar a ser apenas<br />
Edson, o homem comum. ‘Sou Pelé, mas logo voltarei a ser Edson Arantes do Nascimento’,<br />
ele anunciou à imprensa, na época em que se preparava para abandonar<br />
em def<strong>in</strong>itivo o futebol. Era como um prêmio, que ele se prometia. Mas foi só uma<br />
ilusão” [Non si è neanche mai allontanato completamente dal desiderio segreto, e<br />
apparentemente assurdo, di espellere questo Pelé da sé, e tornare ad essere soltanto<br />
Edson, l’uomo comune. “Sono Pelé, ma presto tornerò ad essere Edson Arantes do<br />
Nascimento”, annunciò alla stampa all’epoca <strong>in</strong> cui si preparava ad abbandonare<br />
def<strong>in</strong>itivamente il calcio. Era come un premio, che prometteva a se stesso. Ma era<br />
solo una illusione], ivi, p. 10.<br />
84<br />
[i tre sono differenti. Chi regge il timone di Pelé e Dico è Edson, che è nato prima.<br />
Edson è un tipo responsabile, rispettabile, perciò era <strong>in</strong> condizione di proteggere<br />
Dico come famiglia e di aiutare Pelé a mantenere l’umiltà necessaria per arrivare al<br />
successo senza perdersi per strada], cit. da Luiz Henrique Toledo <strong>in</strong> op. cit., p. 148.<br />
55
lori legati alla famiglia, l’attaccamento ai genitori, la sicurezza,<br />
la stabilità; Pelé <strong>in</strong>vece è l’atleta e l’uomo di successo, prodotto<br />
non solo della sua maestria calcistica ma anche della rete di relazioni<br />
sociali che ha saputo creare e mantenere e che lo hanno<br />
tenuto sempre sulla cresta dell’onda; Pelé, dunque, appartiene<br />
alla sfera pubblica, mentre Dico a quella privata; Edson, nome<br />
che ha una validità giuridica e formale, consiste nella somma<br />
di queste qualità <strong>in</strong>dividuali e collettive e media le due entità,<br />
identificandosi ora nell’una, ora nell’altra <strong>in</strong> un cont<strong>in</strong>uo gioco<br />
di identità e straniamento 85 .<br />
Dunque, Edson è l’uomo, Pelé il mito. Per Henry Kiss<strong>in</strong>ger,<br />
Pelé ha superato lo status<br />
di “superstar” per passare a quello di<br />
mito, ossia ha oltrepassato l’ambito cont<strong>in</strong>gente della cultura<br />
di massa per superare i limiti della propria epoca, bussando alle<br />
porte dell’eternità; la funzione di Pelé sarebbe, <strong>in</strong>terpretando le<br />
parole dello statista americano, quella mitica per def<strong>in</strong>zione: nobilitare<br />
la vita attraverso la personificazione di imprese favolose,<br />
la cui narrazione serve a fissare i conf<strong>in</strong>i di un terreno <strong>in</strong> cui la<br />
logica non conta più e ad esprimere l’<strong>in</strong>esistente e l’<strong>in</strong>att<strong>in</strong>gibile,<br />
a rendere comprensibile ciò che sembra non avere spiegazione,<br />
ad alleggerirci del peso di una domanda senza risposta 86 .<br />
Il mito di Pelé, alla vigilia di un fatto straord<strong>in</strong>ario come la<br />
marcatura del suo millesimo gol, può così rivaleggiare con la<br />
div<strong>in</strong>a figura di Mao Tsé-tung, oggetto di spiccata ironia nelle<br />
parole di Nélson Rodrigues:<br />
Mas vejam vocês: – um brasileiro realizou algo mais impressionante<br />
do que o gorducho deus ch<strong>in</strong>ês. Refiro-me a Pelé, o div<strong>in</strong>o<br />
85<br />
Vedi ibidem.<br />
86<br />
Vedi José Castello, op. cit., pp. 227, 194, 22.<br />
56
crioulo. Embora sem ter a barriga <strong>in</strong>submersível de Mao, Pelé<br />
está fazendo mil gols. [...] Só imag<strong>in</strong>o o envenenado despeito,<br />
a amarga frustração de Mao Tsé-tung quando souber que um<br />
sujeito chamado Pelé, de um certo país chamado Brasil, enfiou<br />
tantas bolas na caçapa. Não se iludam: – se o Chefe ch<strong>in</strong>ês tivesse<br />
tido a ideia, já teria completado os mil gols, e muito antes de<br />
Pelé. Vamos imag<strong>in</strong>ar a cena: – o grande homem concorrendo<br />
com Pelé. Mao, com a barriga maior que a do Chacr<strong>in</strong>ha, com<br />
os calções batendo nas canelas, chutando em todas as direções.<br />
Como se sabe, no Estado totalitário tudo é possível. E Mao<br />
Tsé-tung, num só jogo, faria o milheiro, com um pé nas costas.<br />
Toda a imprensa de lá, o rádio e a televisão aceitaria o deslavado<br />
milagre como tal. Graças a Deus, nenhum puxa se lembrou de<br />
sugerir-lhe o assombroso feito. Pelé ficará, para sempre, na História<br />
e na Lenda, como único autor dos mil gols 87 .<br />
È l’artista che dispensa i suoi capolavori e il cui ritiro dall’attività<br />
lascia nel pubblico un senso di abbandono; Nélson Ro-<br />
87<br />
[Ma notate: – un brasiliano ha realizzato una cosa più impressionante del grassottello<br />
dio c<strong>in</strong>ese. Mi riferisco a Pelé, il div<strong>in</strong>o creolo. Pur non avendo la pancia<br />
<strong>in</strong>affondabile di Mao, Pelé sta per fare mille gol. [...] Mi immag<strong>in</strong>o soltanto l’avvelenato<br />
disappunto, l’amara frustrazione di Mao Tsé-tung quando saprà che un<br />
tipo chiamato Pelé, di un certo paese chiamato Brasile, ha <strong>in</strong>filato tanti palloni nel<br />
sacco. Non vi illudete: – se il Capo c<strong>in</strong>ese avesse avuto l’idea, avrebbe già completato<br />
i mille gol, e molto prima di Pelé. Immag<strong>in</strong>iamo la scena: – il grande uomo<br />
che compete con Pelé. Mao, con la pancia più grossa di quella di Chacr<strong>in</strong>ha, con i<br />
pantalonc<strong>in</strong>i che gli sbattono sugli st<strong>in</strong>chi, che calcia <strong>in</strong> tutte le direzioni. Come è<br />
noto, <strong>in</strong> uno Stato totalitario tutto è possibile. E Mao Tsé-tung, <strong>in</strong> una sola partita,<br />
avrebbe fatto il migliaio, con un piede dietro la schiena. Tutta la stampa di là, la<br />
radio e la televisione avrebbero accettato lo sbiadito miracolo come tale. Grazie a<br />
Dio, nessun leccapiedi si è ricordato di suggerirgli la meravigliosa impresa. Pelé<br />
rimarrà, per sempre, nella Storia e nella Leggenda, come unico autore dei mille<br />
gol]. Nella crônica A barriga <strong>in</strong>submersível, pubblicata il 13 novembre 1969 ne “O<br />
Globo” e poi <strong>in</strong>clusa <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, À sombra das chuteiras imortais, op. cit.,<br />
pp. 155-157.<br />
57
drigues, quando “O Rei”, nel 1971, decise di non giocare più<br />
per la nazionale brasiliana, riconobbe – pur nell’irritazione del<br />
momento – la “ragione del genio”: come Rimbaud, che scrisse<br />
la sua opera poetica tra i qu<strong>in</strong>dici e i sedici anni e poi si diede<br />
a una vita sregolata, ma il cui genio era ragione sufficiente<br />
per giustificare ogni eccesso, anche Pelé può commettere l’assurdità<br />
di abbandonare la selezione più gloriosa del mondo,<br />
cont<strong>in</strong>uando peraltro a giocare nel Santos, perché è un genio,<br />
e contro il genio non c’è argomento che tenga, “È preciso darlhe<br />
razão, mesmo que não a tenha” 88 . Il giocatore di calcio si<br />
trasforma così <strong>in</strong> un personaggio irreale, che si estende molto<br />
oltre il proprio ambito, che si pone al di là delle umane circostanze,<br />
al di sopra delle differenze e delle divisioni, che è<br />
venuto per essere un fattore di unanimità, di coesione 89 .<br />
Secondo il suo biografo, José Castello, Pelé è il maggior mito<br />
brasiliano del XX secolo o, addirittura, uno dei miti fondanti<br />
del Brasile moderno 90 . Sicuramente, al di là della pura apologia,<br />
egli occupa una posizione rilevante nell’immag<strong>in</strong>ario nazionale<br />
e s<strong>in</strong>tetizza diverse possibili rappresentazioni dell’identità<br />
culturale e sociale brasiliana, proprio per essere il Re di un<br />
fenomeno, come il calcio, che ha una grandissima capacità di<br />
essere specchio e s<strong>in</strong>tesi della cultura brasiliana: Pelé è passato<br />
personalmente per moltissime dimensioni della vita sociale<br />
di quel Paese essendo stato, oltre al grande giocatore che conosciamo,<br />
attore, compositore e cantante, presentatore, commentatore<br />
sportivo, testimonial pubblicitario, imprenditore e<br />
88<br />
[Bisogna dargli ragione, anche se non ce l’ha], nella crônica O Deus das batalhas,<br />
pubblicata il 12 luglio 1971 ne “O Globo” e poi ripresa <strong>in</strong> Nélson Rodrigues, A<br />
pátria em chuteiras, op. cit., pp. 161-163.<br />
89<br />
Vedi José Castello, op. cit., p. 29.<br />
90<br />
Ivi, p. 229.<br />
58
pers<strong>in</strong>o m<strong>in</strong>istro della Repubblica, promotore di un progetto<br />
di legge che porta il suo nome 91 .<br />
Se la parabola <strong>in</strong>felice di Garr<strong>in</strong>cha e la sua f<strong>in</strong>e precoce non<br />
hanno fatto altro che alimentare il suo mito di “eroe del popolo”,<br />
l’immag<strong>in</strong>e pubblica di Pelé, quella successiva al periodo<br />
del suo ritiro dal calcio nel 1977, non trova oggi – soprattutto<br />
<strong>in</strong> patria – unanimità di consensi, per alcune scelte e posizioni<br />
pubbliche controverse: f<strong>in</strong>ché era giocatore e accumulava<br />
successi per sé, per il Santos e per il Brasile, la sua immag<strong>in</strong>e<br />
era esente da critiche; successivamente, si è trovato al centro<br />
di alcune polemiche legate alla sua posizione su temi sociali, a<br />
una certa prudenza o timidezza nell’assumere strumentalmente<br />
la sua immag<strong>in</strong>e di uomo nero di successo e, più <strong>in</strong> generale,<br />
a una posizione pubblica <strong>in</strong>dividualista e acritica, più <strong>in</strong>teressata<br />
al mantenimento della propria popolarità che a schierarsi<br />
a favore di questa o quella causa. Tuttavia, il mito del “Rei do<br />
futebol” cont<strong>in</strong>ua vivo. Pelé e Garr<strong>in</strong>cha nella loro profonda<br />
diversità si completano, sono le due facce di una stessa genialità,<br />
due personalità dist<strong>in</strong>te che con uguale forza affermano il<br />
carattere <strong>in</strong>dividualista del calcio verdeoro, espressione tra le<br />
più compiute e felici dell’uomo brasiliano. Ha scritto a questo<br />
proposito Nélson Rodrigues: “No dia em que desaparecerem os<br />
pelés, os garr<strong>in</strong>chas, as estrelas, enfim, será a morte do futebol<br />
brasileiro. E, além disso, no dia em que desaparecerem as dessemelhanças<br />
<strong>in</strong>dividuais – será a morte do próprio homem” 92 .<br />
91<br />
Vedi Luiz Henrique Toledo, art. cit., p. 149.<br />
92<br />
[Il giorno <strong>in</strong> cui scompariranno i pelé, i garr<strong>in</strong>cha, le stelle, <strong>in</strong>somma, sarà la<br />
morte del calcio brasiliano. E, <strong>in</strong>oltre, il giorno <strong>in</strong> cui spariranno le differenze<br />
<strong>in</strong>dividuali – sarà la morte dell’uomo stesso], dalla crônica <strong>in</strong>titolata<br />
Utopia fatal,<br />
pubblicata il 4 agosto 1966 ne “O Globo” e poi raccolta <strong>in</strong> A pátria em chuteiras,<br />
op. cit., pp. 129-130.<br />
59
Nella fantasia di Armando Nogueira, anche la palla ha voluto<br />
rendere omaggio ai due unici <strong>in</strong>terpreti che abbiano conosciuto<br />
f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo i suoi segreti:<br />
Olha, amigo, pela primeira vez na vida eu vou abrir o jogo pra<br />
falar uma coisa que está guardada no fundo do meu coração:<br />
só duas pessoas conheceram realmente todos os meus segredos<br />
– Pelé e Garr<strong>in</strong>cha. Tenho tido parceiros maravilhosos pelo<br />
mundo afora. Craques, campeões, heróis que fizeram a glória<br />
do futebol. Mas nunca vivi com n<strong>in</strong>guém os momentos de<br />
amor e ternura que vivi com esses dois rapazes. Éramos pele<br />
na pele, alma na alma. Quanta alegria nós já tramamos juntos,<br />
trocando confidências de criança na grama verde-luz dos nossos<br />
campos! Guardo uma saudade pungente desses dois poetas <strong>in</strong>comparáveis<br />
do futebol em cujos pés de seda pura eu me sentia,<br />
ao mesmo tempo, musa, criança, br<strong>in</strong>quedo e flor 93 .<br />
Analizzando i due campioni utilizzando la lente del lettore<br />
di miti, è Garr<strong>in</strong>cha ad apparire come un personaggio pieno,<br />
a tre dimensioni, a <strong>in</strong>carnare l’anti-eroe, l’eroe problematico<br />
93<br />
[Guarda, amico, per la prima volta nella mia vita mi apro per dire una cosa che è<br />
custodita nel fondo del mio cuore: solo due persone hanno conosciuto veramente<br />
tutti i miei segreti – Pelé e Garr<strong>in</strong>cha. Ho avuto compagni meravigliosi <strong>in</strong> tutto il<br />
mondo. Fuoriclasse, campioni, eroi che hanno fatto la gloria del calcio. Ma non ho<br />
mai vissuto con nessuno i momenti di amore e tenerezza che ho vissuto con quei due<br />
ragazzi. Eravamo la stessa pelle, la stessa anima. Quanta allegria abbiamo realizzato<br />
<strong>in</strong>sieme, scambiando confidenze da bamb<strong>in</strong>o sull’erba verde dei nostri campi! Conservo<br />
una pungente nostalgia di quei due poeti <strong>in</strong>imitabili del calcio nei cui piedi di<br />
seta pura io mi sentivo, allo stesso tempo, musa, bamb<strong>in</strong>a, giocattolo e fiore], <strong>in</strong> Armando<br />
Nogueira, op. cit., pp. 91-92. Anche per Nélson Rodrigues, la palla si arrendeva<br />
felice ai piedi dei due fuoriclasse: “No futebol, a própria bola parece reconhecer<br />
Pelé ou Garr<strong>in</strong>cha e só falta lamber-lhes os pés como uma cadel<strong>in</strong>ha amestrada” [Nel<br />
calcio, la stessa palla sembra riconoscere Pelé o Garr<strong>in</strong>cha e manca solo che gli lecchi i<br />
piedi come una cagnetta ammaestrata], <strong>in</strong> A pátria em chuteiras, op. cit., p. 130.<br />
60
moderno, il “trasgressore dell’ord<strong>in</strong>e”, la “deviazione dalla<br />
norma”: fragile, <strong>in</strong>sicuro, pieno di difetti, ma <strong>in</strong>sieme magico<br />
e divertente; un eroe alla rovescia, che getta dubbi sui valori<br />
assunti dalla società e proprio per questo da essa temporaneamente<br />
e strumentalmente <strong>demoni</strong>zzato, ma che è sicuramente<br />
più vic<strong>in</strong>o all’uomo della strada e più <strong>in</strong> s<strong>in</strong>tonia con una cultura<br />
che si vuole mettere <strong>in</strong> discussione. Pelé, viceversa, sembra<br />
più un eroe dell’antichità, assistito dagli dei, se non addirittura<br />
un personaggio da fumetto, un supereroe a due dimensioni,<br />
un modello di segno univoco, un Superman senza l’impaccio<br />
della criptonite, se è vero che neppure l’<strong>in</strong>fortunio patito <strong>in</strong><br />
Cile, nella seconda partita del torneo, ne ha scalfitto l’etichetta<br />
di “tricampeão do mundo” 94 . Angelo e demone, Garr<strong>in</strong>cha;<br />
solo angelo, <strong>in</strong>variabilmente angelo, Pelé.<br />
94<br />
Un suggestivo quadro della diversità caratteriale dei due personaggi si trova nel<br />
già citato Ode per Mané, di Darw<strong>in</strong> Pastor<strong>in</strong>, pp. 17-21.<br />
61