sfogliabile settembre
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Il termine agroecologia si riferisce allo studio<br />
analitico, comparativo o sperimentale dei processi<br />
biologici, ecologici e sociali che influenzano i sistemi<br />
agrocolturali. Il concetto si traduce anche nella<br />
“riscoperta” delle tecnologie delle agricolture indigene<br />
che cercano di adattare le colture alla variabilità<br />
ambientale, biologica ed economica per diminuire<br />
i rischi e preservare il suolo nel corso del tempo.<br />
Questi meccanismi sfruttano input locali e rinnovabili,<br />
coinvolgendo la gestione di risorse diverse dalla coltura<br />
principale. L’agroecologia definisce il campo coltivato<br />
come «un ecosistema in cui avvengono gli stessi processi<br />
ecologici che si ritrovano in altre associazioni vegetali<br />
come il ciclo delle sostanze nutritive, le interazioni<br />
preda/predatore, la competizione, il commensalismo e<br />
le successioni» (Altieri, 1991).<br />
Partendo da tali presupposti, l’agroecologia<br />
analizza la forma, la dinamica e la funzione delle<br />
relazioni ecologiche in modo da “manipolare” gli<br />
agroecosistemi «per produrre meglio, con minori<br />
impatti negativi, con maggiore sostenibilità e con meno<br />
apporti esterni» (Altieri, 1991). Uno degli aspetti più<br />
interessanti dell’agroecologia è la consapevolezza<br />
che l’agroecosistema non è influenzato e determinato<br />
esclusivamente da fattori biologici o ambientali, ma anche<br />
da importanti fattori sociali (ad esempio il coinvolgimento<br />
delle comunità locali, il contesto culturale, il rapporto tra<br />
produttore e consumatore) che impongono una lettura<br />
del sistema di produzione non solamente da un punto<br />
di vista agronomico, ma attraverso una prospettiva più<br />
ampia, in grado di tenere conto della complessità del<br />
rapporto uomo-ambiente. L’agroecologia non può essere<br />
definita esclusivamente né come disciplina scientifica né<br />
come movimento sociale e neppure come un approccio<br />
agricolo. Si tratta piuttosto di un concetto che interseca<br />
queste tre dimensioni.<br />
In realtà, l’agroecologia è un modello valido per<br />
l’agricoltura nel suo complesso, perché si basa sull’idea<br />
di mettere in pratica una serie di princìpi chiave, comuni<br />
a tutti i sistemi agricoli, disegnandoli e adattandoli a<br />
seconda del contesto di riferimento (Schaller, 2013). Un<br />
modello che non si pone soltanto obiettivi di produzione,<br />
ma tiene in considerazione anche l’equità sociale e<br />
la sostenibilità ambientale del sistema. A differenza<br />
dell’approccio agronomico convenzionale, che si<br />
concentra sulla diffusione di tecnologie uniformi (uguali<br />
in tutti i contesti), l’agroecologia sottolinea princìpi vitali<br />
quali la biodiversità, il riciclo dei nutrienti, la sinergia e<br />
l’interazione tra le colture, animali, suoli, la rigenerazione<br />
e la conservazione delle risorse, e, non ultimi, la salute e<br />
il benessere delle comunità umane.<br />
I princìpi comuni dell’agroecologia, descritti ed enfatizzati<br />
da tutti gli autori possono essere così sintetizzati:<br />
aumentare il riciclaggio della biomassa e ottenere un<br />
flusso in equilibrio di sostanze nutritive, ad esempio<br />
attraverso l’utilizzo di composti e l’applicazione di<br />
tecniche colturali quali il sovescio;<br />
assicurare condizioni favorevoli per il terreno (colture<br />
di copertura, policoltura, pacciamature con materiale<br />
organico), garantendo un alto livello di sostanza organica<br />
nei suoli e un’elevata attività biologica negli stessi;<br />
minimizzare la perdita di nutrienti attraverso l’attuazione<br />
di sistemi chiusi in cui l’interazione fra allevamento,<br />
produzione e fertilizzazione permetta il mantenimento<br />
e/o la crescita di sostanza organica e vitalità nei suoli<br />
senza ricorrere a input esterni e/o semi-chiusi in cui,<br />
magari in assenza di allevamento animale, si fa ricorso<br />
a sovesci, rotazioni e policoltura per salvaguardare la<br />
fertilità dei suoli;<br />
promuovere la biodiversità funzionale del sistema,<br />
(specie, razze, microrganismi del suolo, paesaggi);<br />
promuovere le interazioni biologiche all’interno dei<br />
sistemi (riduzione input esterni) – in particolare prestando<br />
attenzione alla presenza di entomofauna utile per<br />
creare ambienti con popolazioni di insetti in equilibrio,<br />
riducendo/modificando la necessità di input per la difesa<br />
delle colture (potenziamento delle dinamiche naturali di<br />
controllo dei parassiti, per esempio le interazioni preda/<br />
predatore).<br />
La nascita di Agroecology Europe<br />
Agroecology Europe, associazione europea per<br />
promuovere l’Agroecologia, è stata fondata il 27<br />
gennaio 2016 presso l’azienda agricola Domaine de<br />
Graux a Tournai (Belgio) con la partecipazione di 19<br />
fondatori da 10 Paesi.<br />
Agroecology Europe ha un obiettivo ambizioso:<br />
promuovere l’Agroecologia come il modello migliore<br />
per lo sviluppo sostenibile dei sistemi agro-alimentari<br />
europei.<br />
L’Agroecologia si basa sull’utilizzazione delle conoscenze<br />
ecologiche per la gestione razionale dei sistemi agricoli<br />
puntando alla minimizzazione dell’utilizzo di input<br />
esterni. Un numero sempre più grande di ricerche indica<br />
che attraverso la conoscenza e l’uso appropriato delle<br />
risorse ambientali locali – in primis l’agrobiodiversità – e<br />
delle interazioni tra flora, fauna e microrganismi a diverse<br />
scale spazio-temporali è possibile sostituire interamente<br />
o quasi input esterni quali fertilizzanti e pesticidi.<br />
In più, l’Agroecologia promuove le aziende agricole<br />
familiari, le filiere locali, la qualità dei prodotti e la<br />
conoscenza ‘tacita’, e quindi sistemi agro-alimentari<br />
interamente sostenibili, sul piano ambientale, economico<br />
e sociale, Agroecology Europe mira a rafforzare le<br />
interazioni tra i vari attori negli ambiti della ricerca,<br />
delle pratiche e dei movimenti sociali che si riconoscono<br />
nell’Agroecologia, facilitando lo scambio di conoscenze<br />
e la compartecipazione a diverse attività. L’associazione<br />
ambisce a creare una comunità di agricoltori, tecnici,<br />
professionisti, ricercatori, consumatori, ONG e vari<br />
portatori d’interesse a livello europeo che condividono<br />
lo spirito e le azioni dell’Agroecologia.<br />
Agroecology Europe è aperta a tutti gli individui,<br />
associazioni ed istituzioni interessate a promuovere<br />
l’Agroecologia e punta a definire la propria struttura e<br />
il proprio programma di attività attraverso un approccio<br />
partecipativo. http://www.agroecology-europe.org/.<br />
Il nuovo Piano di Azione del MiPAAF<br />
Il Ministero dell’Agricoltura italiano ha introdotto per<br />
la prima volta l’approccio agroecologico nel Piano<br />
strategico nazionale per lo sviluppo del sistema biologico,<br />
approvato il 24 marzo 2016.<br />
Il Piano comprende un set di 10 azioni, orientate verso la<br />
transizione dal biologico 2.0 al biologico 3.0.<br />
AZIONE 1 - BIOLOGICO NEI PIANI DI SVILUPPO<br />
RURALE - Uniformare le modalità di applicazione della<br />
misura di sostegno all’agricoltura bio prevista dai PSR<br />
tra le diverse Regioni italiane. Indirizzare a favore del<br />
settore anche altre azioni previste dai PSR. Particolare<br />
attenzione viene data alla formazione specifica per<br />
diffondere l’approccio agro-ecologico.<br />
AZIONE 2 - POLITICHE DI FILIERA - Favorire<br />
l’aggregazione del mondo della produzione e le relazioni<br />
stabili con gli altri attori del comparto, trasformazione,<br />
distribuzione e commercio attraverso la realizzazione di<br />
specifiche forme associative.<br />
AZIONE 3 - BIOLOGICO MADE IN ITALY E<br />
COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE – Valutare<br />
l’opportunità dell’introduzione di un segno distintivo e<br />
promuovere il bio Made in Italy attraverso il piano di<br />
internazionalizzazione dell’agro-alimentare. Sviluppare<br />
campagne di informazione specifiche per l’agricoltura<br />
biologica, utilizzando anche il web.<br />
AZIONE 4 - BIOLOGICO E GREEN PUBLIC<br />
PROCUREMENT - Stimolare l’utilizzo dei prodotti<br />
biologici nella ristorazione ospedaliera e nelle mense<br />
scolastiche, e l’applicazione del metodo biologico anche<br />
nella gestione del verde delle aree pubbliche.<br />
AZIONE 5 - SEMPLIFICAZIONE DELLA NORMATIVA SUL<br />
BIOLOGICO - Favorire la semplificazione della normativa<br />
di settore, anche sulla base delle novità legislative<br />
Ue, attraverso il coinvolgimento delle Amministrazioni<br />
regionali. Euro-EducATES - Rapporto sull’approccio<br />
all’agro-ecologia in Italia 21<br />
AZIONE 6 - FORMAZIONE, INFORMAZIONE E<br />
TRASPARENZA - Istituzione di percorsi formativi<br />
sull’agricoltura biologica in ambito universitario e corsi di<br />
aggiornamento per i docenti anche nelle scuole superiori.<br />
Rafforzamento dei servizi del SINAB per migliorare la<br />
disponibilità di informazioni relative al settore.<br />
AZIONE 7 - BIOLOGICO PAPER LESS -<br />
INFORMATIZZAZIONE - Sviluppare il SIB - Sistema di<br />
Informazione del Biologico, in linea con quanto previsto<br />
dal Piano Agricoltura 2.0, per favorire la connessione<br />
con le altre banche dati utili per il settore con l’obiettivo<br />
di semplificare le procedure a carico degli operatori.<br />
AZIONE 8 - REVISIONE NORMATIVA SUI CONTROLLI<br />
(D.LGS 220/95) - Migliorare l’efficacia del sistema<br />
di controllo e certificazione in Italia a garanzia delle<br />
imprese biologiche e dei consumatori.<br />
AZIONE 9 CONTROLLO ALLE IMPORTAZIONI -<br />
Intensificare le attività di controllo e certificazione del<br />
prodotto biologico in entrata da paesi terzi anche con un<br />
maggiore coinvolgimento delle Dogane e con l’utilizzo<br />
di strumenti informatici evoluti per favorire un rapido<br />
scambio di informazioni.<br />
AZIONE 10 - PIANO PER LA RICERCA E L’INNOVAZIONE<br />
IN AGRICOLTURA BIOLOGICA - Predisposizione di<br />
un piano nazionale per la ricerca e l’innovazione<br />
in agricoltura biologica. Costituzione di un comitato<br />
permanente di coordinamento per la ricerca in<br />
agricoltura biologica e biodinamica, con gli enti vigilati<br />
dal Mipaaf, ed il coinvolgimento delle Regioni e delle<br />
rappresentanze del settore.<br />
Illustrazione di:Chiara Castiglioni<br />
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