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A<br />

dispetto della Storia che insegna che le<br />

rivoluzioni partono “dal basso”, quelle<br />

industriali sono coordinate dai governi; questa è<br />

la volta della Quarta rivoluzione industriale.<br />

In ordine di successione le Rivoluzioni industriali sono<br />

così definite:<br />

la Prima - alla fine del 18° secolo con l’introduzione<br />

di energia meccanica per l’utilizzo di macchine e il<br />

funzionamento degli stabilimenti produttivi;<br />

la Seconda - all’inizio del 20° secolo con l’introduzione<br />

dell’elettricità, lo sviluppo della chimica e l’utilizzo del<br />

petrolio per la produzione di massa;<br />

la Terza - nei primi anni 70 con l’utilizzo dell’elettronica<br />

e dell’Innovation Technology (IT) per automatizzare la<br />

produzione grazie ai robot industriali e computer;<br />

La Quarta - oggi per il prossimo futuro definita Industria<br />

4.0. Utilizzo di macchine intelligenti, interconnesse e<br />

collegate ad internet. Connessioni e analisi tra sistemi<br />

fisici e digitali con adattamenti in tempo reale.<br />

I benefici attesi sono in sintesi: flessibilità, velocità,<br />

maggior produttività, migliore qualità.<br />

Industria 4.0 rappresenta un cambio radicale dei sistemi<br />

di produzione che investiranno tutti i settori della società<br />

e condizioneranno la vita di tutti.<br />

A distanza di un anno dalla presentazione del Piano<br />

nazionale Industria 4.0 da parte del Ministro dello<br />

Sviluppo economico, i nuovi modelli industriali saranno<br />

al centro del G7 Industria che si terrà a Torino a metà<br />

<strong>settembre</strong> (probabilmente questo numero di Ecoideare<br />

sarà già stampato). Nel frattempo è nato il network tra<br />

Germania, Francia e Italia per lo studio e l’attuazione dei<br />

nuovi modelli di sviluppo basati sull’innovazione e sulla<br />

competitività delle imprese sempre più tecnologiche.<br />

Per l’Italia, il piano del Ministro Calenda coinvolge la<br />

Presidenza del Consiglio e sei ministeri che si coordinano<br />

con i Politecnici di Bari, Milano e Torino, la Scuola<br />

superiore Sant’Anna di Pisa, i centri di ricerca, le<br />

imprese e le organizzazioni sindacali per sviluppare le<br />

competenze e per diffondere la cultura di Industria 4.0.<br />

E’ in ballo la primogenitura di un progetto con copiosi<br />

investimenti e la Germania è in prima linea nel<br />

coordinamento della ricerca. Si tratta della definizione<br />

degli standard e dei protocolli per codificare le procedure<br />

e ottimizzare prodotti e processi produttivi. Robotica,<br />

logistica, stampanti 3D, gestione dello stoccaggio delle<br />

merci…, tutto interconnesso per produrre merci e servizi<br />

in modo competitivo a livello globale con investimenti<br />

particolarmente sostenuti in Agrifood, Bio-based<br />

economy, ottimizzazione dei consumi energetici. Oggi il<br />

fattore indispensabile e determinante per la competitività<br />

delle imprese è la tecnologia, che è l’interfaccia con il<br />

mercato e conferisce appeal e reputazione. Le parole<br />

d’ordine sono Mobile, Cloud, Big Data, Intelligenza<br />

Artificiale.<br />

In questo processo di innovazione, che deve essere<br />

necessariamente rapido, come si colloca il cittadino<br />

medio e quale relazione il consumatore vive con le<br />

tecnologie? I consumatori sembra non siano protagonisti,<br />

ma non solo, essi rappresentano passivamente l’ultimo<br />

grado di tutto il processo. Allora proviamo a calarci nella<br />

realtà e studiamo la relazione di un comune cittadino con<br />

le tecnologie.<br />

Generalmente le tecnologie sono percepite positivamente<br />

soprattutto quando i risultati della loro applicazione<br />

sono tangibili. Prima fra tutte viene alla mente il cellulare<br />

con cui possiamo interagire avendo a disposizione in<br />

tempo reale e in qualunque parte del globo telefono,<br />

informazioni, previsioni del tempo, navigatore stradale,<br />

controllo del traffico, app per qualsiasi servizio sia in<br />

ambito sociale ed ambientale che commerciale. Nel<br />

campo della medicina, la robotica e il laser permettono<br />

di operare nella prevenzione ed effettuare, anche a<br />

distanza, interventi in totale sicurezza con tecniche di<br />

chirurgia non invasive (laparoscopica ed endoscopica),<br />

i sistemi satellitari “mappano” ogni zona della Terra<br />

e possono “leggere” le catastrofi. In agricoltura la<br />

rivoluzione è in atto con i sistemi di sensori e l’utilizzo dei<br />

droni (velivoli ultraleggeri teleguidati) che “sorvegliano”<br />

i campi per valutare lo stato di salute delle coltivazioni al<br />

fine di garantire la qualità del raccolto.<br />

Nel settore della grande distribuzione organizzata<br />

(GDO), ai robot è affidato l’incarico di controllare,<br />

riordinare e disporre i prodotti da esporre sugli scaffali.<br />

Il robot è predisposto anche per riconoscere le figure che<br />

frequentano il supermercato, il sistema biometrico coglie<br />

e registra i gusti del consumatore definendone il profilo<br />

dettagliato finalizzando l’analisi del comportamento<br />

all’azione di acquisto. Con la diffusione sei sistemi<br />

automatici di lettura dei codici-prodotto anche il<br />

pagamento avviene online mediante il prelievo diretto<br />

dal conto bancario ed esclude l’intermediazione della<br />

figura addetta alla cassa, in un rapporto totalmente<br />

disumanizzato.<br />

Tutto il mondo imprenditoriale sta puntando su questo<br />

rivoluzionario nuovo modello di business, che si impone<br />

come nuovo paradigma perché mira ad interpretare le<br />

tecnologie che prima venivano adottate per singoli settori<br />

e che invece crea sistemi ibridi (ricerca, produzione,<br />

commerciale, logistica) in grado di interpretare e<br />

valorizzare la grande mole di dati disponibile mediante<br />

l’utilizzo di tecnologie digitali.<br />

Come dice il recente report della multinazionale di<br />

consulenza McKinsey, Industria 4.0 implica almeno<br />

quattro aspetti di innovazione e sviluppo:<br />

• gestione dei dati (big data), centralizzazione e<br />

conservazione di informazioni<br />

• analisi dei dati (settore in grande sviluppo sostenuto<br />

dal machine learning, cioè la capacità delle macchine<br />

di imparare dai dati conservati e di aggiornare/<br />

migliorare automaticamente la propria resa)<br />

• rapporto uomo-macchina (che andrà a perfezionarsi<br />

progressivamente)<br />

• tecnologia (che razionalizzerà sempre più le<br />

prestazioni energetiche e i consumi)<br />

Da studi previsionali presentati all’ultimo World Economic<br />

Forum con il report “The future of the Jobs” apprendiamo<br />

che nel 2020 la 4^ rivoluzione industriale prevede di<br />

togliere il lavoro a circa 7,1 milioni di addetti e creerà 2<br />

milioni di posti con un bilancio di oltre 5 milioni di posti<br />

di lavoro in perdita.<br />

della ricerca e della competitività fanno da contrappeso<br />

le ricadute sociali che in una prospettiva non troppo<br />

lontana riguardano non solo l’impatto occupazionale,<br />

ma implica una vera e propria mutazione dei rapporti<br />

sociali in una dimensione di società tecnocentrica,<br />

dove non sarà la macchina al servizio dell’uomo, ma, al<br />

contrario, l’uomo al servizio del sistema.<br />

Il processo di cambiamento della quarta<br />

rivoluzione industriale è radicale, travolgente e<br />

inarrestabile. Bisogna studiare per capire la portata<br />

di tale evoluzione. I vantaggi economici soprattutto per<br />

le imprese sono dunque evidenti; cionondimeno, appare<br />

realistico il fantascientifico “Grande Fratello” (una figura<br />

invisibile che governa e sorveglia la vita di tutti i cittadini<br />

attraverso telecamere presenti ovunque, controllandone<br />

anche la vita psichica) concepito da George Orwell nel<br />

celebre romanzo dal titolo 1984 pubblicato nel 1949.<br />

Una società governata da robot e da<br />

intelligenze artificiali sarà una società migliore o<br />

semplicemente orientata e finalizzata sempre più<br />

ad un consumismo fine a stesso?<br />

Abbiamo chiesto di commentare la relazione che<br />

intercorre tra le nuove tecnologie e i consumatori a Gianni<br />

Cavinato, noto ai lettori di Ecoideare come presidente<br />

dell’Associazione Consumatori Utenti, qui nella sua veste<br />

di co-vicepresidente della CCT Commissione Centrale<br />

Tecnica di UNI Ente Italiano di Normazione, interfaccia<br />

di CEN europea e di ISO a livello mondiale. La sua<br />

esperienza ci aiuterà a leggere meglio e a tradurre in<br />

forma comprensibile per i non addetti ai lavori, e se è<br />

plausibile un certo timore sulle possibili conseguenze<br />

sociali ed etiche di questa ondata di innovazione<br />

propugnata dai ricercatori, magnificata dagli economisti<br />

e sostenuta dai politici.<br />

Nel suo recente intervento all’evento sull’innovazione<br />

alimentare a Milano, l’ex presidente USA Barack<br />

Obama dopo aver parlato del potere e dell’efficacia<br />

di Internet, senza il quale non sarebbe stato eletto, si è<br />

soffermato sui rischi della quarta rivoluzione industriale,<br />

affermando che “la tecnologia sta facendo diminuire la<br />

quantità di manodopera in vari settori”.<br />

Dunque, ai benefici economici in termini di avanzamento<br />

G.C.: La riflessione che dobbiamo fare è che oggi<br />

le tecnologie superavanzate portano ad una netta<br />

divisione dei ruoli. Esiste il reale rischio che nel rapporto<br />

uomo-macchina (intesa come sistema di produzione<br />

e di gestione della società), quest’ultima prevalga<br />

decisamente sull’uomo. La dinamica di questa rivoluzione<br />

è governata intrinsecamente da se stessa. Una volta<br />

programmato, il sistema si “autogoverna”.<br />

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