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num 16

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IL DIRETTORE<br />

RISPONDE<br />

Ricordo di Sergio Lovagno<br />

Ciao, Sergio,<br />

te lo dico come se tu fossi ancora con noi, come si dice negli Alpini "sei andato avanti", come sei<br />

stato veloce nella vita purtroppo hai corso veloce anche verso la morte. I giornali hanno ampiamente<br />

parlato di Te, delle tue gesta sportive dove dopo canoa, equitazione ed altro, sei passato all'Atletica<br />

leggera, dove maggiormente hai espresso il tuo talento: titoli europei, record italiani, dove spicca, in<br />

età non più verde, i nove primi e trentasette secondi sulla distanza dei tre Km. C'è un episodio particolare,<br />

la Maratona di Palermo, dove abbiamo sudato insieme e dove la carica agonistica ti ha impedito<br />

di raggiungere il risultato.programmato Alla partenza mi avevi confessato di volere un<br />

risultato in termini cronometrici alla tua portata. Sergio, allo sparo del cannone, si è lasciato prendere<br />

dall'entusiasmo ed ha corso 35 Km con la grande maratoneta e campionessa d'Europa Maria Curaddo,<br />

spendendo più del consentito e pagando nel finale pur raggiungendo il traguardo con un<br />

tempo di due ore e quarantanove minuti. Lui era anche grande perchè uomo non invidioso del prossimo<br />

e sempre pronto a consigliare gli altri. Mi sono chiesto più volte del perchè è stato aggredito<br />

dalla SLA, proprio Lui atleta, sportivo, pieno di salute. Mi viene un dubbio tremendo: che la malattia<br />

possa essere stata la conseguenza della gestione del campo di atletica "La fontassa" di Savona? Quali<br />

sono gli sportivi maggiormente colpiti? Sono i calciatori. Sergio non lo era e allora perchè? Ho pensato<br />

che una delle concause o delle cause della malattia potrebbe essere la frequentazione dei campi<br />

di calcio. E' possibile che il problema sia legato agli anticrittogamici o ad altre sostanze che servono<br />

per la crescita del manto erboso? Non saranno state le esalazioni provenienti dal taglio dell'erba?<br />

Vorrei che chi legge, non pensi che io abbia la verità. Mi piacerebbe, però, che qualcuno competente<br />

prenda in considerazione il problema. Tutto questo per distrarre il pensiero in questa triste circostanza<br />

legata ai ricordi, all'affetto e alla tua bella testimonianza di sportivo e di uomo. Graziue di questa testimonianza.<br />

Ciao, Sergio.<br />

Enrico Caviglia - Via Tecchio, 10/1 Cairo montenotte.<br />

Considerazioni<br />

Tempo fa " un uomo" penso' che non tutti potessero vivere su questa terra, occorreva selezionare, e<br />

volle inculcare anche ai bambini delle scuole il suo credo,: l'eliminazione era l'unico modo efficace<br />

per raggiungere lo scopo: sono passati anni,...e mi trovo a leggere che " un uomo" della Lega (fra<br />

l'altro sostenuto anche da qualcuno del PD), ha ben pensato di insegnare l'arte della caccia ai nostri<br />

scolari! Sara' possibile l'esonero per i figli dei genitori che non la pensano come loro? Genitori che<br />

non vogliono che i loro bambini possano imparare che l'uso delle armi può essere la soluzione di un<br />

problema! Che la morte di qualcuno, sia esso anche un animale, possa essere di utilità' alla società.<br />

Non sarebbe meglio far capire che scellerate politiche mirate solo al soldo facile ed al potere, hanno<br />

distrutto l'ambiente in cui viviamo e le conseguenze che stiamo pagando e pagheremo sono altissime?<br />

Abbiamo distrutto intere foreste, deviato il corso dei fiumi, cementificato dove il buon senso dei<br />

nostri nonni non avrebbe mai permesso che accadesse e continuiamo a farlo, inquiniamo il territorio<br />

permettendo la nascita di impianti che non hanno regole<br />

e rispetto per nessuno. Tutto ciò ha irrimediabilmente guastato l'equilibrio della natura anche impedendo<br />

la selezione naturale delle varie specie animali,<br />

e pian piano anche l'uomo sparirà. È questo che vogliamo lasciare alle generazioni future??? Sicuramente<br />

un bell'esempio di inciviltà.<br />

Nadia Bertetto<br />

RISPETTO<br />

CAIRO: Quando arriva il signor Rocca…<br />

Credo che una delle condizioni della vita di qualunque società<br />

sia il rispetto degli altri.<br />

Oggi in un mondo sempre più globale, questa parola viene<br />

molto usata, però, troppo spesso e sovente non viene applicata.<br />

Mi ricordo nei primi anni 60 nelle vicinanze del ponte Italia<br />

61, c'era un barbiere di nome Mario, persona molto rispettosa,<br />

che voleva bene a noi ragazzi ed infatti, il suo<br />

negozio, era spesso frequentato dai giovani, che otre al taglio<br />

dei capelli, ascoltavano i racconti di Mario e dei suoi<br />

clienti.<br />

In quegl'anni, l'educazione verso gli adulti, era un naturale<br />

modo di comportarsi, e in special modo per gli anziani, era<br />

un dovere, per il rispetto che si doveva avere.<br />

Mario il barbiere, aveva un particolare riguardo, per una<br />

persona che arrivava dalla zona del “Rian del Quae” ovvero<br />

Rio Quano, che tutti i Cairesi sanno dov'è.<br />

Il “Signor” Rocca, così lo chiamava Mario, arrivava avvolto<br />

in un mantello nero (la mantlina), con passo greve,<br />

appoggiandosi sul suo bastone.<br />

L'uomo, ultra ottuagenario, entrava nel negozio, salutava<br />

con educazione, e il barbiere lo faceva accomodare nella<br />

poltrona più comoda. E spesso, stimolato dai ragazzi iniziava<br />

a raccontare, alcune vicende della vita.<br />

Aveva vissuto da giovane le esperienze di ben due guerre ,<br />

quella dell'undici e la prima guerra mondiale, nelle trincee,<br />

sulla linea del grappa, dove migliaia di Giovani morirono,<br />

lui, si riteneva fortunato per essere riuscito a tornare.<br />

Noi giovani, lo ascoltavamo con interesse ed attenzione,<br />

quasi il suo racconto fosse uscito da un libro di avventure.<br />

A volte, preso dai tragici ricordi, la sua voce si abbassava,<br />

e con il telo del parrucchiere si asciugava gli occhi.<br />

Era un uomo che solo a vederlo suscitava attenzione e rispetto,<br />

portava con se i valori e l'esperienza di una vita vissuta<br />

fra paure e fatiche, non aveva rimpianti, esprimeva<br />

una profonda dignità, prima di uscire dal negozio, mettendo<br />

le mani nelle tasche della “mantellina”, ci dava sempre<br />

le caramelle.<br />

Questo era il Signor Rocca, un uomo di altri tempi, che<br />

aveva combattuto per la nostra libertà, che sapeva raccontare<br />

con semplicità e commozione la sua vita, quasi fosse<br />

una lezione di storia, realmente vissuta, e per la quale bisognava<br />

aver tanto rispetto, sapendo ascoltare in silenzio.<br />

Giorgio Crocco<br />

Murialdo, terra di storia e di cultura<br />

E' tendenza generalizzata, quando si parla di beni culturali, esibire un certo pessimismo sul loro valore e sulle risorse da trovare per salvarli; è un problema ampiamente diffuso<br />

quello del “salvataggio” di una chiesa o di una cappella in sofferenza e non di rado si riscontra un insuccesso, giustificato, di norma, dalla mancanza di risorse economiche.<br />

Situazione in cui versava la comunità di Murialdo, il cui Oratorio dell'antica Confraternita di sant'Agostino aveva il tetto pericolante e la parrocchiale di san Lorenzo la facciata<br />

in rovina con la caduta di parti architettoniche; il tutto completato da molte delle altre diciotto cappelle in difficoltà per l'usura del tempo. Una situazione da far tremare i polsi; su<br />

impulso del compianto sindaco Odella, nel settembre del 2012, fu organizzata una “Tavola rotonda” dal titolo “Sant’Agostino di Murialdo: un mo<strong>num</strong>ento da salvare” chiamando<br />

in soccorso l'Istituto Internazionale di Studi Liguri – Sezione Valbormida, la Società Savonese di Storia Patria, la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici<br />

della Liguria e la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, da cui scaturì un'idea semplice: tutti assieme e rimboccarsi le maniche. Non era comunque cosa facile<br />

e servì una pausa di riflessione sul da farsi; poi nacque, nel 2014, l'Associazione Murialdo Arte Storia, creata ad hoc per il recupero dell'Oratorio e della facciata di san Lorenzo,<br />

nonché della valorizzazione dell'area del castello carrettesco. Apparentemente un impegno insormontabile e fuori portata per i mezzi del paese; invece la caparbietà e l'impegno<br />

del Direttivo di Arte Storia ha dimostrato che – quando c'è la necessaria determinazione e la corretta gestione dei problemi – anche l'impresa più ardua diventa fattibile: poggiandosi<br />

su un'indagine storica puntuale dell'Istituto – Sezione Valbormida e sul sostegno della Soprintendenza ai Beni Artistici, il cui funzionario dott. Sista prese a cuore il restauro, l'Associazione<br />

trovò i fondi dalle Fondazioni di San Paolo di Torino e De Mari di Savona ed avviò i lavori. Impresa non facile: occorreva seguire prassi precise dettate dai vincoli<br />

architettonici ed artistici e dalle usuali norme burocratiche, che in Italia riescono a vanificare le imprese più determinate, ma nel nostro caso l'impegno dell'Associazione portò a<br />

risultati eclatanti: oggi il tetto dell'Oratorio è restaurato, così come la facciata di san Lorenzo; inoltre, quasi a gratificare questo impegno, si sono ritrovati gli affreschi di grande<br />

pregio dell'Ultima Cena in sant'Agostino e di santa Caterina d'Alessandria, di grande pregio artistico, all'interno della Parrocchiale. Murialdo Arte e Storia ha appena approvato<br />

il Consuntivo del 2017; ma se il conto economico quadra, ben più consistente è il bilancio “morale” dell'Associazione, che in soli tre anni ha saputo portare a termine una parte<br />

importante dei suoi obiettivi. Questo basterebbe già ad appagare il non <strong>num</strong>eroso gruppo di murialdesi che si sono stretti attorno ai loro mo<strong>num</strong>enti, dimostrando che – se cè la<br />

volontà – si può fare! Ovviamente restano ancora altri passi da compiere: il prossimo sarà il restauro finale della colonna di santa Caterina, poi si guarderà anche al castello, dove<br />

peraltro è già intervenuto il Consorzio Agroforestale di Murialdo con una accurata pulizia. Ulteriore passaggio, che dimostra come l'unità di intenti possa dare frutti importanti,<br />

l'Associazione è entrata a far parte del “Progetto Murus Altus” già attivo negli anni Novanta e ripreso oggi con la partecipazione del Comune di Murialdo, del Consorzio agroforestale,<br />

della Parrocchia di Murialdo e dell'Istituto Internazionale di Studi Liguri – Sezione Valbormida (che ebbe parte fondamentale nel periodo degli anni Novanta). Obiettivo<br />

dichiarato: il recupero dell'area del castello, oggetto di un rilancio importante per il richiamo turistico sul paese; il cammino sarà ancora lungo, altre difficoltà sorgeranno, ma<br />

saranno sicuramente superate. Ciò che resta oggi è il pieno successo di un restauro di grande importanza e di notevole impegno economico: circa 200.000 euro ad oggi, che dimostrano<br />

come sia possibile portare a termine imprese quasi inimmaginabili per una piccola comunità; un'impresa degna di essere ricordata nel temo come una pietra miliare per<br />

la comunità di Murialdo ed un esempio per le altre comunità della nostra valle. Un bel modo per riaffermare la propria identità, degno di elogio.<br />

Carmelo Prestipino

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