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Interventi Sistemici sulla Schizofrenia - ISPPREF

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<strong>Interventi</strong> familiari <strong>sulla</strong> schizofrenia<br />

Paolo Bertrando<br />

Direttore, Associazione Episteme,<br />

Torino


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


Album di famiglia


INTERVENTI FAMILIARI SULLA<br />

SCHIZOFRENIA<br />

� Prima fase (1950-1965):<br />

terapia familiare congiunta<br />

� Seconda fase (1965-1975):<br />

antipsichiatria<br />

� Terza fase (1975-1985):<br />

terapia sistemica<br />

� Quarta fase (1985-2000):<br />

psicoeducazione<br />

� Quinta fase (2000-2010):<br />

evoluzioni della psicoeducazione<br />

� Sesta fase (2000-?):<br />

integrazione?


Igiene mentale<br />

Non meno della metà dell’enorme pedaggio che la<br />

malattia mentale esige dalla giovbentù del nostro<br />

Paese può essere prevenuta attraverso l’applicazione,<br />

soprattutto nell’infanzia nell’infanzia, nell’infanzia nell’infanzia, delle informazioni e<br />

risorse pratiche oggi disponibili.<br />

Clifford W. Beers, 1908


Psicoanalisi<br />

Per quanto riguarda il trattamento dei<br />

“parenti”, confesso la mia totale perplessità, perplessità e<br />

ho, in generale, scarsa fiducia in un loro<br />

trattamento individuale.<br />

Sigmund Freud, 1912


Psicoanalisi interpersonale<br />

Il campo di osservazione è ciò che le<br />

persone fanno le une con le altre, ciò che<br />

comunicano le une alle altre su quello che<br />

fanno le une alle altre. […] per quanto ne<br />

so, ogni essere umano ha tante personalità<br />

quante relazioni interpersonali.<br />

Harry Stack Sullivan, 1950


Liberazione e controllo<br />

Mentre in Europa la via per il benessare<br />

passava attraverso il controllo dell’interiorità,<br />

in America il benessere era da ricercare<br />

nella liberazione dell’interiorità.<br />

Philip Cushman, 1995


Terapia familiare:<br />

le origini<br />

�� Luogo d’azione d’azione: Stati Uniti<br />

�� Idea portante portante: genesi relazionale (ambientale) dei<br />

disturbi psichici<br />

�� �� Ipotesi terapeutica terapeutica: terapeutica terapeutica: è possibile risolvere i sintomi<br />

psichiatrici operando sul qui e ora della famiglia<br />

�� Terapia Terapia: riparare la macchina omeostatica<br />

familiare


Terapia familiare:<br />

le condizioni di base<br />

� Accettazione della genesi ambientale dei disturbi<br />

psichiatrici<br />

�� Ottimismo sulle possibilità di cura<br />

�� �� Deistituzionalizzazione<br />

�� Movimenti di igiene mentale e Child Guidance<br />

�� Legittimazione dell’intervento <strong>sulla</strong> famiglia


Relazioni fra terapia familiare e<br />

antesignani<br />

�� Movimento di Child Guidance Guidance: ottimismo di<br />

base<br />

�� Psicoanalisi neofreudiana neofreudiana: attenzione al<br />

contesto<br />

�� Cibernetica Cibernetica: visione sistemica (ma anche<br />

tendenza all’uso di metafore tratte da altre<br />

discipline)


Relazioni fra terapia familiare e<br />

antesignani<br />

�� Deistituzionalizzazione psichiatrica psichiatrica: idea di<br />

terapia ambientale<br />

�� Clima sociale americano americano: apoliticità e<br />

impossibilità di trasformarsi in critica<br />

sociale<br />

�� Tecnologie Tecnologie: tendenza alla novità e al<br />

cambiamento improvviso


Doppio legame<br />

� Possiamo immaginare la generazione del<br />

paradosso nel sistema di deutero-apprendimento<br />

quando un organismo sperimenta punizione a<br />

seguito di un qualche insuccesso e impara che non<br />

deve imparare che all’insuccesso segue la<br />

punizione.<br />

(Bateson a Wiener, 1954)


Doppio legame<br />

� Questa sarebbe approssimativamente l’immagine di<br />

un uomo che, essendo stato punito per l’insuccesso,<br />

in seguito è punito per aver mostrato la sua<br />

aspettativa di punizione punizione, punizione punizione, per esempio<br />

, è punito perché<br />

ha paura.<br />

(Bateson<br />

a Wiener Wiener, , 1954)


Visioni della schizofrenia e della<br />

famiglia<br />

� Credo ci siano due estremi rispetto alla schizofrenia. Uno è<br />

che gli schizofrenici siano geni straordinari, l’altro che siano<br />

persone handicappate. Noi oscillavamo tra queste due<br />

visioni. C’era allora un’idea spirituale della schizofrenia, nel<br />

mondo, e forse c’è ancora. Penso che alla fine finimmo per<br />

considerarli dei fallimenti, nella nostra visione. Ma c’è stato<br />

un periodo in cui li abbiamo ammirati.


Visioni della schizofrenia e della<br />

famiglia<br />

� Ma Bateson era anche anti-genitori. Voglio dire, lui<br />

era dalla parte [del paziente] contro i suoi genitori. genitori<br />

Penso che noi tutti lo fossimo, all’epoca, almeno<br />

fino a un certo punto, ma Bateson più di altri. Ma<br />

penso che la mia visione sia cambiata, oggi.<br />

Jay Haley, 1994


Prima fase (1950-1965):<br />

terapia familiare congiunta<br />

�� Luogo d’azione d’azione: Stati Uniti<br />

�� Idea portante portante: genesi relazionale (ambientale) della<br />

schizofrenia<br />

�� �� Ipotesi terapeutica terapeutica: terapeutica terapeutica: è possibile risolvere la<br />

schizofrenia operando sul qui e ora della famiglia<br />

�� Terapia Terapia: riparare la macchina omeostatica<br />

familiare


Terapia familiare congiunta: i<br />

protagonisti<br />

� Don D. Jackson<br />

� Jay Haley<br />

�� Murray Bowen<br />

� Carl Whitaker<br />

� Ivan Boszormenyi-Nagy<br />

� James Framo


Terapia familiare congiunta:<br />

le caratteristiche<br />

� I sintomi sono epifenomeni dei pattern di<br />

comunicazione e relazione<br />

� Il “paziente paziente designato designato” è il “regolatore” dell’omeostasi omeostasi<br />

familiare<br />

� La presa di coscienza (insight insight) è irrilevante<br />

� La famiglia cambia quando cambiano i pattern di<br />

comunicazione


Terapia familiare congiunta:<br />

le caratteristiche<br />

� Il terapeuta è “chiaro, chiaro, diretto ed esplicito esplicito” nelle<br />

comunicazioni con la famiglia<br />

�� I messaggi importanti sono trasmessi attraverso<br />

comunicazioni “su dati di fatto” fatto”, così da plasmare la<br />

comunicazione<br />

� L'attenzione del terapeuta è centrata <strong>sulla</strong> forma della<br />

comunicazione<br />

comunicazione, più che sui contenuti


Seconda fase (1965-1975):<br />

antipsichiatria<br />

�� Luogo d’azione d’azione: Europa<br />

�� Idea portante portante: genesi sociale (politica) della<br />

schizofrenia<br />

�� �� Ipotesi terapeutica terapeutica: terapeutica terapeutica: è necessario modificare la<br />

società per risolvere la schizofrenia<br />

�� Terapia Terapia: portare allo scoperto la mistificazione<br />

presente nelle famiglie


Antipsichiatria:<br />

i presupposti<br />

� Nel caso della “schizofrenia”, si presuppone che la<br />

persona soffra primariamente di un disordine di<br />

funzione all’interno di se stessa, mentre […] la persona<br />

soffre almeno altrettanto del modo in cui la famiglia si<br />

pone in relazione con lei: essa viene posta in una<br />

posizione di totale disperazione.<br />

Aaron Esterson, 1970


Antipsichiatria:<br />

i protagonisti<br />

�� CRITICI CULTURALI<br />

� Michel Foucault<br />

� Thomas Szasz<br />

� Erving Goffman<br />

�� CLINICI<br />

� Ronald Laing<br />

� David Cooper<br />

� Aaron Esterson<br />

� Franco Basaglia<br />

� Giovanni Jervis


Antipsichiatria:<br />

le condizioni di base<br />

� Situazione politica generale: critica allo status quo<br />

� Movimento per i diritti civili (anche per i malati<br />

mentali)<br />

� Critica alle istituzioni sociali (famiglia inclusa)<br />

� Ideologia liberazionista


Antipsichiatria:<br />

le caratteristiche<br />

� È necessario prestare attenzione al contesto sociale<br />

e politico<br />

� Le tecniche d’intervento sono poco rilevanti<br />

�� Si lavora nella famiglia (per aiutare l’individuo)<br />

più che con la famiglia<br />

� Obiettivo: rendere le persone coscienti delle<br />

mistificazioni in cui sono immersi


Terza fase (1975-1985):<br />

terapia sistemica<br />

�� Luogo d’azione d’azione: Italia / Europa<br />

�� Idea portante portante: la schizofrenia emerge dalla<br />

mancanza di senso nelle relazioni<br />

�� �� Ipotesi terapeutica terapeutica: terapeutica terapeutica: è necessario lavorare sulle<br />

premesse e sull’epistemogia della famiglia<br />

�� Terapia Terapia: creazione di ipotesi e indagine sui sistemi<br />

di credenze nella famiglia


Terapia sistemica:<br />

i presupposti<br />

� Si può dire che partiamo dall’assunto che una persona<br />

diventa psicotica perché si trova in un contesto<br />

relazionale in cui i rapporti significativi non hanno<br />

senso senso. Il comportamento sintomatico che si viene a<br />

creare conduce poi alla formazione di un contesto in cui<br />

non ha più senso alcuna comunicazione.<br />

Luigi Boscolo, 1988


Terapia sistemica:<br />

i protagonisti<br />

� Mara Selvini Palazzoli<br />

� Luigi Boscolo<br />

� Gianfranco Cecchin<br />

� Gianfranco Cecchin<br />

� Maurizio Andolfi<br />

� Helm Stierlin<br />

� Yrio Alanen


Terapia sistemica:<br />

le condizioni di base<br />

� Situazione politica generale: massima apertura al<br />

sociale<br />

�� Tendenza al cambiamento nelle strutture<br />

dell’assistenza<br />

� Periodo di grande fermento teorico nel campo della<br />

terapia familiare<br />

�� Accettazione delle psicoterapie nelle istituzioni<br />

psichiatriche


Terapia sistemica:<br />

le caratteristiche<br />

� I comportamenti sintomatici hanno senso all’interno<br />

del sistema di premesse (l’epistemologia) della famiglia<br />

�� L’indagine riguarda il dispiegarsi dei pattern relazionali<br />

dal passato al presente al futuro<br />

� Il terapeuta acquista un ruolo di ponte fra la logica dei<br />

sani e la logica della psicosi


Terapia sistemica:<br />

le caratteristiche<br />

� Si lavora attraverso ipotesi sistemiche <strong>sulla</strong> famiglia<br />

vista in modo olistico<br />

�� Strumento principe sono le domande circolari<br />

� Il terapeuta è neutrale neutrale, non sposa alcuna posizione<br />

rispeto al cambiamento<br />

� Si presta attenzione a tutti i sistemi sociali implicati<br />

nel determinare il problema


Quarta fase (1985-2000):<br />

psicoeducazione<br />

�� Luogo d’azione d’azione: paesi anglosassoni<br />

�� Idea portante portante: genesi biologica (genetica) della<br />

schizofrenia<br />

�� �� Ipotesi terapeutica terapeutica: terapeutica terapeutica: è possibile ridurre l’impatto<br />

della schizofrenia addestrando i familiari a gestire<br />

i sintomi<br />

�� Terapia Terapia: educazione e problem-solving per i<br />

familiari “sani”


Psicoeducazione:<br />

i presupposti<br />

� Lo scopo [del modello psicoeducativo] è migliorare la<br />

qualità di vita di ciascuno, creando un ambiente<br />

familiare temporaneo a bassa intensità intensità, che<br />

diminuisca la probabilità di stress e/o recidive ripetute<br />

per i pazienti, senza aumentare il peso sofferto dalle<br />

famiglie.<br />

Carol M. Anderson, 1986


Psicoeducazione:<br />

i protagonisti<br />

�� COMPORTAMENTISTI<br />

� Robert P. Liberman<br />

� Ian Falloon<br />

� Nicholas Tarrier<br />

�� ECLETTICI<br />

� Julian Leff<br />

� Michael Goldstein<br />

�� PSICOEDUCATIVI<br />

� Carol Anderson<br />

� Jerry Hogarty<br />

� William McFarlane


Psicoeducazione:<br />

le condizioni di base<br />

� Situazione politica generale: accettazione dello<br />

status quo<br />

�� Individualismo generale e rifiuto dell’impegno<br />

sociale<br />

�� Eclissi delle teorie sociogenetiche della malattia<br />

mentale<br />

�� “Rivoluzione” biologica in psichiatria


Psicoeducazione:<br />

le caratteristiche<br />

� La famiglia è considerata di per sé normale<br />

� Si favorisce lo sviluppo delle risorse sane della<br />

famiglia<br />

� È necessario informare la famiglia<br />

� Si accetta la cronicità della malattia<br />

� La farmacoterapia è l’intervento primario


Psicoeducazione:<br />

le caratteristiche<br />

� I metodi d'intervento sono didattici ed espliciti<br />

� I metodi sono lineari e standardizzati<br />

�� Gli interventi sono sottoposti a verifica<br />

sperimentale<br />

� Il trattamento non necessita di training estensivo


Psicoeducazione: le evoluzioni<br />

�Ortodossia<br />

�Evoluzione<br />

�Evoluzione<br />

�Negazione<br />

�Superamento


Evoluzioni della psicoeducazione<br />

� Ortodossia<br />

proseguire a utilizzare le<br />

terapie fondamentalmente<br />

comportamentali usate in<br />

gran parte dei primi dieci<br />

anni di psicoeducazione<br />

�� proseguire<br />

� Evoluzione<br />

modificare gli strumenti<br />

della psicoeducazione,<br />

rendendola più simile a una<br />

vera e propria terapia della<br />

famiglia<br />

�� modificare


Evoluzioni della psicoeducazione<br />

� Negazione<br />

� giudicare superflua anche la<br />

psicoeducazione, da<br />

sostituirsi con una semplice<br />

consulenza sui veri<br />

trattamenti (farmacologici)<br />

disponibili<br />

� Superamento<br />

sostituzione della<br />

psicoeducazione con l’autoaiuto<br />

e il mutuo aiuto<br />

�� sostituzione


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Che cos’è<br />

� “E’ E’ un indice della ‘temperatura emotiva’ della<br />

famiglia, indice che può rivelare mancanza di<br />

affetto o interessamento troppo invadente invadente”. invadente invadente”.<br />

Christine Vaughn, 1987


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Perché misurarla<br />

� Indice predittivo clinico<br />

� Inserimento della famiglia in una tra due<br />

categorie<br />

� In base alla categoria, predizione della<br />

probabilità di recidiva del paziente


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Ricerche: Vaughn e Leff (1976)<br />

� PAZIENTI DI FAMIGLIA A<br />

BASSA EE:<br />

� PAZIENTI DI FAMIGLIE<br />

AD ALTA EE:<br />

7% di recidive 48% di recidive


EMOTIVITA’ ESPRESSA:<br />

Scale di valutazione<br />

� A RILEVAZIONE DI<br />

FREQUENZA<br />

�� Critica<br />

� Commenti positivi<br />

� SCALE GLOBALI<br />

� Ipercoinvolgimento<br />

emotivo (EOI)<br />

� Calore affettivo<br />

� Ostilità


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Criteri per la valutazione della Critica<br />

� CONTENUTO � ASPETTI VOCALI<br />

� Disapprovazione /<br />

risentimento<br />

� Rifiuto / svalutazione<br />

� Timbro<br />

� Velocità<br />

� Inflessione


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Criteri per la valutazione dell’EOI<br />

� COMPORTAMENTO RIFERITO<br />

DALL’INTERVISTATO<br />

� Esagerata risposta emotiva<br />

manifestata in passato<br />

� Marcato atteggiamento di<br />

devozione e autosacrificio<br />

� Comportamento estremamente<br />

protettivo<br />

� COMPORTAMENTO<br />

MANIFESTATO DURANTE<br />

L’INTERVISTA<br />

� Atteggiamento di<br />

ipercoinvolgimento<br />

� Manifestazioni emotive<br />

(preoccupazione, tristezza per<br />

il paziente)<br />

� Drammatizzazione


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Valori numerici delle scale<br />

� Critica:<br />

conteggio del numero dei<br />

commenti<br />

� Commenti positivi:<br />

conteggio del numero dei<br />

commenti<br />

� Ipercoinvolgimento<br />

emotivo:<br />

da 0 a 5<br />

�� Calore affettivo:<br />

� Ostilità:<br />

da 0 a 5<br />

da 0 a 3


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Valori soglia delle scale<br />

� Critica:<br />

uguale o superiore a 6<br />

� Commenti positivi:<br />

non esiste soglia<br />

� Ipercoinvolgimento<br />

emotivo:<br />

uguale o superiore a 4<br />

�� Calore affettivo:<br />

non esiste soglia<br />

� Ostilità:<br />

superiore a 0


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Valutazione<br />

� Valutazione dell’intervista secondo le<br />

cinque scale: diagnosi per dimensioni<br />

� Valutazione finale con inserimento in una di<br />

due categorie: diagnosi categoriale


EMOTIVITA’ ESPRESSA<br />

Passaggi della valutazione<br />

� 1. Assegnare all’intervistato un punteggio su ogni<br />

scala<br />

� 2. Classificare l’intervistato come alto o basso su<br />

� 2. Classificare l’intervistato come alto o basso su<br />

ogni scala<br />

� 3. Classificare il familiare come ad alta o bassa<br />

emotività espressa<br />

� 4. Categorizzazione della famiglia


EMOTIVITÀ ESPRESSA<br />

Caratteristiche dei familiari<br />

� Rispetto verso le necessità relazionali del paziente<br />

� i familiari ad alta EE sono tendenzialmente intrusivi,<br />

cercano il contatto con il paziente indipendentemente<br />

dalle sue richieste, vogliono esercitare un controllo, e<br />

così via, mentre quelli a bassa EE sono più in grado di<br />

adattarsi alle richieste e ai bisogni espressi, direttamente<br />

o indirettamente, dal paziente.


EMOTIVITÀ ESPRESSA<br />

Caratteristiche dei familiari<br />

� Legittimazione della malattia<br />

� I familiari ad alta EE considerano il paziente responsabile<br />

di tutte o quasi tutte le sue azioni, anche quelle che<br />

chiaramente costituiscono sintomi, mentre quelli a bassa<br />

EE cercano di costruirsi una spiegazione razionale delle<br />

azioni del paziente, e riconoscono quelle dettate dalla sua<br />

malattia.


EMOTIVITÀ ESPRESSA<br />

Caratteristiche dei familiari<br />

� Aspettative per il paziente<br />

� I familiari ad alta EE nutrono in genere aspettative molto<br />

alte per il paziente, indipendentemente dai deficit di<br />

quest’ultimo, mentre quelli a bassa EE nutrono<br />

aspettative realistiche, e tollerano meglio livelli di<br />

funzionamento sociale anche molto bassi.


EMOTIVITÀ ESPRESSA<br />

Caratteristiche dei familiari<br />

� Risposte emotive<br />

� I familiari ad alta EE spesso drammatizzano le proprie<br />

reazioni ai sintomi, e tendono ad avere modalità di<br />

risposta rigide ai momenti di crisi, mentre quelli a bassa<br />

EE sono in grado di controllare l’emotività e di adottare<br />

risposte flessibili.


Modello epigenetico di Wynne<br />

� Attaccamento/cura<br />

� Comunicazione<br />

� Soluzione congiunta dei problemi<br />

� Mutualità<br />

� Intimità (non sempre raggiunta)


Conseguenze per l’intervento familiare<br />

Non esiste un intervento buono per tutte le<br />

famiglie<br />

<strong>Interventi</strong> come la psicoeducazione o il problemsolving<br />

funzionano solo se il sistema relazionale ha<br />

superato la fase di attaccamento/cura<br />

In caso contrario, l’intervento dovrà<br />

preliminarmente costruire la famiglia<br />

(attaccamento)


ATTACCAMENTO<br />

� La propensione a creare legami stabili e<br />

insostituibili con alcune persone significative<br />

John Bowlby


Limiti dell’attaccamento per il lavoro<br />

sulle famiglie<br />

� focalizzazione esclusiva <strong>sulla</strong> diade<br />

(madre/bambino)<br />

� primato dei sistemi intrapsichici e delle relazioni<br />

internalizzate (modelli operativi interni di<br />

attaccamento)


Tipologie familiari secondo Doane e<br />

Diamond<br />

• Famiglie a bassa intensità<br />

• Famiglie ad alta intensità<br />

• Famiglie scollegate


Famiglie a bassa intensità<br />

- Attaccamento positivo al paziente<br />

- EE: bassa bassa, clima emotivo moderato<br />

- Attaccamento in genere positivo alla famiglia<br />

d’origine<br />

- Area d’intervento privilegiata: chiarimento delle<br />

interazioni


Famiglie ad alta intensità<br />

- Attaccamento positivo al paziente<br />

- EE: alta critica e/o ipercoinvolgimento<br />

emotivo<br />

- Attaccamento positivo o negativo alla famiglia<br />

d’origine<br />

- Area d’intervento privilegiata: emotività espressa


Famiglie scollegate<br />

(poco intense)<br />

- Attaccamento negativo al paziente<br />

- EE: bassa bassa; clima emotivo distaccato<br />

- Attaccamento in genere negativo alla famiglia<br />

d’origine<br />

- Area d’intervento privilegiata: attaccamento


Famiglie scollegate<br />

(intense)<br />

- Attaccamento negativo al paziente<br />

- EE: alta critica molto intensa<br />

- Attaccamento in genere negativo alla famiglia<br />

d’origine<br />

- Area d’intervento privilegiata: emotività espressa e<br />

attaccamento


Trattamento della famiglia a bassa<br />

intensità<br />

� Trattamento poco intensivo<br />

� Orientamento psicoeducativo (di gruppo o<br />

per singola famiglia)<br />

� Approccio consulenziale


Trattamento della famiglia ad alta<br />

intensità<br />

� Fase psicoeducativa preliminare<br />

� Lavoro sull’intrusività intrusività<br />

� Lavoro <strong>sulla</strong> regolazione dell’affettività<br />

� Intervento <strong>sulla</strong> critica critica: critica critica:<br />

�senso di impotenza<br />

�difficoltà di sintonia emotiva


Trattamento della famiglia scollegata<br />

� Lavoro intensivo <strong>sulla</strong> singola famiglia<br />

�� Elaborazione dell’emotività espressa<br />

� Esplicitare i pattern di attaccamento<br />

intergenerazionale


Trattamento della famiglia scollegata<br />

Favorire l'attaccamento con:<br />

�esperienze di gioco<br />

�esperienze empatiche<br />

�compiti a casa<br />

�� Favorire<br />

� Lavoro diadico genitore/figlio (intervista intervista<br />

intergenerazionale<br />

intergenerazionale)


Intervista intergenerazionale<br />

� Contesto diadico (genitore/figlio)<br />

� Il figlio è posto in posizione di ascoltatore<br />

�� Punto focale sono le esperienze e le emozioni del<br />

del<br />

genitore<br />

� Obiettivo: aumentare la comprensione reciproca<br />

(monitoraggio metacognitivo)


Due vie per l’intervento sistemico<br />

� Prima via:<br />

� Intervento familiare<br />

sistemico<br />

� Seconda via:<br />

� Intervento sistemico senza<br />

lavoro familiare strutturato


Intervento familiare sistemico:<br />

fase iniziale<br />

� Creare un contatto con la famiglia<br />

� Creare un contatto con il paziente<br />

Informarli sul nostro razionale di lavoro<br />

�� �� Informarli<br />

� Stabilire obiettivi specifici per l’intervento<br />

� Aiutarli a sviluppare una conoscenza della rete<br />

psichiatrica


Intervento familiare sistemico:<br />

fase intermedia<br />

� Esplorare che cosa è avvenuto all’esordio<br />

� Definire i principali problemi attuali<br />

�� Fare ipotesi sistemiche sui problemi e <strong>sulla</strong><br />

configurazione familiare<br />

� Rivalutare le ipotesi attraverso domande<br />

sistemiche


Intervento familiare sistemico:<br />

fase intermedia<br />

� Utilizzare sedute di coppia o individuali ove necessario<br />

� Mantenere un costante contatto con gli altri curanti e<br />

tutti gli elementi della rete psichiatrica<br />

�� Mantenere l’intervento più breve e focalizzato<br />

possibile<br />

� Valutare, volta per volta, se l’intervento ha senso per<br />

tutti i membri della famiglia


Intervento familiare sistemico:<br />

fase finale<br />

� Esplorare i progetti per il futuro<br />

� Esplorare il problema della cronicità o della<br />

stabilizzazione dei sintomi<br />

�� Aiutare a espandere le le opzioni per il futuro<br />

� Considerare la questione della conclusione<br />

dell’intervento familiare<br />

� Tenere la porta aperta


<strong>Interventi</strong> sistemici non familiari<br />

� Comprendere la situazione specifica di ciascun<br />

paziente<br />

�� Esplorare la rete<br />

rete sociale più ampia<br />

� Esplorare la rete delle agenzie psichiatriche<br />

coinvolte<br />

� Comprendere i sistemi di significato connessi alla<br />

situazione


Esplorare la rete:<br />

famiglia<br />

� Nucleare originale<br />

� Estesa<br />

�� Coniugale<br />

� Intergenerazionale


Esplorare la rete:<br />

sociale<br />

� Amicizie<br />

� Scuola<br />

�� Lavoro<br />

� Gruppo dei pari


Esplorare la rete:<br />

psichiatrica<br />

� Servizi psichiatrici<br />

� Psichiatria adulti<br />

� Neuropsichiatria infantile<br />

� SerT<br />

�� Servizi sociali<br />

� Servizi residenziali<br />

� Professionaisti privati<br />

� Agenzie legali


Principi terapeutici generali<br />

� Lavorare molto sull'ingaggio ingaggio in terapia<br />

� Comunicare con chiarezza<br />

�� Accettare l’affettività affettività negativa di tutti i familiari<br />

�� Non insistere troppo sulle regole di setting


Principi terapeutici generali<br />

�� Evitare le interazioni dirette familiari/pazienti<br />

(troppo problematiche)<br />

�� Sostenere emotivamente tutti i membri della famiglia<br />

�� �� Validare le esperienze del paziente di fronte agli<br />

altri familiari<br />

� Esplorare i mondi interni (sedute diadiche)


Principi terapeutici generali<br />

• Dare voce ai pazienti di fronte agli altri membri<br />

della famiglia e agli altri significativi<br />

• Accettare le preoccupazioni e il peso della cura<br />

degli altri membri della famiglia<br />

• Creare un ponte tra la logica dei sani e quella della<br />

psicosi


Principi terapeutici generali<br />

• Amplificare gli aspetti positivi e le risorse interne<br />

alla famiglia<br />

• Valutare i contributi dei sistemi extrafamiliari nel<br />

mantenimento dei sintomi<br />

• Rinforzare la rete psichiatrica e affrontare i suoi<br />

nodi relazionali


Libertà<br />

Ciascuno dovrebbe sentire di essere padrone<br />

della propria esistenza esistenza, anche nelle peggiori<br />

condizioni. [...] Io ti considero come una<br />

perona indipendente, attiva, puoi essere attivo<br />

anche nella tragedia. Questo è il messaggio<br />

postmoderno.<br />

Gianfranco Cecchin, 2003

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