giornalino giugno 2017
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ESPERIENZE DI VITA OSPITA:<br />
I MIGRANTI<br />
Migranti, una questione aperta che sta dividendo parecchio<br />
alcune forze politiche e la stessa comunità sangiorgese.<br />
Pomo della discordia il progetto di adesione allo Sprar<br />
(sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati)<br />
dell’attuale Amministrazione Comunale.<br />
Un progetto assolutamente rispettabile, che già altri Comuni<br />
hanno adottato. Purtroppo l’ente civico ha commesso<br />
un errore di fondo: non confrontarsi da subito con la<br />
comunità (adesso è tardi).<br />
L’adesione allo Sprar è stata approvata solo in giunta senza<br />
discuterne in consiglio comunale. Da qui è nata la protesta<br />
di alcuni cittadini e consiglieri di opposizione che hanno<br />
organizzato, attraverso 30 comitati, una petizione<br />
(superate 1600 firme) per far annullare in auto tutela la<br />
delibera pro Sprar migranti e consentire ai sangiorgesi di<br />
esprimere la loro volontà attraverso un referendum.<br />
L’altro aspetto molto discutibile è quello concernente la<br />
mancanza di strutture idonee e sicure. E qui nascono i<br />
dubbi e le perplessità che hanno fatto scattare la diaspora<br />
sui migranti tra i cosiddetti pro e contro.<br />
Un argomento così importante, cioè l’adesione al progetto<br />
Il consiglio comunale, con il confronto tra tutte le forze<br />
politiche, alla presenza dei cittadini, avrebbe avuto un altro<br />
effetto, un’altra ricaduta. Così come l’aver organizzato<br />
assemblee pubbliche, tavole rotonde, prima e non dopo,<br />
come sta avvenendo in questi giorni.<br />
E sì perché San Giorgio non è nuovo a questo tipo di problema.<br />
Già nel 2011 scoppiò addirittura una rivolta delle famiglie<br />
di un condominio sito in via Moscatelli dove il Comune,<br />
attraverso un proprietario, voleva far alloggiare un numero<br />
considerevole di giovani migranti. Tutti uomini. Ebbene,<br />
le famiglie inviperite impedirono, attraverso un continuo<br />
presidio effettuato davanti all’ingresso del palazzo, lo scarico<br />
delle suppellettili che servivano agli ospiti migranti.<br />
Indesiderati non per razzismo, ma perché in quel condominio,<br />
in pieno paese, non c’erano le condizioni minime di<br />
sicurezza. Che non ha nulla a che vedere con altre cose,<br />
ovvero gli episodi delinquenziali o di natura comportamentale,<br />
sessuale, personale che in ogni paese, grande o<br />
picciolo che sia, si verificano al mondo d’oggi. E che qualcuno<br />
ha tirato in ballo con una<br />
spavalderia da primo della classe, offendendo tutti i sangiorgesi.<br />
Le famiglie esigono innanzitutto sicurezza e tranquillità<br />
nelle proprie case. E allora, come adesso, il Comune non<br />
intraprese assolutamente un rapporto di confronto e dialogo<br />
con i sangiorgesi, informandoli di tutto, e sottoponendosi<br />
anche ai consigli e alle critiche. Ed anche stavolta è<br />
successa la stessa cosa. A prescindere dalla bontà dei progetti<br />
Sprar, che nessuno vuole mettere in discussione giacché<br />
sono stati applicati con efficacia in molti paesi della<br />
Puglia e d’Italia, aiutare e soccorrere chi soffre, chi è stato<br />
veramente perseguitato nel suo Paese, dilaniato dalle<br />
guerre e dalle lotte intestine, resta sicuramente un atto di<br />
grande carità.<br />
Che sia un dovere, sul piano umano e coscienzioso, salvare<br />
il migrante dall’annegamento, siamo concordi, ma quando<br />
dietro a queste operazioni si nascondono altri fini e finalità,<br />
purtroppo solo economiche (di notevole entità e<br />
sfruttamento), solo allo scopo di fare business nei confronti<br />
di questi poveretti, o addirittura vicini alla mafia (in altre<br />
regioni), allora bisogna fermarsi. L’integrazione dei migranti<br />
non spetta solo agli altri. L’esempio, l’aiuto senza<br />
finalità di lucro, quindi gratuitamente, dovremmo darlo<br />
tutti noi in prima persona. Da cristiani. E non possono<br />
sottrarsi amministratori, politici e famiglie ricche dall’aiutare<br />
i nostri simili.<br />
Il migrante può essere un’opportunità di crescita e integrazione,<br />
ma a San Giorgio probabilmente si è registrata una<br />
falsa partenza. Un vulnus. Che al momento non è facile da<br />
colmare ed eliminare.<br />
Le distanze tra l’Amministrazione e i comitati pro referendum<br />
appaiono sempre più elevate.<br />
Di Angelo OCCHINEGRO<br />
Corrispondente “ La Gazzetta del Mezzogiorno”