AZ-Franchising-Novembre-2017-estratto

DOSSIER /
Una nuova possibilità di investimento si sta imponendo
nell’ultimo periodo ed è legata a una moneta virtuale,
il Bitcoin. Cerchiamo di capire di che cosa si
tratta, come potrebbe interessare le reti in franchising
e quale potrà essere l’impatto futuro sull’economia
reale.
Di cosa stiamo parlando?
Il termine bitcoin può indicare sia una innovativa rete
di pagamenti (“Bitcoin”) che una moneta elettronica
(“bitcoin” o “BTC”). Quest’ultima può essere considerata
una vera e propria valuta, nonostante non abbia
corso legale. La rete Bitcoin è open-source ed è stata
creata nel 2008 da Satoshi Nakamoto, il quale ha
distribuito la prima versione del software client e ha
successivamente contribuito al progetto in via anonima
insieme ad altri sviluppatori, per ritirarsi infine
dalla comunità di Bitcoin nel 2010. La progettazione
della rete Bitcoin è pubblica e non in possesso di alcuna
organizzazione o persona fisica. La sua struttura
peer-to- peer e la mancanza di un ente centrale di controllo
rendono impossibile a qualunque autorità di vigilanza
il blocco dei trasferimenti, il sequestro di BTC
in assenza delle relative chiavi di autentificazione o la
svalutazione dovuta all’immissione di nuova moneta.
I trasferimenti sono definiti come un cambio di proprietà
di BTC e vengono effettuati senza la necessità
di un ente esterno che debba fare da supervisore tra le
parti. I BTC possono essere creati o meglio “estratti”
in seguito al cosiddetto “mining”. La rete Bitcoin,
che memorizza la produzione della moneta virtuale,
ha un algoritmo di produzione crittografato che distribuisce
BTC in seguito alla sua risoluzione e ha un
limite prestabilito di 21 milioni di BTC. Utilizzando
specifici hardware e software per “minare” BTC ci si
può unire ad un gruppo di utenti (“pool”) all’interno
del quale ogni componente mette a disposizione una
parte di risorse del proprio hardware per la risoluzione
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