12.12.2012 Views

Modelli e distanze 2 - Laboratorio di Geografia

Modelli e distanze 2 - Laboratorio di Geografia

Modelli e distanze 2 - Laboratorio di Geografia

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Gerardo Massimi<br />

Ambiti e sistemi territoriali<br />

Un approccio esplorativo alle tematiche geospaziali<br />

<strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2<br />

Versione preliminare al <strong>di</strong>cembre 2001<br />

Spezzone <strong>di</strong> una carta dei posti letto per abitante<br />

negli esercizi turistici italiani al 1991.<br />

WP Web 2001 - Serie RE 9<br />

<strong>Laboratorio</strong> <strong>di</strong> <strong>Geografia</strong> - Dipartimento <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> Filosofici, Storici e Sociali<br />

Facoltà <strong>di</strong> Lingue e Letterature Straniere<br />

Ud’A <strong>di</strong> Chieti – sede <strong>di</strong> Pescara


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

2<br />

MODELLI E DISTANZE 2 5<br />

Richiamo <strong>di</strong> temi cartografici 5<br />

Nota sulla cartografia dei trasporti 5<br />

Le isolinee 6<br />

Le linee iso<strong>di</strong>agrammatiche 7<br />

Rette e curve <strong>di</strong> sostituzione 9<br />

La localizzazione delle attività industriali 15<br />

La curva spazio costo 15<br />

Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Alfred Weber 16<br />

L’ isodapana critica e l’agglomerazione 21<br />

Materie prime lorde e nette 22<br />

Il modello del margine spaziale <strong>di</strong> Rowstron e Smith. 25<br />

Politiche d’intervento a favore delle aree svantaggiate. 27<br />

Distanze e volume della produzione secondo Moses 30<br />

Complementi sulle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e sulle tariffe <strong>di</strong> trasporto 32<br />

Le matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 32<br />

Distanze e mosaici amministrativi 43<br />

Cenni sui grafi in geografia 47<br />

La legge <strong>di</strong> rifrazione nei trasporti 49<br />

Convergenze spazio/tempo e spazio/costo 55<br />

Tariffe virtuali 59<br />

L’analisi sostitutiva <strong>di</strong> Isard 62<br />

Il surplus sociale <strong>di</strong> Isard 67<br />

Figura 1 Esempio <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una carta a pseudoisolinee. 8<br />

Figura 2 Posizioni del mercato, della fonte della materia prima e <strong>di</strong> un luogo<br />

interme<strong>di</strong>o in una carta convenzionale, ma ultrasemplificata. 10<br />

Figura 3 Trasposizione del mercato e della fonte della materia prima da un<br />

sistema <strong>di</strong> riferimento ad un altro e famiglia <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> sostituzione. 11<br />

Figura 4 Famiglie <strong>di</strong> curve <strong>di</strong> sostituzione. 12


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

3<br />

Figura 5 Esempi <strong>di</strong> ovali <strong>di</strong> Cartesio e <strong>di</strong> corrispondenti linee <strong>di</strong> isocosto 13<br />

Figura 6 Passaggio da un sistema <strong>di</strong> riferimento ad un altro: trasformazione <strong>di</strong> una<br />

linea circolare. 14<br />

Figura 7 Esemplificazione grafica del modello del margine spaziale. 15<br />

Figura 8 Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Weber. Caso <strong>di</strong> quantità da trasportare<br />

uguali. 16<br />

Figura 9 Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Weber. Caso <strong>di</strong> quantità da trasportare<br />

<strong>di</strong>suguali. 17<br />

Figura 10 Maglia quadrata per un caso esemplificativo dell’approccio weberiano.<br />

20<br />

Figura 11 Isodapane critiche ed agglomerazione. 21<br />

Figura 12 Curve <strong>di</strong> isocosto, in presenza <strong>di</strong> una materia prima netta e <strong>di</strong> una<br />

materia prima lorda. 24<br />

Figura 13 Il modello del margine spaziale. 26<br />

Figura 14 Effetti <strong>di</strong> politiche d’intervento sui costi per le imprese della sfera<br />

pubblica. 29<br />

Figura 15 Il modello <strong>di</strong> Moses. 30<br />

Figura 16 I capoluoghi <strong>di</strong> provincia della regione Sicilia. 32<br />

Figura 17Distanze me<strong>di</strong>e secondo linee rette in % del massimo. 36<br />

Figura 18 Distanze me<strong>di</strong>e stradali in % del massimo. 36<br />

Figura 19Distanze me<strong>di</strong>e proporzionali alle ra<strong>di</strong>ci quadrate delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

in % del massimo. 37<br />

Figura 20 Distanze me<strong>di</strong>e stradali ponderate con la popolazione residente in % del<br />

massimo. 37<br />

Figura 21 Flussi in ingresso dei potenziali demografici, computati con <strong><strong>di</strong>stanze</strong><br />

stradali, in % del massimo. 38<br />

Figura 22 Elementi spaziali costitutivi <strong>di</strong> una tessera elementare in un mosaico<br />

amministrativo 43<br />

Figura 23 Il mosaico amministrativo delle province siciliane. 44<br />

Figura 24 Relazioni <strong>di</strong> contiguità tra le province siciliane. 47<br />

Figura 25 Grafo duale delle province siciliane. 47<br />

Figura 26 Esempi <strong>di</strong> grafi. 48<br />

Figura 27 Esempio <strong>di</strong> grafo planare. 49<br />

Figura 28 Il percorso più breve su una superficie topografica <strong>di</strong>somogenea. 49<br />

Figura 29 Apprezzamento in termini <strong>di</strong> barriere orografiche della sinuosità <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>stanza stradale. 50<br />

Figura 30 Viabilità e giustizia spaziale. 50<br />

Figura 31 La legge <strong>di</strong> rifrazione negli spazi tariffari. 51


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

4<br />

Figura 32 Conseguenze nella concorrenza spaziale della contrazione <strong>di</strong> tariffe <strong>di</strong><br />

trasporto. 55<br />

Figura 33 Passaggio da costi complessivi variabili con la <strong>di</strong>stanza a costi<br />

complessivi costanti. 57<br />

Figura 34 Tariffe virtuali 1. 59<br />

Figura 35 Tariffe virtuali 2. 60<br />

Figura 36 Esempio <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> isocosto. 63<br />

Figura 37 Curve <strong>di</strong> isocosto dello stesso livello complessivo e <strong>di</strong>versa inclinazione<br />

64<br />

Figura 38 Confronto tra localizzazioni ad una <strong>di</strong>stanza prefissata e costante dal<br />

mercato. 65<br />

Figura 39Le localizzazioni D E, F e G della figura precedente nel piano cartesiano<br />

delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> dalle fonti delle materie prime. 66<br />

Figura 40 La soluzione ottimale della localizzazione tramite il raffronto delle<br />

curve <strong>di</strong> isocosto. 66<br />

Prospetto 1Elementi per il confronto <strong>di</strong> una materia prima netta con una materia<br />

prima lorda in relazione al costo minimo <strong>di</strong> trasporto complessivo. 23<br />

Prospetto 2 Sicilia: matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e dell'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficienza. 38<br />

Prospetto 3 Centralità dei capoluoghi provinciali della regione Sicilia. 40<br />

Prospetto 4 L’accessibilità. 40<br />

Prospetto 5 Matrice <strong>di</strong> contiguità tra le province siciliane 46<br />

Prospetto 6 Elementi per l’esemplificazione della legge <strong>di</strong> rifrazione nei trasporti.<br />

52


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

MODELLI E DISTANZE 2<br />

Richiamo <strong>di</strong> temi cartografici<br />

Nota sulla cartografia dei trasporti<br />

5<br />

La cartografia dei trasporti (secondo gli estensori del Glossario Geografico<br />

Internazionale, ed. italiana a cura <strong>di</strong> Ruocco D., Napoli, 1988, pp. 848-849) si<br />

propone <strong>di</strong> rappresentare i risultati delle ricerche <strong>di</strong> geografia dei trasporti o i dati<br />

statistici relativi ai trasporti. Sulla base <strong>di</strong> tale puntualizzazione le rappresentazioni si<br />

<strong>di</strong>stinguono in due gran<strong>di</strong> famiglie.<br />

Nella prima ricadono le carte degli impianti delle singole forme <strong>di</strong> trasporto<br />

per acqua, su terra e per aria rappresentati me<strong>di</strong>ante appositi simboli lineari e <strong>di</strong><br />

posizione. Si devono <strong>di</strong>stinguere:<br />

a) rappresentazioni della rete delle vie <strong>di</strong> comunicazione;<br />

b) rappresentazioni della <strong>di</strong>stribuzione dei luoghi e dei tipi <strong>di</strong> stazioni;<br />

c) rappresentazioni delle vie <strong>di</strong> comunicazione con i mezzi <strong>di</strong> trasporto;<br />

d) rappresentazioni delle correnti <strong>di</strong> merci e passeggeri;<br />

e) rappresentazioni del movimento merci e/o persone nelle stazioni.<br />

I primi due gruppi <strong>di</strong> rappresentazioni costituiscono il campo delle carte<br />

primarie dei trasporti e i gruppi successivi il campo delle carte secondarie.<br />

Per le carte secondarie dei trasporti, oltre alle rappresentazioni per linee (per<br />

es. correnti e intensità del traffico, linee <strong>di</strong> traffico) e alle rappresentazioni per punti<br />

(per es. capolinea, volume <strong>di</strong> merci <strong>di</strong> dati luoghi, impianti <strong>di</strong> trasporto e loro<br />

funzioni) vi sono rappresentazioni per superfici (per es. forme <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> una<br />

regione, accessibilità ai trasporti, densità <strong>di</strong> rete, densità delle stazioni, densità dei<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto per superficie o abitanti, valori <strong>di</strong> densità riferiti alla lunghezza<br />

delle tratte per aree parziali <strong>di</strong> un bacino <strong>di</strong> traffico e infine raffigurazione delle aree<br />

<strong>di</strong> attrazione <strong>di</strong> stazioni e centri <strong>di</strong> traffico).<br />

La cartografia tematica dei trasporti preferisce la rappresentazione con<br />

isolinee (invero da considerarsi piuttosto come linee iso<strong>di</strong>agrammatiche e non<br />

isolinee a pieno titolo). Le più frequenti sono le seguenti:<br />

a) isocrone: linee che uniscono in base al percorso più breve e ad un dato mezzo <strong>di</strong><br />

trasporto (o il più veloce), luoghi con eguale durata <strong>di</strong> viaggio (eguale <strong>di</strong>stanza<br />

temporale o <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o <strong>di</strong> tempo (zone <strong>di</strong> trasporto, e anche isoemere);<br />

b) isoemere: linee <strong>di</strong> eguale durata del trasporto nel traffico commerciale (1888);<br />

c) isocore: linee <strong>di</strong> eguale <strong>di</strong>stanza, per es.: rispetto a stazioni ferroviarie, caselli<br />

autostradali ecc. (1889);<br />

d) isocronanomale: linee <strong>di</strong> scostamento positivo o negativo da una durata me<strong>di</strong>a <strong>di</strong><br />

viaggio (cfr. isocrone) (1903);


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

6<br />

e) isosinechene: linee con eguale frequenza o densità <strong>di</strong> traffico (1913);<br />

f) isoprete: linee <strong>di</strong> eguale <strong>di</strong>stanza economica nel traffico commerciale (1933);<br />

g) iso<strong>di</strong>name: linee <strong>di</strong> eguale tensione <strong>di</strong> traffico (1942);<br />

h) isodapane: linee <strong>di</strong> eguali costi <strong>di</strong> trasporto, secondo Lösch linee <strong>di</strong> eguale<br />

tariffa per unità <strong>di</strong> prodotto (19041942);<br />

i) isonaule: linee <strong>di</strong> eguale nolo per via d'acqua (1904);<br />

j) isofore: linee <strong>di</strong> eguale tariffa <strong>di</strong> trasporto per terra (1904);<br />

k) isoallocrone: linee <strong>di</strong> eguale vantaggio <strong>di</strong> tempo o costi rispetto ad altre vie o<br />

mezzi <strong>di</strong> trasporto;<br />

l) isotachie: linee <strong>di</strong> eguale velocità <strong>di</strong> un determinato mezzo <strong>di</strong> trasporto.<br />

Secondo le varie esigenze pratiche si possono formare molti tipi <strong>di</strong> isolinee con<br />

eguale valore, le cui denominazioni non sempre sono derivate dal greco. Le isocarte<br />

oggi hanno un ruolo molto importante soprattutto nella programmazione regionale<br />

(per la determinazione dell'accessibilità ai trasporti, della <strong>di</strong>stanza dai trasporti, degli<br />

ostacoli ai trasporti, ecc.).<br />

Secondo Paelinck e Nijkamp (1975), le isolinee più importanti sarebbero quelle<br />

elencate nel seguito con le definizioni proposte dagli autori citati:<br />

a) iso<strong>di</strong>stanti: insieme dei punti con ugual <strong>di</strong>stanza fisica da due punti;<br />

b) isocrone: insieme dei punti con ugual tempo <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong> un determinato bene<br />

da due punti;<br />

c) isotime: insieme dei punti con ugual costi cif (cif è sigla per: costo della merce,<br />

assicurazione e nolo) per un determinato bene rispetto ad un determinato punto<br />

centrale;<br />

d) isovettori: insieme dei punti con ugual costo <strong>di</strong> trasporto per un determinato<br />

bene rispetto ad un determinato punto centrale;<br />

e) isostanti: insieme dei punti nei quali i prezzi cif <strong>di</strong> beni omogenei <strong>di</strong> due o più<br />

ven<strong>di</strong>tori sono uguali, dove la <strong>di</strong>fferenze nei prezzi fob <strong>di</strong> tali beni è uguale al costo<br />

<strong>di</strong> trasporto;<br />

f) isodapane: insieme dei punti con ugual costo <strong>di</strong> trasporto totale <strong>di</strong> più beni, o<br />

variazione <strong>di</strong> tale costo.<br />

Le isolinee<br />

Le isolinee costituiscono una numerosa famiglia (si propone a parte una elencazione<br />

<strong>di</strong>mostrativa nel prospetto xxx), articolabile in due insiemi ben <strong>di</strong>stinti: le vere<br />

isolinee e le pseudoisolinee.<br />

Le prime sottintendono il rilevamento, o la rilevabilità, nel mondo reale <strong>di</strong> un<br />

campo scalare da visualizzare con un <strong>di</strong>segno adeguato. Poiché per scalare si intende una<br />

quantità qualificata soltanto dalla sua grandezza o modulo (esempi: 127 m, 5 gra<strong>di</strong>


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

7<br />

centigra<strong>di</strong> <strong>di</strong> temperatura), il campo scalare si esprime, in termini matematici, con una<br />

funzione del tipo<br />

z = f(x, y)<br />

dove z in<strong>di</strong>ca il modulo e x e y sono le coor<strong>di</strong>nate spaziali, e l'assunzione <strong>di</strong> due ipotesi:<br />

l'esistenza <strong>di</strong> un valore definito <strong>di</strong> z per qualsiasi coppia <strong>di</strong> valori x e y e l'unicità del<br />

valore <strong>di</strong> z, sempre per qualsiasi coppia <strong>di</strong> valori x e y. Si suppone, inoltre, che la<br />

variabilità del modulo sia graduale e non <strong>di</strong>scontinua.<br />

In tali con<strong>di</strong>zioni è possibile passare correttamente da una rappresentazione per<br />

punti quotati ad una per isolinee, in quanto in via <strong>di</strong> principio i punti quotati possono<br />

essere ravvicinati a piacere.<br />

In realtà, la gradualità dei valori in un particolare ambito non sempre sussiste;<br />

inoltre, i punti <strong>di</strong> rilevamento nel mondo reale sono quasi sempre poco numerosi e il<br />

tracciamento delle isolinee si effettua tramite l'interpolazione dei valori dei punti quotati.<br />

E poiché esistono <strong>di</strong>verse procedure <strong>di</strong> interpolazione, ciascuna con pregi e <strong>di</strong>fetti, anche<br />

le carte a isolinee <strong>di</strong> fenomeni fisici (come l'altitu<strong>di</strong>ne, la temperatura e la salinità) sono<br />

permeate da aspetti soggettivi non trascurabili. Tuttavia, le imprecisioni nelle carte a<br />

isolinee redatte con criteri professionali sono ben poca cosa e ininfluenti nell'utilizzo<br />

pratico per le quali sono state previste.<br />

Le linee iso<strong>di</strong>agrammatiche<br />

Si richiamano, ora, le pseudoisolinee: sono da considerare tali le linee<br />

<strong>di</strong>agrammatiche (nel senso tecnico dell’insiemistica) quotate che delimitano luoghi<br />

puntiformi e <strong>di</strong>scontinui, caratterizzati da un attributo quantitativo superiore o inferiore ad<br />

un valore prefissato. Con linee del genere, anche se tracciate con procedure interpolative,<br />

non possono essere impiegate le tecniche cartometriche tanto utili nella lettura delle carte<br />

a isolinee, perché il prodotto a pseudoisolinee non sottintende una vera e propria<br />

superficie topografica.<br />

Quale esempio illustrativo (v. figura) si propone la carta <strong>di</strong> uguale <strong>di</strong>stanza<br />

stradale (secondo il TCI, 1992) <strong>di</strong> Firenze dagli altri capoluoghi italiani <strong>di</strong> provincia<br />

(assetto 1991): l'andamento delle isolinee è puramente <strong>di</strong>mostrativo: hanno reale<br />

significato geografico soltanto per i punti <strong>di</strong> rilevamento delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> (i capoluoghi <strong>di</strong><br />

provincia).<br />

Le procedure dell'analisi spaziale consentono <strong>di</strong> ovviare in maniera sod<strong>di</strong>sfacente<br />

alle limitazioni delle carte a pseudoisolinee tra<strong>di</strong>zionali, in quanto permettono <strong>di</strong><br />

trasformare le <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> elementi puntiformi del mondo reale in altre, <strong>di</strong> tipo lineare<br />

e areale, o in rappresentazioni <strong>di</strong> superfici topografiche astratte, ma formalmente corrette.<br />

Le trasformazioni, in genere molto laboriose (ma la <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un computer e<br />

<strong>di</strong> adeguati programmi d'elaborazione risolve gran parte delle <strong>di</strong>fficoltà), comportano


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

8<br />

l'assunzione <strong>di</strong> ipotesi sulla natura del fenomeno da cartografare e <strong>di</strong> limitazioni da tener<br />

ben presenti nella fase interpretativa dei risultati. Esempi al riguardo delle procedure in<br />

<strong>di</strong>scussione sono le perimetrazioni poligonali <strong>di</strong> Thiessen e le superfici costruite tramite<br />

un raggio esploratore.<br />

Figura 1 Esempio <strong>di</strong> costruzione <strong>di</strong> una carta a pseudoisolinee.<br />

La carta <strong>di</strong> base propone su un fondo amministrativo a scansione regionale l’insieme parziale dei luoghi<br />

puntiformi capoluoghi italiani <strong>di</strong> provincia (assetto 1991), quotati in km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza stradale da Firenze;. Su<br />

tale base sono state tracciate le pseudoisolinee (quotate con carattere corsivo) con equi<strong>di</strong>stanza 100 km. Da<br />

rilevare come in realtà esse siano linee <strong>di</strong>agrammatiche che <strong>di</strong>scriminano i capoluoghi nei sottoinsiemi: fino a<br />

100 km <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza stradale da Firenze, 100-200 km, 200-300 km. 300-400 km, oltre 400 km.<br />

La puntualizzazione intende favorire la concettualizzazione delle isolinee, senza<br />

per questo sminuire l’importanza pratica <strong>di</strong> carte siffatte nella visualizzazione <strong>di</strong><br />

implicazioni territoriali, molto rilevanti, non facilmente, o non altrimenti desumibili dagli<br />

elementi informativi in veste tabellare. Nel caso concreto, prospettato in figura, le linee<br />

<strong>di</strong>agrammatiche pongono in rilievo l’esistenza <strong>di</strong> notevoli barriere d’ostacolo alla<br />

viabilità, a est e sudest <strong>di</strong> Firenze, che si riflettono nel ravvicinamento delle linee quotate.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Rette e curve <strong>di</strong> sostituzione<br />

9<br />

Il problema sul quale si propongono alcune considerazioni in chiave cartografica<br />

è quello della localizzazione industriale ottimale, in modo da minimizzare il costo <strong>di</strong><br />

trasporto delle materie prime e dei manufatti, secondo gli approcci <strong>di</strong> Weber e Isard, ma<br />

senza entrare nel merito dei rispettivi modelli.<br />

In concreto si ipotizza un mercato Me e una fonte <strong>di</strong> materia prima Ma, delle<br />

quali sono note le coor<strong>di</strong>nate chilometriche, e un punto P generico sul segmento avente<br />

per estremi Me e Ma. In una carta geografica ridotta all’essenziale i tre luoghi puntiformi<br />

si presentano come nella figura che segue nel testo, costruita a partire dai dati riportati in<br />

calce alla stessa.<br />

In generale, se si vuole esprimere la posizione del punto P (come interme<strong>di</strong>a tra<br />

gli estremi del segmento Me Ma e sul segmento), in termini formali si scrive:<br />

<strong>di</strong>stanza PMe + <strong>di</strong>stanza Pma = costante (20 km nell’esempio)<br />

e ponendo<br />

<strong>di</strong>stanza PMe = x’ e <strong>di</strong>stanza PMa = y’<br />

si scrive<br />

x’ + y’ = k<br />

e <strong>di</strong>scende la possibilità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare il generico luogo P con la coppia <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate x’<br />

(<strong>di</strong>stanza dal mercato) e y’ (<strong>di</strong>stanza dalla fonte della materia prima) al posto delle<br />

coor<strong>di</strong>nate geografiche impiegate nelle consuete rappresentazioni cartografiche.<br />

In breve, rappresentando l’insieme dei luoghi P con le nuove coor<strong>di</strong>nate si opera<br />

una traduzione cartografica, sulla quale si insiste per la sua importanza: nel nuovo sistema<br />

<strong>di</strong> riferimento il segmento MeMa si presenta ancora sotto forma <strong>di</strong> segmento, ma non più<br />

parallelo ad un asse e perpen<strong>di</strong>colare ad un altro, bensì inclinato <strong>di</strong> - 45° (essendo pari a -<br />

1 il coefficiente angolare; si veda l’equazione relativa).<br />

La retta cui appartiene il nuovo segmento prende il nome <strong>di</strong> retta <strong>di</strong> sostituzione,<br />

o più in generale <strong>di</strong> curva <strong>di</strong> sostituzione, <strong>di</strong> uso frequente negli stu<strong>di</strong> economici e<br />

geografici per la visualizzazione <strong>di</strong> tutte le combinazioni possibili, date certe regole<br />

operative, tra coppie <strong>di</strong> fattori produttivi, quali elementi <strong>di</strong> costo o <strong><strong>di</strong>stanze</strong>.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

10<br />

5<br />

10<br />

0<br />

0 5 10 15 20 25 30<br />

mercato fonte materia prima P<br />

Figura 2 Posizioni del mercato, della fonte della materia prima e <strong>di</strong> un luogo interme<strong>di</strong>o in una carta<br />

convenzionale, ma ultrasemplificata.<br />

coor<strong>di</strong>nate mercato mercato fonte materia prima P<br />

x 5 5 25 12<br />

y 5 5 5<br />

Distanza complessiva Me da Ma = 20 km<br />

Distanza <strong>di</strong> P da Me = 7 km; <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> P da Ma = 13 km.<br />

Fistanza da MA<br />

25<br />

M e<br />

20 P1<br />

P2<br />

P3<br />

15<br />

P4<br />

P5<br />

10<br />

5<br />

0<br />

P6<br />

P7<br />

P8<br />

P9<br />

M a<br />

0 5 10 15 20 25<br />

Distanza da Me<br />

x +y = 20<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

0 20 40 60 80<br />

x +y = 20 x+y = 50<br />

x+y =70


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

11<br />

Figura 3 Trasposizione del mercato e della fonte della materia prima da un sistema <strong>di</strong> riferimento ad<br />

un altro e famiglia <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> sostituzione.<br />

Elementi per la costruzione della carta con il sistema <strong>di</strong> riferimento x’ e y’<br />

Luogo coor<strong>di</strong>nata Coor<strong>di</strong>nata <strong>di</strong>stanza totale in km da<br />

x’ Y’ Me e Ma<br />

Me 0 20 20<br />

P1 2 18 20<br />

P2 4 16 20<br />

P3 6 14 20<br />

P4 8 12 20<br />

P5 10 10 20<br />

P6 12 8 20<br />

P7 14 6 20<br />

P8 16 4 20<br />

P9 18 2 20<br />

Ma 20 0 20<br />

Circa l’espressione curva sostitutiva, essa appare pienamente giustificata<br />

riflettendo sull’esempio numerico: il punto P3 ha coor<strong>di</strong>nate 4 e 16; se si sostituisce la<br />

prima coor<strong>di</strong>nata con il valore 18, per via grafica o analitica si desume che la seconda<br />

coor<strong>di</strong>nata deve essere sostituita dal valore 2. Casi particolari nel nuovo sistema <strong>di</strong><br />

riferimento sono il luogo del mercato e quello della materia prima che hanno per<br />

coor<strong>di</strong>nate:<br />

coor<strong>di</strong>nata Me Ma<br />

x' 0 20<br />

y' 20 0<br />

Da precisare che il merito dell’introduzione della curva <strong>di</strong> sostituzione è attribuito<br />

al Predöhl (1925; il quale, invero, si riferiva alla sostituibilità dei fattori della<br />

produzione) e non al Weber; quanto al suo uso sistematico, esso è stato propugnato<br />

dall’Isard (1956), al cui nome appare in<strong>di</strong>ssolubilmente associata nella cosiddetta analisi<br />

sostitutiva.<br />

Distanza da Ma<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0 10 20 30 40 50 60<br />

Distanza da Me<br />

x+3y = 40 x+3y = 60<br />

Distanza da B<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0 10 20 30 40<br />

Distanza da A<br />

k =1000 k = 2000<br />

k = 3000


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Figura 4 Famiglie <strong>di</strong> curve <strong>di</strong> sostituzione.<br />

12<br />

A sinistra, curve <strong>di</strong> sostituzione ipotizzando una materia prima che perda peso nel corso della sua<br />

trasformazione in prodotto finito nel rapporto 3 a 1; in tal caso la relazione <strong>di</strong> base <strong>di</strong>venta: x +3y = k<br />

A destra, in presenza <strong>di</strong> costi <strong>di</strong> trasporto decrescenti:<br />

Le curve sono state tracciate in<strong>di</strong>cando con x e y le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> dai punti A e B, nei quali ha origine il<br />

traffico, e un costo complessivo costante k: x(-ax+h) + y(-ay+h) = k<br />

Tornando al tema del passaggio da un sistema <strong>di</strong> riferimento ad un altro, è<br />

agevole riscontrare tutta una serie <strong>di</strong> interessanti caratteristiche. A tal fine si ipotizzi<br />

una <strong>di</strong>stanza tra Me e Ma <strong>di</strong> 10 km e si traccino, a partire da uno dei luoghi (es. Ma),<br />

circonferenze concentriche equispaziate. Si replichi il proce<strong>di</strong>mento a partire<br />

dall’altro luogo (Me) e si quotino in termini <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza dai rispettivi centri i due<br />

gruppi <strong>di</strong> circonferenze. Il passo successivo consiste nel quotare le intersezioni tra due<br />

circonferenze con la somma delle singole <strong><strong>di</strong>stanze</strong> che esse esprimono.<br />

Se immaginiamo <strong>di</strong> isolare tutte le intersezioni per le quali la somma delle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> da Me e Ma risulta pari a 15 km:<br />

A x’ = 14 y’ = 1 x’ + y’ = 15<br />

B x’ = 13 y’ = 2 x’ + y’ = 15<br />

C x’ = 12 y’ = 3 x’ + y’ = 15<br />

.. …… …… …………<br />

è facile verificare che tali punti nella carta <strong>di</strong> partenza si trovano allineati su una curva<br />

regolare, precisamente un’ellisse, mentre in quella <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate x’ e y’ si allineano su un<br />

segmento appartenente alla retta<br />

y’ = 15 – x’<br />

In realtà la trasformazione è implicita nella definizione dell’ellisse quale luogo<br />

geometrico dei punti del piano che hanno costante la somma delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> da due punti<br />

fissi, chiamati fuochi. Pertanto, se i fuochi sono dati dal luogo <strong>di</strong> mercato, Me, e dalla<br />

fonte <strong>di</strong> materia prima, Ma, le isolinee <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza complessiva k (per k maggiore della


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

13<br />

<strong>di</strong>stanza in linea retta tra Me e Ma) sono ellissi che hanno per fuochi Me e Ma e tali<br />

ellissi, al crescere <strong>di</strong> k risultano sempre più ravvicinate e tenderanno ad approssimare gli<br />

andamenti <strong>di</strong> circonferenze. Nello spazio definito da x’ e y’ tali ellissi origineranno una<br />

famiglia <strong>di</strong> segmenti <strong>di</strong>sposti su rette parallele, tutte inclinate <strong>di</strong> - 45°.<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

-30<br />

-20 -10 0 10 20 30 40<br />

2X+3Y=48 2X+3Y=60 2X+3Y=90<br />

2X+3Y=120 AB C<br />

Figura 5 Esempi <strong>di</strong> ovali <strong>di</strong> Cartesio e <strong>di</strong> corrispondenti linee <strong>di</strong> isocosto<br />

Distanza da B<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0 10 20 30 40 50 60<br />

Distanza da A<br />

2x +3y = 48<br />

2x +3y = 60<br />

2x +3y = 90<br />

2x +3y = 120<br />

In entrambe le figure vale la relazione 2x + 3y = k; a sinistra, gli ovali <strong>di</strong> Cartesio illustrano gli andamenti<br />

delle isodapane, con luoghi <strong>di</strong> carico in A e B, in una rappresentazione cartografica semplificata; a destra, le<br />

stesse isodapane si trasformano in andamenti rettilinei nello spazio delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> da A e da B.<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

-20 -10 0 10 20 30<br />

circonferenza <strong>di</strong> raggio 20<br />

centro<br />

A<br />

B<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

0 10 20 30 40<br />

circonferenza A B


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Figura 6 Passaggio da un sistema <strong>di</strong> riferimento ad un altro: trasformazione <strong>di</strong> una linea circolare.<br />

A sinistra, il caso <strong>di</strong> una linea circolare: la situazione cartografica convenzionale; a destra, la situazione<br />

cartografica nel sistema <strong>di</strong> riferimento definito dalle coor<strong>di</strong>nate <strong>di</strong>stanza da A e <strong>di</strong>stanza da B.<br />

14<br />

Nulla vieta (e la cosa torna molto utile) operare trasformazioni con relazioni<br />

lineari <strong>di</strong>verse da quella considerata finora (x’ + y’ = k) o con relazioni <strong>di</strong> tipo non<br />

lineare. Quale primo esempio si ipotizza una materia prima che perda peso nel corso della<br />

sua trasformazione in prodotto finito nel rapporto 3 a 1; in tal caso la relazione <strong>di</strong> base<br />

<strong>di</strong>venta:<br />

x’ +3y’ = k<br />

e le infinite combinazioni si <strong>di</strong>sporranno ancora, al variare <strong>di</strong> k, su segmenti <strong>di</strong> rette, ma<br />

inclinate <strong>di</strong> – 30° e non più– 45°. Inoltre, nella carta originale i punti che sod<strong>di</strong>sfano la<br />

nuova relazione non si <strong>di</strong>sporranno più su ellissi, ma su curve alquanto più complicate da<br />

descrivere (gli ovali <strong>di</strong> Cartesio), senza il ricorso a strumenti matematici specifici<br />

volutamente esclusi in questa trattazione.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

15<br />

La localizzazione delle attività industriali<br />

La curva spazio costo<br />

Noto anche come modello del margine spaziale, la curva spazio-costo dello Smith<br />

si propone <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare non tanto il punto <strong>di</strong> localizzazione ottimale quanto piuttosto<br />

l’area in cui è possibile la localizzazione in con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> mercato.<br />

Nella formulazione originale la procedura comporta il confronto tra due carte a<br />

isolinee dello stesso territorio, perfettamente sovrapponibili: l’una è la carta dei costi<br />

totali (costi <strong>di</strong> produzione e costi <strong>di</strong> trasporto), l’altra è quella dei costi totali. In una<br />

lettura semplificata il tutto si riduce a trarre le conclusioni partendo, come esemplificato<br />

in figura, da un ricavo, costante nello spazio, da confrontare con costi variabili: la<br />

localizzazione potrà avvenire soltanto nell’area o nelle aree in cui risulta positiva la<br />

<strong>di</strong>fferenza tra ricavi e costi. Il limite <strong>di</strong> tale area (in figura quella delimitata da costi totali<br />

pari a 200), o i limiti <strong>di</strong> tali aree, costituisce il margine spaziale.<br />

300<br />

250<br />

�������������������������������������<br />

�������������������������������������<br />

�������������������������������������<br />

�������������������������������������<br />

200<br />

150<br />

120<br />

300<br />

200<br />

Figura 7 Esemplificazione grafica del modello del<br />

margine spaziale.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

16<br />

Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Alfred Weber<br />

L'obiettivo <strong>di</strong> Alfred Weber (chiaramente in<strong>di</strong>cato nel Reine Teorie des Standorts<br />

del 1909) risiede nella ricerca <strong>di</strong> una spiegazione razionale della localizzazione delle<br />

industrie manifatturiere in maniera tale da minimizzare i costi <strong>di</strong> trasporto, nell’ipotesi<br />

che essi siano funzione lineare della <strong>di</strong>stanza (Conti , …pp.18-19), che l'impren<strong>di</strong>tore<br />

operi in regime <strong>di</strong> concorrenza perfetta e conosca perfettamente l’ubicazione delle<br />

materie prime e dei mercati (spazio del tutto trasparente), che la domanda <strong>di</strong> prodotti per<br />

un dato prezzo sia illimitata così come l'offerta <strong>di</strong> mano d'opera, considerata costante<br />

nello spazio.<br />

Date queste con<strong>di</strong>zioni il Weber prende in considerazione un settore industriale<br />

costituito da piccoli impren<strong>di</strong>tori in<strong>di</strong>pendenti che rifiutano rischio ed incertezza e<br />

possono vendere ad un determinato prezzo tutte le unità <strong>di</strong> prodotto che sono in grado <strong>di</strong><br />

produrre (in altri termini: riducendo il prezzo non possono vendere quantità maggiori e<br />

aumentandolo non determinano una riduzione della domanda. Pertanto, essi tendono a<br />

produrre al minor costo possibile, per massimizzare il profitto, scegliendo un ben preciso<br />

punto situato in uno spazio isotropico<br />

Ciò premesso, siano date due <strong>di</strong>verse materie prime, necessarie al processo<br />

produttivo, ubicate nei luoghi puntiformi Ma’ e Ma’’ (fonti delle materie prime) che, una<br />

volta trasformate in prodotto, dovranno essere trasportate all'unico mercato Me. Il<br />

triangolo, i cui vertici delimitano lo spazio all'interno del quale sarà in<strong>di</strong>viduato il punto<br />

ottimale <strong>di</strong> localizzazione, prende il nome <strong>di</strong> triangolo localizzatore o anche <strong>di</strong> triangolo<br />

localizzativo.<br />

km<br />

km<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

Ma'<br />

Me<br />

G<br />

Mb<br />

Ma''<br />

0 10 20 30<br />

Me<br />

Mb G*<br />

G<br />

Ma'<br />

km<br />

Ma''<br />

0 10 20 30<br />

km<br />

Figura 8 Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Weber.<br />

Caso <strong>di</strong> quantità da trasportare uguali.<br />

Luoghi x y Pesi<br />

Ma' 2.00 2.00 1.00<br />

Ma'' 20.00 2.00 1.00<br />

Me 5.00 20.00 1.00<br />

G 9.00 8.00<br />

Mb 7.43 6.57


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Figura 9 Il triangolo localizzatore <strong>di</strong> Weber. Caso <strong>di</strong> quantità da trasportare <strong>di</strong>suguali.<br />

Luogo x y Pesi<br />

Ma' 2.00 2.00 4.00<br />

Ma'' 20.00 2.00 6.00<br />

Me 5.00 20.00 9.00<br />

G 9.00 8.00<br />

G* 10.18 11.76<br />

Mb 6.94 14.61<br />

17<br />

Sfruttando le proprietà geometriche del triangolo sarebbe possibile localizzare,<br />

secondo Weber, in maniera razionale un’industria in funzione dei costi complessivi <strong>di</strong><br />

trasporto.<br />

Nel triangolo localizzatore, rappresentato in figura xxx, si ipotizza che le quantità<br />

<strong>di</strong> materie prime da prelevare nelle fonti Ma’ e Ma’’ siano uguali e che il ciclo produttivo<br />

comporti uno scarto del 50 %. Conseguentemente, le quantità <strong>di</strong> output da trasportare nel<br />

luogo <strong>di</strong> mercato risultano pari a quelle <strong>di</strong> input in una singola fonte <strong>di</strong> materie prime.<br />

Detto in parole più semplici : i pesi ai vertici del triangolo sono uguali.<br />

La soluzione <strong>di</strong> Weber muove dall’ipotesi che i tre vertici esercitino forze <strong>di</strong><br />

attrazione proporzionali ai loro pesi e che il punto in cui l’intensità delle tre forze si<br />

annulla costituisce il luogo <strong>di</strong> localizzazione ottimale, presupponendo che in esso sia<br />

minimo il costo complessivo <strong>di</strong> trasporto. Il luogo <strong>di</strong> equilibrio, chiamato il baricentro<br />

delle forze ed in<strong>di</strong>cato in figura con la lettera G 1 , non costituisce, in realtà, la soluzione<br />

migliore in quanto è un punto <strong>di</strong> minimo per le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> al quadrato e non per quelle<br />

lineari. La figura, al riguardo, mette in luce come il baricentro G presenta <strong><strong>di</strong>stanze</strong><br />

complessive pari a 34.399 unità, superiore al valore <strong>di</strong> 34.120 totalizzata dal punto Mb<br />

corrispondente alla me<strong>di</strong>ana spaziale bivariata 2 . Infatti, se si assumono tariffe unitarie,<br />

1 Le coor<strong>di</strong>nate del baricentro si calcolano molto facilmente con procedura analitica: esse sono definite dalle<br />

me<strong>di</strong>e aritmetiche delle coor<strong>di</strong>nate dei tre vertici del triangolo. Al riguardo, si ricorda in via incidentale una<br />

proprietà geometrica: se i pesi ai vertici sono uguali, il punto baricentrico è dato da quello d’incontro delle 3<br />

me<strong>di</strong>ane del rettangolo.<br />

2 Le modalità <strong>di</strong> calcolo della me<strong>di</strong>ana spaziale bivariata sono esposte in altro capitolo.<br />

Nel caso, del tutto particolare, <strong>di</strong> pesi unitari può tornare utile richiamare una proprietà del triangolo:<br />

se in un triangolo qualsiasi ciascuno degli angoli interni è inferiore a 120° si <strong>di</strong>mostra facilmente, per via<br />

geometrica, che il punto <strong>di</strong> minima <strong>di</strong>stanza complessiva è dato dall’intersezione dei segmenti AA’, BB’,<br />

CC’, se A’, B’ e C’ sono i vertici dei triangolo equilateri costruiti sui lati esternamente al triangolo.<br />

Se nel triangolo ABC un angolo è uguale o superiore a 120°, il punto <strong>di</strong> minimo si colloca sul vertice<br />

dal quale ha origine l’angolo suddetto.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

dopo aver calcolato le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> dei vertici dai punti G e Mb, e moltiplicate tali <strong><strong>di</strong>stanze</strong><br />

per le quantità da trasportare, sempre pari a 1, si ottiene il seguente quadro riassuntivo:<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> da G <strong><strong>di</strong>stanze</strong> da Mb dpi per G* dpi per Mb*<br />

Ma' 9.220 7.098 9.220 7.098<br />

Ma'' 12.530 13.379 12.530 13.379<br />

Me 12.649 13.643 12.649 13.643<br />

Totali 34.399 34.120 34.399 34.120<br />

*dpi: prodotto della <strong>di</strong>stanza per la quantità da trasportare<br />

18<br />

Discordanze ancor più vistose tra il luogo del baricentro e il luogo della me<strong>di</strong>ana<br />

spaziale bivariata generalmente si manifestano allorquando ai vertici del triangolo i pesi<br />

sono eterogenei. In merito si consideri l’esempio proposto in figura xxx: le quantità in<br />

peso da movimentare sono 4 dalla fonte Ma’, 6 dalla fonte Ma’’ e sono 9 le quantità da<br />

trasportare sul luogo <strong>di</strong> mercato Me. Effettuate tutte le operazioni, e avendo in<strong>di</strong>cato con<br />

G* il baricentro ponderato 3 , nell’ipotesi <strong>di</strong> tariffe <strong>di</strong> trasporto unitarie, il costo<br />

complessivo nel punto G è pari a 221.6, più elevato <strong>di</strong> quanto si verifica nel punto Mb<br />

dove conta 214.7:<br />

Luoghi Distanze da G Distanze da G* Distanze da Mb dpi per G* dpi per Mb<br />

Ma' 9.220 12.736 13.547 50.944 54.190<br />

Ma'' 12.530 13.851 18.153 83.106 108.916<br />

Me 12.649 9.727 5.727 87.544 51.547<br />

Totali 34.399 36.314 37.428 221.594 214.654<br />

La soluzione del Weber appare, dunque, imperfetta, a meno <strong>di</strong> volerla ancorare ad<br />

un’ipotesi sussi<strong>di</strong>aria, consistente nella ricerca del luogo <strong>di</strong> minimo per <strong><strong>di</strong>stanze</strong> elevate al<br />

quadrato 4 . Tuttavia, al Weber vanno ascritti molti meriti, che vanno ben oltre le critiche<br />

3 Toschi (1965, p. 77) si esprime al riguardo rilevando:“in parole povere ciascuno dei tre vertici tira verso <strong>di</strong><br />

sé il luogo della fabbrica in proporzione <strong>di</strong>retta secondo il peso che deve muoversi sulla rispettiva<br />

congiungente, la quale risulta tanto più corta quanto maggiore è il relativo peso.<br />

Lo spostamento del baricentro dalla posizione G alla posizione G* comporta il cambiamento degli angoli a<br />

partire dal punto baricentrico e a partire dai vertici del triangolo. In particolare, l’angolo al centro sotteso dai<br />

vertici con pesi più elevati tende a crescere <strong>di</strong> ampiezza; al contrario tendono a contrarsi gli angoli limitati dai<br />

vertici con pesi più elevati e dal punto baricentrico.<br />

Queste considerazioni giustificano l’espressione competizione tra angoli, attribuita sovente al laborioso<br />

metodo geometrico che si può impiegare per la ricerca del baricentro (esposizione dettagliata in Toschi, 1967,<br />

pp. 248-259, e in Tinacci Mossello, , pp.75-82).<br />

4 La <strong>di</strong>fferenza tra il baricentro e la me<strong>di</strong>ana spaziale si coglie se sono ben presenti le proprietà statistiche<br />

della me<strong>di</strong>a aritmetica e della me<strong>di</strong>ana: la prima, gode della proprietà del minimo rispetto agli scarti elevati al<br />

quadrato; la seconda, rispetto agli scarti semplici.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

19<br />

sul piano teorico e meramente tecnico 5 :l’aver esplorato per primo o tra i primi un tema<br />

ancor oggi <strong>di</strong> piena attualità, l’aver intuito spiegazioni del tutto corrette per situazioni<br />

particolari. Tra esse l’orientamento delle imprese industriali a localizzarsi presso i mercati<br />

quando gli scarti in peso nel processo <strong>di</strong> produzione sono modesti (nel caso d’esempio è<br />

rilevante lo spostamento verso il mercato del baricentro ponderato rispetto al baricentro<br />

ponderato, spostamento giustificato dalla lieve per<strong>di</strong>ta in peso delle materie prime: 10<br />

unità <strong>di</strong> input e 9 unità <strong>di</strong> output), presso le fonti delle materie prime in caso contrario.<br />

Altra particolarità colta dal Weber risiede nel fatto che se in un vertice del triangolo si<br />

cumula il 50% delle quantità da movimentare, la soluzione ottimale coincide, comunque,<br />

in tale vertice.<br />

Ma, forse, il merito maggiore del Weber risiede nell’impulso dato alle procedure<br />

grafiche e, tra esse, all’impiego sistematico delle isodapane. A tal proposito<br />

riconsideriamo il problema della ricerca della localizzazione ottimale nel triangolo<br />

localizzatore con pesi unitari proposto in precedenza. Il primo passo consiste nel tracciare<br />

le isolinee che uniscono i punti <strong>di</strong> eguale costo <strong>di</strong> trasporto a partire da ognuno dei vertici (Ma’,<br />

Ma’’ e Me) chiamate isotime, che assumono la forma <strong>di</strong> circonferenze in ragione<br />

dell'isotropicità dello spazio; esse in<strong>di</strong>cano il costo <strong>di</strong> trasporto per unità <strong>di</strong> materia o <strong>di</strong><br />

prodotto. Il costo <strong>di</strong> trasporto cresce proporzionalmente all'aumentare della <strong>di</strong>stanza dai<br />

tre vertici del triangolo e varia in rapporto al peso della merce trasportata.<br />

Successivamente si <strong>di</strong>segnano le isodapane, cioè le linee che uniscono i punti <strong>di</strong><br />

eguale costo <strong>di</strong> trasporto totale, vale a <strong>di</strong>re i punti <strong>di</strong> intersezione delle isotime relative<br />

alle <strong>di</strong>verse località (fonti <strong>di</strong> materie prime e mercato) ai quali corrispondono uguali costi<br />

<strong>di</strong> trasporti totali (ottenuti sommando i valori delle isotime che si intersecano):<br />

l’isodapana minima delimita l’area ottimale in cui localizzare l’attività industriale. La<br />

bontà della soluzione <strong>di</strong>pende dalla densità dei punti quotati con i costi totali <strong>di</strong> trasporto,<br />

punti a partire dai quali si tracciano in concreto le isodapane.<br />

Quale esempio concreto, limitato alla parte tabellare, pren<strong>di</strong>amo in<br />

considerazione la ricerca della soluzione ottimale in una situazione definita da questi<br />

elementi <strong>di</strong> valutazione e da tariffe <strong>di</strong> trasporto unitarie e <strong>di</strong>rettamente proporzionali alle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> e alle quantità da movimentare:<br />

x y Pesi<br />

5 Due critiche sono state mosse al Weber sul piano della teoria economica: l’impren<strong>di</strong>tore in realtà tende non<br />

al minimo costo, ma al massimo profitto, idea base della teoria classica; manca il fattore prezzo.<br />

Ciononostante alla teoria del Weber è riconosciuto un valore generale essendo essa valida in ogni tipo <strong>di</strong><br />

regime economico, sia in una economia <strong>di</strong> mercato sia in una economia collettivista; inoltre, essa riconduce il<br />

problema della localizzazione delle imprese manifatturiere all’aspetto geografico, valutando l’elemento<br />

geografico, che si traduce in <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e si valuta in costi o in prezzi pagati per superare tali <strong><strong>di</strong>stanze</strong>.<br />

Altri economisti e politico-economisti hanno trattato questo punto; tra essi l’Englander (1924) che considera<br />

il problema della localizzazione delle attività economiche come un aspetto della teoria del traffico e delle<br />

tariffe ( è la convenienza dei prezzi dei singoli beni che influenza il processo <strong>di</strong> localizzazione, consente<br />

perciò <strong>di</strong> identificare aree, più o meno estese, in cui si pratica il prezzo del bene richiesto. Importante anche il<br />

contributo del Predohl (1925) secondo cui sono i fattori extraeconomici o naturali, e i fattori inerenti al genere<br />

<strong>di</strong> vita, che influenzano la <strong>di</strong>stribuzione delle attività manifatturiere.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Ma' 0 0 7<br />

Ma'' 10 0 9<br />

Me 3 10 12<br />

20<br />

Il primo passo consiste nel delineare un insieme adeguato <strong>di</strong> punti da quotare.<br />

Tale insieme sia costituito da quelli che si trovano in corrispondenza dei vertici<br />

della maglia quadrata delineata in figura xxx.<br />

y<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

0<br />

x 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

Figura 10 Maglia quadrata per un caso<br />

esemplificativo dell’approccio weberiano.<br />

Effettuati tutti i calcoli, si riassumono gli stessi in due prospetti contenenti tutti<br />

gli elementi <strong>di</strong> valutazione necessari e sufficienti per approssimare la soluzione ottimale<br />

sia nel caso <strong>di</strong> pesi da movimentare uguali nei punti (Ma’, Ma’’ e Me) sorgenti o<br />

destinazione finale dei trasporti, sia allorquando le quantità sono eterogenee nella misura<br />

<strong>di</strong>anzi ipotizzata. Nel primo caso il punto quotato con valore minimo ha coor<strong>di</strong>nate x = 3<br />

e y = 4; nel secondo caso il punto con minimo costo complessivo <strong>di</strong> trasporto, tra quelli<br />

quotati, ha coor<strong>di</strong>nate x=5 e y = 4.<br />

Pesi unitari<br />

x 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

y<br />

10<br />

9<br />

8<br />

7<br />

6<br />

5<br />

4<br />

3<br />

2<br />

1<br />

22.2 22.5 22.8 23.3 24.0 24.8 25.7 26.8 28.1 29.5 31.1<br />

21.7 21.3 21.5 21.9 22.5 23.2 24.1 25.2 26.4 27.9 29.5<br />

21.2 20.6 20.5 20.8 21.2 21.9 22.7 23.7 24.9 26.4 28.0<br />

20.8 20.1 19.8 19.9 20.3 20.8 21.6 22.5 23.6 25.0 26.6<br />

20.4 19.7 19.3 19.3 19.6 20.0 20.7 21.5 22.5 23.8 25.4<br />

20.2 19.4 19.0 18.9 19.1 19.5 20.1 20.8 21.7 22.8 24.4<br />

20.0 19.3 18.9 18.8 19.0 19.3 19.8 20.4 21.2 22.1 23.4<br />

20.0 19.2 18.9 18.9 19.1 19.4 19.9 20.5 21.2 21.9 22.6<br />

20.0 19.4 19.1 19.2 19.5 19.9 20.4 21.1 21.8 22.7 24.0<br />

20.2 19.7 19.7 19.9 20.3 20.8 21.4 22.1 22.9 24.0 25.5


0<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

21<br />

20.4 20.5 20.7 21.1 21.5 22.0 22.7 23.4 24.4 25.6 27.1<br />

Pesi da movimentare <strong>di</strong>versi<br />

X 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10<br />

y<br />

10 216.48 216.17 216.95 218.88 222.03 226.49 232.38 239.84 249.01 260.03 272.99<br />

9 211.94 205.92 204.66 205.50 207.87 211.68 216.99 223.95 232.75 243.59 256.62<br />

8 208.16 200.11 196.39 195.49 196.58 199.36 203.76 209.90 218.03 228.46 241.43<br />

7 205.24 196.14 190.74 188.24 187.97 189.53 192.79 197.84 204.97 214.67 227.41<br />

6 203.28 193.53 187.05 183.35 181.89 182.27 184.30 188.01 193.77 202.30 214.57<br />

5 202.38 192.22 185.12 180.66 178.34 177.76 178.63 180.90 184.88 191.56 202.89<br />

4 202.60 192.27 184.97 180.23 177.49 176.30 176.32 177.36 179.44 183.26 192.35<br />

3 204.00 193.78 186.76 182.24 179.56 178.24 177.93 178.41 179.48 181.02 182.94<br />

2 206.60 196.88 190.76 186.99 184.80 183.79 183.75 184.58 186.38 189.88 198.64<br />

1 210.38 202.03 197.58 194.88 193.40 192.98 193.59 195.38 198.75 204.77 215.43<br />

0 215.28 211.29 208.31 206.35 205.43 205.59 206.96 209.77 214.52 222.03 233.28<br />

Minimo 202.38 192.22 184.97 180.23 177.49 176.30 176.32 177.36 179.44 181.02 182.94<br />

L’ isodapana critica e l’agglomerazione<br />

È un concetto <strong>di</strong> Weber, non molto chiaro nella sua formulazione e poco<br />

convincente nelle esemplificazioni cartografiche.<br />

In concreto, rispetto ad un punto <strong>di</strong> minimo P1 dei costi <strong>di</strong> trasporto per una<br />

determinata attività industriale X s’immagina <strong>di</strong> poter tracciare due famiglie d’isolinee: le<br />

isodapane d’ugual incremento dei costi <strong>di</strong> trasporto e le isolinee d’uguale <strong>di</strong>minuzione del<br />

costo dei salari; laddove esista un’isodapana, per la quale l’incremento dei costi <strong>di</strong><br />

trasporto sia uguale al decremento del costo del lavoro, tale isodapana prende il nome<br />

d’isodapana critica.<br />

Figura 11 Isodapane critiche ed agglomerazione.<br />

Figura illustrativa dell’agglomerazione secondo Weber: i<br />

luoghi P1, P2 e P3 sono le localizzazioni ottimali <strong>di</strong> tre<br />

ipotetiche industrie, mentre C1, C2 e C3 sono le<br />

corrispondenti isodapane critiche: le aree in grigio,<br />

soprattutto quella <strong>di</strong> tonalità più scura (delimitata<br />

dall’intersezione delle tre isodapane critiche), offrono la<br />

possibilità <strong>di</strong> incrementare le esternalità con le economie <strong>di</strong><br />

agglomerazione se gli impren<strong>di</strong>tori localizzano gli impianti<br />

con una scelta comune, il che implica piena trasparenza<br />

nelle informazioni.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

22<br />

Si consideri ora l’esistenza <strong>di</strong> un altro punto <strong>di</strong> minimo P2 dei costi <strong>di</strong> trasporto<br />

per un’altra determinata attività industriale Y e si ipotizzi <strong>di</strong> poter tracciare due nuove<br />

famiglie <strong>di</strong> isolinee: le isodapane <strong>di</strong> ugual incremento dei costi <strong>di</strong> trasporto e le isolinee <strong>di</strong><br />

ugual incremento delle economie esterne: laddove esista un’isodapana per la quale<br />

l’incremento dei costi <strong>di</strong> trasporto risulti uguale all’incremento delle economie esterne,<br />

anche tale isodapana prende il nome <strong>di</strong> isodapana critica e la si in<strong>di</strong>chi con C2.<br />

L’eventuale l’intersezione delle due isodapane critiche delimita uno spazio che prende il<br />

nome <strong>di</strong> area <strong>di</strong> agglomerazione.<br />

Materie prime lorde e nette<br />

Tornando al problema della localizzazione, il Weber <strong>di</strong>stingue le materie prime in<br />

due tipi:<br />

A) la materia prima è utilizzata integralmente nel processo <strong>di</strong> trasformazione e<br />

prende il nome <strong>di</strong> materia prima netta; il peso dell’output è identico a quello dell’input;<br />

B) la materia prima non è utilizzata integralmente per scarti durante la<br />

lavorazione e prende il nome <strong>di</strong> materia prima lorda; il peso dell’output è inferiore a<br />

quello dell’input.<br />

Nell’ipotesi A il costo <strong>di</strong> trasporto risulta costante e pari a 40, comunque si<br />

scelga P sul segmento congiungente Me e Ma; nel caso B, invece, il costo varierà sul<br />

segmento da punto a punto, con un minimo in corrispondenza della fonte della materia<br />

prima e un massimo nel luogo <strong>di</strong> mercato (ve<strong>di</strong> nell’esempio il caso 2): l’incremento del<br />

costo <strong>di</strong> trasporto via via che ci si allontana da Ma , inoltre, sarà tanto più consistente<br />

quanto maggiore è il calo in peso della materia prima nel processo manifatturiero.<br />

Al riguardo, il Weber ha introdotto un in<strong>di</strong>ce dei materiali I molto utile per il suo<br />

trasparente significato: I = peso della materia prima nel prodotto finito / peso della<br />

materia prima impiegata. Quanto più piccolo è il valore dell’in<strong>di</strong>ce, tanto più elevato è<br />

l’incremento del costo complessivo <strong>di</strong> trasporto. Il contrario vale per il rapporto R, noto<br />

come peso localizzatore: R = peso della materia prima impiegata/ peso della materia<br />

prima nel prodotto finito.<br />

.<br />

Esempio. Sulla scorta degli elementi riportati in prospetto zzz, la prima<br />

esemplificativa <strong>di</strong> una materia prima netta, la seconda <strong>di</strong> una tabella prima lorda, si<br />

pongono a confronto i costi totali <strong>di</strong> trasporto negli 11 luoghi P equispaziate <strong>di</strong> 2 km sulla<br />

congiungente la fonte della materia prima e il mercato che <strong>di</strong>stano, in complesso 20 km..<br />

Caso della materia prima netta: in termini analitici si rileva dall'equazione delle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> x + y = 20 che y = 20 - x, pertanto il costo totale <strong>di</strong> trasporto, per avere sul


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

23<br />

mercato un'unità in peso <strong>di</strong> output impiegando un'unità in peso <strong>di</strong> input, è data da Ct = 2x<br />

+2(20-x) per x compreso tra 0 e 20. Poiché il costo totale è costante, la sua funzione<br />

analitica esprime la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> isocosto, e si chiama curva <strong>di</strong> isocosto la<br />

rappresentazione grafica corrispondente; nell’esempio la curva si presenta come una retta<br />

inclinata <strong>di</strong> -45°. Tuttavia si possono avere sia rette con altra inclinazione, sia curve<br />

<strong>di</strong>verse dalla retta.<br />

Conseguenza rilevante: per l’impren<strong>di</strong>tore è in<strong>di</strong>fferente la localizzazione su uno<br />

qualsiasi dei luoghi P.<br />

Caso della materia prima lorda: i costi totali <strong>di</strong> trasporto variano da luogo a<br />

luogo, dal minimo <strong>di</strong> P11, corrispondente alla fonte della materia prima, al massimo <strong>di</strong><br />

P1, il luogo del mercato (ve<strong>di</strong> figura ...). In una con<strong>di</strong>zione siffatta l’industria si orienta<br />

verso la fonte della materia prima.<br />

Da sottolineare un aspetto cruciale: a combinazioni <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>stanze</strong> sempre uguali,<br />

corrispondono costi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong>versi.<br />

Prospetto 1Elementi per il confronto <strong>di</strong> una materia prima netta con una materia prima lorda in<br />

relazione al costo minimo <strong>di</strong> trasporto complessivo.<br />

Intitolazione delle colonne:<br />

L: luoghi;<strong>di</strong>stanza dal mercato; DMA: <strong>di</strong>stanza dalla fonte della materia prima; CME: costo del trasporto dalla fabbrica al<br />

mercato; CMA: costo del trasporto dalla fonte della materia prima alla fabbrica; CT: costo totale <strong>di</strong> trasporto<br />

A - materia prima netta B -materia prima lorda*<br />

L DMA DME CME CMA CT L DMA DME CME CMA CT<br />

P1 0 20 0 40 40 P1 0 20 0 40 40<br />

P2 2 18 4 36 40 P2 2 18 2.4 36 38.4<br />

P3 4 16 8 32 40 P3 4 16 4.8 32 36.8<br />

P4 6 14 12 28 40 P4 6 14 7.2 28 35.2<br />

P5 8 12 16 24 40 P5 8 12 9.6 24 33.6<br />

P6 10 10 20 20 40 P6 10 10 12 20 32<br />

P7 12 8 24 16 40 P7 12 8 14.4 16 30.4<br />

P8 14 6 28 12 40 P8 14 6 16.8 12 28.8<br />

P9 16 4 32 8 40 P9 16 4 19.2 8 27.2<br />

P10 18 2 36 4 40 P10 18 2 21.6 4 25.6<br />

P11 20 0 40 0 40 P11 20 0 24 0 24<br />

*È stata assunta questa ipotesi: 1 unità in peso <strong>di</strong> materia prima si trasforma in 0.6 unità in peso <strong>di</strong> prodotto<br />

finito. La funzione <strong>di</strong> costo risulta così mo<strong>di</strong>ficata: Ct = 2(0.6)x + 2(20-x).


45<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

0 5 10 15 20<br />

DM A DM E CM E<br />

CM A CT<br />

24<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0 5 10 15 20<br />

DMA DME CME<br />

CMA CT<br />

Figura 12 Curve <strong>di</strong> isocosto, in presenza <strong>di</strong> una materia prima netta e <strong>di</strong> una materia prima lorda.<br />

A sinistra, caso della materia prima netta; a destra, caso della materia prima lorda.<br />

I due grafici suggeriscono una puntualizzazione fondamentale: le espressioni curva <strong>di</strong> isocosto, retta <strong>di</strong><br />

isocosto e similari, a proposito delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong>, sono mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> <strong>di</strong>re imprecisi, dai quali possono <strong>di</strong>scendere gravi<br />

frainten<strong>di</strong>menti ed errate concettualizzazioni. Infatti, le funzioni <strong>di</strong> isocosto hanno significatività economica e<br />

territoriale soltanto per valori positivi delle variabili costi <strong>di</strong> trasporto, come quelle delle iso<strong>di</strong>stanti<br />

richiedono <strong><strong>di</strong>stanze</strong> positive (le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> negative sono in contrad<strong>di</strong>zione con il concetto stesso <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza):<br />

consegue la vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> tali funzioni soltanto in archi o in segmenti che sod<strong>di</strong>sfano la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> costi o <strong>di</strong><br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> positive; nell’esempio proposto in figura, la relazione <strong>di</strong> isocosto vale soltanto per il segmento<br />

<strong>di</strong>segnato con tratto forte, non vale per le parti della retta <strong>di</strong>segnata con tratto sottile.<br />

Le considerazioni esposte finora possono dare l’impressione, errata, che Weber<br />

ritenesse ottimale la localizzazione delle industrie lontano dai mercati. In realtà non è<br />

così, in quanto nella produzione concreta <strong>di</strong> un manufatto industriale concorrono più<br />

materie prime e si impiegano combustibili (all’epoca, soprattutto carbon fossile e<br />

derivati). Questi ultimi devono essere considerati con tutto il loro peso nell’in<strong>di</strong>ce delle<br />

materie prime, alla luce <strong>di</strong> una regola pratica, in<strong>di</strong>viduata dal citato stu<strong>di</strong>oso, che si<br />

esprime in questi termini: se una località <strong>di</strong> origine o destinazione dei flussi <strong>di</strong> trasporto<br />

totalizza almeno la metà delle quantità (in peso) da movimentare, in tale località il costo<br />

complessivo <strong>di</strong> trasporto risulta, comunque, minimo.<br />

La giustificazione della regola sarà esplicitata in seguito (<strong>di</strong>dascalia della figura<br />

xxx); per il momento è il caso <strong>di</strong> rilevare una conseguenza importante, del tutto generale<br />

e facilmente verificabile in situazioni concrete: le industrie che utilizzano componenti e<br />

semilavorati esogeni sono orientate a localizzarsi sui mercati; le industrie cosiddette


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

25<br />

pesanti, che consumano materie prime ampiamente lorde sono orientate a localizzarsi in<br />

prossimità della fonte della materia prima più soggetta a calo, oppure dei gran<strong>di</strong> porti, se<br />

è necessario importarla via mare (esempio: l’industria della raffinazione petrolifera in<br />

Italia).<br />

Il modello del margine spaziale <strong>di</strong> Rowstron e Smith.<br />

Noto anche come curva spazio-costo dello Smith, il modello, <strong>di</strong> tipo grafico<br />

debolmente spazializzato, è conseguente alla sovrapposizione e successiva <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

una carta dei ricavi e <strong>di</strong> una carta dei costi totali.<br />

Il punto <strong>di</strong> partenza risiede nella constatazione che le caratteristiche territoriali <strong>di</strong><br />

una regione influenzano il profitto in due mo<strong>di</strong>: i costi possono variare da un luogo<br />

all’altro, variazioni descritte dalla “superficie dei costi”; le entrate variano da un luogo<br />

all’altro, variazione descritte dalla “superficie potenziale <strong>di</strong> mercato”. Dal confronto tra<br />

queste due superfici si ricava quello che il Rawstron (1958) definisce il “margine spaziale<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività”. Concetto che per alcuni autori non serve a spiegare le scelte <strong>di</strong><br />

localizzazione data la vastità che le aree possono assumere.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

26<br />

Le imprese che tendono all’ottimizzazione realizzeranno i propri cambiamenti in<br />

prossimità <strong>di</strong> un sito ottimale, mentre le imprese che tendono ad un sod<strong>di</strong>sfacente livello<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività opereranno in un sito qualsiasi nei margini spaziali <strong>di</strong> red<strong>di</strong>tività. Le<br />

<strong>di</strong>fferenze tra le imprese nel prendere le decisioni <strong>di</strong>penderanno in parte dalle<br />

informazioni <strong>di</strong> cui esse <strong>di</strong>spongono e in parte dalla loro capacità <strong>di</strong> utilizzarle.<br />

Con la procedura proposta dallo Smith si tratta, a ben vedere, <strong>di</strong> applicare in<br />

forma ultrasemplificata il principio teorico della localizzazione preferenziale per<br />

l’impren<strong>di</strong>tore in regime <strong>di</strong> mercato: collocarsi all’interno dell’area delimitata dal<br />

margine spaziale <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenze positive tra ricavi e costi.<br />

Costi e ricavi<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

-30<br />

A<br />

C<br />

0 10 20 30 40 50 60 70<br />

km<br />

Costi Ricavi Per<strong>di</strong>ta/profitto<br />

B<br />

Figura 13 Il<br />

modello del<br />

margine<br />

spaziale.<br />

Quale esempio si propone il caso ipotetico visualizzato in figura xxx: sono posti a<br />

confronto i profili spaziali dei costi e dei ricavi: l’impresa può localizzarsi con successo<br />

soltanto tra A e B, estremi esclusi, perché in essi ricavi e costi si annullano con la<br />

conseguenza ovvia <strong>di</strong> mancanza <strong>di</strong> per<strong>di</strong>te, ma anche <strong>di</strong> profitto. Quest’ultimo risulta<br />

massimo nel punto C. Tutta l’area in cui i ricavi superano i costi prende il nome <strong>di</strong> area <strong>di</strong><br />

profitto e la linea che delimita tale area prende il nome <strong>di</strong> margine spaziale.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Politiche d’intervento a favore delle aree svantaggiate.<br />

27<br />

L’esistenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>vari socioeconomici tra aree forti ed aree deboli è una dolorosa<br />

realtà che si presenta sotto i nostri occhi qualunque sia la scala geografica d’osservazione:<br />

sussiste tra stati, tra regioni amministrative all’interno degli stati, tra aree rurali e aree<br />

urbane, tra quartieri poveri e ricchi, e così via. Non meraviglia, pertanto se sono stati<br />

innumerevoli i tentativi <strong>di</strong> politiche economiche mirate ad eliminare o comunque<br />

attenuare i <strong>di</strong>vari, quasi sempre coronati da successi effimeri e parziali, nonostante<br />

l’entità delle risorse investite, e in qualche caso da tracolli economici generali <strong>di</strong> interi<br />

gruppi <strong>di</strong> Paesi (il riferimento esplicitamente chiama in causa gli stati dell’Europa<br />

orientale allorquando hanno perseguito la via delle economie centralmente pianificate).<br />

Anche in Italia, specie tra il 1950 e il 1980, è stata sperimentata la strada<br />

dell’intervento pubblico a sostegno delle aree svantaggiate, collettivamente in<strong>di</strong>cate come<br />

Mezzogiorno o Sud, in contrapposizione al resto del Paese, il Nord, e fu organizzata una<br />

complessa struttura d’intervento, la Cassa del Mezzogiorno, su cui furono riposte gran<strong>di</strong><br />

speranze 6 .<br />

Tuttavia, già nel 1965, un geografo abituato all’indagine <strong>di</strong>retta sul terreno,<br />

Alberto Mori, in un saggio esemplare poneva in luce l’importanza del limite della zona<br />

d’intervento della Cassa del Mezzogiorno quale fattore d’attrazione e localizzazione<br />

industriale. Le osservazioni del Mori conservano ancor oggi la loro vali<strong>di</strong>tà e potrebbero<br />

6 Nel 1950 il sesto Gabinetto <strong>di</strong> Alcide De Gasperi, con la legge 646 del 10 Agosto 1950, istituì la Cassa per<br />

le Opere Straor<strong>di</strong>narie e <strong>di</strong> Pubblico Interesse nell’Italia Meri<strong>di</strong>onale, o Cassa per il Mezzogiorno, o Casmez,<br />

per favorire la perequazione delle potenzialità <strong>di</strong> sviluppo e della qualità della vita fra il settentrione ed il<br />

meri<strong>di</strong>one d’Italia.<br />

Il suo primario obiettivo era la realizzazione <strong>di</strong> una politica <strong>di</strong> infrastrutturazione del territorio meri<strong>di</strong>onale<br />

attraverso un “intervento straor<strong>di</strong>nario” con il quale lo Stato .<br />

Ciò ci consente <strong>di</strong> affermare che la “questione meri<strong>di</strong>onale”, vista come questione dello sviluppo ineguale<br />

italiano e della sua specifica articolazione territoriale, veniva sempre più “governata” dall’intervento dello<br />

Stato che “realizza nel contempo un progetto <strong>di</strong> trasformazione ra<strong>di</strong>cale e profondo della realtà socioeconomica<br />

meri<strong>di</strong>onale” (Galasso A., 1981), istituendo forme <strong>di</strong> controllo <strong>di</strong>ffuse e organizzazione delle<br />

masse.<br />

Il Casmez è stato abolito nell’Agosto del 1984 quando la Camera dei Deputati respingeva il decreto che ne<br />

avrebbe dovuto prorogare un’ennesima volta l’esistenza.<br />

La politica a favore del Mezzogiorno non includeva solo gli interventi tramite Casmez; infatti, da una<br />

strategia avente per oggetto le opere pubbliche, il potenziamento delle infrastrutture e la razionalizzazione<br />

dell’agricoltura, si è passati ad iniziative a favore dell’industrializzazione e poi nel campo dei servizi, nel<br />

terziario avanzato, nei settori collegati con l’innovazione tecnologica e l’informatizzazione delle economie.<br />

Gli interventi a favore del Mezzogiorno furono intensificati negli anni Sessanta, concentrandosi non più sul<br />

settore primario o sulle infrastrutture, bensì sugli interventi a favore dell’industrializzazione, al fine <strong>di</strong><br />

stimolare il decollo <strong>di</strong> alcune province meri<strong>di</strong>onali. La politica consisteva nell’azione combinata dei poli <strong>di</strong><br />

sviluppo e nella conseguente istituzione dei nuclei e delle aree <strong>di</strong> industrializzazione; essa prese vita con la<br />

legge 634 del 1957, legge che, nel fissare i termini della nuova politica <strong>di</strong> industrializzazione delle aree deboli<br />

del Mezzogiorno, presentava però anche rilevanti contrad<strong>di</strong>zioni.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

28<br />

essere riscontrate nel loro nocciolo duro in molti casi empirici sicché sembra opportuno<br />

considerare un caso, seppure del tutto ipotetico, da assumere come modello generale.<br />

A tal proposito si prende in esame un Paese, simile all’Italia in cui alla data <strong>di</strong><br />

partenza i costi complessivi <strong>di</strong> produzione, <strong>di</strong>stinti tra costi della sfera privata (variabili<br />

nello spazio) e costi della sfera pubblica (costanti nello spazio), crescono al procedere da<br />

nord verso sud in accordo con l’analoga tendenza dei costi della sfera privata. Se i ricavi<br />

sono costanti e relativamente modesti il Paese risulta bipartito in due aree: il Sud nel<br />

quale le imprese industriali non si localizzano per la mancanza <strong>di</strong> una prospettiva <strong>di</strong><br />

profitti e quelle esistenti sono progressivamente espulse dal mercato in ragione delle<br />

per<strong>di</strong>te che subiscono; nel Nord invece si verifica una proliferazione <strong>di</strong> nuove<br />

localizzazioni per motivi <strong>di</strong>ametralmente opposti. Concretizziamo l’esempio con questi<br />

dati numerici dai quali si desume che il margine spaziale si colloca alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 500<br />

km sulla <strong>di</strong>rettrice da sud verso nord.<br />

Distanza da Sud<br />

verso Nord Cpr Cpu 1 Ct1 R Pro 1<br />

0 20 10 30 24 -6<br />

100 18.8 10 28.8 24 -4.8<br />

200 17.6 10 27.6 24 -3.6<br />

300 16.4 10 26.4 24 -2.4<br />

400 15.2 10 25.2 24 -1.2<br />

500 14 10 24 24 0<br />

600 12.8 10 22.8 24 1.2<br />

700 11.6 10 21.6 24 2.4<br />

800 10.4 10 20.4 24 3.6<br />

900 9.2 10 19.2 24 4.8<br />

900 9.2 10 19.2 24 4.8<br />

Cpr: costi della sfera privata; Cpu 1: costi della sfera pubblica alla data <strong>di</strong> partenza; Ct1: costi totali alla data<br />

<strong>di</strong> partenza; R: ricavi; Pro 1:profitto alla data <strong>di</strong> partenza.<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0 250 500 750 1000<br />

-5<br />

-10<br />

Sud Nord<br />

Cpr Cpu 1 Cpu 2 Ct1<br />

Ct2 R Pro 1 Pro 2


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Figura 14 Effetti <strong>di</strong> politiche d’intervento sui costi per le imprese della sfera pubblica.<br />

29<br />

Distanza da Sud<br />

verso Nord Cpr Cpu 1 Cpu 2 Ct1 Ct2 R Pro 1 Pro 2<br />

0 20 10 8 30 28 24 -6 -4<br />

100 18.8 10 8 28.8 26.8 24 -4.8 -3<br />

200 17.6 10 8 27.6 25.6 24 -3.6 -2<br />

300 16.4 10 8 26.4 24.4 24 -2.4 -0<br />

400 15.2 10 8 25.2 23.2 24 -1.2 1<br />

500 14 10 8 24 22 24 0 2<br />

500 14 10 12 24 26 24 0 -2<br />

600 12.8 10 12 22.8 24.8 24 1.2 -1<br />

700 11.6 10 12 21.6 23.6 24 2.4 0<br />

800 10.4 10 12 20.4 22.4 24 3.6 2<br />

900 9.2 10 12 19.2 21.2 24 4.8 3<br />

900 9.2 10 12 19.2 21.2 24 4.8 3<br />

Cpr: costi della sfera privata; Cpu 1: costi della sfera pubblica alla data <strong>di</strong> partenza; ; Cpu 2: costi della sfera<br />

pubblica alla data finale; Ct1: costi totali alla data <strong>di</strong> partenza; Ct2: costi totali alla data finale; R: ricavi; Pro<br />

1:profitto alla data <strong>di</strong> partenza; Pro 2:profitto alla data finale. Per semplicità ricavi e costi della sfera privata<br />

sono assunti costanti nel tempo.<br />

Per attenuare gli squilibri si suppone che il potere centrale del Paese in questione<br />

decida <strong>di</strong> intervenire a favore del Sud riducendo in tale area i costi della sfera pubblica<br />

(imposte, tasse, oneri sociali, ed altro ancora), operazione resa possibile dall’incremento<br />

degli stessi costi nel Nord.<br />

I risultati, probabilmente, saranno per più motivi sgra<strong>di</strong>ti, in quanto le sezioni più<br />

profonde del Sud non traggono alcun beneficio concreto dagli interventi, nella fascia <strong>di</strong><br />

confine dell’area d’intervento si forma una microregione forte in seno al Sud, ma a


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

30<br />

rischio continuo <strong>di</strong> sopravvivenza e in forte conflittualità con le propaggini più<br />

meri<strong>di</strong>onali del Nord che si sentono vittime <strong>di</strong> una grave ingiustizia spaziale. Il nuovo<br />

assetto, visualizzato in figura xxx sulla base <strong>di</strong> dati ipotetici, ma realistici, riportati in<br />

calce alla corrispondente <strong>di</strong>dascalia, porta a rilevare i rischi <strong>di</strong> politiche puramente<br />

assistenziali non affiancate dalla mobilitazione o dalla vera e propria invenzione <strong>di</strong> nuove<br />

risorse.<br />

Distanze e volume della produzione secondo Moses<br />

Al crescere dell’area <strong>di</strong> mercato, osservava il Moses (xxx), in un territorio<br />

uniformemente popolato dai consumatori, il volume della produzione tende a crescere in<br />

maniera esponenziale rispetto al raggio della circonferenza, centrata sul luogo <strong>di</strong><br />

produzione, che delimita l’area del mercato, in piena analogia all’area del cerchio (vr<strong>di</strong><br />

figura che segue nel testo).<br />

In parallelo il costo unitario <strong>di</strong> produzione alla fabbrica tende a decrescere per<br />

economie <strong>di</strong> scala sugli acquisti e un più efficace utilizzo dei fattori della produzione, ma<br />

non in maniera indefinita: in genere, il decremento è prima lento, poi rapido, per tornare<br />

progressivamente a decrescere ma con un ritmo inferiore all’espansione del volume della<br />

produzione. Un andamento del genere si può schematizzare con una funzione del tipo:<br />

Cunitario = A- f(v)<br />

con f(v) del tipo logistica e A pari al costo unitario per il volume corrispondente al<br />

mercato minimo .<br />

Se il produttore si accolla l’onere del trasporto del prodotto fino al consumatore<br />

e si assumono costi <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong>rettamente proporzionali alla <strong>di</strong>stanza da percorrere, il<br />

costo unitario al consumo <strong>di</strong>minuisce fino ad una certa <strong>di</strong>stanza dal mercato,<br />

successivamente si accresce, precisamente dalla <strong>di</strong>stanza in cui l’incremento dei costi <strong>di</strong><br />

trasporto risulta superiore al decremento dei costi unitari.<br />

3500<br />

3000<br />

2500<br />

2000<br />

1500<br />

1000<br />

500<br />

0<br />

0 20 40 60 80 100<br />

costo unitario alla produzione<br />

costo totale al consumo<br />

costo <strong>di</strong> trasporto sul luogo <strong>di</strong> consumo<br />

(volume della produzione)/10<br />

Figura 15 Il modello <strong>di</strong> Moses.<br />

Nel caso il produttore sia<br />

soggetto al vincolo <strong>di</strong> un prezzo<br />

fisso, ad esempio 1000 lire per<br />

unità <strong>di</strong> prodotto, nell’esempio<br />

proposto l’area minima <strong>di</strong> mercato<br />

deve avere un raggio minimo <strong>di</strong>


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

31<br />

circa 45 km, nel contempo non può superare i 90 km, pena una crescente contrazione del<br />

profitto. La <strong>di</strong>mensione ottimale, in termini contabili, è quella con un raggio <strong>di</strong> 65 km<br />

(figura xxx).


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Complementi sulle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e sulle tariffe <strong>di</strong> trasporto<br />

Le matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong><br />

32<br />

In questo paragrafo, assunto quale esempio concreto l’insieme dei capoluoghi<br />

provinciali della regione Sicilia, si propongono alcune considerazioni sulla rilevanza in<br />

geografia economica delle matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong>.<br />

Il punto <strong>di</strong> partenza è costituito dalla matrice (simmetrica rispetto alla <strong>di</strong>agonale)<br />

riportata al punto 1 del prospetto 2: essendo stata costruita con le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> secondo linee<br />

rette, essa consente <strong>di</strong> qualificare la posizione <strong>di</strong> ciascun capoluogo rispetto ai restanti in<br />

uno spazio geografico astratto, del tutto privo <strong>di</strong> ostacoli agli spostamenti <strong>di</strong> persone,<br />

merci, informazioni.. Il valore della posizione, in una logica trasportistica <strong>di</strong> costo<br />

minimo (modelli localizzativi <strong>di</strong> Weber, Isard, Chistaller e altri) sarà tanto più elevato<br />

quanto più bassa risulterà la somma delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> complessive: nel caso in esame la<br />

posizione più vantaggiosa compete a Enna (744); la più svantaggiosa a Trapani (1542<br />

km).<br />

I<br />

F<br />

Figura 16 I capoluoghi <strong>di</strong><br />

provincia della regione<br />

Sicilia.<br />

B<br />

D<br />

C<br />

Può<br />

conveniente,<br />

risultare<br />

per<br />

A<br />

raffronti con altre<br />

G<br />

H<br />

situazioni, esprimere il<br />

valore della posizione<br />

quale percentuale della<br />

<strong>di</strong>stanza complessiva<br />

minima o <strong>di</strong> quella<br />

massima, ed integrare il<br />

quadro informativo con l’in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel. Quest’ultimo è dato dal rapporto tra la<br />

sommatoria <strong>di</strong> tutte le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e la <strong>di</strong>stanza complessiva <strong>di</strong> una prefissata località i;<br />

l’in<strong>di</strong>ce in questione è una misura sintetica <strong>di</strong>retta dell’accessibilità: cresce al crescere del<br />

valore <strong>di</strong> posizione. Or<strong>di</strong>nando i risultati per valori decrescenti della posizione si<br />

configura questo assetto gerarchico:<br />

E


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

33<br />

Capoluoghi Totali % min % max In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel<br />

Enna 744.0 100.0 48.2 12.6<br />

Caltanissetta 754.0 101.0 48.9 12.4<br />

Agrigento 904.0 122.0 58.6 10.4<br />

Catania 913.0 123.0 59.2 10.3<br />

Ragusa 970 130.0 62.9 9.7<br />

Siracusa 1132 152.0 73.4 8.3<br />

Palermo 1147 154.0 74.4 8.2<br />

Messina 1256.0 169.0 81.5 7.5<br />

Trapani 1542 207.0 100.0 6.1<br />

Il secondo passo da compiere consiste nella presa in esame <strong>di</strong> matrici delle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> più in linea con la realtà geografica, come quelle stradali, e <strong>di</strong> assegnare a quelle<br />

secondo linee rette il ruolo <strong>di</strong> termini <strong>di</strong> riferimento o <strong>di</strong> metri <strong>di</strong> misura.<br />

La nuova matrice (punto 2 del prospetto 2), pur sempre simmetrica come la<br />

precedente, conferma la centralità <strong>di</strong> Enna e la perifericità <strong>di</strong> Trapani, nel contempo<br />

variano in maniera apprezzabile i livelli <strong>di</strong> perifericità e si mo<strong>di</strong>ficano alcune posizioni<br />

nella graduatoria del valore <strong>di</strong> posizione (esempi Agrigento e Catania):<br />

Capoluoghi % min % max In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel<br />

Enna 100.0 49.5 12.0<br />

Caltanissetta 102.0 50.7 11.8<br />

Catania 110.0 54.5 10.9<br />

Agrigento 117.0 57.9 10.3<br />

Ragusa 131.0 65.0 9.2<br />

Siracusa 140.0 69.5 8.6<br />

Palermo 141.0 69.8 8.6<br />

Messina 161.0 79.8 7.5<br />

Trapani 202.0 100.0 6.0<br />

Il confronto tra la matrice delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali e quella per linee rette si traduce<br />

in una nuova matrice (punto 31 del prospetto 2), quella degli in<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> efficienza stradale:<br />

l'efficienza della rete stradale che interconnette i capoluoghi siciliani appare modesta;<br />

infatti, l'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficienza nella me<strong>di</strong>a si attesta sul valore <strong>di</strong> 74.8%, con moderate<br />

variazioni tra il caso più favorevole, quello <strong>di</strong> Catania (79.7%), e il caso peggiore, quello<br />

<strong>di</strong> Caltanissetta (70.8%). Volendo considerare singoli collegamenti. quello più rettilineo<br />

appare il tracciato Catania-Siracusa, invece la palma del più sinuoso compete a Enna-<br />

Caltanissetta.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

34<br />

L’apprezzamento del valore <strong>di</strong> posizione può ispirarsi a modalità <strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong><br />

considerare le <strong><strong>di</strong>stanze</strong>: lineari (logica della me<strong>di</strong>ana, o della scelta ottimale secondo<br />

Isard); elevate al quadrato (logica del baricentro, o della scelta ottimale secondo Weber),<br />

elevate a –1 (logica del potenziale e dei modelli gravitazionali); funzioni non lineari con<br />

andamenti crescenti o decrescenti). Omettendo per brevità le matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> al<br />

quadrato, si ottiene il quadro informativo del prospetto xxx.<br />

In merito, si osserva: le colonne A e C, come già visto in precedenza, propongono<br />

una misura del grado <strong>di</strong> perifericità o <strong>di</strong> centralità con l’assegnare al capoluogo con<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> complessive minime il valore l00 e ai restanti valori sempre superiori a l00, in<br />

proporzione alle corrispondenti <strong><strong>di</strong>stanze</strong> complessive: il contrario vale per le colonne B e<br />

D che riportano misure del grado <strong>di</strong> centralità con l00 quale valore massimo.<br />

Operando con <strong><strong>di</strong>stanze</strong> lineari, il valore l00 compete comunque al capoluogo in<br />

posizione me<strong>di</strong>ana; con <strong><strong>di</strong>stanze</strong> elevate al quadrato, al capoluogo in posizione<br />

baricentrica: nel caso della Sicilia le due posizioni coincidono in Enna.<br />

Il passaggio dalle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> per linee rette a quelle stradali comporta, siano esse<br />

lineari o elevate al quadrato. un rilevante incremento <strong>di</strong> centralità per Catania (9 e 13),<br />

seguita da Palermo e Siracusa, tutti capoluoghi perimetrali; per contro, è rilevante il<br />

decremento per Caltanissetta, tipico capoluogo interno. Inoltre, si attenua la centralità<br />

anche <strong>di</strong> Enna se si osserva il prevalere <strong>di</strong> valori positivi nelle colonne E, riservate alle<br />

<strong>di</strong>fferenze dei gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> centralità.<br />

Il tutto porta a riconoscere nell’assetto stradale siciliano scelte umane e<br />

con<strong>di</strong>zioni naturali che premiano i capoluoghi metropolitani, Catania e Palermo, mentre<br />

ostacolano Caltanissetta, Enna e Ragusa (-1 per le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> lineari). Infine, il confronto<br />

delle due sezioni porta a sottolineare la non perfetta corrispondenza, ad esempio in<br />

termini <strong>di</strong> correlazione, tra <strong><strong>di</strong>stanze</strong> lineari e al quadrato: pertanto le seconde dovrebbero<br />

essere impiegate soltanto in seguito a scelte motivate.<br />

Quanto esposto finora ha significato soltanto se si attribuisce ai singoli<br />

capoluoghi la stessa importanza. Rinunciando a questa ipotesi semplificatrice le case<br />

cambiano in maniera significativa. Supponiamo <strong>di</strong> voler localizzare in uno <strong>di</strong> questi<br />

capoluoghi un’attività <strong>di</strong> servizio che si offre a tutta la popolazione residente nelle varie<br />

province, nelle quali si addensa per intero nei capoluoghi; assumiamo, inoltre, queste altre<br />

ipotesi:<br />

a) si utilizzano <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali;<br />

b) il costo <strong>di</strong> accesso è <strong>di</strong>rettamente proporzionale alla <strong>di</strong>stanza:<br />

c) la tariffa <strong>di</strong> trasporto è unitaria;<br />

d) la popolazione è quella residente al censimento 1991 ed è in<strong>di</strong>cata in milioni<br />

<strong>di</strong> abitanti.<br />

Effettuati i calcoli richiesti (prodotti pi<strong>di</strong>j) si ottiene la matrice, riportata nel<br />

prospetto 3, che presenta quale elemento <strong>di</strong> novità la non simmetria rispetto alla<br />

<strong>di</strong>agonale. Inoltre, il costo totale <strong>di</strong> accesso per i vari capoluoghi, a ben vedere, non è<br />

altro che il valore dell’isodapana che passa per i suddetti: l’isodapana minima compete a


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

35<br />

Palermo che pertanto occupa la posizione me<strong>di</strong>ana e risulta il capoluogo più centrale;<br />

all’estremo opposto si colloca Siracusa.<br />

In breve: la fisionomia dei valori <strong>di</strong> posizione risulta del tutto stravolta (in termini<br />

statistici si potrebbe <strong>di</strong>re che la correlazione è irrilevante) e si coglie un assetto<br />

bipolarizzato (Palermo e Catania), mentre con le sole <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali l’assetto risultava<br />

monopolarizzato:<br />

Costo totale Dm % min % max<br />

Palermo 470.5 94.7 100 38.4<br />

Agrigento 485.2 97.7 103 39.6<br />

Messina 565 114 120 46.1<br />

Trapani 583 117 124 47.6<br />

Catania 600.7 121 128 49.1<br />

Ragusa 738 149 157 60.3<br />

Enna 867.9 175 184 70.9<br />

Caltanissetta 943.7 190 201 77.1<br />

Siracusa 1225 247 260 100


95<br />

95<br />

90<br />

85<br />

90<br />

85<br />

75<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

65<br />

60<br />

75<br />

65<br />

60<br />

55<br />

55<br />

50<br />

50<br />

48.199<br />

55<br />

49.4982<br />

55<br />

60<br />

60<br />

65<br />

36<br />

65<br />

70<br />

80<br />

Figura 17Distanze<br />

me<strong>di</strong>e secondo linee<br />

rette in % del massimo.<br />

Figura 18 Distanze<br />

me<strong>di</strong>e stradali in %<br />

del massimo.


95<br />

95<br />

90<br />

90<br />

85<br />

80<br />

80<br />

70<br />

60<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

75<br />

50<br />

45<br />

70<br />

37.7958<br />

69.2994<br />

75<br />

37<br />

45<br />

80<br />

50<br />

60<br />

Figura 19Distanze<br />

me<strong>di</strong>e proporzionali<br />

alle ra<strong>di</strong>ci quadrate<br />

delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

in % del massimo.<br />

Figura 20 Distanze<br />

me<strong>di</strong>e stradali<br />

ponderate con la<br />

popolazione residente<br />

in % del massimo.


30<br />

29.0308<br />

35<br />

45<br />

55<br />

65<br />

70<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

90<br />

95<br />

55<br />

50<br />

Prospetto 2 Sicilia: matrici delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> e dell'in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficienza.<br />

45<br />

38<br />

Figura 21 Flussi in<br />

ingresso dei potenziali<br />

demografici, computati<br />

con <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali, in<br />

% del massimo.<br />

1- Distanze secondo linee rette<br />

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali % min %<br />

max<br />

Agrigento A 0 44 129 62 184 96 101 156 132 904 122.0 58.6<br />

Caltanissetta B 44 0 88 19 140 101 82 123 156 754 101.0 48.9<br />

Catania C 129 88 0 72 81 175 73 54 240 913 123.0 59.2<br />

Enna D 62 19 72 0 122 109 80 112 169 744 100.0 48.2<br />

Messina E 184 140 81 122 0 190 154 123 262 1256 169.0 81.5<br />

Palermo F 96 101 175 109 190 0 183 220 73 1147 154.0 74.4<br />

Ragusa G 101 82 73 80 154 183 0 65 232 970 130.0 62.9<br />

Siracusa H 156 123 54 112 123 220 65 0 279 1132 152.0 73.4<br />

Trapani I 132 156 240 169 262 73 232 279 0 1542 207.0 100.0<br />

45<br />

40<br />

Totali 904 753 912 745 1256 1147 970 1132 1543 9362<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel 10.36 12.43 10.27 12.57 7.45 8.16 9.65 8.27 6.07


2- <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

39<br />

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali % min<br />

Agrigento A 55 165 90 260 125 135 215 170 1215 117.0 57.9<br />

Caltanissetta B 55 110 35 205 125 130 165 240 1065 102.0 50.7<br />

Catania C 165 110 85 95 205 105 60 320 1145 110.0 54.5<br />

Enna D 90 35 85 180 135 130 140 245 1040 100.0 49.5<br />

Messina E 260 205 95 180 235 200 155 345 1675 161.0 79.8<br />

Palermo F 125 125 205 135 235 270 260 110 1465 141.0 69.8<br />

Ragusa G 135 130 105 130 200 270 95 300 1365 131.0 65.0<br />

Siracusa H 215 165 60 140 155 260 95 370 1460 140.0 69.5<br />

Trapani I 170 240 320 245 345 110 300 370 2100 202.0 100.0<br />

Totali 1215 1065 1145 1040 1675 1465 1365 1460 2100 12530<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel 10.31 11.77 10.94 12.05 7.48 8.55 9.18 8.58 5.97<br />

3- in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> efficienza per 100 - <strong><strong>di</strong>stanze</strong> lineari<br />

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali % min %<br />

max<br />

Agrigento A 80.0 78.2 68.9 70.8 76.8 74.8 72.6 77.6 74.4 105.1 93.3<br />

Caltanissetta B 80.0 80.0 54.3 68.3 80.8 63.1 74.5 65.0 70.8 100.0 88.8<br />

Catania C 78.2 80.0 84.7 85.3 85.4 69.5 90.0 75.0 79.74 112.6 100.0<br />

Enna D 68.9 54.3 84.7 67.8 80.7 61.5 80.0 69.0 71.54 101.0 89.7<br />

Messina E 70.8 68.3 85.3 67.8 80.9 77.0 79.4 75.9 74.99 105.9 94.0<br />

Palermo F 76.8 80.8 85.4 80.7 80.9 67.8 84.6 66.4 78.29 110.6 98.2<br />

Ragusa G 74.8 63.1 69.5 61.5 77.0 67.8 68.4 77.3 71.06 100.4 89.1<br />

Siracusa H 72.6 74.5 90.0 80.0 79.4 84.6 68.4 75.4 77.53 109.5 97.2<br />

Trapani I 77.6 65.0 75.0 69.0 75.9 66.4 77.3 75.4 73.43 103.7 92.1<br />

max 80.0 80.8 90.0 84.7 85.3 85.4 77.3 90.0 77.6<br />

min 68.9 54.3 69.5 54.3 67.8 66.4 61.5 68.4 65.0<br />

%<br />

max


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Prospetto 3 Centralità dei capoluoghi provinciali della regione Sicilia.<br />

40<br />

Intitolazione delle colonne<br />

A (linee rette): 100 <strong><strong>di</strong>stanze</strong> totali/min; B (linee rette): 100 (100 A/max); C (stradali): 100 <strong><strong>di</strong>stanze</strong><br />

totali/min; D (stradali): 100 (100 A/min); E: colonna D - colonna B.<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> lineari <strong><strong>di</strong>stanze</strong> elevate al quadrato<br />

capoluoghi A B C D E A B C D E<br />

Agrigento 122 82 117 86 4 140 71 131 76 5<br />

Caltanissetta 101 99 102 98 -1 103 97 107 93 -4<br />

Catania 123 81 110 91 10 159 63 131 76 13<br />

Enna 100 100 100 100 0 100 100 100 100 0<br />

Messina 169 59 161 62 3 261 38 238 42 4<br />

Palermo 154 65 141 71 6 221 45 183 55 10<br />

Ragusa 130 77 131 76 -1 172 58 168 60 2<br />

Siracusa 152 66 140 71 5 240 42 204 49 7<br />

Trapani 207 48 202 50 2 399 25 371 27 2<br />

Prospetto 4 L’accessibilità.<br />

Prodotti della popolazione, in milioni <strong>di</strong> abitanti, per le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali.<br />

Pop. A B C D E F G H I<br />

Agrigento 0.43 A 0.0 23.5 70.4 38.4 110.9 53.3 57.6 91.7 72.5<br />

Caltanissetta 1.22 B 67.4 0.0 134.7 42.9 251.1 153.1 159.2 202.1 293.9<br />

Catania 0.65 C 106.7 71.2 0.0 55.0 61.5 132.6 67.9 38.8 207.0<br />

Enna 0.48 D 42.9 16.7 40.5 0.0 85.7 64.3 61.9 66.7 116.7<br />

Messina 0.28 E 72.4 57.0 26.4 50.1 0.0 65.4 55.7 43.1 96.0<br />

Palermo 0.19 F 23.3 23.3 38.2 25.1 43.8 0.0 50.3 48.4 20.5<br />

Ragusa 1.04 G 139.8 134.6 108.7 134.6 207.1 279.6 0.0 98.4 310.7<br />

Siracusa 0.29 H 62.3 47.8 17.4 40.6 44.9 75.3 27.5 0.0 107.2<br />

Trapani 0.40 I 68.3 96.5 128.6 98.5 138.7 44.2 120.6 148.7 0.0<br />

Totali 4.97 583.0 470.5 565.0 485.2 943.7 867.9 600.7 738.0 1224.5<br />

Dm 117.4 94.7 113.8 97.7 190.0 174.8 121.0 148.6 246.6<br />

Ra<strong>di</strong>ce quadrata delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

A B C D E F G H I Totali % min % max<br />

Agrigento A 0.0 7.4 12.8 9.5 16.1 11.2 11.6 14.7 13.0 96.4 108.8 75.5<br />

Caltanissetta B 7.4 0.0 10.5 5.9 14.3 11.2 11.4 12.8 15.5 89.1 100.6 69.7


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

41<br />

Catania C 12.8 10.5 0.0 9.2 9.7 14.3 10.2 7.7 17.9 92.5 104.5 72.4<br />

Enna D 9.5 5.9 9.2 0.0 13.4 11.6 11.4 11.8 15.7 88.5 100.0 69.3<br />

Messina E 16.1 14.3 9.7 13.4 0.0 15.3 14.1 12.4 18.6 114.1 128.9 89.4<br />

Palermo F 11.2 11.2 14.3 11.6 15.3 0.0 16.4 16.1 10.5 106.7 120.5 83.5<br />

Ragusa G 11.6 11.4 10.2 11.4 14.1 16.4 0.0 9.7 17.3 102.3 115.5 80.1<br />

Siracusa H 14.7 12.8 7.7 11.8 12.4 16.1 9.7 0.0 19.2 104.6 118.2 82<br />

Trapani I 13.0 15.5 17.9 15.7 18.6 10.5 17.3 19.2 0.0 127.7 144.2 100<br />

Totali 96.4 89.1 92.5 88.5 114.1 106.7 102.3 104.6 127.7 921.9 1041.2<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel 9.6 10.4 10.0 10.4 8.1 8.6 9.0 8.8 7.2<br />

Costo <strong>di</strong> accesso con tariffe proporzionali alle ra<strong>di</strong>ci quadrate delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

Pop. A B C D E F G H I<br />

Agrigento 0.43 A 0.0 3.2 5.5 4.0 6.9 4.8 5.0 6.3 5.6<br />

Caltanissetta 1.22 B 9.1 0.0 12.8 7.2 17.5 13.7 14.0 15.7 19.0<br />

Catania 0.65 C 8.3 6.8 0.0 6.0 6.3 9.3 6.6 5.0 11.6<br />

Enna 0.48 D 4.5 2.8 4.4 0.0 6.4 5.5 5.4 5.6 7.5<br />

Messina 0.28 E 4.5 4.0 2.7 3.7 0.0 4.3 3.9 3.5 5.2<br />

Palermo 0.19 F 2.1 2.1 2.7 2.2 2.9 0.0 3.1 3.0 2.0<br />

Ragusa 1.04 G 12.0 11.8 10.6 11.8 14.6 17.0 0.0 10.1 17.9<br />

Siracusa 0.29 H 4.2 3.7 2.2 3.4 3.6 4.7 2.8 0.0 5.6<br />

Trapani 0.40 I 5.2 6.2 7.2 6.3 7.5 4.2 7.0 7.7 0.0<br />

Totali 4.97 50.0 40.6 48.1 44.7 65.7 63.4 47.8 56.9 74.2<br />

D me<strong>di</strong>e 0.52 0.46 0.52 0.50 0.58 0.59 0.47 0.54 0.58<br />

potenziali <strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

A B C D E F G H I<br />

Agrigento A 0.018 0.006 0.011 0.004 0.008 0.007 0.005 0.006<br />

Caltanissetta B 0.018 0.009 0.029 0.005 0.008 0.008 0.006 0.004<br />

Catania C 0.006 0.009 0.012 0.011 0.005 0.010 0.017 0.003<br />

Enna D 0.011 0.029 0.012 0.006 0.007 0.008 0.007 0.004<br />

Messina E 0.004 0.005 0.011 0.006 0.004 0.005 0.006 0.003<br />

Palermo F 0.008 0.008 0.005 0.007 0.004 0.004 0.004 0.009<br />

Ragusa G 0.007 0.008 0.010 0.008 0.005 0.004 0.011 0.003<br />

Siracusa H 0.005 0.006 0.017 0.007 0.006 0.004 0.011 0.003<br />

Trapani I 0.006 0.004 0.003 0.004 0.003 0.009 0.003 0.003<br />

Totali<br />

Me<strong>di</strong>e armoniche delle<br />

0.065 0.087 0.072 0.083 0.043 0.049 0.055 0.058 0.035<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> (n = 8) 122.8 92.3 111.7 96.0 184.3 162.7 145.8 137.8 226.7


Potenziali popolazione/<strong><strong>di</strong>stanze</strong> stradali<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

42<br />

Pop. A B C D E F G H I<br />

Agrigento 0.43 A 0.000 0.008 0.003 0.005 0.002 0.003 0.003 0.002 0.003<br />

Caltanissetta 1.22 B 0.022 0.000 0.011 0.035 0.006 0.010 0.009 0.007 0.005<br />

Catania 0.65 C 0.004 0.006 0.000 0.008 0.007 0.003 0.006 0.011 0.002<br />

Enna 0.48 D 0.005 0.014 0.006 0.000 0.003 0.004 0.004 0.003 0.002<br />

Messina 0.28 E 0.001 0.001 0.003 0.002 0.000 0.001 0.001 0.002 0.001<br />

Palermo 0.19 F 0.001 0.001 0.001 0.001 0.001 0.000 0.001 0.001 0.002<br />

Ragusa 1.04 G 0.008 0.008 0.010 0.008 0.005 0.004 0.000 0.011 0.003<br />

Siracusa 0.29 H 0.001 0.002 0.005 0.002 0.002 0.001 0.003 0.000 0.001<br />

Trapani 0.40 I 0.002 0.002 0.001 0.002 0.001 0.004 0.001 0.001 0.000<br />

Potenziali (abitanti per km) 4.97 0.045 0.041 0.039 0.062 0.026 0.030 0.029 0.038 0.018<br />

Me<strong>di</strong>e armoniche delle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> ponderate con la<br />

popolazione 109.3 119.7 127.0 80.2 190.5 167.3 172.0 130.4 271.2


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Distanze e mosaici amministrativi<br />

43<br />

In occasione delle Giornate <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o sulla <strong>Geografia</strong> Politica e sulla Geoplitica,<br />

organizzate dalla Società Geografica Italiana nel marzo 1993 (Ferro, 1995) lo scrivente<br />

esprimeva la ferma convinzione della specifica rilevanza, in seno alla geografia politica,<br />

dello stu<strong>di</strong>o dei mosaici amministrativi con il superamento del tra<strong>di</strong>zionale approccio —<br />

vincolato alle proprietà misurabili delle aree come contenitori oppure quali singole unità<br />

<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o — tramite l’esplicitazione della loro forma funzionale (Massimi, 1994) e ancor<br />

più della <strong>di</strong>stribuzione nel territorio nazionale delle singole tessere, o <strong>di</strong> particolari<br />

aggregati, per i riflessi in termini <strong>di</strong> privilegio o <strong>di</strong> ingiustizia spaziale che le<br />

configurazioni esistenti impongono ai citta<strong>di</strong>ni residenti nelle unità amministrative<br />

<strong>di</strong>stinte per livelli gerarchici, come i comuni rispetto alle province (Massimi, 1995).<br />

Alla luce <strong>di</strong> questa premessa si precisa che i mosaici amministrativi sono, in<br />

concreto, sud<strong>di</strong>visioni alquanto particolari dello spazio geografico, in ragione della<br />

univocità della loro definizione spaziale e funzionale – una sorta <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zione eccezionale<br />

nel complesso quadro definitorio del settore (Da Pozzo, 1978) –, sia quando essi<br />

mosaici sono visti nel loro insieme all'interno <strong>di</strong> un organismo statale, sia allorché sono<br />

esaminati in<strong>di</strong>vidualmente e sia, infine, nel momento in cui sono considerati quali<br />

aggregati <strong>di</strong> tessere <strong>di</strong> rango inferiore.<br />

territorio<br />

centro capoluogo<br />

confine<br />

Figura 22 Elementi spaziali costitutivi <strong>di</strong> una tessera elementare in un mosaico amministrativo<br />

La qualità <strong>di</strong> una tessera si completa chiamando in causa i poteri spaziali attribuiti dalle leggi vigenti e i<br />

contenuti sociali,culturali, economici ed ambientali (ivi inclusi i segni storici) che in essa si rinvengono.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

44<br />

L'univocità <strong>di</strong>scende dalla loro esistenza in virtù <strong>di</strong> atti d'imperio del potere<br />

politico, che precisa <strong>di</strong> ciascun mosaico l'estensione areale, o superficie territoriale, la<br />

linea <strong>di</strong> confine, le norme <strong>di</strong> comportamento (e le sanzioni per i trasgressori) cui si<br />

devono adeguare gli in<strong>di</strong>vidui e le comunità organizzate, residenti o meno, nelle loro<br />

azioni, amministrativamente rilevanti all'interno del territorio <strong>di</strong> riferimento (figura 23).<br />

Figura 23 Il mosaico<br />

amministrativo delle province<br />

siciliane.<br />

I<br />

F<br />

D<br />

C<br />

Altro elemento<br />

<strong>di</strong>stintivo, seppure con<br />

A B<br />

qualche rara deroga, è<br />

l'accentuata polarizzazione,<br />

conseguente all'accen-<br />

H tramento delle funzioni in<br />

G<br />

un luogo del tutto singolare,<br />

ben <strong>di</strong>stinto da tutti gli altri<br />

con la qualifica <strong>di</strong> capoluogo,<br />

tale per atto<br />

legislativo (sulla rilevanza geografica ed economica: Nice, 1958 rist. 1991, pp. 156-161).<br />

Nel contempo, le tessere dei mosaici amministrativi sono i luoghi<br />

elementari <strong>di</strong> uno stato del quale, osserva Agnew (1991, p. 43), costituiscono la<br />

geografia della sua egemonia, sicché "lo stato sopravvive e prospera nella misura<br />

in cui può tenere insieme quella coalizione territoriale <strong>di</strong> luoghi che gli conferisce<br />

forma geografica".<br />

Lo spazio amministrativo, inoltre, per sua natura è assolutamente preciso,<br />

determinato e vincolato: i comportamenti anomali sono soggetti a sanzione, e le pur<br />

sempre possibili contestazioni territoriali sono rigidamente inquadrate e risolte lungo<br />

prefissati itinerari processuali e legislativi.<br />

Tutto ciò in sta<strong>di</strong> storici evoluzionari; durante le rivoluzioni, le guerre e i conflitti<br />

etnici – è il triste caso della ex Jugoslavia in questi ultimi anni – l'incertezza del <strong>di</strong>ritto si<br />

riflette nella forma "sfuocata" degli stati e del loro <strong>di</strong>segno interno.<br />

Tuttavia, la precisione delle linee <strong>di</strong> confine non implica semplicità delle trame<br />

amministrative, specie nei Paesi sorti, come l'Italia e la Germania, dalla fusione <strong>di</strong><br />

precedenti unità statali, <strong>di</strong>fformi per criteri <strong>di</strong> organizzazione amministrativa (ad esempio<br />

lo Stato della Chiesa e quello Sabaudo nell'Italia preunitaria), e in quelli con brusche<br />

variazioni locali del carico demografico e delle risorse.<br />

Al riguardo si richiamano, da un lato, le lunghe e pazienti ricerche applicative<br />

tese verso più razionali <strong>di</strong>segni dei mosaici amministrativi svolte da Christaller prima,<br />

E


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

45<br />

durante e dopo l'ultimo conflitto mon<strong>di</strong>ale (rassegna in Preston, 1985) per la Germania e<br />

da Ferro (1979 e 1993) e Scotoni (1979) per l’Italia, in tempi più recenti, che avrebbero<br />

meritato più ampio seguito.<br />

Per un altro verso, è in<strong>di</strong>spensabile sottolineare l'abbondantissima letteratura in<br />

tema <strong>di</strong> localizzazione/assegnazione, quasi sempre <strong>di</strong>rettamente correlabile con i mosaici<br />

amministrativi e con l'accessibilità quale concetto pervasivo (per un primo orientamento;<br />

in Wilson e Bennett, 1985, criteri analitici e vasta bibliografia; approfon<strong>di</strong>menti in<br />

Hanson e Schwab, 1987).<br />

Lo Stato per specifici fatti amministrativi – come la giustizia e le imposte - può<br />

attribuire ai suoi uffici periferici – competenza territoriale su aggregati <strong>di</strong> tessere<br />

elementari tutte ricadenti in un dato mosaico amministrativo, o in casi eccezionali su parti<br />

<strong>di</strong> tessere elementari. Esempi al riguardo sono le giuris<strong>di</strong>zioni territoriali delle preture, dei<br />

tribunali, delle corti d’appello, o degli uffici <strong>di</strong>strettuali delle imposte <strong>di</strong>rette, che vanno<br />

intese come aggregati amministrativi.<br />

Gli aggregati su base amministrativa sono, invece, gli aggregati <strong>di</strong> tessere<br />

conseguenti alla formazione <strong>di</strong> insiemi omogenei per finalità non amministrative, almeno<br />

nelle prime intenzioni (salvo poi caricarsi <strong>di</strong> ben altre attribuzioni per l’inerzia polticoburocratica),<br />

ma per esigenze <strong>di</strong>verse, quali la raccolta <strong>di</strong> informazioni statistiche (le<br />

regioni agrarie costituiscono un esempio <strong>di</strong> tali insiemi).<br />

Gli aggregati interamministrativi, sono simili ai precedenti, salvo la possibilità<br />

<strong>di</strong> riunire tessere elementari appartenenti a mosaici <strong>di</strong>versi (i sistemi locali del lavoro,<br />

proposti dall’ISTAT-IRPET nel 1986 e nel 1991, offrono in merito un’ampia casistica).<br />

Completate queste succinte considerazioni preliminari si prende in<br />

considerazione quale caso concreto il mosaico delle province siciliane per rilevare in esso<br />

l’esistenza <strong>di</strong> unità contigue, quelle che hanno un confine in comune, e non contigue,<br />

quelle prive <strong>di</strong> un confine in comune.<br />

Graficamente, la sussistenza <strong>di</strong> una relazione <strong>di</strong> contiguità, si esprime con un arco<br />

che attraversa le linee comuni <strong>di</strong> confine in maniera da collegare due punti posizionati<br />

all’interno <strong>di</strong> tessere contigue (per semplicità sono stati utilizzati i capoluoghi <strong>di</strong><br />

provincia, ma il fatto è del tutto ininfluente). Effettuate tutte le operazioni, ed eliminato il<br />

contorno amministrativo, si ottiene un grafico del tutto particolare, costituito da punti<br />

nodali nei quali convergono gli archi che esprimono le relazioni <strong>di</strong> contiguità. Tale<br />

grafico prende il nome <strong>di</strong> grafo duale del mosaico amministrativo Province Siciliane.<br />

Uguali contenuti informativi circa le relazioni <strong>di</strong> contiguità sono presenti nella<br />

matrice riportata nel prospetto zzzz, costruita confrontando ciascuna provincia con tutte le<br />

restanti ed assegnando il valore 1 quando sussiste la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> contiguità e il valore<br />

zero in caso contrario.<br />

Le sommatorie secondo le righe (o secondo le colonne) in<strong>di</strong>cano il numero<br />

complessivo, o contact number (cn in forma abbreviata) delle relazioni <strong>di</strong> contiguità. Nel


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

46<br />

caso delle province siciliane i valori più elevati competono a Palermo, Caltanissetta e<br />

Catania (cn pari a 5), i valori più bassi a Siracusa e Trapani (cn pari a 2).<br />

La matrice in questione contiene importanti informazioni implicite, enucleabili<br />

con la procedura matematica delle potenze. In particolare, la <strong>di</strong>stanza minima, in termini<br />

<strong>di</strong> archi, necessari per collegare due prefissate unità amministrative. La <strong>di</strong>stanza più<br />

elevata nel caso d’esempio è quella che intercorre tra Siracusa e Trapani.<br />

Prospetto 5 Matrice <strong>di</strong> contiguità tra le province siciliane<br />

1. Matrice <strong>di</strong> contiguità.<br />

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali<br />

Agrigento A 0 1 0 0 0 1 0 0 1 3<br />

Caltanissetta B 1 0 1 1 0 1 1 0 0 5<br />

Catania C 0 1 0 1 1 0 1 1 0 5<br />

Enna D 0 1 1 0 1 1 0 0 0 4<br />

Messina E 0 0 1 1 0 1 0 0 0 3<br />

Palermo F 1 1 0 1 1 0 0 0 1 5<br />

Ragusa G 0 1 1 0 0 0 0 1 0 3<br />

Siracusa H 0 0 1 0 0 0 1 0 0 2<br />

Trapani I 1 0 0 0 0 1 0 0 0 2<br />

Totali 3 5 5 4 3 5 3 2 2 32<br />

2. Configurazione della matrice <strong>di</strong> contiguità dopo aver calcolato le potenze della matrice iniziale; l’elemento<br />

generico <strong>di</strong>j in<strong>di</strong>ca la <strong>di</strong>stanza minima intercorrente tra le province i e j in termini <strong>di</strong> linee <strong>di</strong> confine. La<br />

<strong>di</strong>stanza massima (4 nel caso d’esempio, tra Siracusa e Trapani) prende il nome <strong>di</strong> numero <strong>di</strong> Konig ed<br />

in<strong>di</strong>vidua il <strong>di</strong>ametro della matrice.<br />

Capoluoghi A B C D E F G H I Totali<br />

Agrigento A 0 1 2 2 2 1 2 3 1 14<br />

Caltanissetta B 1 0 1 1 2 1 1 2 2 11<br />

Catania C 2 1 0 1 1 2 1 1 3 12<br />

Enna D 2 1 1 0 1 1 2 2 2 12<br />

Messina E 2 2 1 1 0 1 2 2 2 13<br />

Palermo F 1 1 2 1 1 0 2 3 1 12<br />

Ragusa G 2 1 1 2 2 2 0 1 3 14<br />

Siracusa H 3 2 1 2 2 3 1 0 4 18<br />

Trapani I 1 2 3 2 2 1 3 4 0 18<br />

Totali 14 11 12 12 13 12 14 18 18 124<br />

In<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Shimbel 8.9 11 10 10 9.5 10 8.9 6.9 6.9


I<br />

I<br />

Cenni sui grafi in geografia<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

F<br />

F<br />

A<br />

A<br />

B<br />

B<br />

D<br />

D<br />

47<br />

G<br />

G<br />

C<br />

C<br />

H<br />

H<br />

E<br />

E<br />

Figura 24 Relazioni <strong>di</strong><br />

contiguità tra le province<br />

siciliane.<br />

Figura 25 Grafo duale delle<br />

province siciliane.<br />

In estrema sintesi un grafo è una rappresentazione grafica costituita da un insieme<br />

<strong>di</strong> simboli puntiformi, i vertici o no<strong>di</strong> V, e simboli lineari, gli archi o percorsi E, che<br />

esprimono le relazioni che sussistono tra i punti nodali.<br />

Esistono due tipi fondamentali <strong>di</strong> grafi: i grafi planari sono quelli nei quali gli<br />

archi non si intersecano; i grafi planari sono quelli nei quali le intersezioni sono<br />

consentite.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

48<br />

Le strutture fondamentali sono tre: i no<strong>di</strong> isolati; gli alberi costituiti da sequenze<br />

<strong>di</strong> no<strong>di</strong> e archi che non si chiudono a limitare uno spazio interno; i circuiti, formati da<br />

almeno tre no<strong>di</strong> interconnessi in maniera da delimitare uno spazio interno.<br />

Varianti particolari sono i grafi orientati, nei quali le relazioni vanno da un nodo<br />

ad un altro,<br />

.<br />

Figura 26 Esempi <strong>di</strong> grafi.<br />

Per i grafi planari la relazione fondamentale, dovuta ad Eulero, impone (Johnson<br />

e Glenn, 1972)<br />

V - E + C = 2<br />

per grafi completi. Da essa si deriva un insieme <strong>di</strong> misure topologiche elementari (il<br />

numero ciclomatico, gli in<strong>di</strong>ci alfa, beta e gamma, ad esempio; applicazioni in Celant,<br />

1974 e Buzzetti e Staluppi, 1976) o complesse (Haggett e Chorley, 1969, pp. 35-47;<br />

Unwin, 1986, pp. 126-178) molto interessanti, ma non sempre utilizzabili correttamente<br />

nei casi concreti.<br />

completare<br />

I<br />

F<br />

A<br />

B<br />

D<br />

G<br />

H<br />

C<br />

E


Figura 27 Esempio <strong>di</strong> grafo planare.<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

49<br />

I grafi planari sono qualificati da questi in<strong>di</strong>ci:<br />

numero ciclomatico µ = E-V+G<br />

in<strong>di</strong>ce α = µ/(2V-5);<br />

in<strong>di</strong>ce β = E/V;<br />

in<strong>di</strong>ce γ = E/3(n-2)<br />

Per il caso d’esempio, i vertici V sono 9, gli archi E sono 16, i circuiti C sono 8, mancano i subgrafi non<br />

connessi G; pertanto …..<br />

La legge <strong>di</strong> rifrazione nei trasporti<br />

Il punto <strong>di</strong> partenza per le considerazioni da sviluppare nel seguito è costituito da<br />

un fatto ben noto:su una superficie piana ed omogenea, perfettamente congruente con<br />

quella definita dagli assiomi <strong>di</strong> Euclide, la <strong>di</strong>stanza minima tra due luoghi puntiformi A e<br />

B è il segmento <strong>di</strong> retta AB.<br />

Questa considerazione svolge un ruolo fondamentale nella costruzione <strong>di</strong> modelli<br />

per interpretare l'organizzazione <strong>di</strong> paesaggi estremamente semplificati (esempi sono<br />

quelli proposti da Weber, Isard, Von Thünen e Christaller), ma deve essere abbandonata<br />

(seppure non del tutto eliminata per la sua attitu<strong>di</strong>ne a svolgere il ruolo <strong>di</strong> metro <strong>di</strong> misura<br />

degli scostamenti tra l'universo <strong>di</strong> Euclide e quello delle esperienze quoti<strong>di</strong>ane)<br />

allorquando si cerca <strong>di</strong> approssimare la complessità del mondo reale.<br />

A<br />

D<br />

E<br />

F<br />

G<br />

B<br />

C<br />

Mondo reale, quello della<br />

superficie terrestre, nel quale le<br />

stesse caratteristiche topografiche<br />

locali possono imporre uno<br />

scostamento dalla rettilineità per<br />

rendere minima la <strong>di</strong>stanza tra due<br />

luoghi separati da una barriera<br />

orografica (ve<strong>di</strong> figura xxx)<br />

Figura 28 Il percorso più breve su una<br />

superficie topografica <strong>di</strong>somogenea.<br />

Il percorso più breve tra A e B, in presenza <strong>di</strong> una barriera orografica non è necessariamente quello rettilineo<br />

(che si sviluppa sul tracciato ADEFGB); al contrario, può risultare più breve il percorso d’aggiramento ACB.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

50<br />

Distorsioni dalla rettilineità sono generate anche da altre barriere naturali, come i<br />

corsi d'acqua, per l'inadeguatezza delle risorse economiche e/o delle capacità tecniche. Al<br />

riguardo tutta una serie <strong>di</strong> illuminanti esempi si colgono esaminando i tracciati viari nella<br />

valle del Po, dell'A<strong>di</strong>ge o del Tevere, per limitarci ai nostri fiumi nazionali più importanti.<br />

In generale, è possibile omologare a rilievi tutte le barriere geografiche, confrontando le<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> effettive stradali ls con quelle rettilinee lr, ponendo le prime come lati <strong>di</strong><br />

triangoli che hanno per basi le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> rettilinee:<br />

l'intensità assoluta b della barriera geografica, in termini lineari risulta pari,<br />

(nell'esempio proposto in figura xxx si ottiene 3, 32 km, avendo ipotizzato una <strong>di</strong>stanza<br />

stradale <strong>di</strong> 12 km e una <strong>di</strong>stanza rettilinea <strong>di</strong> 10 km), a b = ((1/2ls) 2 +(1/2lr) 2 ) 0.5<br />

Da precisare che, in genere, sono preferite misure più semplici; quali gli<br />

in<strong>di</strong>catori finalizzati a valutare la sinuosità o l’efficienza.<br />

1 km<br />

Distanza<br />

stradale<br />

Distanza per<br />

linea retta<br />

A H<br />

B<br />

C<br />

Distanza<br />

stradale<br />

Figura 29 Apprezzamento in<br />

termini <strong>di</strong> barriere orografiche<br />

della sinuosità <strong>di</strong> una <strong>di</strong>stanza<br />

stradale.<br />

Deviazioni dalla<br />

rettilineità possono essere<br />

originate dal gioco tra<br />

interessi locali e interessi<br />

globali in presenza <strong>di</strong><br />

risorse limitate.<br />

Il problema è<br />

esemplificato dalla figura<br />

xxx che propone, al<br />

riguardo, il caso <strong>di</strong> tre località ABC <strong>di</strong> pari importanza e prive <strong>di</strong> collegamenti: la<br />

costruzione della rete AD, DB e DC risulterebbe punitiva per C; se, invece, ci si limitasse<br />

agli archi stradali AC e CB, risulterebbero svantaggiate A e B.<br />

A B<br />

C<br />

E<br />

D<br />

Figura 30 Viabilità e giustizia spaziale.<br />

Pertanto, se si esclude per<br />

motivi economici la possibilità <strong>di</strong><br />

collegamenti rettilinei tra le tre<br />

località, la soluzione più equa


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

51<br />

porta alla configurazione AE, EB e EC, nella quale K è un punto sulla congiungente CD<br />

che assicura l'uguaglianza delle barriere geografiche nella viabilità tra A, B e C (gli<br />

angoli AEC, CEB e AED devono essere uguali a 120°). L'arretramento dell'autostrada<br />

adriatica della linea <strong>di</strong> costa nel tratto Tortoreto-Pineto e nei pressi <strong>di</strong> Pescara risponde ad<br />

una tale problematica, perché appare giustificata non tanto da fattori fisici o esigenze<br />

urbanistiche, quanto dalla volontà <strong>di</strong> accostare l'autostrada a Teramo, Atri e Chieti.<br />

Finora abbiamo considerato sistemi unimodali <strong>di</strong> trasporto, ipotizzando<br />

implicitamente anche qualità omogenee. Nella realtà delle cose, invece, puo nascere<br />

l'alternativa tra modalità (ad esempio tra strada e ferrovia) o tra linee <strong>di</strong>verse dello stesso<br />

sistema: Pescara e Chieti Scalo sono collegate sia da una tratta della linea ferroviaria<br />

Pescara-Roma, e sia da due strade con capacità <strong>di</strong> traffico <strong>di</strong>verse, l'asse attrezzato<br />

dell'ASI Val Pescara, un'arteria <strong>di</strong> tipo autostradale a scorrimento veloce, e la S.S.<br />

Tiburtina-Valeria. Pertanto, lo spostamento <strong>di</strong> persone e <strong>di</strong> merci tra le due località è la<br />

conseguenza <strong>di</strong> un'operazione <strong>di</strong> scelta nella quale si pongono a confronto, in maniera piu<br />

o meno consapevole, una molteplicità <strong>di</strong> elementi <strong>di</strong> valutazione. Essi sono riconducibili<br />

alla convenienza economica, alla velocità (esprimibile per alcuni viaggiatori in termini<br />

monetari), alla sicurezza e all'amenità, e per contro allo stress della modalità prescelta.<br />

Gli anni Cinquanta e Sessanta hanno visto la ricerca territoriale, specie quella<br />

teorica, porre l’accento sugli aspetti più propriamente economici connessi agli spazi<br />

tariffari, rinnovando la stagione <strong>di</strong> ricerca dei primi anni del secolo, che aveva prodotto<br />

con le opere del Weber i frutti più significativi (ma rilevanti sono anche i contributi <strong>di</strong><br />

Hoover). Ora lo stu<strong>di</strong>oso <strong>di</strong> riferimento è Lösch (conosciuto soprattutto per via della<br />

traduzione in inglese, nel 1954, della sua opera principale), che si muove nel filone degli<br />

economisti <strong>di</strong> cultura tedesca…<br />

In via preliminare, si rammenta che già agli inizi del Novecento era stata notata la<br />

deviazione dalla rettilineità nelle linee viarie in presenza <strong>di</strong> ostacoli e la formazione <strong>di</strong><br />

spezzate i cui singoli segmenti si orientano in <strong>di</strong>rezione delle aree più semplici da<br />

attraversare (Werner, 1966; Haggett e Chorley, 1969, p.219), e che altri autori (in<br />

particolare il Palander, al quale si richiamano Paelinck e Nijkamp, 1975, p. 50) avevano<br />

rilevato le analogie tra la rifrazione nell’ottica e quella nei trasporti, tuttavia è al Lösch<br />

che si riconosce il merito <strong>di</strong> aver affrontato il problema in maniera esauriente e corretta.<br />

Terraferma<br />

N<br />

Scali interme<strong>di</strong> A B<br />

Mare<br />

M<br />

Figura 31 La legge <strong>di</strong> rifrazione<br />

negli spazi tariffari.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

52<br />

Il punto <strong>di</strong> partenza è costituito dalla constatazione che nel mondo dei trasporti si<br />

riconoscono fasce <strong>di</strong>stinguibili per tariffe <strong>di</strong>fferenziate o per velocità <strong>di</strong>verse, e<br />

conseguentemenete anche tempi <strong>di</strong> percorrenza <strong>di</strong>ssimili,. Le une e le altre implicano<br />

tracciati finali ottimali non rettilinei tra due località allorquando le stesse si icollocano in<br />

fasce non omogenee.<br />

Consideriamo, per primo, un esempio concreto, visualizzato in figura xxx, nella<br />

quale il collegamento tra i luoghi A e B può avvalersi <strong>di</strong> 10 alternative (ANB, …, AMB)<br />

che, in termini lineari, vanno dal minimo del tracciato rettilineo ANB al massimo del<br />

tracciato lungo i cateti, AM e BM, del triangolo rettangolo ABM.<br />

In termini <strong>di</strong> costo complessivo <strong>di</strong> trasporto, invece, tutte le alternative possono<br />

risultare ottimali se si ipotizzano due fasce tariffarie <strong>di</strong>verse, giustificate, ad esempio, da<br />

una prima fascia <strong>di</strong> attraversamento marittimo e da una seconda <strong>di</strong> attraversamento<br />

terrestre ( ve<strong>di</strong> figura).<br />

Simuliamo ora sei <strong>di</strong>verse combinazioni <strong>di</strong> tariffe per unità <strong>di</strong> <strong>di</strong>stanza:<br />

Tariffa 1 (10 via terra e 10 via mare)<br />

Tariffa 2 (10 via terra e 8 via mare)<br />

Tariffa 3 (10 via terra e 6 via mare)<br />

Tariffa 4 (10 via terra e 4 via mare)<br />

Tariffa 5 (10 via terra e 2 via mare)<br />

Tariffa 6 (10 via terra e 1 via mare)<br />

e calcoliamo i costi complessivi <strong>di</strong> trasporto sulla base delle in<strong>di</strong>cazioni riportate in<br />

prospetto circa la lunghezza delle singole tratte, segnalando con un asterisco l'itinerario<br />

ottimale (minimo costo complessivo).<br />

Prospetto 6 Elementi per l’esemplificazione della legge <strong>di</strong> rifrazione nei trasporti.<br />

via mare via terra T1 T2 T3 T4 T5 T6<br />

N 12.73 12.73 254.6 229.1 203.6468 178.1909 152.74 140.0071<br />

O1 13.45 12.04 255 228.04 201.1377 174.2304 147.32 133.8696<br />

O2 14.21 11.40 256.1 227.72 199.2936 170.8682 142.44 128.2302<br />

O3 15.00 10.82 258.2 228.17 198.1665 168.1665 138.17 123.1665<br />

O4 15.81 10.30 261.1 229.45 197.8246 166.2019 134.58 118.7677<br />

O5 16.64 9.85 264.9 231.64 198.3485 165.0618 131.78 115.1319<br />

O6 17.49 9.49 269.8 234.81 199.8255 164.8398 129.85 112.3612<br />

O7 18.36 9.22 275.8 239.06 202.3408 165.6257 128.91 110.553<br />

O8 19.24 9.06 282.9 244.44 205.9662 167.4954 129.02 109.7892<br />

M 20.12 9.00 291.2 251 210.7477 170.4984 130.25 110.1246


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

53<br />

Effettuate tutte le operazioni aritmetiche richieste risulta evidente come, per<br />

ciascuno degli itinerari, sussista una con<strong>di</strong>zione ottimale <strong>di</strong>pendente da una particolare<br />

combinazione delle tariffe via terra e via mare 7 .<br />

A parere <strong>di</strong> Lösch, uno spazio tariffario è analogo a uno spazio fisico qualificato<br />

da <strong>di</strong>somogeneità per fasce all'attraversamento dei raggi luminosi: i raggi luminosi per<br />

loro natura si propagano per segmenti <strong>di</strong> retta, ma tali segmenti non sono allineati in<br />

quanto la propagazione del raggio luminoso subisce un effetto <strong>di</strong> rifrazione al passare da<br />

una fascia con velocità Vl ad altra fascia con velocità V2, <strong>di</strong>versa da V. In maniera<br />

analoga si comporterebbero i trasporti per il susseguirsi nel mondo reale <strong>di</strong> fasce<br />

<strong>di</strong>fferenti per velocità o tariffe. Queste ultime, per cogliere in pieno la concettualizzazione<br />

<strong>di</strong> Lösch, devono essere espresse in maniera similare:<br />

velocità = spazio percorso nell'unità <strong>di</strong> tempo<br />

tariffa = spazio percorso nell'unità <strong>di</strong> costo.<br />

A conclusione si richiama una motivazione che fa assegnare un posto <strong>di</strong><br />

grande rilievo alla costruzione intellettuale <strong>di</strong> Lösch: infatti, essa rende possibile<br />

esprimere in termini economici (come rapporti tra tariffe) le barriere geografiche<br />

che, interponendosi tra due località, spingono all'utilizzo <strong>di</strong> tracciati non rettilinei,<br />

a prescindere dalla natura (fisica o socio-economica) delle barriere.<br />

Al Werner si deve una generalizzazione del problema in esame, molto<br />

interessante sul piano concettuale, ma poco praticabile nei casi concreti. Si tratta <strong>di</strong><br />

ipotizzare un territorio pianeggiante sud<strong>di</strong>viso in un numero F <strong>di</strong> fasce tariffarie con costi<br />

unitari <strong>di</strong> trasporto K costanti all’interno delle singole fasce; il costo totale <strong>di</strong> trasporto è<br />

dato dalla relazione:<br />

C = Σj Kj lj<br />

nella quale lj è la lunghezza del percorso che si compie nella generica fascia j 8 .<br />

Interesse presenta anche l’approccio <strong>di</strong> Wardrop (in Herman, 1961, citato in<br />

Haggett e Chorley, 1969, p.222), consistente nella ricerca del costo <strong>di</strong> trasporto minimo<br />

7 Si può <strong>di</strong>mostrare con strumenti matematici che, se le tariffe sono <strong>di</strong>verse, la soluzione ottimale comporta<br />

sempre uno scostamento dal percorso rettilineo tra A e B, e che tale soluzione cade sempre in un punto<br />

interme<strong>di</strong>o tra N e M.<br />

8 Ricercare il minimo <strong>di</strong> una funzione del genere non è cosa facile per il gran numero <strong>di</strong> combinazioni da<br />

esaminare e la complessità dei calcoli, ma è possibile ricorrere ad uno strumento geometrico (descritto anche<br />

in Haggett e Chorley, 1969, p.221), ideato dal Werner, che per successive iterazioni porta alla soluzione<br />

desiderata.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

tra due punti su una superficie piana in presenza della possibilità <strong>di</strong> scelta tra itinerari<br />

alternativi.<br />

54<br />

Ri<strong>di</strong>segnare figura<br />

Al riguardo, la fig. propone un esempio ipotetico in termini non <strong>di</strong> minimo costo,<br />

ma piuttosto <strong>di</strong> minimo tempo <strong>di</strong> percorso: in uno spazio isotropico il percorso più<br />

conveniente è AB, ma la costruzione <strong>di</strong> un’autostrada può rendere più conveniente<br />

l’itinerario ACB. Infatti se AB si percorre in 30 minuti, AC in 14 e CB in 10, con il<br />

secondo itinerario si ottiene un totale <strong>di</strong> 24 minuti.<br />

In generale lo spazio risulta <strong>di</strong>scriminabile in ambiti particolari delimitati da<br />

confini poggianti su archi d’iperbole: nella figura la regione A è <strong>di</strong>mostrativa<br />

dell’ambito nel quale risulta più conveniente servirsi dell’autostrada per raggiungere il<br />

luogo B; la regione B a sua volta è caratterizzata da una linea <strong>di</strong> confine che delimita i<br />

luoghi che possono essere raggiunti da A in maniera più conveniente con l’uso<br />

dell’autostrada.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

55<br />

Convergenze spazio/tempo e spazio/costo<br />

La ripresa dei traffici segna, sul piano geografico ed economico, la fine del<br />

Me<strong>di</strong>oevo e il progressivo affermarsi, per secoli con incertezze e profon<strong>di</strong> <strong>di</strong>vari<br />

sociospaziali, ma da <strong>di</strong>verse deca<strong>di</strong> con ritmi vieppiù sostenuti e modalità pervasive, <strong>di</strong> un<br />

duplice processo <strong>di</strong> convergenza nel campo dei trasporti delle merci e della<br />

comunicazione <strong>di</strong> informazioni: la convergenza spazio/costo <strong>di</strong> trasporto 9 , sia in termini<br />

oggettivi (assumendo costante il valore della moneta) sia soggettivi (in termini <strong>di</strong> quota<br />

del red<strong>di</strong>to <strong>di</strong>sponibile), e la convergenza spazio/tempo <strong>di</strong> trasporto 10 o <strong>di</strong> tempo<br />

necessario per l’invio e il ricevimento <strong>di</strong> un messaggio.<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

0 10 20 30 40 50 60 70<br />

costo in A 1 costo in B 1 costo in A 2<br />

costo in B 2 costo in A 3 costo in B 3<br />

A B<br />

Figura 32 Conseguenze nella<br />

concorrenza spaziale della contrazione<br />

<strong>di</strong> tariffe <strong>di</strong> trasporto.<br />

Commento nel testo.<br />

In merito, sono<br />

<strong>di</strong>sponibili numerose ricerche<br />

specifiche cui sarebbe possibile<br />

attingere, ma per cogliere il<br />

nocciolo del problema ci si può<br />

limitare al confronto tra i costi e i<br />

tempi, che i Regnanti <strong>di</strong> Spagna<br />

dovevano affrontare nelle loro<br />

comunicazioni con i Governatori<br />

delle colonie sudamericane, e<br />

9 Circa la convergenza spazio-costo, si annota che essa è totale, dal punto <strong>di</strong> vista del consumatore, quando i<br />

costi sono costanti al variare della <strong>di</strong>stanza e per qualsiasi <strong>di</strong>stanza: in tal caso le risorse da movimentare, pur<br />

ubicate nello spazio fisico, <strong>di</strong>ventano ubiquitarie nello spazio della localizzazione degli impianti produttivi.<br />

Un caso esemplare è quello delle tariffe postali: inviare una cartolina illustrata con la posta or<strong>di</strong>naria ha costo<br />

uguale sia se è in<strong>di</strong>rizzata al vicino <strong>di</strong> casa, sia ad un destinatario residente nel più lontano comune italiano<br />

rispetto al mittente.Considerazioni analoghe (entro certi limiti) vale per l'energia elettrica (il costo <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione per i consumatori non <strong>di</strong>pende dalla <strong>di</strong>stanza della centrale <strong>di</strong> produzione), l'acqua erogata dagli<br />

acquedotti, il gas <strong>di</strong> città e, in generale, per i prodotti <strong>di</strong>stribuiti tramite condotte.<br />

10 La convergenza totale spazio-tempo è un assurdo concettuale, sul piano teorico, in quanto presuppone una<br />

velocità infinita nei trasporti. Sul piano pratico, invece, nel quale si fa riferimento al tempo reale delle attività<br />

umane, gli esempi <strong>di</strong> alta convergenza sono numerosi: si pensi al trasferimento quasi istantaneo delle<br />

informazioni nelle comunicazioni telefoniche e ra<strong>di</strong>otelevisive, o all’afflusso sul mercato <strong>di</strong> Milano dei<br />

prodotti ittici dei mari, italiani e non, con vettori tanto veloci da assicurare al consumatore milanese una<br />

varietà <strong>di</strong> pesce fresco <strong>di</strong> gran lunga superiore rispetto a quelli residenti nei centri marittimi del nostro Paese.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

quelli <strong>di</strong> un ipotetico turista italiano che, tramite cellulare, comunica dall’Argentina o dal<br />

Cile con parenti o amici residenti in una qualunque località del nostro Paese.<br />

56<br />

Le conseguenze dei due processi possono essere rilevate da molteplici<br />

angolazioni, tutte concor<strong>di</strong> nel rilevare la loro importanza cruciale per spiegare i tanti<br />

risvolti della cosiddetta globalizzazione e della crisi, forse eccessivamente sottolineata,<br />

della <strong>di</strong>stanza nell’interpretazione e rappresentazione del mondo attuale.<br />

Per esplicitare, almeno in parte, queste valutazioni, si considerano due produttori<br />

dello stesso bene x localizzati in A e B, posizionati in linea alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 20 km, come<br />

illustrato in figura, che vendono a prezzi <strong>di</strong>versi: 10 Euro in A e 8 Euro in B:<br />

a) se il costo <strong>di</strong> accesso è pari ad 1 Euro per km, il punto d’in<strong>di</strong>fferenza (interme<strong>di</strong>o tra<br />

A e B) 11 per il consumatore cade nel punto C1, <strong>di</strong>stante 9 km da A e 11 da B;<br />

b) se il costo si riduce a 0.2 Euro, il punto d’in<strong>di</strong>fferenza migra in C2, che <strong>di</strong>sta 5 km da<br />

A e 15 da B;<br />

c) se il costo si riduce ulteriormente fino a 0.05 Euro, il punto d’in<strong>di</strong>fferenza interme<strong>di</strong>o<br />

scompare del tutto e gli stessi consumatori residenti in A troveranno più conveniente<br />

orientare la loro domanda in B. Il produttore residente in A viene del tutto espulso dal<br />

mercato o finisce per <strong>di</strong>ventare un produttore <strong>di</strong> nicchia per una parte dei consumatori<br />

residenti sulla linea in posizione retrostante rispetto ad A.<br />

Generalizzando l’esempio e tenendo presente che, per notevoli volumi e<br />

ragguardevoli <strong><strong>di</strong>stanze</strong>, le tariffe <strong>di</strong> trasporto via mare sono più convenienti <strong>di</strong> quelle<br />

terrestri, e tra le modalità terrestri quelle su ferro sono meno onerose rispetto a quelle su<br />

gomma, e quest’ultime nei riguar<strong>di</strong> <strong>di</strong> quelle con trazione animale e muscolare, ben si<br />

comprende l’importanza dei vantaggi competitivi che assicurano alle più <strong>di</strong>verse attività<br />

gli scali marittimi, aerei e ferroviari, i caselli autostradali, i no<strong>di</strong> stradali e, in genere, tutte<br />

le località con rottura e interscambio delle modalità e delle <strong>di</strong>rezioni dei traffici.<br />

Nel contempo, occorre sottolineare l’elevata gerarchizzazione funzionale tra le<br />

suddette località: due porti limitrofi e con retroterra <strong>di</strong> servizio comune sono <strong>di</strong>fferenziati<br />

sia dalla struttura e dall’organizzazione dei servizi a terra sia, e ancor più,<br />

dall’accessibilità dei natanti in termini <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong> manovra e fondali. Pertanto, un risvolto<br />

cruciale della globalizzazione, dal punto <strong>di</strong> vista dei trasporti, risiede nella capacità <strong>di</strong><br />

risposta dei no<strong>di</strong> dei traffici alle tendenze verso il gigantismo nei volumi delle merci da<br />

trasportare, l’alta velocità, le crescenti esigenze <strong>di</strong> sicurezza delle merci e <strong>di</strong> protezione<br />

dai rischi ambientali legati ai trasporti, e all’adozione <strong>di</strong> tecniche e <strong>di</strong> supporti materiali<br />

(esempio: i container) nelle operazioni <strong>di</strong> raccolta, magazzinaggio (esempio: impianti<br />

frigoriferi per le derrate alimentari) e inoltro delle merci. Dal punto <strong>di</strong> vista funzionale e<br />

geografico queste tendenze nel loro imporsi a scala planetaria si traducono nella crescente<br />

somiglianza delle reti <strong>di</strong> trasporto regionali, ma anche nella crescente <strong>di</strong>fferenziazione<br />

11 Sulla linea i punti d’in<strong>di</strong>fferenza sono due: l’uno, in posizione interme<strong>di</strong>a tra A e B; l’altro, in posizione<br />

esterna, arretrata rispetto ad A. Per semplicità nel testo si considera esplicitamente soltanto il punto<br />

d’in<strong>di</strong>fferenza interme<strong>di</strong>o.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

57<br />

degli ambiti territoriali locali sulla base dei livelli gerarchici e dell’integrazione dei no<strong>di</strong><br />

attivi negli ambiti medesimi.<br />

Si procede ora a considerare un secondo aspetto, quello dei prezzi e delle tariffe<br />

<strong>di</strong> trasporto costanti al variare della <strong>di</strong>stanza dai luoghi <strong>di</strong> produzione o dalla lunghezza<br />

dei tragitti. A tal proposito si prende in esame un sistema territoriale isolato costituito da<br />

un insieme <strong>di</strong> 20 consumatori, equispaziati <strong>di</strong> 5 km su una strada rettilinea, e <strong>di</strong> un<br />

produttore che vende il bene x nel punto A (ve<strong>di</strong> figura) al prezzo <strong>di</strong> 20 Euro lasciando ai<br />

consumatori l’onere del costo <strong>di</strong> accesso, pari a 2 Euro per km. In queste con<strong>di</strong>zioni il<br />

consumatore residente in A ha un costo complessivo <strong>di</strong> 20 (il prezzo alla fonte), mentre il<br />

consumatore residente a 50 km da A deve sostenere un costo complessivo <strong>di</strong> 120 (<strong>di</strong> cui<br />

100 per l’accesso) sicché, se non vi sono ostacoli allo spostamento, i consumatori<br />

tenderanno a migrare verso A per beneficiare dei minori costi <strong>di</strong> acquisto originando<br />

fenomeni <strong>di</strong> concentrazione e <strong>di</strong> agglomerazione.<br />

Euro<br />

140<br />

120<br />

100<br />

80<br />

60<br />

40<br />

20<br />

0<br />

-2 0<br />

-4 0<br />

-6 0<br />

10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110<br />

km<br />

Ct 1 Ct2 Differenze A<br />

secondo la precedente ipotesi: 72.38 Euro.<br />

Figura 33 Passaggio da costi<br />

complessivi variabili con la <strong>di</strong>stanza<br />

a costi complessivi costanti.<br />

Commento nel testo.<br />

Si supponga, a questo<br />

punto, che il produttore decida<br />

<strong>di</strong> accollarsi gli oneri <strong>di</strong><br />

trasporto e <strong>di</strong> riversarli sui<br />

consumatori come aliquota<br />

invisibile (ed impercettibile da<br />

parte dei consumatori) del<br />

prezzo complessivo, fisso<br />

qualunque sia la <strong>di</strong>stanza e pari<br />

al costo me<strong>di</strong>o complessivo<br />

dell’insieme dei consumatori<br />

In questa situazione i vantaggi e gli svantaggi derivanti dalla posizione geografica<br />

dei consumatori rispetto ad A perdono completamente <strong>di</strong> significato, ma sottintendono un<br />

fatto <strong>di</strong> grande rilevanza sociale ed economica: le posizioni periferiche beneficiano <strong>di</strong><br />

costi minori, controbilanciati dai costi maggiori imposti alle posizioni centrali. In termini<br />

molto generali si può asserire, alla luce <strong>di</strong> questo esempio, che la perequazione sociale si<br />

paga con l’ingiustizia spaziale; inoltre, il venir meno dei vantaggi <strong>di</strong> posizione può<br />

innescare vistosi fenomeni <strong>di</strong> rilocalizzazione delle residenze e delle attività produttive.<br />

Infatti, il termine consumatore nel contesto <strong>di</strong> queste note non si riferisce esclusivamente<br />

alle famiglie, al contrario include anche le imprese, industriali e <strong>di</strong> servizi, allorquando si


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

rivolgono al mercato per l’acquisto <strong>di</strong> beni e servizi necessari al raggiungimento delle<br />

loro finalità.<br />

58


Tariffe virtuali<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

59<br />

Pren<strong>di</strong>amo in considerazione gli esercizi commerciali A, B e C, allineati su<br />

una strada rettilinea ed equispaziati <strong>di</strong> 20 km, che praticano prezzi <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta<br />

uguali per lo stesso prodotto, ma <strong>di</strong>fferiscono per il numero dei prodotti che<br />

offrono ai consumatori, anch’essi tutti ubicati sulla strada. Se i prodotti in ven<strong>di</strong>ta<br />

sono i seguenti:<br />

in A: a, b, c;<br />

in B: a, b, c, d, e;<br />

in C: a, b, c, d, e, f, g.<br />

ci si chiede quali siano i punti d'in<strong>di</strong>fferenza per i consumatori ubicati sulla strada.<br />

Risultano due casi estremi:<br />

1) il consumatore ogni volta che si sposta acquista un solo prodotto; in tal<br />

caso i punti d'in<strong>di</strong>fferenza coincidono con i punti me<strong>di</strong> dei segmenti AB e BC;<br />

2) il consumatore ogni volta che si sposta acquista tutti i prodotti<br />

<strong>di</strong>sponibili nella località <strong>di</strong> erogazione;in questo caso il costo <strong>di</strong> accesso per<br />

prodotto si riduce ad un terzo nel caso <strong>di</strong> A, ad un quinto nel caso <strong>di</strong> B, ad un<br />

settimo nel caso <strong>di</strong> C. In breve il consumatore beneficia <strong>di</strong> economie <strong>di</strong> scala che<br />

si possono assimilare a tariffe <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong>fferenziate, con rilevanti conseguenze<br />

nella posizione dei punti d'in<strong>di</strong>fferenza.<br />

40<br />

35<br />

30<br />

25<br />

20<br />

15<br />

10<br />

5<br />

0<br />

-20 0 20 40 60 80<br />

tA tB tC A B C<br />

Figura 34 Tariffe<br />

virtuali 1.<br />

Commento nel testo.<br />

.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

60<br />

Ipotizzando tariffe <strong>di</strong> trasporto uniformi e <strong>di</strong>rettamente proporzionali alle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong>, i punti d’in<strong>di</strong>fferenza nel secondo caso estremo sono i seguenti:<br />

1) punto d'in<strong>di</strong>fferenza tra A e B: sia x la <strong>di</strong>stanza da A e y la <strong>di</strong>stanza da B<br />

sotto la con<strong>di</strong>zione x + y = 20; deve risultare: x/3 = y/5; risolvendo si ottiene per il<br />

punto d'in<strong>di</strong>fferenza una <strong>di</strong>stanza da A pari a 7.5 km (nella prima ipotesi tale<br />

<strong>di</strong>stanza è pari a 10);<br />

2) punto d'in<strong>di</strong>fferenza tra B e C: sia z la <strong>di</strong>stanza da B e v la <strong>di</strong>stanza da C<br />

sotto la con<strong>di</strong>zione z + v =20; deve risultare: z/5 = v/7; risolvendo si ottiene per il<br />

punto d'in<strong>di</strong>fferenza una <strong>di</strong>stanza da B pari a 8.3 km (nella prima ipotesi tale <strong>di</strong>stanza è<br />

pari a 10).<br />

40<br />

30<br />

20<br />

10<br />

0<br />

-10<br />

-20<br />

-30<br />

-40<br />

C' C'<br />

-20 0 20 40 60 80<br />

C'<br />

A'<br />

B'<br />

C'<br />

C'<br />

A B C<br />

Figura 35 Tariffe<br />

virtuali 2.<br />

Commento nel testo.<br />

Più in dettaglio, se si considera tutto lo spazio circostante e si ipotizza la<br />

percorribilità in tutte le <strong>di</strong>rezioni con costi <strong>di</strong>rettamente proporzionali alle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong>, le aree <strong>di</strong> mercato minori presentano forma circolare: l'area più piccola è<br />

quella <strong>di</strong> A; più grande, ma anch'essa a forma circolare, è l'area <strong>di</strong> B; tutto lo<br />

spazio restante costituisce l'area <strong>di</strong> mercato <strong>di</strong> C.<br />

Nel mondo reale i comportamenti concreti dei consumatori oscilleranno tra<br />

le due ipotesi estreme, <strong>di</strong>anzi prospettate, con la conseguente formazione <strong>di</strong> aree


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

61<br />

<strong>di</strong> mercato imprecise. In merito, si consideri la figura xxx: l'area esclusiva <strong>di</strong> A è<br />

quella in<strong>di</strong>cata con A’, ma quella effettiva <strong>di</strong> servizio si può <strong>di</strong>latare sensibilmente<br />

al variare dei comportamenti del consumatore.<br />

La riduzione nelle tariffe dei trasporti contribuisce all’imprecisione<br />

spaziale dei consumatori anche dal punto <strong>di</strong> vista probabilistico. Per chiarire<br />

questo aspetto si richiama il modello, già prospettato <strong>di</strong> Huff 12 , per considerare la<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> un consumatore x che ha la possibilità <strong>di</strong> avvalersi <strong>di</strong> 5 centri<br />

commerciali aventi tutti la stessa <strong>di</strong>mensione 500 (A, <strong>di</strong>stante 15 km; B, <strong>di</strong>stante<br />

25 km; C, <strong>di</strong>stante 10 km; D, <strong>di</strong>stante 40 km) e il costo <strong>di</strong> accesso, avendo<br />

in<strong>di</strong>cato con d la <strong>di</strong>stanza in km, è 2d in una prima ipotesi e d 0.5 in una seconda<br />

ipotesi. Effettuati tutti i calcoli, ed avendo posto nella formula originale k =1 e<br />

sostituito il tempo <strong>di</strong> accesso con il costo <strong>di</strong> accesso, si ottengono risultati<br />

emblematici in quanto la forte <strong>di</strong>fferenziazione delle probabilità nella prima<br />

ipotesi si attenua <strong>di</strong> molto nella seconda con la conseguenza <strong>di</strong> comportamenti<br />

imprecisi:<br />

Centro Distanza in<br />

commerciale km<br />

Superficie <strong>di</strong><br />

ven<strong>di</strong>ta<br />

Costo <strong>di</strong> Costo <strong>di</strong><br />

trasporto trasporto<br />

proporzionale proporzionale<br />

a 2d a d 0.5<br />

Probabilità<br />

<strong>di</strong> acquisti<br />

nella prima<br />

ipotesi<br />

Probabilità <strong>di</strong><br />

acquisti nella<br />

secondaipotesi<br />

A 15 500 16.66667 129.0994 0.28777 0.276877<br />

B 25 500 10 100 0.172662 0.214468<br />

C 10 500 25 158.1139 0.431655 0.339104<br />

D 40 500 6.25 79.05694 0.107914 0.169552<br />

Totali 57.91667 466.2703 1 1<br />

12 Il modello si esprime in termini formali con la relazione:<br />

p(C ij) = (S j/T ij k )/(Σ Sj/T ij k )<br />

p(C ij) = probabilità che il consumatore si sposti dal punto origine i al centro commerciale j;<br />

S j = area de<strong>di</strong>cata alla ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> una particolare classe <strong>di</strong> beni in j;<br />

T i = tempo dello spostamento da i a j;<br />

k = parametro da valutare empiricamente per esprimere l'effetto del tempo <strong>di</strong> trasporto sui <strong>di</strong>versi percorsi.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

L’analisi sostitutiva <strong>di</strong> Isard<br />

62<br />

L’Isard affronta negli anni Cinquanta il problema della localizzazione con<br />

spirito innovativo e con un bagaglio <strong>di</strong> conoscenze matematico-statistiche più<br />

ampio del Weber (al quale sfuggiva l’importanza delle proprietà delle me<strong>di</strong>e sotto<br />

l’aspetto degli scostamenti) 13 .<br />

Un insieme <strong>di</strong> località <strong>di</strong> origine o destinazione dei trasporti, delle quali sono note<br />

le coor<strong>di</strong>nate e le quantità da movimentare, è del tutto simile ad una <strong>di</strong>stribuzione<br />

statistica <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> valori ponderati. Pertanto, se si ipotizzano tariffe uniformi e<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> secondo linee rette, il calcolo del punto baricentrico si effettua, con le regole<br />

viste in precedenza, in poco tempo e senza alcuna <strong>di</strong>fficoltà anche per insiemi molto<br />

numerosi; invece, ricercare il valore me<strong>di</strong>ano significa il ricorso a procedure iterative<br />

che, salvo casi particolari, conducono a soluzioni approssimate anche per insiemi<br />

costituiti da soltanto tre località.<br />

Le procedure iterative <strong>di</strong> tipo analitico sono illustrate in altra parte del testo al<br />

quale si rinvia, mentre ora si riassume forse poco interessano, mentre il metodo grafico<br />

dell’Isard che, seppure alquanto macchinoso, ha specifica rilevanza in un <strong>di</strong>scorso<br />

geografico dal momento che consente l’approfon<strong>di</strong>mento dei concetti <strong>di</strong> isodapana e <strong>di</strong><br />

curva sostitutiva, già prospettati in questo capitolo.<br />

Il primo passo consiste nel prendere nuovamente in considerazione due località, il<br />

mercato A e la fonte <strong>di</strong> materia prima B e ipotizzare localizzazioni P esterne rispetto al<br />

segmento congiungente A e B lungo 20 km; le localizzazioni P sono in<strong>di</strong>viduate dalle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> x rispetto al mercato e y nei riguar<strong>di</strong> della fonte della materia prima. Si consideri<br />

il punto P1 (definito dalle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> x = 10.00 e y = 15.00) avente <strong><strong>di</strong>stanze</strong> complessive<br />

pari a 25.00 km; i punti per i quali risulta<br />

x + y = 25.00<br />

si <strong>di</strong>spongono, rispetto al segmento AB, su una curva particolare: l’ellisse che ha per<br />

fuochi A e B e somma delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> dei suoi punti, dai fuochi suddetti, pari a 25.00. Il<br />

risultato si può generalizzare asserendo che alla relazione<br />

x + y = k<br />

13 A tal proposito, pur senza entrare nel merito delle <strong>di</strong>mostrazioni (per le quali si rinvia ai manuali <strong>di</strong><br />

statistica metodologica), è opportuno ricordare ancora una volta che la me<strong>di</strong>ana, il valore centrale <strong>di</strong> una<br />

<strong>di</strong>stribuzione statistica <strong>di</strong> dati, or<strong>di</strong>nati in senso crescente o decrescente, gode della proprietà <strong>di</strong> avere minima<br />

la somma degli scostamenti dai termini della <strong>di</strong>stribuzione; a sua volta, la me<strong>di</strong>a aritmetica ha la proprietà <strong>di</strong><br />

avere minima la somma dei quadrati degli scostamenti. Pertanto, entrambe le me<strong>di</strong>e portano ad in<strong>di</strong>viduare<br />

configurazioni <strong>di</strong> minimo, ma molto <strong>di</strong>verse sono le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> riferimento e i comportamenti spaziali: la<br />

me<strong>di</strong>a aritmetica è molto influenzata dai valori estremi, o periferici (in termini spaziali), la me<strong>di</strong>ana da quelli<br />

in posizione centrale. Queste considerazioni restano valide sia se ai valori si associano dei pesi, sia se si<br />

considerano <strong>di</strong>stribuzioni <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> valori.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

63<br />

si associa una curva dall’andamento ellittico per k > 20 (per k = 20 l’ellisse degenera nel<br />

segmento AB); facendo variare k, ad ogni nuovo valore <strong>di</strong> k si otterrà una <strong>di</strong>versa curva<br />

ellittica.<br />

Quale l’importanza <strong>di</strong> una famiglia <strong>di</strong> tali ellissi? La risposta risiede nel fatto che<br />

queste curve non sono altro che iso<strong>di</strong>stanti, interpretabili come isodapane se si ipotizzano<br />

tariffe uniformi e uguali quantità da movimentare.<br />

Si ricor<strong>di</strong>, a questo punto, che sul piano cartesiano definito dalle coor<strong>di</strong>nate x =<br />

<strong>di</strong>stanza dal mercato e y = <strong>di</strong>stanza dalla fonte <strong>di</strong> materia prima, la relazione analitica<br />

x + y = k ; da cui: y = k -x<br />

produce al variare dei valori <strong>di</strong> k (per k > 20) una famiglia <strong>di</strong> rette parallele, le rette <strong>di</strong><br />

sostituzione, che hanno lo stesso contenuto informativo delle ellissi prima considerate:<br />

ciascun punto <strong>di</strong> una particolare retta in<strong>di</strong>ca la combinazione <strong>di</strong> <strong><strong>di</strong>stanze</strong> parziali<br />

necessaria e sufficiente per originare una prefissata <strong>di</strong>stanza totale, oppure (alle<br />

con<strong>di</strong>zioni già precisate) la combinazione <strong>di</strong> costi parziali <strong>di</strong> trasporto in relazione ad un<br />

determinato costo totale.<br />

Figura 36 Esempio <strong>di</strong> famiglia <strong>di</strong> rette <strong>di</strong> isocosto.<br />

Per la costruzione dell’esempio è stata ipotizzata una <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 20 km tra il mercato e la fonte<br />

della materia prima e <strong>di</strong> dover trasportare una unità in peso <strong>di</strong> input ed altrettanto <strong>di</strong> output alla<br />

tariffa <strong>di</strong> 5 unità monetarie per unità <strong>di</strong> peso al km.<br />

In conclusione: nel piano cartografico iso<strong>di</strong>stanti e isodapane si presentano come<br />

una famiglia <strong>di</strong> ellissi, centrate sul segmento AB; sul piano cartesiano, avente per<br />

coor<strong>di</strong>nate le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> parziali o i costi parziali, come una famiglia <strong>di</strong> rette parallele,<br />

inclinate <strong>di</strong> - 45° che sod<strong>di</strong>sfano la relazione x+y = k, a con<strong>di</strong>zione che k sia uguale o<br />

maggiore della <strong>di</strong>stanza AB.<br />

Conseguito questo risultato, è agevole il passaggio alla fase successiva: quantità<br />

da trasportare <strong>di</strong>verse, o tariffe <strong>di</strong> trasporto <strong>di</strong>verse ma sempre proporzionali alle <strong><strong>di</strong>stanze</strong>.<br />

Nel caso <strong>di</strong> quantità <strong>di</strong>verse da trasportare, a (dalla fabbrica al mercato) e b<br />

(dalla fonte della materia prima alla fabbrica), il costo totale <strong>di</strong> trasporto h con tariffe<br />

uniformi ed unitarie per unità <strong>di</strong> peso, risulta<br />

ax +by = h; da cui y = h/b - (a/b)x<br />

che, in termini <strong>di</strong>scorsivi, si può esprimere in questi termini: prefissato un determinato<br />

costo complessivo <strong>di</strong> trasporto, le combinazioni <strong>di</strong> costi parziali corrispondenti si<br />

<strong>di</strong>spongono su una retta la cui inclinazione riflette il rapporto tra le quantità da


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

trasportare: essa è una retta <strong>di</strong> isocosto, immagine sul piano cartesiano <strong>di</strong> una isodapana<br />

14 , che non può assolutamente essere interpretata come una iso<strong>di</strong>stante.<br />

Figura 37 Curve <strong>di</strong> isocosto dello stesso livello complessivo e <strong>di</strong>versa inclinazione<br />

64<br />

Figura illustrativa <strong>di</strong> 2 rette <strong>di</strong> isocosto <strong>di</strong> ugual livello complessivo (100 in entrambi i casi), conseguenti a<br />

quantità <strong>di</strong>fferenti da trasportare: 2 sul mercato e 3 dalla fonte della materia prima per la retta <strong>di</strong>segnata con<br />

trattini; 2 sul mercato e 5 dalla fonte della materia prima per la retta <strong>di</strong>segnata con tratto continuo in neretto.<br />

Alle due rette <strong>di</strong> isocosto corrispondono le <strong><strong>di</strong>stanze</strong> s1 e s2.<br />

Si considera, ora, il caso <strong>di</strong> uguali quantità da trasportare con tariffe <strong>di</strong>verse:<br />

cambia il simbolismo, ma non la configurazione delle curve <strong>di</strong> isocosto, che conservano<br />

la fisionomia <strong>di</strong> rette inclinate, ora in relazione al rapporto tra le tariffe. Infatti, in<strong>di</strong>cando<br />

con c la tariffa <strong>di</strong> trasporto del prodotto finito e d la tariffa pertinente alla materia prima,<br />

la funzione <strong>di</strong> costo per un costo totale k si scrive:<br />

cx + dy = k; oppure y = k/d - (c/d)x<br />

del tutto simile alla precedente da un punto <strong>di</strong> vista analitico.<br />

Le cose non cambiano, in sostanza, se si assumono quantità da trasportare e<br />

tariffe <strong>di</strong>verse, purché <strong>di</strong>rettamente proporzionali alle <strong><strong>di</strong>stanze</strong>, salvo una relazione più<br />

ricca <strong>di</strong> costanti:<br />

acx + bdy = k; da cui y = k/(bd) + (ac/bd)x<br />

Sul piano territoriale, invece, è il caso <strong>di</strong> osservare la tendenza nel mondo reale<br />

alla compensazione tra le costanti, nel senso che minori quantità da trasportare dalla<br />

fabbrica al mercato, rispetto alle materie prime da far affluire alla fabbrica, possono<br />

scontare tariffe <strong>di</strong> trasporto più elevate, se non altro per le assicurazioni, in ragione della<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> valore tra output e input.<br />

Un sostanziale mutamento nelle curve <strong>di</strong> isocosto si ha con tariffe <strong>di</strong> trasporto<br />

decrescenti con le <strong><strong>di</strong>stanze</strong>, in quanto le relazioni <strong>di</strong>ventano <strong>di</strong> tipo non lineare e piuttosto<br />

complicate sul piano algebrico; tuttavia, non sembra il caso <strong>di</strong> scendere in dettagli<br />

ulteriori — per i quali si rinvia all’esempio 5 e relative figure illustrative— che<br />

rischierebbero <strong>di</strong> <strong>di</strong>stogliere l’attenzione dal tema centrale in esame, l’analisi sostitutiva.<br />

Si reintroduce, pertanto, il triangolo localizzatore e si rileva con l’Isard la grande<br />

<strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> un’analisi corretta, anche in un caso apparentemente semplice: un mercato A<br />

e le fonti <strong>di</strong> materie prime B e C. La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>scende dal fatto che le localizzazioni<br />

devono essere apprezzate in uno spazio cartesiano tri<strong>di</strong>mensionale, definito dalle<br />

14 L’isodapana assume la configurazione <strong>di</strong> un ovale <strong>di</strong> Cartesio (peraltro già richiamato e visualizzato con un<br />

esempio in questo stesso capitolo), molto <strong>di</strong>fficoltosa ad esprimersi in termini analitici, richiedendo una<br />

funzione <strong>di</strong> quarto grado, che non è sembrato oppurtuno sviluppare in questa sede per evitare inutili<br />

tecnicismi matematici.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

65<br />

coor<strong>di</strong>nate x (<strong>di</strong>stanza dal mercato), y e z (<strong><strong>di</strong>stanze</strong> dalle fonti delle materie prime), sul<br />

quale tracciare le isodapane delle tre componenti del costo totale <strong>di</strong> trasporto.<br />

Per aggirare l’ostacolo, l’autore del quale si <strong>di</strong>scorre propone un proce<strong>di</strong>mento<br />

grafico iterativo così riassumibile:<br />

a) si sceglie un vertice dal quale iniziare la procedura e sia A (il mercato) tale vertice;<br />

b) si stabilisce una <strong>di</strong>stanza costante da A rispetto alla quale in<strong>di</strong>viduare la soluzione<br />

ottimale, ad esempio 2 km e si traccia una circonferenza centrata in A con raggio 2 km;<br />

c) si restringe l’analisi all’arco <strong>di</strong> circonferenza compreso tra i lati AB e AC del<br />

triangolo;<br />

d) si in<strong>di</strong>vidua, con i criteri che si prospetteranno fra breve, la soluzione ottimale P2;<br />

e) si ripete la procedura per una nuova <strong>di</strong>stanza costante, ad esempio 3 km e si in<strong>di</strong>vidua<br />

la soluzione P3;<br />

f) si prosegue iterando la operazioni sulla base delle esigenze <strong>di</strong> dettaglio <strong>di</strong> chi svolge<br />

l’analisi; siano P1, P2, ...., Pn le soluzioni relative alle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 1, 2, ..., n;<br />

g) si sceglie tra le soluzioni P1, P2, ..., Pn quella che comporta il costo complessivo<br />

minore: costo del trasporto dalla fabbrica al mercato A + costo complessivo del<br />

trasporto dalle fonti delle materie prime al mercato.<br />

Tornando al punto IV, si esplicitano i criteri <strong>di</strong> scelta della localizzazione ad una<br />

<strong>di</strong>stanza prefissata dal vertice A con l’aiuto della figura xxx, ipotizzando un’industria che<br />

si avvale <strong>di</strong> 3 unità in peso della materia prima ubicata in B, <strong>di</strong> 4 unità della materia prima<br />

ubicata in C, per produrre 5 unità in peso da inoltrare sul mercato. Per semplificare<br />

ulteriormente le cose, si considerano soltanto le eventuali localizzazioni D, E, F e G, tutte<br />

alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4 km dal mercato; inoltre, si assumono tariffe uniformi, proporzionali alle<br />

<strong><strong>di</strong>stanze</strong> (ve<strong>di</strong> il prospetto che segue nel testo per i dati analitici).<br />

Figura 38 Confronto tra localizzazioni ad una <strong>di</strong>stanza prefissata e costante dal mercato.<br />

Il problema della localizzazione ottimale ad una prefissata <strong>di</strong>stanza da uno dei vertici del triangolo<br />

localizzatore: alla <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 4 km dal vertice A, sono state in<strong>di</strong>viduate le potenziali localizzazioni D, E, F e<br />

G.<br />

La prima operazione da compiere consiste nella misura delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> che<br />

intercorrono tra i punti D, E, F e G e i vertici B e C; per F, ad esempio, risulta FB = 6.3<br />

km e FC = 3.8 km; per E: EB = 7.2 km e EC =2.4 km (non sono tracciati in figura i<br />

segmenti GC e DB per non sacrificare la leggibilità del <strong>di</strong>segno; essi sono lunghi,<br />

rispettivamente, 4.8 e 8.2 km). In tal modo si in<strong>di</strong>viduano le coor<strong>di</strong>nate con le quali<br />

posizionare tali punti nel piano cartesiano raffigurato nel grafico della figura che segue.


G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

Figura 39Le localizzazioni D E, F e G della figura precedente nel piano cartesiano delle <strong><strong>di</strong>stanze</strong> dalle<br />

fonti delle materie prime.<br />

Figura 40 La soluzione ottimale della localizzazione tramite il raffronto delle curve <strong>di</strong> isocosto.<br />

In tratto più spesso la retta <strong>di</strong> isocosto <strong>di</strong> livello minimo, corrispondente alla localizzazione in E, alle<br />

con<strong>di</strong>zioni specificate nel testo.<br />

Tabella A Prospetto analitico per la scelta della localizzazione ottimale tra quelle in<strong>di</strong>cate, tutte alla<br />

<strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quattro km dal mercato A, con tariffe uniformi e proporzionali alle <strong><strong>di</strong>stanze</strong>.<br />

66<br />

<strong>di</strong>stanza da B <strong>di</strong>stanza da C costo parziale <strong>di</strong><br />

trasporto rispetto a B<br />

costo parziale <strong>di</strong><br />

trasporto rispetto a C<br />

costo totale<br />

luoghi km km quantità 3 quantità 4<br />

D 8.20 2.00 24.60 8.00 32.60<br />

E 7.20 2.40 21.60 9.60 31.20<br />

F 6.30 3.80 18.90 15.20 34.10<br />

G 6.00 4.80 18.00 19.20 37.20<br />

Nel piano cartesiano definito dalle coor<strong>di</strong>nate x’ (<strong>di</strong>stanza dalla materia prima<br />

ubicata in B) e y’ (<strong>di</strong>stanza della materia prima ubicata in C) si in<strong>di</strong>viduano i luoghi D, E,<br />

F, G (cerchietti pieni in figura xxx); successivamente si scrive la relazione generale delle<br />

rette <strong>di</strong> isocosto k per il trasporto delle quantità 3 sulla <strong>di</strong>stanza x e 4 sulla <strong>di</strong>stanza y:<br />

3x + 4 y = k, dalla quale <strong>di</strong>scende y = k/4 - (3/4) x<br />

e si <strong>di</strong>segnano le 4 rette parallele, aventi coefficiente angolare - 3/4 (= - 0.75), che<br />

passano per D, E, F e G: il luogo, che nel grafico si trova sulla retta <strong>di</strong> isocosto più in<br />

basso, rappresenta la soluzione ottimale tra quelle prospettate. Dalla figura e dalla tabella<br />

si desume la soluzione del problema nel luogo E.


Il surplus sociale <strong>di</strong> Isard<br />

G. Massimi, <strong>Modelli</strong> e <strong><strong>di</strong>stanze</strong> 2, WP Web 2001, serie RE 9<br />

67<br />

Per Isard la localizzazione industriale non è il problema finale, ma il punto<br />

d’attacco per lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> un equilibrio regionale <strong>di</strong>namico nel quale, ovviamente,<br />

impren<strong>di</strong>tori e consumatori interagiscono.<br />

Il costo che deve sostenere il consumatore per acquisire la quantità m <strong>di</strong> un<br />

prodotto industriale è dato – a prescindere dal profitto dell’impren<strong>di</strong>tore – da Tm, dove T è<br />

il costo unitario complessivo <strong>di</strong> produzione (costo unitario <strong>di</strong> produzione più costo <strong>di</strong><br />

trasporto dei fattori della produzione nel luogo dove sorge l’industria ), se il consumatore<br />

acquista <strong>di</strong>rettamente in fabbrica. Nel caso in cui l’industria <strong>di</strong>spone <strong>di</strong> un deposito dei<br />

suoi prodotti sul bordo dell’area <strong>di</strong> mercato in T bisogna includere anche il costo <strong>di</strong><br />

trasporto dalla fabbrica al deposito.<br />

In una ipotesi più realistica si può assumere che i consumatori si <strong>di</strong>stribuiscano in<br />

un’area <strong>di</strong> mercato e che, pertanto, nella loro globalità debbano sostenere il costo<br />

V = Σgitisi + mts’ ( per i = 1, 2, n )<br />

dove n sono i fattori della produzione, g la quantità del fattore produttivo i, t il costo<br />

unitario <strong>di</strong> trasporto dello stesso, s la <strong>di</strong>stanza tra la fonte <strong>di</strong> i e il luogo <strong>di</strong> produzione, ts’<br />

il costo unitario <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione nell’area <strong>di</strong> mercato. Le localizzazioni che rispecchiano<br />

il valore minimo <strong>di</strong> V sono quelle che assicurano anche il massimo surplus sociale.

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!