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FUOR ASSE

FuoriAsse192017

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tra nel «materialismo portato all’estremo» la degenerazione di tutti quei valori che<br />

sono invece in grado di rafforzare e dare un senso all’umana presenza nel mondo:<br />

«la nostra vita è diventata un affare, un tempo era una presenza» 7 .<br />

Mignoli, che traeva nutrimento dalle varie letture di poesia, storia, musica o teatro,<br />

oltre che dalla vita stessa, come Simone Weil avvertiva la necessità di «vivere secondo<br />

l’urgere della propria verità» 8 . La riflessione di Mignoli valorizzava infatti le varie<br />

sfaccettature dell’essere umano, attribuendo una «precisa responsabilità civile e<br />

morale» alla società intera. L’altra questione, per l’appunto, riporta al senso di ricerca<br />

della verità di Simone Weil.<br />

Anche per Simone Weil la ricerca della verità è la forza che muove la riflessione e<br />

poi l’azione dell’intellettuale. Ed era attraverso l’attenzione e la scelta della parola<br />

che la Weil si contrapponeva alla forza intesa come violenza: «Mettiamo la maiuscola<br />

a parole prive di significato e, alla prima occasione, gli uomini spargeranno fiumi<br />

di sangue, accumuleranno rovine su rovine ripetendo quelle parole, senza mai ottenere<br />

davvero qualcosa di corrispondente; niente di reale può davvero corrispondere<br />

a queste parole, poiché non significano niente». Argomentazioni in grado di screditare<br />

concetti e parole vuote, che fanno pensare anche al senso della parola per Gobetti,<br />

il quale in una nota apparsa in «Rivoluzione Liberale», il 28 maggio 1922, scriveva:<br />

«Le parole sono una mitica forza. Ma perché lo splendore dei suoni sia potenza,<br />

non deve rimanere gonfia affermazione di astratto simbolo». Le parole spingono<br />

verso la necessità di fare chiarezza. In questo modo il soggetto potrà resistere, come<br />

dirà più tardi Bobbio, alla tentazione di fare una scelta per forza, rifiutando quindi<br />

l’aut aut, la posizione radicale, l’obbligo.<br />

Simone Weil nel suo saggio, L’Iliade o il poema della forza, chiarisce anche bene il<br />

concetto di forza e di miseria dell’uomo, la miseria intesa come l’incapacità di sentire<br />

quanto può essere imponente la forza, che trascina l’essere umano verso i propri<br />

bisogni vitali: «Tale è il potere della forza: tanto grande quanto quello della natura» 9 .<br />

Caterina Arcangelo<br />

7 Ariberto Mignoli, La società per azioni. Problemi - Letture - Testimonianze, Milano, Giuffrè, 2002, tomo I, p. 5<br />

(derivo la citazione ancora da Daniela Marcheschi, Ariberto Mignoli, cit., p. 85).<br />

8 Cfr. Daniela Marcheschi, Ariberto Mignoli, cit., p. 84.<br />

9 Simone Weil, Il libro del potere, cit., p. 12.<br />

<strong>FUOR</strong> <strong>ASSE</strong> 5

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