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La Barbie<br />
delle montagne<br />
Protagonista di libri per bambini, amatissima<br />
persino dalla regina Vittoria, la bambolina gardenese<br />
esce dall’oblio e rinasce grazie alle sapienti mani<br />
di Judith Sotriffer<br />
Molto tempo prima che la Barbie facesse la sua comparsa<br />
nei negozi di giocattoli, le bambine di tutto<br />
il mondo avevano già la loro bambola dei sogni.<br />
Aveva occhi azzurri, capelli neri, labbra color ciliegia, guance<br />
rosse e carnagione candida. Un minuzioso lavoro di finitura<br />
completava l’opera degli intagliatori della Val Gardena che dal<br />
legno di pino creavano sagome di bambole che erano veri e<br />
propri gioielli artigianali per la cameretta di ogni bambina.<br />
La Dutch doll, così venne battezzata, fu realizzata per la prima<br />
volta intorno al 1830. Il suo aspetto riproduceva quello delle<br />
bambole di porcellana fatte in Germania, Repubblica Ceca e<br />
Francia che i mercanti portavano in Val Gardena al rientro<br />
dai lunghi mesi di viaggio. Seppure bellissima, la bambola di<br />
porcellana era costosa e fragile, poco adatta al gioco dei bambini.<br />
“I gardenesi pensarono allora di ispirarsi a quella bambola<br />
per riprodurne una simile, ma interamente scolpita nel legno”,<br />
racconta Judith Sotriffer nella sua bottega artigianale. “Qui le<br />
persone h<strong>anno</strong> molta fantasia e uno spiccato senso artistico,<br />
ma anche degli affari”, aggiunge. Il risultato dell’esperimento<br />
ebbe grande successo e la bambolina gardenese in breve tempo<br />
divenne una delle più famose nella storia dei giocattoli.<br />
La bottega di Judith si trova a due passi dall’<strong>ADLER</strong> di Ortisei,<br />
in via Pedetliva 18. Qui, da oltre vent’anni, l’artista del