PETROGRAFIA pietre suiseki
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PREMESSA,con questi appunti fatti di ricerca in internet,spero di poetr aiutare, e, capire meglio ciò<br />
che cerco, nel campo del siuseki, dopo averlo realizzato mi sono accorto della bellezza del sapere.<br />
Sapere cosa ho in mano quando raccolgo una pietra,sapere come si è formata, conoscere cosa è!<br />
Non è una ricerca proffessionale,ma amatoriale,quindi eventuali sbagli ,,,,,sono dati dal non<br />
sapere.sono rimasto affascinato dalla ricerca che altri hanno fatto prima di me,non sapevo che Lo<br />
studio delle rocce si chiama <strong>PETROGRAFIA</strong>, e PETROLOGIA( molti esempi fotografici del<br />
materiale,sono da me fatti).<br />
LE ROCCE<br />
esse si dividono in 3 gruppi a seconda di come si sono formate,e vari sottogruppi per la loro<br />
tipologia<br />
magmatiche (cioè da magna,lava) o IGNEE ( termine ignee deriva dal latino ignis che vuol<br />
dire fuoco)<br />
1) effusive-quando la lava si raffredda all'esterno della terra<br />
• rocce effusive (o vulcaniti), se la cristallizzazione è avvenuta anche in superficie per cui il<br />
raffreddamento è avvenuto rapidamente e a volte senza che vi sia il tempo perché si formino<br />
i cristalli, infatti nella maggior parte dei casi presentano una struttura amorfa (non<br />
cristallina);<br />
BASALTO-<br />
Il basalto è una di colore scuro o nero con un contenuto di silice relativamente basso (minore del<br />
50% solitamente). alcuni basalti possono essere anche ricchi in olivina, può presentarsi con aspetto<br />
che va da porfirico a microcristallino a vetroso. é la principale roccia costituente la parte superiore<br />
della crosta oceanica.
-PORFIDO-<br />
Porfido, petrograficamente, è formato da una pasta vetrosa o microcristallina di fondo, che ne<br />
costituisce più del 65% nella quale sono immersi piccoli cristalli (dimensioni 2/4 mm) in<br />
percentuale variabile tra il 30/35%. I cristalli più abbondanti sono quelli di quarzo, tanto che alla<br />
roccia viene attribuita anche la denominazione di "porfido quarzifero". Il suo colore comunque<br />
varia dal griglio chiaro ad un marrone medio.
-OSSIDIANA-<br />
L'ossidiana<br />
All'interno dei vulcani le temperature e le pressioni sono così elevate da fondere i silicati dando<br />
origine alla lava. La lava a contatto dell'aria, si raffredda molto rapidamente dando origine<br />
all'ossidiana. Il veloce raffreddamento non consente agli atomi di ordinarsi per formare un cristallo.<br />
L'ossidiana è un vetro naturale, del tutto simile a quello di produzione umana.<br />
È utilizzata per fabbricare collane preziose e punte delle armi.
2) INTRUSIVE,quando il magma si raffredda sotto la terra<br />
• rocce intrusive (o plutoniti), se la cristallizzazione è avvenuta in profondità, per cui il<br />
raffreddamento e la solidificazione avvengono molto lentamente e si possono formare<br />
cristalli di notevoli dimensioni che danno alla roccia una struttura granulare<br />
-GABBROgabbro<br />
è il corrispondente intrusivo del basalto, roccia ignea subvulcaniche o filoniana. Il nome di<br />
questa roccia fu dato dal geologo Christian Leopold von Buch dal nome di una località della<br />
Toscana.<br />
gabbro è costituito da uno o più minerali, con presenze in percentuali diverse, olivina e anfibolo.<br />
Sono inoltre presenti, in quantità accessorie: cromite, ilmenite e magnetite. Nel gabbro è sempre<br />
presente il plagioclasio; se assente, a parità di altri fattori, si parla di rocce intrusive ultrafemiche.
-DIORITE-<br />
La diorite è una roccia intrusiva intermedia, come composizione chimica e mineralogica, fra la<br />
famiglia del granito e quella del gabbro.<br />
La Diorite può presentarsi anche associata sia al granito che ad intrusioni di gabbro, in forma di<br />
amalgama. Viene generalmente prodotta negli archi magmatici e durante la formazione di<br />
cordigliere montuose in prossimità delle zona di subduzione, lungo i margini delle placche<br />
continentali, come le Ande.
-GRANITO-<br />
Il granito è una roccia ignea intrusiva felsica, con grana che va da media a grossolana e<br />
occasionalmente può presentare megacristalli. Il suo nome deriva dal latino granum (a grani), con<br />
chiaro riferimento alla sua struttura olocristallina<br />
SEDIMENTARIE -deposito e cambiamento della struttura<br />
Le rocce sedimentarie sono un tipo di rocce formate dall'accumulo di sedimenti di varia origine,<br />
derivanti in gran parte dalla degradazione ed erosione di rocce preesistenti, che si sono depositati<br />
sulla superficie terrestre. Tale terminologia deriva dal latino sedere, depositarsi. La disciplina di<br />
studio e ricerca è la sedimentologia, e i suoi studiosi sono detti sedimentologi.<br />
Le rocce sedimentarie sono quindi il risultato di un complesso di fenomeni, chiamato processo<br />
sedimentario, che si compone di erosione da parte degli agenti esogeni, trasporto da parte di fluidi<br />
(acqua, vento, ghiaccio), sedimentazione in ambiente sedimentario marino, continentale o misto e<br />
infine diagenesi.<br />
1) clastiche-calcificazione<br />
Le rocce sedimentarie clastiche (dal greco κλαστός klastos: spezzato, rotto, sminuzzato) derivano
da sedimenti i cui elementi costituenti a loro volta derivano principalmente dall'accumulo di<br />
frammenti litici di altre rocce alterate trasportati in genere da agenti esogeni diversi (corsi fluviali,<br />
correnti marine, venti, ecc.).<br />
CONGLOMERATO<br />
Generalmente le rocce clastiche vengono classificate in base alle dimensioni dei granuli che le<br />
compongono. La suddivisione più usata prevede quattro classi; in ogni classe vi è una nomenclatura<br />
doppia a seconda che la roccia sia cementata o inconsolidata (ossia sciolta):<br />
• conglomerati cementati, ghiaie inconsolidate, con dimensioni dei granuli superiori a 2 mm;<br />
-ARENARIA<br />
L'arenaria o arenite è una roccia sedimentaria composta di granuli dalle dimensioni medie di una<br />
sabbia. I granuli possono avere varia composizione mineralogica, in funzione dell'area di<br />
provenienza. Tra i grani più resistenti all'abrasione e all'alterazione chimica comunemente<br />
abbondano quelli di quarzo, minerale che, proprio per la sua resistenza, è uno dei costituenti più<br />
comuni di queste rocce. I granuli sono tra loro legati da un cemento, originato dalla precipitazione<br />
chimica di minerali formati da ioni presenti nelle acque circolanti fra i poro interstiziali,
comunemente come cemento si rinviene il carbonato di calcio si asotto forma di calcite che di<br />
aragonite, meno abbondantemente la silice o talvolta un ossido di ferro.<br />
Il materiale fine che solitamente si trova fra i granuli si chiama matrice.<br />
La quantità di matrice/cemento è molto importante in quanto permette di poter classificare .<br />
Alla base degli strati arenacei dei depositi di avanfossa sono molto comuni impronte di fondo<br />
biogeniche (tracce fossili). Le arenarie di avanfossa hanno granulometria variabile e spesso sono<br />
gradate, ossia la dimensione dei granuli diminuisce dalla base al tetto dello strato. In Italia le<br />
arenarie di avanfossa sono molto diffuse in Appennino Settentrionale ed appartengono a formazioni<br />
che hanno nomi differenti spostandosi dal Mar Tirreno al Mar Adriatico (Macigno delle Cinque<br />
Terre, Psedomacigno, Macigno di Barga, Macigno dei Monti del Chianti, Arenarie di Monte<br />
Falterona, Arenarie di Monte Cervarola, Marnoso-Arenacea, Formazione della Laga).<br />
La forma dei singoli granuli permette di ipotizzare le origini del sedimento: I granuli marini e<br />
fluviali sono generalmente da angolosi a leggermente arrotondati; quelli fluviali sono angolosi e<br />
raramente poco lucenti; i granuli eolici sono arrotondati e levigati.
ARGILLITE<br />
Si tratta di rocce clastiche a grana estremamente fine che presentano spesso sottili stratificazioni.<br />
Testimoniano ambienti a ridotta energia idrodinamica in quanto le argille che la compongono sono<br />
facilmente trasportate in sospensione anche da leggerissime correnti; alcuni ambienti tipici di<br />
formazione sono: laghi, fondali oceanici, lagune.<br />
Dal punto di vista mineralogico è caratterizzata dalla presenza dei minerali delle argille, quali la<br />
caolinite, la montmorillonite e la halloysite (silicati di alluminio).<br />
2) CHIMICHE-evaporazioni<br />
Formate dalla deposizione sul fondo di sali o altri composti chimici disciolti e contenuti nelle acque<br />
marine , questi sali precipitano, quando la loro concentrazione nell'acqua marina, aumentando per<br />
l'evaporazione dell'acqua, supera il valore massimo di saturazione. Spiccano tra queste rocce le<br />
evaporiti rappresentate in gran parte dal gesso e dalla salgemma. Si annoverano tra queste rocce<br />
anche alcuni calcari e dolomie.
SALGEMMA<br />
La halite è un minerale fatto di cloruro di sodio. È detto anche salgemma.<br />
Il nome halite deriva dal greco = sale pietra.<br />
Il nome salgemma è invece un nome composto da sale- e -gemma per il suo aspetto cristallino<br />
Si trova principalmente sotto forma di banchi estesi formati dall'evaporazione di masse d'acqua<br />
salata (antichi laghi salati o mari); questi banchi si trovano inclusi nelle rocce di tutte le età<br />
geologiche ed il loro spessore può variare da poche decine di centimetri a svariate centinaia di<br />
metri.
CALCARE<br />
Il calcare è una roccia sedimentaria il cui componente principale è rappresentato dal minerale<br />
calcite. I giacimenti di calcare, quindi il minerale stesso, sono più o meno compenetrati da impurità<br />
argillose o quarzitiche. Il calcare è un minerale spesso accoppiato alla dolomite come tale la sua<br />
composizione è sempre molto varia in funzione delle condizioni di formazione, in base alle quali le<br />
rocce sedimentarie si suddividono in tre grandi gruppi:<br />
• sedimenti chimici<br />
• sedimenti organogeni<br />
• sedimenti clastici<br />
La parte prevalente delle rocce calcaree va inclusa nei sedimenti organogeni, una parte minore si<br />
è formata per precipitazione da soluzioni acquose soprassature come sedimenti chimici. Infine,<br />
possono anche formarsi sedimenti calcarei clastici, qualora le rocce formatesi originariamente per<br />
via chimica o organogena vengano distrutte fisicamente e poi ricomposte in altro luogo.<br />
Le rocce calcaree partecipano solo per circa lo 0,25% alla formazione della crosta terrestre, ma<br />
rappresentano il terzo tipo di roccia sedimentaria più recente dopo gli scisti argillosi e le arenarie.
GESSO<br />
Il gesso è un minerale molto tenero composto da solfato di calcio bidrato.<br />
Il nome deriva dal latino gypsum = gesso.<br />
È in grado di accrescersi in cristalli incolori o traslucidi anche di notevoli dimensioni, oggetto di<br />
collezionismo, di cui il tipo più comune è la rosa del deserto.
3) ORGANOGENE-cementazione fossili<br />
Si originano dalla deposizione e successiva cementazione prevalentemente di esoscheletri (o<br />
frammenti di essi) di organismi con guscio carbonatico o siliceo. I fondali marini dei mari profondi<br />
sono coperti da un fango formato dai gusci di organismi planctonici microscopici come i<br />
foraminiferi pelagici, i radiolari e le diatomee. Questi fanghi diagenizzati danno origine a rocce<br />
come calcari pelagici, radiolariti e diatomiti.<br />
CARBONE<br />
carbone (o carbon fossile) è un combustibile fossile o roccia sedimentaria estratto in miniere<br />
sotterranee o a cielo aperto. La formazione del carbone risale a circa 300 milioni di anni fa, quando<br />
un clima caldo ed umido ed un'elevata concentrazione di CO 2<br />
favorirono la crescita di alberi<br />
giganti: la loro morte (favorita da inondazioni) e la successiva degradazione, assistita da funghi e<br />
batteri, hanno portato a quelli che conosciamo come carboni fossili.<br />
L'era geologica durante la quale si formò la maggior parte dei depositi di carbone, attualmente<br />
conosciuti nel mondo, è il Carbonifero (fra i 280 e i 345 milioni di anni fa), l'era che vide<br />
l'esplosione della vita vegetale sulla terraferma e che ha preso il nome proprio per l'abbondanza di<br />
questi giacimenti originatisi rinvenibili entro formazioni geologiche appartenenti a questo periodo
DOLOMITE<br />
La dolomite è un minerale contenente carbonato di calcio e magnesio.<br />
La dolomia è una roccia composta principalmente di minerale dolomite.<br />
La dolomite cristallizza secondo il sistema trigonale.<br />
Si trova sotto forma di cristalli o, più comunemente in masse compatte, di colore bianco o grigio.<br />
Ha le proprietà fisiche simili a quelle della calcite ma si riconosce perché si dissolve più lentamente<br />
in acido cloridrico. La durezza di Mohs è di 3,5 - 4<br />
Sussistono ancora molti dubbi sulla formazione della dolomite. Esistono ampi depositi<br />
nell'annotazione geologica, ma il minerale è relativamente raro negli ambienti moderni. Ci si<br />
riferisce a questo come "il problema del dolomite". La dolomia infatti rappresenta circa il 10% di<br />
tutte le rocce sedimentarie e si pensa che si sia prodotta vicino alla superficie della terra. Tuttavia, la<br />
sintesi fatta in laboratorio richiede temperature superiori a 100 °C, circostanze tipiche della<br />
formazione in bacini sedimentari – anche se secondo molti la dolomite sembra essersi formata a<br />
bassa temperatura. Negli anni cinquanta e negli anni sessanta, la dolomite è stata trovata in laghi<br />
altamente salini nella regione di Coorong nell'Australia del sud. I cristalli della dolomite inoltre si<br />
presentano nei sedimenti in alto mare, con una grossa presenza di materia organica. Questa<br />
dolomite è chiamato dolomite "organica". Recenti ricerche hanno scoperto un meccanismo di<br />
formazione della dolomite per via anaerobica per soprasaturazione nei laghi nei pressi di Rio de<br />
Janeiro. Un caso interessante è rappresentato dalla formazione di dolomite nei reni di un cane di<br />
razza dalmata. Si reputa che il processo chimico sia innescato dai batteri. Questo meccanismo<br />
rappresenta un interessante collegamento fra processi su grande scala tipici della geologia e processi<br />
su scala ridotta tipici della microbiologia. Il reale ruolo dei batteri nella formazione a bassa<br />
temperatura della dolomite risulta dimostrato.
-METAMORFICHE- dalle pressioni e i movimenti<br />
Le rocce metamorfiche sono quelle che hanno subìto processi legati ad alte temperature ed alte<br />
pressioni. Questo processo prende il nome di metamorfismo[1]. Questa tipologia di rocce può<br />
derivare dalla trasformazione di rocce sedimentarie(per esempio il marmo : che si è formato a causa<br />
di una forte pressione sul calcare). Le rocce metamorfiche si possono formare anche a partire da<br />
rocce magmatiche o da altre metamorfiche . Gli atomi dei minerali in questa particolare condizione<br />
si dispongono in modo da formare nuovi reticoli cristallini. In laboratorio sono state evidenziate le<br />
condizioni di temperatura e pressione che portano alla formazione di minerali indice cioè che<br />
permettono l'identificazione delle rocce: in base a questi si è giunti al concetto di facies<br />
metamorfiche.
1) REGIONALI calore e pressione<br />
Metamorfismo regionale: interessa una grande estensione di rocce (decine, fino a centinaia di<br />
chilometri) in aree sottoposte a movimenti orogenetici che provocano un aumento generalizzato di<br />
temperatura e di pressione, dando così origine a particolari rocce. Il metamorfismo di carico è un<br />
particolare tipo di metamorfismo regionale che è dovuto all'aumento di pressione provocato dal<br />
peso delle rocce soprastanti (spessore fino ad alcuni chilometri) in zone sottoposte a movimenti<br />
orogenetici.<br />
GNEISS<br />
termine «gneiss» nacque alla fine del '700 per indicare una roccia che aveva dei minerali orientati<br />
lungo piani e che conteneva abbondanti feldspati. In seguito il termine è stato utilizzato con<br />
significato strutturale. Per molto tempo i geologi hanno indicato con questo nome tutte le rocce<br />
metamorfiche con una particolare tessitura, detta appunto «gneissica», nella quale la foliazione<br />
metamorfica è caratterizzata da un’alternanza di sottili letti ricchi in minerali lamellari – miche e<br />
cloriti in prevalenza – e letti molto più spessi formati in prevalenza da minerali granulari sialici –<br />
quarzo con uno o più feldspati.
ARDESIA<br />
L'ardèsia (detta anche pietra di Lavagna o, in alcuni dialetti alpini, piöda) è una varietà di roccia<br />
metamorfica allotigena di origine sedimentaria, diffusa in Italia settentrionale e da molti secoli<br />
estratta dalle cave della valle Fontanabuona in Liguria, del cuneese in Piemonte e della val<br />
Camonica, Lombardia.<br />
Frutto della sedimentazione progressiva di un limo finissimo (marna) dovuto alla frammentazione<br />
di antichi rilievi, l'ardesia è una roccia classificata come tenera o semi-dura. Si tratta di una<br />
particolare varietà di scisti calcareo-argillosi facilmente divisibili in lastre sottili, piane, leggere,<br />
impermeabili e resistenti agli agenti atmosferici. È una pietra molto carcarifica e compatta, di colore<br />
plumbeo-nerastra e facilmente lavorabile. L'ardesia tende a schiarirsi dal momento dell'estrazione<br />
fino ad assumere una pigmentazione grigio chiara, la tonalità scura essendo dovuta a residui<br />
carboniosi che volatilizzano una volta a contatto con ossigeno, umidità e radiazioni ultraviolette. In<br />
virtù della propria scistosità (ovvero la capacità di dividersi in lastre) e proprietà, può essere<br />
impiegata in vari segmenti artigianali e industriali tanto dell'architettura e dell'edilizia (per la<br />
realizzazione di tetti, pavimentazioni, gradoni di scale) quanto in arte nel design e dell'oggettistica<br />
di uso quotidiano<br />
Le ardesie hanno origine da rocce argillose frequentemente marnosa soggette un metamorfismo<br />
bassissimo chiamato semimetamorfismo o anchimetamorfismo: per questa ragione la matrice<br />
rocciosa non viene trasformata radicalmente così come avviene nel metamorfismo completo, per cui<br />
molte ardesie possono avere una struttura quasi identica alle rocce sedimentarie altre un po' meno, a<br />
seconda del grado di metamorfismo.
2) DI CONTATTO per azione del movimento surriscaldono e cambiano elementi<br />
Metamorfismo di contatto: avviene a causa dell'aumento di temperatura quando rocce ignee o<br />
sedimentarie entrano in contatto con rocce magmatiche ancora calde. Viene interessata un'aureola di<br />
rocce intorno alla roccia magmatica ancora calda originando nuovi tipi di minerali, ed a strutture<br />
caratteristiche; il cambiamento della roccia di partenza cambia man mano che si allontana dal punto<br />
caldo.<br />
MARMO<br />
marmo si forma attraverso un processo metamorfico da rocce sedimentarie, quali il calcare o la<br />
Dolomia, che provoca una completa ricristallizzazione del carbonato di calcio di cui sono in<br />
prevalenza composte e danno luogo ad un mosaico di cristalli di calcite o di dolomite (minerale).<br />
L'azione combinata della temperatura e la pressione, durante la trasformazione della roccia<br />
sedimentaria in marmo, porta alla progressiva obliterazione delle strutture e tessiture<br />
originariamente presenti nella roccia, con la conseguente distruzione di qualsiasi fossile,<br />
stratificazione o altra struttura sedimentaria presenti nella roccia originaria.<br />
Il colore del marmo dipende dalla presenza di impurità minerali (argilla, limo, sabbia, ossidi di<br />
ferro, noduli di selce), esistenti in granuli o in strati all'interno della roccia sedimentaria originaria.<br />
Nel corso del processo metamorfico tali impurità vengono spostate e ricristallizzate a causa della<br />
pressione e del calore. I marmi bianchi sono esito della metamorfizzazione di rocce calcaree prive<br />
di impurità.
3) CATACLASTICHE-dovute alle pressioni<br />
METAMORFISMO CATACLASTICO: dipende in prevalenza dalla pressione.<br />
Le rocce che subiscono metamorfismo cataclastico sono sottoposte a forze di<br />
compressione, che sono dovute a movimenti della crosta terrestre che spingono<br />
grandi masse rocciose l'une contro le altre. Si verifica metamorfismo<br />
cataclastico anche quando le rocce scorrono le une sulle altre. Dapprima si<br />
hanno frantumazioni della roccia originaria sino alla formazione di rocce<br />
cataclastiche. Con l'aumento della pressione le fatturazioni interessano i cristalli<br />
o i granuli dei minerali e si ottengono così le cataclasiti.<br />
MILONITE<br />
La milonite è una roccia metamorfica che si rintraccia prevalentemente lungo ad una linea di<br />
frattura della crosta terrestre.<br />
La milonite, indicata anche con il termine di "breccia di frizione", è costituita da frammenti di<br />
roccia preesistenti e frantumate dalle azioni dinamiche dei movimenti tettonici. Gli interstizi che si<br />
formano dal compattamento di tali frammenti subiscono un processo di riempimento e<br />
successivamente di rimineralizzazione che funge da cementante per i vari aggregati
DA QUESTI APPUNTI E COMPARAZIONI,COME SI PUO' NOTARE,NELLA NOSTRA ARTE<br />
DI RICERCA DEL SUISEKI SIAMO PROPENSI A TROVARE MATERIALI NELLE FASCE<br />
MAGMATICHE E SEDIMENTARIE, QUESTO PROPIO PER LA CAUSA DI COME SI SONO<br />
CREATE.<br />
IN OLTRE POSSIAMO CONCLUDERE CHE, COME SAPPIAMO,SUISEKI E' DURATURO<br />
NEL TEMPO,E' PIU' PREGIATA(propio per la durezza) LA CATEGORIA DELLE IGNEE.<br />
------------appunti------curiosità-------------<br />
PETROLOGIA-chiarisce la genesi delle rocce e della loro composizione<br />
<strong>PETROGRAFIA</strong>-è la disciplina che si occupa delle descrizioni delle rocce<br />
DUREZZA:<br />
Rocce ignee o endogene: sono le<br />
rocce più dure<br />
Rocce sedimentarie: sono le rocce<br />
più tenere<br />
Rocce metamorfiche: sono le rocce<br />
di durezza media/tenere<br />
porfido<br />
<strong>pietre</strong> calcare (gesso e travertino)<br />
marmo<br />
granito alabastro ardesia<br />
diorite arenaria serpentina<br />
sienite<br />
steatite<br />
ossidiana<br />
diabase<br />
basalto
• Tessitura: Include le caratteristiche osservabili delle rocce, per esempio<br />
l'orientamento dei minerali<br />
La tessitura in Geologia è definita come l'insieme delle caratteristiche geometriche di una roccia, in genere<br />
visibili a scala microscopica o con l' aiuto di una lente d'ingrandimento, in taluni casi puo' essere definita<br />
anche ad occhio nudo.<br />
La tessitura può essere originata da tensioni meccaniche, gradienti termici o chimici, particolari modalità di<br />
genesi della roccia e altri processi<br />
Per tessitura si intende il modo di associazione dei minerali, ad ogni tipo di roccia<br />
corrispondono tessiture ignea, metamorfica o sedimentaria.<br />
Struttura: E' l'insieme delle carateristiche della tessitura con cui si presentano i<br />
minerali che compongono una roccia: aspetto, dimensioni reali e relative, forma e<br />
disposizione<br />
Praticamente la struttuta è la parte visibile della roccia, ecco alcuni esempi;
VESCICOLARE VETROSA GRANA GROSSA<br />
GRANA FINE<br />
GRANA FINISSIMA<br />
COLORE<br />
E' una caratteristica inaffidabile per riconoscerle, ma l’unica che ci permette di identificare<br />
le rocce con tessitura criptocristallina. Deve essere utilizzata come ultima risorsa<br />
ideato dal mineralogista austriacom Friederich Mohs (1772-1839). Essa assume<br />
comeLa Scala di Mohs e' un criterio empirico per la valutazione della durezza dei<br />
materiali riferimanto la durezza di dieci MINERALI numerati progressivamente da 1 a<br />
10 e tali che ciascuno è in grado di scalfire quello che lo precede ed è scalfito da quello<br />
che lo segue.<br />
Il primo minerale della serie e' il talco, l'ultimo il diamante. La scala di Mohs ha un<br />
valore puramente indicativo in quanto gli intervalli tra i valori rappresentati non sono<br />
costanti (cioe' uguali all'unita'), come e' stato messo in evidenza dalle prove<br />
sperimentali del mineralogista Rosiwal. Lo studioso Mohs stilò una tabella per<br />
riconoscere i livelli di DUREZZA DEI MINERALI. Si tratta tuttavia di una prova di tipo<br />
realtivo, cioè per confronto. Esiste anche una scala assoluta di durezza, calcolabile<br />
tramite lo sclerometro, che definisce la durezza in modo numerico<br />
SCALA DI MOHS
TENERI (si scalfiscono con l'unghia)<br />
1. Talco<br />
2. Gesso<br />
SEMI DURI (si rigano con una punta d'acciaio)<br />
3. Calcite<br />
4. Fluorite<br />
5. Apatite<br />
DURI (non si rigano con la punta di acciaio)<br />
6. Ortoclasio<br />
7. Quarzo<br />
8. Topazio<br />
9. Corindone<br />
10. Diamante (Carborundum)<br />
DALLA RICERCA FATTA HO CONCLUSO CHE LA DUREZZA DELLA PIETRA NON E' DATA SOLO<br />
DALLA SCALA DI MOHS, O DAL COLORE,MA BENSI' ANCHE DALLA COMPATEZZA (mancanza di<br />
vuoti), DALLA TESSITURA, DALLA RESISTENZA ALLA ROTTURA,ALL'ACIDO, (LA SCALA DI<br />
MOHS E SOLO PER I MINERALI ), LA PIETRA INVECE E' UN INSIEME DI ESSI,COMPOSTI E<br />
RICOMPOSTI,MISCELATI,FRANTUMATI,RICOMPOSTI, IN TEORIA PIU' E' COMPATTA PIU' E'<br />
INATTACCABILE,QUINDI “DURATURA NEL TEMPO”<br />
ECCO ALLORA NASCERE L'IDEA DEL ….VERO SUISEKI, IN REALTA' DICONO I MAESTRI”SE<br />
TROVI UN SUISEKI NELLA TUA VITA DI RICERCATORE,,,SEI FORTUNATO”, PROPIO PER<br />
QUESTO,LA FORMA NON NASCE COSI' VELOCE CON UNA PIETRA DURA,MA POI,,,,,,,,,RIMANE.<br />
Grosseto 9 sett.2011<br />
GALLI CARLO MARIA
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