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Mifid 2 Verso un’ecologia della finanza

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angolo del consulente<br />

investors’ 1/2018<br />

MiFID2: operazione<br />

trasparenza<br />

10 min.<br />

IL 3 GENNAIO 2018 È UNA DATA<br />

DESTINATA AD ESSERE RICORDATA<br />

NEGLI ANNALI DELL’INDUSTRIA DEL<br />

RISPARMIO: ANCHE IN ITALIA È STATA<br />

RECEPITA LA DIRETTIVA COMUNITARIA<br />

MIFID2, DESTINATA A RIEQUILIBRARE<br />

IL RAPPORTO TRA INTERMEDIARI<br />

FINANZIARI E CLIENTI RISPARMIATORI/<br />

INVESTITORI.<br />

“Le attività di vigilanza sul sistema bancario (Banca d’Italia,<br />

ndr) e sui mercati finanziari (Consob, ndr) si sono rivelate inefficaci<br />

ai fini <strong>della</strong> tutela del risparmio in tutti i sette casi analizzati”<br />

(Mps, Pop.Vicenza, Veneto Banca, Banca Marche, Etruria,<br />

Carichieti e Cariferrara, ndr). É quanto si legge nella relazione<br />

di maggioranza <strong>della</strong> Commissione d’inchiesta sulle banche.<br />

E ancora: “É possibile ridurre i rischi di investimento acquistando<br />

più tipologie di titoli e azioni?”. A questa domanda<br />

risponde correttamente solo il 37% degli italiani contro il 75%<br />

<strong>della</strong> media Ocse.<br />

Una direttiva necessaria a tutelare un risparmiatore lasciato<br />

nell’ignoranza finanziaria<br />

La MiFID2 (Market in Financial Instruments Directive) è la risposta<br />

ferma e dirigista delle istituzioni europee all’inefficien-<br />

za e alle storture di un sistema in cui, nell’ultimo decennio,<br />

troppo spesso la relazione cliente/intermediario si è sviluppata<br />

attraverso quelle pratiche commerciali che hanno portato<br />

con sé una miriade di lutti finanziari. Complici un sistema acciecato<br />

dalle troppe rendite di posizione ed un’informazione<br />

di massa poco interessata a sviluppare cultura finanziaria.<br />

Per fare un esempio tra tutti, nell’epoca del bail-in, alla vigilia<br />

del dissesto delle banche venete accertato dalla Banca<br />

Centrale Europea nel Giugno del 2017, più del 30% dei conti<br />

correnti nelle stesse banche aveva un saldo attivo superiore<br />

a 100.000 euro.<br />

Di fronte a questo analfabetismo finanziario e a tutela del risparmiatore,<br />

il regolatore europeo impone una direttiva a senso<br />

unico, che obbliga l’intermediario e il risparmiatore stesso<br />

a metodi stringenti destinati a ridurre notevolmente gli abusi.<br />

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www.investors-mag.it<br />

punto di vista<br />

Figura 1: MiFID2<br />

La direttiva comunitaria in vigore anche in Italia dal 3 gennaio 2018.<br />

Fonte: Forex.eu<br />

Franco<br />

Galante<br />

Financial Advisor con certificazione Efpa<br />

conseguita presso l’Università Cattolica<br />

del Sacro Cuore di Milano. Master in<br />

“Financial Planning”, conseguito presso<br />

il Centro Universitario di Organizzazione<br />

Aziendale (Cuoa) di Altavilla Vicentina.<br />

Master in “Family Office” ottenuto<br />

presso Aifo (Associazione Italiana Family<br />

Officer).<br />

info@francogalante.it<br />

Ma implica, nel contempo, una forzata evoluzione culturale.<br />

Come si vede dalla figura 2, una statistica presentata al World<br />

Economic Forum dello scorso gennaio evidenzia che il settore<br />

più impattato nei prossimi due anni in termini di sviluppo<br />

di nuove competenze è quello dei servizi finanziari legati alla<br />

consulenza e allocazione degli investimenti. Il Paese più arretrato,<br />

d’altro canto, quello che dovrà correre di più per acquisire<br />

le competenze necessarie per vivere nel nuovo mondo, è<br />

l’Italia. La “disruption” riguarderà il 43% dell’attuale modello<br />

legato alla <strong>finanza</strong> e il 48% del modello italiano in generale.<br />

In linea con l’analisi <strong>della</strong> figura 2, “La conoscenza come primo<br />

investimento” sembra essere il messaggio implicito <strong>della</strong><br />

nuova normativa; messaggio rivolto a tutti gli attori del mondo<br />

del risparmio.<br />

Dal lato dell’offerta, infatti, vengono richiesti agli intermediari<br />

investimenti tecnologici, ricerche di mercato, formazione<br />

adeguata, personale con competenze certificate e comportamenti<br />

trasparenti allo scopo di aumentare la tutela dell’utente<br />

finale.<br />

Dall’altro lato, MiFID2 mette in luce anche un tema di sfida<br />

rivolto ai risparmiatori italiani, che sappiamo essere tra i più<br />

impreparati d’Europa: richiama anch’essi a maggiori adempimenti,<br />

a cominciare dalla necessità di essere più chiari e<br />

trasparenti nei confronti dei propri obiettivi di vita.<br />

La nuova normativa mette il risparmiatore di fronte all’assunzione<br />

di nuove responsabilità, con la consapevolezza che, in<br />

un mondo VUCA (Volatile, Uncertain, Complex, Ambiguous),<br />

il risparmio non è un tasso d’interesse ma l’inizio di un percorso<br />

evolutivo, un progetto di vita, un cammino che lo porta<br />

verso la figura di investitore, confrontandosi inevitabilmente<br />

con orizzonti temporali più lunghi. Ogni risparmiatore dovrà<br />

diventare maggiormente “imprenditore” del proprio patrimonio<br />

e non gli sarà più concesso di scaricare i propri mal di<br />

pancia sul sistema bancario.<br />

Come cambia la consulenza finanziaria<br />

Benvenuti nel futuro: la stella polare <strong>della</strong> normativa fa perno<br />

sulla consulenza, che viene eletta a fulcro <strong>della</strong> salvaguardia<br />

<strong>della</strong> clientela, evidenziando l’aspetto “servizio” rispetto<br />

all’aspetto “prodotto”. La normativa definisce la consulenza<br />

come un servizio soggetto a riserva di legge, ovvero riservato<br />

solo a soggetti abilitati dalla legge. Facendo una metafora,<br />

questo equivale a dire che se non sono un medico chirurgo<br />

non posso operare.<br />

La consulenza quindi viene riconosciuta come servizio di investimento<br />

a carattere professionale e non occasionale.<br />

Sono fondamentalmente due i nuovi orientamenti che MiFID2<br />

impone al servizio di consulenza:<br />

1. la profilazione del cliente;<br />

2. la certificazione ESMA degli strumenti finanziari oggetto<br />

delle raccomandazioni di investimento.<br />

Figura 2: Skills Disruption<br />

La “rottura” delle competenze passate è “dirompente” per il mondo dei<br />

servizi finanziari.<br />

Fonte: Future of Jobs Report, World Economic Forum<br />

La profilazione del cliente<br />

Partiamo dalla definizione di consulenza: “la prestazione di<br />

raccomandazioni personalizzate ad un cliente dietro sua richiesta<br />

o del prestatore del servizio riguardo ad una o più<br />

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angolo del consulente<br />

investors’ 1/2018<br />

operazioni relative a strumenti finanziari”. La parola “personalizzata”<br />

è fondamentale: rileva la necessità <strong>della</strong> raccolta<br />

delle informazioni che consentono a chi presta la consulenza<br />

di concretizzare la raccomandazione adeguata al cliente.<br />

La profilazione diventa attività obbligatoria ed inderogabile.<br />

Attraverso la profilazione, il consulente affianca il cliente<br />

al fine di aiutarlo a focalizzare la struttura dei bisogni e degli<br />

obiettivi, a dichiarare la sua situazione finanziaria e patrimoniale<br />

e a prendere consapevolezza dell’esperienza e<br />

conoscenza in materia finanziaria, nonché <strong>della</strong> tolleranza al<br />

rischio e <strong>della</strong> capacità di sopportare le perdite. Questa fase<br />

è propedeutica a quella in cui il consulente definisce le raccomandazioni<br />

d’investimento nel rispetto delle informazioni<br />

ricevute. Non è possibile prestare il servizio di consulenza se<br />

non c’è questa fase.<br />

Utilizzando una metafora, quanto descritto sopra equivale a<br />

sottoporsi alle analisi del sangue prima di ricevere la cura più<br />

adeguata allo stato di salute. Per investire occorre la ricetta<br />

medica, parimenti serve certificare e assicurare che il consulente<br />

sia un medico.<br />

MiFID2 genera un cambio di paradigma: il risparmiatore è<br />

al centro <strong>della</strong> tutela, con i suoi bisogni, i suoi obiettivi e<br />

il suo profilo. L’intermediario, che prima proponeva soluzioni<br />

inseguendo le proprie prospettive commerciali, ora deve<br />

obbligatoriamente rispondere a precisi requisiti di legge e<br />

rispettare quello che il cliente dichiara nella sua profilazione.<br />

In parole semplici: il risparmiatore dice cosa gli serve e il<br />

consulente gli fornisce la soluzione più adatta. La consulenza,<br />

quella buona, partirà dai bisogni. Non dalle soluzioni.<br />

Il risparmiatore è al centro<br />

<strong>della</strong> tutela, con i suoi bisogni,<br />

i suoi obiettivi e il suo profilo.<br />

L’intermediario ora deve<br />

obbligatoriamente rispondere<br />

a precisi requisiti di legge e<br />

rispettare quello che il cliente<br />

dichiara nella sua profilazione.<br />

Parlando di profilazione è utile ricordare che questa era stata<br />

introdotta dalla normativa MiFID nella sua prima versione<br />

(2007) senza tuttavia riceverne le sperate attenzioni ed il profilo<br />

veniva spesso “addomesticato” a seconda delle esigenze<br />

commerciali dell’intermediario.<br />

Prima ancora era addirittura consentito dare corso alle operazioni<br />

di investimento anche in assenza di raccolta delle<br />

informazioni dell’investitore: era sufficiente che questi barrasse<br />

la casella del rifiuto a fornire i chiarimenti sulla propria<br />

situazione personale. Anche un’operazione di investimento<br />

inadeguata poteva così essere effettuata con il solo consenso<br />

a procedere all’operazione.<br />

Figura 3: ESMA<br />

L’Ente Europeo che vigila sugli strumenti finanziari e sui mercati dell’area euro.<br />

Fonte: www.esma.europa.eu<br />

Questo regime “liberale” ha dato luogo ad abusi clamorosi<br />

che hanno riguardato prevalentemente le banche commerciali<br />

e generaliste, agevolate dal fatto che era il cliente<br />

a recarsi in filiale e quindi a “richiedere” l’investimento. La<br />

pratica del rifiuto a rendere le informazioni si è dimostrata<br />

a tutti gli effetti una scorciatoia, infelice, spesso basata sulle<br />

credenze dell’“abbiamo sempre fatto così” e che faceva gioco<br />

ad entrambi gli attori del mercato del risparmio: il risparmiatore<br />

non si sentiva scoperto nella sua privacy finanziaria<br />

(sia culturale che patrimoniale) e l’intermediario celava la sua<br />

forza contrattuale nel segnalare il rifiuto a fornire le informazioni<br />

da parte del cliente.<br />

Capiamo bene oggi quanto importante sia identificare con<br />

la profilazione le caratteristiche del cliente, la raccolta delle<br />

informazioni è una cosa seria e come tale deve essere vissuta<br />

sia lato cliente sia lato prestatore del servizio di consulenza.<br />

Le maggiori tutele richiedono clientela coerente coi propri<br />

obiettivi e professionalità certificate negli operatori.<br />

La certificazione ESMA degli strumenti finanziari oggetto<br />

delle raccomandazioni di investimento<br />

Per quanto attiene agli strumenti finanziari oggetto dell’attività<br />

di collocamento, vengono disciplinate dall’ESMA (Autorità<br />

di vigilanza sul mercato e sugli strumenti finanziari) alcune attività<br />

di controllo preventivo, in capo agli emittenti del prodotto<br />

ed ai distributori, orientate rispettivamente a:<br />

• identificare/dichiarare le caratteristiche degli investitori a<br />

cui lo strumento oggetto <strong>della</strong> raccomandazione risulta<br />

essere adeguato;<br />

• individuare il mercato target cui lo strumento si rivolge:<br />

investitore privato, professionale o qualificato;<br />

• identificare se tale strumento può essere collocato solo in<br />

regime di consulenza di portafoglio (quindi in quantità percentualmente<br />

adeguate all’interno di un portafoglio ben<br />

diversificato) o anche in regime di appropriatezza del singolo<br />

strumento. Attività questa a carico dell’intermediario.<br />

L’ultimo punto è strettamente connesso all’esperienza dell’investitore<br />

e, nel caso fossimo in regime di appropriatezza del<br />

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www.investors-mag.it<br />

punto di vista<br />

Figura 4: MiFID2<br />

La direttiva comunitaria e la nuova sfida per la consulenza.<br />

Fonte: Finance.it<br />

singolo strumento, l’intermediario dovrebbe astenersi dal<br />

concludere un’operazione, anche se richiesta specificamente<br />

dal cliente, se questa risultasse incompatibile rispetto al suo<br />

personale profilo.<br />

La normativa tende a scoraggiare il “fai da te” e ad affidare a<br />

mani più esperte le scelte su come allocare i propri risparmi,<br />

sottintendendo un messaggio di lungimirante progettualità<br />

patrimoniale.<br />

L’ESMA, in quanto autorità super-partes, esercita un duplice<br />

controllo sugli strumenti finanziari impegnando in una disclosure<br />

ferrea sia gli emittenti sia i collocatori di prodotto. Questi<br />

ultimi, come attori finali <strong>della</strong> catena, potranno adottare atteggiamenti<br />

ancor più prudenti rispetto a chi ha costruito lo<br />

strumento finanziario e, in buona sostanza, un prodotto che<br />

viene certificato dall’emittente come strumento adatto a chi<br />

ha un profilo 3 potrebbe essere prudenzialmente collocato<br />

dal distributore solo a chi ha un profilo 4 o comunque, all’interno<br />

del contratto di consulenza, in dosi ritenute adeguate<br />

alle sue caratteristiche.<br />

Consulenza: dipendente e indipendente<br />

L’industria del risparmio gestito ha visto la sua proliferazione<br />

in questi anni in cui ha saputo difendere gli investitori dai lutti<br />

legati al vecchio modo di pensare il risparmio. E va riconosciuto<br />

che chi si è affidato alla diversificazione proposta da questi strumenti<br />

ha certamente evitato di cadere nella trappola del rischio<br />

specifico, per lo più appannaggio <strong>della</strong> banca del territorio.<br />

Contemporaneamente la crisi economica e le politiche monetarie<br />

di Quantitative Easing hanno drasticamente abbattuto<br />

la redditività delle banche che, complice una lenta propensione<br />

al cambiamento, hanno orientato le rispettive politiche<br />

di bilancio verso nuove voci di entrate in cui primeggiano i<br />

ricavi da commissioni. Su alcuni strumenti finanziari si è scaricato<br />

il prezzo del mantenimento dello status quo attraverso<br />

l’applicazione di oneri esagerati anche in nome dell’offerta di<br />

prodotti maggiormente tutelanti.<br />

Taluni strumenti, in nome <strong>della</strong> diversificazione, vengono infatti<br />

tutt’ora proposti con commissioni di ingresso, tunnel di<br />

uscita e fee di gestione generalmente sproporzionati in un<br />

ambiente come quello odierno, in cui creare valore al risparmio<br />

diventa sempre più arduo.<br />

In questo senso, il riconoscimento dell’attività di consulenza<br />

come servizio apre nuove prospettive per il mercato degli<br />

operatori finanziari.<br />

Con MiFID si riconoscono infatti due tipi di consulenza: quella<br />

dipendente e quella indipendente.<br />

È bene chiarire quale sia la chiave che per il regolatore identifica<br />

l’una rispetto all’altra: l’aspetto economico del servizio.<br />

Nella consulenza dipendente la remunerazione delle parti<br />

coinvolte nel processo di consulenza (emittente/gestore dello<br />

strumento, struttura di intermediazione e rete commerciale) è<br />

costituita dal sistema delle retrocessioni: commissioni elargite<br />

dagli emittenti dei prodotti alla filiera dell’intermediazione. A<br />

pagare gli emittenti è poi il risparmiatore, con un costo spalmato<br />

nell’intera operazione di acquisto (“occhio non vede<br />

cuore non duole”).<br />

Nella consulenza dipendente l’incentivo economico per il collocatore<br />

cresce con l’aumentare <strong>della</strong> redditività concordata<br />

con gli emittenti dei prodotti distribuiti. Ne consegue che la<br />

maggior parte degli operatori è spinta a collocare ciò che è<br />

più remunerativo per loro piuttosto che più utile al cliente. E<br />

questo assume ancor più rilevanza nel caso in cui il collocatore<br />

faccia parte dello stesso gruppo societario degli emittenti.<br />

L’attività “fuori sede” (svolta presso il cliente) da parte degli<br />

operatori <strong>della</strong> consulenza dipendente si compone di racco-<br />

Figura 5: Consapevolezza<br />

La consapevolezza del nuovo contesto rappresenta la “disruption” per l’evoluzione da risparmiatore a investitore.<br />

Fonte: Radioevolution.it<br />

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angolo del consulente<br />

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mandazioni e, su richiesta, anche dell’acquisto dei prodotti<br />

finanziari correlati. Tale attività è riservata ai consulenti in possesso<br />

di requisiti certificati.<br />

In quest’ultimo caso viene anche riservata al cliente la possibilità<br />

di esercitare il diritto di ripensamento (diritto di recesso).<br />

Nella consulenza indipendente è il cliente beneficiario del<br />

servizio a pagare un onorario all’intermediario o alla società<br />

di consulenza, attraverso una parcella, per ricevere le raccomandazioni<br />

di investimento.<br />

L’attività “fuori sede”, in questo tipo di consulenza, viene limitata<br />

alle sole raccomandazioni e non prevede la loro trasformazione<br />

in operazioni di acquisto dei prodotti finanziari<br />

correlati. Queste ultime devono essere portate a termine direttamente<br />

dal cliente presso un intermediario o attraverso<br />

piattaforme on-line. In questo caso il cliente, eventualmente<br />

insoddisfatto, può recedere dal contratto di consulenza ma<br />

non dal contratto di acquisto.<br />

Nella consulenza indipendente il risparmiatore remunera un<br />

servizio il cui costo viene espresso in modo esplicito e non è<br />

più legato al prezzo di acquisto del prodotto.<br />

Salta il legame tra emittenti e collocatori e il correlato rapporto<br />

di remunerazione tra gli uni e gli altri. Gli operatori <strong>della</strong><br />

consulenza non hanno alcun beneficio personale nel consigliare<br />

strumenti maggiormente “generosi” in termini di retrocessioni<br />

commissionali.<br />

Un’importante differenza tra consulenza dipendente e indipendente<br />

riguarda anche l’aspetto <strong>della</strong> tutela del rischio legato<br />

alle raccomandazioni fornite:<br />

• Nella consulenza dipendente, gli operatori rispondono<br />

per mandato ad un intermediario il quale, a sua volta,<br />

risponde con responsabilità oggettiva e solidale sull’operato<br />

del consulente.<br />

• Nel caso <strong>della</strong> consulenza indipendente, invece, l’operatore<br />

risponde in prima persona direttamente e, nonostante<br />

l’obbligo assicurativo nel rispetto del quale esiste<br />

una polizza a copertura dell’esercizio dell’attività, sussiste<br />

il rischio di non coprire gli eventuali maggiori danni derivanti<br />

dalle raccomandazioni fornite.<br />

Quindi meglio la consulenza dipendente o indipendente?<br />

La risposta oggettivamente propende per la seconda. Ma<br />

è fondamentale tenere conto del contesto di riferimento:<br />

la parcella dovuta nella consulenza indipendente estrapola<br />

il costo che ora è spalmato nel prezzo dell’intero processo<br />

di consulenza e acquisto (caratteristico <strong>della</strong> consulenza dipendente).<br />

Permettetemi un accostamento a titolo esemplificativo:<br />

quello che è successo all’inizio del 2018 con la disposizione<br />

che prevede di pagare separatamente i sacchetti<br />

biodegradabili è un esempio <strong>della</strong> probabile reazione del risparmiatore<br />

medio all’introduzione <strong>della</strong> parcella per la consulenza<br />

indipendente.<br />

Quindi, se il nostro Paese dovrà metabolizzare poco alla volta<br />

questa evoluzione utilizzando ancora la consulenza dipendente,<br />

ritengo sia fondamentale la relazione che si crea con<br />

Nella consulenza dipendente<br />

la remunerazione delle parti<br />

coinvolte nel processo di<br />

consulenza è costituita dal<br />

sistema delle retrocessioni:<br />

commissioni elargite dagli<br />

emittenti dei prodotti alla<br />

filiera dell’intermediazione.<br />

A pagare gli emittenti è poi<br />

il risparmiatore, con un costo<br />

spalmato nell’intera operazione<br />

di acquisto.<br />

Nella consulenza indipendente<br />

è il cliente beneficiario<br />

del servizio a pagare un<br />

onorario all’intermediario o<br />

alla società di consulenza,<br />

attraverso una parcella, per<br />

ricevere le raccomandazioni di<br />

investimento.<br />

il proprio interlocutore. Evitare le generalizzazioni è utile alla<br />

crescita <strong>della</strong> nostra cultura finanziaria ed evita di screditare<br />

gli operatori che, anche nell’ambito <strong>della</strong> consulenza dipendente,<br />

hanno sempre cercato di gestire in maniera attenta e<br />

corretta il conflitto di interessi.<br />

Dipendente o indipendente che sia, la buona consulenza dovrebbe<br />

essere sempre più espressione dei valori che ciascuno<br />

di noi possiede e del prezzo che questi valori assumono<br />

all’interno di una relazione onesta e trasparente, orientata<br />

ad accompagnare il cliente alla pianificazione patrimoniale.<br />

Il lavoro sul campo mi fa capire che, soprattutto in Italia, il risparmiatore<br />

medio ha forte bisogno di progettualità e pianificazione.<br />

Lo si deve accompagnare con metodo e disciplina<br />

in questo cambiamento normativo, ascoltandolo, consigliandolo,<br />

gestendone l’emotività di breve termine per ricondurlo<br />

ai suoi reali obiettivi di vita. MiFID2 indica la necessità di<br />

portare all’investitore italiano questa cultura. E delega a farlo<br />

il mondo <strong>della</strong> consulenza. Guardando al recente passato<br />

vedo un deserto da esplorare, risparmiatori disorientati alla<br />

ricerca di una guida. E mi chiedo: è insensato pensare che la<br />

consulenza finanziaria abbia un prezzo? Fino ad oggi chi ha<br />

seminato educazione finanziaria in questo Paese? Perché se<br />

è vero che la consulenza finanziaria costa, l’ignoranza costa<br />

molto di più. E il viaggio continua…. ©<br />

C<br />

M<br />

Y<br />

CM<br />

MY<br />

CY<br />

CMY<br />

K<br />

16

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