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ASS.18. Bove Trailer Figliastro_2210-unlocked

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Emmanuel <strong>Bove</strong><br />

Il figliastro<br />

ROMANZO<br />

prefazione di<br />

Luisa Stella


Emmanuel <strong>Bove</strong><br />

Il figliastro<br />

traduzione di<br />

Maruzza Loria - Luisa Stella<br />

prefazione di Luisa Stella


titolo dell’opera originale: Le Beau fils<br />

© Critérion, Paris, 1991<br />

© Le Castor Astral, Paris, 2016<br />

I edizione, novembre 2018<br />

traduzione: Maruzza Loria - Luisa Stella<br />

© 2018 Edizionidellassenza<br />

marchio editoriale dell’Associazione “Voce d’Autore”<br />

90142 Palermo - via delle Caravelle, 10<br />

e-mail: info@edizionidellassenza.it<br />

web: www.edizionidellassenza.it<br />

ISBN 978-88-943843-2-1<br />

pubblicazione a cura di Girolamo Lombardo<br />

redazione: Flora Arena, Daniele Ceddia, Valeria Galbiati, Giovanni Purpura<br />

in copertina: Emmanuel <strong>Bove</strong>, foto 1936,<br />

Fonds Emmanuel <strong>Bove</strong>/IMEC<br />

progetto grafico e impaginazione: Pietro Lupo, Palermo


Nota editoriale<br />

Il figliastro (Le Beau-fils) è tra le più importanti opere di<br />

Emmanuel <strong>Bove</strong>.<br />

Il romanzo, pubblicato nel 1934, vivente l’autore, venne<br />

ristampato in Francia soltanto quarant’anni dopo. Finora ha<br />

conosciuto una sola traduzione, in lingua inglese. Viene qui<br />

presentato per la prima volta nella traduzione in lingua italiana.<br />

Si ringraziano l’Institut Mémoires de l’Édition Contemporaines<br />

(IMEC) – Abbaye d’Ardenne, e l’Institut Français di<br />

Palermo.<br />

Un particolare ringraziamento va ad Eric Biagi, Direttore<br />

dell’Institut Français di Palermo, per il prezioso sostegno dato<br />

a questa iniziativa editoriale.<br />

5


Prefazione<br />

“<strong>Bove</strong> fa parte di quei rari scrittori, molto rari,<br />

che hanno davvero creato un mondo, un universo<br />

proprio, e quando si fa lo sforzo di penetrare<br />

questo universo, si è ricompensati”.<br />

JEAN GAULMIER 1<br />

Emmanuel <strong>Bove</strong>, scrittore schivo come pochi, morto alla<br />

sola età di quarantasette anni, ha scritto una stupefacente mole<br />

di opere. Ebbene, per la più parte di esse, credo si possa affermare<br />

che soltanto lui poteva scriverle: sua è quella lingua apparentemente<br />

semplice, quando non dimessa, e in realtà assai<br />

sorvegliata; suo quello sguardo acuto, ora pietoso ora impietoso,<br />

volto alla condizione umana; suo quel sommesso umorismo;<br />

sua la capacità di conferire enormità e mistero alla cosa<br />

più minuta, celata o trascurata; suoi certi procedimenti narrativi,<br />

a volte spiazzanti; sua la netta determinazione a rifuggire<br />

la ricerca di effetti e ogni tentativo di blandire il lettore… Imbattersi<br />

in <strong>Bove</strong> è imbattersi nell’esemplare singolarità di un<br />

autore.<br />

In vita, per alcuni anni, Emmanuel Bobovnikoff (questo,<br />

in realtà, il suo vero nome) conobbe una discreta notorietà.<br />

Venne scoperto da Colette, che pubblicò il suo Mes amis, vinse<br />

il prestigioso premio Figuière, fu apprezzato da Rilke, Gide,<br />

7


Max Jacob, Philippe Soupault, Maurice Utrillo e tanti altri;<br />

poi, lentamente ma inesorabilmente, la sua fortuna cominciò<br />

a scemare, al punto che nel 1944 ebbe difficoltà a pubblicare<br />

il bel romanzo Le piège − alla fine il romanzo venne pubblicato,<br />

ma passò inosservato; nel 1945 l’autore morì.<br />

Alla sua scomparsa seguì la totale scomparsa della sua<br />

opera, e questo per più di trent’anni. E viene da chiedersi il<br />

perché. Forse questa sparizione fu determinata dall’affermarsi<br />

di una letteratura cosiddetta engagée? In effetti, se è vero che<br />

<strong>Bove</strong> ebbe un serio e coraggioso orientamento politico (fu antifascista,<br />

fu membro del Comitato di Vigilanza degli Intellettuali<br />

Antifascisti, nonostante le sollecitazioni si rifiutò di<br />

pubblicare durante l’occupazione tedesca), 2 è altrettanto vero<br />

che nella sua opera non si trovano né prese di posizione ideologiche<br />

né teorie a sfondo sociologico né, tanto meno, si ventilano<br />

soluzioni. Una colpa che, com’è probabile, ha dovuto<br />

espiare.<br />

Va inoltre detto che, anche dopo l’impegno profuso − a<br />

partire dagli anni settanta − da alcuni avveduti e sensibili scrittori<br />

3 ed editori 4 per trarre fuori dall’oscurità l’opera di <strong>Bove</strong>,<br />

il vento della dimenticanza, a intermittenza, ha ripreso a soffiare<br />

su di essa.<br />

Forse perché, tutto sommato, l’idea che la letteratura<br />

debba essere apportatrice di messaggi è dura a morire? Forse<br />

perché i suoi personaggi, per lo più esseri smarriti e votati al<br />

fallimento, esseri di consistenza d’ombra e che nulla sembrano<br />

indicare, sconcertano e turbano il nostro mondo aggressivamente<br />

propositivo? Forse per altri motivi ancora?<br />

Come che sia, la sua opera tende a scomparire e riapparire,<br />

scomparire e riapparire, il che, d’altronde, si sposa perfettamente<br />

con quello che fu l’uomo <strong>Bove</strong>: “[…] I suoi pochi amici<br />

avevano l’impressione che lui cercasse di farsi dimenticare,<br />

come altri cercavano di farsi conoscere”. 5<br />

Oggi le Edizionidellassenza offrono al lettore italiano l’op-<br />

8


portunità di leggere Le Beau-Fils (Il figliastro) − tra le sue opere<br />

una delle più neglette.<br />

Il figliastro venne pubblicato nel 1934. “È con un buonissimo<br />

romanzo della maturità che Emmanuel <strong>Bove</strong>, dopo un<br />

silenzio di quattro anni, fa il suo rientro letterario”. Così il servizio<br />

stampa delle edizioni Bernard Grasset ne annunciò la<br />

pubblicazione. Purtroppo, il libro, come scrisse lo stesso autore<br />

in una lettera al fratello Léon, gli portò più un successo morale<br />

che un successo di vendite. 6<br />

Come che sia, è questo un romanzo centrale, complesso e<br />

per molti versi enigmatico nella produzione boviana.<br />

Per cominciare, diciamo che è la più autobiografica delle<br />

sue opere, cosa, questa, che deve comunque indurre a una cautela<br />

estrema, a non dimenticare la gran quantità di equivoci<br />

cui può indurre una simile asserzione. D’altro canto, è lo stesso<br />

autore ad autorizzarci − e, a tratti, potremmo dire a spingerci<br />

− a definirla tale, disseminando l’opera, soprattutto nella<br />

prima parte, di date e fatti pressoché coincidenti con date e<br />

fatti della sua esistenza: basti pensare che, già dopo poche pagine,<br />

ci viene detto che Jean-Noël, il protagonista, nasce alla<br />

fine dell’aprile del 1898, mese e anno di nascita dell’autore. In<br />

più, leggendo l’accuratissima biografia dell’autore scritta da<br />

Raymond Cousse e Jean-Luc Bitton, biografia dal magnifico<br />

titolo Emmanuel <strong>Bove</strong>. La vie comme une ombre, non possiamo<br />

che trovare conferma al marcato autobiografismo del romanzo.<br />

Insomma, Il figliastro fa pensare che una qualche impellenza,<br />

una smania di espulsione della propria storia abbia spinto <strong>Bove</strong><br />

a una sorta di ostensione di sé.<br />

Indubbiamente tutto questo è suggestivo e interessante, se<br />

non altro perché qui, più chiaramente che altrove, ci è dato<br />

scoprire le remote origini di alcune ossessioni dell’autore.<br />

Credo però − come accennato prima − sia importante<br />

scansare alcuni rischi, sempre incombenti quando si parla di<br />

autobiografismo. Quello di fare coincidere personaggi del-<br />

9


Bibliografia<br />

Qui di seguito sono menzionati, nell’ordine cronologico della loro<br />

prima pubblicazione, i romanzi e i racconti di Emmanuel <strong>Bove</strong>.<br />

Non figurano in questa lista le riedizioni.<br />

OPERE PUBBLICATE VIVENTE L’AUTORE<br />

1923<br />

Nuit de Noël (racconto, che diventerà Le crime d’une nuit),<br />

quotidiano “Le matin”.<br />

1924<br />

Mes amis (romanzo), collana “Colette”, Ferenczi et fils.<br />

1925<br />

Visite d’un soir (racconto), rivista “Les Cahiers du mois”,<br />

Émile-Paul frères.<br />

Un autre ami (racconto), “Demain”.<br />

1926<br />

Le Crime d’une nuit (racconto), “Les Œuvres libres”, Fayard.<br />

1927<br />

Armand (romanzo), Émile-Paul frères.<br />

Bécon-les-Bruyères (racconto), revue Europe.<br />

328


1928<br />

La Coalition (romanzo), Émile-Paul frères.<br />

La Mort de Dinah (romanzo), Éditions des Portiques.<br />

Cœurs et visages (romanzo), Éditions de France.<br />

L’Amour de Pierre Neuhart (romanzo), Émile-Paul frères.<br />

Un Père et sa fille (racconto), Au Sans Pareil.<br />

Voyage autour d’un appartement (racconto), “Annales politiques<br />

et littéraires”.<br />

La Coalition (racconto, da non confondere con il romanzo dello<br />

stesso titolo), “Les Introuvables”, Émile-Paul frères.<br />

Rieditato nel 1986 con il titolo Aftalion Alexandre.<br />

Henri Duchemin et ses ombres (comprende i racconti: Le Crime<br />

d’une nuit, Un autre ami, Visite d’un soir, Ce que j’ai vue,<br />

L’histoire d’un fou, Le Retour de l’enfant, Est-ce un mensonge?).<br />

Le jeune frére (racconto), rivista “Le Crapouillot”.<br />

1929<br />

Une Fugue (racconto), Édition de la Belle Page.<br />

Petits contes (racconti: L’enfant surpris, Une journée à Chantilly, Conversation,<br />

Le trac, Les Pâques de Kozani), Éditions Les Cahiers Libres.<br />

Monsieur Thorpe (racconto), “La Revue Européenne”.<br />

1930<br />

Une illusion (racconto), “La Revue Européenne”.<br />

Un malentendu (racconto), “Les Œuvres libres”, Fayard.<br />

1931<br />

Journal écrit en hiver (romanzo), Émile-Paul frères.<br />

Un Raskolnikoff (racconto), Les Œuvres libres, Fayard.<br />

1932<br />

Un célibataire (romanzo), Calmann-Lévy.<br />

Deux jeunes filles (racconto), Émile-Paul frères.<br />

329


1933<br />

Un suicide (romanzo, altro titolo de La Dernière Nuit),<br />

“Les Œuvres libres”, Fayard<br />

La Toque de Breitschwanz, (romanzo poliziesco sotto lo<br />

pseudonimo di Pierre Dugast), Émile-Paul frères.<br />

Le Meurtre de Suzy Pommier (romanzo poliziesco),<br />

Émile-Paul frères.<br />

1934<br />

Le Beau-Fils, (romanzo), Bernard Grasset.<br />

1935<br />

Le Pressentiment (romanzo), Gallimard.<br />

L’Impossible Amour, (romanzo comparso a puntate), quotidiano<br />

Paris-Soir.<br />

Le Secret (racconto), settimanale “Vendredì”.<br />

Le retour (racconto), settimanale “Vendredì”.<br />

Retour (racconto), settimanale “Retour”.<br />

La garantie (racconto), rivista “Marianne”.<br />

1937<br />

Adieu Fombonne (romanzo), Gallimard.<br />

Elle est morte (racconto), settimanale “Marianne”.<br />

1939<br />

Rencontre (racconto che dà il titolo alla raccolta di novelle:<br />

Rencontre, Une Illusion, Le retour, La garantie, Le secret, Elle est<br />

morte - raccolta pubblicata con il romanzo La Dernière Nuit),<br />

Gallimard.<br />

1944<br />

Un compte à régler, Bombes sur les fous, Le testament,<br />

Faux départ (racconti), settimanale “La Marseillaise”.<br />

330


1945<br />

Le Piège (romanzo), Pierre Trémois.<br />

Une offense (racconto), “Livre des Lettres”.<br />

Départ dans la nuit (romanzo), “Bibliothèque de Noël”, Edmond<br />

Charlot.<br />

OPERE POSTUME<br />

1946<br />

Non-Lieu (romanzo), Robert Laffont.<br />

1984<br />

Le Canotier (racconto), “Les cahiers de l’énergumène”.<br />

1985<br />

Un homme qui savait (romanzo), La table Ronde.<br />

1986<br />

Mémoires d’un homme singulier (romanzo), Calmann-Lévi.<br />

1988<br />

Un fait divers inconnu (racconto), “L’autodidacte”.<br />

Le docteur Aubin, La Cousine, Un trop bon garçon, Une jeune fille<br />

romanesque, L’enfant, Le larcin, Tant que nous vivons, La fuite,<br />

(racconti in Monsieur Thorpe et autres nouvelles), Le Castor Astral.<br />

1999<br />

Un caractère de femme (romanzo), Flammarion.<br />

331


2018<br />

La Méditation interrompu (racconto incompiuto, tradotto in<br />

italiano con la riproduzione del testo originale dattiloscritto a<br />

fronte, in Incontro e altri racconti), Edizionidellassenza.<br />

Diane (opera teatrale incompiuta, tradotta in italiano con testo<br />

francese a fronte), Edizionidellassenza.<br />

SCRITTI SU EMMANUEL BOVE<br />

Emmanuel <strong>Bove</strong>, la vie comme une ombre, biografia di Raymond<br />

Cousse et Jean-Luc Bitton, prefazione di Peter Handke,<br />

Le Castor Astral, 1994.<br />

Europe, n. 895-896, nov-dec 2003. Études & textes de Marie-<br />

Thérèse Eychart, Olivier Bravard, Catherine Douzou, Sophie<br />

Coste, François Ouellet, Claude Burgelin, David Nahmias,<br />

Paul Renard, Michèle Hecquet, Roger-Yves Roche, Bruno<br />

Blanckeman, Dominique Carlat, Marie-Hélène Boblet-Viart,<br />

Didier Bezace, Jean-Luc Bitton.<br />

Lire <strong>Bove</strong>, Sophie Coste et Dominique Carlat, Presses<br />

Universitaires de Lyon, 2003.<br />

Una marginalità esemplare. Sulle novelle di Emmanuel <strong>Bove</strong>,<br />

Stefano Genetti, Edizioni Fiorini, 2012.<br />

Fingere per davvero, Gianfranco Pecchinenda, I quaderni di Funes,<br />

2014.<br />

332


SITOGRAFIA<br />

Sito ufficiale http://www.emmanuel-bove.net,<br />

JL Bitton (juin 2002)<br />

Copyright / J-L Bitton / M.C Cousse /IMEC / 1997.<br />

Gli archivi di Emmanuel <strong>Bove</strong> (manoscritti, quaderni,<br />

corrispondenza, documenti personali, iconografici, etc.) sono stati<br />

depositati presso l'Institut Mémoires de l'Édition Contemporaine<br />

(IMEC), Caen – Abbaye d’Ardenne, 14280 St Germain-la-<br />

Blanche-Herbe, Francia.<br />

334


Indice<br />

Nota editoriale pag. 5<br />

Prefazione di Luisa Stella 7<br />

Note biografiche 18<br />

Il figliastro (cap. 1 - 36) 27<br />

Bibliografia 328<br />

335


Finito di stampare nel mese di novembre 2018<br />

presso lo stabilimento Fotograph s.r.l.<br />

di Palermo<br />

per conto dell’Associazione Voce d’Autore<br />

Edizionidellassenza.


L’amore per la matrigna è senz’altro il<br />

perno intorno a cui ruota il romanzo intero.<br />

E però, quest’amore, ribadito ossessivamente,<br />

più viene ribadito, più<br />

s’impregna di segretezza e di sottaciuto<br />

− forse soltanto perché non del tutto<br />

conosciuto. Un alone di mistero gli si va<br />

addensando intorno. E − per fortuna! −<br />

sul mistero <strong>Bove</strong> non proietta mai la<br />

luce abbagliante di un linguaggio inquisitorio.<br />

Da straordinario autore qual è<br />

mantiene il silenzio, quel silenzio che<br />

nella scrittura importa quanto, se non<br />

più, del detto.<br />

Come pochi Emmanuel <strong>Bove</strong> sa che,<br />

soltanto se rispettato, il mistero acconsente<br />

a inviarci qualche suo bagliore; se<br />

indagato, arretra e si disfà.<br />

L. S.<br />

Il figliastro è anche inserito in un cofanetto dedicato<br />

a Emmanuel <strong>Bove</strong>, unitamente alla raccolta Incontro<br />

e altri racconti e all’opera teatrale inedita Diane.


Emmanuel <strong>Bove</strong> nacque a Parigi nel<br />

1898, da un ebreo russo emigrato in<br />

Francia e una domestica lussemburghese.<br />

La sua infanzia fu segnata dalle<br />

drammatiche condizioni di miseria in cui<br />

versava la famiglia. Nel 1899 il padre<br />

iniziò una relazione con Emily Overweg,<br />

ricca pittrice inglese, che ebbe un ruolo<br />

determinante nell’educazione di Emmanuel.<br />

All’età di quattordici anni decise<br />

che sarebbe divenuto scrittore. Giovanissimo,<br />

venne scoperto da Colette,<br />

che pubblicò il suo Mes amis, da subito<br />

un successo. Nel 1928 vinse il prestigioso<br />

premio Figuière. Seguì una frenetica<br />

attività creativa. Fu apprezzato da<br />

molti suoi contemporanei, tra questi<br />

anche Rilke e Gide. All’incirca a metà<br />

degli anni trenta la sua fortuna cominciò<br />

a scemare. Morì nel 1945.<br />

Per più di trent’anni la sua opera fu<br />

completamente dimenticata, per essere<br />

pian piano riscoperta a partire dalla fine<br />

degli anni settanta.<br />

Apprezzato da scrittori quali Beckett,<br />

Paul Morelle, Peter Handke (che ha tradotto<br />

diverse sue opere in tedesco) e<br />

da cineasti quali Wim Wenders e Jean-<br />

Pierre Darroussin, <strong>Bove</strong> è un autore di<br />

culto.


“[…] In sintesi, non c’è soggetto, non c’è che<br />

ciò che si prova. Io per esempio provo con forza l’inazione,<br />

e questa sarà un’azione nel mio libro. […] Io credo che le<br />

scene in cui i personaggi vivono, agiscono, debbono<br />

essere rare”.<br />

Emmanuel <strong>Bove</strong><br />

“[…] E non si creda, secondo certi luoghi comuni, a un<br />

romanziere della debolezza e del mediocre. Leggete, troverete<br />

sotto questa calma apparente, una passione improvvisa,<br />

una violenza, anche una crudeltà che permettono […]<br />

di rischiare un luogo comune e di ricordare che lui aveva<br />

del sangue russo”.<br />

Pierre Bost<br />

“<strong>Bove</strong> appartiene alla grande letteratura<br />

perché pone domande senza risposte”.<br />

Paul Morelle<br />

“[…] Emmanuel <strong>Bove</strong> dovrebbe diventare<br />

il santo patrono degli scrittori (puri) […]”.<br />

Peter Handke<br />

© Fonds Emmanuel <strong>Bove</strong>/IMEC<br />

© 2018 Edizionidellassenza<br />

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