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Grande distribuzione: falce&carrello salvaguarda ... - Agenzia La Rotta

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<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>: falce&<strong>carrello</strong> <strong>salvaguarda</strong> l’italianità<br />

Alla fine del settembre scorso, sembrava che l'ennesimo tentativo di mettere insieme il gruppo Coin 1 -<br />

Oviesse 2 , dal 2005, controllato, con il 78 percento delle azioni, dalla banca francese Paribas, attraverso il<br />

fondo di private equity Pai partners 3 , erede, tra l’altro, del comparto no-food di Standa 4 , con <strong>La</strong> Rinascente-<br />

Upim 5 si fosse arenato per sempre a .<br />

Si era, allora, al secondo tentativo: nel 2008, Coin aveva presentato agli azionisti di <strong>La</strong> Rinascente, che aveva<br />

in pancia Upim, un fatturato di 365 milioni di Euro con circa due mila addetti, un'offerta giudicata «nonricevibile».<br />

Eppure, la logica dell'integrazione era evidente, soprattutto di fronte alla crescita della cosiddetta «fast<br />

fashion», cioè Zara 6 o H&M 7 .<br />

L’operazione presenta sì sovrapposizioni, ma anche sinergie. In particolare, sul fronte delle economie di<br />

scala negli acquisti. Coin-Oviesse, che ha chiuso il 2008 con vendite per 1,1 miliardo di Euro, un margine<br />

operativo di 134 milioni e un utile netto di 38,2 con 6.424 addetti, comprando il concorrente, riuscirebbe ad<br />

aumentare il proprio perimetro di un terzo arrivando a quasi 500 punti vendita e diventando leader nel settore<br />

abbigliamento-accessori a prezzi contenuti. Inoltre, Oviesse ha completato la trasformazione e si è rilanciato<br />

con il brand OvsIndustry, concentrato su abbigliamento-accessori. Invece, Upim, nei suoi 140 punti vendita,<br />

è rimasto fedele alla tradizione dei classici grandi magazzini e ha focalizzato il suo rilancio proprio<br />

sull'ampiezza dell'assortimento. Ma i conti non hanno dato soddisfazione ai soci che di recente hanno dovuto<br />

rinegoziare le scadenze del debito con le banche. Il 2008 si è chiuso per il gruppo con un fatturato di 493<br />

milioni in calo dai 520 milioni del 2007, un margine operativo di 9,2 milioni e una perdita netta di 19,2<br />

milioni. Con la vendita di Upim, <strong>La</strong> Rinascente uscirebbe, quindi, da un business ritenuto poco redditizio per<br />

concentrare gli investimenti sul rilancio del cosiddetto «department store» del lusso.<br />

Cosicché, alla vigilia di Natale, l'accordo è stato fatto: da <strong>La</strong> Rinascente , che rimarrà nella disponibilità della<br />

cordata composta da Investitori Associati 8 , Pirelli Re, Deutsche Bank e famiglia Borletti, verrà scorporato<br />

Upim. Dopo di che, la Cordata e le due banche creditrici, Unicredit e Natixis, conferiranno partecipazioni e<br />

crediti in un veicolo controllato al 60 percento dagli istituti di credito e al 40 dagli azionisti. Il veicolo, a sua<br />

volta, prenderà una partecipazione del 7 percento del Gruppo Coin: una valutazione implicita di Upim pari a<br />

circa 40 milioni di Euro.<br />

Upim porta con sé 140 negozi diretti e 247 affiliati anche se il bilancio chiuso a settembre 2008 presenta una<br />

perdita di 19,2 milioni (era -0,9 milioni nel 2007) a fronte di ricavi scesi da 520 a 493 milioni b . Questi punti<br />

vendita vanno ad aggiungersi gli oltre 450 di Coin.<br />

Con l’operazione, emigra Oltralpe il controllo di un altro pezzo di economia italiana e si consolida la presa<br />

del capitale francese nel settore della cosiddetta «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> organizzata», detta anche<br />

«Distribuzione moderna» 9 .<br />

Food e no-food<br />

Upim, come Coin, Oviesse e <strong>La</strong> Rinascente, appartiene a quel comparto della «Distribuzione moderna» che<br />

si definisce «no-food», cioè i cosiddetti «Grandi magazzini» che non vendono beni alimentari.<br />

Anni Miliardi<br />

di Euro<br />

Prenatal,<br />

Quote di mercato dei consumi non-alimentari.<br />

Elaborazione su fonte Feder<strong>distribuzione</strong><br />

Ambulanti,<br />

spacci, porta a<br />

porta, outlet,<br />

vendite dirette,<br />

per<br />

corrispondenza,<br />

internet<br />

Negozi<br />

tradizionali<br />

<strong>Grande</strong><br />

<strong>distribuzione</strong><br />

1996 88 13,3% 66,6% 20,1%<br />

2006 108 14,5% 64,8% 20,7%<br />

2007 109 14,6% 63,7% 21,7%<br />

2008 107 15,0% 63,2% 21,8%<br />

Negli anni ’50-60, in Italia, il comparto era<br />

rappresentato da quattro imprese, tutte opera<br />

di imprenditori italiani:<br />

<strong>La</strong> Rinascente,<br />

Upim,<br />

Standa,<br />

Coin.<br />

Negli anni ’70, ai Grandi magazzini, si<br />

aggiunsero le cosiddette «Catene di negozi»:<br />

Oviesse,<br />

Promod,<br />

Brums<br />

United color of Benetton,<br />

Sorelle Ramonda,<br />

a Corriere Economia , 21 settembre 2009<br />

b Il Sole 24 Ore, 16 dicembre 2009 http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20<strong>La</strong>voro/2009/12/coin-upim -fusioneaccordo.shtml?uuid=3aa82b0e-ea50-11de-925c-d5ef2eec9489&DocRulesView=Libero&correlato


Stefanel,<br />

Bernardi.<br />

Negli anni ’80-90, emersero gli Ipermercati e i cosiddetti «Specialisti»:<br />

Douglas,<br />

Chiccolandia ,<br />

Motivi,<br />

Calzedonia,<br />

Combipel,<br />

Castorama,<br />

Ikea,<br />

Ipercoop,<br />

MediaWord,<br />

Decathlon.<br />

Infine, negli anni Duemila, il panorama fu completato dai cosiddetti «Outlets» e dalle catene internazionali:<br />

Goldenpoint,<br />

Designer Outlets,<br />

Mango,<br />

Zara,<br />

H&M.<br />

Parallelamente alla crescita qualitative dell’offerta, mutavano le quote di mercato dei vari canali<br />

commerciali.<br />

Nel 1996, gli 88 miliardi di Euro dei consumi non-alimetari degli Italiani, finivano:<br />

per il 13 percento al commercio ambulante, porta a porta, per corrispondenza ecc.,<br />

per il 66,6 percento ai negozi cosiddetti «tradizionali»,<br />

per il 20 percento alla <strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>.<br />

Dodici anni dopo, il panorama è così mutato:<br />

15 percento al commercio ambulante, porta a porta, per corrispondenza ecc.,<br />

63,2 ai negozi cosiddetti «tradizionali»,<br />

21,8 alla <strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>.<br />

Come si può constatare, nel comparto no-food, alla forte crescita dell’offerta qualitativa, verificatasi dal ’90<br />

in poi, non ha corrisposto una dilatazione significativa della quota di mercato della «Distribuzione moderna».<br />

È stato, piuttosto, nella «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>» alimentare che i mutamenti sono stati più rilevanti.<br />

Anni Miliardi<br />

di Euro<br />

Quote di mercato dei consumi alimentari.<br />

Elaborazione su fonte Feder<strong>distribuzione</strong><br />

Ambulanti,<br />

spacci, porta a<br />

porta, outlet,<br />

vendite dirette,<br />

per<br />

corrispondenza,<br />

internet<br />

Negozi<br />

tradizionali<br />

<strong>Grande</strong><br />

<strong>distribuzione</strong><br />

<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>.<br />

Elaborazione su fonte Feder<strong>distribuzione</strong><br />

Hard-discount Superettes Supermercati Ipermercati<br />

1996 96 9,2% 40,6% 50,2% 4,2% 8,6% 30,6% 6,8%<br />

2006 108 10,3% 20,8% 68,9% 6,0% 8,8% 41,1% 13,0%<br />

2007 110 10,3% 19,5% 70,2% 6,8% 8,7% 41,6% 13,1%<br />

2008 114 10,4% 19,1% 70,5% 7,3% 8,5% 41,6% 13,1%<br />

Anni Miliardi<br />

di Euro<br />

Quote di mercato dei consumi commerciabilizzabili.<br />

Elaborazione su fonte Feder<strong>distribuzione</strong><br />

Ambulanti, spacci, porta a porta, outlet, vendite<br />

dirette, per corrispondenza, internet<br />

Negozi tradizionali <strong>Grande</strong><br />

<strong>distribuzione</strong><br />

1996 184 11,2% 53,0% 35,8%<br />

2006 215 12,4% 35,6% 52,0%<br />

2007 219 12,4% 34,3% 53,3%<br />

2008 221 12,6% 33,3% 54,1%<br />

Nel 1996, i canali di vendita «tradizionali» del settore alimentare, compresi gli ambulanti, coprivano una<br />

quota di mercato vicina al 50 percento. L’altro cinquanta apparteneva alla cosiddetta «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>»:<br />

4,2 percento ai «dicount»;


<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> alimentare.<br />

2008: quote di mercato. Percentuale sul totale del<br />

fatturato della <strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>.<br />

Elaborazione su fonte Gnlc Nielsen<br />

15%<br />

Carrefour<br />

Coop Italia<br />

Conad<br />

Auschan<br />

Selex<br />

Esselunga<br />

Interdis<br />

Despar<br />

Pam<br />

Sisa<br />

9%<br />

9%<br />

8%<br />

8%<br />

7%<br />

5%<br />

5%<br />

5%<br />

4%<br />

8,6 ai «susperette»;<br />

30,6 ai «supermercati»;<br />

6,8 agli «ipermercati».<br />

Dodici anni dopo, nel 2008, la <strong>distribuzione</strong> «tradizionale» è<br />

declinata a meno del 30 percento e il crollo ha riguardato<br />

segnatamente i negozi: dal 40,5 percento al 19,1. È rimasta stabile<br />

la quota di mercato dei «superette», sono raddoppiate quelle dei<br />

«discount» e degli «iper», è passata dal 30 al 40 percento quella dei<br />

«supermercati».<br />

Cosicché, in sintesi, per quanto riguarda i cosiddetti «consumi<br />

commerciabilizzabili», la quota di mercato dei punti vendita<br />

«tradizionali» è passata da circa il 65 percento al 45: un 20<br />

percento acquisito dalla «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>».<br />

Best list<br />

Ora, in Italia, la best list della grande <strong>distribuzione</strong> 10 alimentare,<br />

cioè la classifica per fatturato delle prime dieci imprese, è quella<br />

esposta.<br />

Coop Italia 11 e Conad 12 sono società cooperative. In particolare,<br />

Conad appartiene più a quella sottospecie di<br />

Gdo fatta di operatori indipendenti che mettono in comune alcune<br />

funzioni aziendali.<br />

Carrefour 13 , Auschan 14 , Esselunga 15 , Pam 16 sono imprese di<br />

capitale appartenenti alla Gdo in senso stretto: imprese di<br />

dimensioni rilevanti, anche a livello internazionale, che gestiscono direttamente i punti vendita. Selex 17 ,<br />

Interdis 18 , l’olandese Spar 19 e Sisa 20 appartengono invece alla sottospecie consortile.<br />

Distinguendo per nazionalità dell’azionista di controllo, appare subito evidente che il 22 percento del<br />

mercato italiano è controllato dal capitale straniero. Ma il dato più significativo emerge incrociando la<br />

nazionalità del controllo e la forma societaria. Infatti,<br />

è evidente l’ottima performance italiana nelle forma cooperativistica, con Coop e Conad, e in quella<br />

consortile, con Selex, Interdis, Sisa. Modesto, invece, il nostro protagonismo nelle società di capitale della<br />

<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> in senso stretto, dove la quota di mercato maggioritaria appartiene, ormai, ai due<br />

colossi francesi: Auschan e Carrefour. Quest’ultima ha sopravanzato i più prossimi concorrenti grazie<br />

all’acquisizione di Gs 21 , nota vittima di una delle tante scellerate «privatizzazioni» dei governi Amato-<br />

Ciampi-Dini.<br />

Insomma, la bandiera nazionale sventola alta con la cooperazione, anche se nella quota Conad andrebbe<br />

investigato il contributo di Leclerc, e con i consorzi di piccole e medie imprese, in quest’ultimo comparto<br />

andrebbe, invece, approfondito il ruolo italiano nell’olandese Despar.<br />

Anche il comparto della Gdo non sfugge, quindi, ai limiti della struttura produttiva italiana: il capitalismo<br />

senza capitale. Anche qui, tanti capaci quanto piccoli imprenditori e rari i casi di grande impresa al di fuori<br />

dell’intervento pubblico.<br />

L’assetto, già critico, potrebbe, peraltro, subire ancora qualche duro colpo. Infatti, da tempo è manifesta la<br />

volontà di Bernardo Caprotti, ormai anziano e in non ottimi rapporti con gli eredi, di vendere Esselunga. Ed<br />

è altrettanto nota la sua idiosincrasia nei confronti della cooperazione 22 , unico possibile acquirente nazionale.<br />

<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> alimentare.<br />

2008: quote di mercato suddivise per nazionalità<br />

dell’azionista di controllo e forma societaria. Percentuale<br />

sul totale del fatturato della <strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong>.<br />

Elaborazione su fonte Gnlc Nielsen<br />

Società di capitale 12% 17%<br />

Cooperazione 24%<br />

Consortile 16% 5%<br />

Quindi, un domani potremmo avere una quota di mercato<br />

controllata dal capitale straniero intorno al 30 percento.<br />

È d’obbligo rilevare che la <strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong><br />

organizzata, segnatamente quella alimentare, è da<br />

considerarsi un comparto «strategico»: per le quote di<br />

mercato che governa induce o può indurre, infatti, decisivi<br />

condizionamenti nel primario agroalimentare, dove il<br />

concorrente mondiale dell’Italia è, guarda caso, proprio<br />

l’agroalimentare francese.<br />

1 Coin<br />

Coin nacque nel 1926, con un negozio di tessuti, filati e biancheria a Mirano. A questo, seguirà nel secondo Dopoguerra, la creazione di una rete di<br />

punti vendita di confezione pronta a Venezia, Dolo , Mestre e Padova.<br />

Nel 1957, la famiglia Coin apre un vero e proprio grande magazzino a più piani, il primo della catena, a Trieste, nei locali un tempo occupati dai<br />

grandi magazzini austriaci Öhler. Da quel momento, Trieste divenne la sede legale dell’azienda.<br />

Nel 1958, l’impresa supera i confini regionali aprendo un grande negozio nel centro di Bologna.


Durante gli anni ‘60, Coin sviluppò il modello di grande magazzino con vendita a reparti. I settori merceologici furono arricchiti con l'introduzione di<br />

articoli casalinghi, sportivi, giocattoli, profumeria e pelletteria. Tra il 1966 e il 1974, nacquero filiali a Milano, Parma e Bergamo e magazzini a<br />

Brescia, Vicenza, Varese, Pordenone, Vigevano, Mantova, Genova, Livorno, Udine, Piacenza, Napoli, Taranto e Ferrara.<br />

Nel 1968, viene lanciata una nuova catena chiamata «Coinette». Da questa nascono i negozi Ovs, Organizzazione Vendite Speciali, che offrono, a<br />

prezzi di saldo, gli articoli invenduti dei magazzini Coin . <strong>La</strong> divisione diventerà autonoma nel 1972 con il nome di Oviesse.<br />

Nel 1986, Coin conquistò il primato italiano nel cosiddetto «retailer» e si cimentò per primo nell’innovazione delle cosiddette «fidelity card », la<br />

Coincard .<br />

Nel 1997, fu creato il Gruppo Coin .<br />

Nel 1998, il ramo abbigliamento fu acquisito da Standa.<br />

Nel 1999, il Gruppo venne quotato alla Borsa di Milano.<br />

Nell’ottobre 2008, Coin acquisì il marchio Melablu, con i 62 negozi, che diventeranno PdV Oviesse.<br />

2 Oviesse<br />

Organizzazione Vendite Speciali è, per quota di mercato, la prima azienda italiana di abbigliamento per uomo, donna e bambino.<br />

Il primo negozio nacque a Padova nel 1972. Un passo importante nel processo di espansione fu compiuto, nel 1998, con l'acquisizione di 167<br />

magazzini del non-alimentare Standa.<br />

Nel 2004, Oviesse arrivò a 250 punti vendita, diventando leader nel segmento abbigliamento.<br />

L'anno successivo, prese il via il piano di sviluppo basato sul franchising.<br />

Dopo le esperienze in Germania, con il marchio Kaufhalle, e in Svizzera, con Globus, che non diedero risultati positivi, nel 2006, Oviesse aprì negozi<br />

in Russia e in Serbia. L’attuale politica di espansione si realizza soprattutto nei paesi emergenti, attraverso il franchising.<br />

A fine ottobre 2008, fu annunciata l'acquisizione del 100 percento di Tre.bi Spa, società proprietaria della catena di negozi di abbigliamento Melablu.<br />

3 Coin<br />

Il Gruppo Coin è, oggi, controllato da:<br />

Carpaccio Investimenti Spa con il 73,155 percento delle azioni;<br />

Bipiemme Gestioni Sgr Spa, con il 2,018 percento.<br />

A sua volta, Carpaccio Investimenti è controllata da Giorgione Investimenti Spa, di proprietà di Financiere Tintoretto Sa, che<br />

per il 54,5 percento appartiene a Pai Partners Sa;<br />

per il 45,5 a Finanziaria Coin Srl.<br />

Pai partners è uno dei più primi e, quindi, sperimentato, fondo di cosiddetto «private equity» in Europa, controllato, dal 1999 dalla banca francese<br />

Bnp Paribas, che in Italia controlla anche Bnl.Nel 1916, il commerciante veneziano Vittorio Coin conseguì la licenza di ambulante per la vendita di<br />

tessuti e mercerie a Pianiga.<br />

4 Standa<br />

Il 9 maggio 1931 Franco Monzino, lasciando la direzione dell'Upim , con un capitale di 50 mila lire, insieme ai fratelli Ginia, Italo e Tullio Astesani,<br />

fondò una impresa commerciale con il nome Società Anonima Magazzini Standard , aprendo i primo negozio, il 21 settembre, in via Torino angolo via<br />

Valpetrosa a Milano.<br />

Il nome fu modificato, nel 1938, in Standa, acronimo per Società Tutti Articoli Nazionali Dell'Abbigliamento , per volontà di Benito Mussolini, il<br />

quale, durante una parata a Roma in Via del Corso, vide l'insegna dei magazzini di Monzino e, visto che le leggi fasciste imponevano di italianizzare<br />

tutte le parole straniere, impose il cambio del nome.<br />

Nel 1956, viene aperto il primo supermercato a Napoli, così da ampliare l'offerta dei grandi magazzini di abbigliamento con gli alimentari.<br />

Nel 1958, fu attivata la formula del self-service.<br />

Nel 1966, Standa contava 124 filiali e venne acquisita da Montedison.<br />

Nel 1971, contava 219 filiali e fu inaugurato il primo ipermercato a Castellanza in provincia di Varese.<br />

Nel 1972, in joint venture con il gruppo francese Carrefour, nacque Euromercato , destinata ai grandi ipermercati.<br />

Nel 1988, Standa entrò nel paniere di Fininvest, diventando la Casa degli italiani e, nel 1991, fu implementata da Supermercati Brianzoli<br />

Nel maggio 1994, in joint-venture con Viacom , venne aperta la catena Blockbuster, specializzata nell'home-video. Nell'ottobre 2002, Blockbuster<br />

ritornò a essere interamente controllata da Viacom.<br />

All'inizio del 1995, con l'azienda in crisi, il ramo Euromercato fu ceduto a Gs. Sempre nello stesso anno, Standa, assieme a Giochi Preziosi, fondò<br />

Holding dei Giochi per rilevare le catene Grazzini e Toys Center, grandi superfici specializzate nei giocattoli.<br />

Nel 1998, Silvio Berlusconi vendette la parte non alimentare a Coin e la parte alimentare del Centronord a Gianfelice Franchini, ex proprietario di<br />

Supermercati Brianzoli e quella del Sud a Gruppo Cedi, controllato da Conad.<br />

Nel 2001, Gianfelice Franchini cedetti il marchio e gli impianti al gruppo tedesco Rewe.<br />

Rewe mantenne i supermercati del Triveneto e della Romagna col marchio Billa, comprendente la catena Supermercati Car. Standa rimarrà nel resto<br />

della Penisola. Il gruppo possiede anche una piccola catena di centri commerciali a marchio Futura .<br />

Oggi i punti vendita Stanada sono 145 (serviti da 3 Centri di <strong>distribuzione</strong>:<br />

<strong>La</strong>cchiarella, provincia di Milano;<br />

Santa Palomba, Roma,<br />

Cagliari.<br />

A questi si vanno ad aggiungere i 17 supermercati Uni, acquisiti in Piemonte.<br />

Rewe<br />

Il tedesco Rewe Group opera nei settori della grande <strong>distribuzione</strong> organizzata e del turismo. È presente, attraverso vari marchi in 14 Paesi: Germania,<br />

Francia, Austria, Svizzera, Italia, Croazia, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Romania, Ucraina, Slovacchia, Repubblica Ceca, Russia:<br />

Rewe, supermercati con tre mila punti vendita in Germania;<br />

Billa, supermercati con più di mille punti vendita in Austria e 400 distribuiti fra Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Italia, Polonia,<br />

Romania, Russia, Slovacchia e Ucraina;<br />

Extra, supermercati con 300 punti vendita in Germania;<br />

Penny Market, discount con tre mila punti vendita distribuiti fra Germania, Austria, Italia, Romania, Ungheria e Repubblica Ceca;<br />

Penny Market XXL, ipermercati in Romania;<br />

Fegro/Selgros, di negozi cash and carry in joint venture con Otto Group in Germania, Romania e Polonia;<br />

Nahkauf, empori in Germania;<br />

Toom Market, catena di <strong>distribuzione</strong> in Germania;<br />

ProMarkt, compagnia di elettronica di consumo con 50 punti vendita in Germania;<br />

Toom BauMarkt, negozi per il bricolage con 250 punti vendita in Germania;<br />

Merkur, supermercati con 100 punti vendita in Austria;<br />

Standa, supermercati con 151 punti vendita in Italia;<br />

Uni, supermercati con 16 punti vendita in Piemonte e uno in Lombardia.<br />

5 <strong>La</strong> Rinascente


Nel 1865 i fratelli Luigi e Ferdinando Bocconi aprirono in via Santa Radegonda a Milano il primo negozio italiano in cui erano venduti abiti preconfezionati.<br />

L'esempio è Le Bon Marché, il grande magazzino aperto a Parigi nel 1852.<br />

Nel 1877, venne inaugurato il grande emporio in Piazza Duomo, che venne arricchito di numerose attività di uso comune, fra cui una banca e un<br />

ufficio postale.<br />

Nel 1917, il Senatore Borletti rilevò l'attività. L’approccio al mercato era quello di attirare sia clienti delle classi alte che di quelle medio-basse.<br />

Nel 1917, Gabriele D'Annunzio battezzò l’impresa «<strong>La</strong> Rinascente» e i locali divennero un luogo di ritrovo di molti artisti: la pubblicità veniva<br />

realizzata da Marcello Dudovich, mentre una linea di mobili fu firmata da Gio Ponti.<br />

Negli anni cinquanta, <strong>La</strong> Rinascente cercò di cavalcare il miracolo italiano con iniziative innovative. Venne, per esempio, aperto un ufficio per le<br />

ricerche di mercato e avviata la vendita di frigoriferi, che arrivavano direttamente dagli Usa. Nacque poi un'azienda per la produzione di<br />

abbigliamento femminile e furono organizzate mostre con abbigliamenti tipici di Paesi stranieri.<br />

Nel 1954, venne ideato il premio Compasso d'Oro che nel 1964 venne donato all'Associazione per il Disegno Industriale.<br />

Nel 1969, la proprietà passò al gruppo Fiat.<br />

L'acquisizione di Rinascente comprende anche le controllate Upim e Sma 5 .<br />

Nel 1972, il gruppo aprì il primo ipermercato con il brand CittàMercato e, nel 1983, aprì il primo Brico Center, empori specializzati nel bricolage.<br />

Nel 1992 viene inaugurato un centro commerciale a Rozzano, in provincia di Milano, il quale è stato frutto di un accordo al 50 percento fra il Gruppo<br />

Rinascente e il Gruppo Finiper che detiene il marchio Iper per gli ipermercati.<br />

Nel 1997, venne stipulato un accordo finanziario e tecnico con Auchan 5 : Eurofind Textile Sa, 50 percento Ifil, la finanziaria della famiglia Agnelli, e<br />

50 Auchan. Quest’ultimo, procede alla trasformazione di tutti gli ipermercati CittàMercato e Joyland, che verranno convertiti dal 2000 in poi nel<br />

marchio Auchan.<br />

Eurofind Textile Sa prenderà il controllo della parte alimentare del gruppo nel 2005.<br />

Nel 2005, <strong>La</strong> Rinascente fu rilevata, per 888 milioni di Euro, da una cordata denominata Tamerice Srl composta da:<br />

Investitori Associati, 46 percento,<br />

Deutsche Bank Real Estate Opportunities Group, 30 percento,<br />

Pirelli Real Estate, 20 percento,<br />

Gruppo Borletti, 4 percento.<br />

Nello stesso anno, Rinascente-Upim fu incorporata nella controllante, dando origine a <strong>La</strong> Rinascente Spa.<br />

Upim<br />

Unico Prezzo Italiano Milano è, oggi, controllata da:<br />

Investitori Associati,<br />

Pirelli Real Estate,<br />

Deutsche Bank,<br />

Borletti.<br />

Possiede 150 negozi diretti e 200 in franchising in Italia, un grande magazzino a Tirana, Albania, e un punto vendita a Victoria, Malta.<br />

Il primo negozio Upim fu aperto a Verona nell'ottobre del 1928. Allora, chiamava Upi, la «m» finale fu aggiunta per distinguersi da un'omonima<br />

agenzia di pubblicità.<br />

L’«unico prezzo» deriva dal fatto che all’origine tutti gli oggetti in vendita avevano uno stesso prezzo (1-2-3-4 lire) che si pagava all'entrata<br />

prendendo un biglietto. Così chi voleva comprare un oggetto pagava una lira, chi ne voleva due dava due lire e così via, mostrando i biglietti<br />

all'uscita.<br />

Nel 1969, Upim, con il Gruppo Rinascente, fu acquisita dalla famiglia Agnelli. Con questa gestione, l’azienda vivrà una crisi continua.<br />

Nel 1997, assieme a tutto il Gruppo Rinascente, confluisce nel Gruppo Auchan.<br />

Nel maggio 2005, Upim venne scorporata da <strong>La</strong> Rinascente e acquisito dalla cordata Investitori Associati, Pirelli Real Estate, Deutsche Bank e<br />

Borletti.<br />

6 Zara<br />

Zara, fondata nel 1975 da Amancio Ortega Gaona a <strong>La</strong> Coruña in Spagna, è una catena internazionale di negozi di abbigliamento. Oggi, conta 900<br />

negozi in 62 paesi del mondo e appartiene al gruppo spagnolo Industria de diseño textil Sa, Inditex, proprietaria di altri marchi:<br />

Massimo Dutti,<br />

Pull and Bear,<br />

Bershka,<br />

Stradivarius,<br />

Oysho,<br />

Kiddy's Class.<br />

Nell'Agosto del 2005, è entrata per la prima volta nella lista delle 100 maggiori marche del mondo, situandosi al 77º posto, secondo la classifica<br />

annuale della rivista Business Week.<br />

Nel marzo del 2006, ha superato le vendite di uno dei suoi maggiori competitor, la svedese Hennes&Mauritz, il più grande rivenditore di<br />

abbigliamento a basso costo in Europa.<br />

Nel mondo, Zara è presente:<br />

Paese Numero negozi<br />

Spagna<br />

Francia<br />

Italia<br />

Portogallo<br />

507<br />

113<br />

80<br />

74<br />

Germania 62<br />

Regno Unito 58<br />

Grecia<br />

50<br />

Messico 47<br />

Giappone<br />

33<br />

7 H&M<br />

Hennes & Mauritz Ab, è un'azienda di abbigliamento svedese.<br />

Fu fondata a Västerås, nel 1947, da Erling Persson e vendeva solo abiti femminili e si chiamava Hennes, in svedese «di Lei».<br />

Nel 1968 Persson acquisì un negozio di Stoccolma, chiamato Mauritz Widforss, che vendeva abiti maschili e che fece espandere il giro di affari<br />

dell'azienda anche in questo campo. Oggi, ha oltre mille 600 punti vendita in 38 paesi e più di 50 mila dipendenti. <strong>Grande</strong> investitore dell'azienda è la<br />

Chiesa di Svezia.


Nel 2006 si aprì il sodalizio tra la casa di moda svedese e la cantante Madonna: dopo aver disegnato i costumi per il Confessions Tour, H&M le ha<br />

affidato la realizzazione della linea «M by Madonna», entrata in commercio a Hong Kong nel marzo 2007.<br />

8 Investitori Associati<br />

Investitori Associati Spa, società di gestione del risparmio, Sgr, è la management company del fondo comune di investimento mobiliare di tipo chiuso<br />

Investitori Associati IV.<br />

Sorta, nel 1993, su iniziativa di Dario Cossutta, figlio del più noto Armando, Stefano Miccinelli e Antonio Tazartes al fine di promuovere e gestire<br />

Investitori Associati IV, fondo di private equity con una dotazione finanziaria di 700 milioni di euro, raccolti presso primari investitori istituzionali<br />

italiani e internazionali.<br />

Attualmente ha in portafoglio pertecipazioni in:<br />

Novamont, materie plastiche biodegradabili;<br />

Seat Pagine Gialle, elenchi telefonici e annuari;<br />

Util-Ctd, componentistica auto;<br />

Ilpea-Holm , gomma e plastica;<br />

Kedrion, medicinali emoderivati;<br />

Grandi navi veloci, Trasporto marittimo;<br />

Cisalfa, retail;<br />

Infa <strong>La</strong>bochim, chimica farmaceutica;<br />

<strong>La</strong> Rinascente, <strong>distribuzione</strong> organizzata;<br />

Bluvacanze, turismo.<br />

9 Le categorie della <strong>distribuzione</strong>.<br />

Secondo Nielsen, la nota azienda operante su scala internazionale specializzata nelle ricerche di mercato sui beni e servizi di largo consumo, i canali<br />

di vendita possono così essere classificati:<br />

«Tradizionali»: sono gli esercizi che vendono prodotti di largo consumo su superfici inferiori ai cento metri quadrati;<br />

«Libero servizio»: strutture commerciali con un’area di vendita al dettaglio che va dai cento ai 400 metri quadrati;<br />

«Superette»: con un'area di vendita al dettaglio che va dai due ai quattro cento metri quadrati;<br />

«Supermercato»: con un'area che va dai 400 ai due mila e 500 metri quadrati;<br />

«Superstore»: va dai mille e 500 ai due mila e 500 metri quadrati;<br />

«Ipermercato»: superiore ai due mila e 500 metri quadrati;<br />

«Iperstore»: va dai due mila e 500 ai quattro mila metri quadrati.<br />

A queste tipologie di carattere quantitativo, vanno aggiunte quelle di carattere qualitativo:<br />

«Discount»: struttura in cui l’assortimento non prevede la presenza di prodotti di marca;<br />

«Self Service specialisti Drug»: esercizi che vendono prodotti per la cura della casa e della persona;<br />

«Cash & Carry»: struttura riservata alla vendita all’ingrosso.<br />

<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> organizzata<br />

Secondo uno studio di Banco Popolare, si definisce come appartenente alla cosiddetta «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> organizzata» quella impresa che gestisce<br />

attività commerciali sotto forma di vendita al dettaglio di prodotti, alimentari e non, di largo consumo in punti vendita a libero servizio di grandi<br />

superfici, con una soglia dimensionale minima individuata in 200 metri quadrati per i prodotti alimentari e in 400 per i non alimentari. Altro elemento<br />

distintivo è l’esercizio mediante le cosiddette «catene commerciali», cioè più punti vendita caratterizzati da un unico marchio.<br />

Sotto il profilo della gestione del singolo punto vendita, si possono distinguere due tipologie di «<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> organizzata»:<br />

in senso stretto: imprese di dimensioni rilevanti, anche a livello internazionale, gestiscono direttamente i punti vendita;<br />

in senso lato: operatori indipendenti, che hanno la di un singolo punto vendita mettono in comune alcune funzioni aziendali, per esempio,<br />

gli acquisti, l’insegna, l’attività promozionale, i prodotti a marchio cosiddetto «privato».<br />

10<br />

<strong>Grande</strong> <strong>distribuzione</strong> nel mondo. Prime 18<br />

imprese. Fatturato 2007 in Mld di Euro.<br />

Fonte Deloitte 2009<br />

Wal-Mart Usa 273,4<br />

Caffefour Francia 82,2<br />

Tesco Regno Unito 69,2<br />

Metro Germania 56,5<br />

Home Depot Usa 51,3<br />

Schwarz Germania 50,6<br />

Target Usa 46,3<br />

Costco Usa 46,0<br />

Aldi Germania 42,7<br />

Walgreen Usa 39,2<br />

Rewe Germania 37,9<br />

Sears Holdings Usa 37,0<br />

Auchan Francia 36,0<br />

Lowe's Usa 35,2<br />

Seven&I Giappone 35,0<br />

........<br />

.........<br />

Coop Italia 12,2<br />

11 Coop<br />

Cooperativa di consumatori, che fa risalire la sua origine alla Torino del 1854 con Alleanza Cooperativa Torinese, oggi è il principale attore sul<br />

mercato italiano della grande <strong>distribuzione</strong> organizzata. Nel 2008 la sua quota di mercato ha raggiunto il 17,1 percento, le vendite i 12 miliardi e<br />

mezzo di Euro, conta 1.425 punti vendita in 15 regioni, con una superficie complessiva di 1.684.864 metri quadrati, 54.923 dipendenti, quasi sette<br />

milioni di soci e il controllo della rete discount con marchio Dico.<br />

Coop ha fatto dell'etica un punto cardine del suo sistema, non a caso, nel dicembre 1998, è stata la prima azienda europea ad aver ottenuto la<br />

certificazione Sa 8000.<br />

Il marchio è attribuito alle cooperative di consumatori consociate a Coop Italia , consorzio nazionale delle cooperative di consumo, a sua volta<br />

aderente alla Lega nazionale cooperative e mutue. Giuridicamente le cooperative sono operativamente autonome, associate in distretti interregionali e<br />

facenti capo, a livello nazionale, alla Ancc-Coop.


Coop Italia è la centrale di acquisto e di marketing per l'intero sistema.<br />

Il sistema Coop è costituito da 124 cooperative di consumatori, di diversa dimensione:<br />

9 grandi interegionali,<br />

14 medie,<br />

101 piccole comunali.<br />

Le nove grandi cooperative sono:<br />

Distretto Nord Ovest<br />

� Coop Liguria (province di Genova, Savona, <strong>La</strong> Spezia, Imperia, Alessandria, Cuneo);<br />

� Coop Lombardia (province di Varese, Como, Milano, Monza e Brianza, Lodi, Pavia, Cremona, Brescia);<br />

� Novacoop (province di Torino, Biella, Vercelli, Novara, Verbania, Varese, Milano, Cuneo, Asti, Alessandria).<br />

Distretto Adriatico<br />

� Coop Adriatica (province di Belluno, Vicenza, Padova, Venezia, Treviso , Rovigo, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena, Rimini,<br />

Pesaro-Urbino, Ancona, Macerata, Fermo, Ascoli Piceno, Chieti);<br />

� Coop Consumatori Nordest (province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Mantova, Brescia, Venezia, Treviso, Rovigo , Pordenone,<br />

Udine, Gorizia, Trieste);<br />

� Coop Estense (province di Modena, Ferrara, Foggia, Barletta-Andria-Trani, Bari, Brindisi, Taranto, Lecce, Matera).<br />

Distretto Tirrenico<br />

� Coop Centro Italia (province di Arezzo, Siena, Perugia, Terni, Rieti, L'Aquila);<br />

� Unicoop Firenze (province di Lucca, Pisa, Pistoia, Prato, Firenze, Arezzo e Siena);<br />

� Unicoop Tirreno (province di Massa-Carrara, Lucca, Livorno, Grosseto, Siena, Terni, Rieti, Viterbo, Roma, <strong>La</strong>tina, Frosinone,<br />

Napoli, Avellino e Benevento).<br />

Le quattordici medie cooperative sono invece:<br />

� Coop Alto Garda (Trentino-Alto Adige)<br />

� Coop Alto Milanese (Lombardia)<br />

� CoopCa (Friuli-Venezia Giulia e Veneto)<br />

� Coop Casarsa (Friuli-Venezia Giulia)<br />

� Coop Como Consumo (Lombardia)<br />

� Coop Eridana (Emilia-Romagna e Lombardia)<br />

� Cooperative Operaie di Trieste Istria e Friuli (Friuli-Venezia Giulia)<br />

� Coop Primo Maggio (Sicilia)<br />

� Coop Reno (Emilia-Romagna)<br />

� Coop Unione Amiatina (Toscana e <strong>La</strong>zio)<br />

� Coop Unione Trezzo sull'Adda (Lombardia)<br />

� Coop Veneto (Veneto)<br />

� Coop 25 Aprile (Sicilia)<br />

� Sait (Trentino-Alto Adige, Lombardia e Veneto)<br />

Settori di Coop Italia stanno espandendosi, in questi anni, in nuovi settori:<br />

Farmaceutica: Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest, Coop Estense e Coop Lombardia controllano Pharmacoop Spa, che gestisce<br />

alcune farmacie ex comunali ora privatizzate.<br />

Librerie: Coop Adriatica, Coop Consumatori Nordest, Coop Liguria, Unicoop Tirreno e Novacoop hanno costituito la Librerie.Coop Spa<br />

che si occupa della gestione di una catena di librerie a insegna Librerie.Coop.<br />

Turismo: Coop Estense e Coop Adriatica controllano congiuntamente le agenzie di viaggi Robintur; Coop Consumatori Nordest, Coop<br />

Lombardia e Novacoop controllano le agenzie di Nuova Planetario (con insegne Planetario Viaggi, Coop Viaggi e Bonolatours, nonché<br />

alcune insegne minori) e Unicoop Tirreno in collaborazione con Itc (Imprenditori Turistici Campani) ha un progetto chiamato Mondovivo<br />

per offrire viaggi responsabili;<br />

Bricolage: Coop Lombardia controlla la Marketing Trend Spa, che gestisce punti vendita a insegna Brico Io sia direttamente sia tramite<br />

franchising con 74 punti vendita in 16 regioni italiane. Unicoop Firenze controlla, insieme alla tedesca Obi la società Bbc, Brico Business<br />

Cooperation, che gestisce le strutture a insegna Obi in Italia;<br />

Finanza: <strong>La</strong> maggior parte delle grandi cooperative di consumo è azionista di Simgest Spa, società di intermediazione mobiliare, che offre<br />

servizi finanziari ai soci e ai clienti .<br />

Telefonia: Il Consorzio Coop Italia, dal 4 giugno 2007, in accordo con Telecom, è diventato operatore virtuale di telefonia, con il marchio<br />

CoopVoce.<br />

12 Conad<br />

Consorzio Nazionale Dettaglianti, fondato a Bologna, dove ha tuttora la sua sede. il 13 maggio 1962, è formato, oggi, da 8 cooperative di dettaglianti,<br />

operanti in tutte le regioni italiane. Aderisce all'Associazione Italiana Cooperative di Dettaglianti della Lega delle Cooperative e Mutue e a<br />

Coopernic, l’alleanza europea, con sede a Bruxelles, che vede tra i suoi soci il gruppo tedesco Rewe, il gruppo francese E. Leclerc, la Coop Svizzera e<br />

il belga Colruyt.<br />

Intorno al 1973, l’impresa procedette alla definizione del marchio, della politica di vendita e promozione comuni, nonché alla razionalizzazione dei<br />

gruppi di acquisto.<br />

Sul finire degli anni Ottanta, Conad iniziò la modernizzazione della rete di vendita e, dal 1989, procedette alla differenziazione delle insegne:<br />

Conad per i supermercati,<br />

Margherita per le superettes,<br />

Pianeta , ora E. Leclerc – Conad, per gli ipermercati.<br />

Al 31 dicembre 2006 la rete di vendita era composta da:<br />

1.301 superettes Margherita;<br />

1.317 supermercati Conad;<br />

26 ipermercati E. Leclerc - Conad;<br />

182 di altre insegne.<br />

Dal 2006, Conad è presente in Albania nelle principali città: Tirana, Durazzo, Kavaje e Kasher.<br />

13 Carrefour<br />

Carrefour è il secondo operatore del mondo nelle vendite al dettaglio, dopo l'americana Wal-Mart e il primo a livello europeo. In Italia è il secondo<br />

distributore nazionale. È presente in 30 paesi.<br />

Il primo supermercato Carrefour aprì, nel 1959, ad Annecy nella Savoia francese, oggi il punto di vendita Carrefour più piccolo al mondo.<br />

L’impresa è stata creata da Marcel Fournier e Louis Defforey.<br />

<strong>La</strong> prima struttura italiana venne aperta, nel 1972, a Carugate, in provincia di Milano, grazie a un accordo fifty-fifty con Standa, all'epoca controllata<br />

da Montedison.<br />

Successivamente Carrefour si ritirò dall'Italia. Vi fece ritorno, nel 1993, con mezzi propri, all'interno del centro commerciale Valecenter a Marcon, in<br />

provincia di Venezia.


Nello stesso anno, acquisì gli ipermercati Al Gran Sole.<br />

Nel 1999, avvenne la fusione con Promodès, uno dei più grandi competitori nel mercato francese, già presente in Italia attraverso l'alleanza con il<br />

Gruppo Gs.<br />

Oggi, in Italia, Carrefour opera con una rete distributiva composta da 65 ipermercati con insegna Carrefour, 499 supermercati, superstore e iperstore<br />

con insegna Gs e Carrefour Market, 981 supermercati di prossimità ad insegna DìperDì, Gs Express e Carrefour Express e 16 cash & carry con le<br />

insegne DocksMarket e Gross Iper. Inoltre 22 iper sono dotati anche di un impianto per l'erogazione di carburante, alcuni a marchio, altri in cobrading<br />

con altre compagnie.<br />

Carrefour sta intraprendendo una razionalizzazione della rete di vendita e della presenza nei paesi dove non è stata raggiunta una posizione di<br />

leadership . Ha parzialmente disinvestito in Portogallo , cedendo a Sonae gli ipermercati, ma non i supermercati, in Svizzera, dismettendo l'intera rete a<br />

favore di Coop Svizzera , e i altri paesi come Cile e Corea del Sud. Sta, per contro, investendo molto in paesi dell'Est europeo, Romania e Bulgaria in<br />

primis, e in Cina, dove ha già oltre 100 negozi, e si prepara allo sbarco in India.<br />

In Italia Carrefour, secondo il Sole 24 ore, avrebbe dato incarico a Citigroup Bank di trovare un acquirente per 11 ipermercati situati al Sud e 17 cash<br />

& carry, scegliendo di focalizzarsi nel Centro-Nord. Per la Puglia e la Basilicata la rete Carrefour è stata ceduta a Coop Estense.<br />

14 Auchan<br />

Auchan, findata da Gerard Mulliez nel 1861, da lui diretta fino al 2006 e della quale la sua famiglia è la principale azionista, impiega, oggi, 210 mila<br />

addetti nel mondo e fattura 40 miliardi di Euro.<br />

Nel 1989, l’impresa sbarca in Italia. Del 1997, è la partnership con il gruppo <strong>La</strong> Rinascente.<br />

2008, il Gruppo Auchan nel mondo:<br />

Paese 1° Negozio Numero di Negozi Ipermercati Supermercati<br />

Francia 1961 408 120 288<br />

Spagna 1981 70 47 23<br />

Italia 1989 308 45 266<br />

Portogallo 1996 17 17 -<br />

Lussemburgo 1996 1 1 -<br />

Polonia 1996 34 20 14<br />

Ungheria 1998 10 10 -<br />

Cina 1999 87 16 71<br />

Taiwan 2001 19 19 -<br />

Russia 2002 19 14 5<br />

Romania 2006 5 4 1<br />

Ucraina 2008 - - -<br />

In Italia, Auchan ha 52 punti vendita, di cui 5 in franchising situati in Calabria, in 11 regioni, con i seguenti marchi:<br />

Auchan,<br />

Sma,<br />

Punto Sma,<br />

Cityper,<br />

Simply Market Sma,<br />

Iper Simply Sma,<br />

Gallerie Auchan,<br />

iovorrei,<br />

Pracchi,<br />

Europa Europa,<br />

Cartaccord .<br />

15 Esselunga<br />

Esselunga Spa, controllata da Supermarkets Italiani, 130 punti vendita concentrati in Lombardia, Toscana, Piemonte ed Emilia-Romagna, Veneto e<br />

Liguria.<br />

Nel 2008, ha fatturato quasi sei miliardi di Euro, utili per 203 milioni circa, con quasi 19 mila addetti.<br />

A metà degli anni '50, Nelson Rockefeller fondò insieme ai fratelli Bernardo, Guido en Claudio Caprotti, all’epoca con il 18 percento del capitale, la<br />

famiglia Crespi, con il 16 percento, Marco Brunelli, con il dieci, quella che fu la prima catena italiana di supermercati, la Supermarkets Italiani Spa.<br />

Il primo punto vendita fu aperto nel 1957 in una ex-officina di viale Regina Giovanna a Milano dai Rockfeller. L'insegna costituita dalla scritta<br />

«Supermaket», disegnata da Max Huber, era caratterizzata da una «S» la cui parte superiore era molto allungata. Poi, in seguito di una campagna<br />

pubblicitaria il cui motto era «Esse lunga, prezzi corti», l’impresa venne rinominata Esselunga.<br />

Nel 1961, i fratelli Caprotti acquistarono il 51 percento delle azioni in mano ai Rockefeller, pagandola quattro milioni di Dollari.<br />

Fra il 2005 e il 2006, il Gruppo è stato riorganizzato: gli immobili, circa 150, per un valore di oltre due miliardi di Euro, sono confluiti in parte nella<br />

neo-costituita società <strong>La</strong> Villata Immobiliare di Investimento e Sviluppo Spa, il resto in Orofin Spa, entrambe controllate da Supermarkets italiani.<br />

Il Sole 24 Ore aveva interpretato il riassetto societario come segnale di una possibile cessione dell'attività operativa al gruppo britannico Tesco o ad<br />

un altro gruppo estero. In seguito alle preoccupazioni espresse da una parte della classe politica italiana, per la cessione a proprietà straniera di un<br />

gruppo della Gdo, sono state fatte ipotesi intorno a una possibile cessione a Coop. Bernardo Caprotti, tuttavia, ha smentito entrambe le ipotesi,<br />

dichiarando in particolare – con un'inserzione pubblicitaria in 32 quotidiani nazionali – che «Esselunga e Coop sono due aziende inconciliabili e<br />

incompatibili».<br />

16 Pam<br />

Pam, acronimo di «Più A Meno», fa capo alla Gecos Sps, che controlla molti altri marchi in diversi settori. Nel 2004, il Gruppo ha fatturato due<br />

miliari e mezzo di Euro, con 11 mila addetti in 378 punti vendita a gestione diretta e 143 in franchising.<br />

Pam spa fu fondata, il 5 marzo 1958, da Tito Bastianello , Giovanni Paolo Giol e Giancarlo Dina, aprendo il suo primo supermercato in Veneto. Il<br />

capitale dell'azienda è tutt'oggi totalmente nelle mani delle tre famiglie fondatrici.


Già alla fine degli anni Settanta, Pam operava nel settore degli ipermercati con un paio di punti vendita che recavano l'insegna Ipermercato Pam , che,<br />

nei primi anni Ottanta, venne ribattezzata Silos.<br />

Nel 1984, il Gruppo costituìe una joint venture paritetica con Selefin , Coin -Oviesse, che prevedeva la realizzazione di ipermercati e centri<br />

commerciali, al Nord e Centro Italia, con marchio Panorama e Mongolfiera, nel Meridione. Questi ultimi vennero ceduti, nei primi anni Novanta, a<br />

Coop Italia .<br />

Pam controlla In’s Mercato , il marchio discount che, con oltre 250 negozi, è la seconda insegna a livello nazionale e il primo tra i gruppi italiani del<br />

settore.<br />

Il primo In's Discount ha aperto i battenti a Mestre in via Don Sturzo nel 1993.<br />

Una consistente quota di punti vendita In's proviene dall'acquisizione dei discount Plus, dal gruppo tedesco Tengelmann avvenuta alla fine degli anni<br />

‘90.<br />

Nel 2005, Pam ha continuato il proprio sviluppo territoriale inaugurando il primo punto vendita con formula Superstore, superfici tra i due mila e 500<br />

e i tre mila 500 metri quadrati con ampia attenzione per il no-food.<br />

110 supermercati e Superstore sono presenti in 53 città di undici regioni.<br />

Pam Franchising è la società che gestisce le affiliazioni commerciali con le formule di franchising diretto, somministrazione e il maser franchising.<br />

A fine 2006, i punti vendita affiliati, che operano con le insegne Metà Supermercati, Pam Express, Pam Club erano 178.<br />

Dal 1975, Pam gestisce i bar Brek Caffè, Brek Focacceria , Brek Ristorante, De Gustibus Bar & Cucina, Tosto .<br />

17 Selex<br />

Selex Gruppo Commerciale Srl di Trezzano sul Naviglio, in provincia di Milano, è nato, nel 1964, dell'Unione Volontaria A&O.<br />

Oggi ai primi posti della <strong>distribuzione</strong> moderna nazionale, con 17 gruppi leader regionali per 23 imprese associate. Fattura più di otto miliardi di<br />

Euro, detiene l’8,7 percento della quota di mercato e opera con le note insegne:<br />

A&O,<br />

Famila,<br />

Iperfamila ,<br />

Emisfero,<br />

Mida,<br />

Uni,<br />

Al.<br />

18 Interdis<br />

Interdis è una societa consortile a responsabilità limitata composta da 30 imprese locali, diffuse su tutto il territorio nazionale. Fattura circa 7 miliardi<br />

di Euro, in tre mila punti vendita al dettaglio e 50 cash and carry. <strong>La</strong> quota di mercato sulla <strong>distribuzione</strong> moderna è del cinque percento.<br />

Interdis nacque il 28 gennaio del 1999 dal fallimento del progetto Euromadis e dalla seguente disgregazione in due gruppi distinti, Interdis e Selex.<br />

Oggi, Interdis conta 30 imprese associate:<br />

Gfe Distribuzione Associata Srl, Alco Grandi Magazzini Spa, Luigi Viale Spa, Multicedi Mcn Scarl, Cdim Srl, Market Ingross, Migross, Remarket<br />

Rebecchi Al Dolc, Vega, Cipa Spa, Giacomo Konz & C., Isa Spa, Midal, Alvi Spa, Amì Spa, Cannillo, Cda, Cedi Serv. Salento, Comm.le Gi.Cap,<br />

Detercart Lombardo, Multicash, Ergon Scarl, F.lli Arena, F.lli Morgese, Gaetano Caramico Spa, Gargiulo & Maiello, Gruppo Enzo Ferì, Multicedi,<br />

Sipa Srl di Fioravanti, Tatò Paride Spa.<br />

<strong>La</strong> strategia di Interdis nel canale supermercati ruota attorno a due marchi principali: Sidis e DiMeglio .<br />

Sidis proviene dal Gruppo Vègè, storica impresa della <strong>distribuzione</strong> organizzata, fondata nel 1959 e confluita in Euromadis.<br />

DiMeglio è un'eredità di Mdo, altro gruppo storico della <strong>distribuzione</strong> organizzata, sorto nel 1998.<br />

Oltre a questi due marchi, i singoli associati possiedono delle insegne proprie, che nelle aree di influenza, spesso risultano essere immediatamente<br />

riconoscibili dai consumatori locali. Tra queste le principali sono:<br />

Alvi e Alvi Discount, Alis, Alter Discount, Migross, Supermercati Nonna Isa , Supermercati Decò.<br />

Nel canale cash and carry, Interdis è attivo tramite l’insegna Altasfera .<br />

Nel 2006, Interdis e Conad hanno siglato un accordo per sfruttare delle sinergie d'acquisto, logistiche e di prodotto a marchio. Di questo accordo fa<br />

parte anche il Gruppo Rewe, titolare in Italia dei marchi Standa, Billa e Penny Market.<br />

19 Spar<br />

L’olandese Spar, in Italia: DeSpar, è un'unione di dettaglianti indipendenti.<br />

Il nome deriva dal motto olandese «Door Eendrachtig Samenwerken Profiteren Allen Regelmatig», cioè «Attraverso armoniosa cooperazione ne<br />

traggono vantaggio tutti in egual modo», ossia De Spar, il nome originario divenuto in tutti i paesi -Italia esclusa-, Spar. In olandese, De Spar<br />

significa tra «l’abete», che è, infatti, il simbolo dell’aziensa.<br />

Spar è stata fondata nel 1932 da Adriaan van Well nei Paesi Bassi a Zoetermeer. Commercianti all'ingrosso e al dettaglio indipendenti si unirono per<br />

formare una catena commerciale.<br />

Negli anni 1950, dai Paesi Bassi, il modello si sviluppò e si espanse velocemente in Europa, poi in Africa, Estremo Oriente, in Sudamerica, Australia<br />

e recentemente anche a Mosca.<br />

Oggi, è la più grande unione volontaria di dettaglianti alimentari al mondo.<br />

In Italia, il marchio venne introdotto nel 1959 dalla società Miatello, Giordani e Puggina, guidata da Marino Puggina di Padova.<br />

Nel 1960, nacque il consorzio DeSpar Italia e fu aperto il primo supermercato con insegna DeSpar.<br />

DeSpar in Italia è divisa nelle seguenti società che costituiscono, insieme, la centrale Despar Servizi, affiliata alla supercentrale Centrale Italiana:<br />

Sadas, operante in Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta e online, con il marchio Spesaonline, nelle provincie di Milano, Pavia, Bergamo, Varese e<br />

Como.<br />

Aligrup, operante in Sicilia.<br />

Aspiag, Austria Spar International Ag, operante in Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige e Veneto. <strong>La</strong> stessa società, con sede<br />

legale in Svizzera per conto di Spar Austria e filiali nazionali opera anche in Slovenia, Croazia, Ungheria e Repubblica Ceca.<br />

Cadla , operante in <strong>La</strong>zio , Toscana e Umbria.<br />

Cavamarket, operante in Campania.<br />

Fiorino, operante in Sicilia.<br />

Gam, in Calabria.<br />

Gruppo 6 Gdo, operante in Sicilia, posto sotto amministrazione controllata dopo l'arresto dell'imprenditore Giuseppe Grigoli per concorso esterno in<br />

associazione mafiosa.<br />

Ipa Sud, in Puglia e Basilicata.<br />

Tuo Distribuzione, operante principalmente nel <strong>La</strong>zio e nelle Marche.<br />

Cs&D, affiliato al gruppo Sigma, in Sardegna.<br />

L'espansione Spar<br />

Anno Paese Anno Paese Anno Paese<br />

1932 Paesi Bassi 1963 Sud Africa 1992 Ungheria<br />

1947 Belgio 1963 Irlanda 1992 Rep. Ceca


1953 Germania 1966 Zimbabwe 1994 Australia<br />

1954 Danimarca 1969 Grecia 1995 Polonia<br />

1954 Austria 1977 Giappone 1997 Lituania<br />

1955 Francia 1982 Argentina 2000 Russia<br />

1956 Gran Bretagna 1984 Norvegia 2000 Mauritius<br />

1959 Spagna 1989 Svizzera 2002 Cipro<br />

1959 Italia 1990 Svezia 2002 Ucraina<br />

1962 Finlandia 1992 Slovenia 2005 Cina<br />

Dati di struttura 2005<br />

Paese Fatturato in<br />

migliaia di Euro<br />

Numero esercizi Superfici in<br />

metriquadri<br />

superficie media<br />

metri quadri per<br />

esercizio<br />

Austria 4.156.400 1.434 949.114 662<br />

Germania 3.519.925 1.549 747.750 483<br />

Gran Bretagna 3.393.612 2.707 368.351 136<br />

Italia 3.304.738 1.801 684.202 380<br />

Sudafrica 2.729.358 732 650.843 889<br />

Norvegia 1.134.644 348 173.311 498<br />

Giappone 1.131.351 723 148.201 205<br />

Spagna 1.093.944 1.476 379.489 257<br />

Irlanda 1.092.000 428 109.201 255<br />

Danimarca 840.279 522 140.181 269<br />

Finlandia 735.000 292 166.163 569<br />

Ungheria 797.519 168 201.801 1.201<br />

Francia 657.125 788 195.935 249<br />

Belgio 626.307 373 141.037 378<br />

Grecia 554.960 162 113.906 703<br />

Slovenia 493.263 55 88.597 1.611<br />

Paesi Bassi 362.012 311 89.632 288<br />

Repubblica Ceca 361.835 139 120.526 867<br />

Svizzera 279.634 148 54.523 370<br />

Russia 201.792 41 29.850 718<br />

Svezia 130.353 32 25.250 789<br />

Botswana 70.846 24 16.896 704<br />

Namibia 61.286 23 18.806 818<br />

Polonia 52.671 47 12.016 256<br />

Australia 34.119 40 15.685 392<br />

Ucraina 30.045 12 10.520 877<br />

Croazia 20.003 1 4.065 4.065<br />

Zimbabwe 19.891 83 35.137 423<br />

Mauritius 17.482 5 4.500 900<br />

Zambia 8.597 2 4.500 2.25<br />

Cina 7.155 3 17.000 5.667<br />

India 2.069 1 251 251<br />

Totale 27.920.206 14.470 5.717.539 395<br />

20 Sisa<br />

Sisa, impresa nata nel 1975, conta oltre 730 soci e 700 affiliati, fattura 4 miliardi di Euro con 12 mila 500 addetti dislocati in oltre due mila punti<br />

vendita con le insegne Ipersisa, Sisasuperstore, Sisa , Issimo e Negozio Italia. È presente anche in Grecia, tramite Sisa Hellas.<br />

21 Gs<br />

Supermercati GS Spa, nel paniere della francese Carrefour, conta 439 supermercati, 29 tra Iperstore, Superstore e Spesaidea Gs, controlla i 995<br />

supermercati di prossimità DìperDì ed è presente in 13 province italiane.<br />

Nel settembre 1961, Marco Brunelli e Guido Caprotti, fratello del più noto Bernardo, già fondatori di Esselunga, all'epoca si chiamava Supermarkets<br />

Italiani, aprirono, in viale Germania a Roma, un supermercato con insegna Romana Supermarkets e, nel giro di pochi anni, altri punti vendita a<br />

Milano che chiamano Società Generale Supermercati, Sgs.<br />

Nel 1966, i due imprenditori vendettero il 60 percento di questa azienda a Sme, Società Meridionale Elettrica, del gruppo Iri.<br />

Nel 1972, Sgs incorporò Stella Supermarkets.<br />

Nel 1973, Sme acquisì il rimanente 40 percento.<br />

Nel 1975, si diede il via alla formula del discount con insegna Super Sconto della società Sico.<br />

Dal 1975 al 1994, l'espansione avviene con l'acquisizione di altre medie e grandi catene, quali Conti di Torino, nel 1989, Extramarket, nel 1990, a<br />

partire dal 1993, il franchising, nel 1994, l’acquisizione di Serio e Lira Supermercati di Genova e, infine, Euromercato.<br />

Nel 1995, fu dato il via alla cosiddetta «privatizzazione» di Sme:<br />

Pavesi alla Barilla ;<br />

Italgel alla Nestlé;<br />

Cirio Bertolli De Rica alla Fisvi di Carlo Saverio <strong>La</strong>miranda, il quale rivendette Bertolli a Unilever, in seguito il gruppo passò sotto il<br />

controllo di Sergio Cragnotti;<br />

Autogrill e Gs alla famiglia Benetton e a Leonardo Del Vecchio.<br />

Del 1997, è l’accordo con il gruppo francese Promodes per il controllo di Gruppo G di Torino che detiene, fra gli altri, l'insegna Dì per Dì. Lo stesso<br />

accordo consentì a Gs di entrare in partecipazione con Finiper".<br />

Il 1998 fu l'anno dell'ingresso nel business dell'ingrosso con l'acquisizione delle insegne Docks Market e Grossiper. Nello stesso anno, Gs incorporò i<br />

supermercati Mega.<br />

Del 2000, infine, è l’acquisizione da parte di Carrefour, il secondo gruppo mondiale della grande <strong>distribuzione</strong>.<br />

Il 2007 è l’anno della riorganizzazione internazionale:<br />

l'insegna Dì per Dì viene gradualmente dismessa, assegnando l'insegna Gs alle superfici più grandi e l'insegna Gs Express a quelle più piccole; gli<br />

ipermercati Gs Iperstore riceveranno l'insegna Carrefour Market, cosicché le insegne controllate saranno entro quest’anno:<br />

Gs Supermercati,<br />

Gs Superstore,<br />

Gs Iperstore,


Gs Idea,<br />

Gs Express,<br />

Dì per Dì Supermercato ,<br />

Dì per Dì Express.<br />

22<br />

Coop è stata accusata da Bernardo Caprotti, patron di Supermarkets Italiani-Esselunga, di comportamenti scorretti nei confronti della concorrenza,<br />

come riportato nel libro Falce e Carrello , edito da Marsilio.<br />

<strong>La</strong> Commissione Europea ha aperto un'indagine nei confronti del gruppo Coop. <strong>La</strong> questione di fondo verte principalmente sul versante dei privilegi<br />

fiscali che Esselunga reputa indebiti a favore della Coop, sostenendo che essendo simili il fine e gli obiettivi tra una cooperativa e una azienda di<br />

capitale, regole differenti non dovrebbero sussistere. Coop replica che, proprio nella veste di cooperativa, essa è tenuta a rispettare vincoli restrittivi e<br />

trattamenti fiscali differenti. Ricorda e sottolinea che le cooperative partono da una filosofia completamente differente e che sono soggette a una<br />

legislazione che trae origine dalla Costituzione e che impone forti limiti sui dividendi e ad altre operazioni finanziarie.<br />

Con una sentenza del 21 giugno del 2007, il Tribunale di Milano ha condannato tre rappresentanti di Esd, cioè la centrale che acquista i prodotti per<br />

Esselunga e per altre catene, «per aver alterato il libero esercizio del commercio, con l’impiego di mezzi fraudolenti, consistiti nell’utilizzo indebito di<br />

informazioni commerciali riservate, in danno di Coop Italia per ottenere vantaggi economici non dovuti».

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