Amministrare lo studio dell'italiano - Alessandro Dell'Aira
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REVISTA DE Italianística XIII 2006 Italiano no Brasil 29<br />
cosiddetta interlingua, cioè quei sistemi linguistici naturali e in equilibrio dinamico<br />
che costituiscono la competenza di un apprendente una L2 durante la fase di apprendimento<br />
e quindi senza coincidere con la L2 stessa28 . Lo <strong>studio</strong> delle interlingue<br />
è di grande interesse teorico e in forte espansione. Uno degli oggetti di <strong>studio</strong> più<br />
stimolanti, quindi, anche per un linguista italiano che vive all’estero è proprio <strong>lo</strong><br />
<strong>studio</strong> dell’acquisizione dell’italiano come L2 in quel contesto linguistico. A questo<br />
proposito il Brasile dispone non so<strong>lo</strong> del materiale fornito dai vari apprendenti nei<br />
corsi universitari o in altri corsi, ma anche della situazione privilegiata rappresentata<br />
dalle due scuole bilingui e biculturali della Fondazione Torino a Be<strong>lo</strong> Horizonte e<br />
della Eugenio Montale di S. Pau<strong>lo</strong>.<br />
In parte connesso a questa prospettiva di <strong>studio</strong>, sarebbe utilissimo uno sforzo<br />
per illuminare contrastivamente gli aspetti pragmatici e culturali del linguaggio. È<br />
noto che, al di là del diverso codice linguistico, i parlanti di due comunità nazionali<br />
come Italia e Brasile non condividono le strategie testuali. Spesso la comunicazione<br />
si inceppa o non funziona non per difficoltà imputabili al codice, cioè non per<br />
ragioni di ordine grammaticale o lessicale, ma per come le due culture codificano<br />
i singoli atti linguistici, cioè per ragioni di ordine pragmatico. Questo aspetto può<br />
essere ancora molto incrementato sia nella ricerca sia nell’insegnamento e viene<br />
sempre più richiamato nella teoria didattica29 . Tuttavia, perché esso possa essere<br />
28. Tra i manuali pubblicati in Italia sull’argomento segna<strong>lo</strong> due testi dovuti ai ricercatori del gruppo di Pavia: A.<br />
Giaca<strong>lo</strong>ne Ramat (a c. di), Verso l’italiano. Percorsi e strategie di acquisizione, Roma, Carocci, 2003; M. Chini,<br />
Che cos’è la linguistica acquisizionale, Roma, Carocci, 2005; e C. Bettoni, Imparare un’altra lingua, Roma,<br />
Laterza, 2001. Chi volesse consultare i dati del progetto di Pavia può far<strong>lo</strong> in C. Andorno (a c. di), Banca<br />
Dati Italiano L2. Progetto di Pavia, CD ROM, Università di Pavia, Dipartimento di Linguistica, 2001.<br />
29. Si pensi all’importanza guida che esso assume nel Quadro comune europeo di riferimento per le lingue: apprendimento,<br />
insegnamento, valutazione. Il documento è reperibile in inglese e in altre lingue nel sito http://culture.<br />
coe.fr/lang, mentre la versione italiana è uscita a stampa a cura di Franca Quartapelle e Daniela Bertocchi,<br />
Milano-Firenze, RCS Scuola-La Nuova Italia, 2002. Un diffuso commento al Framework in funzione di un<br />
model<strong>lo</strong> g<strong>lo</strong>ttodidattico si trova in M. Vedovelli, Guida all’italiano per stranieri. La prospettiva del Quadro<br />
comune europeo per le lingue, Roma, Carocci, 2002.<br />
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