Pirandello
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dalla tragicità e la paradossalità della vita. La follia deriva dalla consapevolezza, dal<br />
pensiero che lo porta a convincersi delle proprie teorie e a voler sfidare quel mondo dalle<br />
centomila apparenze nel quale si sente imprigionato.<br />
Uno, nessuno e centomila può essere interpretato come esempio perfetto di romanzo<br />
umoristico, in cui il personaggio si autoanalizza, scopre e allo stesso tempo perde sé<br />
stesso in un’azione che passa dalla disperazione al divertimento nel giro di poche pagine.<br />
Umoristico è l’atteggiamento che Vitangelo assume nei confronti di coloro che gli stanno<br />
attorno e le reazioni che provoca in loro. Egli cerca di far vacillare le certezze degli altri, ma<br />
ottiene in molti casi solo incomprensione. Gioca con le persone che ha intorno, cerca di<br />
scrutare nelle loro anime, di disorientarli e instillare in loro quel dubbio che sta<br />
sconvolgendo lui stesso.<br />
Vitangelo Moscarda si scopre un estraneo a sé stesso, egli non è quello che gli altri vedono<br />
in lui. Molto importante è l’immagine dello specchio che gli rivela che oltre ad essere<br />
tante persone diverse per gli altri, egli stesso non sa in fondo chi è veramente. Davanti allo<br />
specchio Vitangelo capisce di non conoscersi, di non riconoscere il suo riflesso come suo.<br />
Bisogna poi sottolineare la centralità del pensiero: tutto il processo di<br />
mutazione avviene attraverso la riflessione e il pensiero, a cui seguono poche azioni, che<br />
vengono lette come follia e tagliano Vitangelo fuori dalla società, che non riconosce più in<br />
lui i vari Vitangelo che ognuno dei suoi amici e conoscenti avevano costruito nelle proprie<br />
menti.<br />
La riflessione parte da due eventi minimi:<br />
la rivelazione del naso, che insinua per la prima volta il dubbio nel protagonista;<br />
la presa di coscienza di essere considerato un usuraio, che lo spinge a iniziare ad agire<br />
diversamente da come le persone si aspettavano da lui.<br />
Uno, nessuno e centomila è il romanzo della crisi dell’individuo, argomento caro a <strong>Pirandello</strong>,<br />
e Vitangelo Moscarda è l’ultima di tante figure di uomini e personaggi frantumati e in<br />
conflitto con la realtà e con sé stessi. Nel finale il protagonista sceglie di rinunciare a ogni<br />
identità, chiudendosi in un ospizio e abbandonandosi al puro fluire della vita.<br />
Ma il romanzo di <strong>Pirandello</strong>, oltre alla crisi dell’io ci mostra anche la crisi della società, di<br />
tutti quelli che proprio non riescono a capire quello che passa per la testa di Vitangelo, e ci<br />
offre un’interessante idea sull’origine dei conflitti tra gli uomini: essi nascono dal fatto che<br />
ogni persona cerca di imporre la propria visione di sé e degli altri. Il conflitto interno all’io<br />
porta al conflitto con il mondo.<br />
Conclusioni<br />
Abbiamo qui toccato i punti centrali di Uno, nessuno e centomila, ma in realtà in questo<br />
romanzo c’è molto di più. Potremmo dire che in esso ci sono una, nessuna e centomila cose<br />
da scoprire.